ITMC20090062A1 - Dispositivo di chiusura automatica perfezionato per portello di veicolo. - Google Patents

Dispositivo di chiusura automatica perfezionato per portello di veicolo. Download PDF

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Description

DESCRIZIONE
“DISPOSITIVO DI CHIUSURA AUTOMATICA PERFEZIONATO PER PORTELLO DI VEICOLO†.
TESTO DELLA DESCRIZIONE
La presente domanda di brevetto per invenzione industriale ha per oggetto un dispositivo per la chiusura automatica della serratura di un portello di un veicolo, in particolare per il portello posteriore del bagagliaio di un’autovettura.
Come à ̈ noto il portello di un veicolo generalmente comprende una serratura che si accoppia, in relazione di accoppiamento a scatto, con un perno o nasello previsto nel telaio del veicolo.
Per ragioni di sicurezza à ̈ richiesto che la serratura preveda un doppio scatto. Il primo scatto, segnala una chiusura temporanea che avviene adagiando il portello sul telaio. Il secondo scatto segnala una chiusura definitiva che avviene esercitando una certa pressione sul portello, in modo da comprimere adeguatamente le guarnizioni perimetrali previste nel portello e/o nel telaio del veicolo.
Negli ultimi anni le autovetture più sofisticate sono state corredate di un dispositivo per la chiusura automatica della serratura del loro portello posteriore.
Nel caso in cui il portello venga semplicemente adagiato contro il telaio, facendo compiere al perno della serratura suddetta solamente il primo scatto, il dispositivo automatico à ̈ preposto ad effettuare la perfetta chiusura del portello agganciando detto perno e trascinandolo fino a fargli effettuare il secondo scatto.
Al fine di comprendere l’impostazione strutturale di un tradizionale dispositivo automatico, di tipo noto, la descrizione procede con riferimento a due tavole di disegno, Figg. 1 e 2, che mostrano rispettivamente il fronte ed il retro di detto dispositivo.
Con particolare riferimento alla Fig. 1, detto dispositivo à ̈ costituito da un telaio scatolare allungato (7) entro il quale à ̈ disposto un motorino elettrico (M) con un albero (A) avente un asse di rotazione parallelo alla parete di fondo del telaio. L'albero (A) à ̈ collegato a una vite senza-fine (V) ingranante con una prima ruota dentata (R1), ruotante su di un perno il cui asse à ̈ perpendicolare alla parete di fondo del telaio. Detta prima ruota dentata (R1) à ̈ il primo di una serie di ingranaggi di riduzione (R1, R2, R3) che si impegnano tra loro, due a due.
Come mostrato in Fig. 2, l'ultimo ingranaggio (R3) presenta un perno di rotazione che fuoriesce all’esterno della parete di fondo del telaio per supportare una puleggia (8) che presenta una gola (8a) sulla sua superficie laterale. Nella gola (8a) della puleggia si avvolge parzialmente un cavetto d’acciaio (non raffigurato in Fig. 2) che presenta all’estremità una testa ingrossata. La puleggia (8) reca una sede (8b) di alloggiamento per la testa ingrossata di estremità di detto cavetto d’acciaio. Il cavetto à ̈ alloggiato all’interno di una comune guaina, con possibilità di scorrimento rispetto a quest’ultima.
Come evidenziato in Fig. 2 sulla parete di fondo del telaio scatolare (7) Ã ̈ dislocata una staffa (9) che sporge ortogonalmente verso l'esterno. La staffa (9) presenta un foro (9a) avente un diametro tale da impedire l'inserimento della guaina del cavo. Quindi il cavetto di acciaio risulta scoperto per il tratto che intercorre fra il foro (8b) di bloccaggio della testa del cavo ed il (9a) di arresto della guaina.
L’altra estremità di detto cavetto à ̈ fissata ad una leva basculante, che durante la sua corsa operativa aggancia il nasello della serratura, trascinandolo fino a fargli effettuare il secondo scatto.
Il motorino elettrico (M) del dispositivo viene azionato automaticamente, grazie ad un sensore di prossimità, non appena il nasello della serratura compie il primo scatto, così che il portello viene serrato perfettamente anche se la chiusura manuale dello stesso non à ̈ eseguita con energia sufficiente per far compiere al nasello della serratura detto secondo scatto. Non appena il nasello della serratura effettua il secondo scatto il motorino elettrico (M) cambia il verso di rotazione, rilasciando il cavo e consentendo alla leva basculante di tornare, grazie ad una relativa molla di richiamo, nel suo assetto di riposo.
Chiaramente al posto del treno di ingranaggi illustrato nelle Figg. 1 e 2 che azionano il cavetto che tira il nasello della serratura, possono essere previsti altri mezzi trasmissione per azionare detto nasello.
Il principale inconveniente di un tale dispositivo consiste nel fatto che, nel caso di un accidentale bloccaggio del dispositivo durante il suo funzionamento, a causa di una rottura o a causa di mancanza di corrente, la leva basculante si arresterebbe, inibendo la rotazione a ritroso del nasello, il quale rimarrebbe bloccato in una posizione a cavallo tra il primo e il secondo scatto, con conseguente bloccaggio della serratura e del portello che non si potrebbe più aprire.
In questo caso à ̈ necessario utilizzare una chiave di emergenza per movimentare gli ingranaggi (R1, R2, R3), in quanto non à ̈ possibile corredare il dispositivo di una molla di richiamo.
Infatti mettendo una molla di richiamo sull’ultimo ingranaggio (R3), la spinta che la molla eserciterebbe sul relativo ingranaggio non riuscirebbe a far girare a ritroso tutta la serie di ingranaggi (R2, R1) in quanto il sistema à ̈ di tipo irreversibile. Mentre mettendo una molla di richiamo sul primo ingranaggio (R1) si avrebbe l’inconveniente di dover aumentare notevolmente le prestazioni del motorino elettrico (M) gravando sui costi e sugli ingombri del dispositivo nel complesso.
Questa ultima soluzione non à ̈ stata mai adottata anche per il fatto che non esistono attualmente molle idonee all’uso, se si pensa che il primo ingranaggio (R1) deve compiere molti giri affinché detto nasello possa a sua volta ultimare la sua corsa necessaria per causare il secondo scatto della serratura.
Scopo della presente invenzione consiste nell’ovviare a tutti gli inconvenienti sopra elencati ideando un dispositivo per la chiusura automatica della serratura del portello di un'autovettura che adotti un gruppo di riduzione reversibile, e che sia più affidabile e sicuro e non crei problemi in caso di guasti.
Questi ed altri scopi sono stati raggiunti dal dispositivo automatico, secondo l'invenzione, le cui caratteristiche principali sono puntualizzate nella prima rivendicazione.
Il dispositivo di chiusura per portello di veicolo, secondo l'invenzione, comprende:
- un motore elettrico provvisto di un albero,
- una vite senza fine azionata in rotazione da detto albero,
- un ingranaggio in cui ingrana detta vite senza fine, - mezzi di trasmissione che collegano detto ingranaggio ad un nasello della serratura di detto dispositivo di chiusura.
Un dispositivo di disaccoppiamento à ̈ interposto tra detto albero e detta vite senza fine. Il dispositivo di disaccoppiamento accoppia l'albero alla vite senza fine, quando l'albero ruota e disaccoppia l'albero dalla vite senza fine, quando l'albero à ̈ fermo.
Appaiono evidenti i vantaggi del dispositivo di chiusura secondo l'invenzione. Infatti in caso di rottura o inceppamento di tale dispositivo di chiusura, la leva che aziona il nasello della serratura può essere agevolmente azionata dall'operatore, proprio perché la vite senza fine à ̈ disaccoppiata dall'albero motore.
Per maggior chiarezza esplicativa la descrizione del dispositivo per la chiusura automatica della serratura del portello di un veicolo secondo l'invenzione, prosegue con riferimento alle tavole di disegno allegate, aventi solo valore illustrativo e non certo limitativo, in cui:
la Fig. 1 Ã ̈ una vista in prospettiva dall'alto di un dispositivo di chiusura automatica di un portelo di veicolo secondo la tecnica nota;
la Fig. 2 Ã ̈ una vista in prospettiva dal basso del dispositivo di chiusura di Fig. 1;
la Fig. 3 Ã ̈ una vista in prospettiva, illustrante in esploso un dispositivo di disaccoppiamento secondo l'invenzione, interposto tra un albero motore ed una vite senza fine del dispositivo di chiusura automatico.
la Fig. 4 Ã ̈ una vista in prospettiva del dispositivo di disaccoppiamento di Fig. 3 assemblato ed in condizione di disaccoppiamento;
la Fig. 5 Ã ̈ una vista in prospettiva del dispositivo di disaccoppiamento ruotata di 180° rispetto a Fig. 4;
la Fig. 6 Ã ̈ una vista frontale del dispositivo di disaccoppiamento di Fig. 5;
la Fig. 7 Ã ̈ una vista in prospettiva del dispositivo di disaccoppiamento di Fig. 3 assemblato ed in condizione di accoppiamento;
la Fig. 8 Ã ̈ una vista in prospettiva del dispositivo di disaccoppiamento ruotata di 180° rispetto a Fig. 7; e
la Fig. 9 Ã ̈ una vista frontale del dispositivo di disaccoppiamento di Fig. 8;
Per ora con riferimento a Fig. 3 viene illustrato un albero motore (A) destinato ad essere messo in rotazione da un motore elettrico ed una vite senza fine (V) destinata a mettere in rotazione un ingranaggio che attraverso mezzi di trasmissione comanda il movimento di un nasello della serratura di chiusura del portello.
Secondo l'invenzione, tra l'albero motore (A) e la vite senza fine (V) viene interposto un dispositivo di disaccoppiamento (1) atto ad accoppiare l'albero (A) alla vite senza fine (V), quando l'albero (A) Ã ̈ in rotazione e a disaccoppiare l'albero (A) dalla vite senza fine (V), quando l'albero (A) Ã ̈ fermo.
Il dispositivo di disaccoppiamento (1) comprende un supporto (2) che viene reso solidale all'albero (A). Il supporto (2) si impegna con una puleggia (3) sulla quale sono montati due artigli (5) che ingranano su una ruota dentata (6) montata ad un'estremità della vite senza fine (V). Una molla (4) à ̈ interposta tra il supporto (2) e la flangia (3).
Il supporto (2) comprende un corpo (20) dal quale sporge un codolo centrale (21) provvisto di un foro per il fissaggio dell'estremità dell'albero (A). Due perni (22) sporgono dal corpo (20) in posizioni diametralmente opposte rispetto al codolo centrale (21).
La flangia (3) ha un corpo a forma di rombo allungato e presenta un foro centrale (31) entro il quale si impegna girevolmente il codolo centrale (21) del supporto. Due asole (32) sono ricavate nel corpo della flangia in posizioni diametralmente opposte rispetto al foro centrale (31). In questo modo i perni (22) del supporto possono essere disposti entro le asole (32) della flangia e scorrere all'interno di queste.
Due sporgenze (33) sono disposte nel corpo (30) della flangia in posizioni diametralmente opposte rispetto al foro centrale (31) e distanziate angolarmente di 90° dalle asole (32).
Le sporgenze (33) della flangia servono da riscontri per le estremità della molla (4) che ha la forma di una spira che si avvolge attorno al codolo centrale (21) del supporto.
Due perni (34) sono montati alle estremità periferiche del corpo (30) della flangia.
Gli artigli (5) sono identici. Ciascun artiglio (5) comprende un corpo (50) a forma di "C", che si estende per un arco di cerchio di circa 180°. Nella parte centrale del corpo (50) viene ricavato un foro (51) entro il quale si impegna girevolmente il rispettivo perno (34) della flangia (3).
Un'estremità dell'artiglio (5) prevede un dente (52) atto ad ingannare con la dentatura della ruota dentata (6) della vite senza fine (V). L'altra estremità dell'artiglio (5) presenta una testa ingrossata (53) avente un peso maggiore rispetto alla restante parte dell'artiglio, in modo da funge da massa inerziale. A tale scopo la testa (53) à ̈ piena mentre la restante parte del corpo dell'artiglio presenta delle sfinestrature di alleggerimento.
La testa (53) ha una forma cilindrica e presenta sulla sua parete laterale un'ansa concava (54) atta a sposarsi con un profilo convesso (55) previsto nell'altra estremità del corpo dell'artiglio, dietro il dente (52).
La ruota dentata (6) prevede una dentatura costituita da pluralità di denti (60) che generano delle scanalature (61) atte a consentire l'ingranamento del dente (52) di ciascun artiglio (5).
Come mostrato nelle Figg. 4, 5 e 6, quando gli elementi del dispositivo di disaccoppiamento (1) sono assemblati, l'ansa concava (54) della testa inerziale (53) di un artiglio (5) va in battuta contro il profilo convesso (55) dell'estremità dell'altro artiglio, mantenendo in questo modo il dente (52) di ciascun artiglio disimpegnato dalla dentatura della ruota dentata (6).
Con particolare riferimento a Fig. 6, in questa situazione di disaccoppiamento, la molla (4) sollecita una rotazione della flangia (3) in senso orario direzione della freccia (F1), rispetto al codolo (21) del supporto che à ̈ solidale all'albero (A). La corsa di rotazione della flangia (3) à ̈ regolata dalla lunghezza delle asole (32) della flangia. Infatti tale rotazione si interrompe quando l'estremità delle asole (32) della flangia vanno in battuta sui perni (22) del supporto come mostrato in Fig. (6). In questa situazione le anse (55) delle teste inerziali (53) spingono in profili convessi (54) degli artigli, in modo che i denti (52) degli artigli non interferiscano con la dentatura della ruota dentata (6).
Quando il motore elettrico mette in rotazione l'albero (A), ad esempio in senso antiorario con riferimento a Fig. 6, il supporto (2) inizia a ruotare assieme all'albero (A) e trascina in rotazione la flangia (3), poiché i perni (22) del supporto (2) sono impegnati nelle asole (32) della flangia (3). Conseguentemente anche gli artigli (5) ruotano assieme alla flangia (3).
Come mostrato nelle Figg. 7, 8 e 9, le teste (53) degli artigli, durante la rotazione, fungono da massa inerziale e sono quindi soggette ad una forza centrifuga che tende ad allontanarle dall'asse di rotazione che coincide con l'asse dell'albero (A).
Con particolare riferimento a Fig. 9, le teste (53) degli artigli sono soggette alla forza centrifuga (Fc). Poiché gli artigli (5) sono imperniati sui perni (34) della flangia (3), la forza centrifuga (Fc) applicata sulle teste (53) tende a far ruotare gli artigli (5) attorno ai loro assi di perno (34) nella direzione delle frecce (F2).
Come risultato, come meglio illustrato in Fig. 7, i denti (52) di ciascun artiglio (5) vanno ad ingranare la dentatura della ruota dentata (6), trascinando in rotazione la vite senza fine (V).
Quando l'albero (A) si ferma, il supporto (2) non fa più ruotare la flangia (3); quindi le teste (53) degli artigli non sono più soggette a forza centrifuga. Come risultato la molla (4) spinge la flangia (3) nella sua posizione di finecorsa illustrata in Fig. (6) e le anse (54) delle teste degli artigli spingono i profili convessi (55) degli artigli, disimpegnando i denti (52) degli artigli dalla dentatura della ruota dentata (6). In questo modo, la vite senza fine (V) à ̈ disaccoppiata dall'albero (A) consentendo quindi qualsiasi intervento di manutenzione in caso di guasto o inceppamento del dispositivo di chiusura del portello.
Alla presente forma di realizzazione dell’invenzione possono essere apportate numerose variazioni e modifiche di dettaglio, alla portata di un tecnico del ramo, rientranti comunque entro l’ambito dell’invenzione espresso dalle rivendicazioni annesse.

Claims (6)

  1. RIVENDICAZIONI 1) Dispositivo di chiusura per portello di veicolo comprendente: - un motore elettrico provvisto di un albero (A), - una vite senza fine (V) azionata in rotazione da detto albero (A), - un ingranaggio in cui ingrana detta vite senza fine (V), - mezzi di trasmissione che collegano detto ingranaggio ad un nasello della serratura di detto dispositivo di chiusura, caratterizzato dal fatto di comprendere un dispositivo di disaccoppiamento (1) interposto tra detto albero (A) e detta vite senza fine (V) che accoppia l'albero (A) alla vite senza fine (V), quando l'albero ruota e disaccoppia l'albero (A) dalla vite senza fine (V), quando l'albero (A) Ã ̈ fermo, detto dispositivo di disaccoppiamento (1) comprendendo: - un supporto (2) solidale all'albero (A), - una flangia (3) collegata a detto supporto (2), - una coppia di artigli (5) montati su detta flangia (3) Ã ̈ provvisti di denti (52) atti ad ingannare sulla dentatura di una ruota dentata (6) solidale a detta vite senza fine (V), e - una molla (4) interposta tra detto supporto (2) e detta flangia (3) in modo da sollecitare la flangia (3) in una posizione in cui i denti (52) di detti artigli non ingranano con la dentatura della ruota dentata (6) solidale alla vite senza fine.
  2. 2) Dispositivo di chiusura secondo la rivendicazione 1, caratterizzato dal fatto che ciascuno di detti artigli (5) comprende una testa ingrandita (53), fungente da massa inerziale soggetta ad una forza centrifuga (Fc), durante la rotazione del dispositivo di disaccoppiamento, che tende a far ingranare detti denti (52) degli artigli nella dentatura dell'ingranaggio (6) solidale alla vite senza fine.
  3. 3) Dispositivo di chiusura secondo la rivendicazione 2, caratterizzato dal fatto che ciascuno di detti artigli (5) ha un coipo (50) a forma sostanzialmente di "C" che à ̈ imperniato, in ima posizione centrale, ad un rispettivo perno (34) di detta flangia, in cui detto dente (52) si trova ad un'estremità di detto corpo (50) e detta testa ingrandita (53) si trova all'altra estremità di detto corpo.
  4. 4) Dispositivo di chiusura secondo la rivendicazione 2 o 3, caratterizzato dal fatto che detta testa ingrandita (53) di ciascun artiglio presenta un'ansa concava (54) atta ad andare in battuta contro un profilo convesso (55) previsto a estremità dell'altro artiglio dietro al dente (52) in modo da consentire il disimpegno del dente (52) dalla dentatura della ruota dentata (6) solidale alla vite senza fine.
  5. 5) Dispositivo di chiusura secondo una qualsiasi delle rivendicazioni precedenti, caratterizzato dal fatto che detto supporto (2) comprende un codolo centrale (21) entro il quale viene fissato detto albero (A) e due perni (22) disposti in posizioni diametralmente opposte per impegnarsi entro rispettive asole (32) ricavate in detta flangia (3).
  6. 6) Dispositivo di chiusura secondo la rivendicazione 5, caratterizzato dal fatto che detta flangia (3) presenta un foro centrale (31) entro il quale si impegna girevolmente detto codolo (21) del supporto e due perni (34) disposti in posizioni periferiche diametralmente opposte rispetto a detto foro centrale (31) sui quali sono imperniati detti artigli (5).
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