IT201800009722A1 - Modello sartoriale e/o industriale e procedimento di realizzazione di detto modello sartoriale e/o industriale - Google Patents

Modello sartoriale e/o industriale e procedimento di realizzazione di detto modello sartoriale e/o industriale Download PDF

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Description

DESCRIZIONE
MODELLO SARTORIALE E/O INDUSTRIALE E PROCEDIMENTO DI REALIZZAZIONE DI DETTO MODELLO SARTORIALE E/O INDUSTRIALE La presente invenzione ha per oggetto un modello sartoriale e/o industriale e procedimento di realizzazione di detto modello sartoriale e/o industriale del tipo precisato nel preambolo della prima rivendicazione.
In particolare, la presente invenzione ha per oggetto un modello sartoriale e/o industriale atto ad aderire al corpo umano che può consistere in capi di abbigliamento per uomo, donna e bambino come, ad esempio, giacche, camicie, pantaloni, jeans, vestiti, reggiseni e affini.
Come noto, nell’ambito della modellistica sartoriale e/o industriale della moda in generale, vengono realizzati una pluralità di capi di abbigliamento aventi ciascuno una forma usualmente canonizzata.
Per secoli, e precisamente sin dal 1700, il manichino per sarti ha costituito il fulcro e punto fondamentale per la costruzione del modello e della forma dei capi d'abbigliamento. Ogni capo infatti veniva adattato alle forme ed alla postura del manichino. Le giacche in particolar modo venivano modellate senza tenere in considerazione i reali movimenti che gli arti possono compiere. Tutt’oggi si usa comporre le giacche, come anche molti altri capi di abbigliamento, utilizzando la figura del manichino, molto lontano dalla realtà della dinamica del corpo umano. Prima del 700 era di uso comune realizzare gli abiti direttamente sul corpo del cliente, tuttavia con importanti inconvenienti per praticità e comodità.
In particolare, infatti, i sarti usavano realizzare capi di abbigliamento con fibre esclusivamente disposte in drittofilo, cioè tagliati in perpendicolare ai margini laterali della stoffa con conseguenti limitazioni sulla facilità di movimento degli utenti.
Provvidenzialmente tra il 1917 ed il 1939, Madeleine Vionnet, una sarta francese, applicò il taglio in sbieco a tutto l'abito regalando alla donna un dono senza pari: la praticita'. Forse per la prima volta nella storia del costume, la figura femminile fu libera nei movimenti e fu possibile intuire la naturale fisionomia della persona. La sua scoperta fu rivoluzionaria anche se, tuttavia, con molti limiti e sconvenienze, compreso un grande spreco di tessuto e cuciture molto irregolari sui fianchi.
In seguito, in Francia ed America nacquero anche le scuole di drapppeggio, o draping, che prevedevano la modellazione e creazione di un capo d'abbigliamento completamente sul manichino.
Nacquero, pertanto le scuole di modellismo sartoriale ed industriale ed il conseguente calcolo matematico e geometrico su una superficie piatta di carta. Il vestito pertanto veniva tagliato o tutto in drittofilo o tutto in sbieco, risultando in un capo rigido e scomodo che “inscatolava” e costringeva qualsiasi naturale movimento.
Ad oggi, tali scuole di pensiero sono comunemente adottate in campo industriale e definiscono le cosiddette scuole di modellismo sartoriale e/o industriale.
Tali scuole prevedono l’uso del calcolo e delle competenze matematiche e geometriche su di una superficie piatta quale il cartamodello.
Il vestito viene, usualmente, tagliato o tutto in drittofilo o tutto in sbieco. Pertanto, i capi tagliati in drittofilo sono molto rigidi e spesso scomodi.
In sintesi, ogni capo infatti viene adattato alle forme e postura del manichino con porzioni di tessuto monodirezionale, tagliato cioè tutto in drittofilo o tutto in sbieco, ma utilizzando spesso fibre non naturali per garantire la sufficiente elasticità dell’abito.
La tecnica nota descritta comprende alcuni importanti inconvenienti.
In particolare, i modelli sartoriali e industriali concepiti attualmente non permettono una sufficiente elasticità e resistenza in alcune zone predeterminate come, ad esempio, quelle delle natiche e delle spalle. L’elasticità viene garantita parzialmente dalla conformazione delle fibre che sono principalmente non naturali. Il motivo di tale scelta risiede nel fatto che le fibre elastiche, derivanti soprattutto dal petrolio, consentono maggiori deformazioni del tessuto.
Tuttavia, queste ultime sono estremamente dannose per l’uomo ed inquinanti per l’ambiente.
Inoltre, è necessario realizzare tessuti con fibre monodirezionali in quanto non è possibile effettuare delle cuciture in corrispondenza di punti del modello in cui le porzioni di tessuto presentano direzioni di fibra orientate diversamente.
Inoltre, la tecnica nota attualmente non consente di conformare il modello sartoriale al fisico dell’utente, ma consente unicamente di adattare, con difficoltà, il tessuto al manichino ovviamente del tutto statico.
Infatti, un altro importante inconveniente è dato dal fatto che gli indumenti realizzati allo stato della tecnica attuale, non consentono all’utente di muoversi liberamente dentro all’abito, ma tendono a limitare la dinamicità dello stesso.
In conseguenza della caratteristica appena espressa, un ulteriore inconveniente è dato dal fatto che gli indumenti concepiti con la tradizione attuale sono spesso soggetti a facili rotture dovute alla poca elasticità dei tessuti ed allo stress che i costanti movimenti del corpo infondono alle fibre.
In questa situazione il compito tecnico alla base della presente invenzione è ideare un modello sartoriale e/o industriale e relativo procedimento di realizzazione di detto modello sartoriale e/o industriale in grado di ovviare sostanzialmente ad almeno parte degli inconvenienti citati.
Nell'ambito di detto compito tecnico è un importante scopo dell'invenzione ottenere un modello sartoriale e/o industriale e relativo procedimento di realizzazione che consenta di modellare agevolmente il capo finale sul fisico dell’utente a cui esso è destinato, consentendo l’adeguamento di esso alle forme naturali del muscolo sottostante e l’adattamento alle forme di chi lo indossa senza eliminare il comfort. Un altro importante scopo dell'invenzione è realizzare modelli che non limitino la dinamicità dell’utente e che siano in grado di agevolare i movimenti e le deformazioni dovute, ad esempio, al movimento muscolare, dando contemporaneamente tridimensionalità al capo stesso.
In conclusione, un altro importante compito dell’invenzione è realizzare un modello che sia molto resistente anche a fronte di movimenti ampi dell’utente che veste il capo.
Il compito tecnico e gli scopi specificati sono raggiunti da un modello sartoriale e/o industriale e un procedimento di realizzazione di detto modello sartoriale e/o industriale come rivendicato nella annessa rivendicazione 1.
Soluzioni tecniche preferite sono evidenziate nelle rivendicazioni dipendenti.
Le caratteristiche ed i vantaggi dell’invenzione sono di seguito chiariti dalla descrizione dettagliata di esecuzioni preferite dell’invenzione, con riferimento agli uniti disegni, nei quali:
la Fig. 1 mostra un esempio di un modello sartoriale o industriale secondo l’invenzione atto a consentire la realizzazione di un pantalone;
la Fig. 2a illustra un esempio di corpino senza maniche realizzato con un modello sartoriale o industriale secondo l’invenzione indossata da un utente;
la Fig. 2b è un carteggio del modello sartoriale o industriale secondo l’invenzione indossato da un utente in Fig.2a;
la Fig. 3a rappresenta un secondo esempio di corpino senza maniche realizzato con un modello sartoriale o industriale secondo l’invenzione indossato da un utente;
la Fig. 3b mostra un carteggio del modello sartoriale o industriale secondo l’invenzione indossato da un utente in Fig.3a; e
la Fig. 4 illustra un esempio di un modello sartoriale o industriale secondo l’invenzione atto a consentire la realizzazione di una gonna.
Nel presente documento, le misure, i valori, le forme e i riferimenti geometrici (come perpendicolarità e parallelismo), quando associati a parole come "circa" o altri simili termini quali "pressoché" o "sostanzialmente", sono da intendersi come a meno di errori di misura o imprecisioni dovute a errori di produzione e/o fabbricazione e, soprattutto, a meno di una lieve divergenza dal valore, dalla misura, dalla forma o riferimento geometrico cui è associato. Ad esempio, tali termini, se associati a un valore, indicano preferibilmente una divergenza non superiore al 10% del valore stesso.
Inoltre, quando usati, termini come “primo”, “secondo”, “superiore”, “inferiore”, “principale” e “secondario” non identificano necessariamente un ordine, una priorità di relazione o posizione relativa, ma possono essere semplicemente utilizzati per più chiaramente distinguere tra loro differenti componenti.
Le misurazioni e i dati riportati nel presente testo sono da considerarsi, salvo diversamente indicato, come effettuati in Atmosfera Standard Internazionale ICAO (ISO 2533:1975).
Con riferimento alle Figure, il modello sartoriale e/o industriale secondo l'invenzione è globalmente indicato con il numero 1.
Il modello sartoriale e/o industriale 1 è preferibilmente atto ad essere successivamente trasformato in un capo di abbigliamento vero e proprio. Pertanto, il termine modello sartoriale e/o industriale 1 può non riferirsi esclusivamente al carteggio, ma si può riferire direttamente all’abito essendo ogni porzione del carteggio sostanzialmente una codifica su carta di quanto corrispondente ad una parte di abito a manichino o su di un utente.
Il modello sartoriale e/o industriale 1 è da intendersi, pertanto, come una similitudine, su carta, di un capo di abbigliamento.
Pertanto, il modello 1 può essere di qualsivoglia tipologia e genere. Può essere o può consentire la realizzazione di un abito sportivo o un abito da sera, ad esempio di alta moda, e può comprendere una pluralità di tipologie differenti di taglio.
Il modello 1 può essere riferito ad un pantalone, una giacca, una gonna, una camicia o altri tipi di capi senza alcuna limitazione.
In particolare, preferibilmente, il modello 1 è destinato ad un utente ed è atto a ricoprire almeno parte del corpo di detto utente. Preferibilmente, il capo di abbigliamento o modello 1 ricopre almeno la maggior parte della porzione inferiore del corpo e/o della porzione superiore del corpo.
Con porzione inferiore del corpo si intendono la zona inguinale e gli arti inferiori, mentre con zona superiore si intendono il busto e gli arti superiori.
Il modello 1 include preferibilmente almeno una porzione principale 2. La porzione principale può comprendere una o più pezze, o uno o più tessuti, in cui le fibre sono disposte in drittofilo. Il termine “drittofilo” è un termine sartoriale ed indica sostanzialmente che il tessuto che compone il modello include delle fibre disposte lungo una unica direzione che è orientata sostanzialmente parallelamente o perpendicolarmente alla direzione di sforzo che porta alla deformazione del tessuto. Il modello 1 comprende, inoltre, preferibilmente una o più porzioni secondarie 3.
Ciascuna delle porzioni secondarie 3 definisce preferibilmente un pezzo di tessuto con un proprio perimetro delimitante un’area. Inoltre, essendo le porzioni secondarie 3 preferibilmente ricavate da un disegno predeterminato, esse sono, insieme alla o alle porzioni principali 2, atte a ricoprire le zone del corpo a cui il modello 1 è destinato. Le porzioni secondarie 2 non sono parti di tessuto da sovrapporre alle altre parti del tessuto in drittofilo, ma sono delle parti di tessuto che sostituiscono le parti in drittofilo nella zona corrispondente. Pertanto, il modello 1 è sostanzialmente definito da un puzzle di porzioni principali 2 e porzioni secondarie 3.
Preferibilmente, l’area di ciascuna porzioni secondaria 3 è compatibile con la zona di corpo dell’utente su cui è destinata.
Le porzioni secondarie 3, opportunamente, includono delle fibre in sbieco.
Il termine “in sbieco” è un termine di tipo sartoriale che indica una porzione di tessuto in cui la fibra è disposta sostanzialmente a 45° rispetto alla direzione dello sforzo, ossia delle forze che portano alla deformazione della porzione di tessuto.
Pertanto, il modello 1 può includere porzioni secondarie 3 disposte nelle zone più disparate. Prendendo ad esempio una giacca, le porzioni secondarie 3 e principali 2 possono essere disposte maniera tale che il modello 1 presenti una configurazione di questo tipo: le porzioni principali 2 risultano, preferibilmente, essere in corrispondenza del centro, del davanti e del sopramanica; il telino laterale ed sottomanica includono preferibilmente porzioni secondarie 3. Se invece il modello 1 è riferito ad una gonna, il dietro è realizzato con una o più porzioni secondarie 3, mentre il davanti con una o più porzioni principali 2. Un pantalone, preferibilmente, include il davanti ed il dietro vita con porzioni principali 2, i glutei con porzioni secondarie 3 fino al ginocchio con il resto realizzato con porzioni principali 2.
Il cinturino davanti può includere una porzione secondaria 3, il cinturino dietro una porzione principale 2. Per quanto riguarda le maniche, la manica può includere sotto una porzione secondaria 3 e sopra una porzione principale 2.
Generalizzando il concetto, opportunamente, il modello 1 comprende almeno una porzione principale 2 atta a realizzare la forma di un capo di abbigliamento ed almeno una porzione secondaria 3 in corrispondenza di una zona del corpo umano soggetta a deformazioni più ampie.
Le zone di corpo soggette alle deformazioni più ampie sono ovvie e corrispondono alle zone in cui il tessuto è posto a maggior trazione, ossia in cui viene maggiormente “tirato” quando un utente compie dei movimenti comuni come camminare, sedersi, alzare le braccia e similari.
Tali zone sono preferibilmente la zona dei glutei, la zona inferiore delle braccia, la zona laterale del busto, la sottomanica e la zona alta della schiena.
Per poter realizzare il modello 1 non è possibile, come già detto nell’ambito della tecnica nota, realizzare delle cuciture di tipo convenzionale.
Opportunamente, il modello 1 comprende delle linee di cucitura 4 particolari.
Le linee di cucitura 4 non sono dritte, ma preferibilmente descrivono delle traiettorie curvilinee. In particolare, essi descrivono delle traiettorie atte a consentire la giunzione delle porzioni principali 2 e delle porzioni secondarie 3 in maniera tale che le fibre di ciascuna porzione 2, 3 si uniscano con continuità, come mostrato in Fig. 3.
Nel caso in cui si adottassero cuciture dritte, le fibre risulterebbero sfalsate, ed il capo di abbigliamento assumerebbe delle deformazioni irregolari, durante il movimento che porterebbero a punti esteticamente non soddisfacenti e scomodi per l’utente.
Il modello 1 è quindi atto a realizzare un capo di abbigliamento le cui fibre sono interamente naturali. Tali fibre sono notoriamente non elastiche, ma la configurazione delle porzioni secondarie 3 consente di adottare delle fibre di questo tipo. Tali fibre possono includere materiali come lana, cotone, seta, cashmere, lino, rayon, viscosa ed altre fibre purché naturali e non elasticizzate.
L’invenzione comprende, in particolare, un nuovo procedimento di realizzazione di un modello sartoriale e/o industriale 1 di abbigliamento.
Il procedimento comprende, in particolare, almeno una fase di definizione in cui il modello sartoriale e/o industriale 1 viene realizzato su di un carteggio. In questa fase, preferibilmente, il modello 1 include esclusivamente una porzione principale 2 il cui perimetro definisce la forma di un capo di abbigliamento e, in parte, le zone di cucitura che consentono la realizzazione successiva del capo di abbigliamento. Inoltre, il procedimento comprende almeno una fase di frammentazione in cui viene disegnata almeno una detta porzione secondaria 3 in corrispondenza delle zone del corpo a cui sono associate deformazioni più ampie.
Opportunamente, le porzioni secondarie 3 vengono delimitate da linee di cucitura 4 rispetto alle porzioni principali 2 in maniera tale che i confini tra le due siano curvilinei e consentano il corretto allineamento delle fibre.
In particolare, il modello sartoriale e/o industriale 1 elaborato con il procedimento appena descritto comprende, a seconda del capo di abbigliamento, le stesse caratteristiche descritte nelle precedenti pagine.
Il modello sartoriale e/o industriale ed il procedimento di realizzazione di detto modello secondo l’invenzione conseguono importanti vantaggi.
Infatti, la configurazione dei modelli 1 consente di modellare agevolmente il capo di abbigliamento risultante dal modello 1 stesso sul fisico dell’utente a cui esso è destinato.
In particolare, a seconda della muscolatura dello stesso, è possibile posizionare delle porzioni secondarie 3 in maniera tale che l’eventuale movimento di zone muscolari quali le spalle ed i bicipiti non vengano limitati dal tessuto.
Infatti, retto; se si prende in mano un quadrato di stoffa comune è facile osservare che ii modo in cui esso si deforma sotto un carico a trazione dipende spiccatamente dalla direzione in cui si tira. Se si tira, con una certa precisione, lungo i fili dell'ordito e della trama, ossia in drittofilo, la stoffa si allunga pochissimo e, in altre parole, essa risulta essere rigida a trazione. Al contrario, applicando una trazione con le fibre in sbieco la deformazione è molto maggiore.
In tal senso un importante vantaggio di modello 1 e procedimento è quello di realizzare dei capi di abbigliamento che non limitino la dinamicità dell’utente che li utilizza e che non siano soggetti a facili rotture dovute alle limitate deformazioni concesse al capo stesso.
In conclusione, un importante vantaggio dell’invenzione è quello di consentire la realizzazione di modelli 1 elastici con l’utilizzo di fibre unicamente naturali. Il fatto di poter realizzare abiti elastici con fibre naturali riduce notevolmente l’inquinamento nocivo per l’uomo e per l’ambiente.
L’invenzione è suscettibile di varianti rientranti nell'ambito del concetto inventivo definito dalle rivendicazioni.
In tale ambito tutti i dettagli sono sostituibili da elementi equivalenti ed i materiali, le forme e le dimensioni possono essere qualsiasi.

Claims (10)

  1. RIVENDICAZIONI 1. Modello sartoriale e/o industriale (1) atto a definire un capo di abbigliamento per un utente e comprendente almeno una porzione principale (2) includente tessuto disposto in drittofilo rispetto al corpo di detto utente, e caratterizzato dal fatto di comprendere almeno - una porzione secondaria (3) includente tessuto disposto in sbieco rispetto a detto corpo di detto utente disposta in una zona di detto corpo soggetta a trazioni più elevate rispetto al resto di detto corpo.
  2. 2. Modello (1) secondo la rivendicazione 1, in cui detta porzione secondaria (3) e detta porzione principale (2) sono reciprocamente giuntate per mezzo di una linea di cucitura (4) descrivente una traiettoria curvilinea in maniera tale che le fibre di dette porzioni (2, 3) siano reciprocamente giuntate con continuità.
  3. 3. Modello (1) secondo almeno una rivendicazione precedente, includente esclusivamente fibre di tipo naturale.
  4. 4. Modello (1) secondo almeno una rivendicazione precedente, comprendente una pluralità di porzioni secondarie (3) ed atto a realizzare una maglia in cui dette porzioni secondarie (3) sono disposte in corrispondenza di ciascuno dei due sottomanica e dei due fianchi posteriori di detto corpo e detta porzione principale (2) definisce il resto di detto corpo.
  5. 5. Modello (1) secondo almeno una rivendicazione precedente, atto a realizzare una gonna in cui detta porzione secondaria (3) è disposta in corrispondenza del posteriore di detto corpo e detta porzione principale (2) è disposta in corrispondenza del davanti di detto corpo.
  6. 6. Modello (1) secondo almeno una rivendicazione precedente, atto a realizzare un pantalone in cui detta porzione secondaria (3) è disposta in corrispondenza della zona delle gambe di detto corpo compresa tra i glutei e le ginocchia e detta porzione principale (2) è disposta in corrispondenza del resto di detto corpo.
  7. 7. Modello (1) secondo almeno una rivendicazione precedente, comprendente una pluralità di porzioni secondarie (3) e porzioni principali (2) ed atto a realizzare un cinturino ed una manica in cui dette porzioni secondarie (3) sono disposte in corrispondenza del davanti di detto cinturino e del sotto di detta manica e dette porzioni principali (2) sono disposte nel dietro di detto cinturino e nel sopra di detta manica.
  8. 8. Modello (1) secondo almeno una rivendicazione precedente, atto a realizzare una giacca in cui detta porzione secondaria (3) è disposta in corrispondenza della zona alta della schiena di detto corpo.
  9. 9. Procedimento di realizzazione di un modello sartoriale e/o industriale (1) comprendente il modello (1) della rivendicazione ed almeno una fase di definizione in cui detto modello (1) viene realizzato su di un carteggio in maniera tale da comprendere esclusivamente una detta porzione principale (2) il cui perimetro definisce la forma di un capo di abbigliamento e, in parte, le zone di cucitura che consentono la realizzazione successiva del capo di abbigliamento, ed è caratterizzato dal fatto di comprendere - una fase di frammentazione in cui viene disegnata almeno una detta porzione secondaria (3) in corrispondenza delle zone di detto corpo a cui sono associate deformazioni più ampie.
  10. 10. Procedimento secondo la rivendicazione 9, in cui dette porzioni secondarie (3) sono delimitate da linee di cucitura (4) rispetto a detta porzione principale (2) in maniera tale che i confini tra dette porzioni (2, 3) siano curvilinei e consentano l’allineamento delle fibre di dette porzioni (2, 3).
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