ITMI20110319U1 - Impianto per il trattamento di aria, in particolare per il condizionamento di ambienti - Google Patents

Impianto per il trattamento di aria, in particolare per il condizionamento di ambienti

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ITMI20110319U1
ITMI20110319U1 ITMI20110319U ITMI20110319U1 IT MI20110319 U1 ITMI20110319 U1 IT MI20110319U1 IT MI20110319 U ITMI20110319 U IT MI20110319U IT MI20110319 U1 ITMI20110319 U1 IT MI20110319U1
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    • F24F13/02Ducting arrangements
    • F24F13/06Outlets for directing or distributing air into rooms or spaces, e.g. ceiling air diffuser
    • F24F13/065Outlets for directing or distributing air into rooms or spaces, e.g. ceiling air diffuser formed as cylindrical or spherical bodies which are rotatable
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Description

DESCRIZIONE
Annessa a domanda di breveto per MODELLO DI UTILITÀ’ avente per titolo:
“IMPIANTO PER IL TRATTAMENTO DI ARIA, IN PARTICOLARE PER IL CONDIZIONAMENTO DI AMBIENTI”
CAMPO DELL'INVENZIONE
La presente invenzione ha per oggeto un impianto per il trattamento e la diffusione dell'aria. In particolare la presente invenzione trova applicazione nel condizionamento di ambienti quali piscine, uffici, capannoni, etc. tramite impianti di tratamento delfaria che sfruttano canali perforati per diffondere aria in ambiente mediante effeto indutivo, ovvero per otenere una pulsione dell'aria ambiente.
BACKGROUND
Come è noto, gli atuali impianti per il condizionamento di aria utilizzano opportune canalizzazioni metalliche le quali sono preposte a trasportare l’aria nelle zone di interesse ed a diffondere in maniera tale da condizionare l’ambiente esterno al canale.
In particolare uno o più dispositivi per a generare un flusso di aria di mandata aH’intemo delle canalizzazioni vengono collegati in maniera tale da aumentare la pressione all’interno delle stesse.
In corrispondenza di condotti metallici opportunamente forati o diffusori vengono generati flussi d’aria ad alta velocità verso l’ambiente in grado di richiamare per effetto induttivo l’aria circostante al canale creando un mescolamento dell’aria ambiente con l’aria trattata e condizionando in maniera estremamente efficace il locale stesso.
La configurazione e disposizione spaziale all’interno del locale delle canalizzazioni metalliche ed in particolare il posizionamento e l’orientamento dei diffusori può essere in generale qualsivoglia in modo tale da ottimizzare i volumi d’aria trattata, nonché l’omogeneizzazione delle temperature.
Tipicamente l'unità di trattamento aria immette un flusso in corrispondenza di una zona centrale del collettore in maniera tale che il flusso si divida sui due rami sinistro e destro del collettore stesso per pervenire quindi ai canali di distribuzione venendo opportunamente ripartito.
Poiché gli impianti tradizionali per la diffusione dell'aria che sfruttano terminali di diffusione dell'aria di mandata quali bocchette, diffusori, ugelli quando immettono aria calda in ambiente hanno generalmente la tendenza a favorire la stratificazione, mentre hanno generalmente la tendenza a creare correnti d'aria quando immettono aria più fredda, si sono diffusi negli ultimi anni canali perforati che immettono aria in ambiente ottenendo una pulsione dell'aria ambiente stessa.
Il principio base di questa tipologia di canali perforati consiste nell'utilizzare l'aria di mandata per mettere in moto la totalità del volume dell'aria ambiente nella direzione voluta ed alla velocità voluta. A tale scopo i canali perforati creano un campo di pressione lungo il loro asse in modo da poter impartire una spinta alla totalità della massa d'aria ambiente. Poiché i filetti fluidi dell'aria di mandata devono necessariamente uscire dai fori con un flusso micro turbolento atto a creare una forte depressione attorno alla base del foro in modo da richiamare per induzione una quantità di aria ambiente di molto superiore a quella di mandata, il dimensionamento dei fori della loro distribuzione lungo il canale a pulsione appare estremamente delicato, particolarmente al fine di evitare il generarsi di fastidiose correnti al suolo.
È noto dal brevetto europeo n. EP 2244022 a nome della stessa richiedente utilizzare canalizzazioni con disposizione ad anello e l’utilizzo di canali diffusori che si diramano da tale anello mediante l’interposizione di opportune serrande o dispositivi di parzializzazione del flusso che possano consentire l’utilizzo di diverse parti dell’impianto a seconda delle necessità e delle esigenze operative, ad esempio stagione estiva/stagione invernale, locali chiusi o aperti, transitorio di avvio o funzionamento a regime.
L’anello è in generale alimentato da una o più stazioni per l’incremento di pressione e possono anch’esse essere utilizzate singolarmente o in combinazione tra loro a seconda della necessità complessiva di volumi di aria da immettere in ambiente.
Altresì è noto adottare impianti per il trattamento dell’aria che sfruttino canali metallici ad effetto induttivo, ovvero presentanti un prefissato numero di forature di diametro ridotto che comportino il generarsi all’ esterno del canale e per un tratto piuttosto breve di elevate correnti che possano richiamare per induzione l’aria ambiente comportando un mescolamento importante.
Altresì sono note canalizzazioni destinate principalmente all’immissione di volumi d’aria piutosto importanti in ambiente che, viceversa, non sono destinate a creare sostanzialmente effeti indutivi, ma solamente a trasferire energia in ambiente.
Si noti poi che canali diffusori ad induzione presentano in generale prefissate direzioni di sviluppo lungo le quali vengono realizzate forature di diametro diverso.
In sede di progetazione e di installazione viene stabilito un angolo di lancio ottimale dell’aria che possa consentire un’efficace mescolamento dell’aria immessa in ambiente con l’aria del locale stesso, nonché la destratificazione così da poter otenere un condizionamento dell’aria efficace ed omogeneo all’intemo del locale.
Gli impianti sopra brevemente descriti, pur assolvendo efficacemente ai compiti ai quali sono preposti non sono tutavia esenti da possibili inconvenienti da taluni limiti operativi.
In primo luogo gli impianti in accordo con lo stato dell’arte hanno una bassa flessibilità operativa.
Infati eventuali errori di progetazione o installazione possono essere risolti a volte esclusivamente a fronte di modifiche struturali dell’impianto piutosto costose.
Inoltre, in caso di velocità di lancio errate dal canale di diffusione, o anche in caso di angoli di lancio scorreti, vi è il rischio di generare correnti al suolo che risultano fastidiose per Γ utilizzatore.
In questa situazione la richiedente ha sviluppato talune soluzioni che permetono, ma solo in parte, di ovviare all’inconveniente menzionato.
Si veda ad esempio il breveto europeo n. EP 2244022
Altresì è noto che gli impianti di trattamento nell’aria necessitano rimmissione di volumi diversi di aria trattata in ambiente in situazione di riscaldamento dell’ambiente o di condizionamento/refrigerazione dell’ambiente stesso.
In questa situazione le soluzioni in accordo con lo stato dell’arte prevedono lo spegnimento nella stagione invernale di parte dell’impianto in maniera tale che lo stesso possa garantire il corretto riscaldamento dell’ambiente; viceversa in stagione estiva rimpianto viene in generale sfruttato per la sua massima potenza.
Appare tuttavia evidente che l’isolamento e spegnimento di parte dell’impianto comporta in generale che talune zone del locale da trattare non siano più efficacemente condizionate.
Le uniche alternative sono quelle di raddoppiare gli impianti e configurare gli stessi in modo tale che raggiungano le medesime zone.
Quanto sopra tuttavia comporta costi complessivi notevoli in quanto richiede il raddoppio delle linee per il trasporto e la diffusione dell’aria in tutte le zone di interesse.
In condizione di riscaldamento una sola delle due linee viene mantenuta attiva, mentre durante la stagione estiva in generale entrambi gli impianti vengono sfruttati.
Alternativamente ancora è possibile sfruttare la tecnologia ad anello compensato secondo il brevetto EP n. 2244022 che tuttavia, ancora una volta, può comportare la necessità di isolare parte dell’impianto e/o spegnere taluni canali di diffusione.
È evidente che intercettando porzioni dell'impianto, ovvero modificando la lunghezza attiva dei canali perforati a pulsione, vi è il rischio di variare la portata per metro lineare nei canali stessi e pertanto di generare fastidiose correnti al suolo o, al contrario, di limitare notevolmente l'effetto induttivo desiderato.
Inoltre la modifica delle condizioni operative dell'impianto necessita talvolta di dover modificare anche di poco l'angolo di lancio dei canali perforati per migliorare le performance dell'impianto. Quest'ultima operazione, quando possibile, necessita l'intervento di tecnici specializzati i quali, solitamente, allentano le fascette di connessione tra due moduli successivi in modo tale da poter consentire piccole rotazioni attorno all'asse di sviluppo longitudinale del modulo perforato e variare lievemente l'angolo di lancio. Terminata l'operazione di regolazione di un modulo, si procede a riserrare le fascette bloccando il modulo stesso e, se necessario, si passa al modulo successivo. È evidente che le operazioni di cui sopra risultano essere estremamente complesse e costose, richiedono l'intervento di tecnici specializzati e la regolazione dell'impianto è del tutto artigianale. In caso di errori o di regolazione imprecisa è necessario ripetere tutte le operazioni precedentemente descritte.
Inoltre, in talune specifiche condizioni, potrebbe essere necessario creare delle correnti al suolo per intervalli di tempo limitati in modo, ad esempio, da consentire una più rapida messa a regime dell'impianto. Questa operazione oggi può essere effettuata chiudendo alcuni tratti di diffusione delfaria dell'impianto ovvero riducendo le parti attive dell'impianto stesso a parità di volume totale di aria di mandata in modo tale da incrementare la velocità di lancio. In impianti privi di tale possibilità, non è possibile aumentare le performance, in fase di messa a regime.
Inoltre in situazioni in cui l'ambiente nel quale deve essere immessa l'aria trattata venga modificato, ad esempio per l'aggiunta di articoli di mobilio o anche per una diversa distribuzione degli spazi (ad esempio l'introduzione di pareti divisorie, lo spostamento di porte, finestre o simili) gli impianti tradizionali, che sono difficilmente modificabili e personalizzabili, creano in generale molti problemi legati ad una non più uniforme omogeneizzazione dell'aria ambiente con la creazione di aree più calde o più fredde ed eventualmente anche di correnti al suolo.
SOMMARIO
Scopo della presente invenzione è pertanto quello di ovviare sostanzialmente agli inconvenienti sopra citati.
Un primo obiettivo del trovato è quello di aumentare notevolmente la flessibilità operativa di impianti oggi noti senza tuttavia comportare pesanti aggravi di costi e strutture deirimpianto.
Un ulteriore scopo ausiliario del trovato è quello di mettere a disposizione un impianto per il trattamento dell’aria configurabile con semplicità per essere ottimizzato nelle stagioni invernali ed estive, ma anche per poter variare le proprie condizioni operative in maniera estremamente semplice ed efficace, ad esempio al transitorio di avvio in cui può essere necessario effettuare una rapida destratificazione anche in presenza di correnti al suolo e una condizione di normale operatività in cui viceversa deve essere garantito Γ ottimale mescolamento dell’aria trattata con l’aria ambiente senza tuttavia comportare correnti al suolo.
Un possibile ulteriore obiettivo in accordo con la descrizione di forme realizzative qui di seguito presentate è quello di permettere una più semplice regolazione di funzionamento dell'impianto che tenga conto delle situazioni legate alla stagionalità, eventuali errori di progetto e/o modifiche della configurazione dell'ambiente in cui immettere l'aria trattata, ad esempio a seguito di modifiche nella distribuzione degli spazi dell'ambiente stesso.
Questi ed altri scopi che meglio appariranno nel corso della seguente descrizione sono sostanzialmente raggiunti da un impianto per il trattamento dell’aria in accordo con una o più delle rivendicazioni allegate.
BREVE DESCRIZIONE DEI DISEGNI
Ulteriori caratteristiche e vantaggi appariranno maggiormente dalla descrizione dettagliata di alcune forme realizzative in accordo con l’invenzione,
La descrizione verrà effettuata qui di seguito con riferimento agli uniti disegni fomiti a solo scopo indicativo e pertanto non limitativo in cui:
- La figura 1 mostra una porzione significativa di un impianto per il trattamento dell’aria in accordo con una prima forma realizzativa;
- La figura 2 illustra una sezione longitudinale di una porzione di attacco di un canale a pulsione utilizzato nell’impianto di figura 1;
- La figura 3 illustra una sezione longitudinale di una porzione di attacco tra moduli successivi utilizzati nell’impianto di figura 1;
- La figura 4 mostra in sezione longitudinale il sistema di trasmissione del moto al canale a pulsione;
- La figura 5 illustra vista prospettica una porzione di attacco dell’impianto di condizionamento in accordo con quanto descritto;
- La figura 6 illustra in sezione longitudinale il sistema di sospensione del canale a pulsione adottato nell’impianto descritto;
- La figura 7 mostra un particolare del sistema di sospensione del canale a pulsione di figura precedente; e
- Le figure 8a ed 8b illustrano in sezione semplificata due diverse configurazioni operative delle canalizzazione di diffusione di cui alla figura 1.
DESCRIZIONE DETTAGLIATA
Con riferimento alle figure citate con 1 è stato complessivamente indicato un impianto per il trattamento dell’ aria ed in particolare per il condizionamento di locali.
Com'è possibile notare da figura 1, la canalizzazione di trasporto 6 è costituita da un certo numero di moduli tubolari (anche eventualmente a sezione diversa) opportunamente uniti tra loro per trasportare l'aria trattata proveniente dall'unità di trattamento 2 (o dalle unità di trattamento quando il numero è maggiore di 1) verso le zone dell'ambiente ove, tramite opportuni diffusori, l'aria può essere immessa nell'ambiente da condizionare. In particolare, l'esempio di figura 1 mostra una canalizzazione di trasporto 6 che comprende un canale principale 29 che riceve l'aria direttamente dal ventilatore 2 e la porta ad un prefissato numero di canalizzazioni secondarie 30 (di cui una sola rappresentata nelle unite figure) mediante l'adozione di opportuni moduli di nodo 31 che spillano aria dalla canalizzazione principale 29 per deviarla verso le canalizzazioni secondarie 30. La canalizzazione principale ha esemplificativamente una sezione quadrata o rettangolare, mentre le canalizzazioni secondarie 30 presentano esemplificativamente una sezione circolare. Il modulo di nodo 31 raccorda le varie porzioni e sezioni della canalizzazione 6.
Sempre osservando la figura 1, è possibile notare come la canalizzazione 6 presenti almeno un'estremità 6a, parte della canalizzazione secondaria 30, accoppiata ad un canale 3 presentante opportune forature passanti 4 per l'immissione deH'aria trattata in ambiente. La figura 2 mostra in vista schematica ed in sezione longitudinale un possibile sistema d'accoppiamento 25 tra l'estremità 6a della canalizzazione 6 e la corrispondente estremità 3 a del canale forato 3. Va innanzitutto notato come il sistema d'accoppiamento sia configurato in maniera tale da consentire una rotazione relativa delle citate estremità 3 a, 6a attorno ad un asse di sviluppo longitudinale 5, mentre sostanzialmente impedisca scorrimenti assiali sempre lungo tale asse. Nel dettaglio, una delle estremità del canale forato 3 si trova inserita all'intemo della corrispondente estremità 6a della canalizzazione 6. Ovviamente, la configurazione opposta con l’estremità 3a del canale forato esterna alla canalizzazione 6 è alternativamente possibile.
Al fine di consentire il citato vincolo con grado di libertà in rotazione le rispettive estremità 3 a, 6a potranno avere sezione circolare con diametri diversi, in maniera tale da poter definire un'intercapedine anulare 26 interposta tra la superficie interna del canale più esterno e la superficie esterna del canale più interno. Opzionalmente, uno o più accoppiamenti volventi 27 saranno inseriti nell'intercapedine anulare 26, ad esempio in corrispondenza di sezioni trasversali che si trovino longitudinalmente distanziate, in maniera tale da determinare uno stabile d'accoppiamento per rotazione tra la canalizzazione di trasporto 6 e il canale forato 3. L'esempio realizzativo mostrato in figura 2 evidenzia la presenza di sporgenze anulari 32, 33 definite sia sull'estremità 6a della canalizzazione 6, sia sulle estremità 3 a del canale forato 3. Nell'ipotesi d'accoppiamento illustrata, tali sporgenze definiscono in sezione longitudinale delle rispettive sedi semicircolari affacciate tra loro e destinate a ricevere i citati accoppiamenti volventi 27 ad esempio opportune sfere, opportuni cuscinetti rotanti o altro ancora. In ipotesi alternative egualmente possibili, le citate sporgenze 32, 33 potranno essere rivolte nella medesima direzione, ovvero entrambe rivolte verso l'estemo o entrambe rivolte verso l'interno, in maniera tale da definire superfici sostanzialmente contro-sagomate destinate ad accoppiarsi in condizioni di assemblaggio deH'impianto. In quest'ultima ipotesi, le sporgenze definiranno nervature d'accoppiamento reciproco in grado di consentire la citata rotazione relativa attorno all'asse di sviluppo longitudinale 5, ma impedendo una traslazione relativa delle estremità 3 a, 6a lungo lo stesso asse.
Ovviamente altre diverse forme d'accoppiamento e sistemi d'accoppiamento 25 saranno possibili se in grado di consentire il citato grado di libertà in rotazione ed un sostanziale vincolo in senso longitudinale eventualmente piccoli spostamenti lungo l'asse 5 delle rispettive estremità 3 a, 6a potranno essere ammissibili, mediante ad esempio accoppiamenti a vite o simili. Si noti che in generale la canalizzazione 6, costituita dai citati moduli, sarà realizzata in materiale rigido, quale materiale metallico. I moduli definenti la canalizzazione 6 potranno essere ottenuti da lamiere opportunamente piegate o curvate. Sebbene meno vantaggioso dal punto di vista di semplicità costruttiva e d'accoppiamento, le sezioni delle estremità 3a e 6a potranno anche non essere circolari purché ne sia consentita una rotazione relativa almeno parziale per un prefissato angolo stabilito a priori.
Tornando ad osservare la figura 1, si nota come anche il canale forato 3 sia costituito da un prefissato numero di moduli tubolari 20 disposti consecutivamente tra loro ed opportunamente giuntati. La figura 1 mostra in particolare tre moduli 20 forati consecutivi tra loro. Ovviamente, il numero dei moduli 20 forati potrà essere qualsivoglia in funzione delle esigenze di progetto e di condizionamento dell'ambiente. Altresì, moduli forati 20 potranno essere alternati a porzioni di canale non forate in caso fosse necessario semplicemente trasportare l'aria trattata e non immetterla in ambiente in corrispondenza di talune porzioni del canale 3. Il canale forato 3 presenta in corrispondenza della sua superficie esterna i citati fori passanti 4 che potranno essere di area di passaggio diversa ed opportunamente disposti per garantire gli effetti induttivi di seguito descritti. In generale, la particolare foratura applicata comprende due tipi di fori: fori d'induzione che sono più piccoli e decidono la quantità d'aria ambiente da miscelare con l'aria di mandata e fori guida che sono più grandi e decidono in che direzione, a che velocità ed a che distanza trasportare la massa d'aria ambiente pre-miscelata dai fori d'induzione. I filetti fluidi delfaria di mandata escono dai fori con un flusso microturbolento che crea una forte depressione attorno alla base del foro richiamando per induzione una quantità di aria ambiente che generalmente può arrivare anche a essere trenta volte superiore a quella di mandata. In altri termini, sia i fori d'induzione, sia i fori di guida ed in generale le forature 4 sono tali da definire un notevole salto di pressione localizzato in presenza dei fori stessi. In questo modo l'aria uscente dalle citate forature, applicata in particolare a materiali a basso spessore, provoca un'induzione a flusso microturbolento. In questo caso, si ottiene una diffusione dell'aria ad alta induzione capace di una grande miscelazione tra l'aria di mandata e l'aria dell'ambiente. Ovviamente, tanto più l'induzione è elevata tanto più la lunghezza del lancio si riduce, limitando fortemente le altezze d'installazione, particolarmente nella stagione invernale ove la temperatura d'immissione è più elevata rispetto a quella dell'ambiente. Ovviamente, la direzione del flusso in uscita dalle citate forature definirà un angolo rispetto ad un piano di riferimento, ad esempio un piano orizzontale denominato angolo di lancio. L'angolo di lancio a è sostanzialmente definito dalla geometria e disposizione dei fori sul modulo 20 del canale forato 3. Osservando in particolare la figura 3, si nota poi come la pluralità di moduli tubolari consecutivi 20 presentino in corrispondenza di rispettive estremità 20a e 20b un bordo terminale 22 emergente radialmente dalla superficie laterale longitudinale 23 del modulo 21 in allontanamento dal rispettivo asse di sviluppo. In condizione d'assemblaggio di più moduli 20, i bordi terminali emergenti 22 di estremità contrapposte di moduli adiacenti 21 si trovano affacciati e sostanzialmente in contatto tra loro. L'accoppiamento di moduli 21 successivi avviene mediante l'adozione di un dispositivo di vincolo rigido 21 configurato per unire le citate estremità affacciate di moduli consecutivi. Il dispositivo di vincolo rigido 21 garantisce una solidalità di movimento a due moduli 20 consecutivi, sia in direzione assiale lungo l'asse di sviluppo 5, sia in rotazione rispetto all'asse stesso. In particolare, il dispositivo di vincolo rigido 21 è costituito da un'opportuna fascetta, ad esempio metallica, di sagoma in sezione tale da sposarsi ed abbracciare i due bordi terminali emergenti 23 di moduli successivi ed a stringerli tra loro in modo tale da definire un accoppiamento per frizione che li renda solidali. In particolare, la fascetta viene avvolta esternamente attorno ai bordi terminali 2 la, 2 lb ed a cavallo delle sporgenze 22 e quindi viene stretta attraverso un'opportuna chiavetta o sistema di regolazione. Tornando ad esaminare lo schema esemplificativo di figura 1, si nota poi come l'impianto comprenda anche un dispositivo di movimentazione 7 attivo, direttamente o indirettamente, sul canale forato 3 per variarne una posizione relativa angolare rispetto alla canalizzazione di trasporto 6. Il dispositivo di movimentazione 7 è dotato di almeno un attuatore 8, quale ad esempio un opportuno motore, il quale tramite un sistema di trasmissione 9 è in grado d'impartire il citato moto rotatorio al canale forato 3. Il sistema di trasmissione 9 comprenderà un opportuno dispositivo per la riduzione di giri del motore e per trasmettere il moto ad una puleggia rotante motrice 15 mobile in rotazione attorno ad un rispettivo asse 28 che sarà in generale parallelo all'asse di sviluppo longitudinale 5 del canale 3. La puleggia motrice 15 trasferisce il moto mediante una cinghia 10.
In particolare, la cinghia 10 presenta una rispettiva porzione d'accoppiamento almeno parzialmente impegnata ad una corrispondente porzione d'accoppiamento 12 presente sulla superficie esterna 13 del canale forato 3 (fig.
4). In altri termini, il dispositivo di movimentazione 7, tramite i citati elementi è in grado di trasferire il moto dell'attuatore 8 al canale forato 3 per determinare almeno una rotazione angolare che vari l'angolo di lancio a dell'aria in ambiente. In altri termini, il dispositivo di movimentazione 7 è in grado di configurare il canale 3 in una pluralità di diverse configurazioni operative con diverso angolo di lancio a dell'aria in ambiente. A tal proposito, le figure 8A ed 8B illustrano due differenti condizioni operative raggiunte dal canale 3 a seguito di una movimentazione tramite il dispositivo 7.
Osservando in particolare il dettaglio di figura 4 (sezione trasversale in corrispondenza del dispositivo di movimentazione) si nota come la porzione d'accoppiamento 11 della cinghia 10 e la porzione d'accoppiamento 12 del canale forato 3 presentino rispettive superfici Ila, 12a sostanzialmente controsagomate, ad esempio superfici dentate o superfici con sporgenze a sezione trapezoidale.
In questo modo si garantice un preciso accoppiamento tra i due elementi tale per cui sono evitati slittamenti relativi. In questo modo è possibile legare in maniera univoca un certo numero di giri del motore o della puleggia rotante 15 con una corrispondente variazione angolare (positiva o negativa) dell'angolo di lancio a. Pertanto l’angolo di lancio a può essere fatto evolvere di un valore qualsivoglia. In questo modo è possibile un controllo preciso anche sulla posizione delle forature passanti 4 una volta movimentato il canale 3. Sempre com'è possibile notare in figura 4, la porzione d'accoppiamento 12 del canale forato 3 è definita da un elemento sagomato 14 separato e rigidamente vincolato esternamente al canale stesso, in maniera tale da essere solidale nel moto a quest'ultimo. Ad esempio, l'elemento sagomato 14 potrà essere definito da una fascetta avvolta sulla superficie esterna 13 dal rispettivo modulo 20 realizzata in gomma o in metallo. L'elemento sagomato 14 potrà avvolgere completamente la circonferenza esterna del canale 3 come mostrato in figura 4 ed essere ad esempio vincolata tramite un opportuno serraggio 34 costituito, ad esempio, da una vite o da un rivetto che accoppia una e/o l'altra estremità dell'elemento sagomato 14 alla sezione del canale 3. Si noti poi come l'elemento sagomato 14 presenti la corrispondente superficie contro-sagomata 12a, almeno in corrispondenza della porzione d'accoppiamento 12 del canale 3. Si noti che la sagomatura rappresentata in sezione trapezoidale appare del tutto esemplificativa. La stessa è stata rappresentata in corrispondenza dell'intero sviluppo dell'elemento sagomato 14 ovvero sui 360° ma potrebbe benissimo essere definita esclusivamente in corrispondenza di una o più porzioni della superficie circolare dell'elemento sagomato 14 stesso. L'importante è che garantisca il corretto accoppiamento con la cinghia 10 per poter raggiungere le posizioni angolari desiderate per le quali il dispositivo è preposto.
In aggiunta ancora si noti come lo stesso elemento sagomato 14 si estende in figura 4 per un angolo di circa 360°. Lo stesso elemento sagomato potrebbe estendersi esclusivamente per un arco di cerchio con apertura di 15°, o di almeno 45° o di almeno 90°.
La cinghia 10 è neH'illustrazione di figura 4 definita da un anello chiuso che abbraccia esternamente il canale forato 3 a cui il moto deve essere impartito. In forme realizzative non illustrate la cinghia 10 potrebbe essere costituita esclusivamente da un tratto dell'anello che va dalla puleggia rotante 15 sino alla porzione d'accoppiamento 12 del canale forato 3. In questa situazione un'estremità della cinghia 10 sarà vincolata alla citata puleggia rotante 15, l'altra estremità sarà vincolata alla superficie 13 del canale 3. Ovviamente potranno essere presenti anche due cinghie 10 definite da tratti che si estendono tra la puleggia rotante 15 ed un'estremità sinistra del canale 3 tra la puleggia 15 ed un'estremità destra dello stesso canale.
In aggiunta ancora potranno essere presenti due o più dispositivi di movimentazione 7 laddove le esigenze di progetto dovessero richiederlo, in particolare in funzione degli ingombri del canale 3 da movimentare e della lunghezza dello stesso. Ovviamente tali dispositivi di movimentazione 7 potranno essere sincronizzati da loro per movimentare il canale forato 3 con medesima variazione dell'angolo di lancio a lungo tutto lo sviluppo longitudinale 5, ovvero essere indipendenti e poter variare l'angolo di lancio a in maniera diversa in corrispondenza di moduli 20 diversi del medesimo canale 3. Infine la cinghia 10 è stata rappresentata in figura 4 presentante rispettive superfici contro-sagomate 12a sull'intero sviluppo dell'anello. Ovviamente gli elementi sagomati 12a potranno essere presenti solo in corrispondenza di talune porzioni della cinghia stessa.
Tornando ad osservare la figura 1 si nota poi la presenza anche di un sistema di sospensione 16 vincolato al canale forato e configurato per consentire il moto rotatorio del canale stesso attorno al proprio asse di sviluppo longitudinale 5. Come visibile in figura 6 e 7, il sistema di sospensione 16 comprende almeno una cinghia ausiliaria 17 ed almeno un puleggia folle 18 cui la cinghia ausiliaria 17 si trova impegnata. La puleggia 18, è posta in condizioni d'uso, superiormente al canale forato 3 e presenta un asse di rotazione 19 sostanzialmente parallelo all'asse di sviluppo longitudinale 5 del canale forato 3. La cinghia 17 sarà in generale a superficie piana con sezione ad esempio rettangolare e destinata semplicemente a consentire il supporto del canale e la sua rotazione. Anche la cinghia ausiliaria 17 del sistema di sospensione 16 è definita da un anello chiuso ed abbraccia esternamente il canale forato 3 per sorreggerlo e consentirgli il grado di libertà in rotazione.
La forma realizzativa d'impianto di trattamento descritta raggiunge importanti vantaggi.
Infatti il sistema è predisposto a poter variare a piacere l'angolo di lancio di canali forati 3 o di rispettivi moduli 20 in funzione delle esigenze.
E’ possibile incrementare l'angolo di lancio in condizioni di messa a regime dell'impianto, ad esempio all'avviamento dello stesso in inverno dove è opportuno cercare di mescolare rapidamente l'aria ambiente e dove eventuali correnti al suolo possano essere tollerate per brevi momenti. Infatti in questo modo l'aria fredda presente in corrispondenza del pavimento dell'ambiente viene più rapidamente mescolata ed omogeneizzata migliorando le prestazioni iniziali dell'impianto.
Altresì la regolazione dell'angolo di lancio potrà essere effettuata per correggere eventuali errori di progetto che dovessero avere generato correnti al suolo, ovvero essere anche utilizzato per tener conto di eventuali variazioni dell'ambiente da condizionare, legate ad esempio alla realizzazione di nuovi spazi o al posizionamento di mobili o simili.

Claims (13)

  1. RIVENDICAZIONI 1. Impianto per il trattamento dell'aria comprendente: almeno un'unità di trattamento aria (2) preposta a generare un flusso d'aria; - almeno un canale (3) presentante una pluralità di forature passanti (4) preposte a consentire l'immissione d'aria trattata in ambiente secondo un angolo di lancio prefissato (a), detto canale (3) avendo una direzione di sviluppo prevalente (5); almeno una canalizzazione di trasporto (6) per trasferire aria da diffondere dall'unità di trattamento (2) al canale forato (3), detto canale forato e detta canalizzazione di trasporto (6) essendo accoppiati girevolmente per consentire una rotazione relativa del canale (3) rispetto alla canalizzazione (6) attorno alla direzione di sviluppo prevalente (5), la rotazione del canale (3) modificando l'angolo di lancio (a) dell'aria.
  2. 2. Impianto secondo la rivendicazione precedente, comprendente inoltre un dispositivo di movimentazione (7) attivo, direttamente o indirettamente, sul canale forato (3) per variarne una posizione relativa angolare rispetto alla canalizzazione di trasporto (6).
  3. 3. Impianto secondo la rivendicazione precedente, in cui il dispositivo di movimentazione (7) comprende: almeno un attuatore (8), ad esempio un motore; un sistema di trasmissione (9) avente almeno una cinghia (10) configurata per ricevere, direttamente o indirettamente, il moto da detto attuatore (9), ed a trasferirlo, direttamente o indirettamente, a detto canale forato (3) per determinarne almeno una rotazione angolare dello stesso che varia l'angolo di lancio (a)
  4. 4. Impianto secondo la rivendicazione precedente, in cui la cinghia (10) presenta una porzione d'accoppiamento (11) almeno parzialmente impegnata ad una corrispondente porzione d'accoppiamento (12) della superficie esterna (13) del canale forato (3), in particolare la porzione d'accoppiamento (11) della cinghia (10) e la porzione d'accoppiamento (12) del canale forato (3) presentando rispettive superfici (lla,12a) sostanzialmente contro-sagomate, ad esempio superfici dentate o con una sezione trapezoidale.
  5. 5. Impianto secondo la rivendicazione precedente, in cui la porzione d'accoppiamento (12) del canale forato (3) è definita da un elemento sagomato (14) rigidamente vincolato esternamente al canale forato (3) e solidale nel moto a quest'ultimo.
  6. 6. Impianto secondo la rivendicazione precedente, in cui detto elemento sagomato (14) si sviluppa perimetricamente ed in posizione esterna attorno ad una sezione trasversale del canale forato (3) per almeno un angolo compreso tra 15° e 360° ed in particolare per almeno un angolo compreso tra 45° a 360°, ancora più in particolare, almeno per un angolo compreso tra 90° e 360°.
  7. 7. Impianto secondo le rivendicazioni 4, 5 o 6, in cui detta cinghia (10) si sviluppa attorno ad una sezione trasversale del canale forato (3) per almeno un angolo compreso tra 15° e 360°, ed in particolare per almeno un angolo compreso tra 45° e 320°, ancora più in particolare almeno per un angolo compreso tra 90° e 320°.
  8. 8. Impianto secondo una qualsiasi delle rivendicazioni da 3 a 7, in cui detta cinghia (10) è definita da un anello chiuso abbracciante esternamente il canale forato (3) a cui il moto deve essere impartito, la cinghia (10) ricevendo il moto da un'opportuna puleggia rotante (15) ricevente il moto, a sua volta, direttamente o indirettamente, da detto attuatore (8).
  9. 9. Impianto secondo una qualsiasi delle rivendicazioni precedenti, comprendente inoltre un sistema di sospensione (16) vincolato al canale forato e configurato per consentire un moto rotatorio del canale forato (3) attorno al proprio asse di sviluppo longitudinale (5), in particolare detto sistema di sospensione (16) comprendendo almeno una cinghia ausiliaria (17) ed almeno una puleggia folle (18) a cui la cinghia ausiliaria (17) si trova impegnata, la puleggia (18) essendo posta, in condizioni d'uso, superiormente al canale forato (3) e presentando un asse di rotazione (19) sostanzialmente parallelo all'asse di sviluppo longitudinale (5) del canale forato (3).
  10. 10. Impianto secondo la rivendicazione, in cui la cinghia ausiliaria (17) del sistema di sospensione (16) è definita da un anello chiuso ed abbraccia esternamente il canale forato (3) per sorreggere e consentirgli un grado di libertà in rotazione.
  11. 11. Impianto secondo una qualsiasi delle rivendicazioni precedenti, in cui detto canale forato (3) comprende una pluralità di moduli tubolari consecutivi (20), almeno uno dei quali presentante dette forature (4) ed un dispositivo di vincolo rigido (21) configurato per unire tra loro le rispettive estremità affiancate (20a, 20b) di moduli tubolari (20) consecutivi, detto dispositivo di vincolo rigido (21) sostanzialmente garantendo una solidalità di movimento a due moduli consecutivi.
  12. 12. Impianto secondo la rivendicazione precedente, in cui detti moduli (20) presentano, in corrispondenza di rispettive estremità (20a, 20b) un bordo terminale (22) emergente radialmente dalla superficie laterale longitudinale (23) del modulo (20), il dispositivo di vincolo rigido (21) comprendendo una fascetta (24) posta a cavallo di bordi terminali emergenti (22) di rispettive estremità affiancate (20a, 20b) di moduli tubolari (20) consecutivi per rendere solidali questi ultimi mediante accoppiamento per frizione.
  13. 13. Impianto secondo una qualsiasi delle rivendicazioni precedenti, comprendente inoltre un sistema d'accoppiamento (25) tra la canalizzazione di trasporto (6) ed il canale forato (3) configurata per consentire un vincolo con grado di libertà in rotazione relativa tra canalizzazione di trasporto (6) e canale forato (3), la canalizzazione di trasporto (6) ed il canale forato (3) presentando rispettive estremità affacciate (3a, 6a) una inserita nell'altra, in particolare le estremità (3 a, 6a) essendo di sezione circolare con diametro diverso definente un'intercapedine anulare (26), uno o più accoppiamenti volventi (27) essendo opzionalmente inseriti in detta intercapedine anulare (26), ad esempio in corrispondenza di sezioni longitudinalmente successive per determinare uno stabile accoppiamento per rotazione tra la canalizzazione di trasporto (6) ed il canale forato (3).
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