ITMI20131517A1 - Sistema di lubrificazione di supporti per organi di movimentazione di una pinna stabilizzatrice per imbarcazioni - Google Patents

Sistema di lubrificazione di supporti per organi di movimentazione di una pinna stabilizzatrice per imbarcazioni

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ITMI20131517A1
ITMI20131517A1 IT001517A ITMI20131517A ITMI20131517A1 IT MI20131517 A1 ITMI20131517 A1 IT MI20131517A1 IT 001517 A IT001517 A IT 001517A IT MI20131517 A ITMI20131517 A IT MI20131517A IT MI20131517 A1 ITMI20131517 A1 IT MI20131517A1
Authority
IT
Italy
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casing
lubrication system
axis
lubrication
support
Prior art date
Application number
IT001517A
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English (en)
Inventor
Giorgio Barletto
Alessandro Calcagno
Giuseppe Casagrande
Rocco Cavaliere
Giampiero Cella
Enrico Dedicato
Andrea Muzio
Original Assignee
Fincantieri Cantieri Navali It
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    • B63SHIPS OR OTHER WATERBORNE VESSELS; RELATED EQUIPMENT
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    • B63B39/06Equipment to decrease pitch, roll, or like unwanted vessel movements; Apparatus for indicating vessel attitude to decrease vessel movements by using foils acting on ambient water
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Description

DESCRIZIONE dell’invenzione industriale dal titolo:
"Sistema di lubrificazione di supporti per organi di movimentazione di una pinna stabilizzatrice per imbarcazioni”
DESCRIZIONE
Settore tecnico dell’invenzione
La presente invenzione si riferisce ad un sistema per la lubrificazione degli elementi di supporto per organi meccanici di un’apparecchiatura per la movimentazione di una pinna stabilizzatrice per imbarcazioni, come indicato nel preambolo della rivendicazione 1.
Tecnica nota
Sono noti dispositivi di stabilizzazione anti-rollio, per nave o imbarcazione, basati sull’azione idrodinamica di pinne o derive.
Per limitare la resistenza che tali stabilizzatori oppongono al moto di avanzamento dell’imbarcazione, vengono predisposti meccanismi atti a far ritrarre le pinne all’interno dello scafo, mediante una rotazione attorno a un primo asse; inoltre, allo scopo di generare la spinta idrodinamica di bilanciamento delle oscillazioni indesiderate, è possibile dotare le pinne di un secondo grado di libertà, ciò consentendo di regolare l’angolo di attacco idrodinamico della pinna attorno ad un secondo asse, trasversale rispetto al primo.
Per supportare a rotazione gli organi meccanici, preposti alla movimentazione della pinna, vengono impiegati elementi di sostegno come cuscinetti, boccole, bronzine etc. Con l’obiettivo di ottimizzare le condizioni tribologiche in cui operano gli elementi di supporto, occorre approntare un adeguato sistema di lubrificazione.
Fino ad ora la soluzione più praticata, nell’ambito della movimentazione di pinne stabilizzatrici, è la lubrificazione ad olio delle componenti del dispositivo di movimentazione. La pubblicazione brevettuale GB 2 025 874 A descrive una carcassa che contiene gli organi di movimentazione di una pinna stabilizzatrice di una nave. L’interno della cassa è riempito di olio ad una pressione leggermente superiore alla pressione dell’acqua, a causa dell’immersione della nave. Tale disposizione permette la lubrificazione dei cuscinetti che supportano l’albero della pinna e altre parti rotanti. La sovrappressione dell’olio previene infiltrazioni di acqua e salvaguarda gli organi di movimentazione della pinna ma, in caso di danneggiamento di uno dei dispositivi di tenuta, comporta fuoriuscita di olio in mare con conseguente inquinamento. La domanda di brevetto tedesca DE 10 2011 078840 A1 descrive un cuscinetto volvente lubrificabile a grasso per supportare girevolmente una pinna stabilizzatrice di un’imbarcazione.
La lubrificazione ad olio comporta l’adozione di accorgimenti costruttivi costosi (data la necessità di garantire una perfetta tenuta ermetica dei supporti e di verificare la presenza del lubrificante), è generalmente preferibile, nelle condizioni in cui operano i dispositivi qui trattati, il ricorso alla lubrificazione a grasso.
I vantaggi del grasso rispetto all’olio sono una migliore adesione agli organi in movimento, un’aumentata capacità di tenuta, una maggiore protezione dalla corrosione e l’assenza di circuiti di ritorno e ricircolo.
La soluzione più efficace per sfruttare i vantaggi di questo tipo di lubrificazione consiste nell’addurre il grasso direttamente in corrispondenza degli elementi da lubrificare; la pubblicazione brevettuale GB 1 196 553 A offre l’esempio di un circuito di lubrificazione a grasso di cuscinetti, mediante canalizzazioni realizzate direttamente nella carcassa esterna. Un sistema di lubrificazione secondo GB 1 196 553 A rappresenta una soluzione rigida, costruttivamente complessa, e inapplicabile laddove si vuole convertire un preesistente dispositivo lubrificato a bagno d’olio con un dispositivo adattato per la lubrificazione a grasso.
Sintesi dell’invenzione
Uno scopo generale della presente invenzione è di realizzare un sistema di lubrificazione ottimizzato per le condizioni funzionali in cui operano i dispositivi di movimentazione delle pinne stabilizzatrici per imbarcazioni, garantendo economicità e flessibilità realizzativa.
Tale scopo è raggiunto, secondo l’invenzione, da un sistema di lubrificazione avente le caratteristiche definite nelle rivendicazioni annesse.
In sintesi, l’invenzione prevede la sostituzione della lubrificazione ad olio con la lubrificazione a grasso mediante applicazione di tubi di adduzione nel volume interno racchiuso dalla carcassa, sia nel caso di realizzazione ex novo del dispositivo di movimentazione della pinna, sia nel caso di riadattamento (“refitting”) di dispositivi preesistenti.
Ricavando nella carcassa un numero minimo di forature di lunghezza ridotta, agevolmente realizzabili grazie alle inclinazioni ortogonali o parallele agli assi di simmetria delle varie parti della carcassa, e idoneamente collegate mediante condutture tubolari adattabili al profilo interno della carcassa, si ottengono dispositivi efficienti di movimentazione di una pinna stabilizzatrice P, anche laddove il dispositivo è già esistente, e si vuole modificare il sistema di lubrificazione.
I suddetti ed altri scopi e vantaggi sono raggiunti, secondo un aspetto dell’invenzione, da un sistema di lubrificazione avente le caratteristiche definite nella rivendicazione 1. Forme di realizzazione preferenziali dell’invenzione sono enunciate rivendicazioni dipendenti.
Breve descrizione dei disegni
Verranno ora descritte alcune forme di realizzazione preferenziali e non limitative dell’invenzione, facendo riferimento ai disegni allegati, in cui:
- la figura 1 è una vista schematica in sezione verticale di un’apparecchiatura per la movimentazione di una pinna stabilizzatrice per imbarcazioni, secondo una forma di realizzazione dell’invenzione;
- la figura 2 è una vista schematica di un particolare dell’apparecchiatura della figura 1;
- la figura 3 è una vista schematica in sezione parziale orizzontale dell’apparecchiatura in figura 1;
- la figura 4 è una vista schematica in sezione orizzontale dell’apparecchiatura della figura 1;
- la figura 5 è una vista schematica di un particolare dell’apparecchiatura in figura 4;
- la figura 6 è una vista schematica di un ulteriore particolare dell’apparecchiatura in figura 4;
- la figura 7 è una vista schematica in sezione verticale del particolare dell’apparecchiatura in figura 6.
Descrizione dettagliata
Facendo inizialmente riferimento alla figura 1, un’apparecchiatura 9 per la movimentazione della pinna stabilizzatrice P per imbarcazioni comprende una carcassa esterna 10, girevole attorno ad un asse A, verticale nella figura 1, per mezzo di supporti 18, 20. La rotazione dell’apparecchiatura 9 attorno all’asse A consente di estrarre e di ritrarre la pinna stabilizzatrice rispetto allo scafo (non illustrato) della nave o imbarcazione.
I supporti 18, 20 sono, tradizionalmente, boccole lubrificate ad olio; in una forma preferenziale di realizzazione, le boccole lubrificate ad olio 18, 20 sono sostituite da boccole autolubrificanti, in modo da non necessitare di un circuito di lubrificazione dedicato. Preferibilmente, le boccole autolubrificanti sono realizzate con inserti in grafite o di teflon.
La boccola superiore 18 è alloggiata nell’interstizio formato tra una porzione o cassa superiore 12 della carcassa 10 e due piastre anulari sagomate 22, 23, solidali a una struttura fissa 16 dell’imbarcazione.
Analogamente, la boccola inferiore 20 è alloggiata tra corone sagomate 24a, 24b, rispettivamente solidarizzate ad una porzione o cassa inferiore 14 della carcassa 10 e alla struttura fissa 16 dell’imbarcazione.
In una forma di realizzazione dell’apparecchiatura 9, la carcassa 10 è chiusa superiormente da un coperchio 28 e inferiormente da una piastra basale 29. La cassa superiore 12 e la cassa inferiore 14 delimitano rispettivamente due cavità o camere interne 13, 15.
Secondo le soluzioni adottate in tecnica nota, le componenti dell’apparecchiatura collocate all’interno delle due camere interne 13, 15 sono lubrificate mediante bagno d’olio. In maniera dissimile, una forma di realizzazione preferita dell’invenzione prevede di sostituire la lubrificazione a bagno d’olio con una lubrificazione a grasso, dove il grasso viene addotto direttamente sulle parti da lubrificare tramite un circuito di distribuzione 50, che viene descritto più approfonditamente nei paragrafi a seguire. In particolare, il circuito di distribuzione 50 consente di lubrificare separatamente e in maniera periodica ciascun elemento di supporto al moto relativo tra le componenti dell’apparecchiatura. Tali elementi di supporto sono le già menzionate boccole 18, 20 e, come viene specificato nel prosieguo della descrizione, due supporti 64, 66, preferibilmente nella forma di cuscinetti volventi.
In una forma di realizzazione dell’invenzione, il tradizionale cilindro a bagno d’olio viene sostituito con un cilindro 32, oscillabile attorno ad un asse C mediante boccole autolubrificanti solidali alla cassa 12, 36 e un perno 34, solidale al cilindro 32. L’asse C, perpendicolare all’asse A, è generalmente inclinato di circa 15°.
Il cilindro 32 è alimentato, mediante due fori ricavati nei perni 34 e collegati al distributore 26 mediante tubazioni rigide (non rappresentate). Il distributore 26 è solidale al coperchio 28. Il cilindro 32 presenta un involucro 38, dotato di un sistema di recupero dei trafilamenti (non rappresentato) che, tramite un condotto 40 ed i soffietti 30 , vengono reimmessi in un circuito di compensazione (non rappresentato in figura) e di li nel circuito di forza.
Il cilindro 32 consente il moto alternativo, lungo una direzione normale all’asse C, di un attuatore 42, che ad un’estremità distale o inferiore presenta uno snodo 44, preferibilmente sferico.
Nella presente descrizione, laddove non indicato diversamente, le definizioni spaziali come inferiore, superiore, distale, trasversale etc. sono riferite all’asse C.
Lo snodo sferico 44 impegna, mediante boccole autolubrificanti 44a, un elemento rigido 46, preferibilmente a forma di forcella, solidale ad un albero di oscillazione 48 della pinna stabilizzatrice P, visibile in figura 4.
Il moto alternativo dell’attuatore 42, attraverso il moto oscillatorio della forcella 46, impartisce all’albero 48 un moto di oscillazione attorno a un asse B, parallelo all’asse C. L’albero B, oscillando, regola l’inclinazione della pinna stabilizzatrice P fuori dallo scafo, così da modulare la reazione stabilizzatrice idrodinamica.
Con riferimento alle figure 2 e 3, viene mostrata una parte del sistema circuitale 50 di adduzione del grasso lubrificante agli elementi di supporto degli organi in movimento dell’apparecchiatura 9.
Una o più sorgenti esterne di grasso lubrificante pressurizzato (non illustrate) alimentano una pluralità di bocche di immissione 52 del lubrificante; le bocche di immissione 52 sono in comunicazione di fluido, mediante una pluralità di fori passanti 53, con una corrispondente pluralità di condotti tubolari 56, ciascuno afferente ad un singolo elemento di supporto delle componenti mobili dell’apparecchiatura 9.
La figura 3 è una vista dall’alto, in sezione parziale, dell’apparecchiatura 9; la parte sezionata rivela che i fori passanti 53, in una forma di realizzazione preferenziale, sono praticati radialmente nella cassa superiore 12, e sono reciprocamente distanziati in senso angolare. Inoltre, nella figura 3 sono stati rimossi, rispetto alla figura 1, il distributore 26 e il coperchio 28, ciò consentendo di osservare l’interno dell’apparecchiatura 9 attraverso un’apertura 28a nella parte sommitale della cassa superiore 12.
In una forma di realizzazione, dove le boccole 18, 20 non sono autolubrificanti (ad esempio, nel caso di totale o parziale riadattamento di un’apparecchiatura già esistente, concepita secondo la tecnica nota), vengono richieste quattro bocche di immissione 52a, 52b, 52c, 52d, in comunicazione di fluido con altrettanti tubi di adduzione 56a, 56b, 56c, 56d, tramite quattro fori passanti 53a, 53b, 53c, 53d.
I tubi di adduzione 56a, 56b, 56c, 56d possono essere tubi flessibili e possono essere assicurati alle pareti interne della carcassa 10 mediante distanziali 55b e morsetti 55a. In questo modo, il percorso tracciato dai tubi di adduzione può assecondare il profilo interno delle pareti della carcassa, raggiungendo agevolmente qualunque zona dell’apparecchiatura senza la necessità di praticare una troppo complessa trama di forature.
Nella forma di realizzazione illustrata in figura 2, i tubi 56a, 56d servono rispettivamente per lubrificare la boccola superiore 18 e la boccola inferiore 20. In particolare, il condotto 56a è in comunicazione di fluido, mediante un foro passante 58 nella parete della cassa 12, con un orifizio radiale 60, passante attraverso il corpo della boccola 18; in questo modo, è possibile ingrassare periodicamente la boccola, garantendo un’adeguata lubrificazione.
Nelle casse superiore 12 e inferiore 14 vengono praticati rispettivamente due fori verticali 62a, 62b, passanti e coassiali, determinando un canale di alloggiamento e passaggio dei tubi di adduzione 56b, 56c, 56d dalla cassa superiore ai supporti inferiori da lubrificare.
In una forma di realizzazione, l’apparecchiatura 9 è dotata di boccole autolubrificanti; pertanto, non occorre prevedere la realizzazione delle bocche d’immissione 52a, 52d, dei fori passanti 53a, 53d e dei tubi di adduzione 56a, 56d.
In una forma di realizzazione preferenziale, i tubi di adduzione 56b, 56c sono opportunamente incurvati, in modo da tracciare un percorso all’interno della cavità 15 che non incrocia organi meccanici in movimento (ad esempio il cilindro oscillante 32, lo stelo dell’attuatore 42, la forcella 46 e l’albero 48).
La figura 4 mostra una vista in sezione orizzontale della cassa inferiore 14, evidenziando l’albero di oscillazione 48 della pinna stabilizzatrice P, gli elementi di supporto 64, 66 ed il relativo circuito di lubrificazione.
Come già menzionato, l’albero 48 è oscillabile attorno all’asse B per mezzo dell’accoppiamento tra il moto alternativo dell’attuatore 42 e il moto oscillatorio della forcella 46, solidale all’albero 48.
Rispetto all’asse A (verticale nel disegno allegato) di rotazione della carcassa 10, un elemento di supporto prossimale 64 ed un elemento di supporto distale 66 permettono di supportare girevolmente l’albero 48 attorno all’asse B. Gli elementi di supporto 64, 66 sostengono girevolmente l’albero 48 rispetto alla cassa inferiore 14.
Convenientemente, i due elementi di supporto sono cuscinetti volventi, ma è prevedibile l’impiego di elementi di diversa tipologia. In una forma preferita di realizzazione, illustrata nelle figure 4, 5 e 6, gli elementi di supporto 64, 66 sono cuscinetti schermati.
Il condotto di adduzione 56b, guidato dai morsetti 55a, afferisce al cuscinetto 64, che viene lubrificato a grasso tramite passaggi 65, illustrati nel dettaglio in figura 5; analogamente, il condotto di adduzione 56c, guidato dai morsetti 55a, afferisce al cuscinetto 66, che viene lubrificato tramite passaggi 67, illustrati nel dettaglio in figura 6.
La figura 5 mostra un particolare della figura 4, relativamente alla morfologia del cuscinetto 64 e dei passaggi di lubrificazione 65.
Il cuscinetto 64 presenta un volume interno anulare 64g delimitato da un anello interno 64a, da una ralla esterna 64b e lateralmente da schermi di tenuta 64d; il volume anulare 64g forma una sede per rulli 64c, in questo esempio rulli a botte, ed è in comunicazione di fluido con i passaggi di lubrificazione 65 mediante una gola anulare 64e e una pluralità di orifizi radialmente passanti 64f, ciascuno ricavato nella ralla esterna 64b del cuscinetto. In una forma di realizzazione preferita, la gola anulare 64e è ugualmente ricavata nella ralla esterna del cuscinetto; ad esempio, la gola anulare può essere ricavata nello spessore della cassa, all’interfaccia tra la cassa e il cuscinetto.
In una forma di realizzazione, il volume interno 64g del cuscinetto è in comunicazione di fluido con il condotto 56b di adduzione del grasso, mediante fori di passaggio 68a, 68b mutuamente ortogonali. I fori di passaggio sono realizzati nello spessore della cassa inferiore 14.
Un’estremità 56<’>b del condotto 56b si impegna nel foro di passaggio 68a, cosicché il grasso può scorrere, attraverso il foro di passaggio 68b (allineato alla mezzeria assiale del cuscinetto), fino alla gola anulare 64e e, da qui, confluire nel volume interno 64g per mezzo degli orifizi passanti 64e, allineati alla mezzeria assiale del cuscinetto e distribuiti angolarmente nella ralla 64b del cuscinetto (in maniera analoga a quanto illustrato in figura 7, con riferimento al cuscinetto rappresentato in figura 6). Infine, guarnizioni 69, convenientemente del tipo “O-ring”, contribuiscono a prevenire l’ossidazione della pista esterna del cuscinetto.
La figura 6 illustra schematicamente il sistema di lubrificazione che interessa il secondo cuscinetto 66. In una forma conveniente di realizzazione, il cuscinetto distale 66 è della medesima tipologia del cuscinetto prossimale 64.
Il cuscinetto 66 presenta un volume interno anulare 66g delimitato inferiormente da un anello interno 66a, superiormente da una ralla esterna 66b e lateralmente da schermi di tenuta 66d; il volume interno 66g forma una sede per rulli a botte 66c, ed è in comunicazione di fluido con i passaggi di lubrificazione 67 mediante una gola anulare 66e e una pluralità di orifizi radialmente passanti 66f, ciascuno ricavato nella ralla esterna 66b del cuscinetto. In una forma preferita di realizzazione, la gola anulare 66e è ugualmente ricavata nella ralla esterna del cuscinetto.
La lubrificazione dei rulli 66c si ottiene ponendo in comunicazione di fluido la pista interna 66g con il condotto di adduzione 56c.
In una forma di realizzazione, particolarmente idonea al riadattamento di dispositivi già esistenti, il condotto di adduzione 56c si impegna, mediante un’estremità 56<’>c, in un primo foro passante 72a, ricavato nello spessore della cassa 14. Un elemento tubolare 74 esterno alla cassa 14 e preferibilmente conformato a C, pone in comunicazione di fluido il primo foro passante 72a con un secondo foro passante 72b, ricavato nello spessore della cassa 14 e allineato alla mezzeria assiale del cuscinetto 66. Convenientemente, un corpo scatolare 76, solidale alla cassa, protegge l’elemento tubolare di collegamento 74.
Mediante il collegamento così realizzato tra il condotto di adduzione 56c e il secondo foro passante 72b, il lubrificante può raggiungere la gola anulare 66e e, da qui, confluire nel volume interno 66g per mezzo degli orifizi passanti 66e, allineati alla mezzeria assiale del cuscinetto e distribuiti angolarmente nella ralla 66b del cuscinetto, come visibile in figura 7.
Inoltre, guarnizioni 70, convenientemente del tipo “O-ring”, contribuiscono a prevenire l’ossidazione della pista esterna del cuscinetto.
La figura 7 illustra una vista in sezione del cuscinetto 66, raffigurando schematicamente parte dello sviluppo circonferenziale della cassa 14, della gola anulare 66e e del cuscinetto 66, comprensivo di alcuni orifizi radiali passanti 66f.
Secondo un’ulteriore forma di realizzazione, particolarmente indicata nel caso di fabbricazione ex novo di tutta o parte dell’apparecchiatura, il collegamento tra i fori passanti 72a, 72b non avviene esternamente alla cassa, ad esempio mediante l’elemento tubolare 74 e la cuffia 76, ma avviene internamente, praticando nello spessore della cassa un foro cieco di collegamento 72c, che intercetta entrambi i fori 72a, 72b.
Tutti gli altri elementi citati nella descrizione della forma di realizzazione precedente possono permanere immutati per la forma e la funzione, o piuttosto subire un adattamento dimensionale, non essendo indispensabile praticare i fori 72a, 72b attraverso l’intero spessore della cassa.
Sono stati descritti diversi aspetti e forme di realizzazione dell’invenzione. Si intende che ciascuna forma di realizzazione può essere combinata con qualsiasi altra forma di realizzazione. L’invenzione, inoltre, non è limitata alle forme di realizzazione descritte, ma potrà essere variata entro l’ambito definito dalle rivendicazioni annesse.

Claims (10)

  1. RIVENDICAZIONI 1. Sistema di lubrificazione degli elementi di supporto per organi meccanici di un’apparecchiatura (9) per la movimentazione di una pinna stabilizzatrice (P) per imbarcazioni, dove l’apparecchiatura comprende: - una carcassa (10), girevole attorno ad un primo asse (A) rispetto ad una struttura fissa (16) solidale all’imbarcazione, detta carcassa (10) comprendendo una cassa superiore (12) e una cassa inferiore (14), che delimitano cavità o camere interne (13, 15); - un primo (18) ed un secondo (20) elemento di supporto, atti a supportare girevolmente, attorno al primo asse (A), la carcassa (10) rispetto alla struttura fissa (16); - un albero di oscillazione (48) della pinna stabilizzatrice (P), montato girevolmente all’interno della carcassa (10) attorno ad un secondo asse (B) perpendicolare al primo asse (A) o sostanzialmente orizzontale; - un terzo elemento di supporto (64) e un quarto elemento di supporto (66), atti a supportare girevolmente l’albero di oscillazione (48) rispetto alla carcassa (10); - un cilindro attuatore (32, 42) avente ad un’estremità uno snodo (44) di collegamento con un elemento rigido (46) solidale all’albero di oscillazione (48); e - un circuito di distribuzione (50) del lubrificante agli elementi di supporto (18, 20, 64, 66); caratterizzato dal fatto che il circuito di lubrificazione (50) comprende una pluralità di tubi (56) che si estendono all’interno delle cavità (13, 15) della carcassa (10), essendo detti tubi in comunicazione di fluido con una pluralità di bocche di immissione (52) per immettere grasso lubrificante tramite una pluralità di fori radiali passanti (53, 58) ricavati attraverso la cassa superiore (12) e una pluralità di fori di passaggio (68a, 68b, 72a, 72b, 72c) praticati nella cassa inferiore (14), in modo tale da lubrificare separatamente e periodicamente le superfici dei supporti (18, 20, 64, 66) soggette a rotolamento o strisciamento.
  2. 2. Sistema di lubrificazione secondo la rivendicazione 1, in cui il primo (18) ed il secondo (20) elemento di supporto sono boccole autolubrificanti.
  3. 3. Sistema di lubrificazione secondo la rivendicazione 1, in cui il terzo (64) ed il quarto (66) elemento di supporto sono cuscinetti volventi schermati.
  4. 4. Sistema di lubrificazione secondo la rivendicazione 3, in cui il terzo e quarto elemento di supporto (64, 66) presentano ciascuno un volume anulare interno (64g, 66g) contenente elementi di rotolamento (64c, 66c), detto volume anulare interno essendo in comunicazione di fluido con un relativo tubo di adduzione (56b, 56c) del grasso lubrificante, mediante i fori di passaggio (68a, 68b, 72a, 72b, 72c) praticati nello spessore della carcassa (10), realizzando detti fori un collegamento tra il tubo di adduzione (56b, 56c) e una gola anulare (64e, 66e) sulla mezzeria assiale del terzo e del quarto elemento di supporto (64, 66).
  5. 5. Sistema di lubrificazione secondo la rivendicazione 4, in cui il volume anulare interno (64g, 66g) del terzo e del quarto elemento di supporto (64, 66) è in comunicazione di fluido con la rispettiva gola anulare (64e, 66e) mediante fori radiali (64f, 66f) passanti attraverso lo spessore di una ralla (64b, 66b) del terzo e del quarto elemento di supporto.
  6. 6. Sistema di lubrificazione secondo la rivendicazione 4, in cui i fori di passaggio (72a, 72b) di lubrificazione del quarto elemento di supporto (66) sono reciprocamente posti in comunicazione di fluido o tramite un elemento di collegamento tubolare (74), disposto all’esterno della carcassa (10) o tramite un foro di passaggio (72c) ricavato all’interno dello spessore della carcassa.
  7. 7. Sistema di lubrificazione secondo la rivendicazione 1, in cui il cilindro (32) è oscillabile attorno ad un terzo asse (C), perpendicolare al primo asse (A), mediante un perno (34) e boccole autolubrificanti (36), detto cilindro (32) presentando un condotto (40) di recupero dei trafilamenti interni.
  8. 8. Sistema di lubrificazione secondo la rivendicazione 1, in cui lo snodo (44) tra l’attuatore (42) e l’elemento rigido (46) è supportato da boccole autolubrificanti (44a).
  9. 9. Sistema di lubrificazione secondo la rivendicazione 1 o 8, in cui l’attuatore (42) è operativamente connesso ad un distributore (26) e a soffietti (30).
  10. 10. Imbarcazione o nave comprendente un sistema di lubrificazione secondo una qualunque delle rivendicazioni precedenti.
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