ITFI20010042A1 - Attrezzatura per evitare sfaldature nello spessore di mattonelle monostrato in cemento,quando si utilizzano per l'impasto micrograniglie o p - Google Patents
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Description
"ATTREZZATURA PER EVITARE SFALDATURE NELLO SPESSORE DI MATTONELLE MONOSTRATO IN CEMENTO, QUANDO SI UTILIZZANO PER L'IMPASTO MICROGRANIGLIE 0 POLVERI"
DESCRIZIONE
E' noto che, per realizzare mattonelle in graniglia e cemento in un unico strato (del tipo denominato "monostrato"), si impiega un impasto composto orientativamente da: 50% di graniglia di marmo; 25% di polvere di marmo; 25% di cemento; ed acqua per circa 13-15% rispetto al peso degli aggregati di cui sopra, le graniglie utilizzate possono avere dimensioni che variano da un massimo di 12 mm ad un minimo di 1,5 mm. Le polveri di marmo adatte per questo prodotto hanno una dimensione massima di 0,5 mm ed una curva granulometrica che va da 0,5 a 0,075 mm. I cementi per la loro conformazione hanno una curva granulometrica più bassa, che varia da 0,090 a 0,060 mm. In alcuni casi, per ottenere tonalità uniformi, senza che si noti sulla faccia lucidata delle mattonelle la dimensione del granulato, vengono impiegate granulometrie di graniglie estremamente piccole, molto vicine alle polveri con curva granulometrica variabile da 1 a 0,075 mm. L'aspetto del prodotto ne risulta gradevole ma è di difficile realizzazione . Se si stampano mattonelle con dimensioni principalmente uguali o maggiori a 400 mm di lato, una volta stagionate si notano - tagliandole verticalmente -nello spessore sfaldature F circa parallele alle superfici principali e distribuite su tutta la periferia ed in altezza della mattonella. La lunghezza di queste sfaldature varia da 5 a 20 mm.
Una tecnica di stampaggio del "monostrato" è descritta nel brevetto Longinotti Meccanica N. 98830295.6 (vedi la Fig. 1 di esso). Il tampone 5 con placca di stampaggio 7 avente vulcanizzato sul fondo l'elastomero 9 penetra - nella fase di stampaggio - entro il telaio 3 per effettuare la spremitura del materiale dosato ed introdotto nello stampo. Per ridurne il più possibile la fuoriuscita dell'acqua fra la parte perimetrale della placca 7-9 ed il telaio 3, il gioco tra questi due componenti viene previsto dell'ordine di 0,1-0,2 mm. Inoltre la placca 7 presenta vari fori perimetrali 11, collegati ad un collettore interno 13, i quali - tramite condotti 15 e 17 collegati ad un gruppo in depressione - asportano tutta l'acqua che tende a formarsi ed uscire fra la placca 9 ed il telaio 3. Completata la fase di pressatura cioè di spremitura della mattonella S, il tampone 5 con placca 7, 9 deve sollevarsi per tornare nella posizione di partenza. Durante il sollevamento, anche se fatto a velocità ridotta, l'aria trova difficoltà ad entrare dall'alto fra la placca 7 ed il telaio 3, e ad occupare lo spazio fra il sotto della placca ed il sopra della mattonella stampata S. Questa difficoltà di ingresso dell'aria genera - durante il sollevamento del tampone - una depressione e quindi un effetto ventosa che è la causa delle sfaldature "orizzontali" F che si verificano in questi tipi di impasti, in vicinanza della superficie a contatto con il tampone. D'altra parte la velocità di salita può essere ridotta solo fino ad un certo valore, oltre il quale si ha una riduzione di produzione inaccettabile.
Il trovato ha lo scopo di eliminare la formazione delle sfaldature F, evitando anche inconvenienti di riduzioni della produzione.
Questi ed altri scopi e vantaggi risulteranno evidenti dal testo che segue.
Nella pressa per mattonelle in cemento del tipo monostrato (ed in specie prodotto con micrograniglie o polveri nell'impasto), corredata di stampi con base, telaio e tampone di pressatura, secondo il trovato viene previsto nel tampone almeno un orifizio aprentesi nella superficie di pressatura del tampone; un otturatore cooperante con detto orifizio è azionato da mezzi di comando e di forzatura per l'otturazione durante la fase di pressatura e comandato inversamente per l'apertura; all'atto dell'apertura e meglio con leggero anticipo si attua una alimentazione di aria a pressione, per cui all'inizio della fase di sollevamento del tampone l'aria fuoriuscendo dal detto orifizio si incunea fra la mattonella ed il tampone, così agevolando il distacco dal tampone ed evitando l'effetto ventosa e la formazione delle sfaldature laterali F, su tutto lo spessore della mattonella.
I detti mezzi di comando possono comprendere - in pratica - un sistema cilindro-pistone a doppio effetto e con dimensioni maggiori di quelle dell'orifizio da otturare, per resistere alla pressione esercitata dal tampone nella fase di pressatura. Questi mezzi di comando dell'otturatore ne provocano la apertura in breve anticipo rispetto al termine della fase di pressatura.
II trovato verrà meglio compreso seguendo la descrizione e l'unito disegno, il quale mostra una pratica esemplificazione non limitativa del trovato stesso. Nel disegno: la
Fig. 1 mostra una sezione verticale dei componenti di uno stampo con il tampone sollevato e con una porzione di tampone in posizione di pressatura; la
Fig. 2 mostra un particolare della Fig. 1 in un assetto differente; e la
Fig. 3 mostra una sezione locale secondo III-III di Fig. 2.
Secondo quanto è illustrato nel disegno annesso, con 1 è indicata la base di una impronta per lo stampaggio di una mattonella di cemento del tipo cosiddetto "monostrato"; la base può essere pervia all'acqua per lo scarico almeno parziale dell'umidità dell'impasto che viene scaricato nel vano, cioè nell'impronta V definita dalla base 1 e dal telaio 3, che su detta base viene appoggiato e premuto per delimitare il vano V. In detto vano V dell'impronta penetra il tampone 5 che è mobile verticalmente e che costituisce l'organo di pressatura. Questo tampone presenta inferiormente la placca di pressatura 7, alla superficie inferiore della quale è vulcanizzato lo spessore di elastomero 9. La placca 7, 9 presenta perimetralmente i fori 11 collegati al collettore interno 13 che tramite i condotti 15, 17 risulta connesso ad un gruppo in depressione (non illustrato) per aspirare l'acqua che tende a fuoriuscire fra la placca 9 e la parete interna del telaio 3, come è illustrato nel particolare 7X, 9X a destra guardando la Fig.l, che mostra la posizione del tampone al termine della pressatura, essendo indicati con 7X, 9X e 11X la placca, l'elastomero ed i fori di aspirazione nella detta posizione di pressatura terminata.
Per effetto della difficoltà sopra accennata della penetrazione dell'aria fra il materiale pressato S della mattonella stampata e la superficie inferiore costituita dall'elastomero 9, 9X del tampone 5, durante il sollevamento del tampone successivo alla pressata, secondo il trovato viene prevista almeno una alimentazione di aria che viene attuata tempestivamente all'atto del risollevamento del tampone od anche e meglio con un leggero anticipo rispetto al risollevamento del tampone. Questa ali-mentazione viene attuata per lo più in una posizione centrale della superficie del vano V, per cui l'aria penetra indipendentemente dalla possibilità di incunearsi tra la placca 7 ed il telaio 3. Non si esclude che si possa prevedere più posizioni di alimentazione di aria.
Più particolarmente - secondo l'esempio illustrato -viene previsto di incorporare nel tampone 5 un componente 21 che con una appendice 21A affiora centralmente dall'elastomero 9 della superficie inferiore del tampone e crea un foro 23 per la fuoriuscita dell'aria. Il foro 23 può essere chiuso da un otturatore 25 avente lo stesso diametro del foro 23 e che viene comandato da un attuatore che - secondo l'esempio - comprende una doppia cavità cilindrica 27 ed un pistone 29 per costituire un attuatore a cilindro-pistone a doppio effetto alimentabile ad aria compressa attraverso due condotti 31 e 33.
Nelle condizioni di chiusura del foro 23, l'otturatore 25 si trova sostanzialmente a filo della superficie inferiore attiva del tampone 5, 7, 9, per cui la pressatura della mattonella avviene come nelle condizioni della disposizione tradizione di un tampone privo del complesso illustrato. Dal condotto di alimentazione 33 fluido dì comando dell'attuatore 27, 29 è alimentato a pressione sufficiente per assicurare la posizione di otturazione dell'otturatore 25 come mostrato in Fig. 1, anche nella fase in cui si ha una elevata pressione per lo stampaggio del materiale S destinato alla formazione della mattonella e caricato nel vano V. Al momento in cui il tampone 5 deve iniziare il sollevamento, o con leggero anticipo, l'otturatore 25 tramite inversione dell'alimentazione fra i condotti 31 e 33 viene sollevato dalla posizione di otturazione della Fig. 1 alla posizione di apertura della Fig. 2, ed aria ad una opportuna pressione viene alimentata da un condotto 37, 37A al foro 23; l'aria così alimentata può penetrare agevolmente fra la superficie superiore dello spessore S stampato della mattonella e la superficie inferiore di stampaggio definita dall'elastomero 9 facente parte del tampone 5. In queste condizioni non si ha un effetto ventosa che può provocare altrimenti le fessurazioni già inizialmente accennate e come indicate con F in Fig. 1.
L'otturatore 25 termina a superficie piana e quando chiuso è perfettamente allo stesso livello della superfieie inferiore dell'elastomero 9, per cui non si creano apprezzabili impronte sul materiale pressato S. La tenuta laterale fra l'otturatore 25 e la sua sede 23 è molto precisa, in modo tale per cui durante l'accostamento all'impasto liquido e la successiva pressata con spremitura, né il materiale né acqua possono penetrare fra i due elementi. Il valore di spinta verticale che agisce sulla sezione dell'otturatore 25 durante la pressata, è corrispondente almeno alla spinta esercitata o meglio molto superiore alla spinta esercitata sul prodotto per effettuare la pressata; ciò è ottenuto dal dimensionamento dell'attuatore 27, 29. Una spinta elevata assicura anche la chiusura all'atto del ciclo successivo, neutralizzante la presenza di eventuali residui.
Nelle presse automatiche, una volta raggiunto il valore di pressata questo viene mantenuto per vari secondi per dare modo di effettuare la compattazione e la spremitura del materiale con la disposizione sopra descritta. Se ad esempio il tempo di stazionamento sotto pressione è di quattro secondi dopo circa tre e mezzo secondo può essere sollevato l'otturatore 25 (immettendo aria nel condotto 31) senza che l'impasto già pressato penetri nel foro 23 lasciato aperto dall'otturatore 25. Si può così iniziare ad immettere aria in pressione dal condotto 37, 37Δ contemporaneamente alla cessazione della pressata od anche e meglio quando ancora si sta pressando. Finita la fase di pressata, l'aria in pressione tende ad uscire dal foro 23 verso l'esterno e così crea un velo fra l'elastomero 9 e la superfìcie superiore della mattonella S pressata. Il successivo e progressivo sollevamento della placca 7 e del tampone 5 fino alla quota di partenza avviene sempre inviando aria compressa attraverso il foro 23. In queste condizioni invece di avere una depressione fra la placca di pressata 7, 9 ed il pezzo S (ed il conseguente effetto ventosa), si ha presenza di una pressione, che tende sempre a spingere in basso la mattonella S appena pressata. Si evitano cosi le sfaldature F orizzontali causate dall'effetto ventosa sulle mattonelle prodotte con i tamponi tradizionali anche con impasti dei tipi precedentemente indicati.
Durante tutta la fase di sollevamento dell'attuatore 25, si continua ad inviare aria anche quando la placca 7, 9 è completamente uscita dal vano dello stampo; questo serve, oltre che allo scopo descritto, anche ad effettuare una pulizia fra l'otturatore e la sua sede. Per questa ragione, vantaggiosamente il condotto 37A sbocca nella sede dell'otturatore con un ingresso 37B in direzione circa tangenziale (vedi Fig. 3), così da creare un vortice fra l'otturatore 25 e la sua sede.
Completato il sollevamento del tampone viene immessa aria compressa nel condotto 33 per riportare in chiusura l'otturatore, 25 per la successiva pressata.
E' inteso che il disegno non mostra che una semplificazione data solo quale dimostrazione pratica del trovato, potendo esso trovato variare nelle forme e disposizioni senza peraltro uscire dall'ambito del concetto che informa il trovato stesso.
Claims (5)
- RIVENDICAZIONI 1. Attrezzatura - per evitare sfaldature laterali delle mattonelle in cemento del tipo monostrato ed in specie prodotte con micrograniglie o polveri nell'impasto - combinata agli stampi con base, telaio e tampone di pressatura, caratterizzata dal fatto di comprendere nel tampone un orifizio (23) aprentesi nella superficie di pressatura del tampone, un otturatore (25) cooperante con detto orifizio (23), mezzi di comando e di forzatura di detto otturatore per l'otturazione durante la fase di pressatura e per l'apertura, ed un condotto di alimentazione di aria a pressione (37, 37A) per erogare aria in pressione - all'inizio o subito prima della fase di sollevamento del tampone - per la sua fuoriuscita dal detto orifizio e per l'incuneamento fra la mattonella ed il tampone .
- 2. Attrezzatura come da rivendicazione 1, caratterizzata dal fatto che detti mezzi di comando comprendono un sistema cilindro-pistone (27, 29) a doppio effetto e con dimensioni maggiori di quelle dell'orifizio (23) da otturare, per la resistenza alla pressione esercitata dal tampone nella fase di pressatura.
- 3. Attrezzatura come da rivendicazione 1 o 2, caratterizzata dal fatto che i mezzi di comando dell'otturatore ne provocano la apertura in breve anticipo rispetto al termine della fase di pressatura.
- 4. Attrezzatura come almeno da rivendicazione 1, caratterizzata dal fatto che l' alimentazione d' aria compressa è attuata con ingresso tangenziale (37B), per ottenere un vortice fra l'otturatore (25) e la sua sede.
- 5. Attrezzatura per evitare sfaldature nello spessore di mattonelle monostrato in cemento, quando si utilizzano per l'impasto micrograniglie o polveri; il tutto come sopra descritto e rappresentato per esemplificazione nell' annesso disegno.
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