ITAN20100198A1 - Raccordo di derivazione da montare su condutture idrauliche. - Google Patents
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Description
DESCRIZIONE
a corredo di una domanda di brevetto per invenzione industriale avente per titolo:
“RACCORDO DI DERIVAZIONE DA MONTARE SU CONDUTTURE IDRAULICHE”.
TESTO DELLA DESCRIZIONE
La presente domanda di brevetto per invenzione industriale ha per oggetto un raccordo di derivazione da montare su condutture idrauliche.
Le peculiarità ed i vantaggi della presente invenzione risulteranno più evidenti a seguito di una breve descrizione della tecnica anteriore.
Come è noto, talvolta si verifica l’esigenza di realizzare un by-pass su una conduttura già esistente, al fine di innestare su di essa una diramazione asservita ad un eventuale dispositivo aggiuntivo, quale ad esempio un depuratore dell’acqua, o ad un rubinetto di intercettazione del flusso che attraversa la tubatura medesima.
Fino ad ora le modalità di realizzare un simile by-pass risultano certamente alquanto complesse e macchinose, anche in relazione al fatto che un tipico by-pass è costituito in realtà da due distinti rami, dei quali il primo (di mandata), è interposto tra la conduttura principale e il dispositivo o la valvola da allacciare a quest’ ultima, mentre il secondo (di ritorno), è interposto tra questi ultimi e la medesima conduttura principale.
In questo contesto si richiede dunque di tagliare la conduttura principale e di innestare sull’uno e sull’altro dei suoi tratti recisi gli anzidetti rami del by-pass.
Tutti gli esperti del settore sanno bene che una simile procedura deve essere condotta con un approccio di tipo artigianale, nel senso cioè che ogni singolo idraulico è chiamato, di volta in volta, a trovare la soluzione migliore per realizzare Γ anzidetto duplice collegamento tra la conduttura principale e i due anzidetti rami del by-pass.
Si dà il caso però che il contributo personale che si richiede ai singoli artigiani fa sì che le operazioni svolte dall’uno o dall’altro di essi siano difficilmente omologabili in termini di tempi di esecuzione e di risultato qualitativo ottenuto.
A partire da una simile valutazione critica, si è allora pensato di realizzare il raccordo secondo il trovato, la cui finalità specifica è quella di semplificare ed ottimizzare le operazioni necessarie per la realizzazione di un by-pass lungo una conduttura già esistente.
Più precisamente il raccordo in questione consente infatti una standardizzazione delle operazioni necessarie alla realizzazione di un by-pass, sia per ciò che attiene i tempi di esecuzione (che risultano peraltro estremamente contenuti), sia per ciò che attiene Γ ottimale qualità del risultato ottenuto.
In effetti il raccordo in questione, preferibilmente realizzato per stampaggio di materiali plastici, presenta una struttura monolitica che incorpora due distinti rami tubolari, vale a dire un ramo di mandata ed un ramo di ritorno, dotati di un profilo sostanzialmente a “gomito”, in quanto formati da due tratti disposti a 90°.
Va segnalato peraltro che ciascuno di tali rami presenta due estremità che gli consentono di connettersi, da un lato, alla conduttura principale e, dall’altro, ad un tubo di collegamento con il dispositivo o con la valvola destinati ad essere innestati, con Γ interposizione del raccordo secondo il trovato, alla conduttura principale medesima.
Nell’ ambito della presente idea inventiva è stata prevista anche un’ulteriore versione, più sofisticata e versatile, del raccordo in questione.
Questa seconda versione è infatti corredata di tre valvole che consentono all’utente - secondo le modalità che saranno chiarite in seguito - di selezionare a piacimento la direzione i flussi d’acqua all’ interno del raccordo medesimo.
Per maggiore chiarezza esplicativa la descrizione del trovato prosegue con riferimento alla tavola di disegno allegata, avente solo valore illustrativo e non certo limitativo, in cui:
- la figura 1 è una rappresentazione assonometrica del nuovo raccordo in questione;
- la figura 2 è la vista frontale del raccordo in questione;
- le figure 3 e 4 sono rispettivamente una vista laterale ed una vista dal basso del raccordo medesimo;
- le figure 1A, 2A, 3 A e 4A sono analoghe alle precedenti quattro figure, ma si riferiscono all’anzidetta seconda versione costruttiva del trovato.
Con riferimento alle figure da 1 a 4, il raccordo in questione (R) è formato da una struttura monolitica portante (1), sostanzialmente piastriforme, realizzata per stampaggio di materiali plastici, che incorpora un ramo tubolare di mandata (2) ed un ramo tubolare di ritorno (3), entrambi dotati di un profilo “a gomito”.
Il primo di tali rami (2) prevede un’estremità di ingresso (2a), dislocata sul fianco del raccordo in questione (R), ed un’estremità di uscita (2b), disposta a 90° rispetto a quella di ingresso e dunque dislocata inferiormente al raccordo medesimo.
Il secondo di tali rami (3) prevede un’estremità di ingresso (3a) disposta in posizione adiacente e parallela all’anzidetta estremità di uscita (2b) del primo ramo (2), nonché un’estremità di uscita (3b), coassiale con l’anzidetta estremità di ingresso (2a) del primo ramo (2) e dunque aggettante dal fianco opposto del raccordo in questione (R).
Nella versione del trovato mostrata nelle figure da 1 a 4 è previsto altresì che Γ estremità di ingresso (2a) del primo ramo tubolare (2) e Γ estremità di uscita (3b) del secondo ramo tubolare (3) siano realizzate sotto forma di rispettivi boccagli dotati di una filettatura perimetrale esterna.
Grazie a questa filettatura essi infatti sono in grado di accoppiarsi al rispettivo tratto reciso della conduttura idraulica principale per il tramite di una tradizionale ghiera di collegamento.
Da parte loro Γ estremità di uscita (2b) del primo ramo tubolare (2) e restremità di ingresso (3a) del secondo ramo tubolare (3) consistono invece in altrettante appendici cilindriche allungate.
In tal modo queste due stesse estremità (2b, 3 a) del raccordo in questione (R) si prestano ad essere accoppiate con tradizionali boccagli ad innesto rapido previsti all’ estremità delle tubazioni di collegamento interposte tra il raccordo medesimo ed il dispositivo o la valvola verso cui quest’ ultimo realizza la desiderata deviazione dell’acqua.
Proprio in tale prospettiva è previsto che Γ anzi detta estremità di uscita (2b) del primo ramo tubolare (2) e l’anzidetta estremità di ingresso (3b) del secondo ramo tubolare (3) adottino una medesima gola perimetrale (2c, 3c), atta a favorire lo stabile ed istantaneo aggancio degli anzidetti boccagli ad innesto rapido.
Con particolare riferimento alle figure 1 e 2, si segnala altresì che il raccordo in questione (R) adotta, al centro del suo corpo portante (1) e dunque in posizione intermedia ai due rami tubolari interni (2, 3), un foro circolare (4) in grado di ospitare una vite atta ad assicurare il fissaggio del raccordo medesimo (R) contro la parete che sostiene anche la conduttura principale lungo la quale esso deve essere innestato.
A prescindere da quanto mostrato nelle figure anzidette, resta inteso tuttavia che ciascuna delle anzidette estremità di ingresso e di uscita dei due rami tubolari (2, 3) del raccordo (R) si prestano ad essere realizzate secondo qualsiasi diversa configurazione, purché idonea a consentire al raccordo medesimo (R) di essere posto in opera efficacemente.
Nulla vieta, del pari, di realizzare il raccordo in questione (R) in una versione in cui sia previsto che l’estremità di uscita (2b) del primo ramo (3) e l’estremità d’entrata (3a) del secondo ramo (3), pur mantenendo un assetto complanare, siano rivolte da parti opposte rispetto all’ anzidetto struttura piastriforme portante (1).
Allo stesso modo si potrebbe scegliere di dar vita ad un’ulteriore versione del raccordo in questione (R), in cui l’estremità d’ingresso (2a) del primo ramo tubolare (2) e l’estremità d’uscita (3b) del secondo ramo tubolare (3), pur adottando un assetto complanare, siano sfalsate di 45° rispetto alla medesima struttura piastriforme portante (1).
Le figure da 1A a 4 A si riferiscono invece alla versione del raccordo in questione (R) che consente all’utente, grazie all’ adozione di una tema di valvole di intercettazione (VI, V2, V3), di abilitare a discrezione la deviazione dei flussi interni.
La prima di tali valvole (VI) risulta infatti dislocata lungo un condotto rettilineo (non mostrato nelle figure allegate) che mette direttamente in comunicazione l’estremità di ingresso (2a) dell’ anzidetto primo ramo tubolare (2) e l’estremità di uscita (3b) dell’ anzidetto secondo ramo tubolare (3).
La seconda di tali valvole (V2) è dislocata lungo Γ anzidetto primo ramo tubolare (2), sostanzialmente all’inizio del tratto verticale che sfocia nella rispettiva estremità di uscita (2b); mentre la terza (V3) è dislocata lungo Γ anzidetto secondo ramo tubolare, sostanzialmente al termine del tratto verticale direttamente alimentato dalla rispettiva estremità di ingresso (3 a).
L’adozione di queste tre valvole (VI, V2, V3) consente infatti all’utente di “commutare” il raccordo in questione (R), variandone a discrezione la logica operativa.
Nel caso in cui il raccordo medesimo (R) sia chiamato ad assolvere alla propria funzione tipica - vale a dire a quella di alimentare una diramazione della conduttura principale - allora l’utente dovrà mettere la prima valvola (VI) in assetto di chiusura e disporre le due ulteriori valvole (V2, V3) in assetto di apertura.
Allorquando invece si voglia interrompere Γ alimentazione dell’anzidetta diramazione (e si voglia dunque evitare ogni interferenza a carico del flusso d’acqua che avanza nella conduttura principale), allora l’utente dovrà porre la prima valvola (VI) in assetto di apertura e le due ulteriori valvole (V2, V3) in assetto di chiusura.
Si precisa peraltro che per poter operare efficacemente una simile selezione dei flussi all’ interno del raccordo (R) si richiede che le anzidette seconda (V2) e terza (V3) valvola siano dislocate al di fuori dell’asse longitudinale dell’ anzidetto condotto di collegamento previsto tra l’estremità di ingresso (2a) del primo ramo tubolare (2) e l’estremità di uscita (3b) del secondo ramo tubolare (3).
Si avverte infine che le anzidette valvole (VI, V2, V3) possono essere valvole di tipo meccanico, ad azionamento manuale o servoassistito, o, in alternativa, possono consistere in elettrovalvole.
Claims (8)
- RIVENDICAZIONI 1) Raccordo di derivazione da montare su condutture idrauliche caratterizzato per il fatto di recare una struttura monolitica portante (1), realizzata per stampaggio di materiali plastici, che incorpora un primo ramo tubolare (2) ed un secondo ramo tubolare (3), ciascuno dotato di un profilo “a gomito” che si estende tra la rispettiva estremità d’ingresso (2a, 3 a) e la rispettiva estremità di uscita (2b, 3b).
- 2) Raccordo secondo la rivendicazione 1, caratterizzato per il fatto che gli assi longitudinali dei due anzidetti rami tubolari (2, 3) giacciono sullo stesso piano e per il fatto che festremità d’ingresso (2a) dell’anzidetto primo ramo (2) e l’estremità d’uscita (3b) dell’ anzidetto secondo ramo (3) aggettano da parti opposte rispetto all’ anzi detta struttura monolitica portante (1).
- 3) Raccordo secondo la rivendicazione 2, caratterizzato per il fatto che l’anzidetta estremità d’ingresso (2a) del primo ramo (2) e l’anzidetta estremità d’uscita (3b) del secondo ramo (3) adottano un assetto coassiale.
- 4) Raccordo secondo una o più delle precedenti rivendicazioni, caratterizzato per il fatto che l’anzidetta estremità di uscita (2b) del primo ramo (2) e l’anzidetta estremità d’ingresso (3a) del secondo ramo (3) sono rivolte da una stessa parte rispetto all’anzidetta struttura monolitica portante (1).
- 5) Raccordo secondo una o più delle rivendicazioni da 1 a 3, caratterizzato per il fatto che l’anzidetta estremità di uscita (2b) del primo ramo (2) e l’anzidetta estremità d’ingresso (3a) del secondo ramo (3) sono rivolte da parti opposte rispetto all’anzidetta struttura monolitica portante (1).
- 6) Raccordo secondo una o più delle rivendicazioni precedenti, caratterizzato per il fatto che le estremità d’ingresso (2a, 3 a) e/o le estremità di uscita (2b, 3b) degli anzidetti primo (2) e secondo (3) ramo tubolare sono realizzate sottoforma di un boccaglio dotato esternamente di una filettatura perimetrale.
- 7) Raccordo secondo una o più delle rivendicazioni da 1 a 5, caratterizzato per il fatto che le estremità d’ingresso (2a, 3 a) e/o le estremità di uscita (2b, 3b) degli anzidetti primo (2) e secondo (3) ramo tubolare sono realizzate sottoforma di appendici cilindriche allungate.
- 8) Raccordo secondo la rivendicazione 7, caratterizzato per il fatto che lungo il profilo cilindrico allungato delle anzidette estremità d’ingresso (2a, 3a) e/o di uscita (2b, 3b) degli anzidetti primo (2) e secondo (3) ramo tubolare è prevista una gola perimetrale (2c, 3c) 9) Raccordo secondo una o più delle rivendicazioni precedenti, caratterizzato per il fatto che la sua anzidetta struttura monolitica portante (1) risulta piastriforme. 10) Raccordo secondo una o più delle rivendicazioni precedenti, caratterizzato per il fatto che la sua anzidetta struttura monolitica portante (1) presenta uno o più fori passanti (4). 11) Raccordo secondo una o più delle precedenti rivendicazioni, caratterizzato per il fatto di adottare un condotto di collegamento diretto tra Γ estremità di ingresso (2a) dell’ anzidetto primo ramo tubolare (2) e Γ estremità di uscita (3b) dell’anzidetto secondo ramo tubolare (3) e per il fatto di adottare tre valvole di intercettazione del flusso dell’acqua (VI, V2, V3), delle quali: - la prima (VI) risulta dislocata lungo l’anzidetto condotto di collegamento diretto tra l’estremità di ingresso (2a) del primo ramo tubolare (2) e l’estremità di uscita (3b) del secondo ramo tubolare (3) - la seconda (V2) risulta dislocata lungo il primo ramo tubolare (2), al di fuori dell’asse longitudinale dell’ anzidetto condotto di collegamento previsto tra l’estremità di ingresso (2a) del primo ramo tubolare (2) e l’estremità di uscita (3b) del secondo ramo tubolare (3) - la terza valvola (V3) risulta dislocata lungo il secondo ramo tubolare (3), al di fuori dell’asse longitudinale dell’anzidetto condotto di collegamento previsto tra l’estremità di ingresso (2a) del primo ramo tubolare (2) e l’estremità di uscita (3b) del secondo ramo tubolare (3). 12) Raccordo secondo la rivendicazione 11, caratterizzato per il fatto che le tre anzidette valvole (VI, V2, V3) sono di tipo meccanico. 13) Raccordo secondo la rivendicazione 11, caratterizzato per il fatto che le tre anzidette valvole (VI, V2, V3) sono elettrovalvole.
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