ITMI20112439A1 - Composizioni per la terapia del dolore neuropatico per via orale comprendenti citochine, fattori di crescita, rna, antibatterici e anticorpi - Google Patents

Composizioni per la terapia del dolore neuropatico per via orale comprendenti citochine, fattori di crescita, rna, antibatterici e anticorpi Download PDF

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ITMI20112439A1
ITMI20112439A1 IT002439A ITMI20112439A ITMI20112439A1 IT MI20112439 A1 ITMI20112439 A1 IT MI20112439A1 IT 002439 A IT002439 A IT 002439A IT MI20112439 A ITMI20112439 A IT MI20112439A IT MI20112439 A1 ITMI20112439 A1 IT MI20112439A1
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colostrum
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Maria Rosa Gobbi
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Description

“COMPOSIZIONI PER LA TERAPIA DEL DOLORE NEUROPATICO PER VIA ORALE COMPRENDENTI CITOCHINE, FATTORI DI CRESCITA, RNA, ANTIBATTERICI E ANTICORPIâ€
L’invenzione si riferisce a composizioni comprendenti citochine, fattori di crescita, RNA, antibatterici e anticorpi isolati dai tessuti e dai liquidi biologici dei mammiferi, per la terapia del dolore neuropatico.
Il dolore neuropatico
Il dolore neuropatico può essere secondario a una lesione del sistema nervoso centrale, ma la maggior parte delle volte deriva da una lesione dei nervi periferici. Queste lesioni possono essere iatrogene (amputazioni, colecistectomia, mastectomia, avulsione dentaria) o essere causate da traumi, tumori che comprimono i nervi periferici, da farmaci chemioterapici antitumorali, da malattie metaboliche (diabete) o virali (Herpes Zoster), gravi ischemie e ernie che portano a compressione, stiramento o infiammazione di un nervo.
Nonostante più di cinquanta anni di ricerche, non sono ancora disponibili trattamenti efficaci e i tentativi con approcci fisici o farmacologici danno risultati che svaniscono nel tempo. Per questa ragione il dolore neuropatico può essere considerato una malattia incurabile.
La disponibilità delle cellule staminali neurali (NSC) apre nuove prospettive rendendo possibile la riparazione delle lesioni che accompagnano la patologia e quindi un nuovo approccio terapeutico.
Molti studi suggeriscono infatti che una causa importante dello sviluppo e mantenimento del dolore neuropatico sia una riparazione non fisiologica della lesione che porta alla formazione di neurinomi con alterata conduzione e generazione di attività spontanea.
Questa ipotesi ha trovato parziale conferma nei risultati ottenuti in uno studio da noi condotto, che ha dimostrato che la somministrazione di NSC per via sistemica (endovenosa) induceva un effetto curativo, che si esplicava sulla patologia già conclamata, inibendo allodinia e iperalgesia, i due sintomi tipici del dolore neuropatico. Questo effetto risultava tuttavia anche essere dose dipendente, cioà ̈ aumentava di entità e durata aumentando il numero di cellule somministrate, e poteva essere ristabilito con una nuova somministrazione quando i sintomi ricomparivano a distanza dal trattamento.
A fronte di questi effetti comportamentali, non si osservava sorprendentemente alcun effetto riparativo della lesione, seppure gli studi di immunofluorescenza e immunoistochimica dimostrassero che le NSC confluivano in gran numero sulla lesione a breve termine dalla somministrazione, per poi scomparire nei giorni successivi, pur mantenendosi l’effetto sui sintomi del dolore neuropatico.
Per questa ragione, si può ipotizzare che l’effetto curativo della somministrazione di NSC possa essere dovuto non solo alla riparazione del danno, ma anche, se non del tutto, al fatto che NSC possano agire secernendo in prossimità della lesione neurotrasmettitori e altri fattori con funzione antinocicettiva e di modulazione biochimica.
La osservazione che le cellule staminali di diversa origine possano agire attraverso la liberazione di fattori da esse trasportati à ̈ stata recentemente teorizzata anche da Caplan et al. J. Cell Bioch 98:1076–1084; 2006, che hanno ipotizzato che, dato il loro possibile ruolo come trasportatori di fattori di crescita e immunomodulatori, le cellule staminali mesenchimali potessero cambiare nome e essere chiamate Medicine Signaling Cells o MSC.
Descrizione dell’invenzione
Secondo la corrente letteratura scientifica, l’azione terapeutica delle cellule staminali può essere riconducibile a due meccanismi: differenziazione delle cellule staminali in cellule residenti e rilascio di fattori trofici rigenerativi da parte delle cellule staminali. I rispettivi contributi di questi due meccanismi rimangono da chiarire, anche se à ̈ stato ipotizzato che non siano le cellule staminali a trasformarsi in cellule mature del tessuto leso, ma che esse trasmettano dei fattori vitali a questo tessuto, che può così tornare a proliferare e a differenziarsi, rigenerandosi (Fig. 1, da A.I. Caplan and J.E. Denni. Mesenchymal Stem Cells as Trophic Mediators. J. Cell Biochem. 98:1076-1084; 2006).
La terapia con cellule staminali presenta molti problemi legati non solo ai costi e a complicazioni tecniche ed applicative, ma anche a scrupoli etici e religiosi.
La terapia con cellule staminali à ̈ attuabile solo per via iniettiva o, in alcuni casi, topica, e non per via orale. Il sovranatante delle cellule staminali in coltura contiene fattori di crescita, citochine, fattori chemiotattici ecc. che si ritiene siano responsabili dell’effetto benefico della terapia staminale sulla crescita e/o riparazione dei tessuti.
L’eventuale utilizzo dei fattori vitali isolabili dal sovranatante delle cellule staminali presenta, tuttavia, non solo gli stessi problemi etici dell’uso delle cellule staminali stesse ma anche costi molto elevati.
Si à ̈ sorprendentemente scoperto che nei liquidi biologici e in alcuni tessuti dei mammiferi sono presenti gli stessi fattori attivi rilasciati dalle cellule staminali e pertanto presenti nel sovranatante delle colture delle cellule staminali stesse. Le migliori sorgenti di questi fattori sono il siero, la placenta e il colostro dei mammiferi.
La Tabella riporta il confronto qualiquantitativo fra i fattori presenti nel sovranatante delle colture di cellule staminali e i fattori isolati da queste nuove sorgenti da noi denominati POOL OF MATERNAL FACTORS (P.M.F.).
Tabella
P.M.F. Mesenchymal NAME (pg/ml ) stem cells (pg/ml ) IL-1 ra IL-1 receptor antagonist 29.05 0.0
IL-1b Interleukin -1b 0.09 0.0
IL-2 Interleukin-2 32.05 0.0
IL-4 Interleukin -4 0.17 21.12
IL-6 Interleukin-6 1.26 293.01
IL-8 Interleukin -8 0.71 359.56
IL-9 Interl -9 3.66 0.78
IL-10 Interleukin -1O 2.83 0.99
IL-1 2 Interleukin- 12 1.73 0.0
IL-15 Interleukin- 15 4.33 0.5
IL-17 Interleukin- 17 21.95 0.32 Eotaxin Eotaxin 5.01 0.0
INF-γ Gamma-interferon 5.97 11.14 MCP-1 Monocyte chemotactic factor-1 4.12 11.23 PDGF Platelet derived growth factor 11<.33>3.08 TNF Tumor necrosis factor 40.00 12.30
Vascular endothelial growth 41.00 208.04 VEGF factor
HGF Hepatocyte growth factor 52.3 100.74 FGF Fibroblast growth factor 180.15 18.21 TGF- 64.00 51.32 beta1 transformig growth factor
IGF-1 iusulin-like growth factor 1.60 0.0
GM- Granulocyte/monocyte-colony 183.85 0.0
CSF stimulating factor
LIF leukemia inhibitory factor 15.20 27.32
SC F stem cell factor 10.55 4.54 SDF-1 stromal derived factor-1 41.75 28.8 NGF Nerve growth factor 8.33 0.0 BMP -2 Bone morphogenic protein 25.01 2.65
RNA 189 ng/ml 48 pg/ml
Presenza di fattori di crescita/citochine in P.M.F. (1 mg /ml ) e nel surnatante di Cellule Staminali Mesenchimali (1 milione di cellule).
È evidente (tabella) la maggior concentrazione di quasi tutti i fattori
presenti nel P.M.F. rispetto a quella presente nel sovranatante delle cellule
staminali.
È inoltre evidente la possibilità di utilizzare concentrazioni terapeutiche anche molto alte di P.M.F., ad esempio dosi da 0,5/1 g per via topica o iniettiva e dosi fino a 20/30 g per via orale, rispetto alle massime concentrazioni terapeutiche utilizzate di cellule staminali che corrispondono a 1/2 milioni/Kg e pertanto a un massimo di 140 milioni per terapia e, dunque, a valori di fattori sempre dell’ordine dei picogrammi.
L’oggetto dell’invenzione à ̈ quindi un composto (P.M.F.) contenente in altissima concentrazione tutti i fattori attivi presenti nel sovranatante delle cellule staminali ma isolati, con semplici metodiche estrattive, da fonti naturali molto economiche, di facile reperibilità e senza problemi etici.
Inoltre P.M.F., isolato dai liquidi biologici e dai tessuti di mammiferi, contiene anche fattori antibatterici (transferrina, lisozima, lactoperossidasi, lactoferrina) e anticorpi delle classi IgG e IgA. (P.M.F. Ab).
L’assenza di anticorpi e di antibatterici del sovranatante delle cellule staminali à ̈ un’ulteriore ragione per l’utilizzo di P.M.F. Ab in molti usi terapeutici, topici e per via orale.
Il siero presenta il massimo picco dei fattori negli ultimi giorni prima del parto, il colostro nelle prime ore dopo il parto e non oltre la 6° ora.
Già dopo 12 ore dal parto i fattori diminuiscono notevolmente, a 24 h molti di loro non sono più dosabili.
Questi fattori sono geneticamente molto conservati nelle varie specie e pertanto à ̈ possibile usare sull’uomo fattori isolati da altre specie di mammiferi come i bovini, gli equini, i cammelli, i mammiferi marini ecc.
I fattori sono controllati con metodiche ELISA specifiche per la specie, anche se la cross reazione interspecie à ̈ altissima in quanto i fattori sono filogeneticamente molto conservati e, pertanto, solo qualitativamente sono misurabili anche con ELISA utilizzati per specie diverse (es: uomo-bovino e viceversa).
Una prima fonte dei fattori dell’invenzione à ̈ il siero di mammiferi che, negli ultimi giorni (5-15) prima del parto, à ̈ molto ricco dei fattori attivi oggetto dell’invenzione rispetto a mammiferi non gravidi o ai primi mesi di gravidanza. Si descrive di seguito, a titolo di esempio, una metodica di estrazione da siero.
Si preleva 1 litro di sangue in 4 giorni per 4 prelievi complessivi per non danneggiare l’animale, preferibilmente bovino o equino.
Il sangue viene sierato a temperatura ambiente per 24 h e quindi centrifugato per spremere il coagulo.
Si recupera il siero (circa il 30/40% del volume totale) a cui si aggiungono, come agenti antisettici, fenossietanolo al 2,5% e diazolidinil-urea all’1%. Il siero così trattato viene quindi frazionato con i seguenti passaggi.
Ultrafiltrazione 300'000 Da
Il campione di siero (congelato a -20°C) ottenuto per coagulazione e centrifugazione da sangue di mammifero viene scongelato a temperatura ambiente e diluito con 2 volumi di acqua demineralizzata. La soluzione ottenuta viene ultrafiltrata su membrana piana a flusso tangenziale Millipore Pellicon Biomax in polyethersulfone da 300'000 Da ad una Pi di 0,5 ÷1 bar, in camera fredda a 4°C. Il retentato e una frazione corrispondente a circa 1:10 del permeato vengono trasferiti in un tubi da dialisi Spectrum Spectrapor in cellulosa rigenerata da 1'000 Da e dializzati contro acqua demineralizzata.
Ultrafiltrazione 5'000 Da
Il restante permeato viene ultrafiltrato su membrana da 5000 Da. Il permeato dell’ultrafiltrazione da 300'000 Da viene concentrato su membrana piana a flusso tangenziale Millipore Pellicon Biomax in polyethersulfone da 5000 ad una Pi di 0,5÷1 bar, in camera fredda a 4°C.
Il retentato viene trasferito in un tubo da dialisi Spectrum Spectrapor in cellulosa rigenerata da 1'000 Da e dializzato contro acqua demineralizzata (con questa dialisi si eliminano anche i conservanti). Il composto à ̈ quindi immediatamente liofilizzato.
Una seconda fonte dei fattori dell’invenzione à ̈ la placenta. Si descrive di seguito, a titolo di esempio, una metodica di estrazione. Vengono utilizzate preferibilmente placente bovine o equine.
Omogeneizzazione
La placenta (congelata a –20°C) viene scongelata a temperatura ambiente, tagliata in piccoli pezzi, lavata con abbondante soluzione fisiologica (NaCl 0,9%) fredda (4°C) e omogeneizzata tramite cutter Siramm in un buffer di lisi così composto: Tris/HCl 50 mM, EDTA 25mM, triton X-100 0,001% a pH 7,4. Alla sospensione ottenuta viene aggiunto NaCl fino ad una concentrazione dello 0,9%, e i conservanti (fenossietanolo al 2,5% e diazolidinil-urea all’1%). La sospensione viene posta sotto agitazione (agitatore magnetico) per 2 ore e mantenuta statica over night in camera fredda a 4°C.
Centrifugazione
La sospensione viene centrifugata a 13’000 rpm con centrifuga Sorvall RC6 e rotore SLA 15000 per 45 minuti a 4°C. Il surnatante della centrifugazione viene recuperato, prefiltrato sotto vuoto su Dicalite e su filtri in cellulosa rigenerata da 0,45 µm e 0,22 µm.
Ultrafiltrazione 300'000 Da
Il prodotto filtrato viene ultrafiltrato su membrana piana a flusso tangenziale Millipore Pellicon Biomax in polyethersulfone da 300'000 Da ad una Pi di 0,5 ÷1 bar, in camera fredda a 4°C.
Ultrafiltrazione 5'000 Da
Il permeato dell’ultrafiltrazione da 300'000 Da viene concentrato su membrana piana a flusso tangenziale Millipore Pellicon Biomax in polyethersulfone da 5000 ad una Pi di 0,5÷1 bar, in camera fredda a 4°C. Il retentato viene trasferito in un tubo da dialisi Spectrum Spectrapor in cellulosa rigenerata da 1'000 Da e dializzato contro acqua demineralizzata (si eliminano pertanto anche i conservanti) e quindi immediatamente liofilizzato.
Una ulteriore fonte dei fattori dell’invenzione à ̈ il colostro. Si usa preferibilmente colostro bovino per la facilità di approvvigionamento e le quantità disponibili. E’ particolarmente preferito il colostro da mucche di razza Holstein (Frisona) e Guernsey. E’ stato provato che tali mucche producono colostro con la maggior concentrazione di fattori attivi. Le mucche sono preferibilmente al secondo o terzo parto. Il colostro à ̈ preferibilmente raccolto fra la 1° e la 6° ora dal parto in quanto, in questo periodo, si assiste alla maggior concentrazione di attivi. Nel colostro a partire dalla sesta ora dal parto i fattori attivi diminuiscono rapidamente (dopo 24 ore ne sono presenti solo il 15%).
Il colostro raccolto à ̈ sottoposto a test per tubercolosi, citotossicità su culture cellulari, controllo di micoplasmi, prioni e di virus umani e bovini.
Il colostro nella cisterna mammaria à ̈ praticamente sterile, ma una volta munto, nonostante ogni precauzione, per l’alta concentrazione di fattori di crescita, la sua carica batterica sale molto rapidamente durante la gelatura e la sgelatura, processi piuttosto lenti data l’alta densità del colostro nelle prime ore.
L’utilizzo di raggi γ permette di ottenere un colostro sterile solo se si utilizzano radiazioni superiori a 10 Kgy che tuttavia distruggono gran parte dei fattori attivi, e d’altronde questo metodo non impedisce la formazione di pirogeni il cui utilizzo à ̈ sconsigliabile per via topica e proibito per via parenterale.
È stata pertanto messa a punto una filiera di raccolta innovativa, per ottenere un composto anallergico sterile, senza conservanti e senza pirogeni.
Al colostro raccolto in taniche sterili (sterilizzate a vuoto a 25 Kgy) si aggiungono agenti antisettici in quantità tali da garantire la sterilità e l’assenza di pirogeni. Si impiegano preferibilmente fenossietanolo alla concentrazione del 2,5% e diazolidinil-urea a una concentrazione dell’1%.
Il colostro così trattato può, per brevi periodi (max 30 gg) non essere conservato congelato prima dei processi di estrazione dei fattori attivi, con evidente risparmio dei costi industriali.
I fattori attivi possono essere estratti con i seguenti passaggi:
Centrifugazione
Il colostro bovino viene diluito 1:10 con acqua demineralizzata, si aggiunge NaCl fino ad ottenere una concentrazione dello 0,9%.
La sospensione viene centrifugata in continuo a 8'000 rpm a temperatura di 20-25°C con una centrifuga Alfa Laval scartando il pellet corrispondente alla parte lipidica.
Ultrafiltrazione ceramica da 300'000 Da
Il prodotto ottenuto dalla centrifugazione viene ultrafiltrato su membrana ceramica con cut-off 300'000 Da ad una temperatura di 20-25°C recuperando il permeato.
Ultrafiltrazione su 5000 Da.
Il permeato dell’ultrafiltrazione 300'000 Da viene concentrato su membrana a spirale avvolta da 5'000 Da in polyethersulfone ad una temperatura di 20-25°C e dializzato contro acqua demineralizzata fino ad una conducibilità del retentato di circa 600 µs/cm<2>(con questa dialisi si eliminano anche i conservanti).
Liofilizzazione
Il retentato dell’ultrafiltrazione da 5'000 Da viene filtrato sotto vuoto su filtri Millipore in cellulosa rigenerata da 0,2 µm, congelato a -20°C e liofilizzato.
Il composto, da qualunque sorgente isolato, Ã ̈ stato chiamato P.M.F. Ab e contiene i seguenti fattori:
Immunoglobuline della classe IgG2 e IgA(γ/mg), in proporzione pari a circa il 60% del contenuto di P.M.F. Ab (circa 50% IgG2 e circa 10% IgA), dotate di una specificità naturale contro molti batteri e virus, alcuni dei quali responsabili della sovrapposizione infettiva della patologia.
COMPLEMENTO C3/C4: Il complemento à ̈ costituito da proteine circolanti capaci di interagire con le membrane biologiche e con specifici recettori situati sulla superficie di diversi tipi cellulari e che hanno la capacità di indurre reazioni infiammatorie che aiutano a combattere le infezioni.
FATTORI ANTIBATTERICI/ANTIVIRALI
Transferrina;
Lactoferrina;
Lisozima;
Lattoperossidasi.
FATTORI DI CRESCITA
Basic FGF (fibroblast growth factor): Regola la crescita ed il differenziamento di cellule di origine mesenchimale.
TGF-beta1 (transforming growth factor): Regola crescita, differenziamento, adesione, migrazione ed altre funzioni cellulari.
IGF-1 (insulin-like growth factor): Regola crescita e sviluppo cellulare.
NGF (nerve growth factor): Stimola la crescita e regola funzionalmente strutture del sistema nervoso e di organi sensoriali.
PDGF (platelet-derived growth factor): Regola la crescita ed il differenziamento di cellule di origine mesodermica.
VEGF (vascular endothelial growth factor): Regola la crescita di cellule endoteliali e l’angiogenesi.
FATTORI DI STIMOLAZIONE STAMINALE GM-CSF (human granulocyte colony-stimulating factor). Stimolo e dismissione periferica di progenitori immuni dal midollo osseo.
LIF (leukemia inhibitory factor). Induzione del differenziamento delle staminali ematopoietiche, regolazione di differenziamento neuronale, della transizione epitelio-mesenchimale e di tolleranza materno-fetale.
SCF (stem cell factor). Fattore pleiotropico che agisce su cellule staminali ematopoietiche nell’adulto.
SDF-1 (stromal derived factor-1). Fattore chemotattico per progenitori staminali esprimenti il CXCR4 ligando.
CITOCHINE CON ATTIVITÀ IMMUNOSTIMOLANTE
IL-2: (interleukin-2). Proliferazione clonale dei linfociti T.
IL-6: Maturazione dei linfociti B e stimolazione del sistema infiammatorio.
IL-9: Stimolazione della proliferazione cellulare e blocco dell’apoptosi. IL-12: Stimolazione di linfociti T e cellule natural killer.
IL-15: Stimolazione di linfociti T e cellule natural killer. Molte attività sono in comune con L’IL-2.
IL-17: Regolazione di NF-kappaB e mitogen-activated protein kinases per stimolare espressione di IL-6, prostaglandine e produzione di ossido nitrico.
INF-gamma (gamma interferon): Citochina con attività antivirale, immunoregolatoria e anti-tumorale, potente attivatore dei macrofagi.
TNF (tumor necrosis factor): Citochina con multiple funzioni. Coinvolta in proliferazione, differenziazione, apoptosi, metabolismo lipidico e coagulazione.
CITOCHINE ANTIINFIAMMATORIE IL1-ra (IL-1 receptor antagonist): Inibizione dell’attività pro-infiammatoria di IL-1.
IL10. Regolazione di cellule T regolatorie, inibizione dell’attività dei linfociti T helper, stimolo dei linfociti B.
FATTORI CHEMOTATTICI
Eotaxina: Reclutamento di eosinofili.
IP-10: Reclutamento di cellule infiammatorie.
MCP-1 (Monocyte chemotactic factor-1): Reclutamento di cellule infiammatorie, in particolare monociti.
RNA: modula le cellule bersaglio inducendo una riprogrammazione a livello genetico.
Molte di queste sostanze sono presenti anche nel sovranatante delle cellule staminali. Per tale motivo, formulazioni contenenti tale frazione potranno essere vantaggiosamente usate per la terapia del doloro neuropatico.
Per i previsti impieghi terapeutici, la frazione arricchita nei fattori sopra elencati sarà formulata convenzionalmente in forme adatte alla somministrazione orale, parenterale o topica quali capsule, compresse, soluzioni, sospensioni, emulsioni, fiale, cerotti transdermici, gel, creme, e altre forme convenzionalmente usate. La quantità di P.M.F. Ab in tali formulazioni varierà da 0,5 a 5 g per uso parenterale, topico e trans dermico e da 10 a 40 g per uso orale.
L’invenzione sarà ora descritta in maggior dettaglio nelle seguenti sperimentazioni date a titolo di esempio.
Dati sperimentali nell’animale da esperimento
Modello sperimentale
Come nei nostri lavori precedenti, à ̈ stato usato il modello della lesione da costrizione cronica (CCI, Bennett e Xie, 1988) perché produce una robusta degenerazione Walleriana con infiammazione. Inoltre, poiché alcune fibre sopravvivono alla lesione, resta la possibilità di condurre i test comportamentali per valutare i sintomi del dolore.
La neuropatia à ̈ stata indotta in topi maschi C57BL/6J di nove settimane del peso di 20-25 g. Sotto anestesia barbiturica, con l'ausilio di un microscopio da dissezione à ̈ stato esposto il nervo sciatico destro a metà della zampa e prima della triforcazione e si sono poste tre legature lasse attorno a esso facendo attenzione di preservare il circolo epineurale.
Animali falsi-operati (esposizione del nervo senza legatura) sono serviti da controllo.
La iperalgesia termica à ̈ stata valutata secondo la procedura di Hargreaves modificata per il topo, usando uno strumento Plantar test. In breve, i topi sono posti in piccole gabbie di plexiglas e lasciati abituare all'ambiente. Una sorgente di calore radiante di intensità costante à ̈ diretta verso la parte centrale della zampa posteriore e à ̈ registrato il tempo (secondi) dall'accensione della fonte all'allontanamento della zampa.
P.M.F. Ab à ̈ stato somministrato per via orale alla dose di 0,4 g/topo ogni giorno dal momento della lesione per tre settimane.
Risultati
I risultati ottenuti sono riportati nella figura.
Come si può osservare il trattamento con P.M.F. Ab ha portato a un aumento delle soglie di analgesia che sono risultate significativamente superiori a quello degli animali neuropatici trattati con diluente già a partire dal giorno 21 per raggiungere gli stessi livelli degli animali normali non lesi al giorno 28 di trattamento (Fig. 2).
Studio nell’uomo
Sulla base dei risultati ottenuti nell’animale da esperimento, si à ̈ ritenuto di iniziare uno studio nell’uomo, utilizzando come “modello sperimentale†il dolore neuropatico di origine post-herpetica.
Sei soggetti 4 maschi e 2 donne, che soffrono di dolore post-herpetico da due-tre anni, sono stati trattati ogni giorno per trenta giorni con Lifeinside per via orale.
Il dolore à ̈ stato valutato in modo soggettivo utilizzando il VAS (Visual Analogue Scale) e un test obiettivo della iperalgesia rappresentato dalla stimolazione con filamenti di Von Frey delle aree colpite dalla patologia e le aree circostanti.
Lo studio à ̈ stato “in aperto†valutando i livelli di dolore e iperalgesia rispetto al basale (inizio del trattamento).
Nei soggetti trattati con P.M.F. Ab si à ̈ un avuto un miglioramento della sensazione soggettiva di dolore che à ̈ passata dopo 15 giorni di trattamento da una VAS di 6.0 a un VAS di 2.0, e tale si à ̈ mantenuto fino alla fine del trattamento (30 gg). La stimolazione con il filamento di Von Frey (pressioni in sequenza da 0,05 a 140 g) ha portato a curve di VAS/forza applicata significativamente diverse che hanno indicato un progressivo miglioramento della iperalgesia a partire dal ventesimo giorno di trattamento fino al termine.
In conclusione, questi risultati indicano un effetto terapeutico nei confronti della iperalgesia post herpetica nell’uomo.

Claims (7)

  1. RIVENDICAZIONI 1. Composizioni comprendenti fattori di crescita, fattori di stimolazione staminale, fattori antibatterici, fattori chemiotattici, citochine, immunoglobuline, complemento isolati da siero, placenta o colostro per l’uso nella terapia del dolore neuropatico.
  2. 2. Composizioni secondo la rivendicazione 1 in cui la frazione di colostro contiene Transferrina, Lisozima, Lattoperossidasi, Lattoferrina, Basic FGF (fibroblast growth factor), TGF-beta1 (transforming growth factor), IGF-1 (insulin-like growth factor), NGF (nerve growth factor), PDGF (plateletderived growth factor), VEGF (vascular endothelial growth factor), GM-CSF (human granulocyte colony-stimulating factor), LIF (leukemia inhibitory factor), SCF (stem cell factor), SDF-1 (stromal derived factor-1), IL-2, IL-6, IL-9, IL-12, IL-15, IL-17, INF-gamma (gamma interferon), TNF (tumor necrosis factor), IL1-ra (IL-1 receptor antagonist, IL10, Eotaxina, IP-10, MCP-1 (Monocyte chemotactic factor-1), RNA (microRNA).
  3. 3. Composizioni secondo la rivendicazione 2 contenenti inoltre immunoglobuline e complemento.
  4. 4. Composizioni secondo la rivendicazione 1, 2 o 3 ottenute da siero di mammiferi.
  5. 5. Composizioni secondo la rivendicazione 1, 2 o 3 ottenute da placenta.
  6. 6. Composizioni secondo la rivendicazione 1, 2 o 3 ottenute da colostro.
  7. 7. Composizioni secondo una delle rivendicazioni da 1 a 6 in forma di capsule, compresse, soluzioni, sospensioni, emulsioni, fiale, cerotti transdermici, gel, creme.
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