ITFI20110255A1 - Dispositivo per la pulizia di cilindri in impianti per il trattamento di materiale cartaceo nastriforme. - Google Patents
Dispositivo per la pulizia di cilindri in impianti per il trattamento di materiale cartaceo nastriforme. Download PDFInfo
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Description
DESCRIZIONE
La presente invenzione riguarda un dispositivo per la pulizia dei cilindri in impianti per il trattamento di materiale cartaceo nastriforme.
Una nota tecnica per la produzione di materiale cartaceo nastriforme prevede la goffratura di uno o più nastri di carta, comunemente detti veli, e la loro unione mediante incollaggio.
La goffratura, che produce un apparente aumento di spessore dei veli, è realizzata facendo passare un velo attraverso una unità di goffratura che comprende un cilindro di goffratura, provvisto di rilievi e/o depressioni disposti secondo uno schema prestabilito, ed un corrispondente controcilindro liscio. Il velo, passando tra il cilindro di goffratura ed il controcilindro liscio, si deforma assumendo una conformazione corrispondente ai rilievi, ovvero alle depressioni, del cilindro di goffratura.
Per realizzare l'incollaggio dei veli, si utilizza una unità di collatura mediante la quale un primo velo goffrato viene adesivizzato.
L'unione definitiva dei veli ha luogo facendoli passare attraverso una gola formata in parte dal primo cilindro di goffratura ed in parte da un cilindro pressore, comunemente detto “marrying roll”.
I veli da unire per formare il prodotto finito possono essere tutti goffrati od in parte goffrati ed in parte lisci o micro-goffrati.
Lo schema di Fig.l illustra una generica fase di goffratura attuata facendo passare due veli di carta (VI, V2) attraverso due corrispondenti unità di goffratura (El, E2), ognuna delle quali comprende un cilindro goffratore (Gl, G2) con un contro-cilindro associato (Cl, C2). Ognuno dei veli (VI, V2) è sottoposto a goffratura nella rispettiva unità (El, E2). Sul primo cilindro goffratore (Gl) insiste un rullo (RA) facente parte di una unità di collatura (C) comprendente un serbatoio (S) ed un rullo (R) che preleva la colla dal serbatoio (S) e la distribuisce sul rullo terminale (RA) che a sua volta applica la colla sul velo goffrato appoggiato sulla superifice del primo cilindro goffratore (Gl). L’unione definitiva dei veli goffrati ha luogo facendoli passare attraverso una gola formata in parte dal primo cilindro goffratore (Gl) ed in parte da un marrying roll (MR) che insiste anch’esso su quest’ultimo. Il prodotto finito, costituito dai veli goffrati ed incollati tra loro, è contraddistinto dal riferimento “PF\
Un inconveniente derivante dall’adozione di una tale tecnica di goffratura risiede nel fatto che sulla superficie del cilindro goffratore sul quale insistono il marrying roll e l’unità di collatura si formano depositi di colla a causa dei quali la carta dei veli in trattamento tende ad aderire alla stessa superficie ed a rompersi. Pertanto, periodicamente occorre fermare 1’impianto per provvedere alla pulizia dei cilindri goffratoli.
Per la pulizia dei cilindri goffratoli si utilizzano attualmente, spazzole o raschiatoli associati ad uno spruzzatore che eroga sostanze lubrificanti. Tuttavia, data la pressione di erogazione di tali sostanze, attorno al cilindro in trattamento si forma una sorta di nube che risulta incompatibile con le esigenze di salvaguardia della salubrità dei luoghi di lavoro e comporta l’adozione di complessi sistemi di confinamento della stessa. Inoltre, l’impiego dei raschiatoli comporta, per come essi sono realizzati, una precoce usura della superficie del cilindro goffratore.
Gli inconvenienti legati al deposito di residui collosi e fibrosi riguardano anche il marrying roll.
Lo scopo principale della presente invenzione è quello di eliminare, o quantomeno fortemente ridurre, i predetti inconvenienti.
A questo risultato si è pervenuti, in conformità della presente invenzione, adottando l'idea di realizzare un dispositivo avente le caratteristiche indicate nella rivendicazione 1. Altre caratteristiche della presente invenzione sono oggetto delle rivendicazioni dipendenti.
Grazie alla presente invenzione, è possibile distribuire le sostanze lubrificanti, ovvero detergenti, sulla superficie dei detti cilindri senza dispersione delle stesse sostanze e durante il normale funzionamento dell’unità di goffratura che, pertanto, non deve essere necessariamente fermata. Inoltre, è possibile rimuovere efficacemente e con semplicità i residui collosi e fibrosi dalla superficie dei cilindri goffratoli e di altri cilindri preposti al trattamento del materiale cartaceo, come i marrying roll. Ne derivano vantaggi sia in termini economici che in termini di salubrità dei luoghi di lavoro.
Questi ed ulteriori vantaggi e caratteristiche della presente invenzione saranno più e meglio compresi da ogni tecnico del ramo dalla descrizione che segue e con l'aiuto degli annessi disegni, fomiti a titolo esemplificativo ma da non considerarsi in senso limitativo, nei quali:
la Fig.l rappresenta schematicamente una generica fase di goffratura ed unione di due veli cartacei mediante incollaggio;
la Fig.2 rappresenta una schematica vista in sezione trasversale di un dispositivo in conformità dell’ invenzione;
la Fig.3 rappresenta una schematica vista laterale di un generico sistema di goffratura sul quale è montato il dispositivo di Fig.2;
la Fig.4 rappresenta un particolare ingrandito di Fig.3 con alcune parti omesse per meglio evidenziarne altre;
le Figg. 5-7 rappresentano tre viste prospettiche del dispositivo di Fig.2; la Fig.8 rappresenta una schematica vista tergale del dispositivo di Fig.2; la Fig.9 rappresenta una schematica vista esplosa del dispositivo illustrato nelle Figg. 2-8;
la Fig.10 rappresenta un dettaglio ingrandito relativo al contatto tra il cilindro goffratore (5) ed il rullo (23), in cui il riferimento “VO” indica un velo di olio siliconico emulsionabile sulla superficie del rullo (23);
la Fig.ll rappresenta una schematica vista laterale del dispositivo illustrato nelle Figg. 2-10 secondo una ulteriore forma di attuazione.
Un dispositivo in conformità della presente invenzione è applicabile, ad esempio, in un sistema di goffratura - di per sé noto - del tipo rappresentato in Fig.3, in cui una generica fase di goffratura è attuata facendo passare due veli di carta (1, 2) attraverso due corrispondenti unità di goffratura sincronizzate (3, 4), ognuna delle quali comprende un cilindro goffratore (5, 6) con un contro-cilindro associato (7, 8); in cui ognuno dei veli (1, 2) è sottoposto a goffratura nella rispettiva unità (3, 4); in cui su un primo cilindro goffratore (5) insiste un rullo (9) facente parte di una unità di collatura (10) comprendente un serbatoio (11) ed un rullo (12) che preleva la colla dal serbatoio (11) e la distribuisce sul rullo terminale (9) che a sua volta applica la colla sul velo goffrato appoggiato sulla superifice del primo cilindro goffratore (5); ed in cui l’unione definitiva dei veli goffrati ha luogo facendoli passare attraverso una gola formata in parte dal primo cilindro goffratore (5) ed in parte da un marrying roll (13) che insiste anch’esso su quest’ultimo. In Fig.3, Il prodotto finito, costituito dai veli goffrati ed incollati tra loro, è contraddistinto dal riferimento “14”.
Ridotto alla sua struttura essenziale e con riferimento alle figure 2-10 degli annessi disegni - che riguardano un possibile esempio di applicazione della presente invenzione - un dispositivo in conformità della presente invenzione comprende un pattino (15) in materiale autolubrificante, ad esempio in bronzo o ghisa od acciaio rivestito di materiale ceramico, destinato ad insistere con una sua superficie ventrale (150) sulla superficie esterna del cilindro goffratore (5) da pulire. La detta superficie ventrale (150) è concava, con la concavità rivolta verso P esterno per adattarsi alla curvatura del cilindro (5) sul quale insiste. Con riferimento all’esempio illustrato negli annessi disegni, la detta superficie (150) è una porzione di superficie cilindrica di diametro pari al diametro esterno del cilindro (5). Da parte opposta alla superficie (150) destinata al contatto con il cilindro (5), il pattino (5) presenta un gambo (151) inserito in una guida (160) ricavata in una parte terminale di un rispettivo supporto (16). All’intemo della guida (160), il gambo (151) del pattino (15) è preferibilmente sottoposto alla spinta di una molla (152) orientata in direzione radiale rispetto al cilindro (5), ovvero rispetto alla detta superficie (150), per assicurare sempre il contatto di quest’ultima con la superficie esterna del cilindro (5). A tale scopo, il supporto (16) del pattino (15) presenta una corrispondente sede interna (161) per la molla (152). Inoltre, il detto supporto (16) presenta, nella sua parte tergale (162) - cioè nella parte opposta a quella della guida (160) in cui è inserito il pattino (15) -, un’appendice (162) sulla quale si fissa una parte frontale (163) di un elemento di prolunga (164). In pratica, l’elemento (164) costituisce un prolungamento tergale del supporto (16). Mediante tale prolungamento (164), il supporto (16) è fissato ad una slitta (17) che, a sua volta, è montata scorrevole lungo una tratta inclinata (180) di un braccio (18) movimentabile, come ulteriormente descritto nel seguito, parallelamente al cilindro di goffratura (5) sul quale insiste il pattino (15). Pertanto, il supporto (16) è collegato stabilmente al braccio (18) seguendone il movimento e consentendo, in tal modo, di movimentare il pattino (15) parallelamente al cilindro di goffratura (5).
Il detto braccio (18) è vincolato, in corrispondenza di un suo prolungamento superiore (181), ad un carrello (19) che si muove lungo una guida (20) orizzontale, cioè parallela al cilindro di goffratura (5), a comando di un motore elettrico (21) cui il carrello (19) è collegato mediante una cinghia di trasmissione anulare (22) chiusa su due pilegge di rinvio (200) ognuna delle quali è in corrispondenza di un rispettivo lato della guida (20). Il carrello (19) è vincolato alla tratta inferiore della cinghia (20) mediante un morsetto (201) le cui ganasce ammorsano la stessa tratta della cinghia (20). In Fig. 8 la doppia freccia “F” rappresenta la movimentazione bidirezionale del carrello (19) lungo la guida (20). Il motore (21) movimenta il carrello (19), mediante la cinghia (20), tra due posizioni estreme (H, K) della guida (20) con il controllo di due fine corsa (non visibili nei disegni) ciascuno dei quali è collocato in corrispondenza di una di dette posizioni.
Preferibilmente, il detto supporto (16) può essere movimentato lungo la tratta inclinata (180) del braccio (18), per allontanarlo dal cilindro goffratore (5) e rispettivamente riavvicinarlo a quest’ultimo come ulteriormente descritto nel seguito, mediante un attuatore pneumatico (300) il cui mantello è fissato al braccio (18) attraverso una piastra di collegamento (318) ed il cui stelo agisce su di una vite (301) inserita in un’appendice laterale (170) della slitta (17). Sulla stessa appendice (170) della slitta (17) agisce una molla (172) investita su di una vite (parallela alla vite 301 sulla quale agisce Γ attuatore 300) dotata di ghiera (173) così da poter regolare il precarico della stessa molla (172). Quando il carrello (19) raggiunge una delle dette posizioni di estremità, ad esempio la posizione (K), il supporto (16) - con tutti gli elementi ad esso associati, e quindi anche il pattino (15) - viene allontanato dal cilindro goffratore (5), mediante Γ attuatore (300) che viene corrispondentemente attivato e vince la resistenza offerta dalla molla (172), per poi essere riavvicinato allo stesso cilindro goffratore (5) quando il carrello (19) è riportato nell’altra posizione (H) di estremità della guida (20): nella posizione (H) l’attuatore (300) viene disattivato e la molla (172) determina il riposizionamento del pattino (15) sulla superficie del cilindro (5). In altri termini, ciclicamente, il pattino (15) percorre la tratta H-K restando con la sua superficie concava (150) a contatto con il cilindro goffratore (5), poi viene allontanato da quest’ultimo, viene riportato nella posizione (H) di partenza e quindi viene accostato nuovamente al cilindro goffratore (5).
Mediante la vite (301), la cui estremità libera (302) può essere avvicinata all’ attuatore (300) od allontanata da quest’ultimo semplicemente avvitando o svitando la stessa vite (301), si regola la posizione di intervento dell’attuatore (300) sulla slitta (17) e quindi sul supporto (16).
Mediante il carrello (19) è possibile movimentare il braccio (18), e quindi il predetto supporto (16) con tutti gli elementi che esso sostiene, parallelamente al cilindro (5). In altri termini, movimentando il braccio (18) parallelamente al cilindro (5), il pattino di materiale autolubrificante (15) esegue una raschiatura dei residui collosi dalla superficie dello stesso cilindro (5) mentre questo è in rotazione, cioè mentre l’unità di goffratura è in funzione. L’azione raschiante del pattino (15) non determina una precoce usura del cilindro (5) data la conformazione concava della sua superficie (150) destinata al contatto con la superficie incisa dello stesso cilindro (5) ed anche in virtù del fatto che il pattino (15) è di materiale autolubrificante. Inoltre, poiché il gambo (151) del pattino (15) è libero di muoversi nella guida (160) del supporto (16), benché contrastato dalla molla (152), le possibili irregolarità di forma dei residui collosi non ne alterano l’efficacia. La rimozione dei residui collosi e fibrosi dalla superficie incisa del cilindro (5) così operata riduce drasticamente gli inconventi precedentemente citati.
Preferibilmente, la superficie concava (150) del pattino (15) è incisa, presentando una serie di solchi (153). Ad esempio, i detti solchi (153) sono elicoidali.
Preferibilmente, la profondità dei detti solchi (153) è almeno uguale all’ altezza dei rilievi (50) presentati dal cilindro goffratore (5).
In alternativa, la detta superficie (150) può essere forata.
La presenza dei fori o dei solchi sulla superficie (150) può ulteriormente incrementare l’effetto di raschiatura dei residui dalla superficie del cilindro (5).
Il dispositivo sopra descritto è utilizzabile anche in associazione con un erogatore di fluidi lubrificanti (ad esempio olio siliconico emulsionabile del tipo utilizzato nei sistemi tradizionali).
In conformità di un ulteriore aspetto della presente invenzione, il detto supporto (16) sostiene anche un rullo folle (23) atto a distribuire sostanze lubrificanti (ad esempio olio siliconico emulsionabile del tipo normalmente impiegato in questo settore industriale) sulla superficie incisa del cilindro (5). Più in particolare, in conformità dell’ esempio mostrato nelle figure degli annessi disegni, il detto rullo (23) è orientato parallelamente al cilindro inciso (5) ed il suo albero (230) è portato da uno zoccolo (231) collegato, mediante una cerniera (232), al supporto (16): l’asse della cerniera (232) essendo parallelo agli assi del cilindro goffratore (5) e del rullo (23). Il rullo (23) è collocato a monte del pattino (15) rispetto al verso di rotazione (R5) del cilindro (5) ed è fatto di gomma. Dalla parte opposta a quella di contatto con il cilindro (5), il rullo (23) è a contatto con un elemento di feltro (24) mediante il quale riceve le sostanze lubrificanti, pescate dallo stesso feltro (24) in un rispettivo serbatoio (25) che è fissato alla predetta appendice tergale (162) del supporto (16). In tal modo, il rullo (23) riceve le sostanze lubrificanti contenute nel serbatoio (25) e le applica per contatto sulla superficie del cilindro (5) a monte del pattino (15).
Una molla (233), alloggiata in una corrispondente sede obliqua (165) ricavata nel supporto (16), esercita una spinta sullo zoccolo (231), in un punto prestabilito di quest’ultimo, in maniera da mantenere il rullo (23) a contatto con il cilindro goffratore (5).
Poiché il rullo (23) è solidale al supporto (16), la movimentazione (F) impressa a quest’ultimo mediante il braccio (18) ed il carrello (19), interessa anche il rullo (23).
L’azione combinata del rullo (23) e del pattino (15) contribuisce a ridurre ulteriormente gli inconvenienti precedentemente citati.
Secondo un ulteriore esempio di realizzazione del presente trovato, il rullo (23) può essere suddiviso in due parti (23 a, 23b), una delle quali destinata a distribuire per contatto le sostanze lubrificanti sul cilindro (5), come nell’esempio precedente; e l’altra destinata ad applicare acqua, sempre per contatto, sul cilindro (5). In questo caso, ognuna delle due parti (23a, 23b) del rullo (23) è collegata ad un rispettivo serbatoio mediante un corrispondente feltro. In conformità di questo ulteriore esempio di realizzazione del trovato, le due parti (23a, 23b) in cui è suddiviso il rullo (23) sono coassiali tra loro e montate sullo stesso albero (230).
Nel dettaglio di Fig.10 è possibile vedere come il rullo (23), deformandosi, agisca anche sui lati dei rilievi (50) del cilindro (5).
In conformità di una ulteriore forma di attuazione della presente invenzione, schematizzata in Fig.ll, il pattino (15) ed il rullo (23) sono lunghi quanto il cilindro (5) ed il braccio (18) è fisso, cioè non vincolato ad alcun carrello. Quanto detto in precedenza con riferimento al cilindro goffratore (5) vale identicamente anche per altri cilindri di trattamento del materiale cartaceo, come ad esempio il marrying roll (13) che può essere interessato anch’esso dalla formazione di residui collosi o fibrosi. In altri termini, il dispositivo sopra descritto è utilizzabile non solo per la pulizia dei cilindri goffratori ma anche per la pulizia dei marrying roll e, più in generale, per la pulizia dei cilindri che entrano in contatto con il materiale cartaceo collato.
Nei disegni, il riferimento (303) indica una struttura anti-infortunistica fissa che copre il dispositivo sopra descritto.
Dalla descrizione che precede risulta evidente che l’impiego del rullo (23), eventualmente suddiviso in più parti (23a; 23b), consente di applicare l’olio siliconico sulla superficie del cilindro da pulire senza che tale sostanza si disperda attorno alla macchina.
In pratica i particolari di esecuzione possono comunque variare in maniera equivalente per ciò che attiene alla disposizione e alla conformazione dei singoli elementi descritti e illustrati, nonché alla natura dei materiali indicati, senza per questo uscire dall’ambito dell’idea di soluzione adottata e perciò restando nei limiti della tutela conferita dal presente brevetto.
Claims (10)
- RIVENDICAZIONI 1) Dispositivo per la pulizia di cilindri in impianti per il trattamento di materiale cartaceo nastriforme comprendente mezzi per la rimozione di residui collosi e fibrosi dalla superficie di un cilindro ruotante (5; 13) che durante il trattamento del materiale è in contatto con quest’ultimo, e mezzi per distribuire sul cilindro ruotante (5; 13) una sostanza liquida atta a dissolvere i detti residui per agevolare l’azione dei mezzi di rimozione, caratterizzato dal fatto che i detti mezzi di distribuzione comprendono un rullo (23; 23a, 23b), orientato parallelamente al cilindro (5; 13) da pulire, che applica per contatto la sostanza dissolvente sulla superficie di quest’ultimo.
- 2) Dispositivo secondo la rivendicazione 1 caratterizzato dal fatto che i detti mezzi di rimozione agiscono per contatto sulla superficie del cilindro (5; 13) per asportare i detti residui e comprendono un pattino (15) in materiale autolubrificante che insiste, con una sua superficie ventrale (150), sulla superficie esterna del cilindro (5; 13) da pulire, la detta superficie ventrale (150) essendo concava, con la concavità rivolta verso il cilindro (5; 13) sul quale insiste, il detto pattino (15) essendo posizionato a valle del rullo (23; 23a, 23b) rispetto al verso di rotazione del cilindro (5; 13) da pulire.
- 3) Dispositivo secondo la rivendicazione 2 caratterizzato dal fatto che la detta superficie ventrale (150) è una porzione di superficie cilindrica di raggio pari al raggio del cilindro (5; 13) sul quale insiste il pattino (15).
- 4) Dispositivo secondo la rivendicazione 2 caratterizzato dal fatto che il detto pattino (15) è di bronzo o ghisa od acciaio rivestito di materiale ceramico.
- 5) Dispositivo secondo la rivendicazione 1 caratterizzato dal fatto che il detto pattino (15) è montato su di un supporto (16) all’intemo del quale è libero di muoversi in direzione radiale rispetto al cilindro (5; 13) da pulire.
- 6) Dispositivo secondo le rivendicazioni 1 e 4 caratterizzato dal fatto che il detto rullo (23; 23 a, 23b) è collegato ad un carrello (19) che ne consente la movimentazione (F) parallelamente al cilindro (5; 13) da pulire.
- 7) Dispositivo secondo una o più delle rivendicazioni precedenti caratterizzato dal fatto che il detto cilindro è un cilindro goffratore (5) od un marrying roll (13).
- 8) Dispositivo secondo una o più delle rivendicazioni precedenti caratterizzato dal fatto che il detto rullo (23; 23 a, 23b) applica olio siliconico emulsionabile sulla superficie del cilindro (5; 13) da pulire.
- 9) Dispositivo secondo una o più delle rivendicazioni precedenti caratterizzato dal fatto che il detto rullo è suddiviso in due parti (23 a, 23b), una delle quali applica sulla superficie del cilindro (5; 13) una sostanza liquida dissolvente mentre l’altra parte applica acqua sulla stessa superficie.
- 10) Dispositivo secondo una o più delle rivendicazioni precedenti caratterizzato dal fatto che il detto rullo (23; 23a, 23b) è di gomma.
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