ITBO20110223A1 - Dispositivo dosatore per prodotti liquidi - Google Patents

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ITBO20110223A1
ITBO20110223A1 IT000223A ITBO20110223A ITBO20110223A1 IT BO20110223 A1 ITBO20110223 A1 IT BO20110223A1 IT 000223 A IT000223 A IT 000223A IT BO20110223 A ITBO20110223 A IT BO20110223A IT BO20110223 A1 ITBO20110223 A1 IT BO20110223A1
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IT
Italy
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duct
shutter element
shutter
volume
tube
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IT000223A
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Inventor
Giuseppe Monti
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Marchesini Group Spa
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Description

DISPOSITIVO DOSATORE PER PRODOTTI LIQUIDI
DESCRIZIONE DELL’INVENZIONE
La presente invenzione si riferisce al dosaggio di prodotti liquidi, come sciroppi, profumi o medicinali, in recipienti dedicati, come flaconi.
Attualmente, nelle macchine automatiche per il confezionamento di prodotti liquidi, sono predisposti noti dispositivi di dosaggio che collegano un serbatoio di distribuzione del liquido da dosare con un ugello che eroga il liquido direttamente nel flacone da riempire.
I dispositivi di dosaggio noti comprendono: un condotto di aspirazione, un condotto di mandata, ed una siringa volumetrica connessa con i due condotti.
Inoltre, tra il serbatoio ed il condotto di aspirazione e tra il condotto di mandata e l’ugello vi è una rispettiva valvola meccanica, alternatamente azionabile perché consenta il passaggio del liquido o lo ostruisca.
In pratica, i flaconi, tramite mezzi noti, sono presentati singolarmente aN’ugello che vi eroga di volta in volta una prefissata dose di liquido.
Per ottenere ciò, si impiega la siringa volumetrica, la quale è azionabile in modo alternativo perché aspiri e spinga fuori una predeterminata quantità di liquido che corrisponde alla dose.
II funzionamento dei dispositivi di dosaggio noti è spiegato di seguito.
Quando la siringa volumetrica deve aspirare una dose di liquido dal serbatoio, la valvola tra il serbatoio ed il condotto di aspirazione si apre e l’altra valvola si chiude, e tale condizione si mantiene fino al termine della fase di aspirazione. Dopodiché, vi è una commutazione delle valvole, dimodoché la valvola tra condotto di mandata ed ugello resti aperta mentre la siringa è azionata per spingere una quantità di liquido equivalente alla dose verso l’ugello; durante tale operazione la valvola interposta tra serbatoio e condotto di aspirazione è chiusa. Questo tipo di dispositivo presenta degli inconvenienti in relazione alle operazioni di sanificazione.
infatti, prima di poter impiegare il medesimo dispositivo per erogare un diverso liquido rispetto a quello per cui lo si è già usato, il serbatoio, l'ugello ed il dispositivo stesso vanno sanificati, e cioè internamente puliti ed igienizzati impiegando noti liquidi detergenti ed igienizzanti, seguendo noti processi di sanitizzazione, ecc...
È chiaro che perché un prodotto liquido non venga compromesso, esso non deve essere contaminato dalla più piccola traccia di un liquido precedentemente usato; ciò è critico specialmente nel caso di confezionamento di prodotti medicinali.
Per ottenere una adeguata sanificazione, non è sufficiente che il liquido di sanificazione venga mandato a pressione entro il dispositivo facendogli seguire i percorsi normalmente attraversati dai liquidi dosati, in quanto tracce del prodotto liquido dosato si accumulano nei sinuosi canalini interni delle valvole, e anche tra le superfici di contatto tra la valvola ed i condotti di aspirazione e mandata.
Spesso, anche impiegando le tecniche sanitizzanti più raffinate non si riesce a raggiungere con il liquido sanificante tali residui, e comunque non in modo da asportare del tutto i residui stessi.
Ne è conseguenza che ogni qual volta si intenda cambiare il liquido da dosare, si debba giocoforza aprire il dispositivo, estrarre le valvole per poi sanificarle a parte, il ché è dispendioso.
Inoltre, il reinserimento delle valvole ed il loro corretto montaggio va fatto da personale addestrato in grado, per esempio, di riposizionate correttamente le valvole perché mantengano inalterata la loro funzione di tenuta.
Scopo della presente invenzione è superare gli inconvenienti sopra esposti ed altri ancora rendendo disponibile un dispositivo dosatore per dosare prodotti liquidi in recipienti, per esempio medicinali liquidi in flaconi, in accordo con la rivendicazione 1.
Il dispositivo proposto comprendente:
- un condotto di aspirazione connettibile con un serbatoio di distribuzione per contenere il prodotto liquido da dosare,
- un condotto di mandata connettibile con un ugello erogatore atto ad erogare una dose di prodotto liquido in un recipiente,
- una siringa volumetrica, connessa sia al condotto di aspirazione che al condotto di mandata, azionabile alternatamente per aspirare una dose di prodotto liquido o per espellere la dose di prodotto liquido aspirata, e
- un primo ed un secondo organo otturatore comprendenti almeno un elemento otturatore ciascuno, il quale elemento otturatore ha un volume delimitato da una periferia impermeabile, uno dei quali elementi otturatori è disposto entro il condotto di aspirazione mentre l’altro è disposto entro il condotto di mandata.
L’invenzione prevede che ciascun elemento otturatore abbia un volume variabile tra un volume di minimo ingombro ed un volume espanso, e dal fatto che l’elemento otturatore, quando presenta il volume di minimo ingombro, risulta più stretto della luce del condotto entro cui è disposto, a consentire il passaggio di prodotto liquido tra la sua periferia e la superficie interna del condotto e, quando presenta il volume espanso, è largo quanto la luce del condotto, con la propria periferia che aderisce alla superficie interna del condotto, in modo da ostruirlo completamente.
Grazie alla particolare configurazione degli elementi otturatori dell’invenzione, si superano completamente i limiti della tecnica nota.
Infatti, dal momento che, quando gli elementi otturatori presentano il volume di minimo ingombro, è permesso lo scorrimento di liquido tra la loro periferia e la superficie interna del condotto, allora è possibile sanificare completamente tutto il dispositivo proposto, facendo semplicemente scorrere il fluido di sanificazione entro il dispositivo lungo i percorsi seguiti dai prodotti liquidi dosati.
In dettaglio, vengono vantaggiosamente sanificate tutte le superfici interessate dai prodotti da dosare, comprese le superfici dell’elemento otturatore e del relativo condotto che sono a contatto quando l’elemento otturatore presenta il volume espanso.
Di conseguenza non è minimamente necessario estrarre gli elementi otturatori per poterli sanificare.
Questo a maggior ragione perché, visto che il prodotto liquido da dosare può scorrere attraverso i condotti di aspirazione e mandata senza dover passare entro gli elementi otturatori allora non vi è alcuna necessità di dover pulire parti interne degli stessi come invece avviene con le valvole della tecnica nota
Quindi, il dispositivo proposto risulta molto più adatto di quelli noti al dosaggio di sciroppi o altri prodotti liquidi comprendenti sostanze zuccherine.
Di seguito verranno dettagliate forme di realizzazione specifiche dell’invenzione e vantaggiose caratteristiche tecnico-funzionali correlate a tali forme di realizzazione che sono solo in parte derivabili dalla descrizione suesposta, in accordo con quanto riportato nelle rivendicazioni e con l’ausilio delle allegate tavole di disegno, nelle quali:
- la figura 1 è una vista frontale in sezione verticale del dispositivo secondo l’invenzione, nella configurazione che assume durante la fase operativa di aspirazione;
- la figura 2 è la vista della figura 1 , durante la fase operativa di dosaggio; e - la figura 3 è la medesima vista delle figure precedenti, nella fase operativa si sanificazione.
Nelle figure allegate, si è indicato con 1 il dispositivo proposto, con 10 il condotto di aspirazione, con 11 quello di mandata e con 9 l’ugello erogatore.
Il serbatoio per trattenere il prodotto liquido non è rappresentato ma la sua disposizione rispetto al dispositivo 1 è indicata da una freccia affiancata dalla lettera ‘S’; inoltre, nelle figure allegate, il flacone da riempire è contrassegnato con 90.
La siringa volumetrica 2 è di per sé nota e comprende un cilindro 22 in cui scorre uno stantuffo 21 , il quale definisce entro il cilindro stesso 22 una camera di dosaggio 20 il cui volume varia a seguito dello scorrimento dello stantuffo 21 ; chiaramente, la siringa 2 è configurata perché la variazione di volume della camera di dosaggio 20 sia esattamente corrispondente alla dose prevista per lo riempimento del flacone 90.
Anticipiamo che, in via preferenziale, ogni elemento otturatore 3 comprende pareti deformabili 30,31 che ne definiscono quindi una periferia deformabile, a consentire la variazione in volume dell’elemento otturatore 3 stesso, tra il volume di minimo ingombro M ed il volume espanso E; la configurazione preferita degli elementi otturatori 3 sarà dettagliata successivamente.
Secondo un aspetto costruttivo preferenziale, raffigurato nelle figure allegate, il condotto di aspirazione 10 e quello di mandata 11 sono disposti verticali e comunicano inferiormente tramite un condotto di comunicazione 12 che li raccorda, a definire nell’insieme un condotto a forma di ‘IT, il cui impiego si avvantaggia dell’azione della forza di gravità.
In questo caso, al citato condotto di comunicazione 12, è connessa, di preferenza inferiormente, la siringa volumetrica 2, per esempio tramite un breve condotto di collegamento 13.
Come si può vedere in tutte le figure, sia l’estremità superiore del condotto di aspirazione 10 che quella del condotto di mandata 11 comunicano con un rispettivo manicotto trasversale 51 ,52, uno previsto per la connessione col serbatoio S e l’altro per la connessione con l’ugello 9.
A parte la connessione con tali manicotti 51 ,52, il condotto di aspirazione 10 e quello di mandata 11 in uso non comunicano con l’esterno del dispositivo 1.
Tutti i condotti e manicotti del presente dispositivo 1 sono di preferenza cilindrici. Ciascun organo otturatore 3,4 ha il rispettivo elemento otturatore 3 che ne definisce l’estremità inferiore, l’elemento otturatore 3 del primo organo essendo posto entro il condotto di aspirazione 10, tra il manicotto trasversale 51 per la connessione col serbatoio S e la siringa volumetrica 2; invece l’altro elemento otturatore 3 è posto entro il condotto di mandata 11 , tra la siringa volumetrica 2 ed il manicotto trasversale 52 per la connessione con l’ugello 9.
Prima di descrivere nel dettaglio gli ulteriori aspetti costruttivi dell’invenzione e preferite versioni degli elementi otturatori 3, viene di seguito spiegato il funzionamento del dispositivo 1 proposto, con l’ausilio delle tre figure allegate. L’invenzione è particolarmente destinata all’impiego in una macchina per confezionare prodotti liquidi, qui non descritta nel dettaglio, che rende disponibile in successione un flacone da riempire 90 all’ugello erogatore 9 perché il dispositivo 1 proposto provveda a riempirlo con una prefissata dose di prodotto. Nella macchina confezionatrice può essere presente una batteria di dispositivi 1 secondo l’invenzione.
Quando il dispositivo 1 è predisposto per il funzionamento, la sua parte sottostante gli elementi otturatori 3 è riempita, o se si vuole pre-riempita, del prodotto liquido che si intende dosare.
In pratica, la parte dei condotti di aspirazione e mandata 10,11 sottostante i rispettivi elementi otturatori 3, il condotto di comunicazione 12 ed il condotto di collegamento sono riempiti di prodotto liquido.
Nella prima fase di prelievo del prodotto liquido dal serbatoio, l’elemento otturatore 3 entro il condotto di aspirazione 10 presenta il volume di minimo ingombro M (si veda la figura 1) e la siringa volumetrica 2 è azionata per aspirare la dose di liquido, il quale può passare liberamente per il condotto di aspirazione 10, attorno alla periferia 30,31 di tale elemento otturatore 3.
In questa condizione il condotto di aspirazione 10 è quindi aperto.
Durante l’aspirazione della dose, il condotto di mandata 11 è invece chiuso perché il rispettivo elemento otturatore 3 presenta il volume espanso e quindi non vi può essere comunicazione fluidodinamica tra la siringa 2 e l’ugello erogatore 9.
I mezzi di azionamento della siringa 2 sono ampiamente noti nel settore e quindi non vengono qui richiamati, mentre il sistema di azionamento e commutazione degli elementi otturatori 3 sarà descritto successivamente nel dettaglio, secondo aspetti preferenziali previsti nel’invenzione.
II prodotto nel serbatoio S può essere sottoposto ad una predeterminata pressione creata artificialmente oppure viene sfruttata la gravità o qualunque altro sistema tra quelli già in uso nei dispositivi di arte nota.
Dopo l’aspirazione della dose, i due elementi otturatori 3 commutano in maniera tale da chiudere il condotto di aspirazione 10 e da aprire quello di mandata 11. In fase con la commutazione, vi è l’azionamento della siringa dosatrice 2 per l’espulsione della dose di prodotto liquido, che determina quindi il fatto che una quantità di prodotto corrispondente alla dose vada a riempire il flacone 90 passando per l’ugello 90 ed il summenzionato relativo manicotto trasversale 52. Quando il flacone 90 è stato riempito (che nella presente descrizione non implica necessariamente che sia colmo di prodotto, ma che ospiti la dose prevista), allora esso è allontanato da appositi mezzi previsti nella macchina confezionatrice ed un altro flacone 90 è predisposto opportunamente in corrispondenza deN’ugello.
A questo punto, i due elementi otturatori 3 commutano nuovamente e, a seguito di ciò la siringa è immediatamente azionata in aspirazione, ed il procedimento sopra spiegato si ripete ciclicamente.
Quando l’interno del dispositivo 1 proposto deve essere sanificato, entrambi gli elementi otturatori 3 sono portati al loro volume di minimo ingombro M, come si vede nella figura 3, dimodoché il liquido di sanificazione possa interessare sia la loro periferia 30,31 che la superficie interna dei condotti 10,11,12,13,51 ,52, senza trovare ostacoli e senza che vi siano zone in cui i residui non possano venire lambiti dal flusso di liquido di sanificazione.
La commutazione degli elementi otturatori 3 ed il funzionamento della siringa volumetrica 2 possono essere gestiti da un’unità di elaborazione elettronica, che sincronizza anche la cadenza di dosaggio con la ciclica presentazione di flaconi 90 aN’ugello 9.
Di preferenza, ciascun elemento otturatore 3 comprende una cavità interna 32 chiusa, delimitata da pareti 30,31 realizzate in una membrana elastica espansibile a seguito dell’aumento della pressione presente nella cavità interna 32.
La cavità interna 32 è inaccessibile al prodotto liquido da dosare, perché la membrana è impermeabile e perché non presenta fori di accesso tra i condotti di aspirazione e mandata 10,11 e la cavità medesima 32, la periferia degli elementi otturatori 3 essendo continua e chiusa.
Quando un elemento otturatore 3 si espande fino ad ostruire il condotto 10,11 in cui è ospitato, allora la sua membrana, essendo elastica, si auto-adatta alla superficie interna del condotto 10,11 , col che si prescinde del tutto dalla previsione di particolari accorgimenti per garantire la tenuta quando un dato condotto 10,11 deve essere chiuso, e si prescinde da complicati calcoli su tolleranze e da conseguenti complessi processi produttivi.
Vantaggiosamente, la variazione in volume degli elementi otturatori 3, e quindi la loro commutazione, è ottenuta alternatamente aumentando e diminuendo la pressione nella cavità 32, impiegando il sistema di seguito descritto, che non prevede complicati cinematismi e/o complesse regolazioni.
Si prevede, secondo questo preferito aspetto, che sia il primo che il secondo organo otturatore comprendano ciascuno un tubo 4 avente una prima estremità 41 inserita entro la cavità 32 del rispettivo elemento otturatore 3 (si vedano le figure allegate), col tubo 41 e le pareti 31,32,33 dell’elemento otturatore 3 che sono accoppiate a tenuta (perché non passi il prodotto liquido).
Il tubo 4 poi ha anche una seconda estremità 42 che è collegabile a mezzi di azionamento atti a forzare fluidi entro il tubo 4 o a permetterne la fuoriuscita, il tubo 4 avendo inoltre almeno una apertura 400 posta entro la cavità 32 dell’elemento otturatore 3 a consentire la comunicazione fluidodinamica tra questa ed i mezzi si azionamento.
Quindi è chiaro che quando, attraverso il tubo 4, si inserisce un fluido a pressione entro una cavità 32, di preferenza aria compressa, allora il relativo elemento otturatore 3 si espande, cioè si gonfia, fino al volume di espansione E, andando ad ostruire il condotto 10,11 in cui è inserito.
Dato poi che la membrana 31 ,32 è elastica, basterà rimuovere la causa deN’aumento della pressione interna (cioè lasciare fuoriuscire l'aria compressa, secondo l’aspetto preferito) e spontaneamente l’elemento otturatore 3 torna al suo volume di minimo ingombro M, che si può definire come il volume di riposo dell’elemento otturatore 3.
È chiaro che il valore di pressione nella camera interna 32 di un elemento otturatore 3, quando esso si è gonfiato fino al volume espanso E, sarà sufficientemente alto da contrastare la pressione del prodotto liquido che preme esternamente sull’elemento otturatore 3 medesimo, così che il condotto 10,11 in cui esso è inserito rimanga chiuso fino alla successiva commutazione di quell’elemento otturatore 3.
In pratica, i mezzi di azionamento e commutazione possono anche essere semplicemente un dispositivo generatore di aria compressa (una pompa pneumatica o simili) per produrre l’aumento della pressione nella cavità interna 32 degli elementi otturatori 3 e una o più valvole di scarico (come le cosiddette valvole a scarico veloce) connesse a ciascun tubo 4 per consentire la fuoriuscita di aria dalla cavità interna 32 medesima.
In questa maniera, i costi di produzione sono notevolmente abbattuti rispetto all’arte nota.
Come mostrato nelle figure, possono essere previste bocchette di collegamento 81 ,82 per connettere la seconda estremità dei tubi 4 con i mezzi di azionamento e commutazione degli organi otturatori 3,4.
L’invenzione prevede una particolare forma di attuazione che permette una commutazione particolarmente rapida degli elementi otturatori 3 assieme ad un impiego efficiente deN’aria compressa, o altro fluido a pressione.
In questa forma di attuazione, ciascun elemento otturatore 3 comprende una parete laterale tubolare 30 (di preferenza cilindrica) che delimita lateralmente la cavità interna 32 ed è affacciata alla superficie interna del rispettivo condotto 10,11 ; inoltre, la parete laterale tubolare 30 è chiusa ad un’estremità longitudinale da una base 31 e dall’altra da un membro di chiusura 4,43,33, in seguito meglio descritto.
Quando i due elementi otturatori 3 hanno questa topologia, si prevede che la parete laterale 30 presenti una flessibilità sufficientemente maggiore rispetto alla base 31 e al membro di chiusura, per consentire che, a seguito dell’insufflazione di aria compressa nella cavità 32, il volume dell’elemento otturatore 3 si espanda perlopiù in direzione trasversale.
In pratica, disponendo un siffatto elemento otturatore 3 centralmente rispetto al condotto 10,11 entro cui è posto, con la sua lunghezza orientata assialmente al condotto 10,11 medesimo, allora quando esso presenta il volume di minimo ingombro M, la sua parete laterale tubolare 30 è completamente discosta dalla superficie interna del condotto 10,11 (e quindi la sua sanificazione sarà perfetta), mentre quando presenta il volume espanso E allora la parete laterale 30 va ad espandersi direttamente verso le pareti del condotto 10,11 che deve ostruire, In questo caso, una superficie esterna cilindrica e chiusa della parete laterale 30 va ad aderire alla superficie interna del condotto 10,11 , quando vi è la commutazione del relativo elemento otturatore 3 ad assumere il volume espanso E, col che l’elemento otturatore 3 va a battuta col condotto 10,11 fino ad associarsi con interferenza allo stesso.
È chiaro che con questa configurazione gli elementi otturatori 3 sono più rapidi ed efficienti nella commutazione.
Infatti, in questa maniera, l’espansione e la contrazione volumetrica dell’elemento otturatore 3 possono essere anche solamente radiali, o se si vuole solo trasversali, che sono per l'appunto l’espansione e la contrazione necessarie e sufficienti per determinare la chiusura o l’apertura del condotto 10,11 in cui l’elemento otturatore 3 è inserito.
Più in dettaglio, l’impiego della membrana elastica fa sì che l’elemento otturatore 3 sia enfiabile fino a che le sue pareti laterali 30, dopo essersi deformate in senso espansivo fino al volume espanso E in cui vanno a battuta contro la superficie interna del condotto 10,11 , possono continuare la deformazione per interferenza col condotto 10,11 medesimo.
In conseguenza di ciò, se la pressione entro la cavità interna 32 è sufficiente, la superficie di contatto tra parete laterale 30 e condotto 10,11 aumenta col proseguire della deformazione dell’elemento tubolare 3.
In questa maniera, anche nel caso in cui la pressione cui è sottoposto il prodotto liquido dall’azione della siringa volumetrica fosse non piccola, essa non sarebbe comunque in grado di sollecitare l’elemento otturatore 3 fino a produrre un passaggio tra la sua periferia e il condotto 10,11 quando l’elemento otturatore presenta il volume espanso E.
Ancora più in dettaglio, l’elemento otturatore 3, quando separato dal resto del dispositivo 1 , è di preferenza in grado di espandersi fino ad avere una larghezza ben maggiore della luce del condotto 10,11 cui è destinato ad inserirsi.
Proprio questa caratteristica, che è una possibilità dovuta sempre all’impiego della membrana elastica espansibile, fa sì che, una volta che i due elementi otturatori 3 siano inseriti nel rispettivo condotto 10,11, essi possano espandersi fino ad ottenere quell’accoppiamento ad interferenza col condotto, di cui si è discusso sopra, che permette di ostruire con forte tenuta il medesimo condotto 10,11 , nella fase della commutazione di chiusura sopra spiegata.
Se la parete laterale 30 e la base 31 sono in corpo monolitico, entrambe realizzate in membrana elastica, allora la configurazione di cui sopra si può ottenere prevedendo un inspessimento della membrana in corrispondenza della base 31 rispetto alla parete laterale 30.
Per incrementare ulteriormente l’efficienza di questa soluzione, si può prevedere che ciascun tubo 4 abbia una, o preferibilmente più aperture 400 poste nella cavità 32, che sono rivolte alla faccia interna della parete laterale tubolare 30, e cioè sono orientate radialmente nel tubo 4.
In questo modo, si può insufflare aria a pressione direttamente nella direzione di espansione volumetrica degli elementi otturatori 3.
In dettaglio, ciascun elemento otturatore 3 può comprendere un cappuccio 30,31 ,33 tubolare realizzato in corpo monolitico nella membrana elastica, che viene calzato sulla prima estremità del tubo 4, a definire la cavità interna 32, col tubo 4 medesimo che definisce o contribuisce a definire il citato membro di chiusura.
Quindi un elemento otturatore 3 è definito dall’accoppiamento di un cappuccio 30,31 ,33 con il relativo tubo 4.
Più precisamente, affinché per ragioni sotto spiegate precisamente, ciascun cappuccio 30,31 ,33, che costituisce la parte deformabile del relativo elemento otturatore 3, sia, in uso, saldamente accoppiato al proprio tubo 4, ma anche facilmente disaccoppiabile da esso quando non in uso, il tubo 4 stesso può supportare il rispettivo cappuccio 30,31,33 mediante un incastro a scatto 43,33 come quello raffigurato nelle tavole allegate od un altro adatto allo scopo.
L’incastro a scatto stesso 43,33 ed il tubo 4 costituiscono in pratica il suddetto membro di chiusura che è opposto alla più volte citata base 31.
Secondo un aspetto costruttivo preferenziale, per assicurare la solidarietà meccanica tra cappuccio 30,31 ,33 e tubo 4, quando accoppiati per formare il rispettivo elemento otturatore 3, la citata prima estremità 41 del tubo attraversa tutta la cavità interna 32 fino ad inserirsi con interferenza in una sede 34 all’uopo prevista nella base 31.
In questa maniera, non vi è spazio tra la prima estremità 41 (o estremità inferiore) del tubo 4 e la base 31 , e quindi l’aria insufflata nella cavità 32 è tutta impiegata per l’espansione trasversale, o se si vuole radiale dell’elemento di otturazione 3. In via preferenziale, il primo ed il secondo organo otturatore 3,4 sono montati sfilabili nel dispositivo 1.
In questo modo, all’approssimarsi della scadenza del periodo di vita dei cappucci 30,31 ,33 in membrana elastica, basterà sfilare gli organi otturatori 3,4 dal dispositivo, disaccoppiare i cappucci usurati dal tubo 4 e sostituirli con cappucci nuovi.
Dato poi che i cappucci 30,31 ,33 in membrana elastica sono poco costosi, si potrebbe addirittura optare per la loro sostituzione in concomitanza con le operazioni di sanificazione, cosa che chiaramente non avviene nella tecnica nota che impiega le costose valvole suddette.
In pratica, si può prevedere che il condotto di aspirazione 10 e quello di mandata 11 siano definiti da una parte inferiore terminale di una rispettiva tubatura che conforma anche il citato manicotto trasversale 51,52, e comprende superiormente un dotto 100,1100 verticale adatto ad accogliere un rispettivo supporto tubolare 110,111 per sostenere gli organi otturatori 3,4, il quale presenta un foro passante centrale adatto a contenere il tubo 4 di un organo otturatore.
Ciascun supporto tubolare 110,111 è conformato in modo tale che, dopo che il tubo 4 del relativo organo otturatore 3,4 è stato infilato nel foro passante centrale, allora l’insieme organo otturatore 3,4 - supporto tubolare 110,111 si può infilare nel dotto 100,1100 e può essere bloccato in esso, in maniera che l’elemento otturatore 3 risulti nel condotto 10,11 cui è destinato, col relativo tubo 4 bloccato verticalmente.
Quando si deve sostituire un cappuccio di un organo otturatore 3, allora basta sfilare dall’alto l’insieme organo otturatore 3,4 - supporto tubolare 110,111 , sostituire il cappuccio 30,31,33 e re-infilare nuovamente il tutto.
L’estremità inferiore di ciascun tubolare 110,111 definisce, assieme al tubo 4 in esso è infilato, una ostruzione al passaggio di fluidi tra il relativo dotto 100,1100 in cui è infilato ed il condotto 10,11 definito inferiormente a questo, in modo tale che il condotto di aspirazione 10 sia superiormente collegato solo al serbatoio S tramite il rispettivo manicotto trasversale 51, mentre il condotto di mandata 11 sia connesso superiormente solo aN’ugello erogatore 9 tramite l’altro manicotto trasversale 52.
Si intende che quanto sopra è stato descritto a titolo esemplificativo e non limitativo, per cui eventuali varianti costruttive si intendono rientranti neN'ambito protettivo della presente soluzione tecnica, come nel seguito rivendicata.

Claims (9)

  1. RIVENDICAZIONI 1 . Dispositivo dosatore per dosare prodotti liquidi in recipienti (90), per esempio medicinali liquidi in flaconi, comprendente: - un condotto di aspirazione (10) connettibile con un serbatoio di distribuzione (S) per contenere il prodotto liquido da dosare, - un condotto di mandata (11) connettibile con un ugello erogatore (9) atto ad erogare una dose di prodotto liquido in un recipiente (90), - una siringa volumetrica (2), connessa sia al condotto di aspirazione (10) che al condotto di mandata (11), azionabile alternatamente per aspirare una dose di prodotto liquido o per espellere la dose di prodotto liquido aspirata, e - un primo ed un secondo organo otturatore (3,4) comprendenti almeno un elemento otturatore (3) ciascuno, il quale elemento otturatore (3) ha un volume delimitato da una periferia impermeabile (30,31 ,33), uno dei quali elementi otturatori (3) è disposto entro il condotto di aspirazione (10) mentre l’altro è disposto entro il condotto di mandata (11), il dispositivo (1) essendo caratterizzato dal fatto che ciascun elemento otturatore (3) ha un volume variabile tra un volume di minimo ingombro (M) ed un volume espanso (E), e dal fatto che l’elemento otturatore (3), quando presenta il volume di minimo ingombro (M), risulta più stretto della luce del condotto (10,11) entro cui è disposto, a consentire il passaggio di prodotto liquido tra la sua periferia (30) e la superficie interna del condotto (10,11) e, quando presenta il volume espanso (E), è largo quanto la luce del condotto (10,11), con la propria periferia (30) che aderisce alla superficie interna del condotto (10,11), in modo da ostruirlo completamente.
  2. 2. Dispositivo dosatore secondo la rivendicazione precedente, in cui ciascun elemento otturatore (3) comprende pareti deformabili (30,31) che ne definiscono una periferia deformabile, a consentire la variazione in volume dell’elemento otturatore (3).
  3. 3. Dispositivo secondo la rivendicazione precedente, in cui ciascun elemento otturatore (3) comprende una cavità interna chiusa (32), delimitata da pareti (30,31) realizzate in una membrana elastica espansibile a seguito deN’aumento della pressione presente nella cavità interna (32).
  4. 4. Dispositivo secondo la rivendicazione precedente, in cui ciascun elemento otturatore (3) comprende una parete laterale tubolare (30) che delimita lateralmente la cavità interna (32) ed è affacciata esternamente alla superficie interna del condotto (10,11) entro cui è posto tale elemento otturatore (3), quest’ultimo comprendendo altresì una base (31) che chiude la parete laterale (30) ad un’estremità longitudinale ed un membro di chiusura (4,43,33) che chiude la parete laterale (30) all’altra estremità, con la parete laterale (30) stessa che presenta una flessibilità sufficientemente maggiore rispetto alla base (31) e al membro di chiusura (4,43,33) a consentire che, a seguito deN’aumento della pressione nella cavità (32), il volume dell’elemento otturatore (3) si espanda perlopiù in direzione trasversale.
  5. 5. Dispositivo secondo la rivendicazione precedente, in cui ciascun elemento otturatore (3) ha una parete laterale tubolare (30) sostanzialmente cilindrica, ed è inoltre disposto centralmente rispetto al condotto (10,11) entro cui è posto, con la sua lunghezza orientata assialmente al condotto (10,11) medesimo, cosicché, quando presenta il volume di minimo ingombro (M), la sua parete laterale tubolare (30) è completamente discosta dalla superficie interna del condotto (10,11), mentre quando presenta il volume espanso (E) almeno una superficie cilindrica chiusa ed esterna della parete laterale (30) va ad aderire alla superficie interna del condotto (10,11) cosicché l’elemento otturatore (3) si associa con interferenza al condotto (10,11 ) medesimo.
  6. 6. Dispositivo secondo la rivendicazione 4, in cui il primo ed il secondo organo otturatore comprendono ciascuno un tubo (4) avente una prima estremità inserita (41) entro la cavità (32) del rispettivo elemento otturatore (3), col tubo (4) e le pareti (30,31 ,33) dell’elemento otturatore (3) che sono accoppiati a tenuta, il quale tubo (4) ha anche una seconda estremità (42) collegabile a mezzi di azionamento atti a forzare fluidi entro il tubo (4) o a permetterne la fuoriuscita, il tubo (4) avendo inoltre almeno una apertura (400) posta entro la cavità (32) dell’elemento otturatore (3) a consentire la comunicazione fluidodinamica tra questa ed i mezzi si azionamento.
  7. 7. Dispositivo secondo la rivendicazione precedente e la rivendicazione 4, in cui ciascun tubo (4) definisce il citato membro di chiusura (4,43,33), e la suddetta apertura (400) posta nella cavità è affacciata alla parete laterale tubolare (30).
  8. 8. Dispositivo secondo la rivendicazione precedente, in cui è previsto un cappuccio tubolare (30,31,33) realizzato in corpo unico in membrana elastica calzato su ciascun tubo (4), in corrispondenza della sua prima estremità (41), a definire il relativo elemento otturatore (3).
  9. 9. Dispositivo secondo la rivendicazione 1, in cui il condotto di aspirazione (10) e quello di mandata (11) sono disposti verticali e comunicano inferiormente tramite un condotto di comunicazione (12) che li raccorda, al quale condotto di comunicazione (12) è connessa la siringa volumetrica (2); ed in cui sia l’estremità superiore del condotto di aspirazione (10) che quella del condotto di mandata (11) comunicano con un rispettivo manicotto trasversale (51 ,52), uno previsto per la connessione col serbatoio (S) e l’altro per la connessione con l’ugello erogatore (9), ed in cui il primo ed il secondo organo otturatore (3,4) sono montati sfilabili nel dispositivo (1), con il rispettivo elemento otturatore (3) che ne definisce l’estremità inferiore, l’elemento otturatore (3) del primo organo essendo posto tra il manicotto trasversale (51) per la connessione col serbatoio (S) e la siringa volumetrica (2) e l’elemento otturatore (3) del secondo organo essendo posto tra la siringa volumetrica (2) ed il manicotto trasversale (52) per la connessione con l’ugello (9).
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