ITMC20060053A1 - Sistema di fissaggio dei contrappesi in calcestruzzo sull'esterno delle vasche di lavatrici, lavasciugatrici e simili. - Google Patents

Sistema di fissaggio dei contrappesi in calcestruzzo sull'esterno delle vasche di lavatrici, lavasciugatrici e simili. Download PDF

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Description

DESCRIZIONE
a corredo di una domanda di brevetto per invenzione industriale avente per titolo:
“SISTEMA DI FISSAGGIO DEI CONTRAPPESI IN CALCESTRUZZO SULL’ESTERNO DELLE VASCHE DI LAVATRICI, LAVASCIUGATRICI E SIMILI”.
TESTO DELLA DESCRIZIONE
La presente domanda di brevetto per invenzione industriale ha per oggetto un sistema per il fissaggio dei contrappesi in calcestruzzo sull’esterno delle vasche di lavatrici, lavasciugatrici e simili.
Come è noto le vasche delle lavatrici e di altri simili elettrodomestici hanno la necessità di essere contrappesate, al fine di limitare le vibrazioni che sarebbero indotte nei loro confronti dalle vorticose rotazioni dei cestelli in esse insediati, nel corso della fase di centrifuga.
In particolare è previsto che le vasche adottate dagli anzidetti elettrodomestici siano realizzate in materiali plastici (solitamente polipropilene) e che i contrappesi destinati ad essere montati sull’esterno delle stesse siano generalmente realizzati tramite stampaggio del calcestruzzo, in maniera tale da assumere le forme più idonee per potersi accoppiare esattamente con il profilo esterno delle vasche medesime.
Fino ad ora un simile reciproco fissaggio è stato per lo più realizzato grazie all’impiego di opportune viti di collegamento; essendo previsto in particolare che tali viti abbiano la funzione di infilarsi all’interno di appositi fori passanti realizzati in corrispondenza della struttura cementizia di un rispettivo contrappeso, per poi avvitarsi entro corrispondenti sedi previste sulla rispettiva vasca.
In alternativa vi è chi ha pensato di realizzare un simile fissaggio utilizzando una sorta di cintura radiale che consente di “legare” ogni contrappeso alla rispettiva vasca.
Un’attenta considerazione di un simile quadro tecnologico di riferimento ha permesso di accertare che in realtà i ricordati sistemi di fissaggio dei contrappesi non possono essere considerati pienamente soddisfacenti.
Tecnicamente complesse ed economicamente onerose si rivelano infatti le operazioni necessarie ad ottenere, sulla struttura cementizia di ciascun contrappeso, gli anzidetti fori passanti destinati all’ insediamento delle viti, così come le operazioni necessarie per attrezzare questi stessi fori con boccole, rondelle o altri mezzi destinati a cooperare con le viti medesime.
Analoghi inconvenienti si registrano peraltro anche in relazione alle operazioni relative alla predisposizione, in corrispondenza della struttura in plastica della vasca, delle anzidette sedi filettate destinate a favorire l’impegno delle viti anzidetto
Peraltro la necessità di realizzare gli anzidetti fori passanti attraverso la struttura di ciascun contrappeso comporta anche la necessità di conferire allo stesso un elevato peso specifico, al fine di recuperare la massa cementizia asportata a tale scopo dal “cuore” di tale struttura.
In questa prospettiva occorre predisporre una specifica miscela di calcestruzzo che certamente presenta costi piuttosto consistenti.
Scopo specifico della presente invenzione è quello di mettere a punto un sistema alternativo per realizzare il fissaggio degli anzidetti contrappesi sull’esterno di una rispettiva vasca in polipropilene.
In particolare questo nuovo sistema prevede che ciascuno contrappeso sia fatto aderire direttamente contro la parete esterna della rispettiva vasca, sulla base di una tecnica di incollaggio che prevede l’applicazione di uno strato di opportuno collante tra due superfci preventivamente sottoposte ad un processo di attivazione chimico-fisica.
Solo per fornire qualche indicazione non limitativa, si precisa che una simile attivazione chimico-fisica delle superfici da incollare potrebbe essere realizzata utilizzando alternativamente la cosiddetta tecnologia al “plasma atmosferico”, quella cosiddetta a “corona”, quella cosiddetta a “fiamma (metano)” o ancora quella cosiddetta ad “UV-Ozono” Inutile dire che in tal modo si può evitare il ricorso a qualsiasi mezzo “esterno” di collegamento tra vasca e contrappesi, e più precisamente il ricorso a quelle anzidette viti che, nella tecnica anteriore, costituiscono lo strumento più diffuso per eseguire una simile stabile unione.
Tuttavia occorre subito precisare che l’anzidetta tecnologia di incollaggio può essere vantaggiosamente utilizzata soltanto nel caso in cui si tratti di unire stabilmente due superfici in materiali plastici, e non anche nel caso in cui si intenda collegare irreversibilmente una superfìcie in materiali plastici (come quella della vasca di ima lavatrice) ed una superficie in calcestruzzo (come quella dei rispettivi contrappesi).
Ebbene la specifica idea di soluzione che ha permesso di utilizzare la tecnologia al plasma atmosferico anche per realizzare la sopra denunciata finalità è stata quella di fare in modo che ciascuno degli anzidetti contrappesi incorpori, fin dalla fase del suo stampaggio, un particolare inserto stampato in plastica, che presenta vagamente la forma di uno sgabello rovesciato.
Grazie a questa particolare configurazione, le ipotetiche gambe, rivolte verso l’alto, di una simile struttura a sgabello riescono ad “impegnarsi” in profondità, e dunque in maniera irreversibile, entro la massa cementizia del rispettivo contrappeso, mentre l’ipotetica seduta di questa stessa struttura, emerge brevemente rispetto alla superficie posteriore di quest’ultimo.
Si può dire, altrimenti, che un simile contrappeso venga a presentare, in corrispondenza della faccia rivolta verso la vasca di istallazione, una sorta di piastra in plastica circoscritta dalla massa cementizia.
Proprio la presenza di questa superfìcie in plastica inferiormente ad un contrappeso così ottenuto permette finalmente di applicare l’anzidetta tecnologia di incollaggio, atta a garantire effettivamente la reciproca e stabile unione tra la parete posteriore del contrappeso e la parete esterna della rispettiva vasca.
In tale prospettiva è previsto che le due anzidetto superfìci in plastica (quella del contrappeso e quella della rispettiva vasca) siano fatte aderire grazie alla previsione di uno strato intermedio di collante, che viene applicato solo dopo che le due medesime superfìci siano state sottoposte all’ anzidetto processo di attivazione chimico-fisica, tipico delle tecnologie sopra ricordate.
Già sulla base di questa prima descrizione dovrebbero risultare evidenti gli specifici vantaggi che questo nuovo sistema di fissaggio permette di ottenere rispetto alla sopra riferita tecnica anteriore.
I primo di tali vantaggi è relativo all’eliminazione delle viti, che certamente si rivelano più costose rispetto alla quantità di collante richiesta per l’attuazione del sistema in questione, cosi come all’eliminazione delle sedi di impegno delle viti medesime in corrispondenza della vasca.
Oltre a ciò va segnalato positivamente Γ incremento del volume utile di ciascun contrappeso dovuto alla rinuncia ai tradizionali fori passanti per le viti e che, a parità d’ingombro complessivo del medesimo contrappeso, permette la riduzione del peso specifico della miscela di calcestruzzo e dunque, anche in questo caso, un minor costo di produzione.
Si precisa inoltre che linterposizione dell’ anzidetto strato di collante, di per sé dotato di un’elevata intrinseca elasticità, tra i corpi rigidi di un contrappeso e della rispettiva vasca, permette anche di ottenere anche un significativo smorzamento di quelle vibrazioni e di quel rumore che si producono invece allorquando si utilizzino le tradizionali viti per realizzare un analogo reciproco fissaggio.
Peraltro l’idea di far “emergere” dal fondo di un contrappeso l’anzidetta superficie in materiali plastici può essere sfruttata anche al fine di incorporare in corrispondenza della stessa uno o più mezzi di aggancio (quali clips, ganci, pioli di innesto e centraggio o simili), atti a realizzare un fissaggio provvisorio del rispettivo contrappeso alla vasca.
Un simile aggancio provvisorio può rivelarsi utile ai fini di un’eventuale movimentazione, lungo la linea di assemblaggio, di una vasca già attrezzata con i rispettivi contrappesi, ma non ancora sottoposta alle anzidette operazioni di reciproco incollaggio; così come nelle fasi immediatamente successive ad un simile incollaggio, nell’attesa che il rispettivo collante faccia presa.
Per maggiore chiarezza esplicativa la descrizione del trovato prosegue con riferimento alle tavole di disegno allegate, aventi solo valore illustrativo e non certo limitativo, in cui:
- la figura 1 è una rappresentazione assonometrica dell’inserto in plastica destinato ad essere inglobato nella massa di un contrappeso in calcestruzzo;
- la figura 2 è una vista laterale del medesimo inserto;
- la figura 3 è una sezione con il piano A-A di figura 2;
- la figura 4 è una sezione con un piano trasversale di un contrappeso che ingloba Γ anzidetto inserto in plastica e del tratto della vasca sul quale esso risulta saldato;
- la figure 5, 6, 7 e 8 sono rispettivamente una rappresentazione assonometrica, una vista in pianta dall’alto e due rispettive sezioni di una forma alternativa dell’inserto destinato ad essere inglobato in un contrappeso in calcestruzzo;
- la figura 9 mostra, con una sezione con un piano verticale, le modalità di fissaggio di quest’ultimo inserto alla rispettiva vasca.
Con riferimento alle figure da 1 a 3, il sistema secondo il trovato prevede l’insediamento di un inserto scatolare stampato in plastica (1) entro lo stampo di formatura di un contrappeso in calcestruzzo (10), del tipo di quelli destinati ad essere montati sull’esterno di una vasca in polipropilene o in altri equivalenti materiali plastici (20) destinata a lavatrici, lavasciugatrici e simili.
In particolare Γ anzidetto inserto scatolare (1) presenta una forma sostanzialmente a sgabello capovolto, nell’ambito della quale è possibile individuare la presenza di una piastra circolare di base (la) dal cui bordo perimetrale aggetta una serie di gambe divergenti (lb), regolarmente distanziate, che risultano unite, in corrispondenza delle rispettive estremità, per il tramite di un bordino circolare (le) che presenta un diametro più ampio rispetto a quello della medesima piastra circolare (la).
La citata figura 1 permette altresì di verificare come ciascuna di tali gambe (lb) incorpori internamente, e per tutta la sua altezza, una rispettiva nervatura di irrigidimento (ld); da parte loro le figure 2 e 3 mostrano che l’anzidetta piastra circolare di base (la) reca centralmente, dalla parte opposta rispetto alle anzidette gambe (lb), un piolo (le).
La figura 4 serve ad illustrare invece le modalità di insediamento dell’inserto (1) entro il rispettivo contrappeso (10); tramite questa figura si può verificare come le anzidette gambe (lb) dell’inserto (1) debbano essere inglobate in profondità nel calcestruzzo con cui viene formato il contrappeso (10) e come invece l’anzidetta piastra circolare (la) debba sporgere leggermente dalla faccia posteriore (IOa) dello stesso, si da “emergere” dalla circostante massa di calcestruzzo.
La stessa figura 4 è utile anche per verificare le modalità di fissaggio di un simile contrappeso (10) alla superficie della rispettiva vasca (20).
Come anticipato, il fissaggio viene eseguito predisponendo uno strato di collante (30) tra la piastra circolare in plastica (la) che emerge dalla faccia posteriore (IOa) del contrappeso (10) ed il rispettivo punto di applicazione sulla superfìcie in plastica della vasca medesima (20); non prima però di aver eseguito quel processo di attivazione chimico-fìsica di queste due superimi in plastica (eseguito secondo una delle sopra menzionate tecnologie) necessario ad assicurare un’adesione davvero efficace dell’ anzidetto strato di collante (30).
Da quest’ultima figura si può anche accertare come, nel caso specifico, l’esatto accoppiamento tra il contrappeso (10) ed il suo specifico punto di applicazione sulla vasca (20) sia favorito e “guidato” grazie all’insediamento dell’ anzidetto piolo (le) debordante dalla piastra (la) del contrappeso (10) entro una corrispondente sede (20a) opportunamente predisposta in corrispondenza della vasca medesima (20).
La figura 5 e seguenti si riferiscono ad un’ulteriore forma di realizzazione del solito inserto (100) che si differenzia da quella precedentemente descritta a causa dell’adozione di una particolare configurazione sull’esterno della propria piastra circolare di base (100a).
Una simile configurazione è finalizzata ad ottenere un più stabile aggancio preventivo tra il medesimo inserto (100) e la rispettiva vasca (20), la quale, a sua volta, è destinata ad adottare di conseguenza mezzi idonei (200) a favorire l’accoppiamento dello stesso.
Nell’ambito di questa particolare soluzione costruttiva è previsto innanzitutto che dal centro di tale piastra circolare di base (100a) aggetti - dalla parte opposta delle anzidette gambe (lb) - un bulbo sostanzialmente cilindrico (101) che reca all’estremità un intaglio diametrale (102) che determina la formazione di due branche semicilindriche (103) simmetricamente contrapposte.
L’intrinseca elasticità del materiale plastico utilizzato per realizzare l’inserto in questione (100) conferisce a tali branche (103) la capacità di deformarsi elasticamente in presenza di un’energica sollecitazione.
In una sìmile ipotesi, infatti, esse sono in grado di avvicinarsi l’un l’altra, sfruttando la presenza dell’ anzidetto intaglio intermedio (102), ma anche di recuperare spontaneamente e repentinamente la loro distanza “naturale” non appena sia venuta meno l’anzidetta sollecitazione deformante.
Va sottolineato ancora che ciascuna di tali branche (103) reca una rispettiva finestra (104), sull’esterno della quale è ottenuto un risalto cuneiforme (105) orientato verso l’anzidetta estremità libera del bulbo (101).
Ciò significa che il bulbo medesimo (101) può vantare, verso la sua estremità ed in posizioni simmetricamente contrapposte, due risalti cuneiformi (105), i quali, essendo solidali con le rispettive branche (103), sono a loro volta in grado di modificare elasticamente la loro reciproca distanza.
Si può dunque affermare che i due risalti cuneiformi (105) sono in grado di operare come una vera e propria coppia di clips di aggancio nei confronti della vasca (20), secondo le modalità che saranno chiarite nel prosieguo.
Per favorire ulteriormente le modalità di accoppiamento di un simile inserto (100) con la rispettiva vasca (20) è stato anche previsto di dotare Γ anzidetta piastra di base (100a) di una sorta di coppia di ganasce (G) simmetricamente contrapposte rispetto all’ anzidetto bulbo centrale (101), anch’esse destinate a cooperare con opportuni mezzi di accoppiamento in dotazione alla vasca medesima (20).
Ciascuna di tali ganasce (G) è costituita da una coppia di sponde semicircolari concentriche, distanziate da una breve intercapedine (108), delle quali l'una (106), di maggiore altezza e larghezza, aggetta direttamente da un tratto del bordo perimetrale dell'anzidetta piastra di fondo (100a) del rispettivo inserto (100), mentre l’altra (107), di minore altezza e larghezza, occupa una posizione più interna.
Un simile inserto (100) è destinato a cooperare con un rispettivo supporto scatolato (200), di pianta circolare, che aggetta dalla parete esterna della vasca (20), come espressamente mostrato in figura 9.
Tale supporto (200) risulta delimitato da una sorta di collare (201) dotato di un’altezza sostanzialmente identica a quella delle anzidette sponde esterne (106) dell’inserto (100); all’interno di tale collare (201), a circa tre-quarti della sua altezza, è ottenuta una parete orizzontale (202) che reca un foro centrale (203) circoscritto da un boccaglio (204), la cui estremità superiore raggiunge un’altezza di poco inferiore a quella dell’ anzidetto collare (201).
Tale boccaglio (204) occupa dunque una posizione piuttosto interna rispetto all’ anzidetto collare perimetrale (201) del supporto in parola (200), in maniera tale che tra l’uno e l’altro si possa determinare la formazione di un’intercapedine circolare (205).
Sulla base di queste indicazioni è facile comprendere le modalità con cui Γ anzidetto inserto (100) possa accoppiarsi saldamente con il rispettivo supporto scatolato (200), nel momento in cui il primo sia attestato e sospinto contro il secondo con la necessaria energia.
Nel corso di tale operazione si producono contestualmente alcune differenti conseguenze: le sponde più esterne (106) dell’inserto (100) abbracciano dall’esterno il collare (201) del rispettivo supporto scatolato (200); le sponde più interne (107) di tale inserto (100) si insediano entro l’intercapedine (205) prevista superiormente a tale supporto scatolato (200); il bulbo (101) del medesimo inserto (100) si accoppia con il foro centrale (203) dello stesso supporto scatolato (200), in maniera tale che la sua estremità intagliata oltrepassi il medesimo foro (203) e che il suo tratto di base (101a) rimanga sostanzialmente compreso all’interno del boccaglio (204) che circoscrive lo stesso foro (203).
Ebbene nel corso dell’insediamento del bulbo (101) entro il rispettivo foro (203) si registra un progressivo avvicinamento delle sue anzidetto branche deformabili (103).
Questo effetto è direttamente provocato dall’interferenza, via via più energica, che si genera tra i rispettivi risalti esterni cuneiformi (105) che debordano ai lati del bulbo medesimo (101) ed il bordo perimetrale del foro medesimo (203).
Non appena, però, i due medesimi risalti (105) abbiano oltrepassato il foro medesimo (203), Γ intrinseca elasticità delle due rispettive branche (103) fa sì che queste ultime possano tornare spontaneamente a divaricarsi con la conseguenza che i due medesimi risalti (105) possano attestarsi al di sotto del bordo perimetrale del foro (203), rendendo impossibile il fortuito disaccoppiamento tra l’inserto (100) ed il rispettivo supporto (200).
Si può dire altrimenti che i due risalti (105) del bulbo (101) siano in grado di agganciarsi a scatto alla faccia inferiore della parete orizzontale (202) del rispettivo supporto scatolare (200).
Ebbene anche in presenza di questa particolare versione dell’inserto in questione (100) il fissaggio al rispettivo supporto (200), e dunque alla vasca (20), viene eseguito con il solito strato di collante (300) previa attivazione chimico-fisica delle superfici in materiale plastico destinate ad essere interfacciale.
La citata figura 9 permette tuttavia di verificare come, in tale evenienza, lo strato intermedio di collante (300) assuma un andamento sostanzialmente sinusoidale.
Ciò in quanto esso è destinato a colmare sia l’intercapedine (205) prevista superiormente al supporto scatolato (200), che Γ interno del boccaglio (204) che circoscrive il foro centrale (203) dello stesso.
Il collante presente all’interno dell’intercapedine (205) ingloba la rispettiva sponda interna (107) del supporto (101), così come il collante che colma Γ anzidetto boccaglio (204) ingloba il primo tratto del bulbo (101), mentre il collante che tracima dall’anzidetta intercapedine (205) verso interno del boccaglio (204) fa presa direttamente in corrispondenza della piastra di base (100a) del supporto (100).
Va detto infine che, nell’ambito della presente idea inventiva, nulla vieta di utilizzare anche un’alternativa tecnologia di incollaggio delle due anzidette superfici in plastica del contrappeso (10) e della vasca (20); questa più tradizionale tecnologia dovrebbe eventualmente prevedere la stesura di una mano di “primer” al di sopra delle medesime superfici allo scopo di favorire comunque l’adesione dell’ anzidetto strato intermedio di collante (30).

Claims (6)

  1. RIVENDICAZIONI 1) Sistema per il fissaggio dei contrappesi in calcestruzzo sull’esterno delle vasche di lavatrici, lavasciugatrici e simili, del tipo di quelle realizzate in polipropilene o altri equivalenti materiali plastici, caratterizzato per il fatto di prevedere in sequenza: - lo stampaggio di un inserto (1, 100) in materiali plastici costituito da una piastra (la, 100a) che incorpora verso Γ interno una o più gambe (lb) - l’insediamento di un simile inserto (1, 100) all’ interno di uno stampo destinato alla formatura di un contrappeso in calcestruzzo (10), in maniera tale che, a formatura completata, le sue anzidette gambe (lb) restino inglobate in profondità nella massa del contrappeso (10) e che la sua anzidetta piastra (la) possa debordare brevemente dalla faccia posteriore (10a) dello stesso; - il fissaggio dell’ anzidetta piastra (la) del contrappeso (10) contro un opportuno punto della vasca (20), grazie all’interposizione di uno strato di collante (30, 300).
  2. 2) Sistema secondo la rivendicazione 1, caratterizzato per il fatto di prevedere che Γ anzidetto strato di collante (30, 300) sia applicato a seguito di un opportuno processo di attivazione chimico-fisica delle due anzidette superfìci da incollare.
  3. 3) Sistema secondo la rivendicazione 1, caratterizzato per il fatto di prevedere che l’anzidetto strato di collante (30, 300) sia applicato a seguito della stesura di una mano di “primer” in corrispondenza delle due anzidetto superfici da incollare.
  4. 4) Sistema secondo la rivendicazione 1, caratterizzato per il fatto di prevedere che l’anzidetta piastra (la) dell'inserto (1) presenti una superficie circolare ed incorpori, a partire dal proprio bordo perimetrale, una serie di gambe divergenti (lb), regolarmente distanziate, che risultano unite, in corrispondenza delle rispettive estremità, per il tramite di un bordino circolare (le) che presenta una circonferenza più ampia rispetto a quella della piastra medesima (la).
  5. 5) Sistema secondo una o più delle rivendicazioni precedenti, caratterizzato per il fatto di prevedere che l’anzidetta piastra (la) dell’inserto (1) rechi centralmente, dalla parte opposta rispetto alle anzidette gambe (lb), un piolo (le) atto ad essere esattamente insediato in una corrispondente sede (20a) eseguita sulla superficie della vasca (20).
  6. 6) Sistema secondo una o più delle rivendicazioni da 1 a 3, caratterizzato per il fatto di prevedere, in una forma di realizzazione alternativa, che l’anzidetto inserto (100) sia destinato ad agganciarsi a scatto con un corrispondente supporto scatolato (200) incorporato sulla parete esterna della vasca (20); essendo previsto all’uopo che dalla piastra di base (100a) di tale inserto (100), e dalla parte opposta delle anzidette gambe (lb), aggettino: - un bulbo sostanzialmente cilindrico (101) che reca all’estremità un intaglio diametrale (102 atto a determinare la formazione di due branche semicilindriche (103) deformabili elasticamente, entrambe dotate di una rispettiva finestra (104), sull’esterno della quale aggetta un rispettivo risalto cuneiforme (105) orientato verso l’anzidetta estremità del bulbo (101); - una coppia di ganasce (G) simmetricamente contrapposte, ciascuna delle quali costituita da una coppia di sponde semicircolari concentriche, distanziate da una breve intercapedine (108), delle quali l’una (106), di maggiore altezza e larghezza, aggetta direttamente da un tratto del bordo perimetrale dell’anzidetta piastra di fondo (100a) del rispettivo inserto (100), mentre l’altra (107), di minore altezza e larghezza, occupa una posizione più interna; essendo previsto ancora che Γ anzidetto supporto scatolato (200) sia delimitato da una sorta di collare (201) che presenta un’altezza sostanzialmente identica a quella delle anzidette sponde esterne (106) dell’inserto (100) e che incorpora internamente, a circa tre-quarti della propria altezza, una parete orizzontale (202) dotata di un foro centrale (203) in grado di accogliere esattamente Γ anzi detta estremità intagliata (102) del bulbo (101) dell’inserto (100), detto foro (203) essendo circoscritto da un boccaglio (204) la cui estremità superiore si dispone ad una quota di poco inferiore a quella dell’ anzidetto collare (201), rispetto al quale è separato da un’intercapedine circolare (205) atta ad ospitare con un certo gioco le anzidette sponde più interne (107) che aggettano dalla piastra di base (100a) del corrispondente inserto (100).
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