ITMC20110078A1 - Stazione mobile di autolavaggio. - Google Patents

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ITMC20110078A1 IT000078A ITMC20110078A ITMC20110078A1 IT MC20110078 A1 ITMC20110078 A1 IT MC20110078A1 IT 000078 A IT000078 A IT 000078A IT MC20110078 A ITMC20110078 A IT MC20110078A IT MC20110078 A1 ITMC20110078 A1 IT MC20110078A1
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    • B60VEHICLES IN GENERAL
    • B60SSERVICING, CLEANING, REPAIRING, SUPPORTING, LIFTING, OR MANOEUVRING OF VEHICLES, NOT OTHERWISE PROVIDED FOR
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    • B60S3/04Vehicle cleaning apparatus not integral with vehicles for exteriors of land vehicles

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  • Mechanical Engineering (AREA)
  • Electrical Discharge Machining, Electrochemical Machining, And Combined Machining (AREA)

Description

DESCRIZIONE
“STAZIONE MOBILE DI AUTOLAVAGGIO†.
TESTO DELLA DESCRIZIONE
La presente domanda di brevetto per invenzione industriale ha per oggetto una stazione mobile di autolavaggio.
Come à ̈ noto ormai da tempo trovano larga diffusione le stazioni di autolavaggio, nell’ambito delle quali à ̈ possibile, per l’appunto, sottoporre le autovetture ad un accurato lavaggio eseguito con potenti getti di acqua e di eventuali additivi detergenti.
Attualmente esistono differenti tipologie di simili stazioni di autolavaggio: da un lato esistono quelle più convenzionali, nell’ambito delle quali il lavaggio del veicolo viene effettuato dal personale addetto sulla base di operazione sostanzialmente manuali, dall’altro esistono le cosiddette stazioni di lavaggio automatico, nell’ambito delle quali una vettura viene sottoposta ad un percorso obbligato e sottoposta all’azione combinata di potenti getti d’acqua e di rulli detergenti.
La più moderna tipologia di stazioni di lavaggio deve essere probabilmente individuata nelle cosiddette stazioni “self service†, ciascuna delle quali consiste sostanzialmente in un box entro cui l’utente può parcheggiare il proprio veicolo e sottoporlo, in prima persona, all’azione di potenti lance capaci di generare getti d’acqua ad elevata pressione.
Al di là delle differenze appena rilevate, si deve riconoscere che tutte le anzidette tipologie di stazioni di lavaggio sono in grado di assolvere convenientemente alla loro funzione.
L’unico inconveniente che le accomuna à ̈ legato al fatto che ciascuna di esse – a prescindere della specifica tipologia di appartenenza – prevede un’istallazione fissa e dunque obbliga il potenziale utente a portare il proprio veicolo da lavare nello specifico luogo in cui esse sono effettivamente poste in opera.
Per ovviare ad un simile inconveniente, vi à ̈ già chi ha pensato di organizzare un servizio di lavaggio delle vetture sostanzialmente a domicilio.
In questo caso, cioà ̈, il fornitore di un simile servizio si offrirebbe di recarsi al domicilio di ogni singolo cliente o quanto meno in una zona più vicina al luogo di residenza di un potenziale numero di clienti.
Se à ̈ vero che una simile idea appare promettente in termini di successo commerciale, à ̈ altrettanto evidente come l’organizzazione di un autolavaggio itinerante possa far sorgere una serie di inconvenienti di notevole entità, in relazione, quanto meno, all’esigenza di realizzare un corretto smaltimento delle acque reflue e di contenere convenientemente i potenti getti d’acqua nel corso delle operazioni di lavaggio, impedendo che gli stessi possano investire incontrollatamente cose o persone posizionate nelle vicinanze.
Un’attenta riflessione su queste ultime problematiche ha fornito l’impulso per concepire la presente invenzione, il cui principale scopo à ̈ quello di realizzare una stazione di autolavaggio mobile che consenta di eseguire con la massima efficienza e compatibilità ambientale il lavaggio di un veicolo per il tramite di una lancia ad acqua ad azionamento manuale.
A tale scopo una simile stazione mobile comprende una cabina atta ad alloggiare i principali organi di funzionamento ed altresì destinata a fungere da struttura portante per una sorta di tunnel entro cui deve essere parcheggiato il veicolo fintanto che lo stesso sia sottoposto all’anzidetta operazione di lavaggio.
Detto tunnel reca una struttura “convertibile†che gli consente di essere facilmente e rapidamente condotto nel suo assetto operativo allorquando si tratti di eseguire il lavaggio dei veicoli, ma anche di essere ricondotto altrettanto rapidamente in un assetto compatto non operativo, utile ai fini di minimizzarne gli ingombri in occasione della movimentazione dell’intera stazione di autolavaggio da un luogo all’altro.
Il primo di tali componenti consiste in una pedana atta a fungere da superficie di appoggio del veicolo da lavare e a raccogliere l’acqua di lavaggio che le cade sopra per gravità.
Il secondo consiste invece in una tettoia destinata a disporsi al di sopra della pedana medesima, sì da proteggere l’autoveicolo in fase di lavaggio da eventuali agenti atmosferici e contenere i potenti getti d’acqua forzata che rimbalzano inevitabilmente contro la carrozzeria dello stesso.
Ebbene una simile stazione di autolavaggio si presta ad essere montata su un rimorchio trainabile o direttamente sul cassone di un camion o trasportata da un carro attrezzi.
Entrambe queste soluzioni le assicurano, per l’appunto, di poter essere comodamente trasferita e posta in opera da un luogo all’altro
Preferibilmente la stazione anzidetta deve essere posta in opera in un’area pubblica fornita delle tradizionali bocchette di allaccio alla rete idrica pubblica, del tipo di quelle utilizzate dai vigili del fuoco, con le quali essa può vantaggiosamente connettersi.
Ciò non toglie però che questa stazione mobile possa funzionare anche in assenza di un simile allaccio alla rete idrica pubblica, visto che la stessa si presta facilmente ad essere corredata di un serbatoio d’acqua che le assicura un’alimentazione autonoma.
In entrambi i casi la stazione secondo il trovato verrà comunque posta in opera in corrispondenza di quei luoghi ad uso pubblico presso i quali si attende un considerevole afflusso di veicoli, quali ad esempio un supermercato, una fiera, un impianto sportivo, ecc.
Un’ulteriore finalità della presente invenzione à ̈ quella di garantire alla stazione mobile in questione una perfetta funzionalità in termini di depurazione, riciclaggio e smaltimento dell’acqua utilizzata per il lavaggio dei veicoli, secondo le modalità che saranno chiarite nel prosieguo della presente descrizione.
Grazie ad un simile accorgimento, il funzionamento della stazione medesima si rivela compatibile con tutte le norme antinquinamento previste a tutela dell’ambiente.
Per maggiore chiarezza esplicativa la descrizione del trovato prosegue con riferimento alle tavole di disegno allegate, aventi solo valore illustrativo e non certo limitativo, in cui:
- le figure da 1 a 3 sono altrettante rappresentazioni assonometriche che mostrano in sequenza le modalità adottate dalla stazione di autolavaggio in questione per passare dal suo assetto non operativo al suo assetto operativo;
- le figure 4 e 5 sono due rappresentazioni assonometriche che mostrano la pedana in dotazione alla stazione di autolavaggio anzidetta, rispettivamente ancora priva delle corsie di appoggio degli autoveicoli e già fornita delle stesse
- le figure 6 e 7 mostrano, con due rappresentazioni assonometriche, una seconda versione costruttiva della stazione anzidetta prevista a corredo di un autocarro;
- le figure da 8A a 8C mostrano un’ulteriore forma di realizzazione della tettoia convertibile in dotazione alla stazione in questione;
- le figure da 9A a 9C mostrano un’ulteriore forma di realizzazione della pedana convertibile in dotazione alla stazione di autolavaggio anzidetta.
Con riferimento alle figure allegate, la stazione mobile di autolavaggio secondo il trovato utilizza come struttura portante una cabina (1) destinata ad alloggiare i vari organi di funzionamento dell’intero impianto.
Si allude, in particolare, alle condotte di adduzione dell’acqua destinate ad essere allacciate alle anzidette bocchette della rete idrica pubblica, ad un compressore che alimenta, quanto meno, una lancia ad acqua (o idropulitrice) ed un aspirapolvere, nonché ad un impianto destinato ad eseguire la depurazione dell’acqua utilizzata per lavare gli autoveicoli, ai fini di un suo riutilizzo o di un suo smaltimento nelle fognature.
La medesima cabina (1) si presta anche ad alloggiare una cisterna atta a contenere acqua da utilizzare in assenza dell’anzidetto allaccio con la rete idrica pubblica.
Come anticipato, detta cabina (1) risulta associata ad una robusta pedana metallica (2), sostanzialmente rettangolare, sulla quale parcheggiare il veicolo da lavare, così come ad una sovrastante tettoia (3) atta a formare, in cooperazione con la cabina medesima (1), un vero e proprio tunnel al di sopra dell’anzidetta pedana (2).
Si consideri peraltro che pedana (2) e tettoia (3) recano una struttura convertibile che consente loro, per l’appunto, di essere condotte alternativamente nel loro assetto operativo “esteso†e nel loro assetto non operativo “compatto†.
La pedana anzidetta (2) reca peraltro, in corrispondenza dei propri bordi trasversali, due rispettive coppie di scivoli (20) atti ad agevolare la salita e la discesa dei veicoli.
In particolare essa presenta sostanzialmente la struttura di una vasca, con bordi perimetrali piuttosto bassi, atta a contenere due corsie asportabili (21) destinate ad essere calate esattamente al suo interno.
La funzione di una simile struttura a vasca à ̈ quella di raccogliere l’acqua che precipita sulla pedana medesima (2) dal sovrastante veicolo sottoposto a lavaggio, mentre le due rispettive corsie (21) sono effettivamente destinate a fungere da superfici di appoggio in favore delle ruote del veicolo da lavare.
Si consideri peraltro che la pedana anzidetta (2) à ̈ connessa idraulicamente con l’anzidetto impianto di depurazione alloggiato nella cabina (1), di modo che l’acqua che si raccoglie sul fondo della stessa possa essere convogliata, ad opera di un’opportuna pompa, in direzione di tale impianto ed essere soggetta ai necessari trattamenti di depurazione.
In tal modo l’acqua medesima si presta ad essere riutilizzata in occasione del lavaggio di successivi veicoli, magari nelle fasi del primo risciacquo e/o del primo lavaggio con schiuma.
Si à ̈ già detto che la pedana anzidetta (2) reca una struttura “convertibile†che le consente di passare dal suo assetto operativo orizzontale, disteso al suolo sul fianco di una parete (10) della cabina (1), ad un assetto non operativo verticale, a contatto con la medesima parete (10) di quest’ultima.
La prima condizione à ̈ mostrata nella figura 3, mentre la seconda condizione à ̈ illustrata in sequenza nelle figure 1 e 2.
L’esame combinato di tali figure permette di accertare come l’anzidetta pedana (2) risulti capace – una volta liberata dalla presenza delle rispettive corsie (21) – di piegarsi sostanzialmente a soffietto contro la rispettiva parete (10) della cabina (1).
Per realizzare un simile effetto à ̈ previsto che la pedana medesima (20) sia formata in realtà da due identiche semivasche (S1, S2) e che uno dei bordi longitudinali della prima (S1) di tali semivasche sia fulcrato alla base dell’adiacente parete (10) della cabina (1), mentre l’altro bordo longitudinale della stessa risulta fulcrato all’adiacente bordo longitudinale della seconda semivasca (S2).
Naturalmente detta pedana (2) si avvale della collaborazione di opportuni attuatori, non mostrati nelle figure allegate, atti per l’appunto ad eseguire alternativamente le anzidette operazioni di allungamento e di contrazione a soffietto della pedana anzidetta (2).
La figura 3 mostra anche una preferita forma di realizzazione dalla tettoia (3) destinata a sovrastare la pedana (2) ed a creare, in cooperazione con l’anzidetta cabina (1), l’anzidetto tunnel (T) di alloggiamento del veicolo da lavare.
Si tratta, in particolare, di una tettoia gonfiabile che risulta destinata, nella sua condizione non operativa “sgonfia†, ad essere compattata ed alloggiata a scomparsa all’interno di un vano dislocato alla sommità della cabina anzidetta (1).
Questo vano risulta corredato, in corrispondenza dell’anzidetta parete (10) della cabina (1) associata alla pedana (2), di uno sportello orizzontale (11), il cui bordo longitudinale superiore risulta fulcrato appena al di sotto del tetto della cabina medesima (1).
Ebbene nel momento in cui si voglia condurre questa tettoia (3) nel suo assetto operativo, occorre eseguirne il gonfiaggio per mezzo dell’anzidetto compressore alloggiato nella cabina medesima (1).
In tal modo la tettoia medesima (3) tende spontaneamente a fuoriuscire dall’anzidetto vano di alloggiamento, esercitando una spinta nella direzione di apertura nei confronti dell’anzidetto sportello (11).
Il profilo conferito a questa tettoia (3) à ̈ tale per cui la stessa, a gonfiaggio completato, assume un assetto arcuato rispetto al fianco dell’anzidetta parete (10) della cabina portante (1).
In una simile condizione à ̈ possibile individuare, nell’ambito della tettoia gonfiabile medesima (3), un tratto verticale (T1) che si appoggia al suolo sull’esterno del bordo longitudinale libero dell’anzidetta pedana (2) e che si raccorda con un sovrastante tratto sostanzialmente orizzontale (T2) che si estende fino alla sommità dell’anzidetta parete (10) della cabina (1), restando parzialmente innestato nell’anzidetto vano di alloggiamento.
Naturalmente nell’ambito della presente idea inventiva sia la tettoia (3), che la pedana (2) si prestano ad essere realizzate in molte differenti soluzioni costruttive, comunque caratterizzate dall’anzidetta convertibilità.
Con particolare riferimento alle illustrazioni schematiche contenute nelle figure 8A-8C, la tettoia (3) potrebbe essere formata, ad esempio, da due pannelli (31, 32) incernierati sostanzialmente a compasso in corrispondenza di due adiacenti bordi longitudinali.
Nell’assetto non operativo della tettoia (3), questi due pannelli (31, 32) sono in grado di rimanere attestati l’uno sull’altro e di essere alloggiati a scomparsa entro un apposito sottile vano realizzato alla sommità della cabina portante (1).
Nel momento in cui si voglia portare la tettoia (3) in assetto operativo, occorre sfilare solidamente i due anzidetti pannelli (31, 32) dall’anzidetto vano di alloggiamento.
Ad estrazione completata, il pannello superiore (31) si dispone a sbalzo, in un assetto sostanzialmente orizzontale, al di sopra della pedana (2), mentre il pannello inferiore (32), essendo incernierato in corrispondenza del bordo longitudinale esterno di quello superiore (31), tende spontaneamente a ruotare dall’alto verso il basso, allontanandosi progressivamente dalla cabina (1) ed assumendo infine un assetto sostanzialmente verticale.
Del resto un’articolazione sostanzialmente equivalente può essere prevista anche con riferimento alla struttura dell’anzidetta pedana (2), secondo quanto mostrato nelle figure schematiche da 9A a 9C.
In questa versione costruttiva à ̈ previsto che la seconda semivasca (S2) sia comunque fulcrata in corrispondenza del bordo longitudinale esterno della prima semivasca (S1), ma con possibilità di compiere una rotazione in direzione della faccia superiore della medesima prima semivasca (S1), sì da potersi perfettamente sovrapporre a questa.
In un simile assetto compatto le due semivasche (S1, S2) possono essere insediate per scorrimento solidale, fino a completa scomparsa, all’interno di un vano orizzontale di alloggiamento ricavato alla base dell’anzidetta parete (10) della cabina (1).
Allorquando si voglia invece condurre le medesime semivasche (S1, S2) nel loro assetto operativo, occorre dapprima estrarle dal loro anzidetto vano di alloggiamento e poi, una volta completata questa estrazione, ribaltare verso l’esterno la seconda semivasca (S2), fino a condurla in un assetto orizzontale affiancato a quello della prima semivasca (S1).
Le figure 6 e 7 mostrano un’ulteriore versione costruttiva del trovato, nell’ambito della quale à ̈ previsto che l’anzidetta cabina portante (1) sia montata a bordo di un autocarro e che la pedana (2) e la tettoia (3) debbano disporsi, nel loro assetto operativo, su un fianco di tale autocarro.
In questo caso la pedana (2) si mantiene normalmente alloggiata, in assetto verticale, all’interno di un primo vano (V1) ricavato lungo la parete laterale (10) della cabina medesima (1).
Detta pedana (2) risulta peraltro dotata di due appendici ribaltabili (201, 202), ciascuna delle quali fulcrata in corrispondenza di uno dei bordi trasversali della stessa.
Nell’anzidetto assetto di riposo della pedana (2) à ̈ previsto che le due appendici (201, 202) siano ruotate da parti opposte, e fino a battuta, verso il centro della pedana (2), sì da minimizzare l’ingombro longitudinale della stessa.
Allorquando si tratti di condurre tale pedana nel suo assetto orizzontale operativo, à ̈ previsto che la stessa sia ruotata dall’alto verso il basso di 180° e che le sue anzidette appendici (201, 202) siano ruotate verso l’esterno, da parti opposte, di circa 180°, sì da assumere un assetto complanare con quello della pedana medesima (2) e da generare l’effetto di aumentare la lunghezza di quest’ultima.
In questa versione della stazione mobile di autolavaggio secondo il trovato la relativa tettoia convertibile (3) risulta contenuta in un apposito secondo vano (V2) montato longitudinalmente alla sommità dell’anzidetta cabina (10) ed opportunamente dotato di un’apertura laterale, tramite la quale la tettoia medesima (3) può fuoriuscire al fine di occupare la necessaria posizione operativa al di sopra della rispettiva pedana (2).
Si precisa infine che la cabina anzidetta (1) si presta di essere corredata, in corrispondenza del tetto, di uno o più pannelli fotovoltaici, atti a conferire alla stazione di lavaggio secondo il trovato una certa autosufficienza per ciò che attiene l’alimentazione elettrica dei suoi apparati.

Claims (10)

  1. RIVENDICAZIONI 1) Stazione mobile di autolavaggio, caratterizzata per il fatto di comprendere: - una cabina portante (1) destinata ad alloggiare gli organi di funzionamento della stazione di autolavaggio medesima - una pedana sostanzialmente rettangolare (2) associata ad una parete (10) di detta cabina (1) e dotata della capacità di portarsi alternativamente da un assetto non operativo, in corrispondenza del quale essa risulta attestata o infilata entro l’anzidetta parete (10), ad un assetto operativo, in corrispondenza del quale essa assume un assetto orizzontale, sostanzialmente al livello del suolo, che le consente di fungere da superficie di appoggio per i veicoli da lavare; essendo previsto che tale pedana (2) sia corredata, in corrispondenza dei propri bordi trasversali, di rispettivi scivoli (20) atti a favorire la salita e la discesa dei veicoli - una tettoia (3) associata all’anzidetta parete (10) della cabina (1) e dotata della capacità di portarsi alternativamente da una assetto non operativo, in corrispondenza del quale risulta infilata entro un vano realizzato nella cabina (1) sull’interno della medesima parete (10), ad un assetto operativo, in corrispondenza del quale essa fuoriesce da tale parete (10) e forma, in cooperazione con quest’ultima, un tunnel atto a sovrastare e contenere l’anzidetta pedana (2) nel suo anzidetto assetto operativo.
  2. 2) Stazione mobile di autolavaggio, secondo la rivendicazione 1, caratterizzata per il fatto che l’anzidetta cabina (1) risulta corredata di condotte di adduzione dell’acqua atte ad essere allacciate alle bocchette della rete idrica pubblica.
  3. 3) Stazione mobile di autolavaggio, secondo la prima o entrambe le rivendicazioni precedenti, caratterizzata per il fatto che l’anzidetta cabina (1) alloggia al suo interno: un compressore per la produzione di aria compressa, destinato ad alimentare, quanto meno, una lancia ad acqua, nonché una cisterna per lo stoccaggio dell’acqua da impiegare nelle operazioni di lavaggio ed un impianto per la depurazione ed il riciclo dell’acqua utilizzata per il lavaggio dei veicoli.
  4. 4) Stazione mobile di autolavaggio, secondo una o più delle rivendicazioni precedenti, caratterizzata per il fatto che l’anzidetta pedana (2) reca sostanzialmente la struttura di una vasca atta a contenere esattamente una o più corsie asportabili (21) effettivamente destinati a supportare i veicoli da lavare; essendo previsto che detta pedana (2) sia connessa idraulicamente con l’anzidetto impianto destinato alla depurazione ed il riciclo dell’acqua utilizzata per il lavaggio dei veicoli.
  5. 5) Stazione mobile di autolavaggio, secondo una o più delle rivendicazioni precedenti, caratterizzata per il fatto che l’anzidetta pedana (2) risulta formata da due identiche semivasche affiancate (S1, S2), apribili e richiudibili sostanzialmente a soffietto ad opera di opportuni attuatori; essendo previsto che la prima di tali semivasche (S1) sia fulcrata, in corrispondenza di uno dei suoi bordi longitudinali, alla base dell’anzidetta parete (10) della cabina (1), mentre in corrispondenza dell’altro bordo longitudinale essa risulta fulcrata all’adiacente bordo longitudinale della seconda semivasca (S2).
  6. 6) Stazione mobile di autolavaggio, secondo una o più delle rivendicazioni da 1 a 4, caratterizzata per il fatto che l’anzidetta pedana (2) risulta formata da due identiche semivasche (S1, S2), reciprocamente fulcrate in corrispondenza dei loro bordi longitudinali adiacenti; essendo previsto che la prima (S1) di tali semivasche mantenga stabilmente un assetto orizzontale e la seconda (S2) sia capace di ruotare rispetto ad essa, sì da assumere alternativamente, nei suoi confronti, un assetto sovrapposto o un assetto complanare; essendo previsto che le anzidette semivasche (S1, S2), una volta condotte nel loro anzidetto assetto sovrapposte, siano atte ad essere insediate interamente, a seguito di uno scorrimento solidale, entro un apposito vano orizzontale di alloggiamento ottenuto alla base dell’anzidetta cabina (1) sul retro dell’anzidetta parete (10).
  7. 7) Stazione mobile di autolavaggio secondo una o più delle rivendicazioni precedenti, caratterizzata per il fatto che l’anzidetta tettoia (3) reca una struttura gonfiabile che le consente di restare alloggiata sgonfia entro un vano dotato di sportello di accesso (11) previsto alla sommità dell’anzidetta parete (10) della cabina (1), ma anche di fuoriuscire spontaneamente da tale vano, a seguito del proprio gonfiaggio, sì da assumere un assetto sostanzialmente arcuato, al di sopra dell’anzidetta pedana (2), in corrispondenza del quale essa forma un tratto verticale (T1) atto ad appoggiarsi al suolo sull’esterno del bordo longitudinale libero della pedana medesima (2) e a raccordarsi con un sovrastante tratto sostanzialmente orizzontale (T2) che si estende fino alla sommità dell’anzidetta parete (10) della cabina (1), restando parzialmente innestato entro l’anzidetto rispettivo vano di alloggiamento.
  8. 8) Stazione mobile di autolavaggio, secondo una o più delle rivendicazioni da 1 a 6, caratterizzata per il fatto che l’anzidetta tettoia (3) risulta formata da due pannelli (31, 32) incernierati sostanzialmente a compasso in corrispondenza dei loro bordi longitudinali adiacenti e dunque capaci di assumere un assetto sovrapposto che consente loro di essere infilati interamente, a seguito di uno scorrimento solidale, entro un vano sostanzialmente orizzontale ottenuto alla sommità della cabina (1) sull’interno dell’anzidetta parete (10); essendo previsto altresì, nel momento in cui i due anzidetti pannelli (31, 32) siano estratti dal rispettivo vano di alloggiamento, che il pannello superiore (31) si disponga in un assetto sostanzialmente orizzontale al di sopra dell’anzidetta pedana (2) e che il pannello inferiore (32), ormai libero dall’interferenza del vano di alloggiamento medesimo, ruoti spontaneamente verso il basso, fino ad assumere un assetto verticale e ad appoggiarsi al suolo sull’esterno del bordo longitudinale libero della pedana medesima (2).
  9. 9) Stazione mobile di autolavaggio, secondo una o più delle rivendicazioni da 1 a 4, caratterizzata per il fatto che l’anzidetta cabina (1) à ̈ montata a bordo di un autocarro e per il fatto che la rispettiva pedana (2) e la rispettiva tettoia (3) sono in grado di assumere il loro anzidetto assetto operativo lateralmente all’autocarro medesimo; essendo previsto all’uopo che l’anzidetta cabina (1) rechi, in corrispondenza della propria parete longitudinale (10), un vano verticale (V1) entro cui si attesta ed alloggia l’anzidetta pedana (2) allorquando si trovi nel suo assetto non operativo; essendo previsto altresì che la medesima cabina (1) rechi in sommità un vano orizzontale (V2) destinato a contenere nel suo assetto non operativo la rispettiva tettoia (3) ed altresì dotato di un’apertura laterale dislocata sullo stesso lato dell’anzidetto vano (V1).
  10. 10) Stazione mobile di autolavaggio, secondo la rivendicazione 9, caratterizzata per il fatto che l’anzidetta pedana (2) reca, in corrispondenza dei propri bordi trasversali, due appendici ribaltabili (201, 202) atte a portarsi da un assetto non operativo, in corrispondenza del quale sono attestate da parti opposte contro la superficie superiore della pedana medesima (2), ad un assetto operativo, in corrispondenza del quale assumono da parti opposte un assetto complanare con tale pedana (2).
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