ITBO950015A1 - Endoprotesi coronarica e metodo per la sua realizzazione - Google Patents

Endoprotesi coronarica e metodo per la sua realizzazione Download PDF

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Abstract

Una endoprotesi impiantabile in una cavità venosa (1) prevede una pluralità di moduli (2) indipendenti, in materiale biocompatibile, ognuno presentante una conformazione a doppia "C" unite alle estremità libere da rispettivi tratti (3a, 3b) rettilinei e paralleli tra loro ed uniti, il precedente ed al successivo, da un unico elemento elicoidale (4), anch'esso in materiale biocompatibile, avvolto sui tratti (3a, 3b) rettilinei casi da definire una chiusura dei moduli (2) parallelamente ad un asse longitudinale (X) di sviluppo affiancati l'uno all'altro; i moduli (2) e l'elemento elicoidale (4) sono plasticamente deformabili sia in senso radiale che in senso assiale così da permettere anche una diversa uniformità di sviluppo assiale, all'interno della cavità venosa (1), da modulo e modulo e diverse configurazioni dell'elemento elicoidale (4).(Fig.10).

Description

DESCRIZIONE
annessa a domanda di brevetto per INVENZIONE INDUSTRIALE dal titolo:
ENDOPROTESI CORONARICA E METODO PER LA SUA REALIZZAZIONE.
Il presente trovato concerne una endoprotesi coronarica ed il metodo per Sia sua realizzazione.
Attualmente nel campo medico esistono vari tipi di endoprotesi coronariche (chiamate nel gergo del settore "STENT" coronarici), le quali sono utilizzate nei casi in cui su un paziente sia diagnosticata una occlusione di cavit? venosa, in particolare sulle arterie coronariche che hanno l'importante compito di addurre il sangue al muscolo cardiaco.
Queste endoprotesi sono generalmente costituite da una porzione tubolare a spessore e conformazione variabili che definisce un piccolo condotto destinato a ricopiare, ad innesto effettuato tramite l'associazione di un catetere ed un palloncino espandibile, la conformazione della cavit? venosa in cui ? inserito: il tutto al fine di mantenere aperta la cavit? venosa stessa.
La tecnica bio-medica attuale ha ideato varie soluzioni di endoprotesi e quelle di particolare interesse nel presente testo prevedono, vedi ad esempio il breveto US 4.800.882, la realizzazione di una endoprotesi otenuta tramite un unico filo metallico conformato in modo da presentare una pluralit? di serpentine rettilinee unite da raccordi d'estremit?. Le serpentine sono poi deformate meccanicamente cos? da otenere una sezione semicilindrica di ogni serpentina, la quale, alternativamente ad una serpentina successiva o precedente, definisce una sezione cilindrico tubolare lungo un asse longitudinale.
L'endoprotesi cos? strutturata viene compressa radialmente atorno ad un palloncino espandibile e, tramite un catetere, viene impiantata nella cavit? coronarica fino alla zona occlusa, dove la stessa viene dilatata radialmente e plasticamente tramite l'espansione del palloncino fino a raggiungere le dimensioni naturali della cavit? stessa senza subire per? deformazioni assiali.
I problemi principali di tale soluzione riguardano soprattutto l'insufficiente resistenza alla deformazione radiale (uno degli elementi qualificanti nella realizzazione di endoprotesi coronariche) dovuta alla particolare strutura ad unico filo di spessore limitato; tale problema nasce dal fato che l'arteria Coronarica ? un sistema veicolare di passaggio di sangue in pressione e le endoprotesi impiantate devono appunto resistere ad una notevole spinta pressoria. Oltre a ci? vi ? anche una problematica di "rigidit?" costruttiva della soluzione dovuta al fatto che la struttura dell'endoprotesi (con ingombri longitudinali standard sempre fissi) non permette al medico la migliore configurazione della stessa a seconda delle situazioni patologiche incontrate di volta in volta; in altre parole il medico non pu? alterare in fase pre-operatoria quelle che sono le dimensioni dell'endoprotesi in funzione della situazione patologica incontrata, ma deve in qualche modo adatare "empiricamente" l'elemento od addiritura sostituirlo, allungando di conseguenza la fase operatoria.
Una ulteriore soluzione ? illustrata nel brevetto Europeo EP-335.341, in cui l'endoprotesi ? costituita da una pluralit? di cilindretti a spessore ridotto presentanti una serie di fenditure passanti sviluppantisi parallelamente ad un asse longitudinale di sviluppo dell'endoprotesi; ognuno di questi cilindretti ? unito all'altro tramite elementi di connessione flessibili costituiti da prolungamenti a ponte deformabili degli stessi cilindretti. Anche questo tipo di endoprotesi ? impiantata all'interno della cavit? venosa tramite un catetere ed un palloncino espandibile che permette la deformazione radiale dei cilindretti.
Anche in tale soluzione per? vi sono degli inconvenienti causati sia dal tipo di struttura dell'endoprotesi, cio? con elevate superficie metallica e relativi incavi e scanalature che, nel tempo, possono creare degli interstizi atti a favorire la formazione di placca arteriosclerotica causante danni fisici di non poco conto; anche in tale soluzione si riscontra la difficile elasticit? operativa nel caso di diverse situazione patologiche sul paziente dovuta aH'impossibilit? quasi totale di diversificare la configurazione assiale dell'endoprotesi se non attraverso la suddivisione in pi? parti della stessa endoprotesi: questa situazione ? frequente quando le occlusioni sono almeno due sulla stessa coronaria, ma ad una distanza reciproca superiore al massimo sviluppo assiale dell'endoprotesi; altra situazione "anomala" ? quando l'occlusione sulla coronaria ? in prossimit? di una zona di collegamento tra la coronaria ed un vaso sanguigno di immissione del flusso ematico, dove rimpianto di questa endoprotesi causerebbe la parziale chiusura del vaso di immissione.
Lo scopo del presente trovato ? pertanto quello di eliminare gli inconvenienti ora menzionati attraverso la realizzazione di una endoprotesi coronarica strutturata in modo da presentare sia un buon equilibrio nel rapporto tra il materiale utilizzato e gli spazi vuoti presenti, che una notevole possibilit? di variare la configurazione della stessa endoprotesi in funzione delle particolari situazione patologiche presenti sul paziente, e nel contempo mantenendo sempre un elevato standard nelle caratteristiche meccaniche di resistenza, nonch? delle caratteristiche di compatibilit? fisico-chimica con la cavit? venosa ed il flusso ematico.
Le caratteristiche tecniche del trovato, secondo i suddetti scopi, sono chiaramente riscontrabili dal contenuto delle rivendicazioni sottoriportate ed i vantaggi dello stesso risulteranno maggiormente evidenti nella descrizione dettagliata che segue, fatta con riferimento ai disegni allegati, che ne rappresentano una forma di realizzazione puramente esemplificativa e non limitativa, un cui:
- la figura 1 illustra l?endoprotesi coronarica oggetto del presente trovato in una configurazione chiusa non operativa, in una vista laterale;
- la figura 2 illustra l'endoprotesi di cui a figura 1 in una configurazione aperta operativa, in vista laterale;
- la figura 2a illustra una soluzione alternativa dell'endoprotesi di cui alle figure precedenti, in una vista laterale;
- le figure da 3a a 3d illustrano corrispondenti fasi di un primo metodo di realizzazione dei moduli definenti l'endoprotesi in oggetto, la fig. 3a ? in una vista prospettica schematica, mentre le restanti figure sono tutte in una vista frontale schematica;
- le figure da 4a a 4c illustrano rispettive fasi di un secondo metodo di realizzazione dei moduli definenti l'endoprotesi in oggetto, la figura 4a ? in una vista prospettica schematica, mentre le restanti figure sono in una vista frontale schematica;
- la figura 5 illustra una fase di un terzo metodo di realizzazione dei moduli definenti l'endoprotesi in oggetto in una vista prospettica schematica;
- la figura 6 illustra un modulo realizzato con i metodi illustrati nelle figure precedenti ed in una vista prospettica ed utilizzabile nella soluzione di cui a figura 2a;
- la figura 7 illustra una ulteriore fase di deformazione del modulo di cui a figura 6 per ottenere la configurazione prevista per l'endoprotesi di cui alle figure 1 e 2;
- le figure 8, 9 e 10 illustrano rispettive fasi di introduzione ed impianto del l'endoprotesi di cui alle figure precedenti, tutte in viste laterali schematiche;
- la figura 11 illustra una particolare situazione di impianto dell'endoprotesi in oggetto ed in una vista laterale schematica.
Conformemente alle figure dei disegni allegati, e con particolare riferimento alle figure 1 e 2, l'endoprotesi o, come indicato nel gergo medico, stent in oggetto ? impiantabile in cavit? venose 1, quali in particolare le cavit? coronariche, ed ? costituita da due elementi: un corpo composto da una pluralit? di moduli 2 indipendenti disposti assialmente uno accanto all'altro a definire una conformazione tubolare aperta, ed un unico elemento elicoidale 4 di unione dei suddetti moduli lungo un asse parallelo ad un'asse X di sviluppo longitudinale dell?endoprotesi che permette la chiusura dei moduli 2.
Pi? in dettaglio, ogni modulo 2 ? realizzato in materiale biocompatibile e presenta una conformazione a doppia "C", le quali sono unite alle proprie estremit? libere e senza soluzione di continuit? da rispettivi tratti 3a e 3b rettilinei e paralleli tra loro. Nel caso illustrato, e come descritto meglio successivamente, ciascun modulo 2, ovvero ciascuna coppia di "C", ? costituita da una porzione elicoidale con i tratti 3a e 3b rettilinei di congiunzione disposti sfalsati tra loro e secondo l'asse longitudinale X; in pratica ogni modulo 2 ? costituito da un filo metallico, quale ad esempio acciaio inossidabile, una lega in titanio e nichel oppure ancora una lega di platino e iridio, con i due tratti 3a e 3b rettilinei posti, in una posizione non deformata del l'endopro tesi tra di loro sfalsati, ovvero su una unica retta parallela all'asse longitudinale X.
L'elemento elicoidale 4 ? realizzato anch'esso in materiale biocompatibile (come appunto l'acciaio inossidabile, la lega di platino o iridio e di titanio e nichel), ed ? costituita da una spirale unica. Questa spirale 4 pu? essere avvolta su entrambi i tratti 3a e 3b rettilinei dei moduli 2 (vedi figg. 1 e 2) disposti in successione cos? da definire la chiusura degli stessi moduli parallelamente all'asse longitudinale X di sviluppo ed in modo tale da ottenere un unico elemento a conformazione, tubolare chiusa con i moduli 2 affiancati l'uno all'altro.
in un'altra soluzione illustrata in figura 2a, l'elemento elicoidale 4 ? avvolto solo su uno dei tratti rettilinei (quello indicato con 3a), nel caso in cui non sia richiesta una elevata resistenza radiale dell'endoprotesi, ma una maggiore deformabilit? plastica di tutta l'endoprotesi. Sia i moduli 2 che l'elemento elicoidale 4 sono infatti plasticamente deformabili sia in senso radiale che in senso assiale, permettendo cos? anche una diversa uniformit? di sviluppo assiale da modulo a modulo, all'interno della cavit? venosa 1 dove l'endoprotesi viene impiantata, ed anche diverse configurazioni dell?elemento elicoidale 4.
Preferibilmente i moduli 2 o l'elemento elicoidale 4 saranno previsti di una copertura superficiale in carbonio per eliminare i rischi di ossidazione nel tempo dovuto al contatto esistente tra la spirale 4 ed i vari moduli 2 costituenti l'endoprotesi.
Per realizzare questo tipo di endoprotesi possono essere eseguite varie metodologie: in una prima soluzione illustrata nelle figure da 3a a 3d, l'endoprotesi ? realizzata partendo, in una fase a), da un elemento tubolare 5, nel materiale biocompatibile con cui si ? deciso di realizzare i moduli 2, da cui vengono ricavati meccanicamente pi? anelli 6 a spessore ridotto; questa operazione ? effettuata tramite il taglio meccanico di precisione (ad esempio con un tornio apposito, qui non illustrato perch? di tipo noto) viste le ridotte dimensione dei moduli 2; ognuno di questi anelli 6 viene poi deformato, in una fase -b) illustrata in figura 3b, attraverso una pressione in senso radiale (vedi frecce F) in modo da portarlo da una conformazione circolare ad una conformazione quadrangolare, definendo quindi delle coppie di tratti rettilinei 3a, 3b, 3c e 3d (dove 3a e 3b risultano i lati minori e 3c e 3d i lati maggiori). In una terza fase -c) quindi vi ? una piegatura (vedi figg. 3c e 3d) a sviluppo cilindrico od elicoidale (il perch? verr? spiegato in seguito nella trattazione) di ogni elemento quadrangolare ottenuto nella fase precedente, per il tramite di una dima 17 apposita, in modo da definire due tratti semicircolari 3c e 3d paralleli a "C" ed i due suddetti tratti rettilinei 3a e 3b di congiunzione paralleli o reciprocamente sfalsati (come illustrato nella fig. 7) e su una stessa linea orizzontale; infine vi ?, in una fase -d), ravvolgimento dell'elemento elicoidale 4 lungo un asse longitudinale (come visibile nelle figure 1, 2 e 2a), parallelo a quello X di sviluppo dell'endoprotesi, attorno ad uno od entrambi i tratti rettilinei 3a e 3b di rispettive pluralit? dei moduli 2 (il numero dei moduli con cui realizzare l'endoprotesi sar? funzione delle necessit? contingenti) e cos? da ottenere una configurazione, in sezione, tubolare.
In una seconda soluzione illustrata nelle figure da 4a a 4c, l'endoprotesi ? realizzata partendo dal taglio di uno spezzone 15, sempre nel materiale biocompatibile deciso, da una lastra piana 16 (preferibilmente attraverso un sistema di taglio al laser) in modo da ottenere una conformazione quadrangolare e cos? da definire il modulo 2 presentanti le coppie di tratti rettilinei 3a, 3b, 3c e 3d; successivamente si effettua una deformazione di ogni singolo elemento 15 quadrangolare (vedi figg. 4b e 4c) da una conformazione a sviluppo piano ad una conformazione a sviluppo cilindrico tramite una relativa dima di riferimento 17 per arrivare al modulo illustrato nella fig. 6. Infine si effettua l'avvolgimento dell'elemento elicoidale 4 lungo un asse longitudinale ed attorno ad uno od entrambi i tratti rettilinei 3a e 3b dei moduli 2 cos? da ottenere la configurazione tubolare (come visibile sempre nelle figure 1 e 2).
Una terza soluzione (illustrata nella figura da 5) prevede invece di definire i moduli 2 attraverso un taglio da un elemento tubolare 18 di spessore ridotto di uno spezzone 19 presentante una conformazione quadrangolare cilindrica a doppia "C" definente il singolo modulo 2, il quale ? gi? quindi in una configurazione cilindrica visibile nella figura 6; dopodich? si effettua l'avvolgimento dell'elemento elicoidale 4 lungo l'asse longitudinale di sviluppo dell'endoprotesi attorno ad uno od entrambi i tratti rettilinei 3a e 3b dei moduli 2 cos? da ottenere la suddetta configurazione tubolare.
Nel caso in cui si voglia effettuare l'avvolgimento dell'elemento elicoidale 4 su entrambi i tratti rettilinei 3a e 3b (come gi? accennato precedentemente), ? prevista una piegatura del modulo 2 secondo uno sviluppo elicoidale in modo da definire sempre i due tratti semicircolari 3c e 3d paralleli a "C", mentre i due tratti rettilinei 3a e 3b risultano reciprocamente sfalsati e su una stessa linea orizzontale (vedi figura 7, e frecce FI e F2). L'avvolgimento dell'elemento elicoidale 4 su entrambi i tratti rettilinei 3a e 3b permette di ottenere una configurazione tubolare chiusa ad alta resistenza a spinta radiale (vedi sempre figg. 1 e 2).
L'endoprotesi cos? realizzata viene impiantata attraverso delle semplici fasi cos? riassunte:
-a) inizialmente vi ? l'applicazione dell'endoprotesi su un catetere 7 per l'immissione della stessa nella cavit? venosa 1 in una configurazione chiusa, ovvero con i tratti rettilinei 3a e 3b di ogni modulo 2 paralleli o complanari, e con uno sviluppo longitudinale di tutta l'endoprotesi predeterminato allo scopo (vedi fig. 8);
-b) successivamente (vedi fig. 9) avviene l'introduzione del catetere 7 nella cavit? venosa 1 con un relativo posizionamento dello stesso e dell'endoprotesi in una zona predeterminata e presentante una occlusione 8; infine vi ? una fase -c) in cui si deforma plasticamente l'endoprotesi, tramite il catetere 7, fino al contatto con le pareti 9 della cavit? venosa 1, ovvero in modo da ottenere una diversa configurazione radiale dei moduli 2 ed una diversa configurazione assiale almeno dell'elemento elicoidale 4 di unione (vedi fig. 10).
Naturalmente la tecnica di deformazione varier? in funzione del tipo di materiale con cui ? realizzata l'endoprotesi: si pu? utilizzare infatti un noto catetere con palloncino, qui non illustrato, per una deformazione di tipo prettamente meccanico, o la tecnica nota utilizzante la memoria "termica" del materiale dell'endoprotesi, ovvero trattando il materiale in modo tale che attui la sua deformazione in funzione di una determinata temperatura presente; in questo secondo caso si utilizzer? un catetere (visibile nelle figure 8 e 9) dotato di una apposita resistenza 21 per permettere il raggiungimento della temperatura necessaria alla deformazione dell'endoprotesi.
In altre parole l?endoprotesi cos? strutturata permette al medico di ottenere, precedentemente all'impianto della stessa endoprotesi, la configurazione assiale che meglio si adatta alla situazione patologica della cavit? venosa e soprattutto per quanto riguarda il posizionamento della occlusione da contrastare con la stessa endoprotesi. Come visibile infatti nella figura 11, dove 1'epdoprotesi deve contrastare due occlusioni 22 e 23 nella stessa cavit? venosa 1 poste da bande opposte ad una congiunzione della stessa cavit? con una seconda cavit? venosa 24, ? possibile, con la soluzione in oggetto, realizzare t?fta configurazione ottimale della stessa deformando assialmente l'elemento elicoidale 4: in tal modo si ottengono due porzioni distanziate 25 e 26 che permettono la perfetta apertura della cavit? venosa, mentre la zona di congiunzione tra le due cavit? venose 1 e 24 rimane quasi completamente aperta al passaggio del flusso ematico (indicato con le frecce E).
Ulteriore fattore positivo ? la possibilit? di individuare con facilit?, a livello radiografico, il posizionamento dell'endoprotesi all'interno della cavit? venosa grazie alla radio opacit? dei componenti della stessa endoprotesi.
Il trovato cos? concepito ? suscettibile di numerose modifiche e varianti, tutte rientranti nell'ambito del concetto inventivo. Inoltre, tutti i dettagli possono essere sostituiti da elementi tecnicamente equivalenti.

Claims (18)

  1. RIVENDICAZIONI 1. Endoprotesi coronarica impiantabile in cavit? venose (1), caratterizzata dal fatto di essere costituita da: una pluralit? di moduli (2) indipendenti, in materiale biocompatibile, ognuno presentante una conformazione a doppia "C" unite alle estremit? libere da rispettivi tratti (3a, 3b) rettilinei e paralleli tra loro ed uniti, detti moduli (2), al precedente ed al successivo da un unico elemento elicoidale (4), anch'esso in materiale biocompatibile, avvolto su almeno uno di detti tratti (3a, 3b) rettilinei cos? da definire sostanzialmente una chiusura di detti moduli (2) parallelamente ad un asse longitudinale (X) di sviluppo ed in modo tale da definire un unico elemento a conformazione, in sezione, tubolare con i detti moduli (2) affiancati l?uno all'altro; detti moduli (2) e detto elemento elicoidale (4) essendo plasticamente deformabili sia in senso radiale che in senso assiale e cos? da permettere anche una diversa uniformit? di sviluppo assiale, alfinterno di detta cavit? venosa (1), da modulo a modulo e diverse configurazioni di detto elemento elicoidale (4).
  2. 2. Endoprotesi secondo la rivendicazione 1, caratterizzata dal fatto che entrambi i detti tratti (3a, 3b) rettilinei sono avvolti da detto elemento elicoidale (4).
  3. 3. Endoprotesi secondo la rivendicazione 1, caratterizzata dal fatto che ciascun detto modulo (2), ovvero detta doppia "C", ? costituito da un tratto elicoidale con detti tratti (3a, 3b) rettilinei di congiunzione disposti sfalsati tra loro e secondo detto asse longitudinale (X).
  4. 4. Endoprotesi secondo la rivendicazione 1, caratterizzata dal fatto che ogni detto modulo (2) ? costituito da un filo metallico e dove i due detti tratti (3a, 3b) rettilinei risultano, almeno in una posizione non deformata di detta endoprotesi tra di loro sfalsati, ovvero su una unica retta parallela a detto asse longitudinale (X)
  5. 5. Endoprotesi secondo la rivendicazione 1, caratterizzata dal fatto che ogni detto modulo (2) ? realizzato in acciaio inossidabile.
  6. 6. Endoprotesi secondo la rivendicazione 1, caratterizzata dal fatto che ogni detto modulo (2) ? realizzato in una lega di platino e iridio.
  7. 7. Endoprotesi secondo la rivendicazione 1, caratterizzata dal fatto che ogni detto modulo (2) ? realizzato in una lega di titanio e nichel.
  8. 8. Endoprotesi secondo la rivendicazione 1, caratterizzata dal fatto che ogni detto elemento elicoidale (4) ? costituito da una spirale realizzata in acciaio inossidabile. *
  9. 9. J Endoprotesi secondo la rivendicazione 1, caratterizzata dal fatto che ogni detto elemento elicoidale (4) ? costituito da una spirale realizzata in una lega di platino e iridio.
  10. 10. Endoprotesi secondo la rivendicazione 1, caratterizzata dal fatto che ogni detto elemento elicoidale (4) ? costituito da una spirale realizzata in una lega di titanio e nichel.
  11. 11. Endoprotesi secondo la rivendicazione 1, caratterizzata dal fatto che almeno uno di detti elementi (2, 4) costituenti detta endoprotesi prevede una copertura in carbonio.
  12. 12. Metodo per la realizzazione di detta endoprotesi secondo le rivendicazioni da 1 a 11, caratterizzato dal fatto di prevedere le seguenti fasi in successione: -a) una suddivisione di un elemento tubolare (5) in pi? anelli (6) a spessore ridotto, tramite taglio, atti a definire, ognuno, un detto modulo (2); -b) una deformazione in senso radiale di ogni singolo detto anello (6) da una conformazione circolare ad una conformazione sostanzialmente quadrangolare cos? da definire coppie di tratti rettilinei (3a, 3b, 3c e 3d); -c) una piegatura a sviluppo cilindrico di ogni detto modulo (2) quadrangolare cos? ottenuto, per il tramite di una relativa dima (17) in modo da definire due tratti semicircolari (3c, 3d) paralleli a "C"; -d) un avvolgimento di detto elemento elicoidale (4) lungo un asse longitudinale ed attorno ad almeno uno di detti tratti rettilinei (3a, 3b) di rispettive pluralit? di detti moduli (2) cos? da ottenere una configurazione tubolare.
  13. 13. Metodo per la realizzazione di detta endoprotesi secondo le rivendicazioni da 1 a 11 , caratterizzato dal fatto di prevedere le seguenti fasi in successione: -a) un taglio di un elemento (15) da una lastra piana (16) in modo da ottenerne una conformazione quadrangolare e cos? da definire coppie di tratti rettilinei (3a, 3b 3c e 3d); -b) una deformazione di ogni singolo detto elemento (15) quadrangolare da una conformazione a sviluppo piano ad una conformazione a sviluppo sostanzialmente cilindrico tramite una relativa dima di riferimento (17); -c) un avvolgimento di detto elemento elicoidale (4) lungo un asse longitudinale ed attorno ad almeno uno di detti tratti rettilinei (3a, 3b) di rispettive pluralit? di detti moduli (2) cos? da ottenere una configurazione tubolare.
  14. 14. Metodo per la realizzazione di detta endoprotesi secondo le rivendicazioni da 1 a 11, caratterizzato dal fatto di prevedere le seguenti fasi in successione: -a) un taglio da un elemento tubolare (18) di spessore ridotto di uno spezzone (19) presentante una conformazione quadrangolare cilindrica a doppia "C" definente detto modulo (2); -b) un avvolgimento di detto elemento elicoidale (4) lungo un asse longitudinale ed attorno ad almeno uno di detti tratti rettilinei (3a, 3b) di rispettive pluralit? di detti moduli (2) cos? da ottenere una configurazione, in sezione, tubolare.
  15. 15. Metodo secondo le rivendicazioni 12 o 13 o 14, caratterizzato dal fatto che detto elemento elicoidale (4) viene avvolto su entrambi i detti tratti rettilinei (3a, 3b) cos? da definire una configurazione, in sezione, di ogni detto modulo (2) tubolare chiusa.
  16. 16. Metodo secondo le rivendicazioni 12 o 13 o 14, caratterizzato dal fatto che precedente a detta fase di avvolgimento di almeno un detto tratto rettilineo (3a, 3b) ? prevista una piegatura di detto modulo (2) a sviluppo elicoidale in modo da definire i due tratti semicircolari (3c, 3d) paralleli a "C" ed i due detti tratti rettilinei (3a, 3b) di congiunzione reciprocamente sfalsati e su una stessa linea orizzontale.
  17. 17. Metodo per Timpiantamento di detta endoprotesi in detta cavit? venosa secondo le rivendicazioni da 1 a 11, caratterizzato dal fatto di prevedere le seguenti fasi in successione. -a) applicazione di detta endoprotesi su un catetere (7) per l'immissione in detta cavit? venosa (1) in una configurazione chiusa, ovvero con detti tratti rettilinei (3a, 3b) di detti moduli (2) tra loro avvicinati e con uno sviluppo longitudinale; -b) introduzione di detto catetere (7) in detta cavit? venosa (1) e posizionamento dello stesso con detta endoprotesi in una sua zona predeterminata e presentante una occlusione (8); -c) deformazione plastica della detta endoprotesi, tramite detto catetere (7), fino al contatto con le pareti (9) di detta cavit? venosa (1), ovvero in modo da ottenere una diversa configurazione radiale di detti moduli (2) ed una diversa configurazione assiale almeno di detto elemento elicoidale (4) di unione.
  18. 18. Endoprotesi secondo le rivendicazioni da 1 a 11 e metodo secondo le rivendicazioni da 12 a 17 e secondo quanto descritto ed illustrato con riferimento alle figure degli uniti disegni e per gli accennati scopi.
IT95BO000015A 1995-01-20 1995-01-20 Endoprotesi coronarica e metodo per la sua realizzazione IT1278164B1 (it)

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