ITBO20020083U1 - Strumento perfezionato ad ago per il prelievo di campioni bioptici osteomidollari - Google Patents

Strumento perfezionato ad ago per il prelievo di campioni bioptici osteomidollari Download PDF

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ITBO20020083U1
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Description

B02002U 0 0 0 0 8 3
STRUMENTO PERFEZIONATO AD AGO PER IL PRELIEVO DI CAMPIONI BIOPTICI OSTEOMIDOLLARI
A nome: AVALTRONI PAOLO
Residente a MANTOVA in Viale Hermada 2
DESCRIZIONE DELL’INNOVAZIONE
La presente innovazione si inquadra nel settore tecnico concernente la realizzazione di strumenti chirurgici destinati ad essere utilizzati per prelevare campioni di tessuto da un organismo vivente, allo scopo di eseguirne una diagnosi. In particolare rinnovazione si riferisce alla realizzazione di uno strumento perfezionato ad ago per l'esecuzione di biopsie, in particolare di tessuto osteomidollare.
Sono da tempo note diverse tipologie di strumenti utilizzati per eseguire biopsie, sia per il prelievo di campioni di tessuti rigidi, quali ad esempio i tessuti ossei e/o osteomidollari, che di tessuti molli.
In particolare, per quanto riguarda le biopsie ossee, sono noti strumenti costituiti da ima cannula dotata di una impugnatura in corrispondenza della propria estremità prossimale; la porzione distale della stessa presenta un profilo rastremato convergente verso l'estremità, che è provvista di un bordo affilato.
AH’intemo della cannula è scorrevolmente inserito un mandrino, costituito da un ago cilindrico dotato, anch’esso, di una impugnatura in corrispondenza della propria estremità prossimale, mentre l'estremità distale presenta una punta opportunamente conformata.
Il mandrino è realizzato in modo tale da presentare, una volta inserito totalmente all’interno della cannula, la propria punta leggermente sporgente dall’estremità distale della cannula stessa.
L’utilizzo dello strumento sopra illustrato consiste nella sua introduzione, mediante pressione manuale, nel tessuto rigido che si vuole prelevare, attraverso la cute ed eventuali strati adiposi e fasci muscolari interposti.
La punta del mandrino è preposta, in questi casi, a favorire la penetrazione e perforazione dei tessuti, compresa la porzione esterna più dura del tessuto osseo. Essa impedisce inoltre che tessuti estranei al campione da prelevare possano introdursi nella cannula.
Dopo aver eseguito tale perforazione il mandrino viene estratto dalla cannula, la quale viene fatta avanzare con ripetuti movimenti rotatori, in modo da isolare una porzione cilindrica di tessuto, tecnicamente noto col nome di "frustolo", e da inglobarlo nella cannula medesima.
Si eseguono, quindi, sulla cannula successivi ed ulteriori movimenti di rotazione ed oscillazione, cercando di ottenere il distacco della porzione cilindrica suddetta dal tessuto circostante, in modo da isolare il frustolo.
Giunti a tal punto non resta che estrarre la cannula la quale contiene, al proprio interno, una porzione approssimativamente cilindrica di tessuto.
La tipologia di strumenti ora descritta presenta gravi inconvenienti, sia per quel che riguarda la complessità delle operazioni di prelievo, sia per l'invasività delle operazioni.
Infatti vi sono notevoli probabilità che il campione bioptico, anche dopo aver effettuato le manovre suddette, non venga completamente separato dal tessuto circostante, e che quindi non segua la cannula durante la sua estrazione. Ciò determina il fallimento dell’intera operazione e ne rende necessaria la ripetizione, con evidenti ulteriori disagi e rischi per il paziente.
Inoltre i movimenti oscillatori impressi alla cannula, necessari per ottenere la resezione del campione, creano ulteriori traumi e microfratture nel tessuto osseo od osteomidollare, aumentando la sofferenza del paziente ritardandone i tempi di guarigione.
Dal brevetto italiano N. 1.261.099 è nota un’evoluzione dello strumento sopra citato, la quale prevede, in aggiunta alla struttura descritta, un ago interno di forma cilindrica, da introdurre nella cannula una volta estratto il mandrino ed inglobato il frustolo. Tale ago interno è dotato, in corrispondenza della propria estremità distale, di una sottile lamina approssimativamente semicilindrica, che costituisce una parziale continuità della sagoma del suddetto cilindro.
Esso viene introdotto all’interno della cannula fino a quando la lamina si interpone fra la parete interna della cannula stessa ed il frustolo, esercitando su quest’ultimo una pressione, anche a causa della rastremazione presente nell’estremità distale della cannula medesima.
Sono note ulteriori evoluzioni del predetto strumento per biopsie. Ad esempio, quella descritta nel brevetto N. 1.285.707, a nome della medesima Richiedente prevede l’introduzione nella cannula, una volta estratto il mandrino, di un corpo V V
cilindrico cavo dotato, in corrispondenza della propria estremità distale, di una coppia di lamine semicilindriche, che continuano la sagoma del corpo cilindrico cavo fino ad una lunghezza predeterminata. Nell’uso, la porzione distale delle lamine fuoriesce dall’estremità della cannula e, agevolata dalla rastrematura della stessa, recide il campione di tessuto prelevato dalla cannula, e trattiene lo stesso durante l’estrazione. In questo modo le probabilità di fallimento dell’operazione di prelievo sono molto ridotte, e la dimensione del frustolo, a parità di penetrazione dell'ago, risulta maggiore. Per contro, si può avere un certo schiacciamento del frustolo stesso, che in alcuni casi può rendere difficoltose le successive analisi.
Sono note ulteriori realizzazioni di strumenti ad ago per l’esecuzione di biopsie ossee. Tutti questi però presentano, a causa della rispettiva conformazione strutturale, almeno uno degli inconvenienti sopra descritti.
Scopo principale della presente innovazione è quello di proporre uno strumento per l’esecuzione di biopsie ossee, che garantisca la completa separazione del campione bioptico dal tessuto circostante ed il suo certo recupero, mantenendo al tempo stesso il campione intatto e nelle condizioni ottimali per l’esecuzione di successive analisi. Un altro scopo dell’ innovazione è quello di ottenere, a parità di sezione del frustolo, un ago più sottile di quelli attualmente disponibili oppure, a parità di sezione dell’ago, un frustolo di sezione maggiore, e quindi più facilmente analizzabile.
Ulteriore scopo è quello di proporre uno strumento che risulti strutturalmente più semplice e poco costoso di quelli noti, e che sia inoltre di agevole utilizzo.
I suddetti scopi vengono ottenuti in accordo con il contenuto delle rivendicazioni. Le caratteristiche della presente innovazione sono evidenziate nel seguito con riferimento alle unite tavole di disegno, nelle quali:
la fig. 1 illustra, schematicamente, una vista laterale in sezione di una prima forma di realizzazione dello strumento per biopsia oggetto dell’ innovazione, col mandrino inserito;
la fig. 2 mostra, in modo schematico, una vista ingrandita, in sezione laterale, della porzione distale dello strumento di figura 1 ;
la fig. 3 illustra una vista secondo la sezione ΙΠ-ΙΠ di figura 2;
- la fig. 4 illustra schematicamente la porzione distale dello strumento, ruotata di 90° rispetto a quella illustrata in figura 2, in una seconda forma di realizzazione dell’innovazione.
la fig. 5 illustra, schematicamente, una vista laterale in sezione della porzione di figura 2, ruotata di 90°, durante l’operazione di prelievo;
- la fig. 6 mostra una vista laterale in sezione della porzione di figura 2, dopo l’estrazione dello strumento dal corpo del paziente.
Con riferimento alle figure da 1 a 3, e ad una prima forma di realizzazione dell’ innovazione, si indica con 100 nel suo complesso uno strumento ad ago realizzato secondo la presente innovazione, destinato all’esecuzione manuale di biopsie osteomidollari. Esso comprende una cannula cava 1, sostanzialmente cilindrica. L’estremità distale la della predetta cannula 1 è affilata e dentellata, per consentire alla stessa di penetrare agevolmente nel tessuto osteomidollare del paziente. La cannula 1 è destinata ad accogliere un campione 10 di tale tessuto (vedasi figure 5 e 6) entro una propria porzione distale cava 3.
Nell’estremità prossimale della cannula 1 è prevista un’impugnatura 6, atta a consentire all’operatore un agevole utilizzo dello strumento 100 secondo modalità note.
Quest’ultimo comprende inoltre un mandrino 4, distinto dalla cannula 1 ed inseribile scorrevolmente nella stessa, in modo che, quando completamente inserito, la sua estremità distale appuntita 4a fuoriesca dalla cannula 1. Nell’estremità prossimale del mandrino 4 è prevista un’impugnatura di mandrino 7, atta a consentire all’operatore Γ inserimento o l’estrazione del mandrino 4 stesso durante le operazioni di prelievo del campione bioptico, o “frustolo” 10. L’impugnatura di mandrino 7 presenta preferibilmente conformazione atta ad accoppiarsi con l’impugnatura 6 della cannula, per costituire un corpo unico nel corso dell’utilizzo dello strumento 100.
Alla parete interna della cannula 1 è fissata una cannula interna 5, avente diametro esterno sostanzialmente pari al diametro interno della cannula 1, che si estende almeno per un tratto della stessa comprendente la porzione distale cava 3. E’ tuttavia possibile, e per comodità di utilizzo preferibile, che la cannula intema 5 abbia lunghezza sostanzialmente pari a quella della cannula 1.
Il fissaggio della cannula interna 5è preferibilmente realizzato per mezzo di note tecniche di saldatura.
Il sopra citato mandrino 4 presenta pertanto diametro non maggiore del diametro interno della cannula interna 5, ed è scorrevolmente inseribile entro quest’ultima. Dall’estremità distale della cannula interna 5 si estende, entro la suddetta porzione distale cava 3 e verso l’estremità distale la della cannula 1, una coppia di prominenze 51, che costituiscono il prolungamento di settori cilindrici della medesima cannula interna 5. Tali prominenze 51 definiscono, all’intemo della porzione distale cava 3, zone longitudinali aventi diametro interno minore (quelle interessate dalle predette prominenze 51) alternate a zone longitudinali di diametro interno maggiore.
Le estremità distali delle prominenze 51 sono affilate, per meglio accogliere il campione bioptico 10 durante l’utilizzo dello strumento 100.
Come visibile in figura 2, poiché la conformazione della cannula 1 non è rastremata, fra la sua estremità distale la ed il corpo del mandrino completamente inserito nella stessa cannula 1, rappresentato a tratteggio, risulta presente una modesta luce, che in genere non comporta problemi durante l’esecuzione delle biopsie.
In una seconda forma di realizzazione dell’innovazione, illustrata in figura 4, l’estremità distale la della cannula 1 risulta leggermente rastremata, in modo da raccordarsi alla estremità appuntita 4a del mandrino 4. In questo modo viene del tutto eliminata la luce fra cannula 1 e mandrino 4. Il diametro del campione 10 risulta inferiore, ma non in maniera apprezzabile, dato il modesto spessore della cannula interna 5.
Ulteriori varianti realizzative prevedono un numero diverso di prominenze longitudinali 51. Possono essere in effetti previste, sia un’unica prominenza, che un numero maggiore di due. Naturalmente, all’aumentare del numero di prominenze l’ampiezza angolare del settore cilindrico occupato dalle stesse tende a ridursi.
Si prevede inoltre la possibilità di realizzare la cannula 1 e la cannula interna 5, unitamente alle corrispondenti prominenze longitudinali 51, in un corpo unico, a partire da un cilindro di metallo avente pareti di spessore adeguato ed opportunamente lavorato.
L’utilizzo dello strumento ad ago 100 realizzato secondo la presente innovazione prevede che la cannula 1, avente inclusa la cannula interna 5 e con il mandrino 4 completamente inserito in essa, venga introdotta in posizione di prelievo attraverso il tessuto molle e, successivamente, la calotta ossea dell’osso dal cui midollo deve essere prelevato un campione, fino a quando l’estremità distale la della cannula 1 non raggiunge la parte osteomidollare dopo aver perforato l’osso.
A questo punto viene estratto il mandrino 4, e la cannula 1 viene fatta avanzare per una distanza predefinita, per inglobare un campione 10 (vedasi figura 5) aH’intemo della porzione distale 3a. La porzione di quest’ultimo che si affaccia ai settori cilindrici non interessati dalle prominenze 51 tende ad espandersi, fino a raggiungere le pareti laterali interne della cannula 1. Questo vincola il campione 10 alla cannula interna 5, e pertanto alla cannula 1, rispetto a rotazioni che possono essere impresse alla stessa, in quanto la parte espansa si porta sostanzialmente a battuta sulle pareti laterali delle prominenze 51.
Alla cannula 1 viene quindi impressa manualmente una serie di rotazioni, alternando il verso di rotazione. Poiché il campione 10 è sostanzialmente vincolato alle rotazioni, la sua estremità distale ancora connessa al restante tessuto osteomidollare viene sottoposta a sollecitazioni torsionali, che ne causano il distacco completo. Le semplici operazioni di rotazione della cannula non sono particolarmente dolorose per il paziente, né accrescono i danni provocati al tessuto circostante la cannula stessa.
La cannula 1 viene quindi estratta dal corpo del paziente, unitamente al campione 10 che non oppone resistenza poiché totalmente staccato dal tessuto osteomidollare circostante. Contrariamente a quanto avviene per strumenti analoghi di arte nota, il campione 10 stesso può quindi essere estratto dall’estremità distale della cannula 1, poiché questa non è rastremata, senza subire danni.
I vantaggi che rinnovazione sopra descritta consente di conseguire sono evidenti. Innanzitutto, poiché la porzione di campione che si espande entro le prominenze longitudinali 51 vincola lo stesso sia rispetto alle rotazioni della cannula che rispetto allo sfilamento dalla stessa, almeno per sollecitazioni non troppo elevate come sono quelle tipicamente applicate nelle operazioni di prelievo bioptico sopra descritte, il distacco ed il successivo recupero del campione medesimo avvengono senza ulteriori gravi traumi per il paziente ed in modo del tutto sicuro ed affidabile.
Inoltre, il fatto che non sia necessario introdurre nel campione alcun ulteriore strumento prima dell’estrazione della cannula, consente di ottenere campioni bioptici perfettamente integri e facili da analizzare.
Un ulteriore vantaggio è costituito dalla possibilità di estrarre il campione dall’estremità distale della cannula 1, senza che lo stesso subisca danni.
L’innovazione in questione è stata descritta, con riferimento ai disegni allegati, a puro titolo esemplificativo, e non limitativo, per cui è evidente che ad essa possono essere apportate tutte quelle modifiche o varianti suggerite dalla pratica e dalla sua attuazione ed utilizzazione, che risultano comunque comprese nell’ambito definito dalle rivendicazioni seguenti.

Claims (6)

  1. RIVENDICAZIONI 1) Strumento ad ago per l’esecuzione di biopsie ossee, del tipo comprendente una cannula 1 cava, avente la propria estremità distale la affilata per penetrare nel tessuto osteomidollare di un paziente, ed accogliere un campione 10, da prelevare, di detto tessuto entro una propria porzione distale cava 3, e comprendente altresì un mandrino 4 appuntito, inseribile scorrevolmente aH’intemo di detta cannula 1, detto strumento ad ago 100 essendo caratterizzato dal fatto di comprendere una cannula interna 5 cilindrica, fissata airintemo di detta cannula 1 ed estendentesi almeno per un tratto della stessa comprendente detta porzione distale cava 3, la citata cannula interna 5 essendo provvista di almeno una prominenza longitudinale 51, costituente un prolungamento di un settore cilindrico della medesima cannula interna 5 ed estendentesi, in detta porzione distale cava 3, verso l’estremità distale la della citata cannula 1.
  2. 2) Strumento ad ago secondo la rivendicazione 1, caratterizzato dal fatto che l’estremità distale di detta prominenza longitudinale 51 è affilata.
  3. 3) Strumento ad ago secondo la rivendicazione 1 o la rivendicazione 2, caratterizzato dal fatto che è prevista una coppia di dette prominenze longitudinali 51 , rispettivamente contrapposte.
  4. 4) Strumento ad ago secondo la rivendicazione 1 , caratterizzato dal fatto che la citata estremità distale la della cannula 1 è leggermente rastremata, per raccordarsi con la corrispondente estremità appuntita 4a del citato mandrino 4.
  5. 5) Strumento ad ago secondo la rivendicazione 1, caratterizzato dal fatto che la citata cannula interna 5 è resa solidale alla citata cannula 1 mediante saldatura.
  6. 6) Strumento ad ago secondo la rivendicazione 1, caratterizzato dal fatto che le citate cannula 1 e cannula interna 5, unitamente alla corrispondente menzionata prominenza 5 a, sono ottenute in corpo unico. Bologna, 09/09/2002
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