CH694686A5 - Prodotto di micronizzazione di sostanze farmaceutiche. - Google Patents
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Description
La presente invenzione si riferisce alla produzione di sostanze con proprietà farmacologiche, in particolare solfoni e solfonammidi, quali ad esèmpio Nimesulide, N-(4-Nitro-2-fenossifenil)metansolfonammide, CAS 51803-78-2, Rofecoxib, 4-[4-(metilsolfonil)fenil]-3-fenil-furan-2(5H)-one, CAS 162011-90-7, Celecoxib, 4-[3-(1',1',1'-trifluorometil)-5-(4-metilfenil)-pirazol-1-il]-benzensolfonammide, CAS 169590-42-5, in forma di micronizzato, caratterizzato da particelle amorfe o semicristalline di diametro micronico e submicronico. Stato della tecnica Numerosi solfoni, solfonammidi e loro derivati sono noti come sostanze ad azione farmacologica in varie classi terapeutiche quali analgesici, batteriostatici, antibiotici, antiipertensivi, antiinfiammatori, antireumatici, antipiretici e diuretici. Tra esse, la Nimesulide (una solfonammide) è un principio attivo non steroide con proprietà analgesiche e antiinfiammatorie, utilizzato in numerosi farmaci quali Nisulid, Aulin, Flogovital, Mesulid, Nimed, Sulidene. Presenta scarsa solubilità in acqua e modesta biodisponibilità. Si può parzialmente ovviare a questo fatto producendolo in forma di sale sodico, micronizzato mediante spray drying o macinazione, fino a dimensioni dei cristalli comprese tra 5 e 20 mu m (Patente Europea EP 937 709 A1, 25.08.1999, Helsinn Healthcare SA). Rofecoxib (un solfone), Celecoxib (una solfonammide) e Nimesulide sono inibitori delle cicloossigenasi, enzimi produttori di prostaglandine. Infatti le proprietà farmacologiche spesso sono riconducibili a una particolare SAR (Structure Activity Relationship) e effettivamente i gruppi funzionali solfone e solfonammide sono bioisosterici. La similitudine strutturale è all'origine anche di proprietà chimico-fisico simili, in particolare il comportamento di queste sostanze nel processo di micronizzazione mediante SAS, oggetto della presente invenzione. La loro farmacocinetica dipende, oltre che dalla loro natura chimico-fìsica, anche dalle dimensioni delle particelle che compongono il solido. I processi industriali di sintesi normalmente applicati, producono solidi cristallini, micronizzabili in seguito con metodi fisici, ad esempio Jet milling: questo metodo permette di ridurre in numerosi casi le dimensioni del cristallo fino a limiti dell'ordine di 4-5 mu m con una distribuzione molto ampia, nell'ordine di 20-30 mu m. Altre tecniche utilizzate per la produzione di polvere micronizzate con dimensioni nell'ordine di qualche mu m sono la precipitazione da liquidi, il plasma-spray, il freeze drying e lo spray drying. Queste tecniche, oltre ad essere limitanti per le dimensioni raggiungibili, danno distribuzioni granulometriche assai ampie, generano problemi di stabilità termica e di contaminazione da solvente. Ciò limita quindi la solubilità e in particolare la velocità di solubilizzazione del solido. Tale limitazione ha importanti implicazioni farmaceutiche, segnatamente per la preparazione di soluzioni iniettabili e per nuove applicazioni del principio attivo, ad esempio come inalabile; inoltre, la farmacocinetica dei principi attivi è notoriamente influenzata dalla sua velocità di passaggio nel circolo sanguigno dopo la loro assunzione. Rispetto allo stato cristallino, lo stato amorfo pone minori difficoltà all'interazione tra le molecole di solvente e le molecole della fase solida da disperdere nelle prime. La produzione di una fase amorfa richiede una solubilizzazione del prodotto in un solvente, e in seguito la sua solidificazione in condizioni che impediscano la formazione del cristallo. Durante lo scorso decennio sono state proposte tecniche di micronizzazione basate sulle proprietà dei fluidi supercritici che hanno permesso di ottenere particelle microniche e submicroniche con distribuzione granulometrica controllata. Tra queste la tecnica Solvente-Antisolvente Supercritico (SAS) nella quale il composto che si intende micronizzare non è solubile nel fluido supercritico e viene sciolto in un solvente organico, solubile a sua volta nel fluido supercritico. La soluzione viene portata a contatto con il fluido supercritico e in esso si rigonfia solubilizzandosi completamente. Durante questo processo il soluto contenuto inizialmente nel solvente organico viene completamente rilasciato in forma di particelle. La velocità del processo e l'estrema dispersione del solido in formazione nel fluido supercritico non permettono la formazione di cristalli, così che il solido precipita in forma di particelle amorfe con dimensioni di qualche micrometro o di qualche centinaio di nanometri, a seconda delle condizioni applicate. La tecnica utilizzata è descritta come metodo semi-continuo da Gallagher et al. (Supercritical fluids Science and Technology, ACS Symp. Series 406, 1989, p. 334), come metodo continuo da Yeo et al. (Biotech. Bioeng., 41, 341 [1993]), e da Reverchon et al. (Ind. Eng. Chem. Res., 34, 4087, [1995], Pat. It. ITSA970 010 A 19 970 701 [0.-07.97] e infine discontinuo da Debenedetti et al. [EP 0 542 314 A1 1992]). Con questa tecnica sono state descritte produzioni di proteine, esplosivi, propellenti solidi, polimeri, precursori di ceramiche superconduttive e farmaci antibiotici quali amoxicillina e salbutamolo. Fino ad oggi la tecnica SAS non è stata utilizzata per la produzione di solfani e solfonammidi. La presente invenzione utilizza la tecnica SAS per la produzione di solfoni, solfonammidi e di loro derivati in forma di particelle amorfe o semicristalline aventi diametro tra 100 nm e 3 mu m, cioè dimensioni fino a 100 nm, utilizzabili per la produzione di preparati farmaceutici. Elenco dei disegni Fig. 1. Descrizione dell'apparecchiatura per il processo di precipitazione: 1. Camera di precipitazione del solido micronizzato 2. iniettore per l'immissione della soluzione contenente quale soluto la sostanza da micronizzare, con ugello per l'atomizzazione della soluzione in goccioline 3. iniettore per il fluido supercritico antisolvente 4. Setto poroso per la raccolta della polvere micronizzata e per l'evacuazione del solvente e del fluido supercritico antisolvente 5. Via d'uscita per il solvente e per il fluido supercritico antisolvente 6. Sonda per la misura della temperatura e della pressione nella camera 1 Fig. 2. Fotografia SEM del prodotto micronizzato Il prodotto ottenuto dal processo SAS può essere analizzato al microscopio elettronico a scansione per la verifica delle dimensioni delle particelle, del loro grado di aggregazione e della distribuzione granulometrica. Nella fotografia sono visualizzate le particelle prodotte secondo l'esempio di produzione 1. Ingrandimento: 50 000 x . Riferimento di dimensione: 1 mm = 40 nm Fig. 3. Curva di distribuzione granulometrica Mediante software specifico (Sigma Scan 5.0) viene ricavata dalla fotografia SEM la curva granulometrica in forma di istogramma (% particelle vs diametro delle particelle). Diametro minimo (particelle di dimensione minima): 121 nm Diametro massimo (particelle di dimensione massima): 385 nm Diametro medio: 244 nm Deviazione standard dal valore medio: 5,3% Il 70% delle particelle ha un diametro compreso tra 190 e 300 nm Presentazione dettagliata dell'invenzione Secondo la presente invenzione, solfoni e solfon-ammidi vengono prodotte in forma di polveri micronizzate amorfe o semicristalline partendo da una soluzione di queste sostanze in un solvente organico, ad esempio dimetilsolfossido (DMSO), 1-metil-2-pirrolidone (NMP), alcol etilico, acetone, acetato di etile o dimetilformammide. Il dispositivo utilizzato per la precipitazione della polvere micronizzata è descritto nella Fig. 1. Esso permette il processo SAS come descritto in letteratura (Reverchon, Della Porta, Taddeo, Pallado, Stassi, Ind. Eng. Chem Res., 34, 4087, (1995); Reverchon, Celano, Della Porta, Pace, Istituto Nazionale per la FISI (IT): Pat. It. ITSA970010 A 19970701 (0.-07.97); Reverchon, Celano, Della Porta, J. Mat. Res., Vol. 13, No. 2, Feb. 1998). Esso consiste in una camera di precipitazione 1 munita di due entrate indipendenti: l'iniettore 2 per l'immissione della soluzione della sostanza da micronizzare (soluto) in solvente liquido e l'iniettore 3 per l'immissione del fluido supercritico antisolvente. L'iniettore 2 è munito alla sua estremità di un ugello per l'atomizzazione della soluzione alla sua entrata nella camera 1. Nella camera 1 è inoltre fissata una sonda 6 per la misura della pressione e della temperatura nella zona di formazione delle particelle. Gli iniettori 2 e 3 sono posti di preferenza parallelamente come in figura 1. Sul fondo della camera è posto un setto poroso 4, di preferenza in materiale sinterizzato con una porosità apparente preferibilmente tra 50 e 100 mu m, in grado di trattenere le particelle, lasciando invece fluire sia il solvente sia l'antisolvente attraverso l'uscita 5. La soluzione (solvente-soluto) viene inviata da una prima pompa nella camera di precipitazione 1, atomizzata mediante l'iniettore 2 con formazione di microscopiche goccioline di diametro 20-120 mu m. L'elevata superficie di scambio ottenuta favorisce il processo di solubilizzazione del solvente nel fluido supercritico che scorre in continuo nella camera di precipitazione 1 grazie all'azione di una seconda pompa che lo invia nella camera 1 attraverso l'entrata 3. Solubilizzandosi nel fluido supercritico il solvente aumenta il suo volume di un fattore tra 10 e 100. Lo stesso fluido supercritico favorisce quindi la precipitazione del soluto in esso insolubile. Il solido si deposita sul setto 4, mentre solvente e antisolvente vengono scaricati attraverso l'uscita 5. Il solvente viene in seguito ricuperato attraverso l'evaporazione spontanea del fluido -supercritico. Il pompaggio della soluzione e dell'antisolvente con pompe indipendenti, la pressurizzazione del fluido supercritico antisolvente, il recupero del solvente e l'eventuale riciclaggio del fluido supercritico antisolvente avvengono secondo la comune tecnologia degli impianti per processi con fluidi supercritici, descritta in letteratura (Reverchon, Celano, Dalla Porta, J. Mater. Res., Vol. 13, No. 2, Feb. 1998). L'effetto micronizzante è determinato dalla velocità del processo di espansione e dall'affinità, del solvente per il fluido supercritico. La natura del solvente e dell'antisolvente scelti, la pressione dell'antisolvente e la temperatura dello stesso, misurate con la sonda 6, la concentrazione di soluto nella soluzione, il rapporto tra la portata della soluzione e la portata dell'antisolvente sono i fattori che determinano le dimensioni delle particelle prodotte e la distribuzione granulometrica delle stesse. Nel caso della presente invenzione sono stati impiegati quali solventi NMP, DMSO, alcol etilico, acetone, acetato di etile o dimetilformammide; quale antisolvente si sono impiegati anidride carbonica, protossido di azoto, propano, etilene, acqua o trifluorometano in fase supercritica. Sono state applicate portate comprese tra 0.1 e 100 ml/min per la soluzione e tra 1000 e 10 000 ml gas a STP/min per l'antisolvente. Per la concentrazione della soluzione sono state scelti valori compresi tra 0.1 e 100 mg/ml. Lo stato fisico del prodotto ottenuto può essere analizzato al microscopio elettronico a scansione (SEM); l'immagine SEM permette di verificare: - lo stato amorfo (tipicamente in forma di sfere) oppure cristallino (aghi, cubi o altre forme geometriche a seconda della natura della sostanza) - il grado di eventuale aggregazione - la distribuzione granulometrica della polvere micronizzata mediante un software specifico, ad esempio Sigma Scan. Le informazioni ricavatali dall'analisi al microscopio SEM permettono di ottimizzare i parametri di processo (ad esempio pressione del fluido supercritico antisolvente, temperatura della camera di precipitazione, concentrazione della soluzione, portata della soluzione e del fluido supercritico antisolvente) in funzione delle caratteristiche preferite per il prodotto, ad esempio dimensione media delle particelle, curva granulometrica, grado di aggregazione delle particelle. Realizzazione dell'invenzione Esempio di produzione 1 . Sono state prodotte mediante SAS particelle amorfe o semicristalline di Nimesulide sciogliendo il prodotto cristallino preferibilmente in 1-metil-2-pirrolidone (NMP) in concentrazione compresa tra 0.1 e 100 mg/ml, preferibilmente 10 mg/ml. La soluzione viene introdotta nella camera con una portata compresa tra 0.1 e 10 ml/min, preferibilmente 1 ml/min, con densità di 1100 kg/m<3>, in quantità compresa tra 20 e 50 ml, preferibilmente 30 ml. L'antisolvente, preferibilmente anidride carbonica, viene inviato attraverso la camera con una portata compresa tra 1000 e 10 000 ml(gas STP)/min, preferibilmente di 8000 ml(gas STP)/min ad una pressione compresa tra 78 e 400 bar, preferibilmente 85 bar e a temperatura compresa tra 30 DEG C e 60 DEG C, preferibilmente 40 DEG C. Il rapporto portata soluzione/portata antisolvente risulta essere di 1.25E-04. Il prodotto viene lavato con flusso di solo antisolvente per 60-100 min, preferibilmente 80 minuti. Risultati: - Resa: La resa in Nimesulide recuperata (300 mg) è risultata > 95%. - Identificazione sulla base di dati di natura fisica: il prodotto raccolto dal fondo della camera 1 è analizzato al microscopio elettronico a scansione (SEM), con ingrandimento 50 000 x , dal quale si è ottenuta la Fig. 2: Si osserva notevole regolarità delle dimensioni delle particelle e una loro parziale aggregazione. Le dimensioni delle particelle e la distribuzione granulometrica sono state ricavate dalla fotografia SEM mediante uno specifico software (Sigma Scan 5.0). La forma sferica delle particelle è tipica dello stato amorfo del composto, che altrimenti cristallizza in forma di aghi. La curva di distribuzione granulometrica è riprodotta dalla Fig. 3: in essa viene riportato in forma di istogramma il numero di particelle (particelle, %) in funzione del diametro: si evidenzia un diametro medio (Mean) di 244 nm, un diametro minimo (Min) di 121 nm, massimo (Max) di 385 nm, con una deviazione standard (S.D.) del 5.3%. Oltre il 70% delle particelle possiede un diametro compreso tra 190 e 300 nm. Esempio di produzione 2. Sono state prodotte mediante SAS particelle amorfe o semicristalline di Nimesulide sciogliendo il prodotto cristallino preferibilmente in 1-metil-2-pirrolidone (NMP) in concentrazione da 0.1 a 100 mg/ml, preferibilmente 10 mg/ml. La soluzione viene introdotta nella camera con una portata compresa tra 0.1 e 10 ml/min, preferibilmente 1 ml/min, con densità di 1100 kg/m<3>, in quantità tra 20 e 50 ml, preferibilmente 30 ml. L'antisolvente, preferibilmente anidride carbonica, viene inviato attraverso la camera con una portata tra 1000 e 10 000 ml(gas STP)/min, preferibilmente di 8000 ml(gas STP)/min ad una pressione tra 78 e 400 bar, preferibilmente 100 bar e a temperatura di tra 30 DEG C e 60 DEG C, preferibilmente 40 DEG C. Il rapporto portata soluzione/portata antisolvente risulta essere di 1.25E-04. Il prodotto viene lavato con flusso di solo antisolvente per 60-100 min, preferibilmente 60 minuti. Risultati: - Resa: la resa in Nimesulide recuperata (300 mg): 93%. - Identificazione sulla base di dati di natura fisica: il prodotto raccolto dal fondo della camera 1 è analizzato al microscopio elettronico a scansione (SEM), con ingrandimento 50 000 x . Si osserva notevole regolarità delle dimensioni delle particelle e una loro parziale aggregazione. Le dimensioni delle particelle e la distribuzione granulometrica sono state ricavate dalla fotografia SEM mediante uno specifico software (Sigma Scan 5.0). La forma sferica delle particelle è tipica dello stato amorfo del composto, che altrimenti cristallizza in forma di aghi. La curva di distribuzione granulometrica: diametro medio (Mean) di 235 nm, diametro minimo (Min) di 120 nm, massimo (Max) di 375 nm, con una deviazione standard (S.D.) del 5,8%. Il 70% delle particelle possiede un diametro compreso tra 180 e 300 nm.
Claims (10)
1. Prodotto di micronizzazione di sostanze farmacologiche, caratterizzato da particelle aventi dimensioni microniche e/o submicroniche in stato di solido amorfo e/o semicristallino ottenuto per azione di un fluido supercritico quale antisolvente.
2. Prodotto secondo la rivendicazione 1, caratterizzato da particelle aventi un diametro inferiore a 4 mu m con distribuzione granulometrica, espressa come deviazione standard, inferiore al 25%, preferibilmente inferiore al 20% e/o dove le particelle ottenute sono in stato di solido amorfo libere, aggregate oppure parzialmente aggregate.
3. Prodotto secondo la rivendicazione 1 o 2 dove il fluido supercritico sia anidride carbonica supercritica e/o uno dei seguenti: protossido di azoto, propano, etilene, acqua e/o trifluorometano.
4.
Prodotto secondo una delle rivendicazioni 1 fino a 3, ottenuto attraverso precipitazione delle particelle per azione di un antisolvente supercritico nel quale viene rigonfiato e sciolto un solvente contenente quale soluto la sostanza di interesse.
5. Prodotto secondo la rivendicazione 4, dove il solvente sia 1-metil-2-pirrolidone e/o uno dei seguenti: dimetilsolfossido, alcol etilico, acetone, acetato di etile e/o dimetilformammide.
6.
Prodotto secondo una delle rivendicazioni 1 fino a 5, dove il prodotto micronizzato sia Nimesulide, un suo derivato o un altro solfone o solfonammide inibitore delle cicloossigenasi (COX1 e/o COX2), appartenente alle categorie terapeutiche antiinfiammatori, analgesici, antireumatici, antipiretici, oppure altri solfoni o solfonammidi preferibilmente appartenenti alle categorie terapeutiche antibiotici, batteriostatici, antiipertensivi e diuretici.
7. Procedimento per la produzione di sostanze con proprietà farmacologiche secondo una delle rivendicazioni 1 fino a 6, secondo il quale venga impiegato un processo di precipitazione indotta da fluidi supercritici.
8.
Procedimento secondo la rivendicazione 7, secondo il quale il prodotto, preferibilmente un solfone o una solfonammide, venga prodotto in forma di polvere micronizzata amorfa e/o semicristallina, partendo di una soluzione della stessa sostanza in un solvente organico, preferibilmente dimetilsolfossido, 1-metil-2-pirrolidone, alcol etilico, acetone, acetato di etile e/o dimetilformammide.
9. Procedimento secondo la rivendicazione 7 o 8, secondo il quale una soluzione di Nimesulide in concentrazione da 0.1 a 100 mg/ml viene introdotta in una camera, dove l'antisolvente viene inviato attraverso la camera ad una pressione tra 78 e 400 bar e a temperatura tra 30 DEG C e 90 DEG con un rapporto tra la portata di soluzione e la portata di antisolvente da 10<-><5> a 10<-><2> ml /ml(gas STP).
10.
Dispositivo per il procedimento secondo una delle rivendicazioni 7 fino a 9, caratterizzato da una camera di precipitazione con un primo iniettore collegato a una prima pompa per la soluzione e con un secondo iniettore collegato a una seconda pompa per il fluido supercritico.
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Legal Events
Date | Code | Title | Description |
---|---|---|---|
PL | Patent ceased |