IT202100016733A1 - Composizioni stiranti per capelli - Google Patents

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Description

Descrizione del brevetto per invenzione industriale avente per titolo:
?COMPOSIZIONI STIRANTI PER CAPELLI?
L?invenzione ha per oggetto composizioni stiranti per capelli in forma liquida a base acquosa oppure in forma di emulsione con fase grassa comprendenti acido gliossilico e acido levulinico.
STATO DELLA TECNICA
Nel settore dei prodotti cosmetici per il trattamento dei capelli, gli agenti stiranti, in grado di variare la forma dei capelli da ricci/ondulati a lisci, occupano rilevanti porzioni di mercato.
Uno dei maggiori problemi dei composti utilizzati per stirare il capello ? la loro elevata aggressivit? verso il capello.
I legami disolfuro (-S-S-) della fibra cheratinica contribuiscono a mantenere la naturale configurazione liscia o riccia del capello. Questi legami si formano per ossidazione dei gruppi tiolici di due cisteine, con formazione di una molecola di cistina. Il rimodellamento di tali legami consente di modificare in modo permanente la forma del capello. ? anche possibile modificare la struttura dei capelli in modo semipermanente, attraverso l?uso di agenti chimici in grado di legarsi covalentemente alle fibre cheratiniche.
Sono attualmente utilizzati quattro metodi generali per rimodellare i capelli:
- 1: Stiratura permanente con riducenti
Il metodo comporta la riduzione della cistina in cisteina, seguita da una riconfigurazione delle fibre del capello e riformazione della cistina per ossidazione. Come agenti riducenti si utilizzano composti tiolici quali l?ammonio tioglicolato. Per la fase di ossidazione si usa generalmente perossido di idrogeno. Uno degli svantaggi degli agenti riducenti ? l?indebolimento della struttura del capello. I motivi sono dovuti a: 1) formazione di lantionina durante lo stadio di riduzione a causa del pH alcalino; 2) formazione di acido cisteico durante la fase di ossidazione; 3) riduzione delle propriet? tensili a causa degli effetti di rigonfiamento trasversale e contrazione longitudinale del capello durante il trattamento.
- 2: Stiratura permanente con agenti alcalini
Questo metodo implica l?impiego di basi forti, generalmente idrossidi di metalli alcalino terrosi, per operare la modifica irreversibile dei ponti disolfuro (-S-S-) con la formazione di lantionina (-CH2-S-CH2-) e di lisinoalanina. A differenza del ponte disolfuro, responsabile della tenacit? del capello, il legame lantioninico porta a un notevole indebolimento della struttura capillare. La trasformazione irreversibile dei residui cistinici porta alla conseguente impossibilit? di effettuare un successivo trattamento per cambiare nuovamente la forma dei capelli.
La base pi? utilizzata ? l?idrossido di sodio, in composizioni a pH 12-14, un trattamento molto aggressivo sia per il cuoio capelluto che per i capelli, che vengono irrimediabilmente danneggiati. Oltre alla formazione di lantionina, si pu? avere infatti idrolisi dei legami peptidici e isopeptidici. Si ha inoltre perdita massiva della componente lipidica a livello della cuticola. Al termine del trattamento il capello risulta estremamente secco e fragile: l?uso di prodotti condizionanti leave-on ? necessario per migliorare la pettinabilit?, ridurre l?effetto statico e proteggere la cuticola del capello.
3: Stiratura semi-permanente a base di formaldeide
La stiratura semi-permanente dei capelli, nota anche come stiratura brasiliana, ? un metodo per lisciare efficacemente i capelli con l'uso combinato di un prodotto a base di formaldeide ed una piastra per capelli. La formaldeide (o composti in grado di rilasciarla) ? in grado di creare nuovi legami nella struttura polipeptidica, formando cross-links inter-catena e permettendo il mantenimento della stiratura indotta dal passaggio della piastra. La tipica concentrazione di formaldeide utilizzata in questi tipi di stiranti va dal 5 fino al 10% p/p. Il processo di stiratura viene favorito dalla rimozione di acqua durante la fase di asciugatura e dal calore fornito dalla piastra. Data la volatilit? della molecola, un quantitativo considerevole di formaldeide evapora durante il trattamento. L?utilizzo della formaldeide ? stato regolamentato e la sua concentrazione massima ? stata fissata a 0,2% v/v a causa del forte potenziale irritante verso occhi e mucose respiratore ed essendo stata classifica nel 2004 come agente cancerogeno. Gli stiranti a base di formaldeide non possono pertanto pi? essere utilizzati.
4: Stiratura semi-permanente con acidi carbossilici
Per far fronte a tutti gli inconvenienti dei metodi precedentemente descritti ? stato proposto l?impiego di acidi carbossilici di formula RCOCOOH (in cui R=H, alchile), in particolare di acido gliossilico e/o acido piruvico.
Il meccanismo d?azione dell?acido gliossilico (simile a quello della formaldeide) e le correlazioni struttura-attivit? sono stati descritti da Boga C. et al., in ?International Journal of Cosmetic Science, 2014, 36, 459?470.
Per esplicare un effetto stirante l?acido gliossilico deve essere presente nella composizione almeno al 5% p/p ma solo con concentrazioni del 10-20% p/p rispetto al peso totale della composizione esso ? in grado di produrre una stiratura efficace e duratura. Talvolta le performance di stiratura non sono all?altezza delle aspettative. In particolare, la pettinabilit? dei capelli dopo il trattamento ? spesso insoddisfacente e il capello rimane un po? crespo, specialmente nei capelli ricci di livello 4 (very curly, secondo la scala di De La Mettrie et al. Hum. Biol. 2007, 79, 265?281).
? importante notare che il trattamento con uno stirante semipermanente a pH molto acido comporta un viraggio e/o perdita di colore per il capello naturale e per il capello gi? colorato. Questa problematica comporta talvolta insoddisfazione e la necessit? di effettuare un trattamento di tonalizzazione supplementare.
WO2015094788 descrive un metodo per dare forma ad un materiale fibroso, come i capelli, impiegando un agente attivo, un fotocatalizzatore e una radiazione elettromagnetica. Tra gli agenti attivi ? indicato anche l?acido levulinico.
WO2013092959 descrive un trattamento stirante per capelli che prevede l?impiego di a) una o pi? sostanze grasse liquide, b) uno o pi? tensioattivi, c) uno o pi? composti dicarbonilici diversi da a). I composti dicarbonilici preferiti sono alfa-cheto acidi come acido gliossilico e acido piruvico. Viene citato anche l?acido levulinico ma non c?? nessun esempio di composizione che lo contenga. I componenti a) e b) sono contenuti in una emulsione inversa (acqua in olio) mentre il componente c) ? in una composizione separata. La fase grassa contenuta nelle composizioni stiranti in emulsione tende a far sviluppare una notevole quantit? di fumo durante il passaggio della piastra calda, rendendo necessario il risciacquo prima della piastratura, con conseguente riduzione della performance di stiratura.
L?invenzione si propone di sviluppare una composizione stirante che garantisca una stiratura dei capelli efficiente e persistente. L?invenzione si propone inoltre di ridurre in modo duraturo l?effetto crespo, anche sui ricci pi? difficili e di rendere il capello pi? maneggevole e facile da gestire durante il trattamento, ma anche facilmente pettinabile e morbido dopo il trattamento.
DESCRIZIONE DELL?INVENZIONE
? stato sorprendentemente trovato che combinando in opportuni rapporti acido gliossilico con acido levulinico si ottiene un effetto stirante migliore e pi? duraturo rispetto a quello ottenibile con gli stiranti in commercio che contengono solo acido gliossilico.
Si ottiene inoltre un miglioramento in termini di pettinabilit? e morbidezza, con riduzione dell?effetto crespo anche dopo diversi lavaggi.
L?acido levulinico ? un ingrediente utilizzato nel settore cosmetico come conservante.
Le composizioni dell?invenzione, in forma liquida a base acquosa oppure in forma di emulsione con fase grassa (alcoli grassi, acidi grassi e loro esteri) non superiore al 15% in peso (salvo diverse indicazioni, nella presente descrizione le percentuali in peso si riferiscono al peso totale della composizione), comprendono acido gliossilico e acido levulinico.
Dette composizioni determinano un effetto stirante efficiente e persistente, riducendo inoltre l?effetto crespo. Le composizioni dell?invenzione sono vantaggiose per il professionista gi? in fase di applicazione del trattamento garantendo maneggevolezza del capello e facilit? di scorrimento della piastra stirante. Le composizioni secondo l?invenzione lasciano il capello morbido al tatto, facile da pettinare, inoltre permettono di mantenere nel tempo ottimi risultati di stiratura e di minimizzare l?effetto crespo anche dopo diversi lavaggi. Il metodo applicativo non prevede l?esposizione a radiazioni elettromagnetiche. Le composizioni dell?invenzione non richiedono necessariamente il risciacquo e fanno poco fumo durante il passaggio della piastra calda.
L?acido gliossilico ? presente nelle composizioni in concentrazioni in peso dal 5% al 25%, preferibilmente dal 15% al 20%; l?acido levulinico ? presente dallo 0,1% fino al 5%, preferibilmente dal 2% al 3%. Il rapporto tra acido levulinico e acido gliossilico ? compreso tra 0,004 %e 1%, preferibilmente da 0,1% a 0,2%.
Il pH della composizione pu? essere compreso tra 0,5 e 3,0, preferibilmente tra 0,8 e 2,0.
Le composizioni dell'invenzione possono inoltre contenere anche altri ingredienti come acido piruvico e tensioattivi non ionici, anfoteri e cationici.
Esempi di tensioattivi non ionici utilizzabili sono gli etossilati (polysorbate-20 e altri polisorbati; PEG-40 hydrogenated castor oil, PEG-7 glyceryl cocoate e altri lipidi PEG; poloxamer 407, poloxamer 187 e altri poloxamer), alchil glucosidi (coco glucoside, decyl glucoside, lauryl glucoside), alcanolamidi (cocamide MEA, cocamide DEA, cocamide MIPA) e ammino ossidi (lauramine oxide, cocamine oxide, cocamidopropylamine oxide).
I tensioattivi anfoteri comprendono per esempio alchil betaine (coco-betaine), alchilamidopropil betaine (cocamidopropyl betaine, lauramidopropyl betaine, idrossisultanine (cocamidopropyl hydroxysultaine, lauramidopropyl hydroxysultaine), anfoacetati (sodium cocoamphoacetate), anfodiacetati (disodium cocoamphodiacetate).
Tensioattivi cationici comprendono per esempio sali di ammonio quaternari come cloruro, bromuro, metilsolfato, etilsolfato di (C10-C24)-alchiltrimetilammonio, preferibilmente cloruro, bromuro, metilsolfato, etilsolfato di (C16-C22)-alchiltrimetilammonio. Alcuni esempi riportati con nome INCI comprendono: cetrimonium chloride, steartrimonium chloride, behentrimonium chloride, behentrimonium methosulfate. Altri tensioattivi cationici comprendono sali di ammonio quaternari come cloruro, bromuro, metilsolfato, etilsolfato di (C10-C24)-dialchildimetilammonio, preferibilmente cloruro, bromuro, metilsolfato, etilsolfato di (C16-C22)-dialchildimetilammonio. Alcuni esempi riportati con nome INCI comprendono: dicetyldimonium chloride, distearyldimonium chloride. Altri tensioattivi cationici comprendono sali di ammonio quaternari come cloruro di (Esadecilamidopropil)-trimetilammonio. Palmitamidopropyltrimonium chloride.
Le percentuali di detti tensioattivi nelle composizioni dell'invenzione variano da 0,01% a 10% in peso, preferibilmente da circa 0,1% fino a 5%.
Le composizioni possono contenere anche agenti viscosizzanti cationici o loro miscele in percentuali in peso da 0,01% a 5%, preferibilmente da circa 0,1% a 3%.
Esempi di viscosizzanti cationici comprendono derivati da idrossipropil Guar, comunemente identificabili con il nome Inci Guar Hydroxypropyltrimonium Chloride e reperibili sul mercato in diversi gradi sotto il nome commerciale di Activsoft; Dehyquart? Guar; Ecopol; EcoSmooth?; Guarquat; iQUAT GUAR; Jaguar?; N-Hance; Polycos. Rientrano in questa classe anche gli idrossipropil derivati del cloridrato di idrossipropiltrimonio guar. Tra questi ? preferito il polimero identificato con il nome INCI Hydroxypropyl Guar Hydroxypropyltrimonium Chloride e reperibile sul mercato in diversi gradi sotto il nome commerciale di N-Hance?; Polycos; Polycare? Split Therapy; iQUAT GUAR; Jaguar?; Guarquat. Altri esempi sono quaternium-18 bentonite, quaternium-18 / benzalkonium bentonite, quaternium M-18 hectorite, TEA-hydrochloride.
Le composizioni dell?invenzione possono inoltre comprendere solventi, grassi, polimeri, oligosaccaridi e oligosaccaridi modificati, glucidi e derivati, gliceroli, polioli e derivati, trigliceridi, idrocarburi, lanolina e derivati, opacizzanti, siliconi, idrolizzati proteici, aminoacidi, agenti complessanti, filtri UV, pigmenti, conservanti e fragranze.
I solventi organici solubili in acqua comprendono per esempio gliceroli, glicoli, glicoli eterei e polioli contenenti da 2 fino a 6 atomi di carbonio. I glicoli sono glicol etilenico, propandioli, butandioli e pentandioli. Glicoli polialchilici sono, per esempio, polietilenglicoli, polipropilenglicoli e relativi prodotti addizionati di ossido di etilene con un peso molecolare fino a 1000 D. Il solvente organico pu? essere presente fino al 30% in peso.
Le composizioni dell?invenzione possono contenere condizionanti cationici polimerici quali per esempio derivati della idrossietil cellulosa quaternarizzata (Polyquaternium-4, Polyquaternium-10 e Polyquaternium-24); copolimeri dell?acrilamide e del diallil dimetilammonio cloruro (Polyquaternium-7); copolimeri dell?acido acrilico e del diallil dimetilammonio cloruro (Polyquaternium-22); poli-diallil dimetilammonio cloruro (Polyquaternium-6).
Un particolare polimero cationico ? l'omopolimero reticolato del metacriloiletil trimetilammonio cloruro (Polyquaternium-37). Altri polimeri cationici possono essere: Polyquaternium-2; Polyquaternium-4; Polyquaternium-5; Polyquaternium-11; Polyquaternium-16; Polyquaternium-28; Polyquaternium-39; Polyquaternium-43; Polyquaternium-44; Polyquaternium-47; Polyquaternium-51; Polyquaternium-53; Polyquaternium-55; Polyquaternium-67; Polyquaternium-68; Polyquaternium-69; Polyquaternium-71; Polyquaternium-74; Polyquaternium-77; Polyquaternium-78; Polyquaternium-80; Polyquaternium-81; Polyquaternium-88.
I polimeri cationici possono essere presenti nella composizione da 0,01% a 5% in peso, preferibilmente da circa 0,1% a 3%.
Le composizioni possono contenere anche siliconi come per esempio: ciclosiliconi (Cyclomethicone, Cyclopentasiloxane, Cyclohexasiloxane); metil trimeticoni (Methyltrimethoxysilane); polidimetilsilossani (Dimethicone); polimetilsilossani (Methicone); polifenildimetilsilossani (Phenyl Trimethicone); gomme siliconiche (Dimethiconol) e loro miscele (Cyclopentasiloxane (and) Dimethiconol, Dimethicone (and) Dimethiconol); cere siliconiche (Cetyl Dimethicone); Amodimeticoni (Amodimethicone). Possono contenere anche dimeticoni copolioli quali: Bis-PEG/PPG-20/20 Dimethicone (ABIL? B 8832); Cetyl PEG/PPG-10/1 Dimethicone (ABIL? EM 90); PEG/PPG-14/4 Dimethicone (ABIL? B 8851); DOWSIL? ES-5612. Possono inoltre contenere tensioattivi siliconici quali PEG-10 Dimethicone e PEG-12 Dimethicone e siliconi cationici quali Quaternium-80 (ABIL? Quat 3272) e Silicone Quaternium-22 (ABIL? T QUAT 60). I siliconi sono preferibilmente presenti in quantit? variabili da 0,01% a 5% in peso, pi? preferibilmente da 0,1% a 5%.
Nelle composizioni dell?invenzione possono essere compresi anche olii vegetali come ad esempio olio di mandorla, olio d?argan, olio di avocado, olio di ricino, olio di sesamo, olio di oliva, olio di jojoba, olio di babassu, burro di Karit?, olio di lino, olio di girasole. Gli oli naturali sono preferibilmente presenti in una quantit? variabile da 0,001% a 1% in peso.
Le composizioni possono inoltre contenere opacizzanti scelti tra copolimeri ammoniostirene/acrilati, copolimero DEA-stirene/acrilati/DVB, guanina, mica, copolimero stirene/acrilamide, styrene/acrylates copolymer, copolimero stirene/DVB; opacizzanti aventi propriet? di correttori reologici come behenamide, erucamide, Nylon-12, Nylon-66, oleamide, oleilpalmitamide, stearamide, stearamide DEA-distearato, stearamide DIBA-distearato, stearilerucamide. Tali componenti sono presenti in una quantit? variabile da 0,01% a 3% in peso, preferibilmente da 0,1% a 2%.
Le composizioni dell?invenzione possono anche contenere idrolizzati proteici di provenienza animale, quali per esempio proteine idrolizzate da elastina, collagene, cheratina, seta e latte. Possono essere eventualmente in forma di sale e in miscela con altri ingredienti. Sono reperibili sul mercato in diversi gradi sotto il nome commerciale ad esempio di Crotein?; Kereffect?; Nutrilan?; Promois; SpecPure?; Vari?Ker; Vari?Silk.
Le proteine o gli idrolizzati proteici possono essere anche di origine vegetale, per esempio proteine o idrolizzati proteici da soia, mandorla, piselli, patate, lino, grano, frumento, disponibili in commercio ad esempio con il nome di Crodasone?; Fision?; Gluadin?; Granosol?; Keraveg?; Kereffect?; Natpure?; Promois; Vari?Rice.
Gli idrolizzati possono essere anche quaternarizzati come per esempio Keravis? PE (Aqua (and) Hydrolyzed Vegetable Protein PG-Propyl Silanetriol) e Kerestore? 2.0 (Laurdimonium Hydroxypropyl Hydrolyzed Keratin).Le proteine idrolizzate o i relativi derivati possono essere presenti in quantit? variabili da 0,1 a 10% in peso, preferibilmente da 0,1 a 2,5%.
Le composizioni possono inoltre contenere aminoacidi scelti fra glicina, sarcosina, lisina, serina, glucosamina, acido glutammico, carnitina, acetilcarnitina alanina, arginina, asparagina, acido aspartico, cisteina, glutammina, istidina, isoleucina, leucina, lisina, metionina, fenilalanina, prolina, serina, treonina, triptofano, tirosina, valina, preferibilmente arginina, asparagina, glutammina, istidina, lisina, prolina e triptofano.
Gli aminoacidi possono essere presenti in quantit? variabili da 0,01 a 10% in peso, preferibilmente da 0,01 a 3%.
Le composizioni possono inoltre comprendere un colorante diretto per i capelli, sia non ionico che cationico o anionico.
Esempi di coloranti non ionici comprendono: 2-Amino-6-chloro-4-nitrophenol, 4-Nitro-o-phenylenediamine, 4-Amino-3-nitrophenol,4-[(2-idrossietil)ammino]-3-nitrofenol (Jarocol NHEAP ?); 4-[(3-idrossipropil)ammino]-3-nitrofenol (Jarocol Red BN?), 1-(2- idrossietossi)-2-[(2-idrossietil)ammino]-5-nitrobenzene (HC Yellow No. 4) e 1-[(2-idrossietil)amino]-2-nitrobenzene (HC Yellow No. 2HC Red No. 1, HC Red No. 3, HC Red No. 13, Disperse violet 1,HC Yellow No.13, Disperse Red 17, Disperse blue 377.
Esempi di coloranti cationici comprendono Basic Yellow 57, Basic Yellow 87, Basic yellow 40, Basic violet 16, Basic violet 2, Basic Brown 17, Basic Orange 31, Basic Red 51, Basic Red 76, HC Blue 15, HC Blue 16, Hc blue 17, Basic blue 75, Basic brown 16, Basic blue 124.
Esempi di coloranti anionici comprendono: Acid Yellow 1, Acid Yellow 3, Acid Yellow 23, Acid Orange 7, Acid Red 33, Acid Red 40, Acid Red 52, Acid Red 92, Acid Violet 43, Acid Blue 62, Acid Blue 9, Acid blue 7, Acid black 1, tetrabromophenol blue.
I coloranti possono essere contenuti nella composizione da soli o in miscela in quantit? variabile da circa 0,01 a 4,0% in peso.
La composizione pu? inoltre comprendere coloranti naturali diretti, ad esempio coloranti a base di lawsone, juglone, alizarina, purpurina, acido carminico, acido chermesico, purpurogallina, protocatecaldeide, indaco, isatina, curcumina, spinulosina e apigenidina. Possono anche essere usati estratti o decotti contenenti detti coloranti naturali.
Per ulteriori composti coloranti tipici che possono essere utilizzati nella composizione, si pu? fare riferimento alle serie ?Dermatology?, edito da Ch. Culnan e H. Maibach, Verlag Marcel Dekker Inc., New York, Basel, 1986, volume 7, Ch. Zviak; ?The Science of Hair Care?, capitolo 7, pag. 248-250 (coloranti sostantivi), F. Mearelli ?Le piante tintorie nella colorazione dei capelli?, cos? come ?European Inventory of Cosmetic Raw Materials?, pubblicato dall?Unione Europea, ottenibile dal Bundesverband Deutscher Industrie-und Handelsunternehmen fur Arzneimittel, Reformwaren und K?rperpflegemittele.V., Mannh.
Possono essere utilizzati anche pigmenti, come ad esempio ossidi di ferro, ossidi di titanio, ossidi di zinco, ossidi di cromo, oltremare, violetto di manganese, ferrocianuro ferrico. Altri pigmenti impiegabili sono quelli commercializzati con il nome di Watersperse? (S.A Color); Unipure (Sensient); Cellini? (BASF); Distinctive? (Re source of Nature), Colorona? (Merck), WD (Daito Kasei).
I pigmenti possono essere compresi in quantit? variabile da 0,01% a 10% in peso sul peso totale, preferibilmente da 3% a 8%.
Le composizioni possono inoltre comprendere conservanti e fragranze in quantit? variabile da 0,01% a 2% in peso e correttori di pH in quantit? variabile da 0,01% a 10%, preferibilmente da 0,01% a 2% in peso.
Le composizioni dell?invenzione vengono applicate secondo i seguenti metodi: METODO APPLICATIVO n?1:
? Lavare 2 volte i capelli con uno shampoo per pulizia profonda. Procedere con asciugatura totale con phon.
? Distribuire sui capelli il prodotto secondo l?invenzione e lasciare in posa per 20? a temperatura ambiente.
? Senza risciacquare, spazzolare i capelli e passare la piastra a 200? da 6 a 15 volte a seconda del tipo di capelli.
? applicare una maschera reidratante sui capelli umidi, lasciare in posa 5? e risciacquare. Procedere all?asciugatura con phon.
METODO APPLICATIVO n?2:
? Lavare 2 volte i capelli con uno shampoo per pulizia profonda. Procedere con asciugatura totale con phon
? Distribuire sui capelli il prodotto secondo l?invenzione e lasciare in posa per 20? sotto fonte di calore.
? Applicare una maschera reidratante sui capelli umidi, lasciare in posa 5? e risciacquare velocemente.
? Asciugare i capelli con phon fino all?80% quindi spazzolare e passare la piastra a 200? da 6 a 15 volte a seconda del tipo di capelli.
? Risciacquare fino ad eliminare totalmente il prodotto.
I seguenti esempi illustrano ulteriormente l?invenzione. Le percentuali indicate si intendono sempre in peso sul peso totale della composizione.
Nella Tabella 1 sono illustrate le formule A, B, C conformi all?invenzione e la Formula E di riferimento. Si tratta di lozioni prive di fase grassa.
Tabella 1
Nella Tabella 2 sono illustrate la formula D conforme all?invenzione e la Formula F di riferimento. Si tratta di emulsioni contenenti fase grassa.
Tabella 2
I test in laboratorio sono stati condotti utilizzando ciocche ?Latin Color Level TG3 ? Curl Type 4 (very curly) del fornitore International Hair Importers & Products Inc. Il protocollo di trattamento utilizzato ? il seguente:
? Si sciacquano le ciocche sotto acqua tiepida (a circa 35?C), si lavano con uno shampoo per pulizia profonda (Keratin Therapy Lisse Design Deep Cleansing Shampoo) e quindi si fotografano (valutazione pre-trattamento).
? Si applicano 2,5 grammi per ciocca della formula A, B, C, E. Si distribuisce il prodotto con un pennello su tutta la lunghezza cercando di allineare i capelli. Si lascia agire 20 minuti in stufa a 30?C. Al termine si asciugano le ciocche all?80-90% con un phon.
? Si stirano le ciocche passando 10 volte una piastra impostata a 210?C.
? Si lavano le ciocche due volte con uno shampoo di mantenimento (Keratin Therapy Lisse Design Maintenance Shampoo) e quindi si fotografano (valutazione stiratura a tempo zero, ?t-zero?).
? Si posizionano le ciocche in una stufa a 75% di umidit? relativa e 40?C per 16 ore. Al termine si fotografano le ciocche (valutazione del grado di crespo a tempo zero).
? Si effettuano le valutazioni di pettinabilit? su capello asciutto (Dry) e bagnato (Wet) utilizzando un tester DIA-STRON MTT175.
? Si effettua un ciclo di lavaggio accelerato della durata di 96 ore posizionando a 45?C una vaschetta ermeticamente chiusa contenente una soluzione di acqua di rete 4ml/L di shampoo di mantenimento (Keratin Therapy Lisse Design Maintenance Shampoo) in cui vengono immerse le ciocche. Al termine si fotografano le ciocche.
? Si posizionano le ciocche in una stufa a 75% di umidit? relativa e 40?C per 16 ore. Al termine si fotografano le ciocche (valutazione del grado di crespo dopo i lavaggi).
? L?acquisizione delle immagini si effettua utilizzando una fotocamera Sony ?-5100 montata su un?apposita struttura in grado di mantenere costante i parametri di cattura. Le immagini sono elaborate attraverso il software Image J (NIH) utilizzando delle macro preimpostate.
? I dati sono analizzati ed elaborati utilizzando il software Microsoft Office Excel.
VALUTAZIONE GRADO DI CRESPO
La valutazione del grado di crespo ? stata condotta sia a tempo zero (dopo la stiratura delle ciocche) che al termine dei cicli di lavaggio accelerato. Il protocollo del test prevede di posizionare le ciocche in una stufa a 75% di umidit? relativa e 40?C per 16 ore. Al termine si fotografano le ciocche e si processano con il software Image J. Attraverso una macro preimpostata le immagini sono elaborate, evidenziando sole le fibre responsabili dell?effetto crespo. Viene fatta quindi una quantificazione dell?area corrispondente. Nella Figura 1 sono mostrate due immagini rappresentative in cui si mostrano le foto al termine dell?elaborazione. La ciocca di sinistra ? rappresentativa della formula B, quella di destra della formula E di riferimento.
I dati mostrati nella Tabella 3 e nella Figura 2 dimostrano che a tempo zero la formula B, contenente il 2,5% di acido levulinico, consente di ottenere un miglioramento del grado di crespo di quasi il 10% rispetto alla formula E di riferimento. Non vengono invece osservate differenze tra la formula di riferimento E e la formula A, contenente l?1% di acido levulinico e si riscontra addirittura un peggioramento del grado di crespo nella formula C contenente il 5% di acido levulinico.
Tabella 3
I dati mostrati nella Tabella 4 e nella Figura 3 dimostrano che al termine del ciclo di lavaggio accelerato le formule A e B contenenti acido levulinico, rispettivamente all?1 e al 2,5%, mostrano un minor grado di crespo rispetto alla formula E di riferimento. In particolare la formula B mostra un miglioramento del grado di crespo del 29,43% rispetto alla formula E di riferimento. Non si notano differenze tra riferimento e la formula C, contenente il 5% di acido levulinico.
Tabella 4
VALUTAZIONE PETTINABILITA?
Viene effettuata una valutazione di pettinabilit? su capello asciutto (Dry hair) e bagnato (Wet hair) a tempo zero (dopo la stiratura delle ciocche). Si effettuano le valutazioni utilizzando un tester DIA-STRON MTT175. Le ciocche vengono dapprima analizzate su capello asciutto, senza manipolazione. Viene misurata la forza di attrito durante il passaggio del pettine (collegato allo strumento) attraverso la ciocca. Le misurazioni su capello bagnato, si fanno immergendo le ciocche in acqua di rete a temperatura ambiente e rimuovendo l?eccesso di acqua prima di procedere con la misura. I dati di pettinabilit? sono registrati dal software dello strumento, analizzati, ed espressi in Joules.
I dati mostrati nelle Tabelle 5 e 6 e nelle Figure 4 e 5 dimostrano che al termine della stiratura delle ciocche tutte le formule contenenti acido levulinico (A, B, C) mostrano una migliore pettinabilit? sia su capello asciutto che bagnato rispetto alla formula E di riferimento. I migliori risultati si ottengono con le formule A e B, contenenti rispettivamente 1% e 2,5% di acido levulinico. Rispetto alla formula E di riferimento, la formula A mostra un 43,3% di miglior pettinabilit? su capello asciutto (Tabella 5 e Figura 4) e 30,9% su capello bagnato (Tabella 6 e Figura 5). La formula B mostra un 43,7% di miglior pettinabilit? su capello asciutto (Tabella 5 e Figura 4) e 34,8% su capello bagnato (Tabella 6 e Figura 5).
Tabella 5
Tabella 6
VALUTAZIONE EFFICACIA DI STIRATURA
La valutazione del livello di stiratura ? stata condotta sia a tempo zero che al termine del ciclo di lavaggio accelerato. Questo test consente di simulare i vari fattori ambientali che nel tempo conducono la fibra cheratinica a riprendere la forma iniziale. Viene di fatto simulata la ripresa del riccio dopo 4 mesi di lavaggi effettuati 3 volte a settimana. Le ciocche vengono immerse in una vaschetta ermeticamente chiusa contenente una soluzione di acqua di rete 4ml/L di Keratin Therapy Lisse Design Maintenance Shampoo. La vaschetta ? quindi posta in una stufa a 45?C per un lavaggio accelerato della durata di 96 ore. Al termine si fotografano le ciocche. Le foto vengono quindi processate con il software Image J. Attraverso una macro preimpostata le immagini sono elaborate ed una griglia viene sovraimpressa su ciascuna foto. Attraverso la funzione ?multi-point? del software viene marcato un punto ad ogni intersezione tra le colonne della griglia e la ciocca.
La Figura 6 mostra un esempio rappresentativo di questa elaborazione. Vengono quindi acquisiti i dati di ciascun punto sull?asse delle ordinate. Maggiore ? la curvatura della ciocca pi? la distribuzione di questi valori sar? ampia. Viene quindi calcolato il valore medio di queste distanze, espresso in mm e quindi i dati sono tabulati ed elaborati con il software Microsoft Office Excel.
I dati mostrati nella Tabella 7 e nella Figura 7 dimostrano il miglior potere stirante delle formule contenenti acido levulinico (A, B, C), rispetto alla formula E di riferimento. Il miglioramento si osserva sia tempo zero, con un incremento della stiratura del 15,72%, 14,99% e 20,77% rispettivamente per le formule A, B, C, che al termine delle 96 ore di lavaggio accelerato. In questo caso si osserva un incremento della stiratura del 4,70%, 16,41% e 31,26% rispettivamente per le formule A, B, C. La Figura 8 mostra delle ciocche rappresentative per ciascun gruppo sperimentale. Si dimostra chiaramente che l?acido levulinico porta ad un miglioramento della stiratura gi? a tempo zero, ma anche un miglior mantenimento del grado di liscio nel tempo, con effetto proporzionale al contenuto percentuale di acido levulinico.
Tabella 7
In conclusione, i dati dimostrano che l?acido levulinico ? in grado di migliorare l?effetto crespo del capello, con un effetto massimale per la formula B contenente il 2,5% di acido levulinico. Viene dimostrata anche una miglior pettinabilit? del capello al termine del processo di stiratura, con un effetto non dipendente dalla % di acido levulinico. Infine, si dimostra una miglior performance di stiratura sia a tempo zero che al termine del protocollo di lavaggio accelerato, con un effetto proporzionale alla % di acido levulinico.
VALUTAZIONE PERFORMANCE COMPLESSIVA MEDIANTE PANEL TEST
Sono stati effettuati tests applicativi su 5 modelle. Le valutazioni sono state effettuate da 5 parrucchieri esperti confrontando su met? testa la formula B contenente il 2,5% di acido levulinico e sull?altra met? la formula E di riferimento. ? stata scelta la formula B in quanto ? quella che mostra il miglior compromesso tra performance di stiratura e miglioramento del grado di crespo. Entrambi sono parametri molto importanti per definire la performance complessiva di un servizio di stiratura. Sono stati valutati vari parametri, indicati nella Tabella 8. Per ogni parametro ? stato dato un giudizio su una scala da 1 a 5, dove 1 indica ?non soddisfacente?; 2 indica ?mediocre?; 3 indica ?sufficiente?; 4 indica ?buono? e 5 indica ?molto buono?. Per l?applicazione ? stato usato il metodo applicativo n? 1 descritto sopra. Sono stati eseguiti 5 test e in Tabella 8 sono riportati i valori medi. Per i seguenti parametri vengono riscontrati dei valori migliorativi per la formula B contenente il 2,5% di acido levulinico rispetto alla formula E di riferimento: facilit? applicazione e pettinabilit? del capello durante il servizio; pettinabilit? del capello a fine servizio; condizionamento del capello a fine servizio; effetto crespo a fine servizio; grado di stiratura a fine servizio; grado di stiratura a distanza di un mese. Non si riscontra un peggioramento di altri parametri quali la produzione di fumo durante il servizio, la lucentezza del capello e lo sbiadimento del colore cosmetico a fine servizio, che risultano paragonabili per le due formule B ed E. In conclusione, i dati applicativi confermano le evidenze ottenute su ciocca.
Tabella 8
VALUTAZIONE DELLA FORMULA IN EMULSIONE
Sono stati effettuati test applicativi su 3 modelle. Le valutazioni sono state effettuate da 5 parrucchieri esperti confrontando su met? testa la formula D di stirante in emulsione secondo l?invenzione vs la formula di riferimento F ad alta percentuale di fase grassa. Sono stati valutati vari parametri, indicati nella Tabella 9. Per ogni parametro ? stato dato un giudizio su una scala da 1 a 5, dove 1 indica ?non soddisfacente?; 2 indica ?mediocre?; 3 indica ?sufficiente?; 4 indica ?buono? e 5 indica ?molto buono?.
Tabella 9
Entrambe le formule fanno pi? fumo durante la fase di piastratura rispetto alle formule B ed E a base acquosa, ma la formula F, come atteso, ne fa molto di pi?.
Come anticipato, la fase grassa contenuta nelle composizioni stiranti in emulsione permette di migliorare le propriet? cosmetiche del capello al termine del servizio, ma porta alla formazione di una notevole quantit? di fumo durante il passaggio della piastra calda. Per ovviare a questo problema tali composizioni vengono generalmente risciacquate prima della piastratura, con conseguente perdita delle performance di stiratura. Dai dati ottenuti con i test applicativi possiamo dire che la formula B secondo la presente invenzione, sviluppata in forma liquida e contenente il 2,5% di acido levulinico, riesce a garantire ottime propriet? cosmetiche, in linea alle formule contenenti fase grassa. Come atteso fa molto meno fumo durante la fase di piastratura rispetto alle formule contenenti fase grassa e le performance di stiratura sono ottimali. Rispetto alla formula E di riferimento, la formula B secondo la presente invenzione mostra un chiaro miglioramento delle propriet? cosmetiche e delle performance di stiratura.

Claims (10)

RIVENDICAZIONI
1. Composizioni stiranti per capelli in forma liquida a base acquosa oppure in forma di emulsione con fase grassa comprendenti acido gliossilico e acido levulinico.
2. Composizioni secondo la rivendicazione 1 comprendenti dal 5% al 25% in peso di acido gliossilico e da 0,1 al 5% in peso di acido levulinico.
3. Composizioni secondo la rivendicazione 2 comprendenti dal 15% al 20% in peso di acido gliossilico e da 2% al 3% in peso di acido levulinico.
4. Composizioni secondo una delle rivendicazioni da 1 a 3 in cui il rapporto tra acido levulinico e acido gliossilico ? compreso tra 0,004 e 1.
5. Composizioni secondo la rivendicazione 4 in cui il rapporto tra acido levulinico e acido gliossilico ? compreso tra 0,1 a 0,2.
6. Composizioni secondo una delle rivendicazioni da 1 a 5 aventi pH fra 0,5 e 3,0.
7. Composizioni secondo una delle rivendicazioni da 1 a 6 comprendenti inoltre tensioattivi non ionici, anfoteri e cationici.
8. Composizioni secondo una delle rivendicazioni da 1 a 7 comprendenti inoltre acido piruvico.
9. Composizioni secondo una delle rivendicazioni da 1 a 8 comprendenti inoltre solventi, grassi, polimeri, oligosaccaridi e oligosaccaridi modificati, glucidi e derivati, gliceroli, polioli, trigliceridi, idrocarburi, lanolina, opacizzanti, siliconi, idrolizzati proteici, aminoacidi, agenti complessanti, filtri UV, pigmenti, conservanti e fragranze condizionanti, coloranti.
10. Un metodo per la stiratura dei capelli che comprende l?applicazione sui capelli delle composizioni delle rivendicazioni 1-9 e successivi trattamenti termici, di lavaggio e risciacquo.
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