IT201900019984A1 - Calzatura antinfortunistica e relativo metodo di produzione - Google Patents

Calzatura antinfortunistica e relativo metodo di produzione Download PDF

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Anupam Kothari
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Description

CALZATURA ANTINFORTUNISTICA E
RELATIVO METODO DI PRODUZIONE
DESCRIZIONE
La presente invenzione riguarda genericamente una calzatura antinfortunistica e un metodo per la sua produzione.
Più in particolare, l’invenzione è relativa ad una calzatura antinfortunistica dotata di una tomaia costruita attraverso un processo di produzione a maglia, in modo da ottenere corrispondenti aree della calzatura con diverse caratteristiche e comportamento. Le calzature antinfortunistica fanno parte dei dispositivi di protezione individuale, e attualmente vengono prodotte, in particolar modo per quanto concerne la tomaia, attraverso un processo convenzionale di taglio di materiali bidimensionali, come tessuti e filati in genere, in numerose sezioni, ciascuna utilizzabile per la costruzione di parti diverse della calzatura.
Tali parti vengono cucite, incollate o assemblate in qualche modo, così da ottenere una forma che riproduce tridimensionalmente il piede, essendo atta a contenerlo e proteggerlo; in corrispondenza dell’estremità anteriore della calzatura, e più precisamente nella zona anteriore della tomaia, viene solitamente integrata una placca metallica, anche detta puntale, con lo scopo di proteggere il piede da eventuali lesioni provocate da cadute di oggetti o urti.
Il sistema di produzione attualmente noto presenta alcuni svantaggi, fra tutti:
- l’elevato spreco di materiale dovuto alle operazioni di taglio e unione di diversi pezzi di materiale;
- la produttività ridotta e i tempi di realizzazione lunghi a causa del carattere tipicamente manuale di alcuni passaggi della procedura di fabbricazione;
- la richiesta di materiali o componenti terzi, quali fili o colle, per unire le parti tra loro; - l’utilizzo di svariati macchinari, per via dell’elevato numero di materiali e operazioni diverse che si rendono necessarie.
Più dettagliatamente, la tomaia per le calzature di protezione individuale, o antinfortunistiche, è costituita da numerosi elementi, e da altrettanti materiali.
Per la produzione delle tomaie, infatti, si può arrivare a spendere molto tempo e lavoro, soprattutto per tagliare i vari elementi in modo da portarli in forme e dimensioni adeguate, e poi per cucirli e/o incollarli tra loro.
Tale operazione di unione dei vari pezzi di tessuti e materiali diversi necessita di attenzione e cura per essere portata a termine correttamente.
Essa è ancora più delicata quando viene effettuata in corrispondenza di alcune zone della calzatura in cui la naturale conformazione del piede può rendere forzata l’unione dei materiali.
Ci si riferisce, in particolare:
- alla zona anteriore in cui viene collocato il puntale;
- alla zona posteriore corrispondente al calcagno (tallone);
- alla zona superiore della tomaia, dove si trova l’allacciatura, che deve accomodare materiali di elasticità e resistenze diverse;
- alla zona laterale, che deve essere rinforzata per conferire in primo luogo comodità alla calzata, e dall’altro resistenza alla scarpa stessa; per tali motivi, è pratica comune accoppiare materiali di natura diversa che possano servire allo scopo, come ad esempio materiali compositi.
Riassumendo, queste lavorazioni risultano dispendiose non solo a causa del tempo e della manodopera necessaria alla loro esecuzione, ma anche perché generano una notevole quantità di materiale di scarto, o sfrido, risultato delle operazioni di rifilatura.
Dal punto di vista meramente tecnico, inoltre, tali operazioni aumentano le possibilità di errori, con conseguente produzione di esemplari difettosi da scartare poiché non conformi.
Infine, gli svantaggi dell’arte nota finora descritti si ripercuotono sulle calzature prodotte tramite tali metodologie e impianti, quindi anche sull’utilizzatore finale, in termini di comfort, peso, e facilità di utilizzo, specialmente durante tempi prolungati; una calzatura scomoda, infatti, può anche essere causa di affaticamento e patologie a carico del piede.
L’obiettivo principale della presente invenzione è, quindi, fornire una calzatura antinfortunistica che risolva gli inconvenienti finora menzionati, per mezzo di un metodo innovativo di produzione in grado di aumentare notevolmente le prestazioni della calzatura. Un altro obiettivo dell’invenzione è quello di migliorare la vestibilità, la comodità e la resistenza delle calzature antinfortunistiche note.
Un ulteriore scopo dell’invenzione è quello di diminuire gli sprechi derivanti dalle lavorazioni effettuate sui materiali di partenza, abbassando in tal modo anche l’impatto ambientale del procedimento.
Ulteriore obiettivo dell’invenzione è quello di fornire una calzatura antinfortunistica che sia più facile e veloce da produrre.
Infine, è scopo della presente invenzione quello di fornire un metodo di produzione per scarpe antinfortunistiche che sia facilmente implementabile ed economicamente conveniente, in virtù dei vantaggi conseguiti.
L’invenzione è in particolare basata su una tomaia da accoppiare al sottopiede della calzatura; caratteristica peculiare di tale tomaia è quella di essere realizzata in maglia, in contrapposizione alla tecnica nota, e con una pluralità di tessuti, o filati. La tomaia a maglia secondo l’invenzione include una porzione di protezione configurata per essere disposta sotto al puntale in metallo, in modo da proteggere il piede dal contatto diretto con il metallo stesso.
Il componente in maglia, inoltre, include una porzione per il tallone, una porzione anteriore per la copertura del puntale, una porzione di collaretto per proteggere il piede dall’entrata di corpi estranei, una porzione mediale, una porzione laterale, e, infine, una porzione catarifrangente di sicurezza.
L’utilizzo di tessuti e materiali differenti conferisce un’alta capacità di adattamento e versatilità alla calzatura; la tecnologia di lavorazione a maglia consente, invece, di accoppiare i diversi tessuti usando una quantità estremamente ridotta di cuciture o di colle tra i vari strati, essendo notoriamente dei punti in cui il carico esercitato durante il camminamento si va a concentrare.
Più specificamente, la tomaia secondo l’invenzione potrà comprendere:
- uno strato interno che, essendo il più prossimo al piede dell’utilizzatore, dovrà essere confortevole e ergonomico;
- uno o più strati intermedi, che conferiscano solidità alla struttura della scarpa e allo stesso tempo l’elasticità necessaria nei punti più importanti;
- uno strato esterno più rigido e resistente, di protezione verso, ad esempio urti e abrasioni. Ciascuno strato potrà assolvere, inoltre, a più di una funzione specifica, ad esempio, potranno esserci strati deputati anche all’isolamento termico, dall’umidità, ecc.
La tomaia della calzatura oggetto dell’invenzione è realizzabile con i macchinari e gli impianti normalmente adoperati per le lavorazioni di maglieria; preferibilmente, tali macchinari presentano due fronture, ad esempio disposte a “V”, in modo da donare tridimensionalità e spessore ai diversi strati una volta uniti.
Gli aghi delle fronture possono funzionare in maniera alternata o simultaneamente; in tal modo possono creare tessuti dalle forme più diverse, attraverso il sistema di calati (diminuzioni) e aumenti (trattenuti), e dalle proprietà mirate, ad esempio con maggiore elasticità o rigidità in corrispondenza delle zone critiche, prima fra tutte quella che ospita il puntale metallico.
Nelle varie forme realizzative, la tomaia della calzatura secondo l’invenzione può includere strutture multiple di maglia, ognuna comprendente filati anche diversi, per dare particolari proprietà al tessuto, ad esempio elasticità, rigidità, colore, spessore o isolamento termico.
La porzione di tessuto del puntale, in particolare, è realizzata preferibilmente accoppiando strati, comprendenti uno o più filati diversi e dotati di rigidità differenti, potendo così comporre una sorta di tasca dove inserire il puntale stesso.
Per evitare il taglio delle varie parti e la conseguente cucitura si è adottata una forma a “guscio di coccinella” rovesciato, in modo che l’unione con il sottopiede dia luogo ad un involucro stabile per la protezione del piede.
Lo strato inferiore, meno rigido e di dimensioni leggermente minori di quello superiore, viene unito direttamente al sottopiede, evitando il contatto diretto del piede con il puntale; per uniformare tale porzione e permettere la sua unione senza operazioni di taglio o rifilatura, è presente preferibilmente una selezione di aghi dedicata a tale operazione, in modo da poter ridurre il numero di aghi presenti nella parte centrale della frontura, lasciando allo stesso tempo sufficiente margine di materiale per l’alloggiamento del piede.
Lo strato superiore preferibilmente ricopre il puntale, e potrà essere prevista la presenza di ulteriori eventuali strati intermedi o ausiliari, ad esempio catarifrangenti per aumentare la visibilità.
Ulteriormente, per quanto riguarda il collaretto, cioè la zona in corrispondenza dell’articolazione della caviglia, essa viene normalmente realizzata cucendo pezzi di materiale precedentemente tagliati, a causa della sua particolare conformazione rispetto ad altre parti della scarpa.
Preferibilmente, tale zona presenta una struttura a scarto di ago, e comprende materiali elasticizzati per permettere di accompagnare il movimento del piede quando la scarpa viene indossata o rimossa.
Si ottiene così un’elevata adattabilità del materiale rispetto al piede stesso, conservando allo stesso tempo caratteristiche fondamentali quali l’elasticità, la morbidezza e la capacità di contenimento.
Per evitare i rinforzi nel tallone e nella parte di cucitura con il sottopiede si è utilizzato un sistema selettivo di aghi e filati in modo tale da limitare l’utilizzo di filati termoplastici solo nel punto specifico del tallone e della parte esterna della tomaia, in quanto più sollecitati dal punto di vista meccanico.
Infine, la zona dove convenzionalmente si posiziona l’allacciatura è anch’essa realizzata preferibilmente con filati e/o materiali elasticizzati e per mezzo di una selezione di aghi dedicata, garantendo così la facilità di calzata senza penalizzare la stabilità e la rigidità strutturale della scarpa.
Forma pertanto oggetto dell’invenzione una tomaia in maglia per scarpe antinfortunistica, realizzata in un solo pezzo, sviluppata secondo una direzione longitudinale e dotata di una zona anteriore presentante un primo strato ed un secondo strato uniti fra loro lungo un lato trasversale alla direzione longitudinale, in modo da creare uno spazio atto ad accogliere un puntale di protezione.
Preferibilmente, il secondo strato destinato ad essere in contatto con un piede di un utilizzatore presenta una rigidità inferiore rispetto al primo strato.
In una forma preferita dell’invenzione, nella zona destinata ad accogliere un collo di un piede di un utilizzatore, è compresa una prima zona centrale parallela alla direzione longitudinale e due seconde zone laterali disposte ciascuna esternamente alla prima zona centrale e parallele alla direzione longitudinale, le seconde zone presentando un grado di elasticità maggiore rispetto alla prima zona.
Ulteriormente, può essere prevista la presenza una zona periferica destinata ad essere unita a un elemento sottopiede di una scarpa, in cui tale zona periferica comprende un filato termoplastico.
Una variante preferita della tomaia può anche comprende una zona riflettente, che includa un filato e/o un inserto catarifrangente.
Preferibilmente, nella zona destinata a ricevere un’articolazione di una caviglia di un utilizzatore, è presente un collare elastico.
In una variante preferita, il collare elastico comprende una prima porzione superiore, una seconda porzione intermedia e una terza porzione inferiore, in cui le porzioni sono adiacenti fra loro e posizionate in sequenza dall’esterno verso l’interno della tomaia, e sono dotate rispettivamente di un valore di elasticità decrescente dall’esterno verso l’interno. Forma ulteriore oggetto della presente invenzione un procedimento per la realizzazione di una tomaia del tipo descritto e implementato da una macchina per la lavorazione a maglia dotata di una frontura anteriore ed una frontura posteriore ciascuna comprendente una pluralità di aghi; tale procedimento comprende almeno una delle seguenti fasi:
- immagliare un primo filo sulla frontura anteriore ed un secondo filo sulla frontura posteriore, entrambi su un rispettivo primo ago e lasciando libero un secondo ago adiacente al primo ago, ripetendo la fase per un numero prestabilito di volte;
- immagliare un terzo filo sulla frontura anteriore su tre terzi aghi lasciando un quarto ago adiacente libero; immagliare un quarto filo sulla frontura posteriore su un quinto ago lasciando un sesto ago adiacente libero, su un settimo ago adiacente al sesto e lasciando libero un ottavo ago adiacente al settimo; incrociare il terzo filo con il quarto filo in modo che il terzo filo sia sulla frontura posteriore e il quarto filo sia sulla frontura anteriore; ripetendo la fase per un numero prestabilito di volte;
- immagliare un quinto filo sulla frontura anteriore ed un sesto filo sulla frontura posteriore, entrambi su tre rispettivi noni aghi e lasciando un decimo ago adiacente ai noni aghi libero; incrociare il quinto filo con il sesto filo in modo che il quinto filo sia sulla frontura posteriore e il sesto filo sia sulla frontura anteriore; ripetendo la fase per un numero prestabilito di volte.
Preferibilmente, secondo l’invenzione, il primo, il terzo e/o il quinto filo sono lo stesso filo, e/o il secondo, il quarto e/o il sesto filo sono lo stesso. La presente invenzione verrà ora descritta, a titolo esemplificativo ma non limitativo, secondo alcune sue forme di realizzazione preferite, e con l’ausilio delle figure allegate, in cui:
la figura 1 è una vista schematica di una forma di realizzazione di una tomaia di una calzatura antinfortunistica secondo l’invenzione;
la figura 2 è una vista schematica dall’alto della forma di realizzazione di figura 1;
la figura 3 è una vista schematica dal basso della forma di realizzazione di figura 1;
le figure 4-10 sono delle rappresentazioni degli schemi di immagliatura riferiti a diverse zone della tomaia della calzatura antinfortunistica secondo l’invenzione. In riferimento alle figure 1-3, sono rappresentate viste differenti di una tomaia 100 della calzatura oggetto dell’invenzione.
Le immagliature eseguite nel procedimento e i materiali utilizzati per la sua esecuzione possono essere i più disparati, e possono variare anche in base alle caratteristiche tecniche e/o funzionali delle zone che compongono la tomaia 100 stessa; nel dettaglio, ciascuna zona della forma realizzativa illustrata è caratterizzata da specifiche tecniche di lavorazione e specifici materiali.
Ciò è una conseguenza dei diversi requisiti e dei diversi compiti a cui zone in posizioni diverse devono assolvere.
Nelle figure 1-3 sono indicate con dei riferimenti letterali le principali zone della tomaia 100, che si descrivono di seguito; degli schemi di immagliatura preferiti relativi ad alcune di tali zone sono dettagliati nelle figure 4-10.
Zone di suddivisione della tomaia 100
Collaretto (A)
In riferimento alle figure 1, 4A e 4B il collaretto A, ovvero la zona in corrispondenza della caviglia, comprende una porzione superiore A1, una porzione intermedia A2 e una porzione inferiore A3, in cui ciascuna porzione è tessuta senza soluzione di continuità insieme alla porzione adiacente ed è dotata di un valore di elasticità decrescente rispetto alla porzione direttamente superiore.
Questo vantaggiosamente permette di realizzare un collaretto abbastanza rigido da assicurare il giusto supporto all’articolazione e da rimanere allo stesso tempo abbastanza elastico e confortevole durante il camminamento e la calzata. Inoltre questo permette di evitare l’ingresso di corpi estranei all’interno della calzatura comprendente tale tomaia.
La realizzazione delle porzioni A1, A2, A3 del collaretto A prevede preferibilmente l’utilizzo di un primo e di un secondo filato, rispettivamente indicati in figura 4A dai riferimenti 1 e 2; ad esempio, il primo filato 1 può essere un poliestere a bave multiple interlacciato con un elastomero, mentre il secondo filato 2 può essere una combinazione di un filato elasticizzato con un filato di poliammide a ricoprirlo, in modo da risultare più gradevole al contatto con il piede.
La titolazione dei filati può variare a seconda delle necessità: preferibilmente, l’elastomero è da 44 denari.
Operativamente, il primo e il secondo filato sono inseriti preferibilmente nello stesso guidafilo e nello stesso ago di una macchina per maglieria (non mostrata).
Si possono anche prevedere più guardafili uguali che lavorino alternativamente il fronte e/o il retro del tessuto a seconda delle esigenze; nello specifico, in riferimento alle figure 4A e 4B:
- per l’immagliatura della porzione superiore A1 più elastica, sia nella parte anteriore che in quella posteriore viene immagliato un ago mentre un altro si lascia libero, in modo alternato; l’operazione viene ripetuta un numero prestabilito di volte, in una variante preferita dell’invenzione sedici volte;
- per la porzione intermedia A2, in una prima fase l’alternanza è di tre aghi immagliati e uno libero per quanto riguarda la parte anteriore, per poi passare il filo 5 sulla parte posteriore in cui si immaglia un primo ago se ne lascia un secondo libero, se ne immaglia un terzo e se ne lascia un quarto libero, tornando a immagliare la parte anteriore secondo lo stesso schema.
La stessa operazione, invertita, viene eseguita a partire dalla parte posteriore, incrociandosi con quella eseguita a partire dalla parte anteriore. In altre parole, gli aghi in posizione anteriore e posteriore si scambiano reciprocamente di posto e assumono rispettivamente la configurazione di uno immagliato-uno libero e di tre immagliati-uno libero a seconda che si trovino rispettivamente in posizione posteriore o in posizione anteriore. Il tessuto ottenuto in tal modo è meno elastico di quello della prima porzione A1.
In una variante preferita dell’invenzione, l’operazione si esegue quattordici volte.
- per la porzione intermedia A3, la meno elastica, in una prima fase l’alternanza è di tre aghi immagliati e uno libero sia per la parte anteriore che per quella posteriore; in seguito, come avviene per la porzione A2, gli aghi in posizione anteriore e posteriore si scambiano reciprocamente di posto, mantenendo invariata l’immagliatura.
In una variante preferita dell’invenzione, l’operazione si esegue dodici volte.
Tallone o calcagno (B)
La realizzazione della zona di supporto del tallone avviene preferibilmente utilizzando tre filati, schematicamente mostrati nella figura 5; un terzo filato 13, un quarto filato 11 e un primo filato termoplastico 12.
Il terzo filato 13 è preferibilmente un poliestere a bave multiple interlacciato con un elastomero, mentre il quarto filato 11 è preferibilmente una combinazione di un filato elasticizzato con un filato di poliammide a ricoprirlo, per ottenere una sensazione di contatto più piacevole con la pelle; il primo filato termoplastico 12 migliora vantaggiosamente le proprietà meccaniche del tessuto in generale, e in particolare la resistenza e l’elasticità.
Similmente a quanto avviene per il collaretto, la titolazione dei filati può essere diversa: l’elastomero è preferibilmente da 44 denari.
Operativamente, il terzo filato 13 viene infilato in un guidafilo esterno (non mostrato) della macchina, mentre altri due guidafili nella parte posteriore portano i filati 11 e 12, come mostrato nello schema di figura 5.
Supporto laterale posteriore (C)
La realizzazione della zona di supporto laterale posteriore avviene preferibilmente utilizzando due filati, schematicamente mostrati nella figura 6; un quinto filato 22 e un sesto filato 21.
Il quinto filato 22 è preferibilmente un poliestere a bave multiple interlacciato con un elastomero, mentre il sesto filato 21 è preferibilmente una combinazione di un filato elasticizzato con un filato di poliammide a ricoprirlo, per ottenere una sensazione di contatto più gradevole con la pelle.
Anche in questo caso, la titolazione dei filati può variare: l’elastomero è preferibilmente da 44 denari. Operativamente, il quinto filato 22 viene posizionato in un guidafilo esterno (non mostrato) della macchina, mentre un altro guidafilo nella parte posteriore regge il sesto filato 21.
Gli schemi mostrati nelle figure 6A e 6B sono alternativi fra loro per realizzare tale zona di supporto laterale posteriore.
Zona centrale della linguetta con selezione zone (D)
Questa è la porzione di tomaia dove si posizionerebbe l’allacciatura della scarpa; in una variante preferita i filati e i metodi utilizzati per la sua costruzione sono simili a quelli adoperati e descritti per altre zone.
Nello specifico, come mostrato in figura 2, tale zona D comprende una porzione rigida centrale, analoga per materiali e metodi di costruzione alla già descritta zona B e/o alla zona C, e una porzione elastica per ciascuno dei lati.
Quest’ultime porzioni elastiche vantaggiosamente agevolano la calzata della scarpa comprendente la tomaia dell’invenzione ed aumentano il comfort durante la camminata; infatti, simulando la presenza dei lacci, adattano le dimensioni della tomaia al piede dell’utente finale.
Puntale esterno (E)
Questa è la porzione di tomaia che ricopre esternamente il puntale.
La realizzazione della zona del puntale esterno avviene preferibilmente utilizzando due filati, schematicamente mostrati nella figura 7: un settimo filato 30, preferibilmente un poliestere a bave multiple interlacciato con un elastomero, e un secondo filato termoplastico 40.
Anche in questo caso, la titolazione dei filati può variare: l’elastomero è preferibilmente da 44 denari.
Operativamente, sia il settimo filato 30, sia il secondo filato termoplastico 40 vengono posizionati in dei guidafili esterni (non mostrati) della macchina. I tipi di lavorazione possibile sono molteplici in questo caso, ad esempio,come mostrato negli schemi delle figure 7 e 8:
- il rasato scarto ago alternato mostrato in figura 7B per la zona centrale E;
- un ago immagliato e il successivo non immagliato, con il terzo immagliato nella frontura posteriore, mostrato in figura 8B, per la zona periferica E1; - un ago immagliato ogni quattro, come mostrato in figura 9, per dare la rotondità richiesta al tessuto nella zona anteriore E2 dell’alloggiamento per il puntale.
Puntale interno (F)
Questa è la porzione di tomaia che ricopre internamente il puntale ed è a contatto con il piede dell’utente. La realizzazione della zona del puntale interno avviene preferibilmente utilizzando due filati, schematicamente mostrati nella figura 10: un ottavo filato 50, preferibilmente un poliestere a bave multiple interlacciato con un elastomero, e un terzo filato termoplastico 60.
Come precedentemente menzionato, la titolazione dei filati può variare: l’elastomero è preferibilmente da 44 denari.
Operativamente, sia l’ottavo filato 50, sia il terzo filato termoplastico 60 vengono posizionati in dei guidafili esterni (non mostrati) della macchina, secondo lo schema di figura 10.
Zona laterale elasticizzata (G)
I materiali e le lavorazioni preferite per la realizzazione di questa zona della tomaia sono analoghi a quelli del supporto laterale posteriore (C) illustrato in figura 6.
Zona laterale rigida per unione al sottopiede (H)
I materiali e le lavorazioni preferite per la realizzazione di questa zona della tomaia sono analoghi a quelli del tallone (B) illustrato in figura 5.
Zona con filato riflettente (I)
In questa zona si può prevedere l’integrazione di materiali ausiliari, come ad esempio degli inserti in materiale catarifrangente o una tessitura a maglia con un filato catarifrangente.
La presente invenzione è stata descritta, a titolo illustrativo, ma non limitativo, secondo sue forme preferite di realizzazione, ma è da intendersi che variazioni e/o modifiche potranno essere apportate dagli esperti nel ramo, senza per questo uscire dal relativo ambito di protezione.

Claims (9)

  1. RIVENDICAZIONI 1. Tomaia (100) in maglia per scarpe antinfortunistica, realizzata in un solo pezzo, sviluppata secondo una direzione longitudinale (X) e dotata di una zona anteriore (E, F) presentante un primo strato (E) ed un secondo strato (F) uniti fra loro lungo un lato (I) trasversale alla direzione longitudinale (X), in modo da creare uno spazio atto ad accogliere un puntale di protezione.
  2. 2. Tomaia (100) secondo la rivendicazione 1, caratterizzata dal fatto che il secondo strato (F), destinato ad essere in contatto con un piede di un utilizzatore, presenta una rigidità inferiore rispetto al primo strato (E).
  3. 3. Tomaia (100) secondo una delle rivendicazioni 1 o 2, caratterizzata dal fatto di comprendere, nella zona destinata ad accogliere un collo di un piede di un utilizzatore, una prima zona centrale (B) parallela alla direzione longitudinale (X) e due seconde zone laterali (D) disposte ciascuna esternamente alla prima zona centrale (B) e parallele alla direzione longitudinale (X), le seconde zone (D) presentando un grado di elasticità maggiore rispetto alla prima zona (B).
  4. 4. Tomaia (100) secondo una delle rivendicazioni 1-3, caratterizzata dal fatto di comprendere una zona periferica (H) destinata ad essere unita a un elemento sottopiede di una scarpa, la zona periferica (H) comprendendo un filato termoplastico.
  5. 5. Tomaia (100) secondo una delle rivendicazioni 1-4, caratterizzata dal fatto di comprendere una zona riflettente (I) includente un filato e/o un inserto catarifrangente.
  6. 6. Tomaia (100) secondo una delle rivendicazioni 1-5, caratterizzata dal fatto di comprendere, nella zona destinata a ricevere un’articolazione di una caviglia di un utilizzatore, un collare elastico (A).
  7. 7. Tomaia (100) secondo la rivendicazione 6, caratterizzata dal fatto che il collare elastico (A) comprende una prima porzione superiore (A1), una seconda porzione intermedia (A2) e una terza porzione inferiore (A3), le porzioni (A1, A2, A3) essendo adiacenti fra loro e posizionate in sequenza dall’esterno verso l’interno della tomaia (100), ed essendo dotate rispettivamente di un valore di elasticità decrescente dall’esterno verso l’interno.
  8. 8. Procedimento per la realizzazione di una tomaia secondo una delle rivendicazioni 6 o 7, implementato da una macchina per la lavorazione a maglia dotata di una frontura anteriore ed una frontura posteriore ciascuna comprendente una pluralità di aghi, caratterizzato dal fatto di comprendere almeno una delle seguenti fasi: - immagliare un primo filo (3) sulla frontura anteriore ed un secondo filo (4) sulla frontura posteriore, entrambi su un rispettivo primo ago e lasciando libero un secondo ago adiacente al primo ago, ripetendo la fase per un numero prestabilito di volte; - immagliare un terzo filo (5) sulla frontura anteriore su tre terzi aghi lasciando un quarto ago adiacente libero, ed immagliare un quarto filo (6) sulla frontura posteriore su un quinto ago lasciando un sesto ago adiacente libero, su un settimo ago adiacente al sesto e lasciando libero un ottavo ago adiacente al settimo; incrociare il terzo filo (5) con il quarto filo (6) in modo che il terzo filo (5) sia sulla frontura posteriore e il quarto filo (6) sia sulla frontura anteriore; ripetendo la fase per un numero prestabilito di volte; - immagliare un quinto filo (7) sulla frontura anteriore ed un sesto filo (8) sulla frontura posteriore, entrambi su tre rispettivi noni aghi e lasciando un decimo ago adiacente ai noni aghi libero; incrociare il quinto filo (7) con il sesto filo (8) in modo che il quinto filo (7) sia sulla frontura posteriore e il sesto filo (8) sia sulla frontura anteriore; ripetendo la fase per un numero prestabilito di volte.
  9. 9. Procedimento secondo la rivendicazione 8, caratterizzato dal fatto che il primo, il terzo e/o il quinto filo (3, 5, 7) sono lo stesso, e/o il secondo, il quarto e/o il sesto filo (4, 6, 8) sono lo stesso.
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