IT201600085127A1 - Dispositivo di trattamento per capsule esauste, particolarmente di caffe - Google Patents

Dispositivo di trattamento per capsule esauste, particolarmente di caffe

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IT201600085127A1
IT201600085127A1 IT102016000085127A IT201600085127A IT201600085127A1 IT 201600085127 A1 IT201600085127 A1 IT 201600085127A1 IT 102016000085127 A IT102016000085127 A IT 102016000085127A IT 201600085127 A IT201600085127 A IT 201600085127A IT 201600085127 A1 IT201600085127 A1 IT 201600085127A1
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capsule
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capsules
treatment device
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IT102016000085127A
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Vanio Tessaro
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Topeca S R L
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Description

TITOLO: “DISPOSITIVO DI TRATTAMENTO PER CAPSULE ESAUSTE, PARTICOLARMENTE DI CAFFE’ ”
DESCRIZIONE
Forma oggetto della presente innovazione un nuovo dispositivo di trattamento delle capsule esauste, in particolare per i distributori automatici di caffè e altre bevande calde, con smaltimento separato del contenuto e del contenitore.
Caratteristica principale della presente innovazione è quella di prevedere la realizzazione di un dispositivo con un corpo centrale a tamburo avente almeno un vano di alloggiamento di una capsula esausta che è spinta in tale vano da un braccetto, il quale è azionato con camma solidale a detto tamburo e in cui detta capsula è obbligata a passare su di un coltello fisso alla struttura che ne recide quasi completamente il fondo, per aprirla da sotto e consentirne il lavaggio e l’espulsione separata della sua parte umida dalla sua parte plastica o metallica.
Da qualche decennio si è affermata la presenza di distributori automatici di bevande preparate al momento, particolarmente per l’erogazione di caffè, in molti ambienti pubblici, come ospedali, piscine, etc., oltre che in ambienti anche privati, come uffici, fabbriche ed ogni altro luogo dove sia prevista una comunità di persone che possono avere l’esigenza di un momentaneo ristoro.
Notoriamente, questi distributori automatici di bevande preparate, così come anche altri piccoli distributori ad uso familiare, sono dotati di una connessione elettrica, la quale è atta a riscaldare e far evaporare dell’acqua di rete, per assorbire l’aroma di una capsula o cialda, ad esempio di caffè, quindi erogare tale bevanda, per caduta, in un sottostante bicchiere. Ogni capsula è generalmente realizzata in materiale plastico o metallizzato e contiene una dose monouso di caffè o altra sostanza solubile.
Generalmente, questi distributori automatici di bevande preparate prevedono poi la caduta della capsula esausta, in un apposito contenitore, il quale viene prelavato periodicamente, in occasione della manutenzione periodica della macchina, per il suo svuotamento e trasferimento delle stesse capsule esauste in discarica.
Da qualche tempo, delle norme ecologiche sempre più stringenti impongono però il conferimento in discarica di materiali differenziati che, anche nel caso delle capsule esauste, richiedono una preventiva separazione dei materiali organici, come i residui del caffè, dai loro contenitori in plastica o altro materiale non deperibile.
Per superare questo problema, è stato realizzato un dispositivo che prevede l’interposizione e l’allineamento di ogni capsula esausta tra una coppia di tubi verticalmente assiali, dove un tubo inferiore è destinato alla raccolta dell’ingrediente di bevanda ed il tubo superiore alloggia un pistone che spinge, apre e capovolge il contenitore in plastica, il quale rimane appoggiato al bordo del tubo inferiore, per essere asportato manualmente, secondo l’insegnamento del brevetto FR 2.937.627 del 2008. Questa soluzione è risultata piuttosto ingombrante, per l’allineamento dei due tubi coassiali e del loro pistone e comunque appare scomoda, per il fatto di dover liberare manualmente ogni volta la capsula dalla sua sede di svuotamento.
Una tecnica più automatizzata è stata proposta con il brevetto EP 2.291.312 del 3009, dove un dispositivo prevede l’introduzione per caduta delle capsule esauste e la loro frantumazione, con la raccolta dei loro contenitori in plastica o alluminio, ed una separata raccolta dell’ingrediente esausto di bevanda. Questa soluzione si basa sostanzialmente sulla frantumazione della capsula per rotazione e sulla fuoriuscita per centrifuga dell’ingrediente di bevanda, quindi richiede una struttura robusta ed un elevato consumo energetico di azionamento.
Queste ed altre simili soluzioni, di dispositivi di separazione e recupero delle capsule esauste, prevedono comunque la raccolta delle capsule esauste in un apposito vano della macchina automatica di erogazione della bevanda, quindi il loro travaso nella tramoggia del separato dispositivo di trattamento, con spreco di spazio e impiego di materiali che determinano un incremento anche del costo della bevanda erogata, per soddisfare la citata esigenza di una ecologica raccolta separata dei suoi scarti.
Un parziale miglioramento a questa situazione è dato dalla possibilità di utilizzare lo spazio libero della macchina erogatrice della bevanda, per l’inserimento diretto del dispositivo di raccolta e trattamento delle capsule esauste, ad esempio conforme alla domanda di brevetto WO 2008139322 del 2008. Secondo questa soluzione, dopo l’erogazione della bevanda, il consumatore preme un pulsante che libera la capsula dalla sua posizione di utilizzo e attiva un primo pistone, il quale capovolge assialmente l’involucro e ne rompe parzialmente il coperchio, scaricando l’ingrediente esausto in un vano di raccolta, mentre un secondo pistone sposta lo stesso involucro in prossimità di un terzo pistone che lo frantuma e lo fa cadere in un secondo vano di raccolta del residuo. Sostanzialmente questa soluzione non si discosta da quelle sopra esemplificate, seppure ha il vantaggio di essere abbinata direttamente alla macchina automatica dispensatrice della bevanda, anche se non sempre il consumatore si ricorda di schiacciare il pulsante di attivazione della parte di trattamento della capsula esausta, per cui l’ingrediente può seccarsi e risultare di difficile successiva pulizia. Alternativamente, si avrà la necessità di automazione anche di questa fase, ad esempio con l’applicazione di temporizzatori ed altri accessori che incidono sui costi della stessa macchina e vincolano il tempo necessario tra le varie erogazioni di bevanda della macchina.
Compito principale della presente innovazione è quello di poter realizzare un dispositivo di trattamento delle capsule esauste, particolarmente per il caffè, che semplifichi al massimo la sua struttura ed il suo modo di operare, detto dispositivo potendo essere usato separatamente o in linea con una normale macchina automatica di erogazione di bevande.
Nell’ambito di tale compito, un altro importante scopo della presente innovazione è quello di poter liberare e separare completamente l’ingrediente esausto dal suo contenitore, assicurando la massima igiene del dispositivo e le migliori condizioni di raccolta differenziata delle sue parti.
Un altro scopo della presente innovazione è quello di limitare al massimo lo sforzo di apertura della capsula usata, oltre che del numero delle parti in movimento, per la massima semplificazione del dispositivo di trattamento.
Non ultimo scopo della presente innovazione è quello di poter usare detto dispositivo in linea con un suo convogliatore o alimentatore delle capsule esauste, anche con possibilità di trattare capsule di ogni dimensione, in relazione alla macchina erogatrice a cui sia associato, previa applicazione della corrispondente guida di alimentazione.
Il compito principale e gli altri scopi specificati sono in effetti perfettamente conseguiti con la presente innovazione, come specificato nelle allegate rivendicazioni e per la quale si prevede esemplificativamente un corpo centrale a tamburo, con una sua sede verticale di spinta ed inserimento della capsula in trattamento, preferibilmente alimentata da un convogliatore a caduta regolata, la rotazione del quale tamburo consente il passaggio della capsula sulla linea di taglio di un coltello orizzontale, oltre che sopra un vano di caduta e raccolta dell’ingrediente esausto, con successiva uscita e caduta del contenitore e del suo coperchio in un secondo vano di raccolta del materiale non organico.
Maggiori dettagli attuativi ed una rispondenza dell’innovazione agli scopi specificati, sono meglio descritti e resi più evidenti dalla seguente descrizione di una sua forma costruttiva schematicamente illustrata anche con l’ausilio di n. 8 figure in n. 8 tavole allegate e delle quali:
- la fig.1 di tav.1 rappresenta una vista prospettica ed in esploso dell’assieme degli elementi che costituiscono il dispositivo di trattamento per capsule esauste, conforme alla presente innovazione;
- la fig. 2 di tav. 2 rappresenta una vista prospettica ed in esploso della piastra di base, dei montanti e degli elementi inferiori del dispositivo di trattamento per capsule esauste, di cui alla fig.1;
- la fig.3 di tav.3 rappresenta una vista prospettica dello stesso basamento, degli stessi montanti e degli stessi elementi inferiori di fig.2, tra loro assemblati ed in fase di associazione con degli elementi intermedi, raffigurati in esploso, da sovrapporre ai precedenti;
- la fig. 4 di tav. 4 rappresenta una vista prospettica ed in esploso dei medesimi componenti assemblati di fig. 3, in fase di associazione con altri elementi intermedi, da sovrapporre ai precedenti;
- la fig. 5 di tav. 5 rappresenta una vista prospettica ed in esploso degli stessi elementi di fig.4 tra loro assemblati ed in fase di associazione con altri elementi superiori, da sovrapporre ai precedenti;
- la fig. 6 di tav. 6 rappresenta una vista prospettica ed in esploso degli elementi assemblati di fig.5, in fase di associazione con la piastra superiore e di chiusura del dispositivo di fig. 1;
- la fig. 7 di tav. 7 rappresenta un vista prospettica ed in esploso di un elemento accessorio al dispositivo delle figure da 1 a 6, per la possibile raccolta ed alimentazione delle capsule esauste da trattare;
- la fig.8 di tav.8 rappresenta un vista prospettica ed in esploso del dispositivo di fig. 1, completo del condotto di raccolta delle capsule di fig.7.
In dette le figure gli stessi particolari sono rappresentati, o si intendono rappresentati, con lo
stesso numero di riferimento.
Con riferimento alla fig. 1, un dispositivo di trattamento per capsule esauste è sostanzialmente costituito da una parte superiore (A), di ricezione e rotazione circolare delle capsula esauste (C1 – C2 – C3 – etc. di cui alla fig. 7); una parte centrale (B), di traslazione radiale delle stesse capsule (C), nella quale fase di traslazione il suo fondo viene quasi ma non completamente tagliato da un coltello fissato alla struttura dello stesso dispositivo; ed una parte inferiore (D), di supporto e di base delle parti superiori sopra citate e con le quali si rende possibile anche la rotazione finale delle stesse capsule tagliate (C), con la loro pulizia a spruzzo d’acqua e con la loro espulsione per la raccolta differenziata, mentre il caffè o altro estratto esausto di bevanda delle stesse capsule (C) è raccolto separatamente come scarto umido.
Con riferimento particolare alle figg. 2 e 3, nella parte inferiore (D), una piastra di base (10) presenta una serie di quatto fori angolari (10/1 – 10/2 – 10/3 e 10/4) che sono atti al passaggio di altrettante viti, non rappresentate, per il fissaggio delle estremità inferiori di quattro montanti (11/1 – 11/2 – 11/3 e 11/4), la cui estremità opposta è atta a sostenere e fissare una piastra superiore (80), come poi esemplificato in fig.6.
La stessa piastra inferiore (10) comprende anche altri analoghi fori passanti per il passaggio viti di fissaggio delle colonnine (12/1 e 12/2) sulle quali è fissata la piastrina (13), la quale è destinata all’arrivo dall’alto ed all’appoggio di ogni capsula esausta (C), all’inizio del suo trattamento per l’apertura del suo fondo e per la sua pulizia dai residui ad esempio di caffè.
Alla stessa piastra inferiore (10) sono parimenti fissate le colonne (14/1 - 14/2 – 14/3 e 14/4) che sono destinate a sostenere e fissare la piastra (15), d’appoggio della cialda o capsula (C) quando sarà già tagliata e pronta per essere pulita, prima di essere scaricata. Indicativamente sulla mezzeria della medesima piastra di base (10), un foro passante (10/5) consente il fissaggio di un perno (16) con bronzina (16/a), di supporto e rotazione di un cilindro di base (17) e del suo spallamento di testa (18).
Una coppia di colonne (14/5 e 14/6) sostiene a sbalzo una piastra (20) a cui è applicata una lama tagliente (21), detta lama (21) risultando disposta ad un’altezza tale che il suo taglio della capsula (C) avvenga su una linea che sia compresa tra il filtro superiore e quello inferiore della medesima capsula (C), in linea con la superficie interna del suo fondo. La stessa piastra porta coltello (20) è poggiante sulla sommità del cilindro (17) e presenta un foro passante (20/1) che ne avvolge lo spallamento (18), per inibire possibili oscillazioni orizzontali e radiali durante la fase di taglio del coltello (21). Detto spallamento (18) presenta una coppia di fori ciechi lisci (18/a) nei quali innestare una coppia di spine, non rappresentate, ed una coppia di fori filettati (18/b), la cui funzione è di seguito meglio descritta.
Con riferimento alla fig.3, la parte inferiore (D) del dispositivo (1) in esame, oltre alla piastra (15), di pulitura ed uscita della capsula (C), comprende anche la presenza di un disco inferiore (30) che è disposto coassiale al cilindro inferiore (17), con il quale può girare attorno al perno (16), ed è dotato di un’asola aperta (31), la quale è atta ad alloggiare il corpo cilindrico della cialda o capsula (C) da trattare, il fondo di detta asola aperta (31) essendo sostanzialmente tangente al sottostante cilindro (17). Lo stesso disco (30) è dotato anche di un suo spallamento coassiale (32), il quale è dotato di una coppia di fori passanti (32/a) che sono atti ad essere allineati ai fori (18/a) del cilindro (17), per innestarsi sulle loro spine, così come una coppia di fori passanti (32/b) sono atti ad essere allineati ai fori filettati (18/b) del medesimo cilindro (17).
La parte inferiore (D) del dispositivo (1) in esame è completata dalla presenza di una piastrina (35) che, per mezzo dei suoi tre fori passanti (35/a – 35/b e 35/c) è sostenuta e fissata rispettivamente alla colonna (14/1) ed alle colonnine (12/1 e 12/2), previa interposizione dei distanziali (14/7 e 14/8), ed è inoltre dotata di due fori passanti (35/d – 35/e), la cui funzione è di seguito specificata.
La parte intermedia (B) del presente dispositivo di trattamento delle capsule esauste è costituita da una guida arcuata, per accompagnare la singola capsula (C) nella sua fase di taglio, oltre che da una guida parzialmente radiale, per il lavaggio e l’espulsione della stessa capsula (C) e del suo contenuto usato per la preparazione della bevanda.
Con riferimento alle figg. 4 e 5, detta parte centrale o binario (B) è sostanzialmente costituita da una coppia di rotaie arcuare (41 – 42), estendentesi radialmente al disco (30) per un’ampiezza di oltre 180°, con una parte iniziale (41/a – 42/a) di detto binario (B) che è allineata al bordo dell’asola (31), quando questa sia disposta sull’asse di alimentazione delle capsule (C) da trattare, ed una parte terminale (41b – 42b) che è sostanzialmente tangente ad una coppia di guide (43 – 44) aventi una parte arcuata (43/a – 44a) ed una parte rettilinea finale (43/b – 44/b), mentre la guida superiore (44) presenta anche una paretina verticale (44/c).
Le rotaie circolari (41 – 42) sono unite tra loro da una serie di viti, non rappresentate, previa interposizione di altrettanti distanziali (45). Detti distanziali (45) determinano la formazione di un piccolo vano circolare tra dette rotaie (41 – 42) entro cui è destinato ad alloggiarsi il bordo del coperchio della capsula (C) da trattare, durante la sua rotazione sull’asse del perno (16). Le stesse rotaie (41 – 42) sono sostenute per mezzo di viti che sono fissate nei fori filettati (35/d – 35/e) della piastrina (35), oltre che da almeno una vite fissata ai fori filettati (20/a – 20/b) della piastra porta (20) che porta il coltello (21), i quali fori sovrastano e collegano detta piastra (20) alle sue colonne di sostegno (14/5 – 14/6), previa interposizione di opportuni distanziali (14/9 – 14/10).
Anche la coppia di guide (43 – 44) sono tra loro unite per interposizione di una piastrina distanziatrice (46) e sono, a loro volta, sostenute e fissate alla piastra (15) con viti passanti per avvitarsi sulle sue sedi (15/c– 15/d), conseguendo la stessa funzione di alloggiamento del bordo del coperchio della capsula (C) in lavorazione.
Ancora con riferimento alle figg.4 e 5, nella parte intermedia (B) del dispositivo (1) è presente un deflettore (50) con un suo occhiello (51) che avvolge lo spallamento (32) del disco (30), senza impegnarsi con la rotazione dello stesso disco (30), e con un gambo (52) che presenta una paretina verticale (53) ed un tetto o superficie superiore ortogonale (54). Lo stesso gambo (52) presenta una coppia di fori passanti (52/a – 52/b) e, per interposizione di uno spessore (55) con i suoi fori passanti (55/a – 55/b), viene fissato alla piastra (15) per mezzo di viti avvitate ai suoi fori (15c – 15d). La stessa piastra (15) è poi munita di una feritoia oblunga centrale (15/e), per il lavaggio della capsula (C) aperta ed in fase di espulsione, come di seguito specificato.
La parte intermedia (B) del dispositivo (1) in esame comprende anche la presenza di un secondo disco superiore (60) che, analogamente al disco inferiore (30), è dotato di un sua feritoia o asola aperta (61) ed una coppia di fori (62/a), per il passaggio di spine, con una coppia di fori (62/b) per il passaggio di una coppia di viti o tiranti.
Ancora con riferimento alle figg. 1 e 5, la parte superiore (A) del dispositivo in esame comprende un disco a camma (65), da allineare e fissare sopra il disco superiore (60), oltre che un braccio (70) di movimentazione della capsula (C) da trattare, ed un manicotto o presa di forza (67), per essere completato dalla presenza della piastra superiore (80) di chiusura dello stesso dispositivo di trattamento per capsule esauste.
Più dettagliatamente, il disco a camma (65) è posizionato assialmente sopra il disco piatto superiore (60) ed è dotato di una coppia di fori passanti (65/a) che sono destinati ad essere posti in linea con la coppia di fori di spinatura (62/a – 62/b) dello stesso disco superiore (60), oltre che di una coppia di fori passanti (65/b) che sono destinati ad essere posti in linea con i fori (62/b) del medesimo disco superiore (60).
Detto disco a camma (65), che è destinato a ruotare con il sottostante disco piatto (60) e presenta una sua scanalatura (66) che è sagomata in funzione di camma, per conferire al tastatore (74) del braccio (70) la capacità di eseguire autonomamente il movimento di inserimento della cialda o capsula (C) entro il vano (V) formato dalle asole aperte (31 – 61) delle piastre circolari (30 e 60).
Il braccio (70) di conformazione curvata, comprende un mozzo di testa (71) che è atto al suo incernieramento ad un perno fissato nel foro (35/a) della piastra di supporto (35), quindi comprende una superficie centrale (72), vantaggiosamente sagomata a cavità, per poter contattare la superfice laterale della capsula (C) da trattare, ed un braccetto terminale (73) con il suo tastatore di testa (74), da alloggiare nella scanalatura a camma (66) del disco (65).
Assialmente al disco (65) e quindi al perno di base (16) è posizionato un manicotto o presa di forza (67) avente dei fori di spinatura (67/a) e fori (67/b), per il passaggio di viti o tiranti, non rappresentati, di chiusura e fissaggio al sottostante disco (65). Lo stesso manicotto (67) comprende poi dei fori (67/c), per il suo fissaggio all’albero di un motoriduttore, non rappresentati, che ne assicurano la rotazione.
La parte superiore (A) del dispositivo (1) in esame, è completata dalla presenza della piastra superiore di chiusura (80), la quale è sostenuta e fissata alla piastra di base (10), per mezzo delle colonne (11/1 – 11/2 – 11/3 e 11/4) e di opportune viti, non rappresentate, passanti per i suoi fori (80/1 – 80/2 – 80/3 e 80/4), per formare un dispositivo compatto e sicuro, oltre che funzionale, conforme ad un degli scopi specificati.
La stessa piastra superiore (80) presenta poi un foro indicativamente centrale (81) che consente l’alloggiamento del manicotto (67) ed è quindi in asse con lo stesso manicotto, oltre che con il sottostante disco a camma (65), con i dischi piatti superiore (60) ed inferiore (30), con il cilindro di base (17), e con il perno di base (16).
La verticalità di detti dischi (65 – 60 e 30) e del manicotto (67), quindi del cilindro di base (17) e del suo perno (16) è conseguita per il fatto che, in fase di assemblaggio del dispositivo in esame, le estremità inferiori di una coppia di spine, non rappresentate, viene fissata nelle sedi (18/a) del cilindro di base (17) e su queste spine si infilano prima i fori (32/a) del disco inferiore (30) quindi i fori (62/a) del disco superiore (60), poi i fori (65/a) del disco a camma (65) ed i fori (67/b) del manicotto (67). Sui fori (67/b) del manicotto (67), quindi nei fori (65/b) del disco a camma (65), e ancora sui fori (62/b) del disco superiore (60) e sui fori (32/b) del disco inferiore (30), si fanno passare i gambi filettati di altrettante viti prigioniere, non rappresentate, le quali viti, vanno ad avvitarsi sui fori filettati (18/b) del cilindro di base (17).
In questo modo si forma un unico tamburo (T) che è formato dall’unione del cilindro di base (17) con il disco piano inferiore (30), con il disco superiore (60), con il disco a camma (65) e con il manicotto o presa di forza (67). Detto tamburo (T) può ruotare sul perno di base (16), per poter girare entro il binario (B) che rimane fisso e solidale al basamento (10) ed alla piastra superiore (80), come raffigurato esemplificativamente in fig. 6.
Naturalmente, lo stesso tamburo (T) è assemblato in modo tale che le asole aperte (31 e 61) dei due dischi (30 e 60) siano verticalmente allineate, per formare il vano di alloggiamento (V) del corpo della capsula (C) da trattare, mentre il fondo della stessa capsula (C) si appoggia alla piastrina (13) ed il suo coperchio si dispone nella gola intermedia tra le rotaie circolari (41 e 42).
La piastra di copertura (80), presenta anche un foro passante (82), da cui passano verticalmente le capsule (C) da pulire e riciclare, dopo essere state usate per la preparazione di caffè o altra bevanda solubile. Ogni capsula usata (C) può essere posta in asse su detto foro (82) in un momento qualsiasi, dopo il suo uso, mentre il tamburo (T) è fermo oppure ruotante, ma non necessariamente sempre con l’asse della sua asola aperta (61 – 31), quindi del volume (V) sulla linea verticale di detto foro (82). Per questo motivo, l’asse verticale dello stesso foro (82) cade all’esterno dello stesso volume (V) del tamburo (T), mentre l’inserimento della stessa capsula (C) in detta asola (32 – 62) è determinato dalla movimentazione del braccio oscillante (70), per effetto del suo collegamento con la camma (66) del disco (65).
Più dettagliatamente, la conformazione di detta camma (66) è tale per cui il tastatore (74) impegna il braccio (70) ad una oscillazione massima, quando una capsula (C) è in fase di trattamento nella rotazione del tamburo (T), mentre l’oscillazione è minima quando il vano (V) sia libero, consentendo alla superficie centrale (72) del medesimo braccio (70) di spingere la nuova capsula (C) entro il vano (V), per l’avvio di una nuova operazione di taglio e pulitura della stessa capsula (C).
Con la rotazione del tamburo (T), il coperchio della capsula (C) si trova all’altezza del vano circolare compreso tra le rotaie (41 e 42), mentre il suo corpo o fusto è alloggiato nel vano (V) formato dall’asola superiore (62) del disco (60) e la coassiale asola (32) del disco (30) ed il suo fondo è inizialmente poggiante sulla piastrina (13), ma poi è privato di tale appoggio ed incontra il coltello (21), contro cui è spinto dalla rotazione del tamburo (T), fino ad essere tagliato quasi completamente, pur lasciando un trattino di unione con il suo corpo laterale.
Continuando la rotazione del tamburo (T), la parte aperta del fondo della capsula (C) incontra la spalletta inclinata (22) del porta coltello (20). Detta spalletta (22) costringe così il fondo parto della capsula a divaricarsi, disponendosi indicativamente a circa 180°, rispetto alla posizione precedente al taglio, e, passando sopra allo stesso porta coltello (20), assicura la sua condizione di apertura della medesima capsula (C) anche nella successiva fase di pulizia. La migliore condizione di taglio del fondo della capsula (C) contro il coltello (21) è assicurata anche dalla presenza dell’occhiello (51) del deflettore (50), in quanto la superficie esterna laterale della medesima capsula (C) è impedita di spostarsi radialmente.
Quando arriva alla fine delle rotaie (41 – 42), la capsula tagliata ed aperta (C) entra in contatto con la coppia di guide (43 – 44) che gli danno la possibilità di ruotare leggermente, per allineare verso l’uscita il suo fondo aperto, per poi essere avviata verso la fase di scarico, incanalata dal gambo (52) del deviatore (50) e delle sue pareti di guida (44/c e 53), mentre il tettuccio (54) ne impedisce una possibile uscita verticale.
Passando per dette pareti laterali (44/c e 53), la capsula aperta (C) è sostenuta dalla piastra (15), mentre dalla sua feritoia (15/e) uno spruzzo d’acqua di un ugello, non rappresentato, che è applicato sulla piastra (10) ed è rivolto verso detta feritoia (15e), pulisce la stessa capsula (C) ed il suo fondo aperto, consentendo il suo scarico e la sua raccolta come regolare materiale plastico o metallico da riciclare, mentre l’acqua irrorata e la polvere di caffè o altra bevanda asportata viene raccolta per caduta in un altro contenitore, non rappresentato, che sia disposto sotto detta piastra di base (10).
La spinta per l’uscita e la caduta della capsula aperta (C) nel suo contenitore di riciclaggio, non rappresentato, può essere conseguita dall’avanzamento delle capsule (C) successive, a seguito dei vari giri del tamburo (T), per successive lavorazioni.
Il dispositivo di trattamento per capsule esauste, come fino ad ora descritto ed illustrato, consente di ottenere la migliore separazione e raccolta differenziata del materiale organico usato per la preparazione della bevanda e del materiale della stessa capsula, separato nella massima pulizia ed igiene, senza provocarne alcuna frantumazione, con un dispositivo sostanzialmente semplice e privo di pistoni di traslazione della capsula (C), conforme ad alcuni degli scopi specificati.
Lo stesso dispositivo sopra esemplificato consente poi di poter aprire la capsula (C), tagliandola in prossimità del suo fondo, nel suo punto più debole, quindi richiedendo il minimo sforzo di lavorazione, conforme ad una altro degli scopi specificati.
Il dispositivo di trattamento per capsule esauste, così come fino ad ora descritto ed illustrato, può essere associato ad un normale distributore automatico di caffè o di altra bevanda calda, come tisana, camomilla, orzo, cioccolato, te infusi vari, le quali bevande siano comunque preconfezionata in capsule, a condizione che le stesse capsule presentino dimensioni identiche o affini, ad esempio essendo confezionate da un medesimo produttore. In questo caso, subito a valle del dispositivo di utilizzo della capsula, il distributore automatico può prevedere la presenza di un braccio o di uno scivolo che consenta alla capsula esausta di essere allineata al foro di entrata (82) del dispositivo in esame che può essere incorporato al medesimo distributore, per il suo trattamento di taglio, pulizia e separazione della parte interna organica dalla sua parte esterna di contenimento in plastica, in vista della loro corretta raccolta differenziata.
Conforme ad una prima variazione costruttiva, è possibile prevedere l’utilizzo del vano (V) per l’inserimento di una capsula nuova, dalla quale erogare direttamente la bevanda calda prescelta dal consumatore, dotando il distributore automatico di un programma che preveda l’arresto del tamburo (T), durante la fase di utilizzo della capsula e l’erogazione della bevanda, per poi attivarne la rotazione per la successiva fase di pulizia, separazione ed espulsione del contenitore e del contenuto esausto.
Nella sua forma principale, come fino ad ora descritto ed illustrato particolarmente con riferimento alla fig.1, il presente dispositivo può essere utilizzato anche autonomamente, rispetto ai normali distributori di caffè o di altra bevanda calda, ad esempio dal gestore di queste macchine erogatrici di bevande che ne faccia una periodica revisione e rifornimento, anche per il prelievo delle capsule esauste accumulate nel tempo, in un contenitore provvisorio, e comunque da smaltire separando la plastica dal materiale organico. Le stesse capsule esauste (C) possono essere infilate manualmente nel vano (V), ad esempio in caos diguasto del braccetto oscillante (70) o per quantitativi irrisori di capsule da trattare.
Con riferimento alle fig.7 e 8, come già specificato, è illustrata la parte accessoria (90) di alimentazione delle capsule esauste da associare al dispositivo di fig.1, particolarmente ma non solo di quelle accumulate nel tempo, da inserire nella sede (82) della piastra superiore (80) del dispositivo in esame.
Un imbuto (91) accoglie alla rinfusa le capsule esauste (C1 – C2 – C3 – C4 – C5 – C6 – etc.) che, per gravità, sono destinate a passare per il gambo chiuso (92), per disporsi allineate lungo il binario (93), il quale presenta un vano aperto finale (93/a) che è appena maggiore del diametro delle cialde (C). Il maggiore diametro del coperchio di ogni capsula (C) ed il maggior peso del corpo della stessa capsula (C) contenente l’infuso esausto, ne inducono una disposizione verticale entro detto vano (93/a). Per evitare possibili ingombri della capsule (C), in particolare lungo il collo (92) dell’imbuto (91), è possibile prevedere l’applicazione di un agitatore o disco eccentrico, non rappresentato, che può essere manuale o motorizzato, per regolare il passaggio di una capsula alla volta in detto condotto chiuso (92). Per effetto del maggior peso, il fondo di ogni capsula (C) si dispone verso il basso, come esemplificato in fig.7.
All’estremità di detto binario (93), è disposto un elemento tubolare (94) avente diametro appena superiore al diametro del coperchio di ogni capsula (C), per cui le stesse capsule (C1 – C2 – C3 – etc.) sono obbligate ad attraversalo verticalmente per caduta, infilandosi così direttamente all’entrata (82) della piastra superiore (80) del dispositivo sopra descritto, detto elemento tubolare (94) essendo allineato e fissato con detto foro (82).
La capsula (C1) è così destinata a cadere e posizionarsi sulla piastrina (13) del dispositivo in esame, sostanzialmente allineata ma esterna al vano (V) delle asole (31 – 61) del suo tamburo (T), mentre le eventuali successive capsule (C2 – C3 – etc.) si sovrappongo alla prima citata.
Solo dopo l’attivazione della rotazione del tamburo (T), il braccio (70) spinge detta capsula (C1) entro l’asola (31 – 61) e la fa ruotare, per portare il suo fondo ad essere quasi completamente tagliato dal coltello (21), quindi dopo averla pulita con lo spruzzo d’acqua, la fa evacuare passando per la piastra (15) e le sue pareti (44c- 53 e 54), per essere raccolta come rifiuto pulito di materiale plastico, mentre lo stesso spruzzo d’acqua porterà il caffè o altra sostanza esausta ed essere raccolta come rifiuto umido, secondo il ciclo precedentemente illustrato.
La parte accessoria di alimentazione delle cialde (C), così come descritta ed esemplificata in figg. 7 ed 8, appare particolarmente vantaggiosa per completare il dispositivo destinato al trattamento di capsule (C) accumulate nel tempo, ad esempio nel reparto ristorazione di un supermercato. Tuttavia lo stesso accessorio di alimentazione può essere applicato anche per l’istantaneo trattamento delle capsule appena usate nei distributori automatici di caffè o altre bevande calde, utilizzando sempre un condotto a binario (93) ed un condotto verticale chiuso (94), che siano atti a portare le stesse capsule (C) ad alimentare il dispositivo di trattamento incorporato allo stesso distributore automatico.
Lo stesso dispositivo di trattamento per capsule esauste (C), particolarmente quelle per il caffè, può naturalmente essere realizzato anche in altre forme costruttive. A titolo di esempio, si vuole indicare la possibilità di realizzare lo stesso dispositivo (1) con un diverso numero e posizionamento dei montanti (11) o delle colonnine (12) o delle colonne (14), per il sostegno e posizionamento delle piastre (10 – 80 -13 – 20 – 35) e delle guide arcuate (43 – 44) oltre che del deflettore (50) e delle pareti (44/c – 53 e 54). E’ ancora possibile prevedere la realizzazione i tamburi (T) che siano dotati di due o più vani (V), equamente distribuite sul suo diametro, con altrettante bocche d’accesso (82) e altrettante uscite di scarico (15- 52), per attivare due o più trattamenti per ogni giro di rotazione dello stesso tamburo (T). Anziché con acqua di rete, la pulizia della capsula aperta (C) lungo la feritoia (52) può essere eseguita anche a vapore o con aria compressa, particolarmente in applicazioni dirette sui distributori automatici. Analogamente, è possibile realizzare per fusione o stampaggio una piastra di base (10) che sia già dotata di montanti (11), colonnine (12) e colonne (14), mentre i distanziali più piccoli (14/7 – 14/8 – 14/9 – 14/10 e 45) possono essere sostituiti da sporgenze ricavate direttamente sulle piastre (13 e 15) e sulle guide (41 – 42 – 43 e 44), così come le stesse guide (41 – 42 – 43 e 44), i vari dischi (65 – 60 e 30) con il cilindro di base (17) e con il manicotto (67) possono essere realizzati rispettivamente in uno o più blocchi, eventualmente da unire con identiche caratteristiche di linearità. Ancora, si vuole esemplificare la possibilità di eliminare il disco a camma (65) provocando l’oscillazione del braccio (70) con una camma solidale alla struttura portante, così come è possibile sostituire detto braccio (70) con un pistoncino radiale.
Questi ed altre modifiche o adattamenti si intendono comunque rientranti nell’originalità del trovato che si vuole tutelare.

Claims (1)

  1. RIVENDICAZIONI 1.- Dispositivo di trattamento per riciclaggio di capsule esauste, particolarmente di caffè, in particolare per i distributori automatici di caffè e altre bevande calde, con smaltimento separato del contenuto e del contenitore, caratterizzato dal fatto di prevedere la realizzazione di un dispositivo con un corpo centrale a tamburo (T) avente almeno un vano (V) con sede o asola (31 – 61), di alloggiamento di una capsula esausta (C) in lavorazione, la quale capsula (C) è spinta in tale sede da un braccetto (70) che è azionato da una camma (66) del medesimo tamburo (T), ed è obbligata a ruotare con lo stesso tamburo (T) ,passando su di una lama o coltello (21) che ne recide quasi completamente il fondo, per aprirla da sotto e consentirne prima il lavaggio e quindi l’uscita, con raccolta differenziata e separata della sua parte umida dalla sua parte in plastica o in altro materiale di confezionamento; 2.- Dispositivo di trattamento per riciclaggio di capsule esauste, come alla rivendicazione 1, caratterizzato dal fatto che detto dispositivo è sostanzialmente costituito da una parte superiore (A), di ricezione e rotazione iniziale della capsula (C), una parte centrale (B), di traslazione radiale della stessa capsula (C), nella quale fase il suo fondo viene quasi ma non completamente tagliato da un coltello (21) che è fissato alla struttura dello stesso dispositivo (1), ed una parte inferiore (D), di una struttura fissa entro cui ruota il tamburo (T), con una guida di espulsione finale della capsula tagliata (C), previa pulizia a spruzzo d’acqua, a vapore o ad aria compressa, mentre il caffè o altro estratto esausto di bevanda della stessa capsula (C) è raccolto separatamente come scarto umido; 3.- Dispositivo di trattamento per riciclaggio di capsule esauste, come alla rivendicazione 2, caratterizzato dal fatto che, nella parte inferiore (D) del dispositivo (1), una piastra di base (10) presenta una serie di fori angolari (10/1 – 10/2 – 10/3 e 10/4) che sono atti al passaggio di altrettante viti, per il fissaggio delle estremità inferiori di montanti (11/1 – 11/2 – 11/3 e 11/4), la cui estremità opposta è atta a sostenere e fissare una piastra superiore (80), detti montanti potendo comunque essere solidali a detta piastra di base; 4.- Dispositivo di trattamento per riciclaggio di capsule esauste, come alle rivendicazioni 2 e 3, caratterizzato dal fatto che la piastra inferiore (10) comprende anche fori per il passaggio di viti di fissaggio di colonnine (12/1 e 12/2) sulle quali è fissata la piastrina (13), la quale è destinata all’appoggio del fondo della capsula esausta (C), all’inizio del suo trattamento per la sua apertura e pulizia dai residui ad esempio di caffè, dette colonnine potendo comunque essere solidali alla piastra di base; 5.- Dispositivo di trattamento per riciclaggio di capsule esauste, come alla rivendicazione 2, caratterizzato dal fatto che alla piastra inferiore (10) sono fissate delle colonne (14/ -14/2 – 14/3 e 14/4) che sono destinate a sostenere e fissare una piastra (15), d’appoggio della cialda (C) quando questa sia già stata tagliata ed aperta sul fondo per essere pulita, prima di essere scaricata, dette colonne potendo comunque essere solidali alla piastra di base; 6.- Dispositivo di trattamento per riciclaggio di capsule esauste, come alla rivendicazione 1, caratterizzato dal fatto che, indicativamente sulla mezzeria della piastra di base (10), un foro passante (10/5) consente il fissaggio di un perno (16) con bronzina (16/a), di supporto e rotazione di un cilindro (17) e del suo spallamento di testa (18) che sono alla base del tamburo di rotazione (T) della capsula (C) da trattare, detto perno potendo comunque essere solidale alla piastra di base; 7.- Dispositivo di trattamento per riciclaggio di capsule esauste, come alle rivendicazioni 1 e 2, caratterizzato dal fatto che almeno una coppia di colonne (14/5 e 14/6) sostiene una piastra (20) a cui è applicata una lama tagliente (21), detta lama (21) risultando disposta ad un’altezza tale che il suo taglio della capsula (C) avvenga su una linea compresa tra il filtro superiore e quello inferiore della stessa capsula (C), mentre la stessa piastra porta coltello (20) è poggiante sulla sommità del cilindro (17) e presenta un foro passante (20/1) che ne avvolge lo spallamento (18), per inibire possibili oscillazioni durante la fase di taglio del coltello (21); 8.- Dispositivo di trattamento per riciclaggio di capsule esauste, come alle rivendicazioni 2 e 5, caratterizzato dal fatto che la parte inferiore (D) del dispositivo (1), oltre alla piastra (15), di pulitura ed uscita della capsula (C), comprende anche la presenza di un disco piano inferiore (30) che è disposto coassiale al cilindro inferiore (17), con il quale può girare attorno al perno (16), ed è dotato di un’asola aperta (31), la quale è atta ad alloggiare il corpo cilindrico della capsula o cialda (C) da trattare, mentre una piastrina (35), di sostegno di un braccio oscillante (70), è sostenuta e fissata rispettivamente alla colonna (14/1) ed alle colonnine (12/1 e 12/2), previa interposizione dei distanziali (14/7 e 14/8); 9.- Dispositivo di trattamento per riciclaggio di capsule esauste, come alle rivendicazioni da 1 a 8, caratterizzato dal fatto che la parte intermedia o binario (B) del dispositivo è costituita da una guida arcuata (41 – 42), per accompagnare dall’esterno o la singola capsula (C) nella sua fase di taglio, oltre che da una guida curva e radiale (43 – 44), per il lavaggio e l’espulsione della stessa capsula (C) e del suo contenuto di preparazione della bevanda; 10.- Dispositivo di trattamento per riciclaggio di capsule esauste, come alla rivendicazione 9, caratterizzato dal fatto che, nella parte intermedia (B) del dispositivo è presente un deflettore (50) con un suo occhiello (51) che avvolge lo spallamento (32) del disco (30), senza impegnarsi con la rotazione dello stesso disco (30), e con un gambo (52) che presenta una paretina verticale (53) ed un tetto o superficie superiore ortogonale (54), lo stesso gambo (52) è fissato alla piastra (15), mentre la stessa piastra (15) è munita di una feritoia oblunga centrale (15/e) per il lavaggio della capsula (C) aperta ed in fase di espulsione; 11.- Dispositivo di trattamento per riciclaggio di capsule esauste, come alle rivendicazioni da 1 a 10, caratterizzato dal fatto che la parte intermedia (B) del dispositivo comprende anche la presenza di un secondo disco superiore (60), il quale è dotato di un sua feritoia o asola aperta (61) identica alla feritoia (31) del disco piano inferiore (30) e disposta sullo stesso piano verticale, per formare un unico vano (V) di alloggiamento della capsula (C) da trattare; 12.- Dispositivo di trattamento per riciclaggio di capsule esauste, come alle rivendicazioni da 1 a 11, caratterizzato dal fatto che la parte superiore (A) del dispositivo comprende un disco a camma (65), da allineare e fissare sopra il disco piano superiore (60); un braccio (70) di movimentazione della capsula (C) da trattare; un manicotto o presa di forza (67) ed una piastra superiore di chiusura (80), il disco a camma (65) ed il manicotto (67) essendo posizionati assialmente sopra il disco piatto superiore (60) ed essendo destinati a ruotare con il sottostante disco piatto (60), detto disco (65) essendo dotato di una sua scanalatura (66) che è sagomata in funzione di camma, per conferire al braccio (70) la capacità di eseguire autonomamente il movimento di inserimento della cialda o capsula (C) entro il vano (V) ad asola aperta (31 – 61) delle piastre (30 e 60); 13.- Dispositivo di trattamento per riciclaggio delle capsule esauste, come alla rivendicazione 12, caratterizzato dal fatto che il braccio (70) di conformazione curvata, comprende un mozzo di testa (71), per il suo incernieramento ad un perno fissato ad un foro (35/a) della piastra di supporto (35), e comprende una superficie centrale (72), vantaggiosamente sagomata a cavità, per poter contattare e spingere la superfice laterale della capsula (C) da trattare, ed un braccetto terminale (73) con il suo tastatore di testa (74), da alloggiare nella scanalatura a camma (66) del disco (65); 14.- Dispositivo di trattamento per riciclaggio di capsule esauste, particolarmente di caffè, come alle rivendicazioni da 1 a 13, caratterizzato dal fatto che la verticalità e l’assemblaggio dei dischi (67- 65 – 60 – 30) con il cilindro di base (17) forma il tamburo (T) ruotante sul perno (16) della base (10) del dispositivo, essendo conseguita per pezzo di spine passanti per le rispettive sedi (18/a – 32/a – 62/a – 65/a – 67/a) e per mezzo di viti o viti prigioniere passanti per i fori (18/b – 32/b – 62/b – 65/b – 67/b) ed atti ad essere associati ad una presa di forza che sia in asse con detto tamburo (T) e passante per il foro (81) della piastra superiore (80).
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