ITGE20000073A1 - Dispositivo di attacco rapido di attrezzi per escavatori. - Google Patents

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ITGE20000073A1
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IT2000GE000073A
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Giuseppe Riccardi
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Description

DESCRIZIONE del brevetto per invenzione industriale avente per titolo: “Dispositivo di attacco rapido di attrezzi per escavatori”,
TESTO DELLA DESCRIZIONE
La presente invenzione riguarda un dispositivo di attacco rapido e di cambio di attrezzi, quali benne, martelloni, denti Ripper e simili ad un escavatore.
Premesso che il collegamento in modo tradizionale (senza attacco rapido) di tali attrezzi al braccio dell’escavatore presenta in fase di cambio degli stessi l’inconveniente di tempi lunghi ed in molti casi della necessita’ di intervento di officine meccaniche o comunque di parecchio personale, la presente invenzione prevede un dispositivo di attacco rapido che consente la sostituzione pressoché immediata degli attrezzi.
La caratteristica che lo differenzia dagli attacchi rapidi noti è che pur conservando la stessa rapidità di sostituzione attrezzi, mantiene invariato il cinematismo previsto dal costruttore della macchina per le attrezzature direttamente collegate al braccio della stessa (senza attacco rapido), mantenendo quindi invariate le forze dell’escavatore.
Altra caratteristica che lo differenzia dagli altri attacchi rapidi è il sistema che elimina continuamente i giochi che si creano tra attacco rapido ed attrezzo a causa dell’usura derivante dall’impiego.
L’oggetto della presente invenzione è pertanto un dispositivo di attacco rapido di un attrezzo al braccio di un escavatore: tale dispositivo comprende un corpo principale provvisto di almeno due pareti laterali collegate posteriormente a tale braccio di lavoro mediante due primi perni che ne consentono la rotazione rispetto a tale braccio e anteriormente a delle pareti superiori del suddetto attrezzo mediante due secondi perni che consentono l’accoppiamento con l’attrezzo stesso; tali secondi perni sono atti a fuoriuscire da tali pareti laterali e ad essere alloggiati in dei fori ricavati su tali pareti superiori dell’attrezzo mediante dei mezzi di comando, inseriti nel suddetto alloggiamento, che ne consentono l’inserimento e il disinserimento automatico in e da suddetti fori, mentre tali pareti superiori sono provviste di elementi di aggancio posteriori dell’attrezzo a due perni concentrici al centro di rotazione del corpo principale del dispositivo.
Il presente dispositivo di attacco automatico consente quindi all’operatore dell’escavatore, di svolgere il lavoro in tempi notevolmente ridotti, con maggiore efficienza, velocità e comodità, soprattutto grazie alla drastica contrazione dei tempi morti necessari per la sostituzione delle attrezzature tradizionali.
Ulteriori scopi e vantaggi della presente invenzione verranno meglio compresi nel corso della seguente descrizione, considerata a titolo esemplificativo e non limitativo e riferita ai disegni allegati, nei quali:
• la Fig. 1 illustra schematicamente un braccio principale di un escavatore ed una benna in attesa di essere agganciata a tale braccio mediante un dispositivo di attacco secondo la presente invenzione;
• la Fig. 2 illustra la benna di Fig. 1 agganciata al braccio principale dell’escavatore mediante il presente dispositivo; • la Fig. 3 illustra una vista parziale dall’alto ed in sezione del dispositivo di attacco di Fig. 1 provvisto di molle di sicurezza e di un cilindro idraulico comprendente dei pistoni di inserimento di due perni di fissaggio nella benna;
• la Fig. 4 illustra una vista ingrandita dall’alto ed in sezione del cilindro idraulico e di una prima variante esecutiva di realizzazione delle molle di sicurezza;
• la Fig. 5 illustra una vista di una seconda variante esecutiva delle molle di sicurezza, e
• le Fig. 6a, 6b e 6c illustrano tre viste parziali di una variante esecutiva dei perni di fissaggio della benna e delle molle di sicurezza in tre diversi momenti delle loro fasi di lavoro.
Con riferimento alla Fig. 1 sono illustrati un braccio principale 1 di un escavatore ed una benna 2 per operazioni di scavo in attesa di essere agganciata ai perni 4 del corpo principale 3 del dispositivo di attacco rapido secondo la presente invenzione. Tale dispositivo comprende un corpo 3 costituito sostanzialmente da due pareti laterali 306 ed una parete inferiore 304. Tali pareti laterali 306 e tale parete inferiore 304 sono costituite da piastre opportunamente sagomate. Su tali piastre 306 sono ricavate tre coppie di fori passanti 301 , 302, 303 : mediante l’inserimento di un perno 401 nei due fori 301 il corpo 3 viene agganciato posteriormente ed in modo che possa ruotare alle estremità del braccio principale 1 ; i due fori 302 consentono il collegamento del presente dispositivo ad un sistema di azionamento idraulico, comprendente su ciascuna fiancata 101 una coppia di leve 5 incernierate ad un cilindro idraulico 6, comandato da un operatore che si trova a bordo dell’escavatore. La leva 5 inferiore è collegata a tali piastre 306 mediante inserimento di un perno 40 in detti fori 302. Tale cilindro idraulico 6 ha lo scopo di alzare e abbassare il corpo del dispositivo 3 e quindi la benna 2, una volta agganciata allo stesso; infine le piastre laterali 306 presentano anteriormente i due fori 303 da ciascuno dei quali può fuoriuscire un perno 7 che si impegna, come verrà descritto in seguito, in un foro 204 ricavato su ciascuna di due pareti superiori 205 della benna 2. Tale benna 2 comprende inoltre una struttura 201 la cui scatola superiore 202 è sagomata in modo da combaciare, ad attacco avvenuto, con la piastra inferiore 304 del corpo 3, come detto opportunamente sagomata. Su dette pareti superiori 205 della benna 2 sono previsti due elementi 203 di agganciamento ai perni laterali 4 del braccio principale 1 dell’escavatore. Si noti infine la presenza di un elemento 305 di rinforzo, posizionato anteriormente e trasversalmente alle piastre laterali 306.
In Fig. 2 è illustrata la benna 2 nella sua configurazione agganciata al braccio principale 1 dell’escavatore, configurazione raggiunta dopo una serie di opportune manovre nelle quali il corpo principale 3 del dispositivo viene ruotato verso l’alto attorno al perno 401 mediante razionamento da parte dell’operatore dei cilindri idraulici 6: ciò facilita l’ingresso di tali perni 4 negli elementi 203 di agganciamento, la cui reciproca distanza garantisce anche un ampio imbocco in senso verticale di detto corpo 3. Dopo l’inserimento dei perni 4 negli elementi 203 di agganciamento il braccio principale 1 viene sollevato verso l’alto nel senso della freccia A fino alla situazione illustrata in figura ed il corpo 3 viene fatto ruotare verso il basso in direzione della freccia B con conseguente appoggio di un’ulteriore piastra 307 inferiore di detto corpo 3 su una battuta 207 prevista sulla scatola superiore 202 della benna 2; si osservi che la rotazione di detto corpo 3 verso il basso favorisce e completa rallineamento dei perni 7 ai fori 204 di agganciamento grazie alla spinta di tale piastra inferiore 307 sulla battuta 207. Completate tale operazioni di inserimento dei perni 4 e di rotazione del dispositivo di attacco inizia un’operazione di inserimento dei perni 7 posteriori nei fori 204 delle due pareti superiori 205 della benna 2.
L’inserimento dei perni <'>7 nei fori 204 ricavati sulle pareti superiori 205 della benna 2 è illustrato nella sezione di Fig. 3. Tale sezione illustra entrambe le posizioni dei perni 7, vale a dire prima dell’inserimento nei fori 204 (il perno 7’ di sinistra) e dopo l’inserimento (il perno 7” di destra). Tale inserimento è comandato dall’operatore e viene effettuato mediante un cilindro oleodinamico 8 al cui interno sono previsti due pistoni 9, provvisti di relativi steli 10 che fuoriescono dalle pareti 801 di fondo del cilindro 8 attraverso dei fori passanti 802. All’estremità esterna di tali steli 10 è fissata l’estremità interna dei perni 7’ e 7” mediante un disco 1 1 di supporto che si inserisce tra due piastre 12 opportunamente sagomate e si fissa ad esse mediante una spina 13. In figura sono illustrate le piastre 12 superiori, di cui si parlerà ulteriormente nelle figure seguenti. I perni 7’ e 7”, come si può notare, sono provvisti di una prima parte cilindrica 701 più interna e che scorre attraverso il foro 303 della relativa piastra laterale 306 e di una parte 702 più esterna nella quale è ricavato un piano inclinato atto a scorrere lungo uno spianamento 206 ricavato nel foro 204 delle pareti superiori 205 della benna 2. L’accoppiamento di tale parte 702 a piano inclinato con il relativo spianamento 206 garantisce un autoallineamento progressivo durante la manovra di inserimento dei perni 7, una grande precisione nell’attacco ed, in condizioni di lavoro particolarmente critiche dell’escavatore, un maggiore accoppiamento tra le piastre laterali 306 del dispositivo di attacco e la benna 2: durante tali fasi, infatti, la benna 2 tende a comprimersi sul dispositivo di attacco ed i perni 7, grazie alla parte 702 a piano inclinato possono ulteriormente avanzare aumentando, come detto, l’accoppiamento tra le piastre laterali 306 e benna 2: inoltre tale soluzione è in grado di recuperare eventuali giochi causati dall’usura delle parti a contatto. Tornando al cilindro 8, esso comprende una parete laterale 803 su cui sono ricavati tre fori 804, 805, 806 di ammissione di un fluido oleodinamico all’interno della camera: il foro centrale 805 agisce sui cieli dei pistoni 9 in modo da spingere gli steli 10 e quindi i perni 7 all’interno dei fori 204 (si veda il perno 7”), mentre i fori laterali 804 e 806 agiscono sul fondo dei pistoni 9 per richiamare i perni 7 da detti fori 204 (si veda il perno 7’). Il fluido oleodinamico in pressione necessario per svolgere tali operazioni di inserimento o estrazione dei perni 7 viene fornito al cilindro 8 attraverso un circuito oleodinamico noto attraverso dei mezzi comandati dall’operatore. Naturalmente la manovra di estrazione dei perni 7 per tale operatore è meno difficoltosa rispetto all’inserimento, in quanto non vi sono difficoltà di imbocco che potrebbero presentarsi nella manovra di inserimento.
Oltre al cilindro 8 a doppio effetto di comando dei perni 7, nel presente dispositivo sono previsti dei mezzi di sicurezza per il bloccaggio di detti perni 7 nella posizione di inserimento nei fori 204, in modo da cautelarsi in caso di guasti quali un eventuale perdita di olio dal circuito. Sempre in Fig. 3 è illustrata una prima forma esecutiva molto schematica di due serie di molle 14, una serie per ciascuno dei due perni 7, disposte attorno al cilindro 8 e parallelamente al suo asse longitudinale. Ogni molla 14 di ciascuna serie relativa ad uno dei perni 7 è fissata ad un’estremità ad una flangia 15 di supporto collegata al relativo perno 7 e, all’altra estremità, è inserita in un manicotto 16 fissato ad un supporto 17 previsto attorno alla parete laterale 803 del cilindro 8. Tali molle 14 lavorano in compressione e consentono, in caso di guasto del circuito idraulico di mantenere sempre all’interno dei fori 204 della benna 2 i perni 7. In particolare per il perno 7”, le molle 14 vengono parzialmente scaricate dall’azione del fluido oleodinamico che contemporaneamente spinge tale perno 7” nel relativo foro 204. Le molle 14 situate dal Iato del perno 7’ estratto dalla parete superiore 205, invece, sono compresse datazione del fluido che agisce sul fondo del relativo pistone 9.
In Fig. 4 è illustrata una prima variante esecutiva delle molle di sicurezza. Come si può osservare, le molle 14 sono alloggiate ad un estremità in un bicchiere 18 sul quale viene fissato un manicotto 19, mentre all’altra estremità sono fissate in una sede 20 ricavata nelle flange 15. Tali flange 15 sono fissate sul bordo interno della parte cilindrica 701 dei perni 7 mediante dei mezzi 21 di accoppiamento, quali perni, bulloni o altro. Ciascun bicchiere 18 è fissato esternamente ad una vite 22 provvista di un dado 23 ed impegnata in un relativo foro filettato previsto nei supporti 17. Mediante l’avvitamento della vite 22 è possibile registrare la precompressione delle molle 14. Nel caso del perno 7’ estratto con le relative molle 14 compresse, il manicotto 19 di ciascuna molla si inserisce all’interno di un guscio 24 fissato alla flangia 15, garantendo un efficace mantenimento dell’allineamento di detto perno 7’ durante le manovre di inserimento nel foro 204. Nel caso del perno 7” inserito, il manicotto 19 può eventualmente fuoriuscire per un piccolo tratto da detto guscio 24, con la molla 14 parzialmente scaricata. Come accennato precedentemente si noti inoltre, sulla presente figura, la particolare sagomatura e spianamento delle piastre 12 che vengono fissate mediante una spina 13 al disco 1 1 alloggiato tra esse.
Nelle figure precedenti si è illustrato il caso in cui siano previste due serie di molle 14, una per ciascuno dei perni 7, fissate tra le due flange e due relative serie di supporti 17. In Fig. 5 è illustrata una variante esecutiva secondo la quale è prevista un’unica serie di molle 25 disposte attorno alla parete laterale 803 del cilindro 8 e parallelamente ai due steli 10. In questo caso ciascuna molla 25 è inserita all’interno di un manicotto 29 che può scorrere all’interno di un guscio 30. Tale guscio 30 è fissato ad una delle due flange 15 di collegamento con il relativo perno 7, in questo caso la flangia 15 superiore in figura, mentre il manicotto 29 è fissato al lato interno di un supporto 26 nel quale è ricavato un foro filettato di inserimento di una vite 27 di registrazione della compressione della molla 25: tale vite è provvista di un dado 28 in battuta contro il lato esterno di detto supporto 26 ed è fissata all’altra flangia 15 di collegamento con il relativo perno 7, in questo caso la flangia 15 inferiore in figura. Lo scorrimento telescopico del manicotto 29 all’interno del guscio 30 consente una costante protezione della molla 25 e nello stesso tempo un perfetto allineamento durante le manovre di inserimento e disinserimento dei perni 7. Nella situazione illustrata, i manicotti 29 sono fuoriusciti parzialmente dai gusci 30, in quanto i perni 7 sono stati completamente inseriti nei relativi fori 204 attraverso l’azione del fluido in pressione che è entrato dal foro centrale 805 di ammissione del cilindro 8 ed ha agito sui cieli dei due pistoni 9. Nella manovra di estrazione, il fluido entrante dai fori laterali 804 e 806 di ammissione spingerà sui fondi dei pistoni 9 in modo da richiamare i perni 7 ed aumentare la sovrapposizione dei gusci 30 sui manicotti 29.
In Fig. 6a è illustrata una variante esecutiva del perno 7 e dei mezzi di sicurezza che ne garantiscono l’inserimento nel foro 204 della benna 2 in caso di guasto del circuito oleodinamico. Dal lato interno della parte cilindrica 701 del perno 7 è ricavata una sede cilindrica 703 nella quale si inserisce un bicchiere 31 al cui interno è alloggiata un’estremità di una molla 32, la cui altra estremità è in battuta contro la base della sede cilindrica 703. Tale bicchiere 31 è collegato all’estremità esterna dello stelo 10 del cilindro 8 mediante una vite 33 comprendente un tratto filettato 34 ed una testa 35 a sezione maggiore sulla sua estremità interna. Tale testa 35 è alloggiata all’interno di un foro 704 ricavato a partire dall’esterno della parte 702 a piano inclinato del perno 7 e che termina in prossimità della base della sede cilindrica 703, lasciando una porzione nella quale viene ricavato un foro 705 che permette lo scorrimento di un tratto di vite 33 prossimo a detta testa 35. Il tratto filettato 34 attraversa un primo foro 37 filettato ricavato sul fondo del bicchiere 3 1 e si inserisce in un secondo foro filettato 36 ricavato a partire dall’estremità esterna dello stelo 10 ed in asse con il foro 704. Su tale tratto filettato 34 sono previsti due dadi 38 e 39 di regolazione della compressione della molla 32, il dado 38 in battuta sul fondo del bicchiere 3 1 e il dado 39 in battuta sulla superficie esterna dello stelo 10. Mediante tale variante è dunque possibile inserire i mezzi di sicurezza (la molla 32) del dispositivo di attacco all’interno del perno 7 stesso e coassiali ad esso, evitando l’utilizzo di molle disposte attorno al cilindro 8 come nei casi precedenti. Si noti che tra il bicchiere 3 1 e la sede cilindrica 703 potrebbero essere alloggiate più molle coassiali e di diverse dimensioni.
Osservando le Fig. 6b e 6c unitamente alla Fig. 6a è possibile comprendere il funzionamento del dispositivo in inserimento del perno 7 secondo questa variante esecutiva. Quando l’operatore manda fluido in pressione al cilindro 8 lo stelo 10 comincia 'a traslare verso l’esterno di detto cilindro e a spingere il perno 7 ad esso collegato lungo il foro 303 della piastra laterale 3 fino a farlo entrare completamente nel foro 204 della parete superiore 205 della benna 2. Il perno 7 giunge nella situazione di Fig. 6b, secondo la quale quindi Io stelo 10, il bicchiere 3 1 , la molla 32, la vite 33 e il perno 7 si sono mossi come se fossero un unico corpo rigido. Terminata questa prima fase di inserimento del perno 7, una ulteriore pressione sui pistoni determina un moto relativo del bicchiere 31 rispetto al perno 7, in particolare (si veda Fig. 6c) tale bicchiere 31 si inserisce nella sede cilindrica 703 comprimendo la molla 32 e facendo traslare la vite 33 all’interno del foro 704, come risulta dalla posizione della testa 35 illustrata in Fig. 6c. Nel caso di una eventuale mancanza di pressione nel circuito oleodinamico, lo stelo retrocede verso il basso guardando la figura e trascina con sé la vite 33 fino a che la testa 35 entra in battuta con il fondo del foro 704, il bicchiere 31 viene nuovamente estratto dalla sede cilindrica 703 e la molla 32 si scarica parzialmente: Durante questo insieme di movimenti provocati dal ritorno dello stelo 10, vantaggiosamente, il perno 7 resta bloccato in posizione aU’interno del foro 204. Per disinserire il perno 7 in caso, ad esempio, di cambio della benna con un altro attrezzo, si dovranno alimentare i fori di ammissione laterali del cilindro 8 descritti in precedenza e retrarre lo stelo 10 in modo che prima faccia giungere la testa 35 della vite 33 in battuta sul fondo del foro 704 e successivamente, grazie a tale battuta, trascini con sé il perno 7.
Il presente dispositivo di attacco rapido per escavatori dunque è caratterizzato da numerosi vantaggi tra i quali: una conservazione esatta del cinematismo e delle caratteristiche originali dell’escavatore sul quale viene applicato, infatti vengono utilizzati i perni originali 401 e 40 della macchina e mantenuti inalterati i centri di rotazione delle varie parti, le distanze di lavoro e altro, con costante mantenimento delle prestazioni originali; una comoda e veloce manovra di attacco/distacco dei vari attrezzi al braccio principale, con ampi inviti per facilitare rimbocco, sia in senso orizzontale che verticale; un efficiente cinematismo di autoinserimento progressivo, che consente la penetrazione ed il fissaggio forzato degli attrezzi; una grande sicurezza contro l’eventuale mancanza di pressione del fluido oleodinamico, grazie alle varie molle descritte; ed un’estrema robustezza meccanica che consente l’impiego di attrezzi come trapani o altro che sollecitano pesantemente i bracci dell’ escavatore.

Claims (17)

  1. RIVENDICAZIONI 1. Dispositivo di attacco rapido di un attrezzo (2) ad un escavatore comprendente almeno un braccio principale (1 ) di lavoro, caratterizzato dal fatto che comprende un corpo principale (3) provvisto di due pareti laterali (306) collegate posteriormente a detto braccio (1 ) di lavoro mediante un perno (401) alloggiato in relativi fori (301) di dette pareti (306) che ne consente la rotazione rispetto a detto braccio (1) mediante il movimento di leve (5) dell’escavatore collegate al corpo (3) tramite un perno (40) alloggiato in relativi fori (302) di dette pareti (306) ed anteriormente a delle pareti superiori (205) di detto attrezzo (2) mediante dei secondi perni (7) che ne consentono il bloccaggio rispetto a detto attrezzo (2), essendo detti secóndi perni (7) atti a fuoriuscire da dette pareti laterali (306) e ad essere alloggiati in dei fori (204) ricavati su dette pareti superiori (205) dell’attrezzo (2) mediante dei mezzi (8) di comando, inseriti in detto corpo (3), che ne consentono l’inserimento e il disinserimento automatico in e da detti fori (204) ed essendo dette pareti superiori (205) provviste di elementi (203) di aggancio posteriori dell’attrezzo (2) a dei perni (4).
  2. 2. Dispositivo di attacco secondo la rivendicazione 1 , caratterizzato dal fatto che detti mezzi di comando comprendono almeno un cilindro (8) nel quale scorrono in direzioni opposte uno o due pistoni (9), essendo detto cilindro (8) provvisto di fori (804, 805, 806) di ammissione di un fluido di azionamento di detti pistoni (9) ed essendo i pistoni (9) fuoriuscenti da delle pareti (801 ) di fondo del cilindro e collegati mediante opportuni mezzi (10, 11 , 12, 13) a detti secondi perni (7).
  3. 3. Dispositivo di attacco secondo la rivendicazione 2, caratterizzato dal fatto che detti secondi perni (7) comprendono dei mezzi meccanici ( 14, 25, 32) di eventuale bloccaggio all’ interno dei relativi fori (204) dell’attrezzo (2).
  4. 4. Dispositivo di attacco secondo la rivendicazione 3, caratterizzato dal fatto che detti mezzi di bloccaggio sono dei mezzi elastici ( 14, 25, 32).
  5. 5. Dispositivo di attacco secondo la rivendicazione 3, caratterizzato dal fatto che il corpo (3) comprende una serie di supporti (17) per il sostegno del cilindro (8) ed a ciascuno dei quali viene fissata una prima estremità di una molla (14) la cui seconda estremità è fissata ad una flangia (15) collegata al relativo perno (7), essendo dette molle ( 14) posizionate parallelamente a detta parete laterale (803) del cilindro (8).
  6. 6. Dispositivo di attacco secondo la rivendicazione 5, caratterizzato dal fatto che dette prime estremità delle molle (14) sono inserite all’ interno di manicotti (16) fissati a detti supporti (17) previsti nel corpo (3) del dispositivo.
  7. 7. Dispositivo di attacco secondo la rivendicazione 5, caratterizzato dal fatto che detti supporti (17) comprendono una vite (22) di regolazione del tensionamento della molla (14), essendo un’estremità più interna di detta vite (22) inserita in un corrispondente foro filettato previsto in detti supporti (17) ed essendo una estremità più esterna di detta vite (22) fissata ad un supporto (18) di detta prima estremità della molla (14).
  8. 8. Dispositivo di attacco secondo la rivendicazione 7, caratterizzato dal fatto che detto supporto è costituito da un bicchiere ( 18) nel quale viene inserita detta prima estremità della molla ( 14) e sul quale viene innestato un manicotto (19), essendo detta seconda estremità della molla (14) inserita in un guscio (24) fissato su un lato interno della flangia (15).
  9. 9. Dispositivo di attacco secondo la rivendicazione 3, caratterizzato dal fatto che tra le flange (15) collegate ai perni (7) è fissata una serie di molle (25) disposte attorno al cilindro (8) e parallelamente alla sua parete laterale (803).
  10. 10. Dispositivo di attacco secondo la rivendicazione 9, caratterizzato dal fatto che dette molle (25) comprendono una vite (27) di regolazione del loro tensionamento collegata a dette flange (15) e ad un supporto (26) di dette molle (15).
  11. 11. Dispositivo di attacco secondo la rivendicazione 9, caratterizzato dal fatto che dette molle (25) sono interamente contenute in un guscio (30) ed in un manicotto (29) mobile telescopicamente all’interno di detto guscio (30), essendo detto guscio (30) fissato ad una relativa flangia (15) ed essendo detto manicotto (29) collegato a detto supporto (26) delle molle (25).
  12. 12. Dispositivo di attacco secondo la rivendicazione 1 , caratterizzato dal fatto che detto perno (7) è costituito da una parte cilindrica (701) più interna e da una parte (702) più esterna nella quale è ricavato un piano inclinato, essendo detto piano inclinato atto ad essere accoppiato con un corrispondente spianamento (206) ricavato nel foro (204) di inserimento situato sulla parete superiore (205) dell’attrezzo (2).
  13. 13. Dispositivo di attacco secondo la rivendicazione 7, caratterizzato dal fatto che il pistone (9) comprende uno stelo (10) alla cui estremità più esterna è previsto un disco (1 1) atto ad essere inserito tra due piastre (12) opportunamente sagomate e collegate alla flangia (15), detto disco (1 1 ) e dette piastre (12) essendo serrate mediante una spina (13) o un perno.
  14. 14. Dispositivo di attacco secondo la rivendicazione 4, caratterizzato dal fatto che detti mezzi elastici sono costituiti da una o più molle (32) coassiali al perno (7) ed alloggiate ad un’estremità in una sede (703) ricavata a partire dalla parte più interna del perno (7) e all’altra estremità al fondo di un bicchiere (31 ) scorrevole in detta sede (703) e solidale ad un relativo pistone (9) mobile nel cilindro (8).
  15. 15. Dispositivo di attacco secondo la rivendicazione 14, caratterizzato dal fatto che assialmente a detta molla (15) interna al perno (7) è prevista una vite (33) comprendente un tratto filettato (34) ed una testa (35) a sezione maggiore, essendo detta vite (33) cooperante con dei fori (37, 36) ricavati rispettivamente sul fondo del bicchiere (31 ) e sull’estremità più esterna dello stelo (10) del pistone (9) ed essendo la testa (35) della vite (33) scorrevole in un primo foro (704) ricavato a partire dall’estremità più esterna del perno (7) e atta a venire a battuta contro le pareti di un secondo foro (705) a sezione minore e coassiale a detto primo foro (704).
  16. 16. Dispositivo di attacco secondo la rivendicazione 1 , caratterizzato dal fatto che comprende una piastra inferiore (307) fissata alle due pareti laterali (306) o piastre e sagomata in modo da poggiare su almeno una battuta (207) opportunamente sagomata dell’attrezzo (2).
  17. 17. Dispositivo di attacco secondo la rivendicazione 1 , caratterizzato dal fatto che dette piastre laterali (3) comprendono anteriormente un elemento di rinforzo (305) trasversale ad esse.
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