IT201700017473A1 - Dispositivo di taglio a struttura monolitica. - Google Patents

Dispositivo di taglio a struttura monolitica.

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IT201700017473A1
IT201700017473A1 IT102017000017473A IT201700017473A IT201700017473A1 IT 201700017473 A1 IT201700017473 A1 IT 201700017473A1 IT 102017000017473 A IT102017000017473 A IT 102017000017473A IT 201700017473 A IT201700017473 A IT 201700017473A IT 201700017473 A1 IT201700017473 A1 IT 201700017473A1
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meat
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Marcello Quadrana
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    • A22BUTCHERING; MEAT TREATMENT; PROCESSING POULTRY OR FISH
    • A22CPROCESSING MEAT, POULTRY, OR FISH
    • A22C17/00Other devices for processing meat or bones
    • A22C17/0006Cutting or shaping meat
    • A22C17/0026Mincing and grinding meat
    • BPERFORMING OPERATIONS; TRANSPORTING
    • B02CRUSHING, PULVERISING, OR DISINTEGRATING; PREPARATORY TREATMENT OF GRAIN FOR MILLING
    • B02CCRUSHING, PULVERISING, OR DISINTEGRATING IN GENERAL; MILLING GRAIN
    • B02C18/00Disintegrating by knives or other cutting or tearing members which chop material into fragments
    • B02C18/30Mincing machines with perforated discs and feeding worms
    • B02C18/36Knives or perforated discs
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Description

“DISPOSITIVO DI TAGLIO A STRUTTURA MONOLITICA”
Descrizione
Settore della tecnica
La presente invenzione si riferisce al settore meccanico. Più in dettaglio la presente invenzione si riferisce ad un peculiare dispositivo di taglio da utilizzare in impianti industriali adibiti alla lavorazione della carne animale per la produzione di insaccati, tipicamente per la produzione di mortadella.
Stato dell’arte
Gli insaccati, ed i salumi in generale, sono tra gli alimenti che ad oggi vengono ampiamente prodotti, venduti ed acquistati dai consumatori di tutto il mondo. I salumi, in particolare gli insaccati, sono generalmente alimenti a base di carne cruda o cotta che presentano aggiunte di sale, grasso animale, spezie ed eventuali conservanti, che sono inseriti all’ interno di contenitori chiusi, costituiti tradizionalmente da intestini animali. Tra gli insaccati più conosciuti e consumati a livello mondiale, la mortadella occupa indubbiamente una tra le posizioni primarie. Questo salume ha origini molto antiche, probabilmente risalenti al I secolo, ma la sua produzione certa risale al tardo medioevo, nel territorio Italiano ed in particolare nella città di Bologna, come attestano svariate fonti tra cui alcune raffigurazioni, dipinti ed incisioni dell’ epoca. Questo salume è un insaccato cotto, di forma cilindrica od ovale, di colore rosa e leggermente speziato. Anticamente, per produrre la mortadella, si impiegavano carni di varie specie animali tra cui suini, bovini ed equini. Essa era considerata un prodotto pregiato, data la difficoltà di produzione e la lunghezza del procedimento, caratteristiche che la rendevano inoltre piuttosto costosa. Nel corso degli anni la tecnologia di produzione di questo salume si è molto sviluppata ed oggi, la mortadella, è un prodotto costituito esclusivamente da tagli nobili di carne di suino e che viene preparato secondo un preciso disciplinare.
Il processo di produzione della mortadella è noto, ed assolutamente particolare. La tecnologia moderna prevede che la carne fresca arrivi nello stabilimento di produzione in tagli anatomici di suino singolarmente congelati. Queste carni dopo aver raggiunto una temperatura ideale per la loro lavorazione vengono triturate e ridotte ad un’emulsione cremosa attraverso diversi passaggi in apposite macchine tritacarne. A parte vengono preparati dei cubetti di grasso dalle dimensioni di circa un centimetro cubo che sono ricavati dal grasso di gola, il più duro e pregiato dei grassi, e dal lardo del dorso del suino. L’emulsione magra viene poi impastata con i cubetti di grasso e miscelata con sale, acqua e spezie (oppure aromi in polvere o in soluzione). Vengono successivamente aggiunti degli additivi e l’impasto così ottenuto viene insaccato nel calibro desiderato. Esistono, infatti, mortadelle di diverse taglie ovvero da 500 g fino ad oltre 100 kg. I budelli utilizzati per l’insacco possono essere naturali o artificiali e questi ultimi vengono solitamente impiegati per i calibri più piccoli. L’insaccato viene inoltre sottoposto a cottura utilizzando apposite stufe ad aria secca, in tempi che variano da alcune ore fino ad una giornata intera a seconda delle dimensioni ed è importante che la temperatura interna raggiunga i 70°C. Segue poi una docciatura con acqua fredda ed una sosta in cella di raffreddamento per stabilizzare il prodotto. La qualità di un insaccato e, nello specifico di una mortadella, dipende principalmente da fattori come la qualità della materia prima utilizzata data dalla sua composizione, le caratteristiche chimico-fisiche e quelle microbiologiche, gli additivi utilizzati, lo stoccaggio, la distribuzione del prodotto finito ed, indubbiamente, la tecnologia di produzione. Quest’ ultima, sebbene possa considerarsi all’avanguardia, presenta tuttavia delle limitazioni che risiedono nella necessità del compimento di determinate fasi di processo a mezzo di componenti e sistemi che talvolta comportano problematiche inerenti il danneggiamento e l’usura precoce delle componenti stesse e che spesso influiscono sulle proprietà del prodotto finito. Più dettagliatamente, lo sfregamento dei coltelli o dei dispositivi di taglio della carne contro i dischi fissi per la trafilatura della mortadella stessa, è spesso causa di un rilascio di materiale metallico ad alto contenuto di ferro ed altri metalli, all’ interno del prodotto in lavorazione un supporto, atto a sostenere le lame e da una pluralità di lame di varia geometria ma che solitamente è rettangolare. Questi coltelli sono collocati tra due dischi fissi di trafilatura, generando quindi all’interno del gruppo di taglio una sequenza alternata di dischi e coltelli. I coltelli assieme al loro supporto e le loro lame, sono disposti in modo tale da possedere sia in condizioni di riposo che in condizioni di lavoro, le superfici superiore e inferiore poste a contatto con le superfici dei dischi fissi di trafilatura limitrofi. Questa caratteristica strutturale e configurazionale determina un forte sfregamento delle superfici di contatto quando Γ impianto è in funzione. Più dettagliatamente, lo sfregamento si verifica quando il passaggio di notevoli quantitativi di carne, premuta verso le lame di taglio dalla coclea, determina lo sviluppo di una pressione elevata sulle superfici circolari degli elementi coinvolti nel processo. La pressione che si sviluppa, inoltre, non è uniforme su tutti i punti delle superfici ma è maggiore in prossimità delle zone centrali di dette superfici. L’effetto di questo aspetto determina la formazione di deformazioni e di concavità nelle zone centrali delle superfici dei dischi fissi e dei coltelli. Queste deformazioni innescano gli indesiderati fenomeni di sfregamento tra le superfici dei coltelli e quelle dei dischi fissi, oltre alle suddette conseguenze relative al rilascio di materiale metallico nel prodotto in lavorazione.
Per superare le suddette problematiche negli ultimi anni sono state proposte diverse soluzioni, molte delle quali rappresentano i contenuti di domande di brevetto, (peraltro designanti, in qualità d’inventore, il medesimo della richiedente) che si sono rivelate efficaci nel superamento delle suddette problematiche riscontrate nella lavorazione della carne, per la produzione di insaccati e nello specifico per Γ ottenimento della mortadella.
Ad esempio, il documento WO20141 88320, descrive un portacoltelli per un gruppo di taglio di un impianto di macinazione della carne. Tale portacoltelli comprende un corpo centrale ed una pluralità di bracci radiali che si estendono da esso. Ciascun braccio radiale presenta una coppia di coltelli profilati a guisa di V in cui ciascun coltello della coppia presenta delle lame adattabili al corpo del braccio radiale grazie al loro inserimento in un’apposita scanalatura che ne garantisce il loro orientamento spaziale obliquo. Le lame sono trattenute in detto orientamento grazie ad un perno filettato e sono tali da essere deformate e piegate indipendentemente l’una dall’altra sotto l’effetto della pressione esercitata dalla carne in lavorazione.
Le soluzioni alle problematiche esposte, offerte dai dispositivi in commercio e da quelli oggetto delle varie privative esistenti in questo campo, presentano quali inconvenienti quelli relativi alla sofisticatezza degli elementi che li caratterizzano. In particolare si tratta di elementi molto costosi che, oltre a dover risultare strutturalmente privi di difetti, richiedono una frequente manutenzione che ne assicuri l’integrità e la conformità al modello che rappresentano. Pena la totale inefficacia della loro funzionalità e la necessità della loro sostituzione con un elemento nuovo.
A tal proposito, scopo della presente domanda di brevetto per invenzione industriale, qui di seguito dettagliatamente descritta, è quello di proporre un nuovo ed innovativo dispositivo di taglio dotato di una struttura monolitica che, oltre a risolvere efficacemente le problematiche precedentemente descritte, si rivela di facile costruzione, manutenzione e che mantenga bassi i costi di costruzione dello stesso.
Descrizione dell’invenzione
La presente descrizione si riferisce ad un nuovo e innovativo dispositivo di taglio che trova impiego durante il processo di lavorazione della carne animale per la produzione industriale di insaccati e salumi e, più specificatamente, per la produzione di mortadella. Più in dettaglio, il dispositivo di taglio 1 oggetto della presente domanda di brevetto per invenzione industriale, rappresenta una delle componenti comprese negli impianti di lavorazione della carne animale per la produzione di mortadella. Ancor più precisamente, detto dispositivo di taglio rappresenta una delle componenti che intervengono nella fase di taglio e trafilatura/macinazione della carne in lavorazione per l’ottenimento di un impasto sottoposto in seguito ad altre fasi di lavorazione. Trattandosi di un impiego preferibilmente industriale, è da far presente che gli impianti per la produzione di mortadella utilizzano una pluralità di dispositivi adibiti al taglio/trafilatura/macinazione della carne. Per questa ragione, all’ interno di una tale tipologia di impianti, il dispositivo in oggetto viene utilizzato in associazione ad altri dispositivi uguali. Nello specifico, detti dispositivi di taglio 1 sono da disporsi coassialmente tra loro ed in maniera da risultare intervallati da dischi di trafilatura della carne. Le superfici dei dischi di trafilatura e quelle dei dispositivi di taglio limitrofi si contattano e, quando Γ impianto è in opera, tale contatto è così consistente sotto l’azione della pressione esercitata dall’ingente quantitativo di carne, che si sviluppano dei forti attriti con conseguenze indesiderate sia per quanto riguarda le caratteristiche riscontrabili nel prodotto finito, sia per quanto concerne l’integrità delle componenti stesse dell’impianto.
Il dispositivo di taglio oggetto della presente invenzione, supera i suddetti inconvenienti grazie al fatto di essere sostanzialmente una struttura metallica monolitica in cui i coltelli sono configurati in modo da conservare una certa flessibilità.
Il dispositivo di taglio 1 in oggetto, si presenta come una struttura a raggiera in cui da un corpo metallico 2 centrale, dotato di un foro centrale 3, si dipartono una pluralità di bracci radiali 5 che raggiungono una corona perimetrale 4, circolare e concentrica a detto foro centrale 3.
Ogni braccio radiale 5, preferibilmente presenti in numero pari a sette o comunque compreso tra due e dodici, è dotato di due coppie di supporti metallici 6.a-6.a\ 6.b-6.b’ che si estendono perpendicolarmente all’asse del braccio radiale 5 a cui appartengono. Vantaggiosamente, detti supporti metallici 6.a-6.a\ 6.b-6.b’ hanno uno spessore preferito di 2 mm, o uno spessore compreso tra 0,2 mm e 4 mm, che consente a detti supporti metallici 6.a-6.a\ 6.b-6.b’ di avere una predeterminata flessibilità.
Detti supporti metallici 6.a-6.a\ 6.b-6.b\ sono irreversibilmente vincolati ad una coppia di lame 7-7’. Più dettagliatamente, una prima coppia di supporti metallici 6.a-6.b è atta ad impegnarsi con una prima lama 7 e una seconda coppia di supporti metallici 6.a’-6.b’ è atta ad impegnarsi con una seconda lama 7’.
Vantaggiosamente, il dispositivo in oggetto mostra un comportamento elastico relativamente ai suoi elementi caratterizzanti, quindi alle lame 7-7’ coltelli 4, sotto l’azione di forti sollecitazioni meccaniche. Assolvendo così lo scopo dell’invenzione.
Ancor più dettagliatamente, dette lame 7-7’ sono caratterizzate da una sezione rettangolare di dimensioni comprese tra 1 mm X 3 mm e 8 mm X 16 mm, preferibilmente 4 mm X 8 mm e sono distanziate da uno spazio intermedio, che ne consente la libera e indipendente flessione, compreso tra 1 mm e 7 mm, preferibilmente 3 mm.
Vantaggiosamente, ogni componente del dispositivo di taglio 1, comprese le lame 7-7’, è costituita da un’unica microfusione di acciaio Inox. Può esistere tuttavia una versione della presente invenzione in cui dette lame 7-7’ sono dotate centralmente di un inserto 8 realizzato in un altro metallo che presenta caratteristiche di maggior durezza rispetto all’acciaio costitutivo delle altre parti del dispositivo di taglio 1. In questa versione, l’inserto 8 consente un’ancora maggiore resistenza all’usura delle lame 7-7’ e, conseguentemente, di tutto il dispositivo di taglio 1. Preferibilmente, detto inserto 8 sarà realizzato in un acciaio speciale alimentare resistente all’attrito come il carburo di tungsteno alimentare.
Ai fini della comprensione della presente invenzione, che verrà resa maggiormente chiara dalla seguente descrizione delle forme di realizzazione preferite e dall’osservazione delle figure annesse, è di interesse far presente che quando Γ impianto di lavorazione della carne è in opera, il dispositivo di taglio 1 in oggetto si configura spazialmente in modo tale che le due lame 7-7’ di ciascun braccio radiale 5, siano rivolte l’una verso il sottostante disco di trafilatura l’altra verso il sovrastante disco. Questa configurazione spaziale del dispositivo di taglio 1 è tale da contribuire a ridurre gli attriti che vengono posti in essere tra le lame 7-7’ e le superfici dei dischi di trafilatura sotto l’ingente pressione della carne. Vantaggiosamente, lo spazio intermedio riscontrabile tra le due lame 7-7’ permette di conferire un certo “gioco” a dette lame 7-7’ quando sottoposte a pressione. Quando Γ impianto è in opera, dunque, dette lame 7-7’ tenderanno a contattare proprio nei punti in cui esse divergono in condizione di riposo.
Il dispositivo di taglio 1, vantaggiosamente, è realizzato in un materiale tale da rispondere elasticamente alle sollecitazioni. Ne risulta il vantaggio che, tra tutte le porzioni dei componenti sottoposte a forti sollecitazioni meccaniche, dirette o indirette, non verranno posti in essere sfregamenti tali da comportare il danneggiamento delle componenti stesse ed il conseguente rilascio di materiale metallico nel prodotto in lavorazione.
Vantaggiosamente il comportamento elastico dei bracci radiali 5 permette così una maggiore durevolezza temporale dell’ efficacia delle lame 7-7’, in quanto esse non si usureranno così facilmente.
Vantaggiosamente, il dispositivo di taglio 1 così configurato, consente la ripetizione delle normali operazioni di manutenzione e rettificazione per circa 6-8 volte prima di perdere la sua efficacia e rendere preferibile la sostituzione del pezzo con uno nuovo.
Vantaggiosamente la suddetta caratteristica permette di ridurre il numero di interventi di manutenzioni normalmente richiesti, assolvendo anche allo scopo di rendere l’oggetto in questione un oggetto che rende il processo di macinazione della carne più economico. Il costo del dispositivo di taglio 1 oggetto della presente invenzione, alla luce delle sue caratteristiche costruttive, è pari a circa 1/3 dei dispositivi di taglio attualmente utilizzati negli impianti di produzione di insaccati e carne macinata.
Il tutto rendendo il dispositivo di taglio 1 in oggetto, capace di assolvere in maniera decisamente efficace lo scopo dell’ invenzione.
Breve descrizione dei disegni
- FIGURA 1 mostra un vista prospettica del dispositivo di taglio 1 oggetto della presente domanda di brevetto per invenzione industriale. In particolare, si vede il corpo metallico 2 dal quale si dipartono una pluralità di bracci radiali 5 che terminano in una corona perimetrale 4. Il corpo metallico 2, similmente ai dispositivi noti, presenta centralmente un foro 3 atto al passaggio dell’ albero centrale rotante della porzione di impianto adibita al taglio/macinazione della carne. Più dettagliatamente, ogni braccio radiale 5 è dotato di due coppie di supporti metallici 6.a-6.a\ 6.b-6.b’ che sostengono una coppia di lame 7-7’. Ciascuna di esse ha, in questa versione dell’ invenzione, un inserto centrale 8 in un materiale differente che ne regola la rigidezza.
- FIGURA 2 mostra un dettaglio spaccato del dispositivo di taglio 1 in cui si può apprezzare con maggior precisione la geometria di ciascun braccio radiale 5 costituito dalle due coppie di supporti metallici 6.a-6.a\ 6.b-6.b’ e della coppia di lame 7-7’.
Descrizione delle forme di realizzazione preferite
Nella sua forma di realizzazione preferita, il dispositivo di taglio 1 oggetto della presente domanda di brevetto per invenzione industriale, si presenta come una struttura a raggiera comprendente un corpo metallico 2 centrale dal quale si dipartono una pluralità di bracci radiali 5 terminanti in una corona perimetrale 4. Nella sua forma di realizzazione preferita il dispositivo di taglio 1 presenta sette bracci radiali 5 ma sono ammissibili anche dispositivi caratterizzati da un numero differente di bracci 5 compreso tra due e dodici.
Similmente ai dispositivi di taglio noti per le medesime applicazioni inerenti la presente invenzione, il dispositivo di taglio 1 presenta un foro 3 centrale riscontrabile nel corpo metallico 2, atto al passaggio dell’ albero di rotazione della porzione di impianto adibita al taglio/macinazione della carne animale. Pertanto, detti dispositivi di taglio 1 andranno disposti gli uni sugli altri ed intervallati dai dischi di trafilatura utilizzati per la suddetta applicazione.
Come già accennato, il dispositivo di taglio 1 in oggetto si caratterizza per il fatto di essere costituito da un’unica microfusione di un comune metallo o lega metallica atta allo scopo dell’invenzione, preferibilmente acciaio inox, che lo rende una struttura monolitica. Grazie a questa caratteristica e alla peculiare configurazione dettagliatamente descritta più avanti, il dispositivo di taglio 1 in oggetto si mostra di gran lunga più resistente rispetto ai dispositivi di taglio noti. Esso, infatti, consente di effettuare le normali operazioni di manutenzione e rettifica, per mantenere l’effetto tagliante adeguatamente efficiente, per circa 6-8 volte prima di sostituire il pezzo con un dispositivo di taglio 1 con le stesse caratteristiche. Il tutto mantenendo i costi di produzione del dispositivo pari a circa 1/3 rispetto a quelli già presenti in commercio.
Detti bracci radiali 5 che sostengono le relative lame 7-7’ permettono difatti di minimizzare gli sfregamenti delle componenti coinvolte nella macinazione della carne e di mantenere integra nel tempo la loro struttura, risultando quindi più resistenti all’usura o, più precisamente, maggiormente elastici alle sollecitazioni.
Più in dettaglio, come si può notare dalla FIG. 2, su ciascun braccio radiale 5 sono predisposte due coppie di supporti metallici 6.a-6.b, 6.a’-6.b’ che si estendono perpendicolarmente all’asse del braccio radiale 5 a cui appartengono per terminare in corrispondenza della base di dette lame 7-7’. Detti supporti metallici 6.a-6.b, 6.a’-6.b’ hanno uno spessore preferito di 2 mm, o uno spessore compreso tra 0,2 mm e 4 mm, che consente a detti supporti metallici 6.a-6.b, 6.a’-6.b\ e conseguentemente a dette lame 7-7’, di avere una predeterminata flessibilità.
In questo modo, le due lame 7-7’ di ciascun braccio radiale 5 sono libere di flettersi sotto le consistenti pressioni operate dalla carne in lavorazione e non contattano in uno spazio intermedio che le separa e che consente loro di flettersi senza entrare in contatto, senza, dunque, rilasciare materiale metallico nella carne macinata Più dettagliatamente, questo spazio avrà ampiezza preferita di 3 mm o comunque compresa tra 1 mm e 7 mm, in relazione alla durezza della carne che si intende lavorare tramite impianto di macinazione nel quale agisce il dispositivo di taglio 1 in oggetto. È di interesse precisare che nell’impianto di produzione di insaccati, nello specifico di mortadella, i dispositivi di taglio 1 vanno configurati spazialmente in modo che le due lame 7-7’ di ciascun braccio radiale 5 siano rivolte l’una verso il sovrastante disco di trafilatura, l’altra verso il sottostante. Tale interstizio centrale permette così a ciascuna coppia di lame 7-7’ di rispondere alla sollecitazione meccanica subita senza che vengano indotte deformazioni e senza che abbiano luogo sfregamenti così consistenti da comportare il rilascio di materiale metallico nella carne in lavorazione.
Nella forma di realizzazione preferita le lame 7-7’ hanno sezione rettangolare di dimensioni 4 mm X 8 mm, ma sono ammissibili anche lame 7-7’ dalle dimensioni comprese tra 1 mm X 3 mm e 8 mm X 16 mm.
In una versione della presente invenzione, inoltre, ciascuna di dette lame 7-7’ è dotata di una porzione centrale caratterizzata dalla presenza di un inserto 8 metallico atto a conferire maggiore rigidezza alla lama 7-7’ stessa e quindi maggiore durevolezza. Preferibilmente detto inserto 8 sarà realizzato in carburo di tungsteno alimentare o in un altro metallo o lega metallica comunemente reperibile sul mercato atto a irrigidire le lame 7-7’ del dispositivo di taglio 1 fin qui descritto.
È infine chiaro che all’invenzione fin qui descritta possono essere apportate modifiche, aggiunte o varianti ovvie per un tecnico del ramo, senza per questo fuoriuscire dall’ambito di tutela che è fornito dalle rivendicazioni annesse.

Claims (9)

  1. Rivendicazioni 1. Dispositivo di taglio (1) a struttura monolitica per la lavorazione di carne animale comprendente un corpo metallico (2) dotato di un foro centrale (3), atto ad impegnarsi con l’albero rotante dell’impianto di lavorazione della carne nella fase di taglio/macinazione, detto corpo metallico (2) essendo dotato di una pluralità di bracci radiali (5) che si dipartono da detto corpo metallico (2) fino a raggiungere una corona perimetrale (4) concentrica a detto foro centrale (3), detto dispositivo di taglio (1) essendo caratterizzato dal fatto che ciascun braccio radiale (5) è dotato di almeno due coppie di supporti metallici (6.a-6.b, 6.a’-6.b’) che si estendo perpendicolarmente rispetto all’asse contrale del relativa braccio radiale (5), dette coppie di supporti metallici (6.a-6.b, 6.a’-6.b’) essendo atte a sostenere, in maniera fissa e irreversibile, almeno una corrispondente coppia di lame (7-7’) a sezione rettangolare; essendo dette lame (7-7’) separate da uno spazio centrale di ampiezza predeterminata, atto a conferire libertà di movimento alle singole lame (7-7’), l’una rispetto l’altra, durante il processo di taglio/macinazione della carne; essendo detto dispositivo di taglio (1), costituito da un’unica microfusione di un qualsiasi metallo o lega metallica atta a conferire un predeterminato grado di rigidezza a tutta la struttura monolitica che costituisce il dispositivo di taglio (1) stesso; detto metallo o lega metallica essendo preferibilmente acciaio Inox.
  2. 2. Dispositivo di taglio (1) a struttura monolitica, secondo la precedente rivendicazione 1, caratterizzato dal fatto che, ciascuna lama (7-7’) è dotata, lungo il suo asse longitudinale, di un inserto (8) realizzato in un qualsiasi materiale metallico o lega metallica atto ad incrementare la rigidezza di ciascuna lama (7-7’) in maniera predeterminata.
  3. 3. Dispositivo di taglio (1) a struttura monolitica, secondo la precedente rivendicazione 2, caratterizzato dal fatto che detto inserto (8) metallico è realizzato in carburo di tungsteno alimentare.
  4. 4. Dispositivo di taglio (1) a struttura monolitica, secondo una qualsiasi delle precedenti rivendicazioni, caratterizzato dal fatto di essere dotato di un numero di bracci radiali (5) compreso tra due e dodici, preferibilmente sette.
  5. 5. Dispositivo di taglio (1) a struttura monolitica, secondo una qualsiasi delle precedenti rivendicazioni, caratterizzato dal fatto che dette lame (7-7’) a sezione rettangolare hanno dimensioni comprese tra 1 mm X 3 mm e 8 mm X 16 mm, preferibilmente 4 mm X 8 mm.
  6. 6. Dispositivo di taglio (1) a struttura monolitica, secondo una qualsiasi delle precedenti rivendicazioni, caratterizzato dal fatto che lo spazio intermedio esistente tra dette lame (7-7’) ha spessore compreso tra 1 mm e 7 mm, preferibilmente 3 mm.
  7. 7. Dispositivo di taglio (1) a struttura monolitica, secondo una qualsiasi delle precedenti rivendicazioni, caratterizzato da fatto che detti supporti metallici (6.a-6.b, 6.a’-6.b’) che si estendono su ogni braccio radiale (5) hanno uno spessore preferito di 2 mm, o uno spessore compreso tra 0,2 mm e 4 mm.
  8. 8. Dispositivo di taglio (1) a struttura monolitica, secondo una qualsiasi delle precedenti rivendicazioni, caratterizzato dal fatto di essere atto a sostenere operazioni di manutenzione e rettifica per un numero di volte compreso tra 6 e 8 volte prima di perdere Γ efficienza di dette lame (7-7’) e necessitare della sostituzione con un ulteriore dispositivo di taglio (1) dotato delle stesse caratteristiche.
  9. 9. Dispositivo di taglio (1) a struttura monolitica, secondo una qualsiasi delle precedenti rivendicazioni, caratterizzato dal fatto di essere atto ad essere utilizzato in impianti industriali di produzione di insaccati, preferibilmente durante la fase di taglio/macinazione della carne per la produzione di mortadella e salumi vari.
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