IT201800002493A1 - Macchina per la separazione di piastrelle da una lastra ceramica - Google Patents

Macchina per la separazione di piastrelle da una lastra ceramica Download PDF

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Paolo Dante Sassi
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    • B28WORKING CEMENT, CLAY, OR STONE
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    • B28D1/00Working stone or stone-like materials, e.g. brick, concrete or glass, not provided for elsewhere; Machines, devices, tools therefor
    • B28D1/22Working stone or stone-like materials, e.g. brick, concrete or glass, not provided for elsewhere; Machines, devices, tools therefor by cutting, e.g. incising
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Description

DESCRIZIONE
del Brevetto Italiano per Invenzione Industriale dal titolo:
“MACCHINA PER LA SEPARAZIONE DI PIASTRELLE DA UNA LASTRA CE-
RAMICA”
CAMPO TECNICO
La presente invenzione riguarda il settore della lavorazione di lastre ceramiche di grande formato, come piastrelle, lastre di vetro o simili, in generale realizzate in materiale fragile o soggette a frattura fragile. In dettaglio, forme di realizzazione della presente invenzione si riferiscono ad una macchina per la separazione di piastrelle a partire da una lastra ceramica di maggiori dimensioni.
TECNICA PREESISTENTE
Come è noto materiali duri e a frattura fragile, come ceramica o vetro, sono ampiamente utilizzati nella realizzazione di edifici (ad esempio, come rivestimenti di superfici) o altri manufatti. Tali materiali sono solitamente prodotti in lastre di varie dimensioni che possono essere tagliate a formare differenti formati rispetto a quello di partenza.
Nel caso di rivestimenti per pavimentazioni o rivestimenti murari è ampiamente diffuso l’uso di materiali ceramici per motivi estetici, per una buona resistenza all’usura e per una semplicità di manutenzione degli stessi.
Accanto alle più comuni piastrelle in materiale ceramico disponibili in vari formati standardizzati, di recente si è sviluppato l’utilizzo anche di lastre di grande formato (ad esempio, con almeno una dimensione nell’ordine del metro, fino anche a più di tre metri), indicate semplicemente come lastre ceramiche o lastre.
In dettaglio, da una lastra sono ricavate porzioni di lunghezza/larghezza desiderata tramite macchine di taglio disegnate per eseguire un taglio della lastra stessa.
Tali macchine di taglio, in pratica, sono macchine che porzionano la lastra ceramica in più porzioni, ad esempio uguali tra loro, dando origine a varie piastrelle omologhe.
La separazione delle varie piastrelle dalla lastra che le origina è generalmente realizzata o mediante taglio, con particolari utensili di taglio (che possono essere mole di taglio o idrogetti o simili utensili), o mediante l’incisione lungo una linea di pre-incisione praticata su una superficie (ad esempio inferiore o superiore) della lastra da cui viene poi propagata la frattura fragile a tutto spessore mediante un particolare pressore.
A valle di queste macchine di taglio occorre predisporre una macchina che allinei, lungo una direzione di avanzamento dell’impianto di trattamento successivo delle piastrelle tagliate, le piastrelle così tagliate, in modo che esse possano entrare – una alla volta – nelle successive macchine per il trattamento, ad esempio in macchine squadratrici o altre macchine per la finitura superficiale e/o il controllo dimensionale delle stesse.
Una necessità sentita nel settore è quella di rendere il più veloce possibile queste operazioni di taglio e allineamento, in quanto è una fase sensibile che può limitare la produzione oraria dell’intero impianto.
Inoltre, un’altra esigenza sentita nel settore è quella di rendere il più automatizzato possibile l’intero processo produttivo delle piastrelle e, quindi, anche ciascuna singola lavorazione sulle stesse, come ad esempio il taglio e l’allineamento suddetti.
Un’ulteriore esigenza sentita è quella di ridurre il più possibile l’ingombro longitudinale (lungo la direzione di avanzamento impartita alla lastre) tali macchine per l’esecuzione della separazione della piastrelle dalla lastra, in modo da poter limitare lo sviluppo longitudinale dell’intero impianto di lavorazione delle piastrelle. Uno scopo della presente invenzione è quello di soddisfare queste necessità della tecnica nota, nell’ambito di una soluzione semplice, razionale, veloce e dal costo contenuto, e che al contempo garantisca un’elevata produzione oraria e una ottima versatilità nel cambio formato delle piastrelle, ove richiesto.
Tali scopi sono raggiunti dalle caratteristiche dell’invenzione riportate nella rivendicazione indipendente. Le rivendicazioni dipendenti delineano aspetti preferiti e/o particolarmente vantaggiosi dell’invenzione.
ESPOSIZIONE DELL’INVENZIONE
L’invenzione, particolarmente, rende disponibile una macchina per la separazione di piastrelle da una lastra di materiale ceramico che comprende:
- un piano di appoggio che comprende un gruppo di movimentazione per fare avanzare la lastra sostenuta sul piano di appoggio lungo una prefissata direzione di avanzamento parallela al piano di appoggio;
- un utensile separatore configurato per separare una piastrella dalla lastra lungo un piano di separazione ortogonale al piano di appoggio e parallelo alla direzione di avanzamento; e
- un gruppo di arresto della lastra rispetto alla piastrella da essa separata, in cui il gruppo di arresto è configurato per arrestare la lastra e permettere l’avanzamento della piastrella separata dalla lastra sul piano di appoggio lungo la direzione di avanzamento, ad esempio in posizione centrata sul piano di appoggio (ovvero centrata su un piano mediano del piano di appoggio ortogonale al piano di appoggio stesso o, in altre parole, in modo che la piastrella separatasi dalla lastra presenti un piano mediano ortogonale al piano di appoggio che sostanzialmente coincide con il piano mediano del piano di appoggio ortogonale al piano di appoggio stesso).
Grazie a tale soluzione, è possibile soddisfare le necessità della tecnica nota incrementando la produzione oraria della macchina, permettendo, al contempo, una ottima versatilità nel cambio formato delle piastrelle, ove richiesto, e permettendo di ottenere una centratura ed allineamento delle piastrelle sui trasportatori (a valle della macchina) senza richiedere ulteriori macchinari ad hoc.
Preferibilmente, l’utensile separatore può comprendere un elemento pressore adatto ad impartire una frattura fragile alla lastra in corrispondenza di una preincisione predefinita realizzata sulla lastra stessa.
Grazie a tale soluzione, la separazione della piastrella dalla lastra è particolarmente veloce ed efficace.
Un aspetto vantaggioso della soluzione prevede che il gruppo di arresto possa comprendere un primo piano ausiliario di appoggio, parallelo al piano di appoggio, il quale è operativamente mobile tra una posizione abbassata, in cui si trova ad una quota inferiore al piano di appoggio e, ad esempio, la lastra è atta ad essere disposta in appoggio sul piano di appoggio, ed una posizione sollevata, in cui si trova ad una quota superiore al piano di appoggio e la lastra è atta ad essere disposta in appoggio sul primo piano ausiliario di appoggio.
Grazie a tale soluzione l’arresto della lastra sul piano di appoggio è realizzato in modo semplice ed efficace senza variarne la posizione in squadro.
Ancora, la macchina può comprendere un piano di riscontro ortogonale al piano di appoggio e intersecante lo stesso, in cui il piano di riscontro è atto a venire a contatto con una superficie laterale della lastra.
Grazie a tale soluzione è reso disponibile un punto di riferimento laterale per la lastra utile per il suo corretto posizionamento sul piano di appoggio.
Vantaggiosamente, il piano di riscontro può essere mobile in modo registrabile lungo una direzione di regolazione parallela al piano di appoggio e ortogonale alla direzione di avanzamento.
In tal modo, il piano di riscontro può adattarsi in funzione del formato della lastra e/o della piastrella da lavorare.
Ancora, la macchina può comprendere un gruppo traslatore configurato per traslare la lastra, lungo una direzione di traslazione parallela al piano di appoggio e ortogonale alla direzione di avanzamento, ad esempio in modo da portare la superficie laterale della lastra verso (o a contatto con) il piano di riscontro o in direzione opposta.
Preferibilmente, il gruppo traslatore può comprendere un secondo piano ausiliario di appoggio mobile lungo la direzione di traslazione e parallelo al piano di appoggio, il quale secondo piano ausiliario di appoggio è operativamente mobile tra una posizione abbassata, in cui si trova ad una quota inferiore al piano di appoggio e, ad esempio, la lastra è atta ad essere disposta in appoggio sul piano di appoggio, ed una posizione sollevata, in cui si trova ad una quota superiore al piano di appoggio e la lastra è atta ad essere disposta in appoggio sul secondo piano ausiliario di appoggio.
Grazie a tale soluzione è possibile eseguire la centratura della lastra e/o della piastrella sul piano di appoggio in modo semplice e veloce e senza variarne la posizione in squadro.
Un aspetto ulteriore dell’invenzione, agli stessi scopi sopra esposti, rende disponibile un metodo di separazione di piastrelle da una lastra di materiale ceramico che comprende le fasi di:
a) disporre una lastra su un piano di appoggio;
b) movimentare tale lastra lungo una direzione di avanzamento parallela al piano di appoggio;
c) separare una piastrella dalla lastra lungo un piano di separazione ortogonale al piano di appoggio e parallelo alla direzione di avanzamento; d) avanzare la piastrella separata lungo la direzione di avanzamento mantenendo ferma la lastra da essa separatasi rispetto a tale direzione di avanzamento.
Un aspetto vantaggioso di tale metodo può comprendere, ulteriormente, la fase di:
e) traslare la lastra lungo una direzione di traslazione parallela al piano di appoggio ed ortogonale alla direzione di avanzamento, in modo che una superficie laterale della lastra vada a contatto con un piano di riscontro ortogonale al piano di appoggio e intersecante (idealmente) lo stesso piano di appoggio.
Preferibilmente, le fasi c), d) ed e) possono essere ripetute, per ciascuna lastra lavorata, un numero n-1 di volte, in cui n è il numero di piastrelle ricavate da una lastra.
BREVE DESCRIZIONE DEI DISEGNI
Ulteriori caratteristiche e vantaggi dell’invenzione risulteranno evidenti dalla lettura della descrizione seguente fornita a titolo esemplificativo e non limitativo, con l’ausilio delle figure illustrate nelle tavole allegate.
La figura 1 è una vista schematica di un impianto comprendente una macchina per la separazione di piastrelle a partire da una lastra ceramica secondo l’invenzione.
La figura 2 è una vista assonometrica schematica di una lastra ceramica (dotata di pre-incisioni longitudinali).
La figura 3 è una vista assonometrica di un trasportatore di allineamento e due macchine per la separazione di piastrelle a partire da una lastra ceramica secondo l’invenzione.
La figura 4 è una vista di un particolare di figura 3.
La figura 5 è una vista in pianta dall’alto di figura 3.
La figura 6 è una vista in sezione lungo la traccia di sezione VI-VI di figura 5. La figura 7 è una vista in sezione lungo la traccia di sezione VII-VII di figura 5. La figura 8 è una vista in sezione lungo la traccia di sezione VII-VII di figura 5. Le figure 9a-9g sono viste schematiche, secondo la vista di sezione mostrata in figura 8, di una successione di fasi di funzionamento della macchina per la separazione di piastrelle a partire da una lastra ceramica secondo l’invenzione.
MODO MIGLIORE PER ATTUARE L’INVENZIONE
Con particolare riferimento a tali figure, si è indicato globalmente con 1 un impianto per la realizzazione di piastrelle T a partire da una lastra, indicata globalmente con la lettera S, di materiale ceramico.
L’impianto 1 comprende una macchina 10 per la separazione di piastrelle T da una lastra di materiale ceramico che opera, effettivamente la separazione di una pluralità di piastrelle T a partire da una lastra S.
La macchina 10 è, ad esempio, atta ad essere disposta a valle di una macchina di incisione 2 che è configurata per eseguire una pre-incisione S1 longitudinale (a tutto sviluppo) su una superficie (superiore) della lastra S per l’innesco di una frattura fragile a tutto spessore della stessa ad opera della macchina 10, come meglio verrà descritto nel seguito.
La macchina 10 comprende una rulliera 20, la quale presenta generalmente una pluralità di rulli 21 (motorizzati) disposti parallelamente tra loro e reciprocamente complanari a definire un piano di appoggio 22 orizzontale per una lastra S da lavorare.
I rulli 21 della rulliera 20 sono collegati ad un motore 23, ad esempio mediante organi di rinvio come catene o cinghie, il quale motore 23 è configurato per farli ruotare su se stessi in modo da fare avanzare le lastre S in una prefissata direzione di avanzamento A orizzontale (e ortogonale all’asse di rotazione dei rulli 21).
In pratica, la rulliera 20, ovvero le estremità superiori dei rulli 21, definisce un piano di appoggio per le lastre S e un gruppo di movimentazione per fare avanzare la lastra S sostenuta sul piano di appoggio lungo la prefissata direzione di avanzamento A parallela al piano di appoggio.
La velocità di rotazione dei rulli 21 regola la velocità di avanzamento delle lastre S lungo la direzione di avanzamento A, la quale è ad esempio impostabile ed è preferibilmente compresa tra 0 e 30 metri al minuto (m/min).
La rulliera 20 comprende, inoltre, un telaio 24 a cornice dotato di comuni appoggi al suolo 25.
Ancora, la macchina 10 comprende un gruppo di arresto 30 della lastra S in corrispondenza di una posizione assiale del piano di appoggio 22 lungo la direzione di avanzamento A.
Il gruppo di arresto 30 comprende un rastrello 31 che comprende generalmente una pluralità di rebbi 32 disposti parallelamente tra loro e reciprocamente complanari a definire un primo piano ausiliario di appoggio 33, parallelo al piano di appoggio 22 della rulliera 20. In pratica, le superfici superiori dei rebbi 32 definiscono il detto primo piano ausiliario di appoggio 33.
I rebbi 32 sono disposti parallelamente ai rulli 21 della rulliera 20, ad esempio allineati in pianta alle intercapedini definite tra i rulli stessi (a distanza da essi). I rebbi 32 sono uniti tra loro da una o più traverse disposte inferiormente ai rebbi 32 (e alla rulliera 20) e, ad esempio, presentano una prima estremità libera sporgente esternamente a lato della rulliera 20, ovvero protendentesi esternamente rispetto ad una estremità dei rulli 21 della rulliera 20, e una contrapposta seconda estremità libera posta internamente alla rulliera 20, la atta ad essere disposta sostanzialmente a metà della lunghezza dei rulli 21, ovvero contenuta nell’ingombro laterale della rulliera 20.
Il primo piano ausiliario di appoggio 33 è mobile rispetto al piano di appoggio 22, come meglio verrà descritto nel seguito.
Ad esempio, il primo piano ausiliario di appoggio 33, ovvero il rastrello 31, è mobile in direzione ortogonale al piano di appoggio 22, tra una posizione abbassata, in cui si trova ad una quota inferiore rispetto al piano di appoggio 22, ed una posizione sollevata, in cui si trova ad una quota superiore rispetto al piano di appoggio 22.
A tale scopo, il gruppo di arresto 30 comprende uno o più attuatori lineari 34 posti al di sotto del rastrello 31 e fissati ad un carrello (non visibile) sostenuto dal telaio 24 della rulliera 20.
Ad esempio, ciascun attuatore lineare 34, ad esempio del tipo di un cilindro pneumatico, comprende un corpo a cilindro fissato in modo solidale al carrello e uno stelo sporgente superiormente al corpo a cilindro, il quale è fissato al di sotto del rastrello 31.
II gruppo di arresto 30, ovvero il rastrello 31 è mobile, ovvero scorrevole in modo registrabile, lungo una direzione di traslazione B parallela al piano di appoggio 22 della rulliera 20 e ortogonale alla direzione di avanzamento A impartita dalla rulliera stessa.
In pratica, il rastrello 31 (ovvero la sua seconda estremità) è posizionabile nell’ingombro laterale della rulliera 20 in modo da sostenere, quando nella sua posizione sollevata, la lastra S in modo ottimale, ovvero in modo che la piastrella T da separare da essa sia sostanzialmente a sbalzo rispetto al rastrello 31.
La macchina 10 comprende, inoltre, un gruppo traslatore 40 configurato per traslare la lastra S, lungo una direzione di traslazione B parallela al piano di appoggio 22 della rulliera 20 e ortogonale alla direzione di avanzamento A impartita dalla rulliera stessa.
Il gruppo traslatore 40 è configurato per spostare la lastra S sul piano di appoggio 22 della rulliera 20 in direzione trasversale alla direzione di avanzamento A impartita dalla rulliera stessa ovvero lungo detta direzione di traslazione B, nei due versi.
Il gruppo traslatore 40 comprende un trasportatore a cinghie 41 che comprende generalmente una pluralità di cinghie 42 disposte parallelamente tra loro e reciprocamente complanari a definire un secondo piano ausiliario di appoggio 43, parallelo al piano di appoggio 22 della rulliera 20. In pratica, le superfici superiori del ramo attivo (superiore) delle cinghie 42 definiscono il detto secondo piano ausiliario di appoggio 43.
Il gruppo traslatore 40 è sostenuto dal telaio 24 della rulliera 20.
Le cinghie 42 del trasportatore a cinghie 41 sono singolarmente chiuse ad anello e avvolte attorno ad una coppia di pulegge, di cui una puleggia motrice 44 collegata ad un motore 45 (con encoder e/o comandato da fotocellule o simili), ad esempio mediante organi di rinvio, e una puleggia condotta 46, che presentano assi di rotazione parallele alla direzione di avanzamento A. Il motore 45 è configurato per fare ruotare le cinghie 42 su se stesse in modo da spostare nella direzione di traslazione B orizzontale la lastra S disposta in appoggio sul secondo piano ausiliario di appoggio 43. In pratica, il secondo piano ausiliario di appoggio 43 risulta mobile lungo la detta direzione di traslazione B parallelamente al piano di appoggio 22.
Le cinghie 42 sono disposte parallelamente ai rulli 21 della rulliera 20, ad esempio allineati in pianta alle intercapedini definite tra i rulli stessi (a distanza da essi), ad esempio ad intercapedini non occupate dai rebbi 32 del rastrello 31 o affiancate a detti rebbi 32.
Le cinghie 42 presentano una prima estremità libera sporgente esternamente a lato della rulliiera 20 oltre alla prima estremità libera dei rebbi 32 del rastrello 31, ovvero protendentesi esternamente rispetto ad una estremità dei rulli 21 della rulliera 20, e una contrapposta seconda estremità libera posta sostanzialmente allineata alla contrapposta estremità della rulliera 20.
Il secondo piano ausiliario di appoggio 43 è, inoltre, operativamente mobile tra una posizione abbassata, in cui si trova ad una quota inferiore al piano di appoggio 22, ed una posizione sollevata, in cui si trova ad una quota superiore al piano di appoggio 22 (e del primo piano ausiliario di appoggio 33, quando questo è nella propria posizione sollevata).
In particolare, a tale scopo il gruppo traslatore 40 comprende uno o più attuatori lineari 430 posti al di sotto del ramo attivo (superiore) delle cinghie 42 del trasportatore a cinghie 41 e fissati al telaio 24 della rulliera 20, ad esempio ad una traversa dello stesso.
Ad esempio, ciascun attuatore lineare 430, del tipo di un cilindro pneumatico, comprende un corpo a cilindro fissato in modo solidale al telaio 24 e uno stelo sporgente superiormente al corpo a cilindro, il quale è atto a spingere, mediante organi di spinta idonei, al di sotto del ramo attivo (superiore) delle cinghie 42 del trasportatore a cinghie 41 in modo da sollevarlo o abbassarlo, rispettivamente nella sua posizione sollevata o nella sua posizione abbassata.
La macchina 10 comprende, inoltre, un piano di riscontro 47 ortogonale al piano di appoggio 22 intersecante idealmente lo stesso piano di appoggi 22 e disposto superiormente ad esso (non a contatto).
Il piano di riscontro 47 è mobile, in modo registrabile, lungo una prima direzione di regolazione parallela al piano di appoggio 22 e ortogonale alla direzione di avanzamento A, ovvero coincidente con la direzione di traslazione B.
Inoltre, il piano di riscontro 47 è mobile, ad esempio mediante idonei martinetti, lungo una seconda direzione di regolazione ortogonale al piano di appoggio 22 (verticale) definito dalla rulliera 20, tra una propria posizione sollevata, in cui definisce una intercapedine di ampiezza (verticale) maggiore dello spessore (o altezza verticale) della lastra S in appoggio sul piano di appoggio 22, ed una propria posizione abbassata, in cui tale intercapedine è minima ovvero è minore dello spessore (o altezza verticale) della lastra S in appoggio sul piano di appoggio 22. In pratica, in tale posizione abbassata il piano di riscontro 27 è atto a venire a contatto con una superficie laterale S2 della lastra S, come meglio apparirà nel seguito.
Il piano di riscontro 47 è disposto sulla rulliera 20 dalla parte opposta rispetto alla prima estremità dei rebbi 32 del rastrello 31 e/o delle cinghie 42 del trasportatore a cinghie 41.
Ad esempio, il piano di riscontro 47 è definito da un blocchetto sostenuto in sospensione sul piano di appoggio 22 da una coppia di steli e mobile lungo di essi (ovvero lungo la direzione di traslazione B) mediante un attuatore lineare.
Il piano di riscontro 47 potrebbe anche non essere un piano fisico, ma essere definito da un fascio luminoso formato da una fotocellula e il relativo riscontro o altro sistema ottico.
Il piano di riscontro 47 è atto a venire a contatto con una superficie laterale (fianco verticale) della lastra S, quando questa viene traslata nella direzione di traslazione B dal gruppo traslatore 40, come meglio verrà descritto nel prosieguo.
Il piano di riscontro 47 è posizionabile in una determinata posizione assiale lungo la direzione di traslazione B, ad esempio come funzione della larghezza della piastrella T da realizzare a partire dalla lastra S.
In particolare, il piano di riscontro 47 è posizionato ad una distanza maggiore o uguale a L/2 dal piano mediano verticale della rulliera 20 (ovvero al piano mediano verticale dei rulli 21), dalla parte opposta della rulliera 20 rispetto a quella interessata dalla prima estremità dei rebbi 32 e/o delle cinghie 42, dove L è la larghezza delle piastrelle T da realizzare nella direzione ortogonale alla direzione di avanzamento A.
La macchina 10 potrebbe comprendere un ulteriore piano di riscontro contrapposto al piano di riscontro 47, il quale è posto quindi dalla parte della rulliera 20 interessata dalla prima estremità dei rebbi 32 e/o delle cinghie 42.
Tale ulteriore piano di riscontro può avere lo stesso scopo del piano di riscontro 47 e/o presentare una funzione di fine corsa per la lastra S dal cosiddetto lato operatore della macchina 10, ovvero risultare una sicurezza per l’operatore.
La macchina 10 comprende un utensile separatore 50 configurato per separare una piastrella T dalla lastra S lungo un piano di separazione (o frattura) ortogonale al piano di appoggio 22 e parallelo alla direzione di avanzamento A.
L’utensile separatore 50 nell’esempio comprende un elemento pressore 51 adatto ad impartire una frattura fragile alla lastra S in corrispondenza della preincisione S1 realizzata sulla lastra stessa.
L’elemento pressore 51, nella fattispecie, comprende una lama 510 inferiore, la quale è atta a venire a contatto con una superficie inferiore della latra S, ovvero la superficie della stessa a contatto con il piano di appoggio 22 o con il primo piano ausiliario di appoggio 33.
La lama 510 presenta un asse longitudinale orizzontale e parallelo alla direzione di avanzamento A.
La lama 510 è atta ad essere disposta sostanzialmente allineata in pianta con una pre-incisione S1 realizzata nella lastra S.
Ad esempio, la lama 510 presenta una pluralità di asole aperte superiormente (che ne interrompono la continuità assiale), le quali sono allineate verticalmente a ciascun rullo 21 della rulliera 20 e/o a ciascuna cinghia 42 del trasportatore a cinghie 41.
In particolare, la lama 510, ovvero la sua sommità (tra le varie asole), è mobile in direzione (verticale) ortogonale al piano di appoggio 22 tra una posizione abbassata, in cui si trova ad una quota inferiore al piano di appoggio 22, ed una posizione sollevata, in cui si trova ad una quota superiore al piano di appoggio 22 (e del primo piano ausiliario di appoggio 33, quando questo è nella propria posizione sollevata).
La (posizione della) lama 510 definisce il piano di separazione (o frattura) che separa la piastrella T dalla lastra S.
A tale scopo, l’elemento pressore 51 comprende uno o più attuatori lineari 511 posti al di sotto della lama 510 e associati al telaio 24 della rulliera 20, ad esempio ad una traversa dello stesso, ad esempio in modo registrabile lungo la direzione di traslazione B (manualmente o in modo motorizzato).
Nell’esempio la lama 510 è fissata al carrello che sostiene il rastrello 31 e, quindi, è mobile in modo solidale con il rastrello 31 lungo la direzione di traslazione B. Ad esempio, ciascun attuatore lineare 511, ad esempio del tipo di un cilindro pneumatico, comprende un corpo a cilindro associato al telaio 24 (scorrevolmente rispetto alla direzione di traslazione B) e uno stelo sporgente superiormente al corpo a cilindro, il quale è fissato al di sotto della lama 510.
L’elemento pressore 51 comprende inoltre, una coppia di barre di riscontro 512 superiori, le quali sono atte a venire a contatto con una superficie superiore della latra S, ovvero la superficie della stessa in cui è realizzata la pre-incisione S1, preferibilmente da parti opposte rispetto ad essa.
Ciascuna barra di riscontro 512 è definita da un longherone (dotato di una superficie inferiore cedevole, ad esempio rivestita in gomma) che presenta un asse longitudinale orizzontale e parallelo alla direzione di avanzamento A.
In particolare, ciascuna barra di riscontro 512, ovvero la sua superficie inferiore, è mobile in direzione (verticale) ortogonale al piano di appoggio 22 tra una posizione sollevata, di non contatto con la superficie superiore della lastra S, ed una posizione abbassata, di contatto con la superficie superiore della lastra S.
In pratica, una prima barra di riscontro 512 (prossimale al piano di riscontro 47) è atta a venire in contatto con la superficie superiore della porzione di lastra S che dopo il distacco diventerà piastrella T; e una seconda barra di riscontro 512 è almeno parzialmente sovrapposta in pianta con il primo piano ausiliario di appoggio 33 (ovvero con la seconda estremità libera dei rebbi 32) ed è atta a venire in contatto con la superficie superiore della restante porzione di lastra S (in appoggio sul primo piano ausiliario di appoggio 33).
L’elemento pressore 51 comprende uno o più attuatori lineari 513 posti al di sopra di ciascuna barra di riscontro 512 e associati al telaio 24 della rulliera 20, ad esempio ad una traversa dello stesso (nell’esempio gli stessi steli che sostengono il piano di riscontro 47), ad esempio in modo registrabile lungo la direzione di traslazione B (manualmente – mediante volantini di comando - o in modo motorizzato).
Ad esempio, ciascun attuatore lineare 513, ad esempio del tipo di un cilindro pneumatico, comprende un corpo a cilindro associato al telaio 24 (scorrevolmente rispetto alla direzione di traslazione B) e uno stelo sporgente inferiormente al corpo a cilindro, il quale è fissato al di sopra della rispettiva barra di riscontro 512. La lama 510 e/o le barre di riscontro 512, sono quindi, mobili orizzontalmente lungo la direzione di traslazione B, ad esempio rimanendo tra loro sostanzialmente solidali.
In particolare, l’utensile separatore 50 è configurato per separare una piastrella T dalla lastra S lungo un piano di separazione (o frattura), che è posto ad una determinata posizione assiale lungo la direzione di traslazione B, ad esempio come funzione della larghezza della piastrella T da realizzare a partire dalla lastra S. Ad esempio, il suddetto piano di separazione (o frattura), ovvero il piano di giacitura della lama 510, è posizionato ad una distanza L/2 dal piano mediano verticale della rulliera 20 (ovvero al piano mediano verticale dei rulli 21), dalla parte opposta rispetto al piano di riscontro 47, dove L è la larghezza delle piastrelle T da realizzare nella direzione ortogonale alla direzione di avanzamento A.
In pratica, l’elemento separatore 50 (così come il piano di riscontro 47) è configurato per separare una piastrella T dalla lastra S, in una posizione della rulliera 20 tale per cui il piano mediano verticale della piastrella T parallelo alla direzione di avanzamento A (ovvero longitudinale) coincida sostanzialmente con il piano mediano verticale della rulliera 20 (ovvero al piano mediano verticale dei rulli 21). L’impianto 1 potrebbe comprendere una pluralità di macchine 10, nell’esempio in numero di due, tra loro allineate lungo la direzione di avanzamento A, centrate (ovvero con piano mediano verticale della rulliera 20 coincidenti) e attigue.
Ancora, l’impianto 1 potrebbe prevedere un trasportatore di allineamento 3 (vd. figure 3 e 5) posto a monte della (prima) macchina 10, il quale è definito esso stesso da una ulteriore rulliera allineata lungo la direzione di avanzamento A, centrata e attigua alla (prima) macchina 10.
Tale ulteriore rulliera è dotata di una barra di allineamento definente un piano di riscontro verticale e ortogonale alla direzione di avanzamento A contro cui le lastre S vanno in riscontro prima di entrare nella macchina 10 per essere processate.
Inoltre, l’impianto 1 potrebbe comprendere una o più macchine di finitura 4 (come squadratrici o lappatrici o simili), le quali sono poste a valle della (seconda) macchina 10 nella direzione di avanzamento A e sono atte ad eseguire una lavorazione di finitura (come la squadratura dei fianchi laterali e/o la lappatura/levigatura della superficie superiore e simili) sulle piastrelle T ottenute da ciascuna lastra S lavorata dalla macchina 10.
L’impianto 1 e/o la macchina 10 comprende una unità elettronica di controllo 100 configurata per controllare e operare il ciclo di funzionamento della macchina 10. In particolare, la unità elettronica di controllo 100 è operativamente collegata alla rulliera 20 e/o al gruppo di arresto 30 e/o al gruppo traslatore 40 e/o al piano di riscontro 47 e/o all’utensile separatore 50 per controllarne e comandarne l’azionamento secondo il ciclo di funzionamento della macchina 10 sotto descritto ed illustrato con l’ausilio della sequenza mostrata nelle figure 9a-9g.
In particolare, il funzionamento della macchina 10 comprende una prima fase di disporre (vd. figura 9a) una lastra S sul piano di appoggio 22 della rulliera 20, ad esempio facendo avanzare una lastra S per volta dal trasportatore di allineamento 3 lungo la direzione di avanzamento A.
In tale fase, i rulli 21 della rulliera 20 vengono azionati in rotazione in modo che la lastra S si porti da una zona di accesso della rulliera 20 fino ad una zona intermedia della stessa (interposta assialmente tra la zona di accesso ed una zona di uscita).
In pratica, il suddetto azionamento dei rulli 21 della rulliera 20 definisce una seconda fase di movimentazione (illustrata sempre in figura 9a) della lastra S posta sul piano di appoggio 22 lungo la direzione di avanzamento A parallela al piano di appoggio 22 stesso.
In questa prima e seconda fase la lastra S appoggia direttamente (a contatto) sul piano di appoggio 22 definito dai rulli 21 della rulliera 20, il primo piano ausiliario di appoggio 33 e il secondo piano ausiliario di appoggio 43 sono posti nelle rispettive posizioni abbassate.
Inoltre, in tale prima e seconda fase il piano di riscontro 47 è portato nella sua posizione sollevata, in modo da non interferire con la lastra in avanzamento sulla rulliera 20.
Quando la lastra S si trova nella posizione assiale voluta, ovvero atta ad essere presa in consegna dal gruppo di arresto 30 e/o dal gruppo traslatore 40, il funzionamento della macchina 10 prevede, innanzitutto, di traslare (vd. figura 9b) la lastra S lungo la direzione di traslazione B (parallela al piano di appoggio 22 ed ortogonale alla direzione di avanzamento A) in allontanamento dal piano di riscontro 47 (verso destra nelle figure), in modo da disallineare in pianta la lastra dal piano di riscontro stesso e permettere (comandare) allo stesso la discesa nella sua posizione abbassata.
A questo punto, il funzionamento della macchina 10 prevede la fase di traslare (vd. figura 9c) la lastra S lungo la direzione di traslazione B (parallela al piano di appoggio 22 ed ortogonale alla direzione di avanzamento A), in modo che la superficie laterale S2 della lastra S vada a contatto con il piano di riscontro 47.
In tale posizione di contatto tra la lastra S e il piano di riscontro 47 la unità elettronica di controllo 100 definisce una posizione di zero (o di spacco) per la lastra S.
In particolare, la unità elettronica di controllo 100 è configurata per comandare il sollevamento del secondo piano ausiliario di appoggio 43 dalla sua posizione abbassata alla sua posizione sollevata, ad esempio sollevando il ramo superiore attivo di tutte le cinghie 42, in modo da sollevare la lastra S e liberare così il piano di appoggio 22.
In pratica, quando il secondo piano ausiliario di appoggio 43 si trova nella sua posizione sollevata la lastra S appoggia direttamente (a contatto) su di esso.
Da qui, la unità elettronica di controllo 100 comanda l’azionamento del motore 45 in un verso di rotazione tale da avvicinare, fino al reciproco contatto, la superficie laterale S2 della lastra S al piano di riscontro 47.
Tale posizione di zero/spacco (lungo la direzione di traslazione B) è dipendente dalla larghezza L della piastrella T da realizzare (vd. figura 9c).
In particolare, in funzione della larghezza L della piastrella T da realizzare, ovvero della distanza (L) tra la superficie laterale S2 della lastra S e la prima preincisione (prossimale a tale superficie laterale S2), la macchina 10 (e/o l’unità elettronica di controllo 100) è atta a posizionare la posizione dell’elemento pressore 51 (della lama 510 e delle barre di riscontro 512) e/o del gruppo di arresto 30 lungo la direzione di traslazione B.
In particolare, la macchina 10 può essere configurata in modo che il piano di separazione (o frattura) definito dalla pre-incisione S1, ovvero il piano di giacitura della lama 510, sia posizionato ad una distanza L/2 dal piano mediano verticale della rulliera 20 (ovvero al piano mediano verticale dei rulli 21) (dalla parte opposta rispetto al piano di riscontro 47), dove L è la larghezza delle piastrelle T da realizzare nella direzione ortogonale alla direzione di avanzamento A.
Il posizionamento della lastra S nella posizione di spacco è demandato al motore 45 che permette il preciso posizionamento dalla posizione di zero alla posizione di spacco in funzione della larghezza L nota.
Quando la lastra S è posta in tale posizione di zero/spacco, il funzionamento della macchina 10 prevede di arrestare (vd. figura 9d) la lastra S in tal posizione di zero/spacco.
In pratica, la unità elettronica di controllo 100 è configurata per azionare il gruppo di arresto 30 affinché prenda in consegna la lastra S in tale posizione di zero/spacco.
Più in dettaglio, la unità elettronica di controllo 100 è configurata per comandare il sollevamento del primo piano ausiliario di appoggio 33 dalla sua posizione abbassata alla sua posizione sollevata, ad esempio abbassando il secondo piano ausiliario di appoggio 43, in particolare la unità elettronica di controllo 100 solleva il rastrello 31 in modo da sollevare la lastra S e liberare così il secondo piano ausiliario di appoggio 43.
In pratica, quando il primo piano ausiliario di appoggio 33 si trova nella sua posizione sollevata la lastra S appoggia direttamente (a contatto) su di esso, in modo che la piastrella T che si deve separare dalla lastra S stessa si trovi a sbalzo rispetto ad esso (ovvero disallineata in pianta rispetto al rastrello 31, a cavallo del piano mediano verticale della rulliera 20).
Con la lastra S sollevata in appoggio sul primo piano ausiliario di appoggio 33 il funzionamento della macchina 10 prevede di operare la separazione (vd. figure 9e-9g) di una (prima) piastrella T dalla (periferia della) lastra S (prossimale alla detta superficie laterale S2) lungo il piano di separazione (ortogonale al piano di appoggio 22 e parallelo alla direzione di avanzamento A) suddetto, ovvero il piano verticale che passa per la pre-incisione S1.
Per operare la suddetta separazione della piastrella T dalla lastra S la macchina 10 è operata dalla unità elettronica di controllo 100 in modo che, dapprima, l’elemento pressore 51 si avvicini e vada a contatto alla lastra S.
In particolare, la unità elettronica di controllo 100 è configurata per comandare (vd. figura 9e) prima l’azionamento delle barre di riscontro 512 dalla loro posizione sollevata alla loro posizione abbassata, ove di fatto la lastra S è trattenuta (a morsa) tra il rastrello 31 e la seconda barra di riscontro 512.
Allo stesso tempo la prima barra di riscontro 512 è posta sulla superficie superiore della piastrella T da separare dalla lastra S, ad esempio definendo un elemento di riscontro o un vincolo attivo nella separazione della stessa.
Ancora, per operare la suddetta separazione, la unità elettronica di controllo 100 è configurata per comandare (vd. figura 9e) l’azionamento della lama 510 (successivamente) dalla sua posizione abbassata alla sua posizione sollevata, di fatto imprimendo una forza (impulsiva) su una ridotta area della superficie inferiore della lastra S (in corrispondenza della pre-incisione S1), che di fatto ne provoca la rottura calibrata lungo il piano di separazione suddetto.
Dal momento che la piastrella T si separa, come detto sopra per rottura (fragile), essa cade (per gravità) in appoggio sul piano di appoggio 22, rimanendo con asse longitudinale parallelo alla direzione di avanzamento A e centrata sulla rulliera 20 (vd. figura 9f).
Quando la piastrella T separata dalla lastra S si trova in appoggio sul piano di appoggio 22 il funzionamento della macchina 10 prevede di avanzare la piastrella T separata lungo la direzione di avanzamento A mantenendo ferma la restante parte della lastra S da essa separatasi rispetto a tale direzione di avanzamento (ovvero lasciando quest’ultima in appoggio sul primo piano ausiliario di appoggio 33 e/o trattenuta a morsa tra la seconda barra di riscontro 512 e il rastrello 31. Per avanzare la piastrella T separata lungo la direzione di avanzamento A (vd. figura 9g) la unità elettronica di controllo 100 è configurata per azionare in rotazione i rulli 21 della rulliera 20 fino a liberare l’intercapedine tra il piano di separazione (che è diviene la nuova superficie laterale S2 della lastra S) e il piano di riscontro 47.
Il funzionamento della macchina 10 prevede di ripetere le suddette operazioni (dalla seconda fase di movimentazione sopra descritta alla fase di avanzamento della piastrella T separata) un numero n-1 di volte, in cui n è il numero di piastrelle T ricavate da una lastra S, ovvero è pari al numero di pre-incisioni realizzate sulla lastra S.
In pratica, la macchina 10 prevede di riportare la lastra S nella posizione di zero/spacco, ovvero riportare la superficie di separazione appena formatasi (ovvero la nuova superficie laterale S2 della lastra S) a contatto con il piano di riscontro 47 e procedere nuovamente allo spacco in corrispondenza dell’ulteriore preincisione S1.
L’ultima (porzione di) lastra S che rimane dopo la separazione delle varie piastrelle T è essa stessa, generalmente, una piastrella del formato voluto che è sufficiente spingere (mediante il gruppo traslatore 40) nella posizione di spacco in modo che vada in appoggio sul piano di appoggio 22 e venga da esso fatta avanzare (anch’essa centrata) lungo la direzione di avanzamento A.
Inoltre, tale ciclo di funzionamento viene ripetuto per una pluralità di lastre S (omologhe) da cui ottenere una rispettiva pluralità di (omologhe) piastrelle T, come sopra descritto.
Nell’esempio sono illustrate due macchine 10 in successione lungo la direzione di avanzamento A, per permettere:
- un incremento di velocità di esecuzione del suddetto ciclo di funzionamento, ad esempio permettendo la separazione nella seconda macchina 10 posta a valle, mentre nella prima macchina 10 posta a monte si esegue un primo allineamento della lastra S nella prima posizione di spacco della stessa; o
- in caso di lastre S di lunghezza considerevole, permettere la separazione di piastrelle T (lunghe), nella fattispecie azionando le due macchine 10 come una unica macchina 10.
L’invenzione così concepita è suscettibile di numerose modifiche e varianti tutte rientranti nell’ambito del concetto inventivo.
Ad esempio, non si esclude che al posto dell’elemento pressore, per eseguire la separazione della/e da ciascuna lastra S, la macchina 10 possa presentare differenti utensili separatori rispetto a quelli descritti, atti ad esempio ad eseguire una separazione lungo un piano di separazione longitudinale come sopra descritto. A mero titolo esemplificativo un utensile separatore potrebbe essere una lama di taglio adatta ad eseguire un taglio lungo il detto piano di separazione o un getto d’acqua in pressione o altro utensile separatore noto.
Inoltre tutti i dettagli sono sostituibili da altri elementi tecnicamente equivalenti. In pratica i materiali impiegati, nonché le forme e le dimensioni contingenti, potranno essere qualsiasi a seconda delle esigenze senza per questo uscire dall’ambito di protezione delle seguenti rivendicazioni.

Claims (10)

  1. RIVENDICAZIONI 1. Una macchina (10) per la separazione di piastrelle (T) da una lastra (S) di materiale ceramico che comprende: - un piano di appoggio (22) configurato per fare avanzare la lastra (S) sostenuta sul piano di appoggio (22) lungo una prefissata direzione di avanzamento (A) parallela al piano di appoggio (22); - un utensile separatore (50) configurato per separare una piastrella (T) dalla lastra (S) lungo un piano di separazione ortogonale al piano di appoggio (22) e parallelo alla direzione di avanzamento (A); e - un gruppo di arresto (30) della lastra (S) rispetto alla piastrella (T) da essa separata, in cui il gruppo di arresto (30) è configurato per arrestare la lastra (S) e permettere l’avanzamento della piastrella (T) separata dalla lastra (S) sul piano di appoggio (22) lungo la direzione di avanzamento (A).
  2. 2. La macchina (10) secondo la rivendicazione 1, in cui l’utensile separatore (50) comprende un elemento pressore (51) adatto ad impartire una frattura fragile alla lastra (S) in corrispondenza di una pre-incisione (S1) predefinita realizzata sulla lastra stessa.
  3. 3. La macchina (10) secondo la rivendicazione 1, in cui il gruppo di arresto (30) comprende un primo piano ausiliario di appoggio (33), parallelo al piano di appoggio (22), il quale è operativamente mobile tra una posizione abbassata, in cui si trova ad una quota inferiore al piano di appoggio (22), ed una posizione sollevata, in cui si trova ad una quota superiore al piano di appoggio (22) e la lastra (S) è atta ad essere disposta in appoggio sul primo piano ausiliario di appoggio (33).
  4. 4. La macchina (10) secondo la rivendicazione 1, comprendente un piano di riscontro (47) ortogonale al piano di appoggio (22) e intersecante lo stesso piano di appoggio (22), in cui il piano di riscontro (47) è atto a venire a contatto con una superficie laterale (S2) della lastra (S).
  5. 5. La macchina (10) secondo la rivendicazione 5, in cui il piano di riscontro (47) è mobile in modo registrabile lungo una direzione di regolazione parallela al piano di appoggio (22) e ortogonale alla direzione di avanzamento (A).
  6. 6. La macchina (10) secondo la rivendicazione 5, comprendente un gruppo traslatore (40) configurato per traslare la lastra (S), lungo una direzione di traslazione (B) parallela al piano di appoggio (22) e ortogonale alla direzione di avanzamento (A), preferibilmente in modo da portare la superficie laterale (S2) della lastra (S) a contatto con il piano di riscontro (47).
  7. 7. La macchina (10) secondo le rivendicazioni 6, in cui il gruppo traslatore (40) comprende un secondo piano ausiliario di appoggio (43) mobile lungo la direzione di traslazione (B) e parallelo al piano di appoggio (22), il quale secondo piano ausiliario di appoggio (43) è operativamente mobile tra una posizione abbassata, in cui si trova ad una quota inferiore al piano di appoggio (22), ed una posizione sollevata, in cui si trova ad una quota superiore al piano di appoggio (22) e la lastra (S) è atta ad essere disposta in appoggio sul secondo piano ausiliario di appoggio (43).
  8. 8. Un metodo di separazione di piastrelle (T) da una lastra (S) di materiale ceramico che comprende le fasi di: a) disporre una lastra (S) su un piano di appoggio (22); b) movimentare tale lastra (S) lungo una direzione di avanzamento (A) parallela al piano di appoggio (22); c) separare una piastrella (T) dalla lastra (S) lungo un piano di separazione ortogonale al piano di appoggio (22) e parallelo alla direzione di avanzamento (A); d) avanzare la piastrella (T) separata lungo la direzione di avanzamento (A) mantenendo ferma la lastra (S) da essa separatasi rispetto a tale direzione di avanzamento (A).
  9. 9. Il metodo secondo la rivendicazione precedente, comprendente la fase di: e) traslare la lastra (S) lungo una direzione di traslazione (B) parallela al piano di appoggio (22) ed ortogonale alla direzione di avanzamento (A), in modo che una superficie laterale (S2) della lastra (S) vada a contatto con un piano di riscontro (47) ortogonale al piano di appoggio (22) e intersecante lo stesso piano di appoggio (22).
  10. 10. Il metodo secondo la rivendicazione precedente, in cui le fasi c), d) ed e) sono ripetute un numero n-1 di volte, in cui n è il numero di piastrelle (T) ricavate da una lastra (S).
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