ITMI20100353A1 - Macchina per la produzione di pellet - Google Patents

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ITMI20100353A1
ITMI20100353A1 IT000353A ITMI20100353A ITMI20100353A1 IT MI20100353 A1 ITMI20100353 A1 IT MI20100353A1 IT 000353 A IT000353 A IT 000353A IT MI20100353 A ITMI20100353 A IT MI20100353A IT MI20100353 A1 ITMI20100353 A1 IT MI20100353A1
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IT
Italy
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toothed wheel
drum
shaft
rotation
die
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IT000353A
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Inventor
Guido Rota
Original Assignee
Caeb Internat S R L
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    • B30B11/20Roller-and-ring machines, i.e. with roller disposed within a ring and co-operating with the inner surface of the ring
    • B30B11/201Roller-and-ring machines, i.e. with roller disposed within a ring and co-operating with the inner surface of the ring for extruding material
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Description

DESCRIZIONE
La presente invenzione si riferisce ad una macchina per la produzione di pellet a partire da materiale sminuzzato in accordo con il preambolo della rivendicazione 1.
Oggigiorno è molto diffuso l’utilizzo di pellet, vale a dire di piccoli cilindri di materiale macinato/sminuzzato pressato da utilizzarsi per l’alimentazione di stufe, caldaie e simili.
Generalmente, i pellet sono prodotti a partire da materia prima combustibile quale il legno o residui della lavorazione del legno, così come da partire da residui agricoli e/o forestali, con particolare riferimento a sarmenti di potatura rotoimballati, o residui di altre tipologie.
La compattazione dei pellet consente di ottenere un combustibile ad alta resa ed idoneo all’utilizzo per il riscaldamento.
Giova altresì rilevare che la capacità legante della lignina, contenuta nel legno o nei suoi residui, così come nei sarmenti di potatura, permette di ottenere un prodotto compatto senza aggiunta di additivi e sostanze chimiche estranee al legno, assicurando così l’ottenimento di un combustibile naturale oltre che ad alta resa.
La pellettizzazione è comunque una tecnica che trova applicazione anche in settori della tecnica non necessariamente connessi con la produzione di un combustibile per il riscaldamento.
Attualmente, la pellettizzazione, vale a dire la produzione di pellet a partire da materiale sfuso macinato/sminuzzato o comunque di granulometria molto ridotta, avviene con macchine dotate di camere di pellettizzazione di grandi dimensioni che vengono azionate in rotazione per costringere il materiale da pellettizzare a fuoriuscire attraverso i fori di una trafila, a seguito del contatto con uno o più raschiatori fissi presenti all’interno della camera.
Tale soluzione, per quanto idonea alla produzione di pellet richiede tuttavia macchine aventi un ingombro elevato, la necessità di dover movimentare parti ingombranti e pesanti e una notevole potenza per assicurare il funzionamento della macchina.
Ulteriormente, si evidenzia come le macchine della tecnica nota presentino problemi qualora il materiale sfuso macinato/sminuzzato o comunque di granulometria molto ridotta non sia ben essiccato. Generalmente queste macchine consentono di lavorare qualora il tasso di umidità contenuto nel prodotto da pellettizzare non sia superiore al 15%.
Alla luce di quanto sopra è evidente come sia fortemente sentita l’esigenza di avere una macchina per la pellettizzazione la cui struttura consenta di mantenere contenute le dimensioni della macchina, che non richieda di movimentare pezzi di grandi dimensioni, così da ridurre la potenza di funzionamento richiesta a parità di capacità di produzione, e che consenta di avere parti in movimento molto compatte e semplificate, al fine di evitare cedimenti strutturali durante l’uso.
Il problema alla base della presente invenzione è dunque quello di escogitare una macchina per la produzione di pellet la quale presenti caratteristiche strutturali e funzionali tali da soddisfare la suddetta esigenza, ovviando nel contempo agli inconvenienti di cui si è detto con riferimento alla tecnica nota.
Tale problema è risolto da una macchina per la produzione di pellet in accordo con la rivendicazione 1.
Ulteriori caratteristiche ed i vantaggi della macchina per la produzione di pellet secondo la presente invenzione risulteranno dalla descrizione di seguito riportata di un suo esempio preferito di realizzazione, data a titolo indicativo e non limitativo, con riferimento alle annesse figure, in cui:
- la figura 1 rappresenta una vista prospettica della macchina secondo l’invenzione;
- la figura 2 rappresenta una vista laterale della macchina di figura 1;
- le figure 3 e 4 rappresentano una vista in sezione longitudinale piana e, rispettivamente, in sezione longitudinale prospettica della macchina di figura 1;
- la figura 5 rappresenta una vista piana laterale della camera di pellettizzazione della macchina di figura 1;
- le figure 6 e 7 rappresentano una vista in sezione longitudinale piana e, rispettivamente, in sezione longitudinale prospettica secondo la linea di sezione A-A di figura 5;
- la figura 8 rappresenta una vista prospettica in sezione longitudinale dell’albero sezione dell’albero e del manicotto eccentrico della camera di pellettizzazione;
- la figura 9 rappresenta una vista prospettica in esploso dei componenti di figura 8;
- la figura 10 rappresenta una vista piana in sezione trasversale dell’albero di figura 8;
- la figura 11 rappresenta una vista prospettica in sezione della trafila della camera di pellettizzazione;
- la figura 12 rappresenta una vista piana dall’alto della trafila di figura 11;
- la figura 12a rappresenta una vista piana in sezione secondo la linea di sezione B-B di figura 12;
- le figure 13, 14, 15 e 16 rappresentano viste del tamburo pressore della camera di pellettizzazione;
- la figura 13 rappresenta una vista ingrandita di un particolare della figura 13; - le figure 17, 18, 19 e 20 rappresentano ciascuna una vista dall’alto della camera di pellettizzazione in quattro distinti momenti successivi di funzionamento, - le figure 21, 22, 23 e 24 rappresentano viste di una differente forma di realizzazione del tamburo pressore della camera di pellettizzazione;
- la figura 25 rappresenta una vista schematica in sezione trasversale della camera di pellettizzazione;
- la figura 26 rappresenta una vista in sezione longitudinale del motore e del riduttore meccanico della macchina di figura 1;
- la figura 27 rappresenta una vista prospettica in esploso del motore e del riduttore meccanico di figura 26;
-la figura 28 rappresenta una vista prospettica dell’albero con eccentrico e codolo di estremità del riduttore meccanico di figura 26 e
- le figure 29 e 30 rappresentano viste piane laterali e in pianta dell’albero di figura 28.
Con riferimento alle annesse figure, con 1 è globalmente indicata una macchina per la produzione di pellet.
La macchina 1 comprende una struttura di supporto 2 che supporta:
- una camera di pellettizzazione 3 avente una apertura per l’alimentazione di materiale sfuso da pellettizzare e
- mezzi di convogliamento 5 per convogliare all’apertura di alimentazione della camera di pellettizzazione 3 il materiale sfuso da pellettizzare.
In accordo con la forma di realizzazione illustrata nelle figure, i mezzi di convogliamento 5 sono posizionati esattamente al disopra della camera di pellettizzazione in modo da poter alimentare per gravità la suddetta apertura di alimentazione della camera di pellettizzazione 3. Ai mezzi di convogliamento 5 sono associati mezzi magnetici 4 (ad esempio magneti permanenti o elettromagneti) la cui funzione è quella di attirare e intercettare eventuali rottami ferrosi o scorie ferrose eventualmente contenute nel materiale sfuso convogliato verso la camera di pellettizzazione 3.
Nell’esempio di figura, i suddetti mezzi di convogliamento 5 si concretano in un cilindro formato da due semigusci cilindrici. In particolare, le figure 2, 3 e 4 illustrano una situazione nella quale uno dei due semigusci è stato omesso per consentire una visione dell’interno.
Con riferimento alla camera di pellettizzazione 3, giova rilevare che essa:
- presenta una forma sostanzialmente cilindrica,
- si estende lungo un asse verticale X-X tra un fondo 6 e una contrapposta estremità aperta posizionata superiormente e che individua la suddetta apertura per l’alimentazione di materiale sfuso da pellettizzare nella camera di pellettizzazione 3 e - è delimitata da una parete laterale sostanzialmente cilindrica.
Più dettagliatamente, la camera di pellettizzazione 3 comprende una trafila 7 avente una parete dotata di fori 8 per l’estrusione di pellet e mezzi pressori operativamente associati alla trafila 7 per spingere il materiale sfuso da pellettizzare a fuoriuscire dalla camera di pellettizzazione 3 passando attraverso i fori della trafila 7.
La trafila 7 presenta una forma sostanzialmente circolare ad anello chiuso dotata di fori radiali 8. La trafila 7 costituisce almeno un tratto assiale (individuato lungo l’asse X-X) della parete laterale che delimita la camera di pellettizzazione 3.
Vantaggiosamente la trafila 7 comprende canalizzazioni per il passaggio di un fluido di raffreddamento o di riscaldamento. Ovviamente tali canalizzazioni devono essere collegate ad un circuito di liquido della macchina 1. Ciò consente di mantenere la temperatura della trafila entro un intervallo di temperatura tale da non determinare un deterioramento per surriscaldamento del materiale pellettizzato essendo utile provvedere a riscaldare la trafila quando la macchina inizia ad operare.
Nella forma di realizzazione illustrata, i suddetti mezzi pressori comprendono un tamburo 9 avente forma sostanzialmente anulare, il quale è inserito con gioco nella trafila 7. Più dettagliatamente il tamburo 9 presenta un diametro esterno un po’ inferiore al diametro interno della trafila 7 nella quale è inserito, così da poter essere spostato all’interno della trafila 7 in allontanamento/avvicinamento da e verso i fori radiali 8 della trafila stessa.
Ulteriormente, la macchina 1 comprende mezzi di azionamento agenti sul tamburo 9 per determinarne lo spostamento all’interno della trafila in allontanamento/avvicinamento da e verso i fori 8.
Come risulterà dal seguito della descrizione, al fine di assicurare un’efficiente estrusione del materiale da pellettizzare contenuto nella camera di pellettizzazione 3 attraverso i fori radiali 8 della trafila 7, è bene che il tamburo 9 arrivi in prossimità della parete interna della trafila 7 in corrispondenza delle sue porzioni forate. Secondo un aspetto vantaggioso, il tamburo 9 è supportato in modo eccentrico all’interno della trafila 7.
In accordo con la forma di realizzazione illustrata, il tamburo 9 è supportato in modo eccentrico da un albero 10 esteso attraverso detta trafila 7 coassialmente all’asse X-X della camera di pellettizzazione 3. Il fondo 6 della camera di pellettizzazione 3 presenta un’apertura calibrata idonea a consentire all’albero 10 di inserirsi all’interno della camera con una sua porzione superiore 10a.
In conseguenza della suddetta eccentricità, ad una rotazione dell’albero 10 corrisponde uno spostamento del tamburo 9 rispetto ai fori 8 della trafila 7.
Vantaggiosamente, il montaggio eccentrico del tamburo 9 rispetto all’albero 10 è ottenuto grazie al fatto che il tamburo 9 è supportato dal tratto assiale superiore 10a dell’albero 10, essendo il tratto 10a esteso non lungo l’asse X-X di rotazione dell’albero 10, bensì si parallelamente ad esso. Il tratto assiale superiore 10a dell’albero 10 è dunque spostato dall’asse X-X di un prefissato valore di eccentricità.
Dunque, il tamburo 9 è supportato da una porzione eccentrica 10a dell’albero 10.
Giova rilevare che al fine di consentire una regolazione del valore di eccentricità in conseguenza del quale durante la rotazione dell’albero 10 il tamburo 9 si muove in misura maggiore o minore all’interno della trafila 7, il tamburo 9 è montato sulla suddetta porzione eccentrica 10a dell’albero 10 mediante interposizione di un manicotto eccentrico 11 (cfr. figure 8, 9 e 10). In particolare, come risulta dalla figura 9, nel manicotto 11 l’asse dell’apertura interna passante, entro la quale si inserisce la porzione eccentrica 10a dell’albero 10, è parallelo ed eccentrico rispetto all’asse della parete esterna del manicotto 11 stesso. In conseguenza di ciò, variando la posizione angolare del manicotto eccentrico 11 rispetto alla porzione eccentrica 10a dell’albero 10, è possibile aumentare o diminuire l’eccentricità del tamburo 9 rispetto all’asse X-X dell’albero 10 e della camera di pellettizzazione 3 a seconda che l’eccentricità del manicotto 11 vada a sommarsi o rispettivamente a sottrarsi all’eccentricità E della porzione eccentrica 10a dell’albero 10.
Vantaggiosamente, ciò consente di effettuare una precisa regolazione del valore di eccentricità del tamburo 9 nella camera di pellettizzazione 3 in modo da poter assicurare il corretto contatto fra la parete laterale del tamburo 9 e la parete laterale della trafila 7 dotata dei fori 8, solo in funzione delle caratteristiche dello specifico materiale macinato/sminuzzato da pellettizzare.
Il fissaggio del manicotto eccentrico 11 sulla porzione eccentrica 10a dell’albero 10 è assicurato e avviene con interposizione di un manicotto elastico 26 il quale è inserito coassialmente sulla porzione eccentrica 10a dell’albero 10. Come risulta dalla figura 9, il manicotto elastico 26 presenta un’apertura longitudinale 27 estesa per tutta la sua lunghezza assiale, così da consentire al manicotto elastico 26 di allargarsi o stringersi circonferenzialmente ed agire elasticamente come una pinza di serraggio.
Il manicotto elastico 26 presenta un primo tratto cilindrico 26a raccordato ad un secondo tratto conico 26b con conicità esterna aumentante verso l’estremità del manicotto elastico 26.
Il manicotto elastico 26 è inserito sulla porzione eccentrica 10a dell’albero 10 a partire dalla sua estremità conica 26b, in modo tale che il tratto conico 26b del manicotto elastico 26 risulti più interno alla camera di pellettizzazione rispetto al tratto cilindrico 26a.
Al fine di assicurare un corretto posizionamento assiale del manicotto elastico 26 sulla porzione eccentrica 10a dell’albero 10, la porzione eccentrica 10a dell’albero 10 presenta un risalto circonferenziale 28 che individua un riscontro assiale contro il quale si arresta in battuta una corrispondente sporgenza assiale interna del manicotto elastico 26. Come risulta dalla figura 24, il suddetto risalto circonferenziale 28 della porzione eccentrica 10a dell’albero 10 è ottenuta realizzando un aumento di diametro della porzione eccentrica 10a ad una prefissata distanza dalla estremità libera della porzione eccentrica 10a.
L’estremità libera del tratto cilindrico 26a del manicotto elastico 26 è dotata di una filettatura esterna (non illustrata) sulla quale si avvitata la madrevite (non illustrata) di una ghiera flangiata 29.
In questo caso, durante il montaggio della macchina si provvede ad inserire il manicotto elastico 26 sulla porzione eccentrica 10a dell’albero 10, fino a che la sporgenza assiale interna del manicotto elastico 26 non arrivi in battuta contro il risalto circonferenziale 28 della porzione eccentrica 10a. Successivamente, sul manicotto elastico 26 si infila il manicotto eccentrico 11. Dopo avere montato anche i cuscinetti ed il rotore 9, si provvede a ruotare angolarmente il manicotto 11 rispetto alla porzione eccentrica 10a, in modo da determinare una regolazione del valore di eccentricità del tamburo 9 rispetto alla camera di pellettizazione. Successivamente, si serra la ghiera flangiata 29 sulla porzione filetta del manicotto elastico 26 e si a serrare i mezzi di bloccaggio atti a prevenire impedendone lo sfilamento del tamburo dall’estremità superiore dall’albero 10.
La possibilità di variare l’eccentricità del tamburo nella camera di pellettizzazione 3 risulta essere utile durante l’assemblaggio della macchina per la produzione di pellet. Infatti, l’inserimento del tamburo 9 all’interno della camera di pellettizzazione 3 è facilitato quando il manicotto 11 è ruotato in modo che la sua eccentricità venga a sottrarsi all’eccentricità della porzione 10a dell’albero 10. Ciò consente oltretutto di consentire un agevole inserimento del tamburo 9 all’interno della camera di pellettizzazione 3 che, come detto presenta
In corrispondenza del lato interno della trafila 7, la parete interna della camera di pellettizzazione 3 forma una sede anulare interna 51 in sottosquadro rispetto alla restante parte della parete interna. In sostanza, la parete interna della camera di pellettizzazione 3 individua una rientranza anulare in corrispondenza dei fori radiali 8 della trafila 7, come risulta dalle figure 11 e 12a.
Il tamburo 9 comprende una porzione di base periferica cilindrica 9a avente dimensioni tali da potersi agevolmente inserire con un prefissato gioco all’interno della sede anulare interna 51 in sottosquadro.
La suddetta porzione di base periferica cilindrica 9a del tamburo 9 presenta una porzione frontale scanalata che comprende una pluralità di scanalature 52 estese secondo un andamento sostanzialmente parallelo all’asse della porzione eccentrica 10a dell’albero 10 della camera di pellettizzazione 3.
Preferibilmente, le scanalature frontali 52 della suddetta superficie frontale scanalata del tamburo 9 presentano un andamento a sezione decrescente procedendo lungo l’albero 10 dall’estremità aperta verso l’estremità chiusa di detta camera di pellettizzazione 3.
Preferibilmente le scanalature 5 sono chiuse in corrispondenza del lato di della porzione periferica cilindrica 9a più prossimo al fondo 6 della camera di pellettizzazione.
Le suddette scanalature frontali 52 della suddetta superficie frontale scanalata del tamburo determinano un’alternanza circonferenziale fra pieni e vuoti lungo detta porzione frontale scanalata tale da assicurare che ad ogni giro completo del tamburo 9 rispetto alla trafila 7 ciascuna porzione piena di cresta fra due scanalature 52 contigue si trovi sfalsata di una prefissata quantità rispetto alla posizione assunta nel passaggio precedente, cioè durante il giro precedente.
Preferibilmente le scanalature 52 determinano un’alternanza circonferenziale fra pieni e vuoti lungo la porzione frontale scanalata in cui i pieni individuati dalle porzioni di cresta fra due scanalature contigue e i vuoti individuati dalle scanalature 52 si estendono per tratti circonferenziali uguali fra loro.
Preferibilmente le scanalature 52 determinano un’alternanza circonferenziale fra pieni e vuoti lungo la porzione frontale scanalata in cui i pieni individuati dalle porzioni di cresta fra due scanalature contigue e i vuoti individuati dalle scanalature 52 si estendono per tratti aventi una lunghezza maggiore di 1,4 cm.
Preferibilmente le scanalature 52 determinano un’alternanza circonferenziale fra pieni e vuoti lungo la porzione frontale scanalata in cui i pieni individuati dalle porzioni di cresta fra due scanalature contigue e i vuoti individuati dalle scanalature 52 si estendono per tratti circonferenziali aventi una lunghezza sostanzialmente uguale alla metà della differenza fra il diametro interno della trafila 7 e il diametro esterno della porzione periferica cilindrica 9a del tamburo 9.
In accordo con la forma di realizzazione delle figure da 21 a 24, i pieni individuati da porzioni di cresta fra due scanalature 52 contigue presentano una pluralità di scanalature minori 54 aventi una profondità molto minore delle scanalature 52. Preferibilmente le scanalature 54 presentano una profondità non superiore un terzo profondità delle scanalature 52.
Il tamburo 9 comprende una porzione esternamente conica 9b estesa al disopra della suddetta porzione di base periferica cilindrica 9a, l’andamento conico essendo tale per cui la sezione trasversale di detto tamburo 9 diminuisca verso l’estremità aperta della camera di pellettizzazione 3.
La porzione esternamente conica 9b del tamburo 9 facilita la discesa del materiale sfuso da pellettizzare verso la trafila 7.
Ulteriormente, si rileva che la parete esterna della suddetta porzione conica 9b comprende mezzi per interrompere la continuità rettilinea piana della parete esterna di tale porzione conica 9b in modo da contrastare ed interrompere il movimento di risalita dalla porzione cilindrica di base 9a lungo la parete esterna conica 9b del tamburo stesso da parte del materiale sfuso da pellettizzare contenuto nella camera di pellettizzazione 3.
Preferibilmente, i suddetti mezzi per interrompere la continuità rettilinea piana della parete esterna della porzione conica 9b comprendono almeno un gradino circonferenziale 53 che, lungo detta parete esterna, individua un riscontro di arresto orientato verso detta porzione cilindrica, preferibilmente tale gradino 53 individua una seghettatura rivolta verso la porzione cilindrica di base 9a.
Nell’esempio di figura, la porzione conica 9b del tamburo 9 comprende una pluralità di seghettature 53.
Giova rilevare che i suddetti mezzi per interrompere la continuità rettilinea piana della parete esterna di tale porzione conica 9b in modo da contrastare ed interrompere il movimento di risalita dalla porzione cilindrica di base 9a lungo la parete esterna conica 9b del tamburo stesso possono comprendere una pluralità di dentelli acuminati orientati verso detta porzione cilindrica.
In accordo con una forma di realizzazione preferita, il tamburo 9 è supportato dall’albero 10 mediante interposizione di cuscinetti 12, così da risultare montato folle rispetto all’albero 10. In questo caso, in considerazione della presenza del suddetto manicotto eccentrico 11 montato sulla porzione 10a dell’albero 10, i suddetti cuscinetti di rotolamento 12 sono interposti fra il mozzo del tamburo 9 e la parete laterale esterna del manicotto 11, come illustrato in figura 10.
Vantaggiosamente i cuscinetti 12 sono cuscinetti di rotolamento reggispinta in grado di supportare e contrastare eventuali spinte assiali trasmesse dal tamburo 9 sull’albero 10 durante il normale funzionamento della macchina 1. Nella forma di realizzazione illustrata, fra il tamburo 9 e il manicotto 11 è interposta una coppia di cuscinetti a rulli inclinati, i quali sono disposti in accodamento fra loro lungo l’asse del manicotto eccentrico 11 in modo che l’inclinazione dei due rulli converga in corrispondenza delle estremità di testa affacciate dei due cuscinetti 12. Ciò consente di assicurare una efficace azione reggispinta in entrambe le direzioni da parte dei suddetti cuscinetti 12.
Giova rilevare che anche la porzione inferiore dell’albero 10 è supportata in rotazione dalla struttura della macchina 1, più precisamente rispetto alla camera di pellettizzazione 3, mediante interposizione di cuscinetti di rotolamento. Anche in questo caso si tratta di due cuscinetti di rotolamento reggispinta a rulli inclinati disposti in modo analogo a quanto sopra descritto per i cuscinetti 12.
Al fine di evitare perdite di materiale da pellettizzare dall’apertura del fondo 6 dalla camera di pellettizzazione 3 attraverso la quale l’albero 10 si inserisce nella camera di pellettizzazione 3 con la sua porzione eccentrica 10a, il tamburo 9 comprende vantaggiosamente mezzi di tenuta in contatto strisciante con la parete della camera di pellettizzazione 3 che individua il fondo 6.
Ad esempio, i suddetti mezzi di tenuta si concretano in un anello di tenuta accolto in una corrispondente sede anulare ricavata nella parete di testa del tamburo 9 rivolta ed in sostanziale contatto con il fondo 6. Ulteriormente, mezzi elastici, nell’esempio una o più molle elicoidali, sono alloggiate nella suddetta sede anulare per spingere con un prefissato carico elastico l’anello di tenuta a fuoriuscire dalla sede anulare al fine di contattare il fondo 6 della camera di pellettizzazione 3.
In corrispondenza dell’estremità inferiore dell’albero 10, vale a dire l’estremità esterna non eccentrica ed esterna alla camera di pellettizzazione 3, è solidalmente collegata in rotazione con la campana rotante 104 che costituisce la parte rotante di uscita del moto di un riduttore meccanico 101 azionato da un motore elettrico 50, come descritto più avanti.
La macchina 1 comprende altresì mezzi raschiatori 16 (cfr. figure 17-20) posizionati all’interno della camera di pellettizzazione 3 per distaccare il materiale dalle porzioni delle pareti della camera di pellettizzazione 3 poste al disopra dei fori 8 della trafila 7 e convogliare tale materiale ad inserirsi fra il tamburo 9 e la trafila 7. I mezzi raschiatori 16 sono direttamente supportati ed azionati in rotazione dall’albero 10, più precisamente dalla sua porzione superiore 10a.
Il riduttore meccanico 101 della macchina 1 comprende un corpo 102, avente forma sostanzialmente cilindrica a sezione circolare, e due parti rotanti, rispettivamente indicate con 103 e 104, le quali possono ruotare rispetto al corpo in modo 102 in modo da poter ruotare attorno ad un prefissato asse di rotazione K-K.
In accordo con la forma di realizzazione illustrata, la prima parte rotante 103 di ingresso del moto nel riduttore 101 è individuata dall’albero 103 che è collegato in modo da risultare solidalmente collegato in rotazione con l’albero del motore 50.
Differentemente, la seconda parte rotante 104 di uscita del moto dal riduttore 101 è individuata dalla campana rotante 104 mostrata nelle figure, la quale è solidalmente collegata in rotazione con l’albero 10 della camera di pellettizzazione 3.
Dunque, nell’ambito della presente descrizione per “albero di ingresso” del riduttore si intende l’albero che è destinato a ricevere la coppia motrice dal motore 50, mentre per “parte rotante di uscita”, o di presa, si intende quella parte rotante (nell’esempio la campana rotante, potendo altresì essere previsto un albero) che è destinata a trasferire la coppia motrice in uscita dal riduttore 101 all’albero 10 della camera di pellettizzazione 3.
Preferibilmente l’albero di ingresso 103 e l’albero di uscita 104 sono estesi in allineamento fra loro lungo un comune asse di rotazione K-K, in quale è altresì allineato con l’asse X-X dell’albero 10 della camera di pellettizzazione 3.
L’albero di ingresso 103 è supportato in rotazione rispetto al corpo 102 mediante interposizione di cuscinetti.
L’albero di ingresso 103 e la campana rotante di uscita 104 sono cinematicamente collegati fra loro mediante mezzi di trasmissione meccanica ad ingranaggi, in grado di assicurare una trasmissione del movimento e della coppia fra elemento dentati accoppiati in ingranamento fra loro.
In particolare, i suddetti mezzi di trasmissione meccanica ad ingranaggi comprendono un primo ingranaggio interno in cui una prima ruota dentata 105, dotata di dentatura esterna, è accoppiata in ingranamento con una seconda ruota dentata 106, dotata di dentatura interna, al fine di trasferire la coppia motrice dall’albero di ingresso 103 verso la campana rotante di uscita 104.
Con riferimento al suddetto primo ingranaggio interno giova rilevare che:
- l’albero di ingresso 103 presenta una porzione di estremità eccentrica 103a, la quale aggetta parallelamente all’asse di rotazione K-K con un prefissato valore di eccentricità E1;
- la prima ruota dentata 105 è supportata folle in rotazione, mediante interposizione di cuscinetti di rotolamento 109, dalla suddetta porzione eccentrica 103a dell’albero di ingresso 103, cosicché l’asse di rotazione R-R della prima ruota dentata 105 presenta una prima eccentricità E1rispetto all’asse di rotazione K-K dell’albero di ingresso 103;
- il diametro primitivo Dp1della prima ruota dentata 105 è maggiore della metà del diametro primitivo Dp2della seconda ruota dentata 106, risultando dunque soddisfatta la seguente relazione:
- il diametro primitivo Dp2di detta seconda ruota dentata 106 è sostanzialmente uguale al diametro primitivo Dp1di detta prima ruota dentata 105 aumentato di due volte il valore di detta prima eccentricità E1, risultando dunque soddisfatta anche la seguente relazione:
Con riferimento all’albero di ingresso 103, si evidenzia che nello stesso è individuabile una porzione principale 103b, dall’estremità della quale si estende la suddetta porzione eccentrica 103a. Come risulta evidente dalle figure 24, 25 e 26, la porzione eccentrica 103a presenta una sezione trasversale più piccola della sezione trasversale della porzione principale 103b, in particolare della sezione trasversale di quest’ultima misurata in sostanziale prossimità del punto da cui la porzione eccentrica 103a si trova ad aggettare assialmente nella direzione K-K dalla porzione principale 103b dell’albero di ingresso 103.
In sostanza, la porzione eccentrica 103a aggetta dalla porzione principale 103b dell’albero di ingresso in modo da non sopravanzarla lateralmente (più specificatamente in direzione radiale), cosicché la porzione eccentrica 103a si trova a restare contenuta nell’ingombro della sezione trasversale della porzione principale 103b dell’albero 103 di ingresso.
Questa specifica caratteristica consente di realizzare riduttori di piccole dimensioni grazie al fatto che, pur prevedendo la presenza dei cuscinetti 109 e 110, il diametro interno delle ruote dentate 105 e 107 può essere mantenuto piccolo, sostanzialmente dell’ordine del diametro esterno della parte principale 103a dell’albero di ingresso 103.
La porzione eccentrica 103a comprende una prima estremità in contatto con la porzione principale 103b e una seconda estremità in prolungamento della quale si estende (nella direzione assiale K-K) un codolo di estremità 120.
Il codolo di estremità 120 si estende nella direzione K-K in modo da risultare coassiale con la porzione principale 103b dell’albero di ingresso 103 e, nel contempo, aggettare assialmente dalla porzione eccentrica 103a senza sopravanzare lateralmente la porzione eccentrica 103a stessa. In sostanza, come risulta dalle figure 24, 25 e 26 il codolo di estremità resta contenuto nell’ingombro della sezione trasversale della porzione eccentrica 10a.
Vantaggiosamente, il codolo di estremità 120 individua un punto di appoggio per supportare l’albero di ingresso (3), cosicché la porzione eccentrica 103a non risulti supportata a sbalzo, con evidenti vantaggi strutturali e, soprattutto, funzionali, dal momento che le ruote dentate 105 e 107 vengono ad essere supportate in rotazione in modo più stabile.
L’asse di rotazione K-K dell’albero di ingresso 103 è allineato con l’asse di rotazione della campana rotante di uscita 104 e il suddetto codolo di estremità 120 è supportato folle in rotazione dalla campana rotante di uscita 104 mediante interposizione di cuscinetti 121.
Nell’esempio di figura, ciò si realizza grazie al fatto che il codolo di estremità 120 e i cuscinetti 121 su di esso montati trovano alloggiamento in un una sede coassiale ricavata nella campana rotante di uscita 104.
La seconda ruota dentata 106 è solidalmente fissata al corpo 102 mentre la prima ruota dentata 105 è cinematicamente collegata in rotazione con la campana rotante di uscita 4, mediante impegno di ingranaggio, vale a dire mediante un collegamento con ingranamento di dentature.
Al fine di trasferire la coppia motrice dall’albero di ingresso 103 verso la campana rotante di uscita 104, i suddetti mezzi di trasmissione meccanica comprendono, preferibilmente, un secondo ingranaggio interno in cui una terza ruota dentata 107, dotata di dentatura esterna, è accoppiata in ingranamento con una quarta ruota dentata 108, dotata di dentatura interna.
Con riferimento al secondo ingranaggio interno giova rilevare che:
- il diametro primitivo Dp3di detta terza ruota dentata 107 è maggiore della metà del diametro primitivo Dp4di detta quarta ruota dentata 108, risultando dunque soddisfatta la seguente relazione:
- l’asse di rotazione R-R della terza ruota dentata 107 presenta una seconda eccentricità E2rispetto all’asse di rotazione K-K della quarta ruota dentata 108;
- il diametro primitivo Dp4della quarta ruota dentata 108 è sostanzialmente uguale al diametro primitivo Dp3della terza ruota dentata 107 aumentato di due volte il valore della seconda eccentricità E2, risultando così soddisfatta anche la seguente relazione:
La terza ruota dentata 107 è collegata in rotazione con la prima ruota dentata 105 mentre la quarta ruota dentata 108, nell’esempio, è individuata da una dentatura interna della campana rotante di uscita 104. Allo scopo, la terza ruota dentata 107 è supportata folle in rotazione, mediante interposizione di cuscinetti di rotolamento 110, dalla suddetta porzione eccentrica 103a del primo albero 3, cosicché l’asse di rotazione R-R della terza ruota dentata 105 presenta una seconda eccentricità E2rispetto all’asse di rotazione K-K dell’albero di ingresso 103 e della campana rotante 104, il valore della prima eccentricità E1risultando convenientemente uguale al valore della seconda eccentricità E2.
La prima ruota dentata 105 e la terza ruota dentata 107 sono solidamente collegate fra loro in rotazione in modo da presentare un asse di rotazione R-R comune. Preferibilmente, le ruote dentate 105 e 1077 sono realizzate in un sol pezzo per formare un’unica ruota dentata dotata di due corone dentate esterne affiancate e parallele fra loro, come illustrato in figura 27, aventi rispettivi diametri primitivi DP1e DP3e numero di denti differente fra loro.
Come precedentemente detto, la riduttore 101 è posizionato in modo che la campana rotante di uscita 104 sia solidale in rotazione con l’albero 10 della camera di pellettizzazione 3, mentre l’albero di ingresso 103 è solidale in rotazione con l’albero del motore 50, nell’esempio costituito da un motore elettrico.
L’azionamento in rotazione dell’albero di ingresso 103 attorno all’asse K-K determina una corrispondente rotazione eccentrica della porzione eccentrica 103a dell’albero di ingresso 103 e della prima ruota dentata 105.
In considerazione del fatto che:
- la prima ruota dentata 105 è montata folle sulla porzione eccentrica 103a dell’albero di ingresso 103,
- la prima ruota dentata 105 è in impegno di ingranaggio, vale a dire mediante un collegamento con ingranamento di dentature, con la seconda ruota dentata 106 e - la seconda ruota dentata 106 è fissa rispetto al corpo 102 del riduttore 1, la suddetta rotazione dell’albero di ingresso 103 determina un movimento epicicloidale della prima ruota dentata 105 attorno alla corona dentata interna della seconda ruota dentata 106.
Il rapporto fra il numero di giri dell’albero di ingresso 103 e il numero di giri della prima ruota dentata 105 nel suddetto movimento epicicloidale attorno alla seconda ruota dentata 106 dipende oltre che dal diametro primitivo e dal numero dei denti della prima ruota dentata 105 e della seconda ruota dentata 106 anche dal valore della suddetta eccentricità E1.
In considerazione del fatto che la prima ruota dentata 105 e la terza ruota dentata 107 sono solidamente collegate fra loro in rotazione attorno al comune asse di rotazione R-R, la suddetta rotazione epicicloidale della prima ruota dentata 105 determina una corrispondente rotazione epicicloidale della terza ruota dentata 107 rispetto alla quarta ruota dentata 108. In sostanza, la ruota dentata 107 compie una rotazione attorno all’asse R-R e una corrispondente rotazione di rivoluzione attorno all’asse K-K della terza ruota dentata 107.
In considerazione del fatto che la terza ruota dentata 107 è in impegno di ingranaggio, vale a dire mediante un collegamento con ingranamento di dentature, con la quarta ruota dentata 108 e che la quarta ruota dentata 108, a sua volta è collegata solidale in rotazione con la campana rotante di uscita 104, la suddetta rotazione epicicloidale della terza ruota dentata 107 determina una corrispondente rotazione della campana rotante di uscita 104 attorno al suo asse K-K. Anche in questo caso, il rapporto fra il numero di giri della terza ruota dentata 107 e della campana rotante di uscita 104 nel suddetto movimento epicicloidale del secondo ingranaggio interno dipende oltre che dal diametro primitivo e dal numero dei denti della terza ruota dentata 107 e della quarta ruota dentata 108 anche dal valore della suddetta seconda eccentricità E2che, nella forma preferita di realizzazione qui considerata, è uguale alla prima eccentricità E1.
Da quanto sopra descritto, è evidente che la presenza del primo ingranaggio interno, del secondo ingranaggio interno e dell’eccentricità E1= E2fra l’asse di rotazione K-K dell’albero di ingresso 103 e l’asse R-R della porzione eccentrica 103a, sulla quale sono supportati folli in rotazione sia la prima ruota dentata 105 che la terza ruota dentata 107, è possibile ottenere elevati rapporti di riduzione del numero di giri della campana rotante di uscita 104 rispetto all’albero di ingresso 103.
Vantaggiosamente, la prima ruota dentata 105 e la terza ruota dentata 107 presentano diametri primitivi DP1, DP3e/o numero di denti differenti fra loro.
Vantaggiosamente, le ruote dentate del riduttore 101 prevedono dentature con denti a profilo ribassato, preferibilmente dentature note con il nome di dentature STUB.
L’adozione di queste dentature è risultato essere un elemento utile per ottenere una riduzione delle dimensioni globali del riduttore, per ottenere la quale è necessario ridurre il diametro delle ruote dentate. Al riguardo si evidenzia come l’adozione di dentature con denti a profilo ribassato consente un corretto funzionamento degli ingranaggi interni nonostante la riduzione del loro diametro esterno.
Nell’utilizzo della macchina 1, i mezzi motori 50 provvedono ad azionare in rotazione l’albero 10 attraverso il riduttore 101, mentre il materiale sfuso viene alimentato nella camera di pellettizzazione 3 attraverso i mezzi di convogliamento 5.
All’interno della camera di pellettizzazione 3, in conseguenza della rotazione dell’albero 10, il tamburo 9 è costretto a muoversi in modo eccentrico, ad esempio in senso antiorario secondo la sequenza illustrata nelle figure 17, 18, 19 e 20. Ovviamente, la rotazione dell’albero 10 può essere azionato anche con verso di rotazione orario anziché antiorario.
Lo spostamento del tamburo 9 all’interno della camera di pellettizzazione 3 porta la parete laterale esterna del tamburo 10 ad posizionarsi via via in successione in prossimità dei vari fori della parete laterale della trafila 7 dotata dei fori radiali 8. Il movimento di avvicinamento del tamburo 9 ad una specifica porzione della parete laterale della trafila 7 dotata di fiori 8 determina una compressione del materiale macinato/sminuzzato che si trova nella camera in prossimità di tale porzione di parete, cosicché questo materiale viene pressato e forzato a fuoriuscire dalla camera di pellettizzazione 3 passando attraverso i fori 8 della trafila 7.
Regolando la posizione angolare del manicotto eccentrico 11 rispetto alla porzione eccentrica 10a dell’albero 10 è poi possibile ottenere una regolazione dell’eccentricità del tamburo 9 nella camera di pellettizzazione 3, come precedentemente indicato.
Come si può apprezzare da quanto descritto, la macchina per la produzione di pellet secondo l’invenzione consente di soddisfare la suddetta esigenza e di superare nel contempo gli inconvenienti di cui si è riferito nella parte introduttiva della presente descrizione.
Infatti, la particolare struttura della macchina secondo l’invenzione, in particolare la sinergia risultante dall’aver previsto una camera di pallettizzazione all’interno della quale è mobile il tamburo mobile con mediante e mezzi motori per azionare detto tamburo eccentrico con interposizione di uno specifico tipo di riduttore meccanico, consente di ottenere la produzione di pellet con una minor potenza di esercizio, a parità di produzione oraria, rispetto alle macchine della tecnica nota nelle quali i mezzi pressori sono fissi e la camera di pellettizzazione viene fatta muovere, essendo oltretutto possibile regolare entro un certo intervallo il valore dell’eccentricità del tamburo, 7 per ottimizzarla in funzione del tipo di materiale da pellettizzare.
Peraltro l’impiego dello specifico riduttore sopra descritto consente di ottenere un elevato rapporto di riduzione con un alto rendimento e, nel contempo di mantenere contenute le dimensioni ed il peso complessivo della macchina.
Un vantaggio della macchina per la produzione di pellet secondo l'invenzione risiede nella semplicità e robustezza della soluzione strutturale adottata, particolarmente in relazione alla camera di pellettizzazione e al riduttore meccanico, che ne assicura il corretto funzionamento senza richiedere onerosi interventi di manutenzione.
Un altro vantaggio della macchina per la produzione di pellet secondo l'invenzione risiede nel fatto che l’azionamento del tamburo all’interno della camera è di semplice e robusta realizzazione, così da scongiurare indesiderate rotture delle parti meccaniche a seguito di una fase di corretto dimensionamento delle parti, principalmente del diametro dell’albero, dei cuscinetti e del tamburo.
Un ulteriore vantaggio della macchina per la produzione di pellet secondo l'invenzione risiede nella possibilità di poter variare il valore dell’eccentricità del tamburo rispetto all’albero che lo supporta, così da ottenere una regolazione degli spostamenti del tamburo all’interno della camera.
Un ancora ulteriore vantaggio della macchina per la produzione di pellet secondo l'invenzione risiede nella possibilità di ottenere un raffreddamento o un riscaldamento della trafila 7 durante la pellettizzazione o prima che la stessa venga avviata grazie alla presenza delle canalizzazioni per il liquido di raffreddamento. Tali canalizzazioni consentono di essere agevolmente collegate a tenuta ad un circuito di raffreddamento o di riscaldamento della macchia, o ad esso esterno, in considerazione del fatto che la camera di pellettizzazione è ferma rispetto alla struttura portante della macchina.
Ovviamente un tecnico del ramo, allo scopo di soddisfare esigenze contingenti e specifiche, potrà apportare numerose modifiche e varianti alla macchina per la produzione di pellet sopra descritta, tutte peraltro contenute nell'ambito di protezione dell'invenzione quale definito dalle seguenti rivendicazioni.

Claims (19)

  1. RIVENDICAZIONI 1. Macchina per la produzione di pellet comprendente una struttura di supporto (2) e una camera di pellettizzazione (3) avente una apertura per l’alimentazione di materiale sfuso da pellettizzare, detta camera di pellettizzazione (3) comprendendo: - una trafila (7) avente una parete dotata di fori passanti (8) per l’estrusione di pellet, detti fori (8) estendendosi da un lato interno ad un lato esterno di detta trafila, - mezzi pressori operativamente associati a detta trafila (7) per spingere il materiale sfuso da pellettizzare a fuoriuscire da detta camera di pellettizzazione (3) passando attraverso i fori (8) di detta trafila (7), in cui: - detti mezzi pressori comprendono un tamburo (9) inserito con gioco in detta trafila (7) e spostabile rispetto a detta trafila (7) in allontanamento/avvicinamento da e verso i fori (8) di detta trafila (7); - mezzi di azionamento agenti su detto tamburo (9) per spostare detto tamburo (9) all’interno di detta trafila (7) in allontanamento/avvicinamento da e verso i fori (8) di detta trafila (7); detto tamburo (9) essendo supportato in modo eccentrico in detta trafila (7) da una porzione eccentrica (10a) di un albero (10) che si estende attraverso detta camera di pellettizzazione (3), cosicché ad una rotazione di detto albero (10) corrisponde uno spostamento di detto tamburo (9) rispetto ai fori (8) di detta trafila (7), caratterizzata dal fatto che in corrispondenza del lato interno di detta trafila (7) la parete interna di detta camera di pellettizzazione (3) forma una sede anulare interna in sottosquadro (51), almeno una porzione periferica di detto rotore (9) essendo inserita all’interno di detta sede anulare interna in sottosquadro (51) e dal fatto che detto albero (10) è cinematicamente collegato a mezzi motori di azionamento mediante mezzi di trasmissione meccanica comprendenti un riduttore meccanico (101) comprendente un corpo (102) nel quale sono supportati in rotazione attorno ad un rispettivo prefissato asse di rotazione (K-K) una parte rotante di ingresso del moto (103) ed un parte rotante di uscita del moto (104) in/da detto riduttore (101), in cui: - detta parte rotante di ingresso del moto (103) e detta parte rotante di uscita del moto (104) sono cinematicamente collegate fra loro mediante mezzi di trasmissione meccanica comprendenti un primo ingranaggio interno comprendente una prima ruota dentata (105) con dentatura esterna accoppiata in ingranamento con una seconda ruota dentata (106) con dentatura interna, - detta prima ruota dentata (105) è supportata folle in rotazione da una porzione eccentrica (103a) di detta parte rotante di ingresso del moto (103), l’asse di rotazione (R-R) di detta prima ruota dentata (105) presentando una prima eccentricità (E1) rispetto all’asse di rotazione (K-K) di detta parte rotante di ingresso del moto (103); - il diametro primitivo (Dp1) di detta prima ruota dentata (105) è maggiore della metà del diametro primitivo (Dp2) della seconda ruota dentata (106) e - il diametro primitivo (Dp2) di detta seconda ruota dentata (106) è sostanzialmente uguale al diametro primitivo (Dp1) di detta prima ruota dentata (105) aumentato di due volte il valore di detta prima eccentricità (E1).
  2. 2. Macchina in accordo con la rivendicazione 1, in cui detto tamburo (9) è supportato da detta porzione eccentrica (10a) di detto albero (10) mediante interposizione di un manicotto eccentrico (11), cosicché variando la posizione angolare di detto manicotto eccentrico (11) rispetto a detta porzione eccentrica (10a) di detto albero (10) è possibile ottenere una regolazione del valore di eccentricità (E) del tamburo (9) rispetto all’asse di rotazione (X-X) dell’albero (10) e dunque rispetto alla trafila (7).
  3. 3. Macchina in accordo con la rivendicazione 2, in cui detto manicotto eccentrico (11) è montato su detta porzione eccentrica (10a) di detto albero (10) mediante interposizione di un manicotto elastico (26) dotato di un’apertura longitudinale (27) estesa per tutta la sua lunghezza assiale.
  4. 4. Macchina in accordo con la rivendicazione 3, in cui: - detto manicotto elastico (26) comprende un primo tratto cilindrico (26a) raccordato ad un secondo tratto conico (26b) con conicità esterna aumentante verso l’estremità del manicotto (26), detto manicotto elastico (26) essendo inserito su detta porzione eccentrica (10a) dell’albero (10) a partire dalla sua estremità conica (26b), l’estremità libera di detto tratto cilindrico (26a) del manicotto elastico (26) presentando una filettatura in impegno con una madrevite di una ghiera flangiata (29), - detta porzione eccentrica (10a) dell’albero (10) presenta un risalto circonferenziale (28) che individua un riscontro assiale contro il quale si arresta in battuta una corrispondente sporgenza assiale interna del manicotto elastico (26) per assicurare un corretto posizionamento assiale del manicotto elastico (26) sull’albero (10).
  5. 5. Macchina in accordo con una qualunque delle rivendicazioni da 1 a 4, in cui detta camera di pellettizzazione (3) si estende assialmente tra una prima estremità chiusa da un fondo (6) ed una contrapposta estremità aperta, detta trafila (7) individuando una porzione della parete laterale di detta camera di pellettizzazione (3).
  6. 6. Macchina in accordo con la rivendicazione 5, in detto tamburo (9) comprende mezzi di tenuta in contatto strisciante con il fondo (6) di detta camera di pellettizzazione (3).
  7. 7. Macchina in accordo con una qualunque delle rivendicazioni da 1 a 6, in cui detto albero (10) si estende secondo una direzione sostanzialmente verticale (X-X).
  8. 8. Macchina in accordo con la rivendicazione 5, in cui: - detto tamburo (9) comprende una porzione periferica cilindrica almeno parzialmente inserita all’interno di detta sede anulare interna in sottosquadro (51), - detta porzione periferica cilindrica di detto tamburo (9) comprende una porzione frontale scanalata comprendente una pluralità di scanalature (52) estese secondo un andamento sostanzialmente parallelo all’asse della porzione eccentrica (10a) dell’albero (10) della camera di pellettizzazione (3) e - dette scanalature (52) di detta superficie frontale scanalata presentano un andamento con sezione decrescente procedendo dall’estremità aperta verso l’estremità chiusa di detta camera di pellettizzazione (3).
  9. 9. Macchina in accordo con la rivendicazione 5 o 8, in cui: - detto tamburo (9) comprende una porzione periferica cilindrica almeno parzialmente inserita all’interno di detta sede anulare interna in sottosquadro (51), - detta porzione periferica cilindrica di detto tamburo (9) comprende una porzione frontale scanalata comprendente una pluralità di scanalature (52) estese secondo un andamento sostanzialmente parallelo all’asse della porzione eccentrica (10a) dell’albero (10) della camera di pellettizzazione (3) e - dette scanalature determinano un’alternanza circonferenziale fra pieni e vuoti lungo detta porzione frontale scanalata tale da assicurare che ad ogni giro completo del tamburo (9) rispetto alla trafila ciascuna porzione di cresta fra due scanalature si trovi sfalsata di una prefissata quantità rispetto alla posizione assunta nel passaggio durante il giro precedente.
  10. 10. Macchina in accordo con la rivendicazione 5, in cui detto tamburo (9) comprende una porzione periferica cilindrica almeno parzialmente inserita all’interno di detta sede anulare interna in sottosquadro e una porzione esternamente conica estesa da detta porzione cilindrica in modo che la sezione trasversale di detto tamburo (9) diminuisca verso l’estremità aperta di detta camera di pellettizzazione (3), la parete esterna di detta porzione conica comprendendo mezzi per interrompere la continuità rettilinea piana della parete esterna di detta porzione conica in modo da contrastare il movimento di risalita da detta porzione cilindrica lungo la parete esterna conica del tamburo (9) di materiale sfuso da pellettizzare contenuto in detta camera di pellettizzazione (3).
  11. 11. Macchina in accordo con la rivendicazione 10, in cui detti mezzi per interrompere la continuità rettilinea piana della parete esterna di detta porzione conica comprendono almeno un gradino circonferenziale (53) che, lungo detta parete esterna della porzione conica (9b), individua un riscontro di arresto orientato verso detta porzione cilindrica (9a).
  12. 12. Macchina in accordo con la rivendicazione 11, in cui detto gradino circonferenziale (53) individua una seghettatura rivolta verso detta porzione cilindrica (9a).
  13. 13. Macchina in accordo con la rivendicazione una qualunque delle rivendicazioni da 10 a 12, in cui detti mezzi per contrastare il movimento di risalita da detta porzione cilindrica e lungo la parete esterna conica del tamburo (9) di materiale sfuso da pellettizzare contenuto in detta camera di pellettizzazione (3) comprendono una pluralità di dentelli acuminati orientati verso detta porzione cilindrica.
  14. 14. Macchina in accordo con una qualunque delle rivendicazioni da 1 a 13, in cu in detto riduttore (101): - detta prima ruota dentata (105) è cinematicamente collegata in rotazione con detta parte rotante di uscita del moto (104) mediante impegno di ingranaggio e - detta seconda ruota dentata (106) è fissata a detto corpo (102).
  15. 15. Riduttore meccanico in accordo con la rivendicazione 14, in cui detti mezzi di trasmissione meccanica comprendono un secondo ingranaggio interno comprendente una terza ruota dentata (107) con dentatura esterna accoppiata in ingranamento con una quarta ruota dentata (108) con dentatura interna, in cui: - il diametro primitivo (Dp3) di detta terza ruota dentata (107) è maggiore della metà del diametro primitivo (Dp4) di detta quarta ruota dentata (108), - l’asse di rotazione di detta terza ruota dentata (107) presenta una seconda eccentricità (E2)rispetto all’asse di rotazione di detta quarta ruota dentata (108); - il diametro primitivo (Dp3) di detta quarta ruota dentata (108) è sostanzialmente uguale al diametro primitivo (Dp3) di detta terza ruota dentata (107) aumentato di due volte il valore di detta seconda eccentricità (E2) e - un elemento scelto fra detta terza ruota dentata (107) e detta quarta ruota dentata (108) essendo collegato in rotazione con detta prima ruota dentata (105), il restante elemento fra detta terza ruota dentata (107) e detta quarta ruota essendo collegato in rotazione con detta parte rotante di uscita del moto (104).
  16. 16. Macchina in accordo con la rivendicazione 15, in cui detta terza ruota dentata (107) è supportata folle in rotazione da detta porzione eccentrica (103a) di detta parte rotante di ingresso del moto (103), detta prima ruota dentata (105) e detta terza ruota dentata (107) essendo solidamente collegate fra loro in rotazione in rispetto ad uno stesso asse di rotazione (R-R).
  17. 17. Macchina in accordo con una qualunque delle rivendicazioni da 1 a 16, in cui detta porzione eccentrica (103a) di detta parte rotante di ingresso del moto (103) presenta una sezione trasversale più piccola della sezione trasversale di detta parte rotante di ingresso del moto (103) in sostanziale prossimità del punto da cui aggetta assialmente detta porzione eccentrica (103a), cosicché detta porzione eccentrica (103a) non sopravanza lateralmente detta parte rotante di ingresso del moto (103) e resta contenuto nell’ingombro della sezione trasversale di detta parte rotante di ingresso del moto (103).
  18. 18. Macchina in accordo con una qualunque delle rivendicazioni da 1 a 17, in cui da detta porzione eccentrica (103a) aggetta in prolungamento un codolo di estremità (120), detto codolo di estremità (120): - essendo coassiale con detta parte rotante di ingresso del moto (103) e - aggettando assialmente da detta porzione eccentrica (103a) in modo da non sopravanzare lateralmente detta porzione eccentrica (103a), restando contenuta nell’ingombro della sezione trasversale di detta porzione eccentrica (103a), - detto codolo (120) è supportato folle in rotazione da detta parte rotante di uscita del moto (104) mediante interposizione di cuscinetti (121).
  19. 19. Macchina in accordo con la rivendicazione 5, comprendente mezzi magnetici (4) posizionati in corrispondenza di detta estremità aperta della camera di pellettizzazione (3) al di fuori di detta camera di pellettizzazione (3) per intercettare eventuali materiali ferrosi presente nel materiale alimentato nella camera di pellettizzazione.
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