IT202000020926A1 - Pressa a scarpa per carta e relativo metodo - Google Patents

Pressa a scarpa per carta e relativo metodo Download PDF

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IT202000020926A1
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IT
Italy
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shoe
lever
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support beam
shoe press
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IT102020000020926A
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Fabrizio Tonello
Alessandro Albano
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A Celli Paper Spa
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    • D21PAPER-MAKING; PRODUCTION OF CELLULOSE
    • D21FPAPER-MAKING MACHINES; METHODS OF PRODUCING PAPER THEREON
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    • D21F3/0209Wet presses with extended press nip
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    • D21PAPER-MAKING; PRODUCTION OF CELLULOSE
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Description

PRESSA A SCARPA PER CARTA E RELATIVO METODO
DESCRIZIONE
CAMPO TECNICO
[0001] L?invenzione riguarda perfezionamenti alle macchine per cartiere. Forme di realizzazione qui descritte riguardano in modo specifico perfezionamenti alle presse a scarpa utilizzate per ridurre il contenuto di acqua in veli cellulosici continui per la produzione di carta.
ARTE ANTERIORE
[0002] Nei processi di produzione di carta ad umido viene formato un sottile strato di una sospensione acquosa di fibre cellulosiche su una tela di formazione. Lo strato di sospensione acquosa viene erogato da casse di afflusso disposte lungo la direzione trasversale della tela di formazione e contiene inizialmente una percentuale in peso di fibre molto bassa, tipicamente nell?ordine del 2-10%. Lungo un percorso di avanzamento il contenuto di acqua viene gradualmente ridotto cos? da formare un velo cellulosico con un contenuto gradualmente crescente della parte solida, cio? di fibre cellulosiche.
[0003] Tipicamente, la prima parte di rimozione dell?acqua viene eseguita per drenaggio attraverso la tela di formazione, con l?eventuale ausilio di rulli o casse aspiranti. Quando la percentuale di secco ? sufficientemente alta da conferire adeguata resistenza meccanica al velo cellulosico formato dalla graduale rimozione di acqua dalla sospensione di fibre cellulosiche, il velo cellulosico viene passato attraverso presse di asciugatura e infine su organi riscaldati, ad esempio rulli di una seccheria o un cosiddetto rullo monolucido.
[0004] In tempi recenti, al fine di ottenere un trattamento pi? delicato della carta, che ne preservi il pi? possibile lo spessore durate la fase di rimozione dell?acqua per pressatura, sono state sviluppate cosiddette presse a scarpa. Esempi di presse a scarpa e loro impieghi sono descritti in US10697120, US8986506, US7150110, US6517672, US7291249, US6158333.
[0005] In linea generale, le presse a scarpa comprendono un mantello cilindrico flessibile con due testate rigide supportate da cuscini di supporto per ruotare attorno ad un asse di rotazione trasversale al percorso di avanzamento di un feltro, su cui ? adeso il velo cellulosico. All?interno del mantello cilindrico flessibile si estende una trave stazionaria estendentesi parallelamente all?asse di rotazione del mantello cilindrico flessibile e ortogonalmente al percorso del velo cellulosico da essiccare. Sulla trave di supporto ? montata una scarpa, opportunamente sagomata, cooperante con la superficie interna del mantello cilindrico flessibile e spinta radialmente verso l?esterno contro la superficie interna del mantello cilindrico flessibile da una pluralit? di attuatori. Il mantello cilindrico flessibile coopera con un rullo o un cilindro di contrasto rigido, avente un asse di rotazione parallelo all?asse di rotazione del mantello. Il mantello e il rullo o cilindro di contrasto formano una gola di pressione estesa (denominata ?extended nip?) attraverso cui passa un organo flessibile continuo, tipicamente un feltro, con il velo cellulosico adeso ad esso. La scarpa preme il mantello contro il rullo o cilindro di contrasto, esercitando una pressione sul feltro e sul velo cellulosico, tramite la quale si espelle acqua dal velo cellulosico.
[0006] Tra la superficie interna del mantello e la superficie della scarpa cooperante con esso viene erogato un fluido di sostentamento, tipicamente olio, per formare un meato che riduce l?attrito tra mantello e scarpa.
[0007] Il rullo o cilindro di contrasto pu? essere costituito da un contro-rullo di pressione o da un cilindro monolucido.
[0008] Storicamente la pressa a scarpa ? stata utilizzata per sviluppare carichi lineari nella gola di pressione relativamente alti, nell?ordine di circa 1500 kN/m per la produzione di carta e cartone. Queste elevate spinte sono usualmente generate da attuatori idraulici che usano olio ad alta pressione fornito da un apposito circuito idraulico con relative pompe.
[0009] In tempi pi? recenti la pressa a scarpa ? stata introdotta nel settore della produzione di carta tissue. In queste applicazioni la pressa a scarpa agisce di norma direttamente sul cilindro monolucido. I carichi lineari applicati nella gola di pressione sono sostanzialmente inferiori, nell?ordine di 90-120 kN/m. Questi carichi possono essere sviluppati da attuatori pneumatici anzich? idraulici, con una sostanziale semplificazione della struttura della pressa e dei mezzi di azionamento di essa.
[0010] Una caratteristica importante della pressa a scarpa nel settore della carta tissue ? la possibilit? di imporre un profilo di carico nella gola di pressione in direzione trasversale, cio? ortogonalmente al verso di avanzamento del velo cellulosico, in particolare nelle zone laterali, cio? in prossimit? delle testate del cilindro monolucido. Questo consente di compensare, tramite il profilo di pressione, eventuali deformazioni del cilindro monolucido.
[0011] Un?altra importante caratteristica consiste nella possibilit? di regolare la forza risultante nella gola di pressione in direzione macchina, cio? nella direzione di avanzamento del mantello cilindrico flessibile e del feltro, allo scopo di modificare il profilo di pressione specifica lungo la gola. Questa caratteristica ha implicazioni nel processo di rimozione dell?acqua.
[0012] WO2004/079090 descrive una pressa a scarpa, in cui la scarpa ? rigidamente fissata su una leva articolata ad una trave di supporto interna ad un manicotto cilindrico flessibile, cooperante con un contro-rullo di pressione. La geometria di questa pressa a scarpa ? risultata inefficiente, in quanto consente una sola posizione angolare di lavoro.
[0013] Sarebbe, pertanto utile realizzare una pressa a scarpa che consenta maggiore efficienza e che superi in tutto o in parte gli inconvenienti delle presse a scarpa note.
SOMMARIO
[0014] Secondo un aspetto, viene prevista una pressa a scarpa comprendente un elemento flessibile continuo mobile lungo un percorso chiuso. L?elemento flessibile continuo pu? essere un manicotto o mantello di forma sostanzialmente cilindrica, bench? ci? non sia indispensabile. La pressa comprende, inoltre, una trave di supporto alloggiata all?interno dell?elemento flessibile continuo. Una scarpa, denominata talvolta anche pattino, ? supportata dalla trave di supporto e si estende parallelamente alla trave di supporto all?interno dell?elemento flessibile continuo. Esternamente all?elemento flessibile continuo ? previsto un organo di contrasto, il quale definisce con l?elemento flessibile continuo una gola di pressione per il passaggio di un velo cellulosico. La pressa comprende, inoltre, una pluralit? di attuatori allineati lungo la trave di supporto e atti a generare una spinta della scarpa contro l?organo di contrasto, agendo sulla superficie interna dell?elemento flessibile continuo. La scarpa ? supportata da una leva articolata alla trave di supporto attorno ad un primo asse di articolazione estendentesi parallelamente alla trave di supporto. Gli attuatori sono disposti per agire sulla leva per ruotare la leva attorno al primo asse di articolazione. Caratteristicamente, la scarpa ? articolata alla leva attorno ad un secondo asse di articolazione.
[0015] L?organo di contrasto pu? essere un contro-rullo o contro-cilindro ruotante, in particolare avente una velocit? periferica sostanzialmente uguale alla velocit? periferica del velo cellulosico che vi viene premuto a contatto tramite la pressa a scarpa. Come chiarito in seguito, in forme di realizzazione qui descritte l?organo di contrasto pu? essere un cilindro monolucido, in particolare per la produzione di carta tissue.
[0016] Rispetto alle presse a scarpa dell?arte anteriore, ed in particolare di quella descritta in WO2004/079070, con la pressa a scarpa secondo l?invenzione si ottiene un importante effetto tecnico.
[0017] Infatti, nel principio di funzionamento della pressa a scarpa hanno rilievo due parametri che definiscono la posizione di lavoro della scarpa, che sono:
? la distanza tra la superficie di lavoro della scarpa e la superficie dell?organo di contrasto, ad esempio del contro-cilindro o contro-rullo;
? l?orientamento angolare della scarpa, cio? la sua inclinazione.
[0018] Questi due parametri devono essere cinematicamente indipendenti l?uno dall?altro, poich? dipendono ciascuno in modo diverso dalla comprimibilit? dei mezzi interposti tra scarpa e organo di contrasto (mantello poliuretanico costituente l?elemento flessibile continuo, velo cellulosico, feltri di alimentazione del velo cellulosico) e dalla contropressione idraulica generata dalle condizioni dinamiche dell?acqua contenuta nei materiali (feltri, velo cellulosico) e dell?olio di lubrificazione o altro fluido di sostentamento nel meato tra scarpa e superficie interna dell?elemento flessibile continuo. Queste ultime sono determinate dalla velocit? e dalle caratteristiche fisiche dell?olio. In altre parole ad ogni data distanza della scarpa dall?organo di contrasto la scarpa deve essere libera di assumere qualsiasi posizione angolare, per auto-adattarsi alle condizioni dinamiche. Questa condizione ? fondamentale per assicurare il funzionamento della lubrificazione idrodinamica della scarpa e molto importante dal punto di vista del processo per avere il profilo di pressione in direzione macchina voluto ai fini di una corretta rimozione dell?acqua.
[0019] L?arrangiamento illustrato nella domanda di brevetto antecedente WO2004/079090 vincola il posizionamento angolare della scarpa alla sua distanza dal contro-cilindro attraverso la leva alla quale la scarpa ? fissata rigidamente, e quindi non funzionerebbe e non sarebbe adatto allo scopo. Questo problema ? risolto con la pressa a scarpa della presente invenzione.
[0020] Opportunamente, il secondo asse di articolazione si pu? trovare sul lato della leva opposto rispetto al lato rivolto verso la trave di supporto, cio? sul lato rivolto verso la gola di pressione. Inoltre, vantaggiosamente il secondo asse di articolazione pu? essere posizionato in una posizione intermedia della leva, tra il primo asse di articolazione e il punto di attacco degli attuatori che comandano il movimento della leva attorno al primo asse di articolazione.
[0021] L?organo di contrasto pu? essere un organo flessibile continuo, oppure preferibilmente un rullo rigido. I termini ?rigido? e ?flessibile? sono da intendersi come relativi e riferiti alle normali condizioni di funzionamento della pressa a scarpa. Pertanto un organo di contrasto ? un organo pi? rigido (cio? meno deformabile sotto carico) rispetto all?elemento flessibile continuo. Mentre quest?ultimo si deforma durante il funzionamento, per assumere la forma definita dalla superficie attiva (usualmente concava) della scarpa, l?organo di contrasto usualmente non subisce deformazioni apprezzabili sotto le condizioni di carico normalmente applicate nella pressa a scarpa.
[0022] In forme di realizzazione qui descritte, l?organo di contrasto pu? essere costituito da un cilindro monolucido, oppure da un altro rullo di una sezione di asciugatura della macchina di produzione della carta.
[0023] In generale l?organo di contrasto ha un movimento periferico ad una velocit? sostanzialmente uguale alla velocit? di avanzamento del velo cellulosico attraverso la gola di pressione.
[0024] Secondo un ulteriore aspetto, viene qui descritto un metodo per pressare un velo cellulosico, in cui il velo cellulosico ? guidato attraverso una gola di pressione formata tra un elemento flessibile continuo, mobile attorno ad una trave di supporto, ed un organo di contrasto esterno all?elemento flessibile continuo tramite una scarpa estendentesi parallelamente alla trave di supporto e supportata su una leva. Quest?ultima ? incernierata alla trave di supporto attorno ad un primo asse di articolazione ed ? sollecitata contro una superficie interna dell?elemento flessibile continuo da una pluralit? di attuatori allineati lungo la trave di supporto. La scarpa ? articolata alla leva attorno ad un secondo asse di articolazione (23).
[0025] Ulteriori vantaggiose caratteristiche e forme di realizzazione del metodo e della pressa a scarpa secondo l?invenzione sono descritte nel seguito e definite nelle allegate rivendicazioni, che formano parte integrante della presente descrizione.
BREVE DESCRIZIONE DEI DISEGNI
[0026] L?invenzione verr? meglio compresa seguendo la descrizione e gli allegati disegni, che illustrano una forma di realizzazione esemplificativa e non limitativa dell?invenzione. Pi? in particolare, nel disegno mostrano:
la Fig.1 una vista laterale schematica di una macchina continua per la produzione di carta, con un cilindro monolucido cooperante con una pressa a scarpa; la Fig.2 una vista laterale schematica della pressa a scarpa;
le Figg.3, 4 e 5 forme di realizzazione della pressa a scarpa; e
la Fig.6 una vista parziale secondo VI-VI di Fig.3 in una forma di realizzazione perfezionata.
DESCRIZIONE DETTAGLIATA
[0027] La Fig.1 mostra una vista laterale schematica di una macchina continua 2 per la produzione di carta tissue. La macchina continua 2 ? nota di per s? e pu? assumere varie differenti configurazioni note agli esperti del ramo. Le sue caratteristiche non verranno quindi descritte in dettaglio.
[0028] E? sufficiente rilevare che la macchina continua 2 comprende casse di afflusso 201 che formano uno strato di impasto cellulosico su tele di formazione o altri organi flessibili continui permeabili all?acqua, comprendenti tele e/o feltri e genericamente indicati con 203. L?impasto cellulosico viene via via drenato per ridurne il contenuto di acqua con mezzi noti fino ad arrivare a un cilindro monolucido 205 che coopera con una pressa a scarpa 1. Un feltro 203 o altro organo flessibile continuo passa tra la pressa a scarpa 1 e il cilindro monolucido 205, e a valle della pressa a scarpa il velo di fibre cellulosiche viene staccato dal feltro 203 e adeso al cilindro monolucido per venire essiccato. Una racla 207 stacca il velo essiccato, indicato con V, dal cilindro monolucido 205.
[0029] Una vista schematica secondo una sezione ortogonale all?asse della pressa a scarpa 1 ? mostrata in Fig.2. In questa figura la pressa a scarpa 1 coopera con un cilindro monolucido 205. Tuttavia, si deve comprendere che la pressa a scarpa 1 potrebbe essere disposta ad esempio a monte del cilindro monolucido 205, oppure impiegata in una macchina continua 2 che non possiede un cilindro monolucido 205, bens? che ? corredato di una serie di rulli di seccheria o di altri mezzi di essiccazione. Pertanto, il componente che in Fig.2 e nelle figure successive ? indicato con 205 pu? essere non solo un cilindro monolucido, bens? un qualunque altro organo di contrasto, preferibilmente in forma di rullo o cilindro ruotante.
[0030] Come mostrato schematicamente in Fig.2, la pressa a scarpa 1 comprende una trave di supporto 3 estendentesi in direzione trasversale rispetto ad una direzione di avanzamento F di un velo cellulosico V su cui deve agire la pressa a scarpa 1. La trave di supporto 3 ? ancorata ai propri estremi ad una struttura portante, non mostrata. Attorno alla trave di supporto 3 si sviluppa un mantello cilindrico flessibile 5, avente un asse di rotazione A sostanzialmente parallelo allo sviluppo longitudinale della trave di supporto 3 e quindi parallelo alla direzione trasversale (ortogonale alla direzione F di avanzamento del velo cellulosico V attraverso la pressa a scarpa 1).
[0031] Tra la trave di supporto 3 e il mantello cilindrico flessibile 5 ? disposta una scarpa 7 (denominata anche pattino), che ha una superficie attiva 7A in contatto con la superficie interna del mantello cilindrico flessibile 5. La superficie attiva 7A ha un profilo sagomato in modo da formare una gola di pressione 8 di forma ed estensione opportuna tra la superficie esterna del mantello cilindrico flessibile 5 e una superficie di contrasto formata ad esempio dalla superficie cilindrica del cilindro monolucido 205. In modo di per s? noto, tra la superficie attiva 7A della scarpa o pattino 7 e la superficie interna del mantello cilindrico flessibile 5 ? formato un meato di lubrificazione, in cui viene alimentato un fluido di sostentamento, ad esempio olio.
[0032] In alcune forme di realizzazione la lubrificazione pu? essere di tipo idrostatico, come tipicamente nelle presse a scarpa dell?arte corrente. In tal caso il fluido di sostentamento ? erogato a pressione tramite condotti che sboccano in cavit? realizzate sulla superficie attiva 7A della scarpa o pattino 7 della pressa 1. La pressione del fluido di sostentamento ? fornita da un circuito di alimentazione.
[0033] Caratteristicamente, in forme di realizzazione qui descritte, il fluido di sostentamento pu? essere alimentato dall?esterno del meato e la pressione pu? essere generata per effetto idrodinamico, cio? per effetto della differenza di velocit? tra la superficie interna (mobile) del mantello flessibile cilindrico e la superficie attiva 7A (stazionaria) della scarpa o pattino 7. In tal caso la lubrificazione che si ottiene nel meato tra pattino o scarpa 7 e mantello flessibile cilindrico ? una lubrificazione di tipo idrodinamico.
[0034] Non si esclude la possibilit? di combinare i due tipi di lubrificazione.
[0035] La superficie di contrasto formata dal cilindro monolucido 205 o altro organo di contrasto ruota in verso opposto rispetto al verso di rotazione del mantello cilindrico 5. Le velocit? periferiche del mantello cilindrico flessibile 5 e della superficie di contrasto sono sostanzialmente uguali in modulo. La forma della superficie attiva 7A della scarpa 7 e la forma della superficie di contrasto del cilindro monolucido 205 sono tra loro sostanzialmente complementari, cos? da formare la gola di pressione estesa 8 di altezza (dimensione ortogonale alla superficie di contrasto) circa costante lungo il percorso del velo cellulosico attraverso la gola 8.
[0036] Il cilindro monolucido 205 o altro rullo di contrasto ruota ad una velocit? di avanzamento sostanzialmente uguale alla velocit? di uno degli organi flessibili continui 203 che passa attraverso la gola di pressione 8 formata tra il cilindro monolucido 205 e la porzione di mantello cilindrico flessibile 5 premuta contro quest?ultima dalla scarpa 7.
[0037] Caratteristicamente, la scarpa 7 ? vincolata ad una leva 21 che presenta una prima estremit? 21A articolata alla trave di supporto 3 tramite una cerniera che definisce un primo asse di articolazione 25 parallelo alla trave di supporto 3 e all?asse di rotazione A. La leva 21 ? quindi incernierata alla trave di supporto 3 in modo da ruotare attorno al primo asse di articolazione 25.
[0038] La scarpa 7 ? incernierata alla leva 21 tramite una cerniera che forma un secondo asse di articolazione 23. IN pratica, la scarpa 7 ? quindi incernierata alla leva 21 in modo da ruotare attorno al secondo asse di articolazione 23. L?asse di articolazione 23 ? circa parallelo all?asse di rotazione A del mantello cilindrico flessibile 5 ed al primo asse di articolazione 25. All?estremit? opposta 21B, la leva 21 ? collegata ad attuatori di spinta 27, che generano una spinta della scarpa 7 contro la superficie di contrasto 9. Gli attuatori di spinta 27 sono rappresentati schematicamente in Fig.2 e possono assumere varie forme, alcune delle quali sono descritte nel seguito con riferimento alle restanti figure.
[0039] In pratica la pressa a scarpa 1 comprende una pluralit? di attuatori 27 allineati lungo lo sviluppo longitudinale della scarpa 7 e della trave di supporto 3, cio? parallelamente all?asse di rotazione A del mantello cilindrico flessibile 5.
[0040] In Fig.3 sono schematicamente indicate due serie di attuatori di spinta 27A e 27B, ciascuna delle quali comprende una pluralit? di attuatori allineati nella direzione di estensione longitudinale della trave di supporto 3 e della scarpa 7.
[0041] Ciascun attuatore 27 pu? essere un attuatore idraulico. In forme di attuazione preferite, in specie nel caso in cui la pressa a scarpa 1 sia associata ad un cilindro monolucido 205, gli attuatori 27 sono attuatori pneumatici, che sono costruttivamente pi? semplici e non richiedono un circuito idraulico di azionamento.
[0042] La disposizione di due serie di attuatori 27A, 27B garantisce la generazione di una pressione lineare sufficientemente elevata nella gola di pressione 8.
[0043] Gli attuatori 27A, 27B possono comprendere attuatori utilizzanti materiali sintetici, come ad esempio gomma sintetica. Attuatori di questo tipo possono comprendere molle ad aria, torpress o attuatori equivalenti.
[0044] In altre forme di realizzazione gli attuatori possono comprendere attuatori cilindro-pistone. In Fig.4 ? mostrata una forma di realizzazione in cui sono utilizzati attuatori cilindro-pistone pneumatici multi-stadio, in cui ciascun attuatore comprende un cilindro suddiviso in due camere 28A, 28B, in cui scorrono due pistoni 29A, 29B collegati ad un singolo stelo 31. L?attuatore doppio, indicato ancora con 27, cos? ottenuto genera una spinta che ? la somma delle spinte generate sui due pistoni 29A, 29B dal fluido in pressione nelle due camere 28A, 28B. Si ottiene, in questo modo, una spinta elevata tramite una disposizione compatta e semplice.
[0045] Utilizzando una leva 21 e una scarpa 7 realizzate in materiale sufficientemente flessibile, tramite l?impiego di una pluralit? di attuatori 27 controllati l?uno indipendentemente all?altro o a gruppi, ? possibile generare un profilo di pressione lineare di forma desiderata lungo lo sviluppo longitudinale della gola di pressione 8, cio? in direzione trasversale rispetto alla direzione di avanzamento F (direzione macchina) dell?organo flessibile continuo 203 e del velo cellulosico V adeso ad esso.
[0046] Questo permette di compensare eventuali deformazioni locali o generali della superficie di contrasto formata dal cilindro monolucido 205 o da altro organo cilindrico di contrasto. Ci? ? particolarmente vantaggioso nel caso in cui la superficie di contrasto sia costituita dalla superficie esterna di un cilindro monolucido 205, il quale pu? deformarsi nell?uso a causa delle sue elevate dimensioni e della temperatura e pressione al suo interno. Ad esempio ed in particolare il cilindro monolucido 205 pu? dilatarsi radialmente al centro pi? di quanto non si dilati in prossimit? delle testate, con conseguente formazione di una bombatura. Il controllo autonomo di singoli attuatori 27 consente di compensare questa dilatazione differenziale, evitando che nei punti di maggiore dilatazione si generi una pressione maggiore rispetto ai punti meno dilatati.
[0047] Bench? in linea di principio sia preferibile che ciascun attuatore 27 o coppia di attuatori della serie di attuatori 27A, 27B allineati lungo l?asse di rotazione del mantello cilindrico flessibile 5 sia indipendente dagli altri, questo non ? strettamente indispensabile. Ad esempio, gli attuatori possono essere suddivisi in una pluralit? di gruppi allineati lungo la direzione longitudinale della trave di supporto 3 e della scarpa 7, cio? parallelamente all?asse di rotazione A del mantello cilindrico flessibile 5. Gli attuatori di ciascun gruppo possono essere controllati insieme, e i singoli gruppi possono essere controllati in modo tra loro indipendente.
[0048] In Fig.6 ? schematicamente mostrata una forma di realizzazione perfezionata in cui la leva 21 ? suddivisa in una pluralit? di sezioni o porzioni 21C, allineate lungo lo sviluppo longitudinale della trave di supporto 3 e quindi parallelamente agli assi di articolazione 23, 25. La Fig.6 ? una vista secondo la linea VI-VI di Fig.3. La configurazione della leva in sezioni 21C pu? essere adottata per qualunque forma di realizzazione, anche nelle Figg.2, 4, e 5.
[0049] Ciascuna sezione 21C della leva 21 ? sollecitata da almeno un rispettivo attuatore di spinta 27, oppure da una coppia di attuatori di spinta 27A, 27B. Questa suddivisione della leva 21 in sezioni 21C consente una maggiore flessibilit? di funzionamento ed una maggiore indipendenza dei singoli attuatori nell?impartire alla scarpa 7 un carico variabile lungo lo sviluppo della gola di pressione 8.
[0050] In forme di realizzazione perfezionate, alla scarpa 7 possono essere associati uno o pi? attuatori secondari 35, come mostrato schematicamente in Fig. 5. In pratiche forme di realizzazione, pu? essere prevista una serie di attuatori secondari 35 allineati lungo lo sviluppo lineare della scarpa 7. Anche in questo caso gli attuatori secondari 35 possono essere preferibilmente attuatori pneumatici.
[0051] Gli attuatori secondari 35 possono essere indipendenti l?uno dall?altro, oppure suddivisi in gruppi indipendenti l?uno dall?altro.
[0052] Ciascun attuatore secondario 35 ? interposto tra la scarpa 7 e la leva 21. Se la leva 21 ? suddivisa in porzioni o sezioni 21C, come mostrato in Fig.6, pu? essere previsto almeno un attuatore secondario 35 per ciascuna sezione 21C della leva 21. Gli attuatori secondari 35 consentono di ruotare la scarpa 7 attorno al secondo asse di articolazione 23. In questo modo ? possibile modificare la direzione della risultante delle pressioni esercitate dalla scarpa 7 sulla superficie di contrasto formata dal cilindro monolucido 205 o altro organo di contrasto. Se gli attuatori secondari 35 sono indipendenti tra loro singolarmente o a gruppi, ? possibile impartire una risultante delle pressioni in direzioni variabili lungo lo sviluppo longitudinale della scarpa 7.
[0053] Mentre nella forma di realizzazione sopra descritta e illustrata nei disegni allegati ? previsto un mantello flessibile cilindrico 5, non si esclude la possibilit? di utilizzare un elemento flessibile continuo di forma non cilindrica, ad esempio formato da una cinghia rinviata attorno ad una serie di rulli e formante un percorso chiuso non cilindrico.
[0054] In ogni caso l?elemento flessibile continuo definisce un percorso chiuso attorno ad una trave di supporto 3 su cui ? montata, con la doppia articolazione attorno agli assi 23, 25, la scarpa di pressione 7, che preme sulla superficie interna dell?elemento flessibile continuo formando cos? una gola di pressione estesa tra la superficie esterna dell?elemento flessibile continuo e la superficie di contrasto esterna all?elemento flessibile continuo.
[0055] In alcune forme di realizzazione, il pattino o scarpa 7 pu? essere realizzato in materiale composito. Ad esempio, il pattino o scarpa 7 pu? essere realizzato in un materiale avente una matrice costituita da una resina polimerica, contenente fibre di rinforzo, ad esempio fibre di vetro o, preferibilmente, fibre di carbonio. In alcune forme di realizzazione il materiale polimerico pu? essere una resina epossidica.
[0056] Per ottenere un funzionamento pi? efficiente, il pattino o scarpa 7 pu? avere caratteristiche anisotrope, cio? caratteristiche fisiche differenti nelle diverse direzioni spaziali. Ad esempio, la scarpa o pattino 7 pu? avere un modulo di elasticit? differente nella direzione macchina (cio? la direzione di avanzamento del velo V attraverso la gola di pressione 8) e nella direzione trasversale (cio? la direzione parallela allo sviluppo longitudinale della trave di supporto 3 e della scarpa o pattino 7).
[0057] In alcune forme di realizzazione, la scarpa o pattino 7 pu? avere un valore del modulo di elasticit? superiore nella direzione di avanzamento F del velo cellulosico V attraverso la gola di pressione 8 rispetto al modulo di elasticit? nella direzione trasversale, cio? parallelamente alla trave di supporto 3 e trasversalmente alla direzione di avanzamento F del velo cellulosico V.
[0058] Inoltre, nella descrizione che precede si ? fatto specifico riferimento ad una configurazione in cui la pressa a scarpa ? usata principalmente per ridurre il contenuto di acqua dal velo cellulosico e che a tale fine coopera con un feltro o altro organo flessibile di trasporto che passa attraverso la gola di pressione supportando su di esso il velo cellulosico. Non si esclude, tuttavia, la possibilit? di utilizzare caratteristiche della nuova pressa a scarpa qui descritta in una calandra, dove il velo cellulosico potrebbe passare attraverso la gola di pressione senza il supporto di un organo continuo. In talune forme di realizzazione, viceversa, si pu? anche utilizzare un doppio organo flessibile di trasporto, ad esempio comprendente due feltri, tra i quali viene tenuto il velo di materiale cellulosico V.

Claims (20)

PRESSA A SCARPA PER CARTA E RELATIVO METODO Rivendicazioni
1. Una pressa a scarpa (1) comprendente:
? un elemento flessibile continuo (5) mobile lungo un percorso chiuso;
? una trave di supporto (3) alloggiata all?interno dell?elemento flessibile continuo (5);
? una scarpa (7) supportata dalla trave di supporto (3) ed estendentesi parallelamente alla trave di supporto (3) all?interno dell?elemento flessibile continuo (5); ? un organo di contrasto (205) esterno all?elemento flessibile continuo (5) e definente con l?elemento flessibile continuo (5) una gola di pressione (8) per il passaggio di un velo cellulosico (V);
? una pluralit? di attuatori (27; 27A, 27B) allineati lungo la trave di supporto (3) e atti a generare una spinta della scarpa (7) contro l?organo di contrasto;
in cui la scarpa (7) ? supportata da una leva (21) articolata alla trave di supporto (3) attorno ad un primo asse di articolazione (25) estendentesi parallelamente alla trave di supporto (3), e in cui gli attuatori (27; 27A, 27B) sono disposti per agire sulla leva (21) per ruotare la leva attorno al primo asse di articolazione (25);
caratterizzata dal fatto che la scarpa (7) ? articolata alla leva (21) attorno ad un secondo asse di articolazione (23).
2. La pressa a scarpa (1) della rivendicazione 1, in cui la leva (21) comprende una prima estremit? (21A), incernierata al primo asse di articolazione (25), e una seconda estremit? (21B).
3. La pressa a scarpa (1) della , rivendicazione 2, in cui gli attuatori (27; 27A, 27B) agiscono in prossimit? della seconda estremit? (21B) della leva (21).
4. La pressa a scarpa (1) della rivendicazione 2 o 3, in cui il secondo asse di articolazione (23) ? posizionato lungo la leva (21) tra la prima estremit? (21A) e la seconda estremit? (21B).
5. La pressa a scarpa (1) di una o pi? delle rivendicazioni precedenti, in cui gli attuatori (27; 27A 27B) sono attuatori pneumatici, in particolare attuatori cilindro-pistone pneumatici o a molla pneumatica.
6. La pressa a scarpa (1) di una o pi? delle rivendicazioni precedenti, comprendente due serie di attuatori (27A; 27B), ciascuna comprendente una pluralit? di attuatori allineati lungo la direzione della trave di supporto (3) e della scarpa (7).
7. La pressa a scarpa (1) di una o pi? delle rivendicazioni precedenti, in cui la leva ? suddivisa in una pluralit? di sezioni (21C) affiancate lungo lo sviluppo longitudinale della trave di supporto (3) e della scarpa (7).
8. La pressa a scarpa (1) della rivendicazione 7, in cui su ciascuna sezione (21C) della leva (21) agisce almeno un attuatore (27; 27A, 27B).
9. La pressa a scarpa (1) della rivendicazione 7, in cui su ciascuna sezione della leva agiscono almeno due attuatori (27A, 27B).
10. La pressa a scarpa (1) di una o pi? delle rivendicazioni 7 a 9, in cui gli attuatori (27; 27A, 27B) di ciascuna sezione (21C) o di gruppi di sezioni della leva (21) sono controllati indipendentemente gli uni dagli altri.
11. La pressa a scarpa (1) di una o pi? delle rivendicazioni precedenti, in cui almeno uno degli attuatori (27; 27A, 27B) comprende un attuatore cilindropistone multi-stadio in serie.
12. La pressa a scarpa (1) di una o pi? delle rivendicazioni precedenti, comprendente almeno un attuatore secondario (35) disposto per agire tra la leva (21) e la scarpa (7).
13. La pressa a scarpa (1) di una o pi? delle rivendicazioni precedenti, comprendente una serie di attuatori secondari (35), disposti per agire tra la leva (21) e la scarpa (7).
14. La pressa a scarpa della rivendicazione 13, in cui gli attuatori secondari (35) sono controllati l?uno indipendentemente dall?altro o a gruppi indipendenti.
15. La pressa a scarpa di una o pi? delle rivendicazioni 12 a 14, in cui ciascun attuatore secondario (35) ? un attuatore pneumatico.
16. La pressa a scarpa (1) di una o pi? delle rivendicazioni precedenti in cui la scarpa (7) ? costruita in materiale anisotropo avente un modulo di elasticit? nella direzione di avanzamento (F) del velo cellulosico attraverso la gola di pressione (8) superiore al modulo di elasticit? nella direzione trasversale alla direzione (F) di avanzamento del velo cellulosico (V) attraverso la gola di pressione (8).
17. La pressa a scarpa (1) di una o pi? delle rivendicazioni precedenti, in cui la scarpa (7) ? costituita in materiale composito, preferibilmente un materiale polimerico caricato in fibra, preferibilmente in fibra di carbonio.
18. Un metodo per pressare un velo cellulosico (V), in cui il velo cellulosico ? guidato attraverso una gola di pressione (8) formata tra un elemento flessibile continuo (5) mobile attorno ad una trave di supporto (3) ed un organo di contrasto (205) esterno all?elemento flessibile continuo (5) tramite una scarpa (7) estendentesi parallelamente alla trave di supporto (3) e supportata su una leva (21) incernierata alla trave di supporto (3) attorno ad un primo asse di articolazione (25) e sollecitata contro una superficie interna dell?elemento flessibile continuo (5) da una pluralit? di attuatori allineati lungo la trave di supporto (3); in cui la scarpa ? articolata alla leva (21) attorno ad un secondo asse di articolazione (23).
19. Il metodo della rivendicazione 18, in cui la scarpa (7) ? sollecitata da almeno un attuatore secondario (35) che agisce tra la scarpa (7) e la leva (21).
20. Il metodo della rivendicazione 18 o 19, in cui un meato tra una superficie attiva (7A) della scarpa (7) e una superficie interna dell?elemento flessibile continuo (5) ? sottoposta ad una lubrificazione idrodinamica, oppure a una lubrificazione idrostatica o ad una lubrificazione combinata idrodinamica e idrostatica.
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