IT202100017675A1

IT202100017675A1 - Dispositivo goffratore con almeno un rullo goffratore riscaldato, e metodo

Info

Publication number: IT202100017675A1
Application number: IT102021000017675A
Authority: IT
Inventors: Fabrizio Lorenzi; Leonardo Boschi
Original assignee: Koerber Tissue S P A
Priority date: 2021-07-05
Filing date: 2021-07-05
Publication date: 2023-01-05
Also published as: WO2023280722A1; EP4277783A1; CN117794728A

Description

DISPOSITIVO GOFFRATORE CON ALMENO UN RULLO GOFFRATORE

RISCALDATO, E METODO

DESCRIZIONE

CAMPO TECNICO

[0001] La presente invenzione riguarda perfezionamenti ai metodi e dispositivi per la goffratura di materiali cellulosici nastriformi multivelo.

ARTE ANTERIORE

[0002] Nel settore della produzione e trasformazione della carta cosiddetta tissue, per ottenere prodotti quali rotoli di carta igienica, carta asciugatutto, tovaglioli e fazzoletti di carta, o simili, ? noto svolgere una pluralit? di veli di materiale nastriforme, tipicamente in fibre cellulosiche da una o pi? bobine madri e trasformare i veli in un prodotto semilavorato o in un prodotto finito, che comprende due o pi? veli tra loro uniti.

[0003] La giunzione dei veli di fibre cellulosiche per la produzione di un materiale nastriforme multivelo avviene frequentemente tramite l?impiego di un collante o tramite giunzione meccanica cio? ottenuta schiacciando un velo contro l?altro a pressione elevata.

[0004] A tale scopo almeno uno dei veli di fibre cellulosiche viene goffrato per mezzo di un rullo goffratore e di un rullo di pressione, tipicamente rivestito in materiale elasticamente cedevole. Tramite la goffratura il velo di fibre cellulosiche viene deformato in maniera permanente, formando sporgenze goffrate. Mentre il velo di fibre cellulosiche ? ancora aderente al rullo goffratore, sulle sporgenze di goffratura viene applicato un collante. Successivamente, sul velo di fibre cellulosiche goffrato viene sovrapposto un secondo velo e i due veli vengono premuti l?uno contro l?altro in corrispondenza delle aree che hanno ricevuto il collante, per provocare la loro mutua adesione. Ai due veli summenzionati ne possono essere aggiunti altri, ad esempio tra loro interposti o sovrapposti.

[0005] La goffratura, oltre a permettere l?applicazione in aree limitate di un collante per ottenere l?adesione reciproca dei veli di materiale cellulosico, ha anche lo scopo di migliorare la qualit? del prodotto di carta multivelo. Ad esempio ? possibile incrementare lo spessore di ogni singolo velo in modo da ottenere un incremento di volume o del diametro del prodotto finito, nel caso in cui il materiale nastriforme formato dai veli cellulosici venga avvolto in rotoli. In altri casi ? possibile aumentare la resistenza meccanica dei veli cio? la resistenza ad un carico di rottura, o incrementarne l?assorbenza o la morbidezza.

[0006] Per queste ragioni sono stati quindi sviluppati metodi e macchine per la goffratura di veli di materiale cellulosico come descritto in EP1075387, EP1855876, US3556907, EP1239079, EP1319748, US6746558. In generale, macchine di questo tipo vengono denominate gruppi o dispositivi goffratori, o pi? propriamente goffratorilaminatori, in quanto eseguono le operazioni di goffratura di almeno un velo e la laminazione di due o pi? veli insieme.

[0007] Per migliorare ulteriormente le caratteristiche dei veli di materiale cellulosico ? stata sviluppata una tecnica di goffratura perfezionata che utilizza rulli goffratori caldi. Tale tecnica ? descritta nella domanda di brevetto italiano MI1995A001197, in cui ? previsto che un velo di materiale cellulosico venga umidificato e fatto passare attraverso una gola formata da una coppia di rulli goffratori di acciaio dotati superficialmente di protuberanze di goffratura, in cui le protuberanze dei due rulli sono disposte a contatto, con pressione, secondo uno schema ?punta-punta?, ed in cui i due rulli di acciaio sono riscaldati per far asciugare il velo durante la goffratura.

[0008] I dispositivi goffratori-laminatori dell?arte corrente e i relativi metodi presentano alcuni inconvenienti, in particolare legati alle fasi transitorie, tipicamente alla fase di riscaldamento iniziale del dispositivo, e ai periodi di arresto temporaneo del dispositivo goffratore. Gli arresti si possono verificare per varie ragioni, ad esempio a causa della rottura accidentale di un velo di fibre cellulosiche, oppure in caso di sostituzione di una o pi? bobine madri esaurite, oppure anche nel caso in cui una o pi? bobine madri debbano essere sostitute per passare da un lotto di produzione ad un altro, oppure in caso di un fermo linea causato dall?arresto di dispositivi posti a valle del goffratore-laminatore lungo linea produttiva.

[0009] In queste fasi transitorie, se un rullo goffratore ? riscaldato, uno o pi? rulli adiacenti al rullo riscaldato possono subire riscaldamenti indiretti, per effetto di scambio termico con il rullo goffratore riscaldato. I riscaldamenti indiretti sono non controllati e possono portare a problemi di funzionamento nella successiva fase produttiva.

[0010] Pertanto, vi ? la necessit? di realizzare dispositivi goffratori, e in particolare dispositivi goffratori-laminatori che superino in tutto o in parte alcune limitazioni che affliggono i sistemi noti.

[0011] Scopo di forme di realizzazione qui descritte, ? quello di realizzare un dispositivo goffratore o goffratore-laminatore con almeno un rullo goffratore riscaldato, che risolva o riduca almeno uno degli inconvenienti dei dispositivi goffratori o goffratori-laminatori dell?arte corrente.

SOMMARIO

[0012] Prima di illustrare le caratteristiche delle varie forme di realizzazione del metodo, del dispositivo e del prodotto con essi ottenuto, si forniranno alcune definizioni.

[0013] Nel presente contesto con ?velo?, o ?velo di materiale nastriforme? si indica un manufatto semilavorato in forma di materiale nastriforme continuo, tipicamente costituito da una base di fibre cellulosiche, ad esempio un velo di carta tissue. Il velo pu? essere mono- o multi-strato.

[0014] Nel presente contesto il termine ?goffratura? si riferisce a un processo di deformazione permanente di una porzione di una struttura cellulosica, quale un velo di materiale nastriforme, tipicamente in fibre cellulosiche, ortogonalmente al suo piano di giacitura, tramite il quale la struttura cellulosica si deforma in modo permanente con la formazione di protuberanze o sporgenze che si proiettano fuori dal piano di normale giacitura della struttura cellulosica, ad esempio il piano di giacitura del velo .

[0015] Il velo di materiale nastriforme, ad esempio in fibre cellulosiche, pu? essere un velo singolo, oppure un velo multiplo, cio? formato da pi? strati o fogli di materiale costituito da fibre cellulosiche. Il velo formato da pi? strati pu? essere ottenuto sovrapponendo pi? strati di fibre cellulosiche prodotti separatamente e sovrapposti, oppure pu? essere ottenuto tramite la sovrapposizione di pi? strati di impasti acquosi di fibre cellulosiche in fase di produzione del velo di fibre cellulosiche.

[0016] Si definisce ?goffratore? in generale un dispositivo che esegue una lavorazione di goffratura su almeno un velo di materiale nastriforme, in fibre cellulosiche, e l?eventuale accoppiamento per laminazione di due o pi? veli tra loro, utilizzando ad esempio un collante applicato su almeno uno di tali veli, preferibilmente sulle superfici di testa di almeno alcune delle protuberanze di goffratura formate su uno o pi? veli. Quando il dispositivo ? configurato per unire insieme due o pi? veli viene anche definito ?goffratorelaminatore?.

[0017] Per ?superficie esterna? del rullo goffratore si intende tutta l?area che comprende le superfici frontali delle protuberanze di goffratura, i fianchi delle protuberanze di goffratura e la superficie laterale del rullo goffratore, dalla quale si proiettano verso l?esterno le protuberanze di goffratura.

[0018] Per ?velocit? di esercizio? si intende una velocit? (periferica o angolare) di un organo meccanico del goffratore o goffratore-laminatore durante la normale fase di produzione, cio? una velocit? di produzione.

[0019] Per ?temperatura di esercizio? si intende una temperatura di un organo meccanico del goffratore o goffratore-laminatore durante la normale fase di produzione, cio? una velocit? di regime.

[0020] Per ?riscaldamento di un rullo goffratore? si intende - se non diversamente specificato - un?azione di apporto diretto o indiretto di calore ulteriore rispetto al calore generato dalle normali condizioni operative del rullo goffratore, al fine di aumentarne la temperatura rispetto a quella che il rullo goffratore raggiungerebbe per effetto dei soli fenomeni dissipativi di energia durante il normale funzionamento. Infatti, ? noto che, a causa delle pressioni scambiate tra organi meccanici (ad esempio tra un rullo goffratore e un rullo di pressione) e del movimento relativo di essi, una parte della potenza meccanica fornita al goffratore si trasforma in calore, il quale provoca un riscaldamento dei rulli goffratori.

[0021] L?apporto di calore per il riscaldamento del rullo goffratore pu? essere diretto o indiretto, nel senso che calore pu? essere trasferito come tale al rullo goffratore, ad esempio tramite un fluido termovettore, oppure pu? essere generato nel rullo goffratore per trasformazione di un?altra forma di energia, ad esempio per effetto Joule dovuto alla circolazione di una corrente parassita generata per induzione elettromagnetica.

[0022] Per ?rullo funzionale?, si intende nel presente contesto un rullo che: (a) ruota quando il goffratore, o goffratore-laminatore, ? in esercizio, (b) svolge un?azione su un velo di materiale cellulosico, e (c) non ? direttamente riscaldato da un proprio dispositivo di riscaldamento.

[0023] Come apparir? chiaro dalla descrizione che segue, sono rulli funzionali i rulli di pressione, i rulli laminatori, i rulli clich? o altri rulli che applicano un prodotto sul velo di materiale nastriforme, cio? sul velo di fibre cellulosiche, rinviato attorno ad un rullo goffratore riscaldato. Pu? essere rullo funzionale anche un rullo goffratore non riscaldato, che coopera con un rullo goffratore riscaldato.

[0024] Un rullo funzionale che coopera con un rullo goffratore pu? essere in contatto diretto o indiretto con il rullo goffratore, e quindi scambiare con esso un?azione meccanica. Ad esempio il rullo di pressione coopera con il rullo goffratore premendo contro di esso, con l?interposizione del velo di materiale cellulosico da goffrare. In questo caso l?azione svolta dal rullo funzionale in combinazione con il rullo goffratore consiste nella goffratura del velo di fibre cellulosiche. Un rullo clich? di un gruppo erogatore di colla ? un rullo funzionale la cui azione sul velo di fibre cellulosiche consiste nella distribuzione di un collante. Un ulteriore rullo funzionale ? costituito dal rullo laminatore, la cui azione sul velo di fibre cellulosiche consiste nel premere il velo di fibre cellulosiche su un altro velo di fibre cellulosiche per provocare l?adesione reciproca dei veli di fibre cellulosiche. Un rullo goffratore non associato ad un proprio dispositivo di riscaldamento costituisce un rullo funzionale la cui azione ?, tra le altre, quella di goffrare il velo di fibre cellulosiche.

[0025] La posizione del rullo funzionale ? definita ?adiacente? o ?in prossimit?? rispetto ad un rullo goffratore riscaldato, quando il rullo funzionale riceve direttamente o indirettamente calore dal rullo goffratore riscaldato, in particolare ad esempio anche quando il rullo funzionale e il rullo goffratore riscaldato sono in posizione nonoperativa, cio? quando il goffratore, o goffratore-laminatore, si trova ad esempio in condizioni di arresto temporaneo, oppure in una fase transitoria ad esempio una fase di avvio, arresto, riscaldamento o raffreddamento.

[0026] Il rullo funzionale pu? ricevere calore dal rullo goffratore riscaldato anche in via indiretta, nel senso che il rullo goffratore riscaldato pu? cedere calore ad un primo rullo funzionale direttamente affacciato al rullo goffratore riscaldato, e il primo rullo funzionale cede a sua volta calore ad un secondo rullo funzionale affacciato al primo rullo funzionale. In tal caso il secondo rullo funzionale ? riscaldato in modo indiretto dal rullo goffratore, attraverso il primo rullo funzionale. Esempi descritti in seguito chiariranno meglio questo concetto.

[0027] Durante il normale funzionamento del goffratore, o goffratore-laminatore, cio? quando quest?ultimo sta producendo materiale nastriforme goffrato continuo, un rullo funzionale pu? essere a contatto o non a contatto con un rispettivo rullo goffratore riscaldato. Infatti, il rullo funzionale pu? cooperare con il rullo goffratore sia scambiando con esso un?azione meccanica, che implica contatto reciproco (con l?eventuale interposizione di uno o pi? veli cellulosici tra di essi), sia senza scambiare con esso un?azione meccanica. Quest?ultimo caso si ha, ad esempio, quando il rullo funzionale ? un rullo goffratore non riscaldato, disposto rispetto al rullo goffratore riscaldato in modo che non vi sia scambio reciproco di forze tra le superfici dei rulli goffratori, ad esempio quando si tratta di due rulli goffratori di un goffratorelaminatore del tipo annidato oppure DESL. L?acronimo DESL sta per Double Embossing Single Lamination e con esso si indica una tecnica di goffratura in cui due veli vengono goffrati separatamente (con due disegni di goffratura uguali o disuguali) e vengono poi accoppiati tra loro con i disegni di goffratura in fase, cos? che le protuberanze di un velo cadano nelle zone tra protuberanze adiacenti dell?altro velo. Altri esempi di goffratori in cui il rullo funzionale non scambia un?azione meccanica con il rullo riscaldato, cio? in cui non vi ? contatto reciproco, sono descritti in EP1187716, EP1075387, EP1855876.

[0028] Per ?rotazione di un rullo funzionale?, nella fase transitoria, cio? non operativa del goffratore, si intende un movimento rotatorio del rullo funzionale attorno al proprio asse che pu? essere di tipo antiorario od orario, continuo o intermittente cio? composto da un periodo di rotazione alternato ad un periodo in cui il rullo funzionale ? fermo, a velocit? costante o variabile. Tipicamente, ma non necessariamente, la velocit? di rotazione del rullo funzionale in una fase transitoria ? inferiore alla velocit? di esercizio.

[0029] Secondo un aspetto, viene qui descritto un goffratore comprendente un primo percorso per un primo velo di materiale nastriforme e, lungo il primo percorso, un primo rullo goffratore corredato di protuberanze di goffratura. Il goffratore comprende, inoltre, un primo dispositivo di riscaldamento associato al primo rullo goffratore per scaldare la superficie del primo rullo goffratore. Almeno un primo rullo funzionale del goffratore ? atto a eseguire un?azione su un velo di materiale nastriforme. Il primo rullo funzionale ? provvisto di una disposizione di rotazione, atta a tenere in rotazione il primo rullo funzionale durante un arresto temporaneo del goffratore, con detto primo rullo funzionale distanziato dal primo rullo goffratore e con il primo velo di materiale nastriforme fermo nel primo percorso.

[0030] Secondo un ulteriore aspetto, viene qui descritto un metodo per gestire un arresto temporaneo di un goffratore comprendente: un primo percorso per un primo velo di materiale nastriforme; lungo il primo percorso, un primo rullo goffratore corredato di protuberanze di goffratura; un primo rullo di pressione definente con il primo rullo goffratore una prima gola di goffratura, attraverso cui passa il primo velo di materiale nastriforme; un secondo percorso per un secondo velo di materiale nastriforme; lungo il secondo percorso, un secondo rullo goffratore, corredato di protuberanze di goffratura; un secondo rullo di pressione definente con il secondo rullo goffratore una seconda gola di goffratura, attraverso cui passa il secondo velo di materiale nastriforme; un primo dispositivo di riscaldamento configurato per riscaldare la superficie del primo rullo goffratore. Il metodo comprende le seguenti fasi:

- mantenere il primo velo di materiale nastriforme sostanzialmente stazionario lungo il primo percorso e il secondo velo di materiale nastriforme sostanzialmente stazionario lungo il secondo percorso;

- allontanare il secondo rullo di pressione dal secondo rullo goffratore;

- ruotare il secondo rullo goffratore per mantenere una temperatura superficiale circa uniforme di detto secondo rullo goffratore, mentre la temperatura del primo rullo goffratore ? superiore alla temperatura del primo rullo goffratore, il secondo rullo goffratore scorrendo sul secondo velo di materiale nastriforme.

[0031] Secondo ancora un ulteriore aspetto, viene descritto un goffratore comprendente un primo percorso per un primo velo di materiale nastriforme e, lungo il primo percorso, un primo rullo goffratore corredato di protuberanze di goffratura. Il goffratore comprende, inoltre, un primo rullo di pressione definente con il primo rullo goffratore una prima gola di goffratura, attraverso cui passa il primo velo di materiale nastriforme. Il goffratore comprende, inoltre, secondo percorso per un secondo velo di materiale nastriforme e, lungo il secondo percorso, un secondo rullo goffratore, corredato di protuberanze di goffratura. Il goffratore comprende inoltre un secondo rullo di pressione definente con il secondo rullo goffratore una seconda gola di goffratura, attraverso cui passa il secondo velo di materiale nastriforme. Un primo dispositivo di riscaldamento ? posto per riscaldare la superficie del primo rullo goffratore. Il secondo rullo goffratore ? atto ad essere mantenuto in rotazione durante una fase di arresto temporaneo del goffratore, con il secondo velo di materiale nastriforme e il primo velo di materiale nastriforme fermi nel rispettivo primo percorso e secondo percorso, il secondo rullo di pressione distanziato dal secondo rullo goffratore e il primo rullo goffratore a temperatura superiore alla temperatura ambiente.

[0032] Ulteriori vantaggiose caratteristiche e forme di realizzazione del metodo e del goffratore sono descritti nel seguito con riferimento ad esempi di attuazione e sono definite nelle allegate rivendicazioni, che formano parte integrante della presente descrizione.

BREVE DESCRIZIONE DEI DISEGNI

[0033] L?invenzione verr? meglio compresa seguendo la descrizione e gli allegati disegni, che illustrano una forma di realizzazione esemplificativa e non limitativa dell?invenzione. Pi? in particolare, nel disegno:

la Fig.1 mostra una vista laterale di un dispositivo goffratore-laminatore comprendente un dispositivo di induzione elettromagnetica;

le Figg.1A e 1B illustrano un ingrandimento di un dettaglio di Fig1;

la Fig.2 illustra una vista assonometrica di un rullo goffratore associato ad un dispositivo di induzione elettromagnetica;

la Fig.3 illustra una vista in sezione di Fig.2 secondo un paino ortogonale all?asse del rullo;

la Fig.4 illustra un dettaglio realizzativo; e

le Figg. 5, 6 e 7 illustrano schemi esemplificativi di ulteriori forme di realizzazione.

DESCRIZIONE DETTAGLIATA

[0034] Nella descrizione che segue sar? fatto specifico riferimento ad un goffratorelaminatore, cio? (come sopra accennato) ad un dispositivo che ? atto a goffrare almeno un primo velo di materiale nastriforme, tipicamente un velo di fibre cellulosiche, e ad unire detto primo velo, dopo la sua goffratura, ad un secondo velo di materiale nastriforme, tipicamente un velo di fibre cellulosiche, eventualmente anch?esso goffrato, dallo stesso dispositivo goffratore, oppure da un altro dispositivo goffratore a monte. Tipicamente, esempi di realizzazione qui descritti riguardano goffratorilaminatori con due gruppi di goffratura, cio? con due coppie formate ciascuna da un rullo goffratore, provvisto di protuberanze di goffratura, cooperante con un rullo di pressione, tipicamente ad esempio rivestito in materiale cedevole.

[0035] Tuttavia, gli insegnamenti qui contenuti possono essere utilizzati anche in un goffratore semplice, cio? in un dispositivo atto a goffrare un singolo velo di materiale nastriforme (costituito da un solo strato o da pi? strati tra loro sovrapposti), e privo di dispositivi di giunzione ad un secondo o ulteriore velo di materiale nastriforme dopo la goffratura.

[0036] Inoltre, nel seguito si far? riferimento specificamente ad un sistema di riscaldamento ad induzione applicato a due rulli goffratori di un dispositivo goffratorelaminatore. Tuttavia, si deve comprendere che caratteristiche innovative dei dispositivi e dei metodi qui descritti possono essere applicate con vantaggio anche quando il riscaldamento ? limitato ad un solo rullo goffratore e/o quando il o i rulli goffratori sono riscaldati con sistemi differenti, anzich? a induzione, ad esempio per mezzo di un fluido termovettore, che circola nel rullo goffratore, oppure ad esempio con sistemi di riscaldamento ad irraggiamento.

[0037] Le forme di realizzazione con un solo rullo goffratore riscaldato sono particolarmente utili e vantaggiose, ed esempi di attuazione di questo tipo saranno descritti pi? avanti.

[0038] Inoltre, mentre negli esempi realizzativi descritti in dettaglio gli organi di riscaldamento ad induzione si trovano all?esterno dei rulli goffratori, in altre forme di realizzazione, attualmente meno vantaggiose, i dispositivi di riscaldamento ad induzione possono trovarsi all?interno dei rulli goffratori.

[0039] Con iniziale riferimento alla Fig.1, nella forma di realizzazione illustrata, ? previsto un dispositivo goffratore-laminatore 1 che presenta una struttura portante complessivamente indicata con 2. La struttura portante pu? comprendere due fiancate laterali 3.

[0040] In alcune forme di realizzazione, fra le due fiancate laterali 3 della struttura portante 2 possono essere disposti un rullo goffratore 4 ed un ulteriore rullo goffratore 5. Il rullo goffratore 4 pu? essere corredato di protuberanze di goffratura 4P, come mostrato nel dettaglio ingrandito di Fig.1A, mentre l?ulteriore rullo goffratore 5 pu? essere corredato di protuberanze di goffratura 5P, come mostrato nell?ingrandimento di Fig.1B. ? possibile definire come superficie di fondo del rullo goffratore 4, 5 quella superficie del rullo che separa le basi delle protuberanze di goffratura 4P, 5P, ed ? indicata con 4F e 5F. Generalmente la superficie 4F, 5F ? liscia. In caso di protuberanze di goffratura a doppia altezza, la superficie di base del rullo goffratore ? considerata quella che separa le basi delle punte ad altezza minore.

[0041] Il rullo goffratore 4 pu? cooperare con un primo rullo di pressione 6. In alcune forme di realizzazione, il rullo di pressione 6 pu? essere rivestito con uno strato esterno 6A in materiale cedevole, preferibilmente elasticamente cedevole, ad esempio gomma. L?ulteriore rullo goffratore 5 pu? cooperare con un secondo rullo di pressione 7. In alcune forme di realizzazione il rullo di pressione 7 pu? essere anch?esso rivestito con uno strato esterno 7A di materiale cedevole, in particolare elasticamente cedevole.

[0042] Con 4X, 5X, 6X e 7X sono indicati gli assi di rotazione dei due rulli goffratori 4, 5 e dei due rulli di pressione 6, 7, rispettivamente. Questi assi sono sostanzialmente paralleli tra loro.

[0043] In forme di realizzazione, i due rulli goffratori 4 e 5 sono azionati in rotazione da una coppia di motori, ad esempio motori elettrici. In altre forme di realizzazione, pu? essere previsto un motore singolo, che aziona entrambi i rulli goffratori 4, 5 tramite una trasmissione a ingranaggi. In Fig.1 con M1 ? schematicamente indicato un motore, tipicamente un motore elettrico, che aziona in rotazione il rullo goffratore 5, mentre il rullo goffratore 4 pu? essere portato in rotazione da un motore autonomo, non mostrato, o attraverso una trasmissione ad ingranaggi, comprendente due ingranaggi di uguale diametro coassiali ai due rulli 4, 5.

[0044] Il rullo goffratore 4 ed il primo rullo di pressione 6 formano tra loro una prima gola di goffratura 8, attraverso cui passa un primo velo V1 per essere goffrato dalle protuberanze 4P del rullo goffratore 4. Quando il rullo di pressione 6 ? provvisto di un rivestimento esterno cedevole 6A, le protuberanze 4P vengono premute contro il primo rullo di pressione 6 e penetrano nel rivestimento cedevole 6A deformando in modo permanente il velo V1.

[0045] L?ulteriore rullo goffratore 5 e il secondo rullo di pressione 7 formano una seconda gola di goffratura 9, attraverso la quale passa un secondo velo V2. Il secondo velo V2 viene goffrato in modo analogo al primo velo V1, per effetto delle protuberanze 5P dell?ulteriore rullo goffratore 5 che vengono premute contro il secondo rullo di pressione 7. Se questo ? corredato di un rivestimento elasticamente cedevole 7A, le protuberanze di goffratura 5P penetrano nel rivestimento cedevole e provocano la deformazione permanente del velo V2.

[0046] Ciascun velo V1, V2 pu? essere a sua volta costituito da due strati o veli.

[0047] I due rulli di pressione 6, 7 possono essere supportati da bracci o altri organi che ne consentono un movimento di accostamento e allontanamento dai rispettivi rulli goffratori 4, 5 per gli scopi che verranno chiariti in seguito. Attuatori schematicamente indicati con A1, A2, ad esempio attuatori cilindro-pistone, possono essere usati rispettivamente per premere il rullo di pressione 6 contro il rullo goffratore 4 e il secondo rullo di pressione 7 contro l?ulteriore rullo goffratore 5. Schematicamente, con B1 ? indicata una coppia di bracci oscillanti che supportano il rullo di pressione 6 e con B2 ? indicata una coppia di bracci oscillanti che supportano il rullo di pressione 7.

[0048] In alcune forme di realizzazione, i due rulli goffratori 5, 6 possono essere configurati per lavorare punta-punta, cio? con le proprie protuberanze 4P, 5P premute le une contro le altre in una gola 10 formata fra i due rulli goffratori 4, 5.

[0049] In altre forme di realizzazione il dispositivo goffratore-laminatore 1 pu? essere configurato in modo che nella gola 10 tra i rulli goffratori 4, 5 non ci sia contatto reciproco. In tal caso dispositivo goffratore-laminatore 1 pu? comprendere un rullo laminatore 11 premuto contro il rullo goffratore 5 e formante con esso una gola di laminazione 12. In questo modo i due veli V1 e V2 possono essere laminati fra l?ulteriore rullo goffratore 5 e il rullo laminatore 11. Nella gola 10 i rulli goffratori 4, 5 sono tra loro leggermente distanziati, in modo che i due veli V1, V2 non si tocchino. In questo caso il dispositivo goffratore pu? generare un materiale goffrato secondo la tecnica cosiddetta annidata, con protuberanze di goffratura del velo V2 che si annidano tra protuberanze di goffratura del velo V1 e viceversa.

[0050] Analogamente ai rulli di pressione 6, 7, il rullo laminatore 11 pu? essere supportato da una coppia di bracci oscillanti B3 e premuto contro il rullo goffratore 5 tramite un attuatore A3, ad esempio un attuatore cilindro-pistone.

[0051] In alcune forme di realizzazione il dispositivo goffratore-laminatore 1 pu? essere configurato per lavorare alternativamente secondo la tecnica punta-punta o secondo la tecnica annidata. A tale scopo si pu? prevedere ad esempio che i rulli goffratori 4, 5 siano mobili parallelamente od ortogonalmente al proprio asse e che il rullo laminatore sia mobile alternativamente in una posizione attiva ed in una posizione non attiva.

[0052] Il dispositivo goffratore-laminatore 1 pu? comprendere un erogatore di fluido funzionale 13. L?erogatore di fluido funzionale 13 ? un dispositivo atto a erogare un fluido, liquido o gassoso, sul velo V2. Ad esempio l?erogatore di fluido funzionale 13 pu? erogare vapore, saturo o insaturo, per facilitare l?adesione ottenuta tramite pressione, dei veli V1 e V2. In forme preferite di realizzazione, come mostrato in Fig.1, l?erogatore di fluido funzionale 13 pu? comprendere una sorgente 14 di fluido allo stato liquido, un primo rullo retinato o rullo anilox 15, che preleva un liquido dalla sorgente di fluido liquido 14, e un secondo rullo clich? o rullo applicatore 16, che riceve il fluido liquido dal rullo retinato 15 e lo distribuisce su porzioni del velo V2 goffrato e aderente all?ulteriore rullo goffratore 5. In generale il liquido viene applicato in corrispondenza di alcune almeno delle teste delle protuberanze di goffratura 5P di cui ? corredato il rullo goffratore 5, sulle porzioni di velo goffrato dalle protuberanze di goffratura 5P. Il liquido pu? essere acqua o colla. Nel caso in cui il fluido sia acqua l?adesione dei veli avviene prevalentemente per pressione meccanica. L?acqua facilita la formazione di legami idrogeno tra le fibre dei veli, in modo da ottenere una migliore adesione reciproca. L?adesione senza l?uso di collanti viene denominata in taluni casi adesione autogena. In questo caso ? possibile sostituire il rullo laminatore 11 con un gruppo per la giunzione meccanica o mollettatura (mechanical ply-bonding) della carta come descritto in WO2021058687.

[0053] In vantaggiose forme di realizzazione il rullo goffratore 4 e l?ulteriore rullo goffratore 5 possono essere realizzati in materiale metallico, ad esempio acciaio. In forme di realizzazione, i rulli goffratori 4, 5 possono essere realizzati in materiale ferromagnetico. La superficie dei rulli goffratori pu? essere trattata con un trattamento superficiale di indurimento. Le protuberanze di goffratura 4P e 5P dei rulli goffratori 4 e 5 possono essere ricavate in qualunque modo idoneo, ad esempio tramite incisione chimica, tramite incisione laser, tramite asportazione di truciolo per mezzo di un utensile, o in altro modo idoneo. Il trattamento di indurimento pu? essere eseguito solo sulle protuberanze di goffratura 4P e 5P.

[0054] Quando il dispositivo goffratore-laminatore 1 si trova in condizioni operative, il primo velo V1 e il secondo velo V2 avanzano secondo le frecce f1 e f2 verso i rulli goffratori 4, 5 per essere separatamente goffrati tra le coppie di rulli 4, 6 e 5, 7. I veli V1, V2 goffrati vengono incollati e laminati fra il rullo goffratore 5 e il rullo laminatore 11 e formano di conseguenza un materiale nastriforme N plurivelo che avanza secondo la doppia freccia fN verso una stazione a valle, ad esempio una ribobinatrice, non mostrata. Il rullo di pressione 7 viene premuto contro il rullo goffratore 5, mentre il rullo di pressione 6 viene premuto contro il rullo goffratore 4 e il rullo laminatore 11 ? premuto contro il rullo goffratore 5 per ottenere l?accoppiamento dei veli V1, V2.

[0055] In alcune forme di realizzazione, il gruppo erogatore di fluido funzionale 13 ? montato su una slitta o carro 17 che pu? muoversi secondo la doppia freccia f17 ad esempio lungo guide 18 portate da un elemento della struttura fissa 2. Il movimento secondo la doppia freccia f17 pu? essere controllato da un opportuno attuatore, ad esempio un attuatore cilindro pistone, da un motore elettrico, o tramite un qualunque altro attuatore idoneo, genericamente indicato con A4.

[0056] In vantaggiose forme di realizzazione, ad almeno un rullo goffratore 4, 5 ? associato un dispositivo di riscaldamento. Nella forma di realizzazione illustrata in Fig.1, ciascun rullo goffratore 4, 5 ? associato a un rispettivo dispositivo di riscaldamento 19, 20.

[0057] Nella forma di realizzazione illustrata, i dispositivi di riscaldamento 19, 20 sono posti ciascuno all?esterno del rispettivo rullo.

[0058] Nella forma di realizzazione particolarmente vantaggiosa di Fig.1, ciascun dispositivo di riscaldamento 19, 20 ? un dispositivo di riscaldamento ad induzione elettromagnetica, ed ? indicato nel seguito brevemente come dispositivo di induzione elettromagnetica, o semplicemente dispositivo induttore 19, 20. Questi dispositivi induttori sono configurati per indurre correnti parassite nel materiale del rispettivo rullo goffratore 4, 5.

[0059] Pi? in particolare, il riscaldamento ad induzione tramite correnti parassite si concentra in particolare nel materiale dei rulli goffratori 4, 5 adiacente alla superficie esterna del rispettivo rullo goffratore 4, 5. Ci? si pu? ottenere vantaggiosamente ponendo i dispositivi di riscaldamento 19 e 20 all?esterno dei rulli goffratori 4, 5. Il riscaldamento ? ottenuto per effetto Joule dovuto alla circolazione delle correnti parassite indotte nel materiale metallico dei rulli goffratori 4, 5 dal campo magnetico variabile generato dal rispettivo dispositivo induttore 19, 20.

[0060] In pratica, le correnti parassite indotte circolano localmente sulla superficie del rullo goffratore 4, 5 e producono un riscaldamento proporzionale alla resistenza elettrica del rullo goffratore stesso ed al quadrato della corrente parassita indotta.

[0061] Come mostrato in Fig.1, preferibilmente il dispositivo di induzione elettromagnetica 19 associato al rullo goffratore 4 ? posizionato in una zona compresa tra il punto di contatto con il rullo di pressione 6 e la gola 10 per questioni di ingombri. In altri dispositivi goffratori-laminatori che hanno configurazioni diverse, ? possibile posizionare il dispositivo di induzione elettromagnetica diversamente, ad esempio tra il punto di contatto con il rullo di pressione 6 e la gola 10.

[0062] Analogamente, il dispositivo di induzione elettromagnetica 20 (segnato in tratteggio in Fig. 1) associato al rullo goffratore 5 pu? essere posizionato alternativamente tra il punto di contatto con il rullo di pressione 7 e il rullo clich? 16 o tra il punto di contatto con il rullo di pressione 7 e la gola di laminazione 12 o tra il rullo clich? 16 e la gola 10. La scelta di una o pi? di queste posizioni ? funzione dell?architettura dello specifico dispositivo goffratore-laminatore.

[0063] Ad ogni dispositivo di induzione elettromagnetica 19, 20 ? associato un rispettivo generatore, ad esempio un inverter 23, 24 capace di pilotare le correnti opportune che circolano nel dispositivo induttore 19, 20 in modo da ottenere il riscaldamento desiderato. In una configurazione attualmente preferita, per regolare la temperatura desiderata, ovvero la temperatura di esercizio, sulla superficie dei rulli goffratori 4, 5 si realizza un sistema di controllo ad anello chiuso composto da almeno un sensore di temperatura 21, 22 di qualsiasi tipo, quali termocoppie, pirometri, termocamere o altro dispositivo idoneo, associato al rispettivo rullo goffratore 4, 5 e collegato ad una unit? di controllo 25 che, opportunamente programmata e tramite un idoneo algoritmo di controllo, comanda gli inverter 23, 24 in modo da stabilizzare sulla superficie esterna dei rulli goffratori 4, 5 la temperatura desiderata come verr? spiegato in maggiore dettaglio successivamente. L?unit? di controllo pu? essere un PLC, un computer industriale, un microprocessore, una rete di computer o un qualunque altro dispositivo noto similare.

[0064] I generatori 23, 24 possono essere degli inverter che operano ad una frequenza di funzionamento ben precisa circa uguale alla frequenza di risonanza del circuito elettrico formato dal dispositivo di induzione elettromagnetica 19, 20 con l?uscita dell?inverter stesso.

[0065] La regolazione della temperatura di esercizio del rullo goffratore 4, 5, cui ? associato il dispositivo di induzione 19, 20 pu? avvenire come segue. Il dispositivo di induzione 19, 20 ? regolato per erogare la massima potenza. Tale potenza ? mantenuta fino a che non viene raggiunta la temperatura di esercizio voluta (o poco sotto tale temperatura, ad esempio almeno i 3/4 di tale temperatura). Quindi si attiva un controllore, ad esempio un controllore PID (proporzionale-integrativo-derivativo) associato al dispositivo di induzione e all?unit? 25, che ha lo scopo di mantenere la temperatura costante. Il controllore fa in modo da regolare il calore generato per induzione al fine di compensare il calore asportato per effetto del riscaldamento del velo V1 o V2 e il calore disperso per convezione forzata, a causa della rotazione del rullo goffratore 4, 5 nell?aria ambiente. L?attivazione del controllore PID dopo il raggiungimento della temperatura target voluta consente di avere tempi di riscaldamento pi? veloci, rispetto al caso dell?applicazione di un controllore PID fin dall?inizio del riscaldamento. In pratica il controllore PID regola la potenza del dispositivo di induzione in modo che la temperatura rilevata dal sensore meno la temperatura ?target? (temperatura di esercizio) sia uguale a zero o vicino allo zero. Si intende che ? possibile avere altri tipi di regolazione della temperatura diverse dalla la suddetta modalit? di regolazione.

[0066] In forme attualmente preferite di realizzazione, durante la fase di riscaldamento, cio? per portare il rullo goffratore 4, 5 dalla temperatura ambiente a quella di esercizio, il rullo goffratore ? mantenuto in rotazione a bassa velocit?. In questa fase, il rullo goffratore pu? essere scaldato sia se ? fasciato dal velo cellulosico V1, V2 sia quando se completamente libero dal velo. Nel primo caso il rullo di pressione ? preferibilmente aperto, cio? non in contatto col in rullo goffratore, permettendo a quest?ultimo di ruotare strusciando sulla carta avvolta. In questo caso la carta non viene alimentata verso le stazioni a valle evitando di scartare una grande quantit? di carta.

[0067] Come mostrato schematicamente in Fig.2 e Fig.3, il dispositivo di induzione elettromagnetica 19, 20 pu? comprendere un?unica spira 26 di materiale conduttivo quale rame o altro materiale idoneo, di forma allungata e posta circa parallelamente all?asse 4X, 5X del rullo goffratore 4, 5. In altre configurazioni, il dispositivo di riscaldamento a induzione elettromagnetica 19, 20 pu? comprendere pi? di una spira.

[0068] In una forma realizzativa la spira 26 di materiale conduttivo pu? essere supportata da un telaio 27 mobile per poter avvicinare o allontanare la spira 26 dalla superficie esterna del rullo goffratore 4, 5. In forme di realizzazione, il telaio 27 ? oscillante secondo la freccia f29 attorno ad un fulcro 29. Il movimento oscillante di avvicinamento o allontanamento del telaio 27 rispetto al rullo goffratore 4, 5 pu? essere ottenuto tramite un attuatore 28 collegato all?estremit? 27A del telaio 27. L?attuatore 28 pu? essere un pistone pneumatico comandato da una elettrovalvola non mostrata, collegata alla unit? di controllo 25. In questo caso, allungando o richiamando lo stelo del pistone ? possibile rispettivamente allontanare e avvicinare il dispositivo di induzione elettromagnetica 19, 20 rispetto alla superficie esterna del rullo goffratore 4, 5. In altre forme realizzative l?attuatore 28 pu? essere un motore elettrico.

[0069] Possono essere realizzate altre forme alternative di movimentazione del telaio 27 per gli stessi scopi. Ad esempio ? possibile montare il telaio 27 su una slitta scorrevole lungo una guida per muovere il telaio 27 in avvicinamento e allontanamento rispetto al rullo goffratore 4, 5 attraverso un attuatore come ad esempio un pistone pneumatico o un motore elettrico.

[0070] La posizione della spira 26 rispetto al rullo goffratore 4, 5 ? preferibilmente tale che i due rami conduttori che formano la spira 26 siano equidistanti rispetto alla superficie esterna del rispettivo rullo goffratore 4, 5, almeno quando la spira 26 si trova nella posizione di lavoro.

[0071] In una forma particolarmente vantaggiosa, come mostrato in Fig. 4, il telaio 27, nella parte che supporta la spira 26, pu? essere formato da un elemento concentratore di flusso elettromagnetico 27A atto ad indirizzare pi? efficientemente il flusso elettromagnetico verso la superficie esterna del rullo.

[0072] Preferibilmente il concentratore di flusso elettromagnetico 27A ha una forma ad ?E? che avvolge quasi completamente la spira 26, ma lascia libero il lato rivolto verso il rullo goffratore 4, 5. In questo modo si riduce la dispersione del flusso elettromagnetico e lo si concentra verso la superficie esterna del rullo goffratore 4, 5 ottenendo, a parit? di riscaldamento, minori correnti di alimentazione del dispositivo di induzione elettromagnetica 19, 20. Il concentratore di flusso elettromagnetico 27A pu? essere di ferrite o formato da un pacco di lamierini ferromagnetici non conduttivi, e grazie alla sua elevata permeabilit? magnetica, obbliga le linee di campo elettromagnetico ad indirizzarsi verso il lato libero della spira rivolto verso il rullo goffratore 4, 5. Il concentratore di flusso elettromagnetico 27A pu? avere anche altre forme, ad esempio rettangolari o a forma di ?C? o altre forme. La Fig.4 mostra solo una sezione della spira 26 e del concentratore di flusso elettromagnetico 27A che nella forma realizzativa preferita avvolge la spira per tutta la lunghezza del dispositivo di induzione elettromagnetica.

[0073] In una variante attualmente preferita di realizzazione, ? possibile dotare il dispositivo goffratore-laminatore 1 di uno o pi? sensori, non mostrati in figura, per rilevare la rottura dei veli cellulosici e l?eventuale accumulo dei veli V1, V2 sui rulli goffratori 4, 5. A questo scopo possono essere usate telecamere, fotocellule, batterie di fotocellule, sensori laser od altro.

[0074] Nel caso in cui i rulli di pressione 6, 7 sono accostati ai rispettivi rulli goffratori 4, 5 con attuatori cilindro-pistone pneumatici, ? possibile generare un segnale di accumulo dei veli V1 o V2 attorno ai rulli goffratori rilevando un picco di pressione sugli attuatori cilindro-pistone. In altre parole l?accumulo dei veli V1 o V2 attorno al rullo goffratore 4, 5 aumenta la pressione esercitata dal rullo di pressione 6, 7 contro i rulli goffratori 4, 5. Quando i sensori di rilevamento di rottura della carta generano un segnale di accumulo trasmesso all?unit? di controllo 25 cui sono collegati, quest?ultima comanda immediatamente l?allontanamento del telaio 27 dal rullo goffratore 4, 5 per evitare il danneggiamento sia dei rulli goffratori che del dispositivo di induzione elettromagnetica, e mette la macchina in emergenza.

[0075] In alcune forme di realizzazione ? possibile utilizzare pi? di un dispositivo induttore, o dispositivo di induzione elettromagnetica 19, 20 per ogni rullo goffratore 4, 5, in modo da ottenere una temperatura superficiale il pi? possibile omogenea. In questo caso, i dispositivi di induzione elettromagnetica 19, 20 possono essere alimentati da uno stesso inverter o ciascuno da un rispettivo inverter comandato dall?unit? centrale di controllo 25 in funzione della temperatura della superficie esterna del rullo goffratore 4, 5 rilevata dal o dai sensori di temperatura.

[0076] Il dispositivo di induzione elettromagnetica 19, 20 pu? essere raffreddato con opportuni dispositivi di raffreddamento. Ad esempio ? possibile far scorrere un fluido refrigerante all?interno della spira o attorno alla spira 26 del dispositivo di induzione elettromagnetica 19, 20. Ad esempio, la spira 26 del dispositivo di induzione elettromagnetica pu? essere realizzata con un tubo di rame o di altro materiale elettricamente e termicamente conduttivo. Il fluido refrigerante pu? essere fatto circolare all?interno del tubo.

[0077] Nella fase operativa, la spira 26 di materiale conduttivo ? alimentata con una corrente alternata I1, I2 e posta in una zona operativa ad una distanza d dalla superficie esterna del rispettivo rullo goffratore 4, 5. In questo modo viene creato un campo magnetico B variabile nel tempo, le cui linee di campo penetrano nella parte pi? esterna del rullo goffratore 4, 5, cio? nelle protuberanze 4P, 5P e nel primo strato non inciso del mantello cilindrico del rispettivo rullo goffratore, 4, 5, ad esempio per uno spessore S (cfr. Figg.1A, 1B). Il campo magnetico variabile nel tempo induce correnti parassite Ip nel materiale elettricamente conduttivo di cui ? costituita almeno la parte pi? esterna del rispettivo rullo goffratore 4, 5. Le correnti parassite scaldano il rullo goffratore 4, 5 per effetto Joule.

[0078] La distanza d pu? essere variabile per regolare e ottimizzare il flusso magnetico, e pu? essere compresa ad esempio tra 1 mm e 8 mm. Si deve intendere che i valori numerici indicati sono esemplificativi, e possono essere preferiti, ma non sono vincolanti.

[0079] In alcuni casi ? possibile utilizzare pi? di un sensore di temperatura associato a ciascuno dei due rulli goffratori 4, 5 e ancora pi? in generale ? possibile usate pi? sensori di temperatura di tipo diverso per ciascun rullo goffratore 4, 5, ad esempio una o pi? termocoppie, pirometri e/o termo-camere. Generalmente, i sensori sono collocati esternamente al rispettivo rullo goffratore 4, 5, cui sono associati. In altri casi, ? possibile inserire questi sensori internamente al rispettivo rullo goffratore. Ad esempio ? possibile collocare pi? termocoppie internamente al rispettivo rullo goffratore 4, 5 a profondit? diverse per monitorare la temperatura del rullo lungo in direzione radiale, cio? in pi? punti lungo lo spessore del rullo goffratore, a distanze radialmente crescenti dall?asse del rullo goffratore, e quindi a distanze via via decrescenti dalla superficie esterna del rullo goffratore.

[0080] L?utilizzo di una termo-camera come sensore di temperatura pu? essere preferibile rispetto ad altri sensori di temperatura, poich? ? la termo-camera ? in grado di dare una panoramica pi? completa della distribuzione della temperatura sulla superficie dei rulli goffratori 4, 5. Ad esempio ? possibile che le protuberanze di goffratura 4P, 5P siano a temperatura pi? elevata rispetto alla superficie di fondo 4F, 5F dei rulli goffratori 4, 5, o viceversa. In tal caso pu? essere utile cambiare ed in generale comandare opportunamente le frequenze o l?intensit? delle correnti di induzione elettromagnetica I1, I2 alimentate dagli inverter 23, 24 verso i dispositivi di induzione elettromagnetica 19, 20.

[0081] Infatti, le correnti parassite indotte sulla superficie esterna dei rulli goffratori 4, 5, generate dal campo magnetico variabile nel tempo, hanno una profondit? di penetrazione all?interno del rullo goffratore, che ? funzione della frequenza di magnetizzazione dei dispositivi di induzione elettromagnetica 19, 20.

[0082] In alcune forme realizzative, ? possibile rilevare il profilo di temperatura della superficie esterna del rullo goffratore 4, 5 evidenziando eventuali differenze di temperatura tra le protuberanze di goffratura 4P, 5P e la superficie di fondo 4F, 5F del rispettivo rullo goffratore 4, 5, ed eventuali anomalie di temperatura tra la superficie esterna del rullo goffratore e la parte pi? interna del rullo goffratore 4, 5. In questo caso l?unit? centrale di controllo 25 pu? comandare gli inverter 23, 24 per modificare la frequenza e/o l?intensit? delle correnti di induzione elettromagnetica I1, I2 ed ottenere un profilo di temperatura ottimale cio? un profilo di temperatura in cui solo la superficie esterna del rullo goffratore ? alla temperatura desiderata.

[0083] In forme di realizzazione, la frequenza operativa pu? essere ad esempio compresa tra 50 Hz e 500 kHz e preferibilmente tra 1kHz e 100 kHz, pi? preferibilmente tra 5kHz e 100kHz, ed ancora preferibilmente tra 10kHz e 60 kHz, cio? a tra valori per i quali le correnti parassite indotte Is sono confinate maggiormente sulle protuberanze di goffratura 4P, 5P.

[0084] In alcune forme realizzative, che possono essere anche funzione del disegno di goffratura, cio? della dimensione, forma e distribuzione delle protuberanze di goffratura 4P, 5P, ? possibile regolare il dispositivo goffratore-laminatore 1 in modo da tenere pi? alta la temperatura delle protuberanze di goffratura 4P, 5P rispetto alla superficie di fondo 4F, 5F. In alcune forme di realizzazione, l?unit? di controllo 25 comanda gli inverter 23, 24 per tenere alla temperatura desiderata solo uno spessore superficiale S molto piccolo del mantello cilindrico del rispettivo rullo goffratore 4, 5, in modo da diminuire l?energia necessaria al riscaldamento e ottenere un rapido raffreddamento della superficie esterna del rullo goffratore 4, 5 quando sia richiesto di ridurne la temperatura operativa.

[0085] Il dispositivo goffratore-laminatore 1 pu? comprendere un sistema di raffreddamento 30 (ad esempio indicato in Fig.1) per il rullo goffratore 4, 5 a cui ? associato il dispositivo di induzione elettromagnetica 19, 20. Il sistema di raffreddamento 30 pu? essere configurato per raffreddare il rullo goffratore 4, 5 riscaldato durante i momenti di fermo macchina, nel caso in cui l?operatore debba lavorare in prossimit? del rullo goffratore caldo. L?accesso alla macchina ? permesso solo in condizioni di sicurezza: i rulli devono essere tutti fermi, eventuali freni inseriti e nel caso di rullo caldo, i rulli goffratori 4, 5 la loro temperatura deve essere sotto un valore limite di sicurezza.

[0086] Il sistema di raffreddamento 30 pu? comprendere un dispositivo di emissione di aria di raffreddamento verso il rullo goffratore 4, 5 da raffreddare. In alcune forme di realizzazione, il sistema di raffreddamento 30 pu? comprendere uno o pi? ugelli che generano una lama d?aria di refrigerazione.

[0087] L?ugello pu? avere una fessura allungata che emette un flusso d?aria con un fronte di emissione allungato, ovvero lineare, preferibilmente almeno pari alla lunghezza assiale del rullo goffratore da raffreddare. In altre forme di realizzazione, il dispositivo di raffreddamento pu? comprendere un dispositivo di emissione del tipo tubo a vortice noto anche con il nome di ?Tubo di Ranque-Hilsch?.

[0088] Diversamente, quando ? necessario fermare il dispositivo goffratore 1 per necessit? produttive, e quindi non per guasti, malfunzionamenti, manutenzione o altri eventi che necessitano la vicinanza di un operatore ai rulli goffratori 4, 5, ? necessario evitare che vi sia una riduzione sostanziale della temperatura del rullo goffratore 4, 5 riscaldato. Mantenendo la temperatura del rullo goffratore 4, 5 attorno alla temperatura di esercizio anche durante fasi di arresto temporaneo, si consente il riavvio rapido del goffratore-laminatore 1 quando cessa la causa che ne ha provocato l?arresto. Ad esempio, se l?arresto ? provocato dalla necessit? di sostituire una bobina madre nello svolgitore che alimenta il velo V1 o il velo V2, ? opportuno che la produzione riparta appena ? avvenuta la sostituzione della bobina madre e la giunzione del velo esaurito alla testa del velo nuovo.

[0089] A tal fine il dispositivo di induzione elettromagnetica 19, 20 pu? essere mantenuto in funzione per mantenere in temperatura il o ciascun rullo goffratore 4, 5 riscaldato o alternativamente spento se la fermata ? di breve periodo.

[0090] Per soste brevi, si pu? prevedere di disattivare uno o entrambi i dispositivi di induzione elettromagnetica 19, 20, grazie al fatto che i rulli goffratori hanno un?elevata inerzia termica. La loro temperatura diminuisce quindi di poco anche se i dispositivi di induzione elettromagnetica 19, 20 vengono spenti temporaneamente durante i transitori.

[0091] Se i dispositivi di induzione elettromagnetica 19, 20 rimangono attivi durante gli arresti temporanei, e se i rispettivi rulli goffratori 4, 5 riscaldati rimanessero fermi in queste fasi di arresto temporaneo, questi ultimi si riscalderebbero in modo disomogeneo e pi? in particolare solo nella porzione affacciata al rispettivo dispositivo di induzione elettromagnetica 19, 20. Questo provocherebbe inconvenienti di varia natura. In primo luogo, una parte del rullo goffratore verrebbe in breve a trovarsi a temperatura inferiore a quella di esercizio, con l?impossibilit? di riprendere la produzione immediatamente dopo la cessazione della causa che ne ha provocato l?arresto temporaneo. In secondo luogo, il riscaldamento disomogeneo provocherebbe una dilatazione non omogenea, cio? non simmetrica rispetto all?asse di rotazione, del rullo goffratore e anche, in taluni casi, un rischio di surriscaldamento locale.

[0092] La deformazione disomogenea provocherebbe squilibri e vibrazioni dei rulli goffratori una volta che il dispositivo goffratore-laminatore tornasse in funzione senza una fase preliminare di omogeneizzazione della temperatura. Tali fenomeni comporterebbero una scarsa qualit? di goffratura del rispettivo velo V1, V2, con il rischio di generare scarti. Le deformazioni termiche disomogenee dei rulli goffratori 4, 5 possono anche provocare guasti del goffratore-laminatore, o la necessit? di ridurre la velocit? di produzione fino al raggiungimento nuovamente di una temperatura omogenea dei rulli goffratori 4, 5.

[0093] Per evitare o ridurre tali inconvenienti, nelle fermate in cui ? prevista una ripartenza del dispositivo goffratore-laminatore in tempi brevi, ? utile mantenere ciascun rullo goffratore 4, 5 riscaldato ad una temperatura opportuna e omogenea su tutto lo sviluppo circonferenziale del rullo goffratore 4, 5.

[0094] Per far ci?, ? utile in primo luogo diminuire la potenza delle correnti di alimentazione del dispositivo di induzione elettromagnetica 19, 20 poich?, quando il goffratore-laminatore 1 non ? in produzione viene meno la sottrazione di calore dovuta al suo assorbimento da parte del velo V1, V2. In questo caso, l?unit? di controllo 25, tramite l?anello di controllo della temperatura del rullo goffratore 4, 5 riduce automaticamente le correnti di induzione elettromagnetica per mantenere la temperatura superficiale del rullo goffratore 4, 5 costantemente al livello di esercizio.

[0095] In secondo luogo ? opportuno continuare a ruotare il rullo goffratore o ciascun rullo goffratore 4, 5 riscaldato, in modo che le correnti parassite indotte dal dispositivo di induzione elettromagnetica 19, 20 interessino tutto il rullo goffratore 4, 5, anzich? solo una porzione di esso, cos? da mantenere la temperatura del rullo goffratore circa costante in ogni punto della sua superficie cilindrica ed evitare deformazioni termiche asimmetriche del rullo goffratore stesso.

[0096] Per poter mantenere il rullo goffratore 4, 5 in rotazione senza rompere il velo V1, V2 rinviato attorno ad esso, ? opportuno allontanare di una sufficiente quantit? il rispettivo rullo di pressione 6, 7 ed eventualmente ridurre la tensione del velo V1, V2 rinviato attorno al rullo di pressione 6, 7 e attorno al rullo goffratore 4, 5.

[0097] In questo modo il rullo goffratore 4, 5 pu? girare a velocit? ridotta rispetto alla velocit? di esercizio, mantenendo il velo V1, V2 avvolto attorno ad esso, ma fermo. L?attrito tra il velo V1, V2 e rulli goffratori 4, 5 ? molto basso e non crea problemi o rotture dei veli. Praticamente con questa procedura si riesce a far strusciare i veli V1, V2 sulla superficie esterna dei rulli goffratori 4, 5 senza rottura dei veli.

[0098] Analogo movimento di allontanamento viene imposto al rullo laminatore 11, se il rullo goffratore 5 ? riscaldato.

[0099] Riassumendo, con il dispositivo goffratore-laminatore 1 fermo si prevede di: 1) allontanare ciascun rullo di pressione 6, 7 e laminatore 11 (quando presente) da ciascun rullo goffratore 4, 5 riscaldato e ridurre la tensione dei veli V1, V2, in modo da consentire un movimento di scorrimento relativo tra velo V1, V2 e rispettivo rullo goffratore 4, 5; 2) mantenere in rotazione a bassa velocit? il rullo goffratore riscaldato; e 3) alimentare il dispositivo di induzione elettromagnetica 19, 20 con una potenza tale da mantenere la temperatura del rispettivo rullo goffratore 4, 5 circa costante e pari a quella di esercizio, o leggermente inferiore ad esempio 3/4 delle temperatura di esercizio, o comunque entro un intervallo di temperatura attorno alla temperatura di esercizio, ovvero la temperatura di processo di goffratura (impostabile a seconda del tipo di processo di goffratura). Ad esempio, essendo H il valore della temperatura di esercizio, tale intervallo pu? esser compreso tra valori di temperatura pari H+1/4xH e H-1/4xH.

[0100] Per bassa velocit? di rotazione del rullo goffratore 4, 5 si pu? intendere una velocit? pari a circa un decimo della velocit? di esercizio del rullo goffratore durante la fase di goffratura, e preferibilmente pari a circa un ventesimo della velocit? di esercizio. Ad esempio, la velocit? tangenziale del rullo goffratore 4, 5 riscaldato pu? essere compresa tra 0.5m/min e 30 m/min.

[0101] Ugualmente, quando ? necessario raffreddare i rulli goffratori 4, 5 riscaldati si prevede di: 1) allontanare i rulli di pressione 6, 7 e eventualmente il rullo laminatore 11 (se il rullo goffratore 5 ? riscaldato) dai rispettivi rulli goffratori cos? da svincolare i veli V1, V2 dai rulli goffratori 4, 5 e ridurre la tensione dei veli V1, V2; 2) mantenere in rotazione a bassa velocit? ciascun rullo goffratore riscaldato 4, 5; e 3) spengere l?alimentazione del dispositivo di induzione elettromagnetica 19, 20.

[0102] In questo modo la rotazione a bassa velocit? del rullo goffratore 4, 5 permette a tutta la sua superficie esterna di incontrare gradualmente e ripetutamente il sistema di raffreddamento 30 cos? da abbattere i tempi di raffreddamento e di ottenere un raffreddamento uniforme su tutta la superficie del rullo.

[0103] Il movimento di allontanamento reciproco dei rulli di pressione 6, 7 e del rullo laminatore 11 dai rispettivi rulli goffratori 4, 5 pu? essere ottenuto tramite gli attuatori A1, A2, A3,

[0104] Analogamente, quando ? necessario riscaldare il o i rulli goffratori 4, 5 da temperatura ambiente a temperatura di esercizio si prevede di: 1) mettere in rotazione a bassa velocit? il rullo goffratore; 2) alimentare il dispositivo di induzione elettromagnetica 19, 20. In questa fase il rullo goffratore 4, 5 pu? essere avvolto o meno dal velo V1, V2. Nel caso sia avvolto dal velo V1, V2 ? preferibile tenere il rispettivo rullo di pressione 6, 7 e il rullo laminatore 11 aperto, cio? non in contatto con il rullo goffratore 4, 5 in riscaldamento.

[0105] Oltre agli interventi di allontanamento dei rulli di pressione 6, 7 ed eventualmente di allontanamento del rullo laminatore 11 dal rispettivo rullo goffratore 4, 5, ? utile prevedere un allontanamento del rullo clich? 16 dal rullo goffratore 5, in modo da ridurre ulteriormente la pressione tra il velo V2 e il rullo goffratore 5 ed in modo da evitare l?erogazione di fluido funzionale quando il goffratore-laminatore 1 non ? nella fase operativa.

[0106] Come accennato, per arresti di breve durata, si pu? prevedere di non tenere il o i rulli goffratori 4, 5, in rotazione e di disattivare i rispettivi dispositivi di induzione elettromagnetica 19, 20. Si utilizza in tal caso l?inerzia termica dei rispettivi rulli goffratori riscaldati per mantenere sufficientemente elevata la temperatura durante il fermo macchina temporaneo. La poca dissipazione termica che si verifica, riduce in modo non rilevante la temperatura media del rispettivo rullo goffratore riscaldato.

[0107] In teoria, le operazioni sopra descritte per ottenere il riscaldamento, il raffreddamento e il mantenimento in temperatura i rulli goffratori 4, 5 sono eseguiti solo per il rullo goffratore riscaldato. In generale, come accennato, infatti, i rulli goffratori 4, 5 possono essere entrambi riscaldati, oppure uno solo pu? essere riscaldato, mentre l?altro non ? sottoposto a riscaldamento.

[0108] Tuttavia, si ? riscontrato in pratica che le misure sopra descritte per evitare inconvenienti dovuti ad un riscaldamento o raffreddamento disomogeneo del rullo goffratore o di ciascun rullo goffratore cui ? associato un dispositivo di induzione elettromagnetica 19, 20 attivo, non sono sufficienti, ovvero possono - se impiegate da sole - non ottimizzare il processo di produzione. Problemi particolari sorgono, poi, quando uno dei due rulli goffratori ? riscaldato e l?altro non lo ?.

[0109] Infatti, il o ciascun rullo goffratore riscaldato ? circondato da uno o pi? rulli funzionali. Nella forma di realizzazione della Fig.1, dove entrambi i rulli goffratori 4, 5 sono riscaldati, sono rulli funzionali, nel significato definito nella parte introduttiva della presente descrizione, i due rulli di pressione 6, 7, il rullo laminatore 11, il rullo clich? 16. Non si esclude la possibilit? che vi siano altri rulli funzionali attorno all?uno o all?altro dei rulli goffratori 4, 5. Infatti, in taluni gruppi goffratori-laminatori pu? essere previsto che un singolo rullo goffratore cooperi con pi? di un rullo di pressione, ad esempio perch? attorno allo stesso rullo goffratore viene guidato pi? di un velo di materiale cellulosico. Un esempio di un goffratore-laminatore di questo tipo ? illustrato in EP2353859. Come chiarito in maggiore dettaglio con riferimento ad ulteriori esempi di realizzazione, possono essere rulli funzionali anche uno o pi? goffratori, quando questi non sono riscaldati.

[0110] Durante il normale funzionamento del goffratore-laminatore 1 i rulli funzionali sono in rotazione a velocit? periferica usualmente circa uguale alla velocit? periferica del rullo goffratore riscaldato 4, 5 cui sono associati e quindi alla velocit? lineare del velo V1 o V2.

[0111] Tuttavia, in alcune fasi, ed in particolare nelle fasi di arresto temporaneo sopra descritte, i rulli funzionali dei goffratori o goffratori-laminatori dell?arte anteriore sono usualmente fermi. Ciascun rullo funzionale che si trova adiacente a (cio? in prossimit? di) un rullo goffratore 4, 5 che ? mantenuto in temperatura dal dispositivo di induzione elettromagnetica 19, 20, si riscalda per effetto della convezione e dell?irraggiamento, ricevendo calore dal rullo goffratore 4, 5 riscaldato. Ci? provoca un riscaldamento disomogeneo del rullo funzionale: la porzione di superficie rivolta verso il rullo goffratore 4, 5 riscaldato si riscalda, mentre la porzione rivolta da parte opposta tende a portarsi a temperatura ambiente. Questo fenomeno si verifica anche nel caso in cui, ad esempio durante un arresto temporaneo di breve durata, il dispositivo di riscaldamento del rullo goffratore viene disattivato. Infatti, i rulli goffratori hanno un?elevata inerzia termica e la loro temperatura cala molto lentamente durante le fasi di arresto, con conseguente trasferimento di calore ai rulli funzionali adiacenti.

[0112] In conseguenza di questo fenomeno, il rullo funzionale si deforma in modo significativo, oppure si alterano le sue caratteristiche meccaniche, e ci? pu? provocare effetti negativi quando il goffratore-laminatore 1 viene rimesso in servizio, cio? quando riprende la produzione.

[0113] Tipicamente i rulli di pressione 6, 7, il rullo laminatore 11 e il rullo clich? 16, ed eventuali altri rulli di pressione o di guida cooperanti con l?uno o l?altro dei rulli goffratori 4, 5 subiscono un allungamento o dilatazione assiale nella zona rivolta verso il rullo goffratore 4, 5 riscaldato e un accorciamento sul lato opposto, a causa del differenziale di temperatura. Questo comporta una conseguente deformazione dell?asse di rotazione. Ci? provoca vibrazioni e difetti di produzione nella fase iniziale della successiva ripresa della produzione. Ad esempio dilatazioni difformi sul rullo clich? 16 possono comportare un contatto non omogeno o non continuo con il rullo goffratore 5 provocando difetti nell?erogazione del liquido funzionale sulle superfici frontali delle protuberanze di goffratura 4P, 5P.

[0114] I rulli di pressione 6, 7 possono risentire in maniera minore di questi fenomeni, grazie all?effetto di isolamento termico del loro rivestimento in gomma o altro materiale elasticamente cedevole. Tuttavia, la differenza di temperatura che raggiunge il rivestimento pu? provocare una alterazione disomogenea delle caratteristiche meccaniche del rivestimento, ad esempio della sua durezza.

[0115] Allo scopo di evitare o ridurre questi inconvenienti, secondo forme di realizzazione qui descritte, almeno uno dei rulli funzionali associati ad almeno uno dei rulli goffratori 4, 5 riscaldati viene tenuto in rotazione anche durante gli intervalli di arresto temporaneo, ed eventualmente anche durante altre fasi transitorie, ad esempio nella fase di riscaldamento iniziale, o nella fase di raffreddamento.

[0116] La rotazione di uno o pi? rulli funzionali durante l?arresto temporaneo del goffratore 1 pu? essere prevista anche per intervalli brevi, anche qualora il rispettivo rullo goffratore 4, 5 riscaldato venisse mantenuto fermo e il dispositivo di riscaldamento 19, 20 venisse mantenuto spento durante il periodo di arresto temporaneo, in considerazione della elevata inerzia termica del rullo goffratore, come sopra accennato.

[0117] Preferibilmente, il rullo funzionale viene mantenuto in rotazione a bassa velocit?, ad esempio ad una velocit? circa pari a 1/10 o 1/20 della velocit? di produzione o in generale ad una velocit? periferica compresa 0.5 m/min e 30 m/min.

[0118] La rotazione pu? essere continua, a velocit? costante o variabile, oppure pu? essere anche discontinua, cio? intermittente.

[0119] La rotazione del rullo funzionale fa s? che il rullo funzionale riceva dall?adiacente rullo goffratore 4, 5 riscaldato una quantit? di calore circa uniforme sull?intera superficie cilindrica. In questo modo si evitano o si riducono in modo sostanziale deformazioni disomogenee e conseguenti frecce dell?asse di rotazione del rullo funzionale. La temperatura di almeno uno dei rulli riscaldati che pu? essere considerata come soglia sopra la quale mettere in rotazione uno o pi? rulli funzionali pu? essere 50?C, preferibilmente 40?C.

[0120] Questa temperatura pu? essere mantenuta erogando calore tramite il dispositivo di riscaldamento del rullo goffratore riscaldato, ad esempio se l?intervallo di arresto ? relativamente lungo. In altri casi, ad esempio per brevi fermate, la temperatura del rullo goffratore riscaldato rimane elevata (sopra i 50?C, o sopra i 40?C, ad esempio) anche in assenza di riscaldamento, cio? con il dispositivo di riscaldamento temporaneamente disattivato.

[0121] Anzich? una rotazione continua a bassa velocit?, il rullo funzionale pu? essere tenuto in movimento tramite un moto intermittente allo scopo di evitare l?esposizione costante al calore di una sola parte del rullo, cio? quella parte affacciata verso il rullo riscaldato. Il movimento intermittente pu? avere una frequenza tanto maggiore quanto maggiore ? la temperatura del rullo riscaldato. Per movimento intermittente si intende un movimento in un verso di rotazione oraria o antioraria seguita da una pausa cio? da un periodo in cui il rullo ? fermo. Il periodo di movimento e quello di sosta possono essere uguali o diversi.

[0122] Non si esclude di ruotare il rullo funzionale in versi alternati, orario e antiorario, con opportuni angoli in modo da riscaldare in maniera circa uniforme tutta la sua superficie cilindrica.

[0123] Come osservato, questo ? utile ad esempio per il rullo di pressione 6, 7. Questi rulli sono in generale portati in rotazione per effetto dell?attrito tra la superficie del rullo di pressione 6, 7 e il velo V1 o V2 guidato attorno al corrispondente rullo goffratore 4, 5. In altri termini, il rullo di pressione 6, 7 ? trascinato in rotazione dal corrispondente rullo goffratore 4, 5 contro cui ? premuto. Poich? durante le fasi di arresto temporaneo o durante i transitori sopra descritti, ciascun rullo di pressione 6, 7 ? tenuto distanziato dal corrispondente rullo goffratore 4, 5, ? opportuno prevedere un sistema di rotazione ausiliario per il rullo di pressione 6, 7. Il sistema di rotazione ausiliario ? configurato per tenere in rotazione il rispettivo rullo di pressione 6, 7, quando esso ? distanziato dal rullo goffratore 4, 5.

[0124] In alcune forme di realizzazione a tale scopo pu? essere previsto un apposito motore ausiliario M2, schematicamente indicato in Fig.1, per ciascun rullo di pressione 6, 7. Il motore ausiliario M2 pu? essere coassiale al rispettivo rullo di pressione 6, 7, ma ci? non ? indispensabile. In altre forme di realizzazione, ad esempio, il motore ausiliario M2 pu? essere posto fuori dall?asse del rullo di pressione 6, 7 e pu? servire a comandare una cinghia, contro la quale pu? essere spinto il rullo di pressione 6, 7 o un albero di supporto del rullo di pressione, in modo che la cinghia trasmetta per attrito un moto di rotazione al rullo di pressione.

[0125] In altre forme di realizzazione, il rullo di pressione 6, 7 pu? essere corredato di sistemi di pulizia, ad esempio di spazzole cilindriche di pulizia. Queste possono essere motorizzate e portate a contatto con la superficie cilindrica dei rulli di pressione 6, 7. Le spazzole in tal caso possono servire a portare in rotazione i rispettivi rulli di pressione 6, 7.

[0126] Analoghe disposizioni possono essere previste per portare in rotazione il rullo laminatore 11, che anch?esso ? usualmente trascinato in rotazione per attrito dal rullo goffratore 5. In Fig. 1 con M3 ? schematicamente indicato un motore ausiliario che pone in rotazione il rullo laminatore 11. Anche in questo caso, il motore M3 coassiale al rullo laminatore 11 pu? essere sostituito da un altro tipo di azionamento, ad esempio periferico, come sopra descritto per i rulli di pressione 6, 7.

[0127] Non si esclude la possibilit? di usare un singolo motore ausiliario per portare in rotazione continua o intermittente pi? di uno dei rulli 6, 7 e 11, ad esempio con opportuni organi di rinvio quali ingranaggi, cinghie e pulegge.

[0128] Anche il rullo clich? 16 costituisce un rullo funzionale cooperante con il rullo goffratore 5. Esso, quindi, soffre degli stessi inconvenienti se il rullo goffratore 5 ? riscaldato. Al fine di alleviare questo problema, il rullo clich? pu? essere tenuto in rotazione lenta nelle fasi transitorie e di arresto temporaneo. A tal fine pu? essere utilizzato un motore M4. Il motore M4 pu? essere associato ad uno qualunque dei rulli dell?erogatore di fluido funzionale 13. In tal modo si possono tenere in rotazione simultanea i rulli 16 e 15. In generale, il motore M4 ? previsto per azionare in modo positivo i rulli dell?erogatore 13 anche durante il normale esercizio del goffratorelaminatore.

[0129] Come precedentemente accennato, il goffratore, o goffratore-laminatore 1 pu? avere un solo rullo goffratore riscaldato. Ci? pu? essere ottenuto attivando uno solo dei dispositivi di induzione elettromagnetica 19, 20, oppure prevedendo un solo dispositivo di induzione elettromagnetica. Le Figg. 5 e 6 mostrano due esempi di attuazione in cui uno solo dei due rulli goffratori 4, 5 ? riscaldato. Numeri uguali indicano parti uguali o equivalenti a quelle gi? descritte in precedenza con riferimento alla Fig.1, che non verranno nuovamente descritte.

[0130] In particolare, la Fig.5 mostra schematicamente un goffratore-laminatore 1 in cui ? riscaldato il solo rullo goffratore 5, circostanza rappresentata graficamente dal fatto che ? mostrato il solo dispositivo di induzione elettromagnetica 20, mentre l?altro dispositivo di induzione magnetica 19 ? omesso (o disattivo).

[0131] La Fig.6 mostra schematicamente un goffratore-laminatore 1 in cui ? riscaldato il solo rullo goffratore 4, circostanza rappresentata graficamente dal fatto che ? mostrato il solo dispositivo di induzione elettromagnetica 19, mentre l?altro dispositivo di induzione elettromagnetica 20 ? omesso (o disattivo).

[0132] Nella forma di realizzazione della Fig.5, dove il rullo goffratore riscaldato ? il rullo 5, il rullo goffratore 4 rappresenta un rullo funzionale nel senso sopra definito. Infatti, il rullo goffratore 4 ruota durante il funzionamento del goffratore 1, non ? riscaldato da un proprio dispositivo di riscaldamento, ed esegue un?azione su un velo di fibre cellulosiche. Esso ? adiacente al il rullo goffratore 5 riscaldato e riceve quindi calore da esso. Sono rulli funzionali anche i rulli 7, 15, 16, 11, perch? direttamente riceventi calore dal rullo goffratore riscaldato 5, nonch? il rullo 6 perch? riceve calore indirettamente dal rullo goffratore riscaldato 5.

[0133] Nel caso di un arresto temporaneo di durata breve, ad esempio, il rullo goffratore riscaldato 5 rimane in temperatura grazie alla sua inerzia termica. Esso pu? rimanere fermo e il dispositivo di induzione elettromagnetica 20 pu? essere disattivato. In alternativa, il dispositivo di induzione elettromagnetica 20 pu? essere disattivato, e il rullo goffratore 5 pu? essere mantenuto in rotazione, preferibilmente a bassa velocit?.

[0134] Durante questa fase di arresto temporaneo, il rullo goffratore 4, che costituisce rullo funzionale, viene tenuto in rotazione per evitare che si generino dei gradienti di temperatura a causa del fatto che la porzione di superficie rivolta verso il rullo goffratore riscaldato 5 riceve calore, mentre la restante porzione di superficie dissipa calore verso l?ambiente, o comunque non ne riceve.

[0135] Se i due rulli goffratori 4, 5 sono collegati ad un unico motore, la rotazione del rullo goffratore 4 implica la rotazione anche del rullo goffratore 5. Se, invece, i due rulli goffratori hanno motorizzazioni indipendenti, o sono svincolabili, si pu? tenere in rotazione il rullo goffratore 4, per evitare o limitare l?insorgenza di gradienti termici, e tenere fermo il rullo goffratore riscaldato 5, che comunque non si raffredda eccessivamente e non viene riscaldato dal dispositivo di induzione elettromagnetica 20, che ? disattivato.

[0136] Uno o pi? dei restanti rulli funzionali 7, 15, 16, 11, 6 possono essere tenuti in rotazione, nel modo sopra descritto con riferimento alla Fig.1. A seconda di quali rulli funzionali e goffratori sono mantenuti in rotazione, sar? necessario allontanare reciprocamente i rulli funzionali dai rulli goffratori. Ad esempio, il rullo di pressione 6 viene allontanato dal rullo goffratore 4, per consentire a questo di ruotare scivolando sulla superficie del velo V1. Questo allontanamento consente anche di tenere in rotazione il rullo di pressione 6. Se il rullo goffratore riscaldato 5 non deve essere tenuto in rotazione, ad esempio perch? il dispositivo di induzione elettromagnetica 20 viene temporaneamente disattivato, solo l?uno o l?altro dei rulli 16, 7 e 11 che deve essere tenuto in rotazione viene allontanati dal rullo goffratore 5.

[0137] Ad esempio, pu? essere utile o necessario tenere in rotazione il rullo laminatore 11, mentre potrebbe non essere necessario tenere in rotazione il rullo di pressione 7 e il rullo clich? 16 con il rispettivo rullo anilox 15, o viceversa. In tal caso viene allontanato dal rullo goffratore riscaldato 5 il rullo laminatore 11, ma non gli altri, o viceversa.

[0138] Se ? utile tenere attivo il dispositivo di induzione elettromagnetica 20, ad esempio perch? il periodo di arresto ? relativamente lungo, allora il rullo goffratore riscaldato 5 viene tenuto in rotazione per mantenerne uniforme la temperatura superficiale, con conseguente scorrimento della sua superficie cilindrica sul velo V2. Al fine di consentire tale rotazione, tutti i rulli che cooperano meccanicamente (con contatto) con il rullo goffratore 5 riscaldato vengono allontanati da questo, cio?: il rullo laminatore 11, il rullo di pressione 7 e il rullo clich? 16 con il rispettivo rullo anilox 15.

[0139] Nella forma di realizzazione della Fig.6 dove il rullo goffratore riscaldato ? il rullo 4, il rullo goffratore 5 rappresenta un rullo funzionale nel senso sopra definito. ? un rullo funzionale il rullo 6 che riceve calore direttamente dal rullo goffratore riscaldato 4. Infine, sono rulli funzionali anche i rulli 7, 15, 16, 11, perch? ricevono calore indirettamente dal rullo goffratore riscaldato 4 attraverso il trasferimento di calore dal rullo goffratore 4 al rullo goffratore 5.

[0140] Nel caso di un arresto temporaneo di durata breve, ad esempio, il rullo goffratore riscaldato 4 rimane in temperatura grazie alla sua inerzia termica. Esso pu? rimanere fermo e il dispositivo di induzione elettromagnetica 19 pu? essere disattivato. In alternativa, il dispositivo di induzione elettromagnetica 19 pu? essere disattivato, e il rullo goffratore 4 pu? essere mantenuto comunque in rotazione, preferibilmente a bassa velocit?.

[0141] Durante questa fase di arresto temporaneo, il rullo goffratore 5, che costituisce rullo funzionale, viene tenuto in rotazione per evitare che si generino dei gradienti di temperatura a causa del fatto che la porzione di superficie rivolta verso il rullo goffratore riscaldato 4 riceve calore, mentre la restante porzione di superficie dissipa calore verso l?ambiente, o comunque non ne riceve.

[0142] Se i due rulli goffratori 4, 5 sono collegati ad un unico motore, la rotazione del rullo goffratore 4 implica la rotazione anche del rullo goffratore 5. Se, invece, i due rulli goffratori hanno motorizzazioni indipendenti, o sono svincolabili, si pu? tenere in rotazione il rullo goffratore 5 e fermo il rullo goffratore riscaldato 4.

[0143] I rulli funzionali 7, 11, 16 devono essere allontanati dal rullo goffratore 5 per consentire a questo di essere tenuto in rotazione scivolando sul velo V2 che ? fermo. Uno o pi? dei rulli 7, 15, 16, 11 possono essere a loro volta tenuti in rotazione per i motivi sopra descritti. Il rullo di pressione 6 pu? essere allontanato dal rullo goffratore riscaldato 4 e tenuto in rotazione, oppure fermo. In alternativa, se il rullo goffratore riscaldato 4 ? stazionario, il rullo di pressione 6 pu? essere tenuto fermo (non ruotante) e in contatto con il velo V1 rinviato attorno al rullo goffratore riscaldato 4, se la temperatura di quest?ultimo non ? eccessivamente elevata da danneggiare il velo V1.

[0144] Se ? utile tenere attivo il dispositivo di induzione elettromagnetica 19, ad esempio perch? il periodo di arresto ? relativamente lungo, allora il rullo goffratore riscaldato 4 viene tenuto in rotazione per mantenerne uniforme la temperatura superficiale, con conseguente scorrimento della sua superficie cilindrica sul velo V1. Al fine di consentire tale rotazione, il rullo di pressione 6 viene tenuto distanziato dal rullo goffratore 4 e pu? essere eventualmente tenuto in rotazione, come l?uno o l?altro dei restanti rulli funzionali.

[0145] Le forme di realizzazione sopra descritte sono relative ad un tipo di goffratore-laminatore che ? stato preso ad esempio non limitativo dell?invenzione.

Infatti, ? noto agli esperti del settore l?esistenza di molti tipi diversi di goffratorilaminatori che possono variare nel numero di rulli goffratori, nella loro disposizione e ovviamente nel tipo di trattamento che eseguono sui veli di carta rientrando, senza discostarsi dai principi, dai concetti e dagli insegnamenti della presente invenzione. Ad esempio l?invenzione ? applicabile anche ad un dispositivo goffratore che comprenda solo un rullo goffratore e rispettivo rullo di pressione, e che quindi non necessiti di un dispositivo di giunzione dei veli, oppure ad un dispositivo goffratorelaminatore che presenti una pluralit? di rulli goffratori, ad esempio due rulli goffratori, ma non entrambi riscaldati, ad esempio uno solo riscaldato, oppure a un goffratorelaminatore con un numero maggiore di rulli goffratori e/o di percorsi per i veli di materiale nastriforme.

[0146] Inoltre, le forme di realizzazione sopra descritte fanno riferimento a un dispositivo di riscaldamento del rullo goffratore 4, 5 ad induzione elettromagnetica esterno al rullo goffratore, e che richiede una rotazione del rullo goffratore per ottenere un riscaldamento uniforme. Per i molteplici motivi sopra esposti, un riscaldamento a induzione di questo tipo ? preferibile ad altri sistemi di riscaldamento noti. In particolare, il riscaldamento ad induzione evita la necessit? di complessi circuiti per un fluido termovettore. Il riscaldamento a induzione tramite un sistema posto esternamente al rullo goffratore e in una posizione tale da indurre correnti parassite solo in una porzione del rullo goffratore ? particolarmente semplice e di piccolo ingombro, ed inoltre ? atto a indurre correnti parassite nella zona superficiale esterna del rullo goffratore, dove ? pi? utile che si concentri la generazione di calore.

[0147] Tuttavia, almeno alcune delle difficolt? sopra descritte derivanti dall?impiego di un rullo goffratore o pi? rulli goffratori riscaldati si presentano anche quando il riscaldamento avviene tramite altri mezzi di riscaldamento, ad esempio mezzi che sono in grado di ottenere una temperatura circa uniforme anche in un rullo goffratore non ruotante.

[0148] In particolare, il rischio di un riscaldamento disomogeneo dei rulli funzionali adiacenti al rullo goffratore riscaldato si pu? presentare anche quando il rullo goffratore ? riscaldato in maniera omogenea, ad esempio tramite un fluido termovettore, quale un olio diatermico o simile, oppure tramite un sistema ad induzione che induce correnti parassite circa omogenee in tutto il rullo goffratore. In questi casi il riscaldamento uniforme del rullo goffratore riscaldato si ottiene anche senza tenere il rullo goffratore in rotazione.

[0149] Infatti, i rulli funzionali adiacenti al rullo goffratore riscaldato 4, 5 (rulli di pressione 6, 7, rullo laminatore 11, rullo clich? 16) se non tenuti in rotazione, si scaldano in modo disomogeneo, per convezione e/o irraggiamento, a causa della vicinanza con il rullo goffratore 4, 5 riscaldato, anche se quest?ultimo ? stazionario. Per evitare tale fenomeno, si mantiene in rotazione uno o pi? dei rulli funzionali durante le fasi di arresto temporaneo del goffratore-laminatore 1, mentre i rulli goffratori 4, 5 rimangono fermi, grazie al fatto che il sistema di riscaldamento utilizzato genera un riscaldamento uniforme del rullo goffratore anche senza che esso venga mantenuto in rotazione.

[0150] La rotazione pu? essere in generale impartita ad uno o pi? dei rulli funzionali che cooperano con il rullo goffratore riscaldato. Mentre nella descrizione che precede si ? previsto di tenere in rotazione lenta i rulli di pressione 6, 7, il rullo laminatore 11 e il rullo clich? 16, in altre forme di realizzazione si pu? prevedere di tenere in rotazione solo alcuni o solo uno di tali rulli funzionali, in base alle specifiche necessit? del goffratore, che possono essere determinate, ad esempio, dal tipo di goffratura, dal materiale di cui sono costituiti i rulli, dalle temperature di esercizio impiegate, o da altri parametri.

[0151] Non si esclude la possibilit? di adottare una o pi? delle caratteristiche sopra descritte anche in un goffratore semplice, che comprende un solo rullo goffratore e un solo rullo di pressione, in cui il singolo rullo goffratore ? riscaldato. La Fig.7 mostra un esempio di realizzazione di questo tipo, in cui il singolo rullo goffratore ? indicato con 5 ed ? associato ad un dispositivo di riscaldamento, qui rappresentato da un dispositivo di induzione elettromagnetica 20. Il rullo goffratore singolo coopera con un rispettivo rullo di pressione 6, ad esempio con un rivestimento esterno in materiale elasticamente cedevole. Se necessario, durante le fasi transitorie sopra descritte, ad esempio durante un arresto della produzione, cessa temporaneamente l?alimentazione del velo di fibre cellulosiche V, e il rullo di pressione 6 pu? essere allontanato dal rullo goffratore riscaldato 5. Il rullo di pressione 6, che qui rappresenta l?unico rullo funzionale, viene mantenuto in rotazione, preferibilmente a bassa temperatura, senza interferire con il velo V. Il rullo goffratore riscaldato 5 pu? essere tenuto fermo e il dispositivo di induzione elettromagnetica 20 pu? essere tenuto disattivo, se l?intervallo di arresto ? breve. Se, invece, l?intervallo di arresto ? lungo tanto da consigliare di evitare un eccessivo raffreddamento del rullo goffratore riscaldato 5, quest?ultimo viene tenuto in rotazione, preferibilmente a bassa velocit?, mentre il dispositivo di induzione elettromagnetica ? tenuto acceso. Il rullo goffratore 5 scorre sul velo V che rimane fermo.

[0152] Se il riscaldamento avviene in modo differente, ad esempio con un fluido termovettore, oppure con un sistema ad induzione che riscalda l?intero sviluppo cilindrico del rullo goffratore 5, l?apporto di calore pu? essere ottenuto anche senza rotazione del rullo goffratore 5. Questo vale anche nelle precedenti forme di realizzazione per ciascuno dei rulli goffratori riscaldati 4, 5, se il riscaldamento avviene in modo uniforme

[0153] In definitiva, in termini generali, viene qui descritto un metodo per la gestione degli arresti temporanei di un goffratore, in cui almeno uno dei rulli goffratori si trova ad una temperatura superiore alla temperatura ambiente, in cui il metodo comprende le seguenti fasi:

- allontanare almeno un rullo funzionale, in particolare ciascun rullo di pressione 6, 7, il rullo laminatore 11 e il rullo clich? 16 dai rispettivi rulli goffratori 4, 5; - mantenere in rotazione almeno uno, alcuni o preferibilmente tutti i rulli funzionali adiacenti ad un rispettivo rullo goffratore 4, 5 riscaldato.

[0154] Come risulta da quanto sopra descritto, quando il goffratore comprende pi? rulli goffratori, quello o quelli di tali rulli goffratori che non ? riscaldato, ? a sua volta un rullo funzionale rispetto al rullo goffratore riscaldato.

[0155] Il metodo pu? comprendere la fase di apportare calore a ciascun rullo goffratore riscaldato durante la fase di arresto, ad esempio se tale fase perdura per un periodo relativamente lungo rispetto all?inerzia termica del rullo goffratore riscaldato.

[0156] Preferibilmente, quando un rullo goffratore viene riscaldato durante la fase di arresto per mantenerlo in temperatura, esso ? tenuto ad una temperatura preferibilmente circa pari a quella di esercizio, cio? la temperatura a cui il rullo goffratore ? tenuto durante la produzione del materiale nastriforme goffrato, o leggermente inferiore alla temperatura di esercizio, ad esempio 3/4 della temperatura di esercizio, o comunque entro un intervallo di temperatura attorno alla temperatura di esercizio.

[0157] Specificamente, quando il dispositivo di riscaldamento ? un dispositivo a induzione elettromagnetica che induce correnti parassite in una porzione del rullo goffratore riscaldato, e al rullo goffratore riscaldato deve essere apportato calore durante il periodo di arresto, il metodo pu? prevedere le seguenti fasi:

- allontanare almeno un rullo funzionale, in particolare ciascun di pressione 6, 7, il rullo laminatore 11 e il rullo clich? 16 da ciascun rispettivo rullo goffratore 4, 5 riscaldato e ridurre la tensione dei veli V1, V2, in modo da consentire un movimento di scorrimento relativo tra velo V1, V2 e rispettivo rullo goffratore 4, 5 riscaldato;

- mantenere in rotazione, preferibilmente a bassa velocit?, il rullo goffratore 4, 5 riscaldato;

- mantenere in rotazione almeno uno, alcuni o tutti i rulli funzionali adiacenti ad un rispettivo rullo goffratore 4, 5 riscaldato; e

- alimentare il dispositivo di induzione elettromagnetica 19, 20 con una potenza tale da mantenere in temperatura il rispettivo rullo goffratore 4, 5, preferibilmente ad una temperatura pari o inferiore a quella di esercizio, come sopra indicato.

[0158] Quando ? necessario raffreddare i rulli goffratori 4, 5 riscaldati si pu? prevedere di eseguire le seguenti fasi:

- allontanare i rulli funzionali, cio? i rulli di pressione 6, 7 ed eventualmente il rullo laminatore 11 e il rullo clich? 16 (se il rullo goffratore 5 ? riscaldato) dai rispettivi rulli goffratori cos? da svincolare i veli V1, V2 dai rulli goffratori 4, 5;

- mantenere in rotazione lenta uno o pi? dei rulli funzionali;

- e ridurre la temperatura del o di ciascun rullo goffratore 4, 5.

[0159] Quando il dispositivo di riscaldamento ? un dispositivo a induzione elettromagnetica, si possono prevedere le seguenti fasi:

- allontanare i rulli funzionali, cio? i rulli di pressione 6, 7 ed eventualmente il rullo laminatore 11 e il rullo clich? 16 (se il rullo goffratore 5 ? riscaldato) dai rispettivi rulli goffratori cos? da svincolare i veli V1, V2 dai rulli goffratori 4, 5 e ridurre la tensione dei veli V1, V2;

- mantenere in rotazione a bassa velocit? ciascun rullo goffratore riscaldato 4, 5; - mantenere in rotazione lenta uno o pi? dei rulli funzionali;

- e spengere l?alimentazione del dispositivo di induzione elettromagnetica 19, 20.

[0160] Analogamente, quando ? necessario riscaldare il o i rulli goffratori 4, 5 da temperatura ambiente a temperatura di esercizio si pu? prevedere di:

- mettere in rotazione a bassa velocit? il o ciascun rullo funzionale associato a ciascun rullo goffratore da riscaldare 4, 5; e

- riscaldare gradualmente il o ciascun rullo goffratore 4, 5.

[0161] Quando il o i rulli goffratori sono scaldati tramite un dispositivo ad induzione elettromagnetica, il metodo di riscaldamento pu? comprendere le seguenti fasi:

- mettere in rotazione a bassa velocit? il o ciascun rullo goffratore da riscaldare 4, 5;

- alimentare il dispositivo di induzione elettromagnetica 19, 20.

[0162] In questa fase, il rullo goffratore 4, 5 pu? essere avvolto o meno dal velo V1, V2. Nel caso sia avvolto dal velo V1, V2 ? preferibile tenere il rispettivo rullo di pressione 6, 7 e il rullo laminatore 11 aperto, cio? non in contatto con il rullo goffratore 4, 5 in riscaldamento.

Claims

DISPOSITIVO GOFFRATORE CON ALMENO UN RULLO GOFFRATORE RISCALDATO, E METODO Rivendicazioni

1. Un goffratore comprendente:

- un primo percorso per un primo velo di materiale nastriforme;

- lungo il primo percorso, un primo rullo goffratore corredato di protuberanze di goffratura;

- un primo dispositivo di riscaldamento associato al primo rullo goffratore per scaldare la superficie del primo rullo goffratore;

- almeno un primo rullo funzionale atto a eseguire un?azione su un velo di materiale nastriforme;

in cui il primo rullo funzionale ? provvisto di una disposizione di rotazione, atta a tenere in rotazione il primo rullo funzionale durante un arresto temporaneo del goffratore, con detto primo rullo funzionale distanziato dal primo rullo goffratore e con il primo velo di materiale nastriforme fermo nel primo percorso.

2. Il goffratore della rivendicazione 1, in cui la disposizione di rotazione ? atta a mantenere il primo rullo funzionale in rotazione, continua o discontinua, ad una velocit? inferiore alla velocit? di rotazione del rullo funzionale in condizioni di produzione del goffratore.

3. Il goffratore della rivendicazione 1 o 2, in cui detto almeno un primo rullo funzionale ? selezionato dal gruppo comprendente: un rullo di pressione; un rullo clich? di un erogatore di un fluido funzionale; un rullo laminatore; un ulteriore rullo goffratore; una loro combinazione.

4. Il goffratore della rivendicazione 1 o 2 o 3, comprendente:

- un secondo percorso per un secondo velo di materiale nastriforme; - lungo il secondo percorso, un secondo rullo goffratore corredato di protuberanze di goffratura;

- almeno un secondo rullo funzionale atto ad eseguire un?azione sul secondo velo di materiale nastriforme e atto ad assumere una prima posizione di contatto con il secondo rullo goffratore e una seconda posizione distanziata dal secondo rullo goffratore.

5. Il goffratore della rivendicazione 4, comprendente un secondo dispositivo di riscaldamento associato al secondo rullo goffratore per scaldare la superficie del secondo rullo goffratore.

6. Il goffratore della rivendicazione 4 o 5, in cui detto almeno un secondo rullo funzionale ? selezionato dal gruppo comprendente: un rullo di pressione; un rullo clich? di un erogatore di un fluido funzionale; un rullo laminatore; un ulteriore rullo goffratore; una loro combinazione.

7. Il goffratore di una o pi? delle rivendicazioni precedenti, in cui ciascun dispositivo di riscaldamento ? un dispositivo di riscaldamento a induzione elettromagnetica, e in cui preferibilmente ciascun dispositivo di riscaldamento a induzione elettromagnetica ? posto esternamente al rispettivo rullo goffratore.

8. Il goffratore di una o pi? delle rivendicazioni precedenti, in cui almeno uno dei rulli funzionali comprende un motore ausiliario per comandare la rotazione del rullo funzionale durante l?arresto temporaneo del goffratore.

9. Un metodo per gestire un arresto temporaneo di un goffratore comprendente: un primo percorso per un primo velo di materiale nastriforme; lungo il primo percorso, un rullo goffratore corredato di protuberanze di goffratura; un primo dispositivo di riscaldamento associato al primo rullo goffratore per scaldare la superficie di detto primo rullo goffratore, e almeno un primo rullo funzionale atto ad eseguire un?azione su un velo di materiale nastriforme; in cui il metodo comprende le seguenti fasi:

- mantenere il primo velo di materiale nastriforme sostanzialmente stazionario lungo il primo percorso;

- ruotare detto almeno un primo rullo funzionale, per mantenere una temperatura superficiale circa uniforme di detto almeno un primo rullo funzionale, mentre il primo rullo goffratore si trova ad una temperatura superiore alla temperatura del primo rullo funzionale.

10. Il metodo della rivendicazione 9, in cui detto almeno un primo rullo funzionale viene tenuto in rotazione, continua o discontinua, ad una velocit? inferiore rispetto alla velocit? di produzione del goffratore.

11. Il metodo della rivendicazione 9 o 10, in cui detto almeno un primo rullo funzionale ? selezionato dal gruppo comprendente: un rullo di pressione; un rullo clich? di un erogatore di un fluido funzionale; un rullo laminatore; un ulteriore rullo goffratore; una loro combinazione.

12. Il metodo di una o pi? delle rivendicazioni 9 a 11, comprendente la fase di allontanare detto almeno un rullo funzionale dal primo rullo goffratore.

13. Il metodo di una o pi? delle rivendicazioni 9 a 12, comprendente inoltre la fase di riscaldare il primo rullo goffratore durante l?arresto temporaneo tramite il primo dispositivo di riscaldamento, detto dispositivo di riscaldamento essendo preferibilmente un dispositivo ad induzione, preferibilmente posizionato all?esterno del primo rullo goffratore.

14. Il metodo di una o pi? delle rivendicazioni 9 a 13, comprendente la fase di ruotare il primo rullo goffratore durante l?arresto temporaneo del goffratore.

15. Il metodo di una o pi? delle rivendicazioni 9 a 14, in cui il goffratore comprende: un secondo percorso per un secondo velo di materiale nastriforme; lungo il secondo percorso, un secondo rullo goffratore, corredato di protuberanze di goffratura; almeno un secondo rullo funzionale atto ad eseguire un?azione su un velo di materiale nastriforme e atto ad assumere una prima posizione di contatto con il secondo rullo goffratore e una seconda posizione distanziata dal secondo rullo goffratore; e in cui il metodo comprende inoltre la fase di mantenere il secondo velo di materiale nastriforme sostanzialmente stazionario lungo il secondo percorso.

16. Il metodo della rivendicazione 15, in cui detto almeno un secondo rullo funzionale ? selezionato dal gruppo comprendente: un rullo di pressione; un rullo clich? di un erogatore di un fluido funzionale; un rullo laminatore; un ulteriore rullo goffratore; una loro combinazione.

17. Il metodo della rivendicazione 15 o 16, in cui detto almeno un secondo rullo funzionale viene tenuto in rotazione ad una velocit?, continua o discontinua, inferiore alla velocit? di produzione del goffratore.

18. Il metodo di una o pi? delle rivendicazioni 9 a 17, in cui ciascun dispositivo di riscaldamento ? un dispositivo di riscaldamento a induzione elettromagnetica; e in cui il metodo comprende la fase di mantenere durante l?arresto temporaneo ciascun rullo goffratore, cui ? associato il dispositivo di riscaldamento, in rotazione ad una velocit? di riscaldamento, preferibilmente inferiore ad una velocit? di produzione del goffratore, il rullo goffratore scorrendo sul rispettivo velo di materiale nastriforme avvolto attorno al rullo goffratore e mantenuto stazionario lungo il rispettivo percorso.

19. Il metodo della rivendicazione 18, comprendente la fase di allentare la tensione del velo di materiale nastriforme rinviato attorno a ciascun rullo goffratore per agevolare la rotazione del rullo goffratore in condizioni di scorrimento sul velo di materiale nastriforme avvolto attorno al rullo goffratore.

20. Un metodo per gestire un arresto temporaneo di un goffratore comprendente: un primo percorso per un primo velo di materiale nastriforme; lungo il primo percorso, un primo rullo goffratore corredato di protuberanze di goffratura; un primo rullo di pressione definente con il primo rullo goffratore una prima gola di goffratura, attraverso cui passa il primo velo di materiale nastriforme; un secondo percorso per un secondo velo di materiale nastriforme; lungo il secondo percorso, un secondo rullo goffratore, corredato di protuberanze di goffratura; un secondo rullo di pressione definente con il secondo rullo goffratore una seconda gola di goffratura, attraverso cui passa il secondo velo di materiale nastriforme; un primo dispositivo di riscaldamento configurato per riscaldare la superficie del primo rullo goffratore;

in cui il metodo comprende le seguenti fasi:

- mantenere il primo velo di materiale nastriforme sostanzialmente stazionario lungo il primo percorso e il secondo velo di materiale nastriforme sostanzialmente stazionario lungo il secondo percorso; - allontanare il secondo rullo di pressione dal secondo rullo goffratore; - ruotare il secondo rullo goffratore per mantenere una temperatura superficiale circa uniforme di detto secondo rullo goffratore, mentre la temperatura del primo rullo goffratore ? superiore alla temperatura del primo rullo goffratore, il secondo rullo goffratore scorrendo sul secondo velo di materiale nastriforme.

21. Il metodo della rivendicazione 20, comprendente inoltre la fase di mantenere in temperatura il primo rullo goffratore tramite il dispositivo di riscaldamento.

22. Il metodo della rivendicazione 20 o 21, comprendente la fase di allontanare il primo rullo di pressione dal primo rullo goffratore e mantenere in rotazione il primo rullo goffratore in condizioni di scorrimento sul primo velo di materiale nastriforme.

23. Il metodo di una o pi? delle rivendicazioni 20 a 22, in cui ad uno di detti primo rullo goffratore e secondo rullo goffratore ? associato un applicatore di liquido funzionale comprendente un rullo clich?; ed in cui il metodo comprende inoltre la fase di allontanare il rullo clich? dal rispettivo rullo goffratore durante l?arresto temporaneo.

24. Il metodo della rivendicazione 23, comprendente inoltre la fase di mantenere il rullo clich? in rotazione durante l?arresto temporaneo.

25. Il metodo di una o pi? delle rivendicazioni 20 a 24, in cui il goffratore comprende un rullo laminatore definente con uno di detti primo rullo goffratore e secondo rullo goffratore una gola di laminazione per unire tra loro il primo velo di materiale nastriforme e il secondo velo di materiale nastriforme.

26. Il metodo della rivendicazione 25, comprendente inoltre la fase di mantenere il rullo laminatore distanziato dal rispettivo rullo goffratore, e preferibilmente in rotazione, durante l?arresto temporaneo.

27. Un goffratore comprendente:

un primo percorso per un primo velo di materiale nastriforme;

lungo il primo percorso, un primo rullo goffratore corredato di protuberanze di goffratura;

un primo rullo di pressione definente con il primo rullo goffratore una prima gola di goffratura, attraverso cui passa il primo velo di materiale nastriforme; un secondo percorso per un secondo velo di materiale nastriforme;

lungo il secondo percorso, un secondo rullo goffratore, corredato di protuberanze di goffratura;

un secondo rullo di pressione definente con il secondo rullo goffratore una seconda gola di goffratura, attraverso cui passa il secondo velo di materiale nastriforme;

un primo dispositivo di riscaldamento atto a riscaldare la superficie del primo rullo goffratore;

in cui il secondo rullo goffratore ? atto ad essere mantenuto in rotazione durante una fase di arresto temporaneo del goffratore, con il secondo velo di materiale nastriforme e il primo velo di materiale nastriforme fermi nel rispettivo primo percorso e secondo percorso, il secondo rullo di pressione distanziato dal secondo rullo goffratore e il primo rullo goffratore a temperatura superiore alla temperatura ambiente.

28. Il goffratore della rivendicazione 27, in cui il dispositivo di riscaldamento ? controllato per riscaldare il primo rullo goffratore durante la fase di arresto temporaneo.

29. Il goffratore della rivendicazione 28, in cui il primo rullo goffratore ? controllato per ruotare durante la fase di arresto temporaneo, con il primo rullo di pressione distanziato dal primo rullo goffratore.

30. Il goffratore di una o pi? delle rivendicazioni 27 a 29, in cui uno almeno dei detti primo rullo di pressione e secondo rullo di pressione ? controllato per ruotare durante la fase di arresto temporaneo.

31. Il goffratore di una o pi? delle rivendicazioni 27 a 30, comprendente un rullo laminatore definente una gola di laminazione con uno di detti primo rullo goffratore e secondo rullo goffratore.

32. Il goffratore della rivendicazione 31, in cui il rullo laminatore ? controllato a essere distanziato dal rispettivo rullo goffratore e ruotare durante la fase di arresto temporaneo.

33. Il goffratore di una o pi? delle rivendicazioni 27 a 32, comprendente un rullo clich? atto ad applicare un fluido funzionale su uno di detti primo velo di materiale nastriforme e secondo velo di materiale nastriforme; ed in cui il rullo clich? ? preferibilmente controllato per allontanarsi dal rispettivo rullo goffratore nella fase di arresto temporaneo e preferibilmente per ruotare durante la fase di arresto temporaneo.