IT201800005759A1 - Accessorio per macchine erogatrici di liquido in pressione - Google Patents

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Description

DESCRIZIONE
del Brevetto Italiano per Invenzione Industriale dal titolo: “ACCESSORIO PER MACCHINE EROGATRICI DI LIQUIDO IN PRESSIONE”
Campo della tecnica
La presente invenzione riguarda un accessorio atto a condizionare un flusso di liquido in pressione, tipicamente d’acqua, che viene erogato da una macchina erogatrice, come ad esempio una idropulitrice o altra macchina da lavaggio ad alta/altissima pressione. In particolare, la presente invenzione riguarda un accessorio rotativo atto a trasformare il flusso d’acqua proveniente da una pompa della macchina erogatrice in uno o più getti rotanti.
Stato della tecnica
Un accessorio rotativo come quello sopra delineato comprende generalmente uno statore ed un rotore girevolmente accoppiato folle allo statore.
Lo statore è dotato di una bocca di ingresso per il liquido da erogare, la quale può essere innestata all’estremità di una lancia o di una pistola di erogazione della macchina.
Il rotore presenta internamente un condotto di convogliamento atto a porre in comunicazione idraulica la bocca di ingresso dello statore con uno o più ugelli di erogazione.
Gli ugelli di erogazione sono montati all’estremità del rotore e sono orientati in modo tale che ciascuno di essi definisca una direzione di uscita del liquido che è sghemba rispetto all’asse di rotazione del rotore.
In questo modo, il liquido che fuoriesce ad alta pressione dagli ugelli di erogazione genera, per reazione, una spinta avente almeno una componente tangenziale in grado di mettere in rotazione il rotore.
Per regolare la velocità di rotazione del rotore, alcuni di questi accessori utilizzano un freno magnetico.
Il freno magnetico comprende generalmente una corona di magneti fissati al rotore ed un anello di materiale elettricamente conduttivo, tipicamente di rame, solidale allo statore e posto a circondare i magneti.
Durante la rotazione del rotore, il campo magnetico variabile prodotto dai magneti in rotazione genera, nell’anello di materiale conduttivo, delle correnti parassite, chiamate anche correnti di Foucault, che producono un attrito elettro-magnetico e tendono a frenare il rotore.
Al fine di consentire agli utilizzatori di variare l’intensità di questo effetto frenante, l’anello di materiale conduttivo è montato sullo statore in modo tale da poter essere spostato in direzione assiale tra una posizione di massima frenatura, in cui l’anello di materiale conduttivo e la corona di magneti sono perfettamente inseriti l’uno nell’alto, ed una posizione di minima frenatura, in cui l’anello di materiale conduttivo e la corona di magneti sono almeno parzialmente sfalsati tra loro in direzione assiale.
Lo spostamento dell’anello di materiale conduttivo tra queste due posizioni è ottenuto mediante un organo di azionamento manuale, il quale è girevolmente accoppiato allo statore ed è collegato all’anello di materiale conduttivo mediante un opportuno sistema di trasmissione meccanica atto a trasformare il moto rotativo dell’organo di azionamento in un corrispondente movimento assiale dell’anello di materiale conduttivo.
Questa soluzione ha tuttavia l’inconveniente di risultare strutturalmente piuttosto complessa, aumentando il numero di componenti da fabbricare e da assemblare e, quindi, il costo complessivo dell’accessorio, nonché le possibilità che si manifestino difettologie o malfunzionamenti.
Sommario dell’invenzione
Alla luce di quanto sopra esposto, uno scopo della presente invenzione è quello di fornire un accessorio rotante per macchine erogatrici di un fluido in pressione che sia costruttivamente più semplice ed economico rispetto alla tecnica nota. Tale ed altri scopi sono raggiunti dalle caratteristiche dell’invenzione riportate nella rivendicazione indipendente 1. Le rivendicazioni dipendenti delineano aspetti preferiti e/o particolarmente vantaggiosi dell’invenzione.
In particolare, una forma di attuazione della presente invenzione rende disponibile un accessorio per macchine erogatrici di un fluido in pressione (es. idropulitrici o altre macchine da lavaggio ad alta/altissima pressione) comprendente:
- uno statore dotato di una bocca di ingresso per un liquido da erogare, - un rotore girevolmente accoppiato folle allo statore secondo un prefissato asse di rotazione,
- almeno un ugello di erogazione per il liquido da erogare fissato al rotore e definente una direzione di efflusso sghemba rispetto all’asse di rotazione,
- un condotto di convogliamento definito all’interno del rotore per mettere in comunicazione idraulica la bocca di ingresso con l’ugello di erogazione,
- una corona di magneti distribuiti circonferenzialmente attorno all’asse di rotazione e solidali in rotazione al rotore, e
- un corpo monolitico di materiale elettricamente condutture, il quale presenta una superficie anulare atta a circondare la corona di magneti ed una filettatura atta ad avvitarsi con una corrispondente filettatura dello statore, in modo da definire un giunto che consente a detto corpo monolitico di scorrere rispetto allo statore in direzione parallela all’asse di rotazione ruotando intorno a quest’ultimo. Grazie a questa soluzione, sia l’anello di materiale conduttore atto a cooperare con la corona di magneti per generare l’effetto frenante, sia l’organo di azionamento atto a farlo scorrere in direzione assiale per variare l’intensità del suddetto effetto frenante, vengono vantaggiosamente realizzati sotto forma di un unico corpo monolitico (monoblocco), senza la necessità di interporre ulteriori corpi conduttori e senza la necessità di predisporre alcun sistema di trasmissione e trasformazione del moto.
In questo modo si semplifica la struttura costruttiva dell’accessorio, diminuendo il numero di componenti da fabbricare e da assemblare, con conseguente riduzione dei costi di produzione e incremento dell’affidabilità.
Secondo un aspetto dell’invenzione, la superficie anulare del corpo monolitico può essere separata dalla corona di magneti da una intercapedine anulare avente spessore compreso tra 0.5 mm e 1 mm, ad esempio sostanzialmente pari a 0.75 mm.
Grazie a questa soluzione si garantisce una efficace generazione delle correnti parassite (o correnti di Foucault) che sono responsabili dell’effetto frenante.
Secondo un altro aspetto dell’invenzione, il corpo monolitico può essere di alluminio o di una lega di alluminio, ad esempio di anticorodal.
Questo tipo di materiale ha il vantaggio di garantire una conducibilità elettrica sufficiente ad ottenere l’effetto frenante ma, al contempo, consente di realizzare il corpo monolitico in modo relativamente semplice ed economico.
Secondo un ulteriore aspetto dell’invenzione, la filettatura del corpo monolitico può essere realizzata su una superficie interna di una cavità cilindrica del corpo monolitico, mentre la corrispondente filettatura dello statore può essere realizzata su una superficie esterna di una porzione cilindrica dello statore atta ad essere coassialmente accolta nella detta cavità cilindrica del corpo monolitico.
In questo modo, il corpo monolitico risulta avvitato all’esterno dello statore, dove può essere facilmente e comodamente afferrato e manipolato per regolare la sua posizione assiale e quindi l’effetto frenante.
A questo riguardo, l’accessorio può comprendere un anello di presa in materiale plastico infilato e fissato sul corpo monolitico.
Questo anello di presa ha il vantaggio di favorire l’afferraggio e la manipolazione del corpo monolitico da parte di un utilizzatore.
Un diverso aspetto dell’invenzione prevede che la corona di magneti possa essere vincolata al rotore mediante l’interposizione di un anello di supporto posto coassiale all’asse di rotazione.
In questo modo, la predisposizione e l’assemblaggio della corona di magneti risulta vantaggiosamente semplice ed affidabile.
Secondo un altro aspetto dell’invenzione, l’accessorio può comprendete un cannotto di collegamento posto a collegare idraulicamente la bocca di ingresso dello statore al condotto di convogliamento del rotore.
Questo cannotto di collegamento ha l’effetto di guidare il flusso di liquido proveniente dalla bocca di ingresso verso il condotto di convogliamento del rotore e quindi verso l’ugello di erogazione.
L’accessorio può inoltre comprendere una ghiera di protezione fissata al rotore e atta ad avvolgere detto almeno un ugello di erogazione.
In questo modo, l’ugello di erogazione risulta vantaggiosamente coperto e nascosto, proteggendo gli utilizzatori dal potervi entrare accidentalmente in contatto durante la rotazione, ed evitando l’ingresso di polvere o detriti all’interno dello accessorio.
Secondo un altro aspetto dell’invenzione, l’accessorio può comprendere mezzi di bloccaggio atti ad impedire la rotazione del rotore quando lo statore si trova in una prefissata posizione assiale rispetto al rotore stesso.
Grazie a questa soluzione è vantaggiosamente possibile utilizzare l’accessorio anche per generare uno o più getti fissi.
In particolare, i suddetti mezzi di bloccaggio possono comprendere una superficie solidale in rotazione al corpo monolitico, la quale è atta a stare a diretto contatto con una corrispondente superficie solidale in rotazione al rotore, quando lo statore si trova nella detta posizione assiale.
In questo modo, l’attrito generato dal contatto tra queste due superfici è efficacemente in grado di bloccare il rotore in una posizione fissa, in modo molto semplice ed affidabile.
Breve descrizione dei disegni
Ulteriori caratteristiche e vantaggi dell’invenzione risulteranno evidenti dalla lettura della descrizione seguente fornita a titolo esemplificativo e non limitativo, con l’ausilio delle figure illustrate nelle tavole allegate.
La figura 1 è una vista frontale di un accessorio conforme ad una forma di attuazione della presente invenzione.
La figura 2 è la sezione II-II indicata in figura 1, in cui l’accessorio è mostrato in una prima configurazione operativa.
La figura 3 è la sezione di figura 2 mostrata in una seconda configurazione operativa.
La figura 4 è la sezione IV-IV indicata in figura 2.
Descrizione dettagliata
Dalle menzionate figure si rileva un accessorio 100 atto a condizionare un flusso di liquido, tipicamente d’acqua, che viene prodotto da una macchina erogatrice (non mostrata).
La macchina erogatrice può essere una idropulitrice o una macchina da lavaggio al alta/altissima pressione, ad esempio una di quelle macchine da lavaggio che possono raggiungere valori di pressione superiori a 800 bar e che possono essere utilizzate ad esempio per abradere, disincrostare o, nel campo dell’edilizia, per togliere l’intonaco.
In particolare, l’accessorio 100 è atto a trasformare il flusso di liquido proveniente da una pompa della macchina erogatrice in uno o più getti rotanti, ossia aventi un andamento generalmente a spirale.
Come illustrato in figura 2, l’accessorio 100 comprende uno statore 105 dotato di una bocca di ingresso 110 per il liquido da erogare.
La bocca di ingresso 1110 può essere ad esempio collegata all’estremità di una lancia o di una pistola erogatrice della macchina.
Lo statore 105 può essere un componente rigido formato da un solo corpo monolitico o da più corpi fissati tra loro.
Nell’esempio mostrato, lo statore 105 comprende almeno due corpi, di cui un primo corpo cilindrico 115, il quale presenta una cavità centrale che si estende assialmente per tutta la sua lunghezza, ed una boccola di raccordo 120, la quale è fissata (nell’esempio avvitata) ad una estremità del primo corpo 115 per definire la bocca di ingresso 110.
L’accessorio 100 comprende inoltre un rotore 125, il quale è girevolmente accoppiato folle allo statore 105 secondo un prefissato asse di rotazione A.
L’asse di rotazione A può coincidere con l’asse della bocca di ingresso 110 dello statore 105.
Anche il rotore 125 può essere un componente rigido formato da un solo corpo monolitico o da più corpi fissati tra loro.
Nell’esempio mostrato, il rotore 125 comprende almeno due corpi, di cui un albero 130 estendentesi con asse coincidente all’asse di rotazione A ed una testina 135, ad esempio di diametro maggiorato, la quale è fissata (nell’esempio avvitata) ad una estremità dell’albero 130.
L’opposta estremità dell’albero 130 può essere coassialmente inserita nella cavità centrale dello statore 105, nella fattispecie del primo corpo 115, dove può essere sostenuta da una coppia di cuscinetti 140.
I cuscinetti 140 consentono al rotore 125 di ruotare in modo folle (libero) rispetto allo statore 105 intorno all’asse di rotazione A.
Al rotore 125, ad esempio in corrispondenza della testina 135, sono fissati due ugelli di erogazione 145.
Ciascun ugello di erogazione 145 è orientato in modo da definire una direzione di efflusso che è sghemba rispetto all’asse di rotazione A, ossia non parallela e non incidente rispetto all’asse di rotazione A.
Nell’esempio mostrato, le direzioni di efflusso definite dai due ugelli di erogazione 145 sono anche sghembe tra loro e, preferibilmente, orientate in versi discordi rispetto all’asse di rotazione A.
In altre forme di attuazione, il rotore 125 potrebbe comprendere un solo ugello di erogazione 145 oppure un numero maggiore di ugelli di erogazione 145, senza per questo uscire dall’ambito della presente trattazione.
Gli ugelli di erogazione 145 sono idraulicamente collegati alla bocca di ingresso 110 attraverso un condotto di convogliamento 150 che è ricavato e definito all’interno del rotore 125.
Ad esempio, il condotto di convogliamento 150 può estendersi longitudinalmente lungo tutto l’albero 130 e biforcarsi all’interno della testina 135 per raggiungere i due ugelli di erogazione 145.
Il condotto di convogliamento 150 può essere idraulicamente collegato con la bocca di ingresso 110 mediante un cannotto di collegamento 155, chiamato anche guida-flusso, il quale può essere disposto coassiale all’asse di rotazione A. Il cannotto di collegamento 155 può essere parzialmente inserito nella bocca di ingresso 110 e parzialmente inserito nel condotto di convogliamento 150, ad esempio con l’interposizione di appositi organi di tenuta.
L’accessorio 100 comprende inoltre una corona 160 di magneti, ad esempio di magneti permanenti, i quali sono distribuiti circonferenzialmente attorno all’asse di rotazione A e sono solidali in rotazione al rotore 125.
In particolare, la corona 160 di magneti può essere fissata all’albero 130, ad esempio in un tratto dell’albero 130 che è compreso tra i cuscinetti 140 e la testina 135, preferibilmente in modo da risultare esterna alla cavità centrale dello statore 105.
Come illustrato in figura 4, la corona 160 può comprendere una pluralità di magneti, singolarmente intesi come corpi magnetici, i quali sono disposti sostanzialmente complanari tra loro e angolarmente distribuiti attorno all’asse di rotazione A, sostanzialmente alla medesima distanza radiale da quest’ultimo, in modo da realizzare una sorta di anello.
In particolare, la corona 160 può comprendere magneti aventi diversa polarità, ad esempio magneti con polarità positiva e magneti con polarità negativa, i quali sono disposti tra loro in alternanza lungo lo sviluppo circonferenziale dell’anello. I magneti della corona 160 possono essere fissati ad un anello di supporto 165, il quale è a sua volta coassialmente calettato sul rotore 125, ad esempio sull’albero 130, in modo da risultare ad esso solidale in rotazione.
L’accessorio 100 comprende inoltre un corpo monolitico (monoblocco) 170 di materiale elettricamente condutture, il quale presenta una superficie anulare 175, ad esempio di forma cilindrica, disposta coassiale all’asse di rotazione A e atta a circondare esternamente la corona 160 di magneti.
Il corpo monolitico 170 può essere costituito di metallo, ad esempio di alluminio o di una lega di alluminio come l’anticorodal.
La superficie anulare 175 può essere separata dalla corona 160 di magneti da una intercapedine anulare avente spessore compreso tra 0.5 mm e 1 mm, ad esempio uguale a 0.75 mm.
Nel corpo monolitico 170 è ulteriormente ricavata una filettatura 180 atta ad accoppiarsi con una corrispondente filettatura 185 dello statore 105, in modo da definire un giunto che consente al corpo monolitico 170 e, con esso, alla superficie anulare 175, di scorrere rispetto allo statore 105 in direzione parallela all’asse di rotazione A ruotando intorno a quest’ultimo.
Più nel dettaglio, il corpo monolitico 170 può comprendere una parete laterale 190 di forma sostanzialmente cilindrica, la quale definisce una cavità interna atta ad accogliere coassialmente almeno una porzione dello statore 105, ed una flangia 195, posta ad una estremità assiale della parete laterale 190, la quale chiude la cavità interna dello statore 105 e presenta un foro centrale attraverso cui l’albero 130 del rotore 125 sporge all’esterno.
In questo modo, la cavità interna del corpo monolitico 170 e la cavità interna dello statore 105 definiscono globalmente un volume in cui sono racchiusi i cuscinetti 140 e la corona 160 di magneti.
Tale volume può essere chiuso a tenuta mediante apposite guarnizioni anulari, ad esempio guarnizioni a labbro, le quali possono essere interposte rispettivamente tra la flangia 195 e l’albero 130 del rotore 125 e tra quest’ultimo e lo statore 105.
La superficie anulare 175 può essere definita da un tratto della superficie interna della parete laterale 190 del corpo monolitico 170, ad esempio da un tratto posto in prossimità della flangia 195.
La filettatura 180 del corpo monolitico 170 può essere realizzata sotto forma di una filettatura interna ricavata su una superficie interna della parete laterale 190, ad esempio in un tratto posto in corrispondenza dell’estremità opposta rispetto alla flangia 195.
La corrispondente filettatura 185 può essere realizzata sotto forma di una filettatura esterna ricavata su una superficie esterna di una porzione cilindrica dello statore 105, ad esempio di una porzione del primo corpo 115, che si inserisce nel corpo monolitico 170.
In questo modo, avvitando e svitando il corpo monolitico 170 rispetto allo statore 105 è vantaggiosamente possibile spostare la superficie anulare 175, avanti e indietro lungo la direzione dell’asse di rotazione A, tra una prima posizione (illustrata in figura 2), in cui la superficie anulare 175 circonda completamente la corona 160 di magneti, ed una seconda posizione (illustrata in figura 3), in cui la superficie anulare 175 è assialmente sfalsata rispetto alla corona 160 di magneti, potendola anche arrestare in qualunque posizione intermedia.
Per favorire l’avvitamento/svitamento manuale del corpo monolitico 170, a quest’ultimo può essere coassialmente fissato un anello esterno di presa 200, il quale può essere sagomato in modo ergonomico.
L’anello di presa 200 può essere realizzato in materiale plastico, ad esempio in polipropilene, e può essere ad esempio fissato al corpo monolitico 170 mediante un grano filettato.
Al corpo monolitico 170 può essere ulteriormente fissato un guscio di rivestimento 205, avente ad esempio una forma sostanzialmente cilindrica, il quale si protende assialmente dalla flangia 195 verso gli ugelli di erogazione 145, avvolgendo coassialmente e ricoprendo anche una parte del rotore 125 che sporge dal corpo monolitico 170.
Il guscio di rivestimento 205 può essere realizzato in acciaio, ad esempio in acciaio inox, e può essere anch’esso fissato al corpo monolitico 170 mediante un grano filettato.
L’accessorio 100 può infine comprendere una ghiera di protezione 210, conformata sostanzialmente ad anello e forata al centro per garantire l’erogazione del fluido da parte degli ugelli di erogazione 145, la quale è coassialmente fissata al rotore 125 in modo da avvolgere la testina 135 e gli ugelli di erogazione 145, coprendoli e proteggendoli rispetto all’esterno.
La ghiera di protezione 210 può essere realizzata in acciaio, ad esempio in acciaio inox, e può essere fissata al rotore 125, ad esempio alla testina 135, mediante una vite assiale.
A seguito dell’avvitamento/svitamento del corpo monolitico 170, la distanza assiale tra la ghiera di protezione 210 ed il guscio di rivestimento 205 varia corrispondentemente.
In particolare, la ghiera di protezione 210 presenta una superficie anulare 215 che è atta ad andare a diretto contatto con una corrispondente superficie anulare 220 del guscio di rivestimento 205, quando il corpo monolitico 170 si trova nella posizione di figura 3.
Poiché la ghiera di protezione 210 è solidale in rotazione al rotore 125, mentre il guscio di rivestimento 205 è solidale in rotazione al corpo monolitico 170 e, quindi, allo statore 105, il contatto tra le superfici 215 e 220 crea un attrito che blocca il rotore 125, impedendogli di ruotare.
L’utilizzo dell’accessorio 100 risulta evidente dalla sua struttura ed è brevemente descritto nel seguito.
L’accessorio 100 può essere collegato alla lancia o alla pistola di erogazione della macchina, in modo che il flusso d’acqua proveniente dalla pompa entri dalla bocca di ingresso 110.
Fluendo attraverso il cannotto di collegamento 155 ed il condotto di convogliamento 150, il flusso d’acqua fuoriesce ad alta pressione attraverso gli ugelli di erogazione 145.
Poiché l’asse di efflusso degli ugelli di erogazione 145 è sghembo rispetto all’asse di rotazione A, i getti d’acqua uscenti generano, per reazione, una spinta tangenziale che causa la rotazione del rotore 125 rispetto allo statore 105, imprimendo ai getti stessi un andamento a spirale.
Durante la rotazione del rotore 125, il campo magnetico variabile generato dal movimento dei magneti della corona 160 produce, nel materiale conduttivo del corpo monolitico 170 che sottende alla superficie anulare 175, delle correnti elettriche parassite o correnti di Foucault.
Queste correnti parassite producono un attrito elettro-magnetico che tende a frenare il rotore 125, rallentandolo.
L’intensità di questo effetto frenante è massima quando la superficie anulare 175 del corpo monolitico è coassialmente inserita e perfettamente affacciata alla corona 160 di magneti, come illustrato in figura 2, mentre diminuisce a mano a mano che aumenta lo sfasamento assiale reciproco, spostandosi verso la posizione illustrata in figura 3.
Avvitando o svitando il corpo monolitico 170 rispetto allo statore 105, l’utilizzatore è quindi in grado di variare l’intensità dell’effetto frenante, regolando la velocità di rotazione del rotore 125 in modo indipendente dalla pressione dell’acqua proveniente dalla pompa.
Quando tuttavia il corpo monolitico 170 raggiunge la posizione di figura 3, l’attrito che si può generare tra la superficie anulare 215 della ghiera di protezione 210 e la superficie anulare 220 del guscio di rivestimento 205, permette di bloccare la rotazione del rotore 125, cosicché l’accessorio 100 è vantaggiosamente in grado di generare anche dei getti d’acqua fissi.
Ovviamente all’accessorio 100 sopra descritto un tecnico del settore potrà apportare numerose modifiche di natura tecnico applicativa, senza per questo uscire dall’ambito dell’invenzione come sotto rivendicata.

Claims (10)

  1. RIVENDICAZIONI 1. Un accessorio (100) per macchine erogatrici di liquido in pressione comprendente: - uno statore (105) dotato di una bocca di ingresso (110) per un liquido da erogare, - un rotore (125) girevolmente accoppiato folle allo statore (105) secondo un prefissato asse di rotazione (A), - almeno un ugello di erogazione (145) per il liquido da erogare fissato al rotore (125) e definente una direzione di efflusso sghemba rispetto all’asse di rotazione (A), - un condotto di convogliamento (150) definito all’interno del rotore (125) per mettere in comunicazione idraulica la bocca di ingresso (110) con l’ugello di erogazione (145), - una corona (160) di magneti distribuiti circonferenzialmente attorno all’asse di rotazione (A) e solidali in rotazione al rotore (125), e - un corpo monolitico (170) di materiale elettricamente condutture, il quale presenta una superficie anulare (175) atta a circondare la corona (160) di magneti ed una filettatura (180) atta ad avvitarsi con una corrispondente filettatura (185) dello statore (105), in modo da definire un giunto che consente a detto corpo monolitico (170) di scorrere rispetto allo statore (105) in direzione parallela all’asse di rotazione (A) ruotando intorno a quest’ultimo.
  2. 2. Un accessorio (100) secondo la rivendicazione 1, in cui la superficie anulare (175) del corpo monolitico (170) è separata dalla corona di magneti da una intercapedine anulare avente spessore compreso tra 0.5 mm e 1 mm.
  3. 3. Un accessorio (100) secondo la rivendicazione 1 o 2, in cui il corpo monolitico (170) è di alluminio o lega di alluminio.
  4. 4. Un accessorio (100) secondo una qualunque delle rivendicazioni precedenti, in cui la filettatura (180) del corpo monolitico (170) è realizzata su una superficie interna di una cavità cilindrica del corpo monolitico (170), e la corrispondente filettatura (185) dello statore (105) è realizzata su una superficie esterna di una porzione cilindrica dello statore (105) atta ad essere coassialmente accolta nella detta cavità cilindrica del corpo monolitico (170).
  5. 5. Un accessorio (100) secondo una qualunque delle rivendicazioni precedenti, comprendente un anello di presa (200) in materiale plastico infilato e fissato sul corpo monolitico (170).
  6. 6. Un accessorio (100) secondo una qualunque delle rivendicazioni precedenti, in cui la corona (160) di magneti è vincolata al rotore (125) mediante l’interposizione di un anello di supporto (165) posto coassiale all’asse di rotazione (A).
  7. 7. Un accessorio (100) secondo una qualunque delle rivendicazioni precedenti, comprendete un cannotto di collegamento (155) posto a collegare idraulicamente la bocca di ingresso (110) dello statore (105) al condotto di convogliamento (150) del rotore (125).
  8. 8. Un accessorio (100) secondo una qualunque delle rivendicazioni precedenti, comprendente una ghiera di protezione (210) fissata al rotore (125) e atta ad avvolgere detto almeno un ugello di erogazione (145).
  9. 9. Un accessorio (100) secondo una qualunque delle rivendicazioni precedenti, comprendente mezzi di bloccaggio (215, 220) atti ad impedire la rotazione del rotore (125) quando lo statore (105) si trova in una prefissata posizione assiale rispetto al rotore (125) stesso.
  10. 10. Un accessorio (100) secondo la rivendicazione 9, in cui detti mezzi di bloccaggio comprendono una superficie (220) solidale in rotazione al corpo monolitico (170), la quale è atta a stare a diretto contatto con una corrispondente superficie (215) solidale in rotazione al rotore (125), quando lo statore (105) si trova nella detta posizione assiale.
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