IT201600070291A1 - Distributore rotante per idroguida - Google Patents

Distributore rotante per idroguida

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IT201600070291A1
IT201600070291A1 IT102016000070291A IT201600070291A IT201600070291A1 IT 201600070291 A1 IT201600070291 A1 IT 201600070291A1 IT 102016000070291 A IT102016000070291 A IT 102016000070291A IT 201600070291 A IT201600070291 A IT 201600070291A IT 201600070291 A1 IT201600070291 A1 IT 201600070291A1
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IT
Italy
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cylindrical
distributor
cylindrical holes
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openings
Prior art date
Application number
IT102016000070291A
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English (en)
Inventor
Claudio Ognibene
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Ognibene Power Spa
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    • B62LAND VEHICLES FOR TRAVELLING OTHERWISE THAN ON RAILS
    • B62DMOTOR VEHICLES; TRAILERS
    • B62D5/00Power-assisted or power-driven steering
    • B62D5/06Power-assisted or power-driven steering fluid, i.e. using a pressurised fluid for most or all the force required for steering a vehicle
    • B62D5/08Power-assisted or power-driven steering fluid, i.e. using a pressurised fluid for most or all the force required for steering a vehicle characterised by type of steering valve used
    • B62D5/083Rotary valves
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    • BPERFORMING OPERATIONS; TRANSPORTING
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    • B62D5/09Power-assisted or power-driven steering fluid, i.e. using a pressurised fluid for most or all the force required for steering a vehicle characterised by means for actuating valves
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Description

“DISTRIBUTORE ROTANTE PER IDROGUIDA”
<CAMPO TECNICO>
Un distributore rotante per uno sterzo idraulico, in particolare un distributore rotante del tipo a centro aperto.
<TECNICA PREESISTENTE>
I dispositivi di sterzo idraulico, come è noto, sono impiegati su veicoli da trasporto e da lavoro per diminuire lo sforzo che il guidatore deve applicare su di un volante per comandare la sterzata delle ruote di detto veicolo.
Tali dispositivi di sterzo idraulico comprendono una pompa atta a pressurizzare un fluido di lavoro, solitamente olio, e un attuatore idraulico, generalmente realizzato tramite un cilindro idraulico a doppio effetto, atto ad agire su di un meccanismo di sterzo del veicolo per orientarne le ruote nella direzione voluta.
L’attuatore idraulico viene alimentato tramite un distributore, il quale è comandato dal volante sul quale agisce il guidatore.
Il distributore può assumere tre posizioni operative, in una delle quali, detta posizione di neutro, il fluido in pressione proveniente dalla pompa viene scaricato direttamente al serbatoio della pompa, mentre in ognuna delle altre due, dette di sterzatura, il fluido in pressione viene inviato all’attuatore idraulico che comanda lo sterzo in una direzione o nella direzione opposta.
Tali distributori rotanti a centro aperto comprendono un alloggiamento all’interno del quale sono accolti due corpi cilindrici accoppiati a tenuta.
Il corpo cilindrico più interno, generalmente chiamato cassetto, è rigidamente associato in rotazione al volante ed è assialmente cavo, mentre il corpo cilindrico più esterno, solitamente chiamato camicia, è connesso al cassetto mediante mezzi elastici per piccole rotazioni e mediante mezzi rigidi per rotazioni maggiori.
Il cassetto e la camicia sono dotate di una serie di aperture che, quando il distributore si trova nella posizione di neutro, sono affacciate l’una sull’altra permettendo il deflusso del fluido pompato verso il serbatoio della pompa. Una soluzione nota prevede che le aperture ricavate nella camicia siano costituite da fresature assiali di ampiezza, ovvero dimensione in direzione circonferenziale, molto ridotta.
Tale soluzione nasce dall’esigenza di ridurre la rumorosità del distributore, la quale è prevalentemente causata da fenomeni di cavitazione che si generano durante la commutazione del distributore tra la posizione di neutro ed una delle altre due posizioni operative.
Un problema noto di tale soluzione è che tali fresature non sono di facile realizzazione e comportano un aggravio di costi, oltre ad un aumento dei tempi, nella produzione del distributore.
Uno scopo della presente invenzione è quello di superare i menzionati inconvenienti della tecnica nota, nell’ambito di una soluzione semplice, dal costo contenuto e che non peggiori sensibilmente la silenziosità del dispositivo.
Tali scopi sono raggiunti dalle caratteristiche dell’invenzione riportate nella rivendicazione indipendente. Le rivendicazioni dipendenti delineano aspetti preferiti e/o particolarmente vantaggiosi dell’invenzione.
ESPOSIZIONE DELL’INVENZIONE
L’invenzione, particolarmente, rende disponibile un distributore rotante per un sistema di sterzo idraulico comprendente: un primo corpo cavo dotato di: una prima superficie esterna cilindrica, una coassiale prima superficie interna cilindrica ed una serie di prime aperture passanti dalla prima superficie esterna alla prima superficie interna, ed un secondo corpo cavo, coassialmente e girevolmente inserito all’interno del primo corpo rispetto ad un asse centrale X del primo corpo, dotato di: una seconda superficie esterna cilindrica, una seconda superficie interna cilindrica coassiale alla seconda superficie esterna, una serie di seconde aperture, ognuna delle quali è affacciabile ad una corrispondente prima apertura, ed una coppia di superfici inclinate convergenti verso ciascuna seconda apertura e realizzate in corrispondenza della seconda superficie esterna, in cui ciascuna delle prime aperture del primo corpo è costituita da almeno un foro cilindrico passante, a sezione costante o a sezione rastremata (ad esempio in modo discontinuo) dalla prima superficie esterna alla prima superficie interna, una cui estremità interna sfocia sulla prima superficie interna cilindrica e, ad esempio una cui estremità esterna sfocia sulla prima superficie esterna del primo corpo.
Grazie a tale soluzione, il distributore può essere ottenuto mediante un processo produttivo più veloce, economico e semplice rispetto ai processi produttivi per la realizzazione dei distributori di arte nota. Inoltre, grazie a tale soluzione, il distributore può avere caratteristiche di silenziosità pari, se non addirittura superiori, rispetto ai distributori noti.
Un aspetto dell’invenzione prevede che ciascuna delle prime aperture del primo corpo possa essere costituita da un gruppo di detti fori cilindrici a sezione costante, in cui i fori cilindrici di ciascun gruppo di fori cilindrici possono essere allineati lungo una direzione parallela all’asse centrale.
In tal modo è possibile realizzare una prima apertura avente sezione adeguata alla portata di fluido in circolo lavorando il primo corpo con processi veloci ed economici.
Secondo un ulteriore aspetto dell’invenzione, il diametro di ogni foro cilindrico può essere compreso tra 0,5 mm e 2,5 mm.
In questo modo è garantito un ottimale compromesso tra la dinamica del fluido pompato e il fenomeno della cavitazione. Secondo un ulteriore aspetto dell’invenzione, ogni seconda apertura può essere costituita da un’asola allungata con asse longitudinale parallelo all’asse centrale e affacciabile a tutti i fori cilindrici del gruppo di fori cilindrici definenti ciascuna prima apertura.
In questo modo la lavorazione del secondo corpo può essere realizzata in modo semplice ed accurato.
Secondo un altro aspetto dell’invenzione, la distanza massima tra le pareti inclinate può essere compresa tra 2 e 10 volte il diametro di ogni foro cilindrico.
Vantaggiosamente, la distanza radiale massima tra ciascuna superficie inclinata e una immaginaria circonferenza contenente la seconda superficie esterna cilindrica (ovvero la seconda superficie esterna cilindrica a contatto con la prima superficie interna del primo corpo) è compresa 0,025 mm e 0,30 mm, preferibilmente 0,1 mm.
In tal modo, è ottimizzabile il deflusso di fluido attraverso le seconde aperture anche quando il primo corpo ed il secondo corpo non si trovano in posizione di neutro, permettendo al contempo di ridurre la rumorosità del distributore anche in tale configurazione.
Un aspetto vantaggioso ancora dell’invenzione può prevedere che un interasse tra i fori cilindrici adiacenti di un gruppo di fori cilindrici sia compreso tra 0,5 e 3 volte il diametro di un foro cilindrico.
Preferibilmente, (tutti) i fori cilindrici di ciascun gruppo di fori cilindrici possono presentare diametro uguale fra loro.
In questo modo il distributore può essere ottenuto in modo semplice ed economico, a parità di prestazioni.
In alternativa, due o più (o tutti) dei fori cilindrici di ciascun gruppo di fori cilindrici possono presentare diametro differente fra loro.
In questo modo è possibile definire una apertura/chiusura graduale delle luci di passaggio definite dai fori cilindrici stessi.
Secondo un altro aspetto dell’invenzione, la lunghezza di ciascuna asola allungata è tale da potersi sovrapporre radialmente a tutti i fori cilindrici che definiscono una rispettiva prima apertura.
In tal modo, un’unica asola allungata che definisce una seconda apertura può sottendere una pluralità di fori cilindrici che costituiscono una prima apertura.
<BREVE DESCRIZIONE DEI DISEGNI>
Ulteriori caratteristiche e vantaggi dell’invenzione risulteranno evidenti dalla lettura della descrizione seguente fornita a titolo esemplificativo e non limitativo, con l’ausilio delle figure illustrate nelle tavole allegate.
La figura 1 è una rappresentazione schematica di un sistema di sterzo idraulico comprendente un distributore secondo l’invenzione.
La figura 2 è una vista laterale del distributore.
La figura 3 è una vista in sezione lungo il piano A-A del dispositivo in figura 1.
La figura 4 è una vista in sezione lungo il piano B-B del dispositivo in figura 1.
La figura 5 è una vista in sezione lungo il piano C-C del dispositivo in figura 3.
La figura 6 è una vista laterale del distributore di figura 1 in una differente posizione operativa.
La figura 7 è una vista in sezione lungo il piano D-D del dispositivo in figura 5.
La figura 8 è una vista laterale di una alternativa forma di realizzazione del distributore secondo l’invenzione.
La figura 9 è una vista in sezione lungo il piano E-E del dispositivo in figura 7.
MODO MIGLIORE PER ATTUARE L’INVENZIONE
Con particolare riferimento a tali figure, si è indicato globalmente con 10 un distributore rotante a centro aperto per un sistema di sterzo idraulico 15 (anche detto idroguida) atto ad azionare, mediante un attuatore idraulico 20, un meccanismo di sterzo 25 di un veicolo dotato di una coppia di ruote sterzanti 30.
Il distributore 10 è governato, direttamente o mediante rinvii meccanici, tramite un volante 35 azionato da un operatore del veicolo.
Detto distributore 10 è mobile da una posizione di neutro, in cui un fluido pressurizzato inviato da una pompa 40 viene scaricato direttamente ad un serbatoio 45 della pompa, o verso una prima posizione, in cui il fluido pressurizzato viene inviato ad una prima camera 50 dell’attuatore idraulico 20 per orientare il meccanismo di sterzo 25 in un senso, o verso una seconda posizione, in cui il fluido pressurizzato viene inviato ad una seconda camera 55 dell’attuatore idraulico 20 per orientare il meccanismo di sterzo 25 nel senso opposto.
Il distributore 10 comprende un alloggiamento 60 nel quale sono ricavati: un condotto di ingresso 65 per il fluido pressurizzato, un condotto di scarico 70 comunicante col serbatoio 45 della pompa, un primo condotto di mandata 75 comunicante con la prima camera 50 dell’attuatore idraulico 20 ed un secondo condotto di mandata 80 comunicante con la seconda camera 55 dell’attuatore idraulico 20.
A seconda dell’invio del fluido pressurizzato al primo condotto di mandata 75 o al secondo condotto di mandata 80 è possibile effettuare la sterzata in una direzione o in quella opposta.
Il distributore 10 comprende un primo corpo 85 cavo, ad esempio di forma globalmente cilindrica.
Il primo corpo 85 è, come noto al tecnico del settore, accolto a tenuta (ad esempio coassialmente) all’interno dell’alloggiamento 60 ed è girevolmente associato ad esso rispetto ad un asse centrale X (longitudinale) del primo corpo 85.
Il primo corpo 85, ad esempio, prende il moto rotatorio dalla rotazione del volante 35, al quale è connesso mediante opportuni organi di collegamento meccanico.
Il primo corpo 85 comprende, ad esempio in una principale porzione assiale che include una delle due estremità del primo corpo stesso, una prima superficie esterna 90 cilindrica ed una prima superficie interna 95 cilindrica coassia le alla prima superficie esterna 90.
Il primo corpo 85 è dotato di una serie z di prime aperture 100 passanti radialmente (ovvero atte a mettere in comunicazione l’esterno con l’interno del primo corpo 85), circonferenzialmente disposte ad esempio equidistanti fra loro.
Le prime aperture 100 mettono in comunicazione una camera ricavata nell’alloggiamento 60 e posta all’esterno del primo corpo 85, la quale a sua volta comunica con il condotto di ingresso 65 del fluido pressurizzato, con una camera interna al primo corpo 85.
Ogni prima apertura 100 è costituita da almeno un foro cilindrico 105, nell’esempio una pluralità di fori cilindrici 105.
Nell’esempio preferito ciascun foro cilindrico 105 è a sezione costante per tutta la sua lunghezza, ovvero per tutto lo spessore del primo corpo 80 dalla prima superficie esterna 90 alla prima superficie interna 95 dello stesso.
Non si esclude tuttavia che ciascun foro cilindrico 105 o alcuni di essi possa essere a sezione rastremata lungo la sua lunghezza, ovvero per tutto lo spessore del primo corpo 80 dalla prima superficie esterna 90 alla prima superficie interna 95 dello stesso (ad esempio presentando un diametro maggiore in corrispondenza della prima superficie esterna 90 rispetto al diametro in corrispondenza della prima superficie interna 95). In tal caso, ad esempio, il foro cilindrico 105 potrebbe essere realizzato con rastremazione discontinua, ovvero essere realizzato da un primo tratto (radiale) cilindrico ed un secondo tratto (radiale) consecutivo al primo tratto di diametro minore rispetto al diametro del primo tratto.
Ciascun foro cilindrico 105 presenta un asse B radiale rispetto all’asse centrale X del primo corpo 85 stesso.
Ciascun foro cilindrico 105 comprende un’estremità esterna 110, che sfocia sulla prima superficie esterna 90, ovvero il cui perimetro è definito dalla proiezione della sezione circolare del foro cilindrico 105 sulla prima superficie esterna 90 cilindrica, in altre parole l’estremità esterna 110 è contenuta sulla prima superficie esterna 90 cilindrica.
Ciascun foro cilindrico 105 comprende un’estremità interna 115, che sfocia sulla prima superficie interna 95, ovvero il cui perimetro è definito dalla proiezione della sezione circolare del foro cilindrico 105 sulla prima superficie interna 95 cilindrica, in altre parole l’estremità interna 115 è contenuta sulla prima superficie interna 95 cilindrica.
In pratica, ogni foro cilindrico 105 si estende radialmente dalla prima superficie esterna 90 cilindrica alla prima superficie interna 95 cilindrica.
Ciascuna prima apertura 100 del primo corpo 85 è costituita da un gruppo di detti fori cilindrici 105 allineati lungo una direzione parallela all’asse centrale X, ovvero i cui assi B giacciono tutti su un piano (radiale) contenente l’asse centrale X.
Ad esempio, ciascun gruppo di fori cilindrici 105 è costituito da 2 o più fori cilindrici 105, ad esempio in numero di 3 (come mostrato nelle figure 2-7), di 4 (come mostrato nelle figure 8 e 9) o di 5 o più.
I fori cilindrici 105 di ciascun gruppo possono essere equidistanziati l’uno dall’altro; la distanza tra due fori cilindrici 105 adiacenti, da intendersi come interasse tra detti fori cilindrici 105, è compresa tra 0.5 e 3 volte il diametro di un foro cilindrico 105, preferibilmente pari a 1,5 volte il diametro del foro cilindrico 105 (sia che essi siano equidistanti tra loro che presentino differenti distanze reciproche).
Ciascun foro cilindrico 105 presenta diametro compreso tra 0,5 mm e 2,5 mm, preferibilmente pari a 1,5 mm.
In una prima forma di attuazione, illustrata nelle figure dalla 2 alla 7, la serie z di prime aperture 100 comprende dodici (equidistanti) prime aperture 100, ognuna formata da un gruppo di tre fori cilindrici 105.
In una seconda forma di attuazione, illustrata nelle figure dalla 8 alla 9, la serie z di prime aperture 100 comprende dodici prime aperture 100, ognuna dotata di un gruppo di quattro fori cilindrici 105.
Il primo corpo 85 è dotato anche di altre (quattro) serie t, u, v, w di aperture circonferenziali, le quali non verranno trattate in quanto del tipo noto al tecnico del settore.
Il distributore 10 comprende un secondo corpo 120 cavo, ad esempio di forma globalmente cilindrica.
Il secondo corpo 120 è coassialmente inserito, a tenuta come noto al tecnico del ramo, all’interno del primo corpo 85, ovvero all’interno della cavità cilindrica dello stesso.
Il secondo corpo 120 è associato girevolmente (o almeno in modo oscillante) al primo corpo 85 attorno all’asse centrale X del primo corpo 85.
Tra il primo corpo 85 ed il secondo corpo 120 sono interposti mezzi (noti) per limitare la rotazione reciproca tra essi in oscillazioni permesse e per spingere (in modo elastico) il secondo corpo 120 in posizioni angolari prestabilite rispetto al primo corpo 85 (come meglio apparirà dalla descrizione nel seguito).
Il secondo corpo 120, ad esempio, prende il moto rotatorio dalla rotazione del volante 35, al quale è connesso mediante opportuni organi di collegamento meccanico e, ad esempio, trasferisce tale moto al primo corpo 85 mediante i detti mezzi (come noto al tecnico del settore).
Il secondo corpo 120 comprende, ad esempio in una principale porzione assiale che include una delle due estremità del secondo corpo stesso, una seconda superficie esterna 125 cilindrica ed una seconda superficie interna 130 cilindrica coassiale alla seconda superficie esterna 125.
La seconda superficie esterna 125 del secondo corpo 120 è accolta sostanzialmente a misura all’interno del primo corpo 85, ovvero all’interno della prima superficie interna 95 dello stesso.
La seconda superficie esterna 125 del secondo corpo 120 è, in pratica, a contatto di strisciamento con la prima superficie interna 95 del primo corpo 85 durante la rotazione reciproca del secondo corpo 120 rispetto al primo corpo 85. Il secondo corpo 120 è dotato di una serie di seconde aperture 135, passanti radialmente (ovvero atte a mettere in comunicazione l’esterno con l’interno del secondo corpo 120), circonferenzialmente disposte, ad esempio equidistanti fra loro.
Preferibilmente, la distanza reciproca (circonferenziale) tra le prime aperture 100 del primo corpo 85 è uguale alla distanza reciproca (circonferenziale) tra le seconde aperture 135 del secondo corpo 120, ovvero ognuna delle seconde aperture 135 del secondo corpo 120 è affacciabile (allineabile in direzione radiale) ad un’unica rispettiva prima apertura 100.
Ciascuna seconda apertura 135 è costituita da una asola allungata con asse longitudinale C parallelo all’asse centrale X del primo corpo 85, il quale coincide con l’asse centrale del secondo corpo 120.
Ad esempio, l’asola allungata che definisce ciascuna seconda apertura 135 presenta una estremità longitudinale aperta in corrispondenza di una estremità del secondo corpo 120 e una contrapposta estremità longitudinale chiusa, non si esclude tuttavia che entrambe le estremità longitudinali dell’asola allungata che definisce ciascuna seconda apertura 135 possano essere chiuse.
Ad esempio, ciascuna seconda apertura 135 è ottenuta per fresatura.
L’asola allungata che definisce ciascuna seconda apertura 135 presenta una coppia di contrapposte pareti parallele 140 che delimitano in senso circonferenziale la rispettiva seconda apertura 135.
Le pareti parallele 140, in pratica, giacciono su piani paralleli al piano radiale mediano (che contiene l’asse centrale X) della seconda apertura 135 stessa.
Ogni seconda apertura 135 presenta una lunghezza longitudinale pari o superiore alla lunghezza nella medesima direzione della corrispondente prima apertura 100 del primo corpo 85 (intendendo per lunghezza della prima apertura l00 la distanza tra i punti estremali dei fori cilindrici 105 di estremità di ciascun gruppo di fori cilindrici 105).
Il secondo corpo 120 comprende una coppia di superfici inclinate 145 convergenti verso ciascuna seconda apertura 135, le quali sono realizzate in corrispondenza della seconda su perficie esterna 125.
Ciascuna superficie inclinata 145 affianca la rispettiva seconda apertura 135 per l’intero sviluppo longitudinale della stessa.
Le superfici inclinate 145 sono simmetriche rispetto ad un piano mediano radiale della seconda apertura 135.
Le superfici inclinate 145 possono ad esempio essere costituite, come osservabile in figura 5, da una coppia di superfici curve, aventi convessità rivolta verso l’esterno del secondo corpo 120, ovvero rivolte in uso verso la prima superficie interna 95 del primo corpo 85.
Ciascuna superficie inclinata 145 si raccorda (verso l’interno) con una rispettiva parete parallela 140 e (verso l’esterno) con una porzione cilindrica della seconda superficie esterna 125 (a contatto di strisciamento con la prima superficie interna 95 del primo corpo 85).
In pratica, le superfici inclinate 145 di ciascuna seconda apertura 135 definiscono una porzione di invito alla seconda apertura stessa.
La distanza radiale massima tra ciascuna superficie inclinata e una immaginaria circonferenza contenente la seconda superficie esterna 125 cilindrica del secondo corpo 120 (ovvero la seconda superficie esterna 125 cilindrica a contatto con la prima superficie interna 95 del primo corpo 85) è compresa 0,025 mm e 0,30 mm, preferibilmente 0,1 mm.
La distanza (circonferenziale) massima tra le superfici inclinate 145 di ciascuna coppia di superfici inclinate 145, ovvero la distanza tra le superfici di raccordo (esterne) tra le superfici inclinate e la porzione cilindrica della seconda superficie esterna 125, è maggiore del diametro del foro cilindrico 105.
Ad esempio, la distanza massima tra le superfici inclinate 145 è compresa tra 2 e 10 volte il diametro del foro cilindrico 105.
La distanza (circonferenziale) minima tra le superfici inclinate 145 di ciascuna coppia di superfici inclinate 145, ovvero la distanza tra le superfici di raccordo (interne) tra le superfici inclinate e la rispettiva parete parallela 140 della seconda apertura 135 (ovvero la distanza tra le pareti parallele stesse), è minore del diametro del foro cilindrico 105.
Ad esempio, la distanza minima tra le superfici inclinate 145 è compresa tra 0,5 e 1,5 volte il diametro del foro cilindrico 105.
Il volume interno del secondo corpo 120 (ovvero la sua cavità interna delimitata dalla seconda superficie interna 130) è in comunicazione di fluido con il condotto di scarico 70, in modo che il condotto di ingresso 65 possa essere messo in comunicazione di fluido con il condotto di scarico 70 quando le (tutte) prime aperture 100 del primo corpo 85, ovvero ciascun foro cilindrico 105, sono allineate con la rispettiva seconda apertura 135 del secondo corpo 120.
Ad esempio, il secondo corpo 120 è mobile all’interno del primo corpo 85, ovvero girevolmente mobile, tra una posizione di neutro, in cui ciascuna seconda apertura 135 è allineata (radialmente) ad una corrispondente prima apertura 100, ovvero gli assi B dei fori cilindrici 105 di ciascun gruppo di fori cilindrici 105 giace sostanzialmente sul piano mediano radiale della corrispondente seconda apertura 135, ed una posizione di sterzatura, in cui ciascuna seconda apertura 135 è disallineata (radialmente) ad una corrispondente prima apertura 100, ovvero gli assi B dei fori cilindrici 105 di ciascun gruppo di fori cilindrici 105 sono sostanzialmente incidenti col piano mediano radiale della corrispondente seconda apertura 135.
Ad esempio, i suddetti mezzi (noti) per limitare la rotazione reciproca tra il primo corpo 85 ed il secondo corpo 120 in contenute oscillazioni sono configurati per spingere reciprocamente in modo elastico il secondo corpo 120 e il primo corpo 85 verso la posizione di neutro da qualsiasi posizione di sterzatura (destra o sinistra) quando il volante 35 è stazionario in una qualunque posizione angolare.
Il funzionamento del distributore 10 secondo l’invenzione è il seguente.
Quando il volante 35 si trova stazionario in una qualunque posizione angolare il primo corpo 85 e il secondo corpo 120 si trovano in posizione di neutro, le seconde aperture 135 sono in comunicazione di fluido con le corrispondenti prime aperture 100, ovvero i fori cilindrici 105 che le costituiscono, permettendo il ricircolo del fluido proveniente dalla pompa 40 verso il serbatoio 45.
In pratica, in tale configurazione, il fluido entra nell’alloggiamento 60 attraverso il condotto di ingresso 65, attraversa radialmente le prime aperture 100 del primo corpo 85, entra nelle porzioni di invito delimitate circonferenzialmente dalle superfici inclinate 145 (nell’intercapedine tra il primo corpo 85 ed il secondo corpo 120) e, da qui, è sospinto ad attraversare le seconde aperture 135 per uscire dall’alloggiamento 60 attraverso il condotto di scarico 70 comunicante con la cavità interna del secondo corpo 120.
In questa configurazione, inoltre, il primo condotto di mandata 75 ed il secondo condotto di mandata 80 vengono di fatto by-passati in modo che l’attuatore idraulico 20 rimanga in una configurazione stazionaria (di centratura o una qualsiasi posizione sterzata).
Quando il volante 35 è azionato in rotazione il primo corpo 85 e il secondo corpo 120 si portano in una posizione di sterzatura (ovvero di comando della sterzatura).
In pratica, le prime aperture 100 e le seconde aperture 135 vengono angolarmente sfasate, come illustrato in figura 6 e 7, e almeno una parte del fluido è indirizzata attraverso le serie t, u, v, w di aperture circonferenziali (per aumento della perdita di carico attraverso i passaggi sfalsati tra le seconde aperture 135 e le prime aperture 100) verso il primo condotto di mandata 75 o il secondo condotto di mandata 80 a seconda del verso di rotazione imposto al volante 35, per azionare l’attuatore idraulico 20 ed effettuare la sterzata in un senso o nell’altro.
L’invenzione così concepita è suscettibile di numerose modifiche e varianti tutte rientranti nell’ambito del concetto inventivo.
Inoltre tutti i dettagli sono sostituibili da altri elementi tecnicamente equivalenti.
In pratica i materiali impiegati, nonché le forme e le dimensioni contingenti, potranno essere qualsiasi a seconda delle esigenze senza per questo uscire dall’ambito di protezione delle seguenti rivendicazioni.

Claims (11)

  1. RIVENDICAZIONI 1. Un distributore (10) rotante per un sistema di sterzo idraulico (15) comprendente: - un primo corpo (85) cavo dotato di: una prima superficie esterna (90) cilindrica, una coassiale prima superficie interna (95) cilindrica ed una serie (z) di prime aperture (100) passanti dalla prima superficie esterna (90) alla prima superficie interna (95), ed - un secondo corpo (120) cavo, coassialmente e girevolmente inserito all’interno del primo corpo (85) rispetto ad un asse centrale (X) del primo corpo (85), dotato di: una seconda superficie esterna (125) cilindrica, una seconda superficie interna (130) cilindrica coassiale alla seconda superficie esterna (125), una serie di seconde aperture (135), ognuna delle quali è affacciabile ad una corrispondente prima apertura (100), ed una coppia di superfici inclinate (145) convergenti verso ciascuna seconda apertura (135) e realizzate in corrispondenza della seconda superficie esterna (125), caratterizzato dal fatto che ciascuna delle prime aperture (100) del primo corpo (85) è costituita da almeno un foro cilindrico (105) passante dalla prima superficie esterna (90) alla prima superficie interna (95) del primo corpo (85) e una cui estremità interna (115) sfocia sulla prima superficie interna (95) cilindrica.
  2. 2. Distributore (10) secondo la rivendicazione 1, in cui ciascuna delle prime aperture (100) del primo corpo (85) è costituita da un gruppo di detti fori cilindrici (105) a sezione costante, in cui i fori cilindrici (105) di ciascun gruppo di fori cilindrici (105) sono allineati lungo una direzione parallela all’asse centrale (X).
  3. 3. Distributore (10) secondo la rivendicazione 1 o 2, in cui il foro cilindrico (105) presenta sezione costante lungo tutto lo spessore del primo corpo (85) dalla prima superficie esterna (90) alla prima superficie interna (95) dello stesso e presenta una estremità esterna che sfocia sulla prima superficie esterna (90) del primo corpo (80).
  4. 4. Distributore (10) secondo la rivendicazione 1 o 2, in cui il foro cilindrico (105) presenta sezione rastremata lungo lo spessore del primo corpo (85) dalla prima superficie esterna (90) alla prima superficie interna (95) dello stesso e presenta una estremità esterna che sfocia sulla prima superficie esterna (90) del primo corpo (80).
  5. 5. Distributore (10) secondo la rivendicazione 1 o 2, in cui il diametro di ogni foro cilindrico (105) è compreso tra 0,5 mm e 2,5 mm.
  6. 6. Distributore (10) secondo la rivendicazione 2, in cui ogni seconda apertura (135) è costituita da un’asola allungata con asse longitudinale (C) parallelo all’asse centrale (X) e affacciabile a tutti i fori cilindrici (105) del gruppo di fori cilindrici (105) definenti ciascuna prima apertura (100).
  7. 7. Distributore (10) secondo la rivendicazione 1, in cui la distanza massima tra le superfici inclinate (145) è compresa tra 2 e 10 volte il diametro di ogni foro cilindrico (105).
  8. 8. Distributore (10) secondo la rivendicazione 1, in cui la distanza radiale massima tra ciascuna superficie inclinata (145) e una immaginaria circonferenza contenente la seconda superficie esterna (125) cilindrica è compresa tra 0,025 mm e 0,30 mm, preferibilmente 0,1 mm.
  9. 9. Distributore (10) secondo la rivendicazione 2, in cui un interasse tra i fori cilindrici (105) adiacenti di un gruppo di fori cilindrici (105) è compreso tra 0,5 e 3 volte il diametro di un foro cilindrico (105).
  10. 10. Distributore (10) secondo la rivendicazione 2, in cui i fori cilindrici (105) di ciascun gruppo di fori cilindrici (105) presentano diametro uguale fra loro.
  11. 11. Distributore (10) secondo la rivendicazione 2, in cui due o più dei fori cilindrici (105) di ciascun gruppo di fori cilindrici (105) presentano diametro differente fra loro.
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