IT201900011418A1 - Metodo per il confezionamento di elementi di abbigliamento mediante elementi vegetali ed elemento di abbigliamento ottenuto con tale metodo - Google Patents

Metodo per il confezionamento di elementi di abbigliamento mediante elementi vegetali ed elemento di abbigliamento ottenuto con tale metodo Download PDF

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Description

METODO PER IL CONFEZIONAMENTO DI ELEMENTI DI ABBIGLIAMENTO MEDIANTE ELEMENTI VEGETALI ED ELEMENTO DI ABBIGLIAMENTO OTTENUTO CON TALE METODO
Descrizione
Campo di applicazione
La presente invenzione trova applicazione nel campo dell’abbigliamento ed ha particolarmente per oggetto un processo per il trattamento di elementi vegetali, in particolare foglie, rami o steli di qualsiasi specie, per la realizzazione di elementi di abbigliamento quali tessuti o rivestimenti per il confezionamento di capi di abbigliamento o accessori di abbigliamento.
L’invenzione ha altresì per oggetto un elemento di abbigliamento ottenuto mediante l’assemblaggio degli elementi vegetali trattati mediante il suddetto metodo.
Stato della tecnica
Nel campo della moda è sempre più frequente l’utilizzo di elementi non convenzionali per la confezione di abiti o per realizzare accessori quali sciarpe, foulard, borse. Ad esempio, diversi stilisti hanno sperimentato l’utilizzo di elemento vegetali, in particolare foglie e steli, per il confezionamento di abiti da donna ed accessori vari, quali sciarpe, foulard o borse di qualsiasi tipo.
Tuttavia, tali creazioni hanno spesso una funzione puramente pubblicitaria ed espositiva oppure sono ideate per essere usate in esibizioni e non sono sempre adatte ad essere utilizzate come un normale abito.
In particolare, simili soluzioni sono fortemente correlate all’estro dello stilista e nascono come soluzioni estemporanee non ripetibili, mediante intrecci e fissaggi reciproci di elementi vegetali anche di natura diversa senza che vi sia particolare attenzione all’utilizzo di specifiche tecniche di confezionamento.
Altre soluzioni prevedono la mera giustapposizione di elementi vegetali quali foglie, rami, frutti, ad un capo o accessorio di abbigliamento, ma senza che tali elementi vegetali vadano in realtà a contribuire alla realizzazione della struttura del capo o accessorio di abbigliamento, costituendo così un semplice decoro, come ad esempio nel caso descritto in CN106072878 ed in CN103393242.
È pertanto sentita l’esigenza di un metodo che permetta di realizzare una o più parti di un capo o accessorio di abbigliamento, se non proprio l’intero capo o accessorio di abbigliamento, mediante elementi vegetali opportunamente trattati e fissati tra loro per permettere il confezionamento di un capo o accessorio di abbigliamento utilizzabile come un qualsiasi capo o accessorio di uso comune.
Presentazione dell’invenzione
Scopo della presente invenzione è quello di superare gli inconvenienti sopra indicati, realizzando un metodo per il confezionamento di elementi di abbigliamento mediante l’uso di elementi vegetali che sia particolarmente efficiente e di esecuzione relativamente semplice.
Uno scopo particolare è quello di mettere a disposizione un tale metodo che permetta di ottenere elementi di abbigliamento utilizzabili per il confezionamento di capi o accessori di abbigliamento indossabili in maniera del tutto analoga ai normali capi o accessori di abbigliamento.
Ancora altro scopo è quello di realizzare un elemento di abbigliamento composto da elementi vegetali che sia sufficientemente stabile e resistente per poter definire almeno in parte la struttura di un capo o accessorio di abbigliamento e non solo un semplice decoro.
Ancora altro scopo è quello di realizzare un elemento di abbigliamento composto da elementi vegetali che possa essere sagomato e/o modellato dopo la sua realizzazione per il confezionamento di capi o accessori di abbigliamento di varia forma.
Nel presente testo per elemento di abbigliamento si intende un qualsiasi elemento formato dall’unione di elementi vegetali anche di diversa natura e destinato a costituire un capo di abbigliamento, quale un abito o vestito, sia da donna che da uomo, oppure un accessorio di abbigliamento, quale esemplificativamente una sciarpa, foulard, guanto, borsa, borsetta, pochette, zaino, ovvero una o più parti di un capo o accessorio di abbigliamento.
Per elementi vegetali si intendono foglie di qualsiasi albero o arbusto, rami, steli o altre parti di piante.
Tali scopi, nonché altri che appariranno più chiari in seguito, sono raggiunti da un metodo per il confezionamento di elementi di abbigliamento in accordo alla rivendicazione 1, alla quale si rimanda per maggiore sinteticità dell’esposizione. Grazie a questa combinazione di fasi, sarà possibile ottenere un elemento di abbigliamento idoneo ad essere lavorato o sagomato per realizzare una o più parti di un capo o accessorio di abbigliamento, se non l’intero capo o accessorio, oppure quale rivestimento di un capo o accessorio di abbigliamento.
Forme vantaggiose di esecuzione dell’invenzione sono ottenute in accordo alle rivendicazioni dipendenti.
Breve descrizione dei disegni
Ulteriori caratteristiche e vantaggi dell’invenzione risulteranno maggiormente evidenti alla luce della descrizione dettagliata di forma di realizzazione preferite ma non esclusive del metodo e dell’elemento di abbigliamento secondo l’invenzione, illustrate a titolo di esempio non limitativo con l’aiuto delle annesse tavole di disegno in cui: le Figg. dalla 1 alla 4 sono diagrammi schematici di alcune forme di esecuzione del metodo secondo l’invenzione;
le Figg. dalla 4 alla 11 sono viste di alcune forme preferite di realizzazione di elementi di abbigliamento confezionati secondo il metodo.
Descrizione dettagliata di un esempio di realizzazione preferito Con riferimento alle figure allegate sono illustrate alcune forme di esecuzione preferite ma non esclusive di un metodo di confezionamento di elementi di abbigliamento realizzati a partire da elementi vegetali.
Nella sua configurazione più generale, il metodo comprendere una prima fase a) di predisposizione di una pluralità di elementi vegetali, scelti a seconda delle esigenze tra qualsiasi tipo di elemento vegetale.
Successivamente, gli elementi vegetali sono sottoposti, in maniera unitaria, a gruppi o singolarmente, ad uno specifico trattamento di stabilizzazione (fase b) atto ad ottenere elementi vegetali trattati aventi resistenza e durata incrementati rispetto agli elementi vegetali naturali, così da evitarne o ridurne sensibilmente i tempi di deperimento e renderli idonei a subire le successive lavorazioni necessarie per unire tali elementi vegetali a formare un elemento laminare ad uno o più strati.
Infatti, dopo la fase b) si procede ad una fase c) di sovrapposizione parziale degli elementi vegetali trattati per definire uno o più strati per poi procedere ad una fase d) di cucitura degli elementi vegetali trattati e parzialmente sovrapposti per la realizzazione dell’elemento di abbigliamento.
L’elemento di abbigliamento così realizzato potrà essere lavorato come un normale tessuto al fine di confezionare il capo o accessorio di abbigliamento voluto secondo tecniche tradizionali.
In Fig. 1 è illustrata schematicamente una prima modalità di esecuzione del metodo che prevede che gli elementi vegetali siano foglie.
In maniera preferita, si potrà lavorare a partire da foglie di quercia, magnolia, acero, tiglio, ficus benjamin, faggio, albero della gomma e similari, anche se sarà possibile utilizzare foglie di qualsiasi tipo, senza particolari limitazioni.
Preferibilmente, si utilizzeranno foglie giovani, in quanto provviste di un mesofillo più acquoso e quindi più facilmente alterabile.
Il numero delle foglie potrà variare secondo la loro grandezza ed anche secondo le dimensioni e lo spessore dell’elemento di abbigliamento da realizzare.
In questa prima modalità operativa la fase b) di trattamento comprende una fase e) di scheletrizzazione degli elementi vegetali atta a rimuoverne cuticola, epidermide e mesofillo da entrambe le lamine e mantenere esclusivamente le nervature, ossia xilema e floema.
In particolare, la fase e) di scheletrizzazione prevede una fase f) di inserimento delle foglie in una prima soluzione acquosa di bicarbonato di sodio ed un composto a base di potassio.
In maniera preferita ma non limitativa, tale composto potrà essere ad esempio bitartrato di potassio, noto come cremor tartaro, oppure idrossido di potassio.
Secondo una composizione preferita ma non limitativa, per la prima soluzione si potranno utilizzare 30gr di bicarbonato di sodio e 15gr di cremor tartaro per ogni litro di acqua.
La soluzione verrà riscaldata e, prima che l’acqua raggiunga l’ebollizione, si provvederà ad immergervi le foglie al fine di eseguirne la cottura (fase g).
Il tempo di cottura potrà dipendere dalle condizioni delle foglie e generalmente sarà di circa 3 ore.
Dopo tale tempo di cottura si provvederà a prelevare le foglie (fase h) dalla prima soluzione per raffreddarle.
Preferibilmente, il raffreddamento dovrà essere quasi istantaneo, ad esempio immergendo le foglie in acqua fredda o inserendole in un ambiente a bassa temperatura, ad esempio sottozero, al fine di causarne uno shock termico che permetterà di stabilizzarle.
A questo punto sarà possibile eleminare anche manualmente o con l’ausilio di semplici attrezzi, ad esempio un pennello, la cuticola, il mesofillo e l’epidermide di entrambe le lamine delle foglie per lasciare solo la nervatura composta da xilema e floema. In Fig. 2 è illustrata una variante di questa prima modalità operativa che sarà particolarmente idonea per trattare foglie più vecchie.
In questo caso è previsto che la fase e) di scheletrizzazione preveda, dopo la fase h) di prelievo e raffreddamento delle foglie, una ulteriore fase i) di preparazione di una seconda soluzione di acqua e candeggina, una fase l) di riscaldamento della seconda soluzione fino ad ebollizione, una fase m) di immersione delle foglie nella seconda soluzione in ebollizione per un tempo predeterminato, una fase n) di prelievo e raffreddamento delle foglie.
In maniera esemplificativa e non limitativa, la seconda soluzione potrà essere composta da 200 ml di candeggina per ogni litro di acqua.
La candeggina, oltre a facilitare la rimozione di eventuali residui di mesofillo, permetterà di rendere più bianche le foglie più secche che tendono a mantenere una colorazione scura anche dopo il processo di scheletrizzazione con la prima soluzione. Il tempo di cottura delle foglie nella seconda soluzione potrà variare a seconda delle condizioni delle foglie ed in linea generale potrà essere di almeno 20 minuti.
Anche in questo caso il raffreddamento delle foglie potrà essere ottenuto mediante immersione in acqua fredda o introduzione in ambiente a bassa temperatura, ad esempio sottozero, per causare uno shock termico.
A questo punto sarà possibile eliminare eventuali residui di mesofillo anche manualmente e procedere all’asciugatura delle foglie, preferibilmente in maniera naturale e non forzata.
Le foglie scheletrizzate potranno essere anche sottoposte a tintura, preferibilmente con pigmenti naturali, infusi o coloranti alimentari.
In maniera esemplificativa, per la tintura di 50 foglie scheletrizzate si potrà usare una miscela di colorante alimentare, liquido o in polvere, sciolto in una soluzione acquosa contenente anche sale ed aceto di vino bianco o prodotti similari.
Ad esempio, per 300ml di acqua si utilizzeranno 20ml di colorante alimentare, 30gr di sale e 20ml di aceto
Tale soluzione sarà portata ad ebollizione e si lasceranno cuocere le foglie fino ad ottenere l’intensità di colore desiderato.
Le foglie così trattate saranno poi immerse in un recipiente contente acqua fredda e aceto oppure sciacquate in acqua corrente fredda, per essere poi fatte asciugare in posizione sospesa oppure affiancate ad una fonte di calore ad una temperatura non superiore a 20°C.
In Fig.3 è illustrata una ulteriore variante di una delle due modalità sopra descritte che prevede che, dopo la fase b) di trattamento, eseguibile indifferentemente secondo una delle due modalità descritte, si proceda ad una fase o) di cristallizzazione delle foglie scheletrizzate mediante distribuzione a caldo sulle stesse di uno o più strati di una resina o colla naturale o sintetica riscaldata per essere portata allo stato fluido.
Preferibilmente, la fase o) di cristallizzazione potrà essere eseguita dopo la fase d) di cucitura, anche se sarà comunque possibile eseguire tale fase o) per ogni singola foglia per poi procedere alla cucitura delle foglie cristallizzate.
Secondo una modalità operativa preferita per la fase o) si adopererà una gomma o resina naturale, in particolare gomma arabica, la quale dovrà essere preventivamente sciolta, ad esempio a bagnomaria, per essere portata ad uno stato fluido.
Ad esempio, si potrà riporre la gomma arabica in un recipiente contenente acqua calda in rapporto ponderale 2:1 e mescolare, per poi porre il recipiente in un ulteriore contenitore per eseguire il riscaldamento a bagnomaria e favorire il processo di fusione della gomma.
In alternativa alla gomma arabica, che conferisce un aspetto vetroso e conferisce minore duttilità, si potranno usare diverse resine o colle sia naturali che sintetiche, quali la colla cristallo, atta a rendere le foglie più flessibili e creare un substrato resistente e trasparente per conferire un aspetto naturale, oppure una resina monocomponente, sempre per rendere le foglie più flessibili, resistenti e leggermente più lucide.
A questo punto si disporranno le foglie scheletrizzate su un opportuno supporto non aderente, quale una comune carta gommata o siliconata, ad esempio comune carta forno, per cospargerle con la gomma o resina fluida mediante un pennello.
Le foglie così trattate dovranno essere lasciate asciugare, possibilmente in posizione sospesa.
Per ottenere un effetto più lucido, ogni foglia potrà essere ricoperta da più strati di gomma arabica o altra gomma o resina. Ciascuno strato contribuirà alla chiusura dei piccoli fori creati dallo xilema delle foglie e quindi l’effetto finale sarà più omogeneo e liscio.
Le foglie così ottenute si presentano lucide, come se fossero bagnate, e di aspetto vetroso, con colore inalterato e poco duttili, e con maggiore resistenza rispetto alle foglie scheletrizzate ma non rivestite.
Le foglie così trattate non richiedono una particolare manutenzione ma possono essere semplicemente conservate in un luogo asciutto.
Inoltre, per ottenere un elemento di abbigliamento più spesso e flessibile sarà possibile sovrapporre più strati di foglie scheletrizzate che solo in seguito andranno ricoperte con gomma arabica o materiale equivalente.
Per quanto riguarda la fase d) di cucitura, per tutte le modalità operativa sopra descritte si potrà procedere nel seguente modo: si dispongono le foglie singole scheletrizzate disordinatamente affinché i punti più forti (apice e base) compensino quelli più deboli (parti centrali), in modo che con le intersezioni create la struttura sia in grado di sopportare maggiormente le tensioni, come visibile in Fig. 5.
Le foglie saranno così cucite tra loro, ad esempio mediante ago e filo di cotone, per rinforzare le giunture e le intersezioni, cucendo anche lungo il perimetro.
Preferibilmente si adopereranno il “punto indietro”, indicato con tratteggio breve, e l’impuntura semplice, indicata con tratteggio lungo.
Con le foglie scheletrizzate è inoltre possibile creare delle texture particolari grazie alla semitrasparenza delle foglie stesse.
L’elemento di abbigliamento può essere infatti preparato cucendo le foglie sovrapposte in maniera regolare e ordinata, come in Fig. 6, oppure si possono creare dei singoli moduli con cui realizzare delle geometrie di base, come nelle Figg. dalla 7 alla 9. Bisogna, tuttavia, considerare il fattore resistenza dell’elemento così ottenuto per cui sarebbe opportuno rispettare il principio di assemblaggio delle foglie tale per cui l’elemento creato rimanga pieghevole e risulti a prova di strappo.
Pertanto, è preferibile sempre disporre le foglie affinché i punti più forti compensino quelli più deboli.
In Fig. 4 è illustrata una ulteriore modalità operativa che prevede che la fase b) di trattamento di stabilizzazione preveda, in luogo della scheletrizzazione, una fase p) di disidratazione degli elementi vegetali.
In questo caso gli elementi vegetali utilizzabili non saranno necessariamente solo foglie ma si potranno utilizzare anche elementi quali steli e rami.
In particolare, la fase p) di disidratazione potrà essere eseguita mediante inserimento degli elementi vegetali non trattati in una terza soluzione salina.
La fase b) di trattamento di stabilizzazione prevede, dopo la fase p) di disidratazione, una fase q) di preparazione di una quarta soluzione acquosa di glicerina e di un tensioattivo e successiva fase r) di completa immersione degli elementi vegetali disidratati nella quarta soluzione fino a loro completa saturazione con la glicerina, essendo poi prevista una fase s) di sigillatura delle estremità inferiori degli elementi vegetali con paraffina fusa o prodotti similari.
Secondo una modalità operativa preferita ma non esclusiva si provvederà a preparare una soluzione salina comprendente 33gr di sale grosso per ogni litro di acqua, in cui immergere gli elementi vegetali per un tempo predeterminato, ad esempio 24h.
Questo processo permette al ramo o alla foglia singola di disidratarsi più velocemente per far sì che l’assorbimento della glicerina sia più veloce.
A questo punto si predispone una soluzione acquosa di glicerina e del tensioattivo, ad esempio comune detersivo per usi domestici, inserendo ad esempio 265ml di glicerina e 0,2ml di detersivo liquido per ogni litro di acqua.
Preferibilmente, si procederà prima sciogliendo la glicerina nell’acqua calda e poi aggiungendo il detersivo liquido che agisce da tensioattivo, causando la rottura delle molecole di glicerina, permettendo al ramo, allo stelo o alla foglia singola di assorbirla più velocemente.
Opportunamente, si potrà eseguire un’operazione di rottura delle fibre degli elementi vegetali, ad esempio mediante taglio diagonale delle estremità inferiore dei rami e degli steli o rottura delle punte affinché il legno vivo venga a diretto contatto con la soluzione.
Gli elementi vegetali saranno poi immersi nella quarta soluzione e riposti in luogo buio per 5/15 giorni al massimo, pressandoli affinché restino completamente immersi nella soluzione.
In maniera preferita, gli elementi vegetali che verranno immersi nella quarta soluzione saranno foglie singole e gli steli limitatamente alla parte del gambo con legno vivo, mentre le fogli attaccate allo stelo rimarranno fuori dalla soluzione.
Il trattamento terminerà quando sulla superficie e sul perimetro delle foglie esterne compariranno delle gocce di glicerina, segno che la foglia è ormai satura. A questo punto bisogna staccare le foglie dal ramo e sigillare le estremità inferiori con paraffina fusa.
Il colore delle foglie così trattate sarà più scuro e omogeneo ed al tatto si presenteranno pieghevoli e duttili, simili a pelle, con una durata anche di alcuni anni.
È preferibile mantenere le singole foglie stabilizzate pressate affinché mantengano umidità e quindi maggiore morbidezza. Prima dell’utilizzo sarà opportuno pressarle con un ferro da stiro caldo per distenderne la fibra.
La fase d) di cucitura sarà sostanzialmente simile a quella descritta in precedenza. L’elemento di abbigliamento così ottenuto, illustrato in Fig.10, si presenta simile alla pelle sottile, ossia morbido, liscio, duttile, resistente alle tensioni e lavabile con panno umido.
In Fig. 11 è infine illustrata una particolare configurazione di un elemento di abbigliamento applicato quale rivestimento ad una borsa del tipo pochette.
Da quanto sopra descritto appare evidente che il metodo secondo l’invenzione raggiunge gli scopi prefissati.
Il metodo e l’elemento di abbigliamento secondo l’invenzione sono suscettibili di numerose modifiche e varianti, tutte rientranti nel concetto inventivo espresso nelle rivendicazioni allegate. Tutti i particolari potranno essere sostituiti da altri elementi tecnicamente equivalenti, ed i materiali potranno essere diversi a seconda delle esigenze, senza uscire dall'ambito di tutela della presente invenzione.

Claims (11)

  1. Rivendicazioni 1. Un metodo per il confezionamento di elementi di abbigliamento mediante elementi vegetali, caratterizzato dal fatto di comprendere le seguenti fasi: a) predisposizione di una pluralità di elementi vegetali; b) trattamento di stabilizzazione di detti elementi vegetali per ottenere elementi vegetali trattati aventi resistenza e durata incrementati rispetto agli elementi vegetali naturali; c) sovrapposizione parziale di detti elementi vegetali trattati per definire uno o più strati; d) cucitura di detti elementi vegetali trattati e parzialmente sovrapposti per la realizzazione dell’elemento di abbigliamento.
  2. 2. Metodo secondo la rivendicazione 1, caratterizzato dal fatto che detti elementi vegetali sono foglie, detta fase b) di trattamento comprendendo una fase e) di scheletrizzazione di detti elementi vegetali atta a rimuoverne epidermide e mesofillo e mantenere esclusivamente le nervature.
  3. 3. Metodo secondo la rivendicazione 2, caratterizzato dal fatto che detta fase e) di scheletrizzazione prevede una fase f) di inserimento di dette foglie in una prima soluzione acquosa di bicarbonato di sodio ed un composto a base di potassio, quale bitartrato di potassio o idrossido di potassio.
  4. 4. Metodo secondo la rivendicazione 3, caratterizzato dal fatto che detta fase e) di scheletrizzazione prevede una fase g) di cottura di detti elementi vegetali in detta prima soluzione ed una successiva fase h) di prelievo di detti elementi vegetali da detta prima soluzione e successivo raffreddamento.
  5. 5. Metodo secondo la rivendicazione 4, caratterizzato dal fatto che detta fase e) di scheletrizzazione prevede, dopo detta fase h), una fase i) di preparazione di una seconda soluzione di acqua e candeggina, una fase l) di riscaldamento di detta seconda soluzione fino ad ebollizione, una fase m) di immersione di dette foglie in detta seconda soluzione in ebollizione per un tempo predeterminato, una fase n) di prelievo e raffreddamento di dette foglie.
  6. 6. Metodo secondo una qualsiasi delle rivendicazioni dalla 2 alla 5, caratterizzato dal fatto di comprendere una ulteriore fase o) di cristallizzazione di dette foglie scheletrizzate mediante distribuzione a caldo sulle stesse di uno o più strati di una resina o colla naturale o sintetica riscaldata per essere portata allo stato fluido.
  7. 7. Metodo secondo la rivendicazione 6, caratterizzato dal fatto che detta fase o) di cristallizzazione è eseguita dopo detta fase d) di cucitura.
  8. 8. Metodo secondo la rivendicazione 1, caratterizzato dal fatto che detta fase b) di trattamento di stabilizzazione prevede una fase p) di disidratazione di detti elementi vegetali.
  9. 9. Metodo secondo la rivendicazione 8, caratterizzato dal fatto che detta fase p) di disidratazione è eseguita mediante inserimento di detti elementi vegetali non trattati in una terza soluzione salina.
  10. 10. Metodo secondo la rivendicazione 8 o 9, caratterizzato dal fatto che detta fase b) di trattamento di stabilizzazione prevede, dopo detta fase p) di disidratazione, una fase q) di preparazione di una quarta soluzione acquosa di glicerina e di un tensioattivo e successiva fase r) di completa immersione di detti elementi vegetali disidratati in detta quarta soluzione fino a loro completa saturazione con la glicerina, essendo poi prevista una fase s) di sigillatura delle estremità inferiori degli elementi vegetali con paraffina fusa o prodotti similari.
  11. 11. Elemento di abbigliamento ottenuto mediante un metodo secondo una o più delle rivendicazioni precedenti.
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