CH669723A5 - - Google Patents

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CH669723A5
CH669723A5 CH524486A CH524486A CH669723A5 CH 669723 A5 CH669723 A5 CH 669723A5 CH 524486 A CH524486 A CH 524486A CH 524486 A CH524486 A CH 524486A CH 669723 A5 CH669723 A5 CH 669723A5
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CH524486A
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Sergio Capurro
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Sergio Capurro
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    • A61B18/12Surgical instruments, devices or methods for transferring non-mechanical forms of energy to or from the body by heating by passing a current through the tissue to be heated, e.g. high-frequency current
    • A61B18/14Probes or electrodes therefor
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    • A61B2018/0091Handpieces of the surgical instrument or device

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Description

DESCRIZIONE
La presente invenzione concerne un manipolo provvisto di connettore con presa, per apparecchi elettrochirurgici, e un procedimento per la sua realizzazione.
Secondo la tecnica nota, nell'uso di apparecchi elettrochirurgici si impiegano manipoli o manici di materiale isolante, che vengono tenuti in mano dall'operatore, e che sono provvisti ad una estremità di un apposito elettrodo, per la trasmissione della corrente ad alta frequenza nei tessuti, ed all'altra estremità sono collegati mediante un cavo elettrico conduttore con guaina isolante all'apparecchio generatore della alta frequenza.
Gli elettrodi noti possono essere costituiti da aghi, spesso molto sottili, oppure da asticelle con punta arrotondata o terminanti con una pallina, oppure da lamine di metallo a forma di bisturi, o ancora da barrette ripiegate ad ansa di varia forma e dimensione, o simili.
Un primo tipo noto di manipoli per apparecchi elettrochirurgici, è solidale, nella sua estremità posteriore, con un cavo conduttore che lo collega al generatore delle alte frequenze, mediante l'inserimento di una spina situata sull'estremo libero del cavo, nella presa del generatore; il detto manipolo noto, nella sua estremità anteriore, è fornito di un dispositivo di ritegno o mandrino, per l'accoglimento ed il serraggio degli elettrodi.
Questo primo tipo di manipolo noto, presenta alcuni inconvenienti, che divengono più gravi quando esso venga impiegato nel campo della microchirurgia o della dermatologia.
Infatti in tali campi spesso si utilizzano elettrodi ad ago, ad esempio per eseguire una depilazione, o il trattamento di formazioni vascolari (teleangectasie e -microteleangectasie capillari, spider nevi, ecc.), e l'operatore deve, dopo ogni paziente, sterilizzare l'ago per evitare il rischio elevato di contagio di virus, ad esempio dell'epatite B. Molti sono i portatori cosiddetti sani (in Italia circa 5 milioni) che potrebbero trasmettere con il siero (essudato dalle microustioni) o con il sangue, questa terribile malattia. Poiché, come è noto, le correnti ad alta frequenza utilizzate nell'elettrochirurgia non hanno potere di sterilizzare l'elettrodo, ed il calore non è indicato per la sterilizzazione degli strumenti acuminati e taglienti, ed infine le metodiche a gas richiedono particolari attrezzature, sarà necessario ottenere la sterilizzazione con liquidi sterilizzanti, immergendovi gli elettrodi per almeno mezz'ora.
Siccome questi aghi sono molto sottili (hanno diametro dell'ordine dei decimi di millimetro), ed hanno una punta estremamente fine (devono essere in grado di entrare facilmente in un follicolo pilifero e penetrare nell'epidermide senza sforzi), quando l'operatore li immerge in un liquido disinfettante avrà difficoltà nel distinguerli, nel recuperarli, e rischierà di pungersi; sfuggendogli di mano facilmente potranno cadere infettandosi, e comunque creeranno dei problemi al momento di inserirli correttamente nel mandrino.
Queste operazioni dovrebbero essere ripetute con frequenza, tra due interventi successivi, o anche per una stessa operazione, quando si renda necessario il cambiamento dell'elettrodo. Ma poiché la sostituzione dell'elettrodo risulta così laboriosa, a volte qualche operatore poco coscienzioso ne evita la sterilizzazione, con i conseguenti pericoli di infezione già sopra descritti, per il paziente; mentre e comunque permane il pericolo di infezione per il medico, se gli accade di pungersi nel liberare il sottile ago dal mandrino di ritegno, dopo l'uso, per inviarlo alla fase di sterilizzazione.
Inoltre, con il detto primo tipo di manipolo l'operazione di sterilizzazione viene normalmente limitata al solo ago, mentre essa andrebbe estesa anche a quella parte del manipolo che è più vicina alla zona di intervento, e rimane in contatto con le dita dell'operatore, facilmente sporche di sangue o siero del paziente; la sterilizzazione del manipolo è invece resa diffi5
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coltosa poiché esso è solidale con il cavo conduttore. Un ulteriore inconveniente di questi tipi di manipolo è che, quando il diametro dell'elettrodo è molto piccolo, il mandrino di ritegno, specialmente quando è logorato dall'uso, non è più atto a bloccare adeguatamente l'elettrodo, che, durante l'operazione, può subire movimenti indesiderati con scorrimenti longitudinali e/o rotazioni rispetto al mandrino stesso, fatto che è da evitare, soprattutto in interventi di alta precisione.
Le dimensioni del mandrino possono inoltre limitare la visibilità del campo operatorio, ed il suo peso contribuisce ad affaticare la mano dell'operatore, specialmente negli interventi di maggiore durata.
Un altro inconveniente è che negli interstizi del mandrino può ristagnare materiale organico del paziente, che diviene terreno favorevole per lo sviluppo di germi patogeni.
Questo primo tipo di manipoli noti è costituito da due parti: una parte interna, o inserto metallico, che forma un collegamento elettrico tra il cavo e l'elettrodo, e termina con il mandrino, ottenuto mediante tornitura; ed una seconda parte esterna, o involucro, di materiale plastico isolante, in cui è incollato, o avvitato, o comunque fissato l'inserto metallico, con formazioni di cavità in cui possono penetrare e raccogliersi materiali organici e/o liquidi di sterilizzazione indesiderati.
Altro inconveniente è che il costo di costruzione di un tale manipolo è elevato.
In detto primo tipo di manipolo il collegamento tra l'inserto metallico ed il cavo è solitamente realizzato mediante saldatura a stagno, ovvero con morsetto a vite.
In un secondo tipo di manipoli noti, il collegamento tra l'inserto metallico ed il cavo è realizzato mediante un connettore costituito da una presa tornita nell'inserto metallico ed uno spinotto collegato al cavo. Lo spinotto si inserisce nella presa del manipolo situata all'estremità opposta rispetto al mandrino. L'inconveniente di questo secondo tipo di manipolo è che se il collegamento presa-spinotto accidentalmente si sfila durante l'intervento, del tutto o anche solo in parte, se l'apparecchio elettrochirurgico è in azione, il contatto involontario con lo spinotto può causare ustioni, poiché non vi è alcuna protezione del contatto quando lo spinotto non è completamente inserito, nè vi è alcun altro elemento di ritegno, oltre al contatto elettrico che si logora con il tempo. Secondo un terzo tipo di manipoli noti, l'unione della presa del manipolo con lo spinotto del cavo, è realizzata mediante filettatura. Detta terza soluzione presenta l'inconveniente di accrescere il costo di costruzione, oltre a rendere meno rapida e più laboriosa la sostituzione del manipolo.
Per ovviare ad alcuni dei sopracitati inconvenienti relativi al mandrino, è stato realizzato un quarto tipo di manipolo, in cui l'elettrodo è inserito e fissato a pressione nella testa del manipolo, mentre posteriormente il cavo, a cui è fissato il connettore con l'apparecchio, è stabilmente solidale con il manipolo.
L'inconveniente di questa realizzazione è che il sistema di ritegno dell'elettrodo non è affidabile, ed è soggetto ad una rapida usura, costringendo l'utente a sostituire con frequenza manipolo, cavo e connettore; esso presenta inoltre tutti gli inconvenienti già sopracitati, sia relativamente alle piccole dimensioni degli elettrodi, che alla carenza di sterilizzazione, ed infatti il manipolo non viene sterilizzato agevolmente, per il suo collegamento stabile con il cavo, con possibilità di movimento dell'elettrodo nella sede.
Una quinta realizzazione, più recente, per manipoli destinati all'impiego con apparecchi elettrochirurgici, è costituita da un manipolo in materiale plastico, stampato sull'inserto metallico, che è unito indissolubilmente ad una estremità all'elettrodo, ed all'altra al cavo.
Questo quinto tipo di manipoli è stato studiato per un'unica utilizzazione del manipolo (monouso), risolvendo così i problemi relativi al mandrino, e le difficoltà legate alle piccole dimensioni degli elettrodi, nonché garantendo una completa sterilità.
Esso presenta però altri inconvenienti, come la necessaria sostituzione, ogni volta, dell'intero gruppo: manipolo, elettrodo, cavo connettore. Nel tentativo di contenere i costi, ha dovuto essere adottata una soluzione di compromesso nella qualità degli elementi, ad esempio a scapito dell'isolamento e della flessibilità del cavo. Considerando che ogni manipolo è provvisto di un cavo connettore della lunghezza di circa due metri, sorgono anche inconvenienti relativi all'ingombro delle scorte, per avere a disposizione un certo assortimento, con una sufficiente quantità per ogni tipo, specialmente nell'uso dermatologico, in cui si eseguiscono in un'unica seduta operatoria una pluralità di interventi su pazienti diversi.
Un altro inconveniente di questa quinta realizzazione è che la sostituzione del manipolo richiede un maggior impiego di tempo, di quello necessario alla sostituzione di un elettrodo nei manìpoli dotati di mandrino (primo, secondo e terzo tipo), poiché ogni volta si deve svolgere in modo corretto il nuovo cavo conduttore, fissato al manipolo e disfarsi del vecchio.
Per una eventuale riutilizzazione del manipolo del quinto tipo, si incontrano ancora notevoli inconvenienti, poiché la presenza di elettrodi sottili non si addice alla sterilizzazione a caldo, che altererebbe le loro caratteristiche meccaniche, mentre il collegamento stabile con il cavo costituisce una difficoltà nei confronti della sterilizzazione con soluzioni chimiche e comunque il rivestimento ed il cavo non sopporta le temperature elevate di sterilizzazione.
Scopo del presente trovato è di realizzare un manipolo per apparecchi elettrochirurgici che risolva tutti i sopra descritti inconvenienti.
Esso è caratterizzato dalla parte caratterizzante della rivendicazione 1.
Il procedimento è caratterizzato dalla parte caratterizzante della rivendicazione 13.
Le caratteristiche ed i vantaggi sul presente trovato appariranno più chiare ed evidenti dalla seguente esposizione, fatta in relazione alle tavole di disegni, che si allegano a solo titolo esemplificativo e non limitativo, in cui:
fig. 1 è una vista esterna di un manipolo secondo il presente trovato, con elettrodo costituito da un'asticella con punta arrotondata;
fig. 2 è una vista esterna di un'analoga realizzazione del manipolo, avente l'elettrodo con punta acuminata, ossia ad ago;
fig. 3 mostra in vista esterna un connettore con presa, in cui viene inserita la parte posteriore del manipolo per il suo collegamento con il cavo elettrico;
fig. 4 rappresenta una sezione parziale, secondo un piano longitudinale assiale, del manipolo di fig. 1;
fig. 5 rappresenta una sezione parziale, secondo un piano longitudinale assiale, del manipolo di fig. 2;
fig. 6 è una sezione trasversale del manipolo secondo il piano VI-VI di fig. 5;
fig. 7 è una sezione trasversale del manipolo, secondo il piano VII-VII di fig. 5;
fig. 8 è una sezione trasversale del manipolo, secondo il piano VIII-VIII di fig. 5;
fig. 9 è una sezione trasversale del manipolo, secondo il piano IX-IX di fig. 5;
fig. 10 è una sezione parziale, secondo un piano longitudinale assiale, del connettore con presa, illustrato in fig. 3;
fig. 11 è una vista esterna di un altro esempio di realizzazione del manipolo secondo il trovato, inserito nel connettore a presa corrispondente;
fig. 12 è una vista esterna del solo manipolo di fig. 11; fig. 13 è una sezione, secondo un piano longitudinale assiale, del solo connettore con presa, illustrato in fig. 11, che è complementare al manipolo di fig. 12;
fig. 14 è una sezione secondo un piano longitudinale assiale del manipolo di fig. 12.
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Come risulta dalle figure 1, 4, 2,'5, 3, 10, il dispositivo secondo il presente trovato è costituito essenzialmente da due elementi, un manipolo vero e proprio, 12, 12a (figg. 1, 4, 2, 5) atto ad essere impugnato dall'operatore, ed un connettore a presa 13 (figg. 3 e 10), stabilmente unito ad un cavo elettrico 14, per il collegamento del manipolo 12, 12a, all'apparecchio elettrochirurgico, che può essere ad esempio un diatermocauterio, e che non è stato rappresentato nelle figure.
Nelle figg. 1 e 4 è illustrato un tipo di manipolo 12a, secondo il presente trovato, previsto per l'impiego di elettrodi ad asticella con punta arrotondata, che sporgono sulla parte anteriore, o punta 22a del manipolo, mentre nella parte posteriore del manipolo sporge la spina 15a.
L'asticella Ila può essere di pezzo con la spina 15a, (fig. 14), oppure essere ad essa saldamente unita, ad esempio con brasatura, pinzatura (fig. 4) o simili, di modo che le due parti metalliche elettrodo Ila-spina 15a siano fissate reciprocamente in modo indissolubile. Nella fig. 4 è il prolungamento della stessa asticella anteriore, o elettrodo Ila, che è unito con la spina, attraversando tutto il corpo 12a del manipolo.
Nelle figg. 2 e 5, è invece rappresentato un manipolo più corto 12, che è solidale in modo inamovibile con un elettrodo sottile ad ago 11. Viene mantenuta l'idea di soluzione, fondamentale per il presente trovato, di unione indissolubile e continuità elettrica tra i due elementi estremi, elettrodo o ago Ile spina 15, ma nella realizzazione pratica, per il collegamento ago 11 — spina 15, è disposto all'interno del manipolo un inserto metallico 16, o tubetto conduttore fissato in modo stabile ed indissolubile ad una estremità all'ago 11 ed all'altra estremità alla spina 15, in modo analogo al fissaggio 16a-15a già descritto, e cioè ad esempio per brasatura, pinzatura o simili.
In seguito verrà genericamente chiamato inserto metallico 16, o 16a, l'elemento conduttore di elettricità, di unione tra l'elettrodo 11, Ila, e la spina 15, 15a, sia esso di pezzo (fig. 14), o saldamente unito ai due elementi estremi 11, 15 (figg. 4 e/o 5).
Sull'inserto metallico 16 viene fuso del materiale plastico isolante che costituisce il manipolo 12, 12a, 12b (figg. 1, 2, 4, 5, 11, 12, 14) atto ad essere tenuto in mano dall'operatore. Detto involucro 10, essendo fuso sotto pressione intorno allinserto metallico, non dà adito ad alcuna cavità, che potrebbe trattenere liquidi indesiderati.
Il manipolo 12, 12a, 12b è stato appositamente studiato nei suoi minimi particolari, per rendere la presa, da parte dell'operatore più facile, sicura e precisa, tenendo in debita considerazione il fatto che detti manipoli possono venire impiegati in microchirurgia ed in dermatologia, anche sotto lente, dove gli interventi sono moto delicati, e spesso lunghi.
Il manipolo così ottenuto è della massima leggerezza, perchè è essenzialmente in materiale plastico, senza alcuna sovrastruttura inutile, ha sezioni sostanzialmente circolari (figg. 6, 7, 8, 9) con risalti anulari 29 a forma di sinusoide, per consentire l'appoggio delle dita dell'operatore in qualsiasi posizione, a seconda delle sue abitudini e delle necessità. Il manipolo è provvisto di una punta conica 22 (fig. 5), con generatrici formanti fra loro un angolo acuto che, oltre a consentire un'ampia visualizzazione delle zone di intervento, permette anche l'appoggio delle dita, se l'operatore desidera impugnare il manipolo 12 molto in prossimità dell'elettrodo 11.
Come si vede dalle figure, i detti risalti sinusoidali 29 possono essere più rilevati (figg. 1 e 2) o meno rilevati (fig. 11) in una serie più o meno numerosa ad esempio: cinque risalti anulari 29 nella fig. 2, quattro risalti anulari 29b nella fig. 11), o in una pluralità di serie (due serie di risalti anulari 29a nella fig. 1).
Ovviamente si potranno realizzare manipoli di varie forme e lunghezze in accoppiamento assortito con elettrodi diversi per forma e destinazione d'uso.
Trattandosi di materiale plastico, i manipoli potranno venire variamente colorati, per distinguerne immediatamente gli elettrodi che, soprattutto quando sono sottili, non sono facilmente individuabili a prima vista. Se il materiale plastico è ad alto punto di fusione, il manipolo, che costituisce un tutt'uno con il suo inserto metallico, potrà essere anche vantaggiosamente sterilizzato a caldo, ad esempio quando gli elettrodi non siano taglienti o aguzzi.
Per collegare il manipolo 12 all'apparecchio elettrochirurgico, il suo involucro 10 di rivestimento (fig. 2) presenta posteriormente, in prossimità della spina 15, una zona avente diametro minore o codolo 21, atto ad essere inserito in un connettore 13 (figg. 3 e 10) appositamente progettato secondo il presente trovato. Il connettore 13 è costituito internamente da una presa 19 saldamente fissata, in modo indissolubile, mediante saldatura o pinzatura, alla testa 18 di un cavo 14, che viene collegato tramite un altro connettore all'apparecchio elettrochirurgico, generatore di alta frequenza.
Sopra il detto terminale, conduttore elettrico costituito dalla testa 18 del cavo e della presa 19, viene fuso un involucro 17 in materiale isolante, ad esempio materiale plastico, in modo analogo a quanto esposto per il manipolo 12.
All'estremità anteriore di detta connessione presa-cavo, dal lato dell'imboccatura della presa 19, questa è ricoperta e difesa latefalmente da un manicotto 20, anulare, cilindrico cavo, aperto anteriormente per consentire l'inserimento della spina 15 nella presa 19.
Sulla parete cilindrica interna del manicotto 20, è ricavato un elemento di riscontro 28, ad esempio una scanalatura anulare, complementare ad un elemento di riscontro 27, ad esempio una nervatura anulare, esistente sul codolo 21 del manipolo 12, appositamente conformato per essere inserito di misura, a scatto, nel manicotto 20. Poiché tutti gli elementi dell'unione manipolo 12 - connettore 13, (ossia il codolo 21, la nervatura 27, la spina 15, il manicotto 20, la scanalatura 28, la presa 19) sono cilindrici, l'unione potrà avvenire indifferentemente per una qualsiasi posizione del manipolo 12, rispetto al connettore 13, purché siano sostanzialmente coassiali gli elementi conduttori, spina 15 — presa 19. Si realizza così un accoppiamento di ritegno meccanico dei due elementi manipolo 12 e connettore a presa 13, che evita il logorio dei contatti elettrici. Secondo una realizzazione perfezionata di detta unione, come è illustrato nelle figure 11/14, il manicotto 20b (fig. 13) della presa è previsto più lungo della spina 15b (fig. 12); sulle pareti cilindriche interne del detto manicotto 20b è realizzata una pluralità di elementi di riscontro anulari, e preferibilmente una scanalatura anteriore 23, ed una nervatura più interna 24, complementari ai corrispondenti elementi di riscontro sul codolo 21b (fig. 14) e cioè nervatura circonferenziale 25 e scanalatura 26. È prevista inoltre, nell'involucro 10b del manipolo, una superficie anulare smussata d'invito autocentrante 30 sulla faccia posteriore del codolo 21b, in corrispondenza della faccia di entrata nel connettore 13b, in prossimità della spina 15b. È previsto anche uno smusso di invito 32 sul bordo anteriore interno delle pareti del manicotto 20b (fig. 13), cui corrisponde uno smusso 33 dello spigolo anulare tra il codolo 21b ed il corpo dell'involucro 10b. Con tale disposizione l'operatore potrà immediatamente e rapidamente collegare i due elementi, manipolo 12b e connettore 13b, anche trascurando l'esatta assialità dei due pezzi, grazie alle superfici di invito autocentranti 30 e 32. Inoltre, poiché il manicotto 20b, ed il corrispondente codolo 21b sono sufficientemente lunghi, questi entreranno in impegno assiale obbligato, prima che si verifichi il contatto elettrico spina 15b — presa 19b, realizzando così un contatto elettrico sempre corretto, senza pericolo di scintille, nè di usura meccanica delle parti metalliche.
In tutti gli esempi sopra descritti, risulta realizzata l'idea essenziale del presente trovato, di provvedere un manipolo praticamente di pezzo con l'elettrodo, e rapidamente collegabile con il connettore a presa, solidale con il cavo di alimentazione 14.
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Grazie a detta realizzazione, uno stesso cavo 14 e relativo connettore 13, sarà adatto per l'impiego di qualsiasi tipo di manipolo e di elettrodo. Mentre il manipolo, a seconda della natura dell'elettrodo, potrà avere una durata più o meno lunga, ed essere gettato anche dopo pochi interventi, il cavo verrà sempre riutilizzato, e si potrà quindi conferirgli le necessarie caratteristiche di qualità superiore (fatto che non si verifica ad esempio nei manipoli secondo la tecnica nota, sopra descritti come di quarto e quinto tipo).
La presa 19 del connettore 13 potrà essere vantaggiosamente di tipo dorato, per migliorare ulteriormente il contatto.
Per una maggior durata all'entrata nell'involucro isolante del connettore 13, la testa del cavo 18 nel punto di unione con la presa, potrà essere rivestita con una guaina di protezione non illustrata.
Secondo una realizzazione preferita, per una continuità di forma, il diametro esterno del connettore 13 è uguale al diametro della parte cilindrica dell'involucro 10 del manipolo (fig.
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I vantaggi che risultano dal presente trovato sono che essendo, in tutti i tipi descritti, il manipolo 12 strettamente ed indissolubilmente solidale con l'elettrodo 11, l'operatore non ha difficoltà a maneggiare il manipolo, evitando il rischio di pungersi; grazie al basso costo di produzione del manipolo, questo può anche essere impiegato una sola volta (monouso), tuttavia, poiché è indipendente dal cavo, può venire agevolmente sterilizzato o in liquidi sterilizzanti (non ha cavità che possano trattenerne dei residui), o ad alte temperature (se è consentito dal tipo di elettrodo).
II cambio del manipolo, e quindi dell'elettrodo è reso semplicissimo dai descritti accorgimenti, per cui l'operatore, anche più volte in uno stesso intervento, non incontrerà alcuna difficoltà a prelevare dalla sua scorta (di volume ridotto perchè limitato all'assortimento dei soli manipoli senza cavo), l'elettrodo appropriato, facilmente distinguibile anche dal colore dell'involucro plastico, ad inserirne la presa nel connettore, ed a gettare quello usato nel mucchio o da eliminare o da disinfettare.
La sterilizzazione viene inoltre estesa non solo all'elettrodo, ma a tutto il manipolo, che può essere stato in contatto con sangue o siero infetto.
La solidarietà assoluta del manipolo con l'elettrodo ne im-5 pedisce qualunque movimento indesiderato, consentendo all'operatore la massima precisione. Non vi è alcun tipo di interstizio che possa dar luogo a ristagni indesiderati nè di materiale organico infetto, nè di liquidi disinfettanti.
Se accidentalmente durante l'intervento, nonostante i previ-lo sti ritegni con scanalature e nervature 23/28, si dovesse sfilare il connettore dalla spina, o se ci fosse emissione di alta frequenza durante la sostituzione del manipolo, non può insorgere alcun pericolo nè per l'operatore nè per il paziente, poiché rimarrebbe libera la spina 15, collegata al manipolo 12, mentre la presa 19, i5 collegata all'apparecchio generatore di alta frequenza, resta sempre protetta dal suo manicotto 20. Rispetto al secondo tipo noto di manipolo sopra descritto, il presente trovato presenta i seguenti vantaggi:
elimina gli inconvenienti relativi al mandrino; 20 il contatto elettrico spina 15 — presa 19 non costituisce elemento di ritegno meccanico; non possono incidentalmente venire toccati elementi sotto tensione.
Rispetto al terzo tipo noto, il presente trovato evita la presenza del mandrino, ed inoltre l'unione avviene per semplice in-25 serimento dei due pezzi stampati, ed è quindi più semplice ed economico.
I vantaggi rispetto al quarto tipo noto sono che nel presente trovato non deve essere maneggiato l'elettrodo, ed il connettore 13 con il cavo 14 sono staccabili dal manipolo 12.
30 Rispetto al quinto tipo noto si ha il vantaggio che si può sostituire frequentemente solo il manipolo, sterilizzarlo, riutilizzarlo, serbando sempre lo stesso cavo connettore, con conseguenti riduzioni di costi e di ingombri delle scorte. La sostituzione del manipolo durante l'intervento, con il presente trovato 35 è la più rapida, rispetto a tutti i tipi noti, la realizzazione è la più economica, e presenta tanti vantaggi, contemporaneamente mai ottenuti con i manipoli noti, e nuovi vantaggi che non erano conseguibili prima.
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2 fogli disegni

Claims (13)

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1. Manipolo provvisto di connettore con presa, per apparecchi elettrochirurgici, caratterizzato dal fatto che anteriormente è munito di un elettrodo (11) fisso e inamovibile, e che posteriormente è provvisto di una spina (15) fissa, atta ad essere inserita nel connettore (13) provvisto di una presa (19) stabilmente unita ad una estremità (18) del cavo elettrico (14) per il collegamento con l'apparecchio elettrochirurgico, essendo l'elettrodo (11) di pezzo o reso solidale in modo indissolubile, con la spina (15) mediante un inserto metallico conduttore (16), interno al manipolo (12) e il manipolo (12) ed il connettore (13) essendo esternamente costituiti da un involucro (10, 17) in materiale plastico, isolante, disposto rispettivamente sull'inserto metallico conduttore (16) e sul tratto di collegamento presa-testa (19-18) del cavo, senza vuoti nè anfratti.
2. Manipolo secondo la rivendicazione 1, caratterizzato dal fatto che nel connettore (13) l'involucro (17) di materiale isolante sul tratto di collegamento presa-testa del cavo (19, 18), lascia libera anteriormente l'imboccatura della presa (19), ma la difende lateralmente con un manicotto (20) di materiale plastico isolante.
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RIVENDICAZIONI
3. Manipolo secondo la rivendicazione 1, caratterizzato dal fatto che il manicotto di materiale plastico isolante (20) di protezione della presa (19) è più lungo della spina (15) solidale al manipolo (12).
4. Manipolo secondo la rivendicazione 1, caratterizzato dal fatto che l'involucro (10) del manipolo (12), posteriormente è provvisto di codolo (21) con sezione avente diametro mino re, atto ad essere inserito di misura nel manicotto (20) della presa.
5. Manipolo secondo la rivendicazione 1, caratterizzato dal fatto che l'involucro (10) in materiale plastico del manipolo (12) ha esternamente una sagoma ondulata (29).
6. Manipolo secondo la rivendicazione 1, caratterizzato dal fatto che l'impugnatura del manipolo ha una punta conica (22), con generatrici formanti tra loro un angolo acuto.
7. Manipolo secondo la rivendicazione 1, caratterizzato dal fatto che è fornito in colori diversi a seconda del tipo di elettrodo (11) di cui è provvisto.
8. Manipolo secondo la rivendicazione 1, caratterizzato dal fatto che il materiale plastico di rivestimento (10, 17) è ad alto punto di fusione.
9. Manipolo secondo le rivendicazioni 1, 2, 3, 4, caratterizzato dal fatto che sulla parete perimetrale del codolo (21) sono ricavati uno o più elementi di riscontro anulari (27), rientranti e/o sporgenti, cui corrispondono elementi complementari (28) sulla superficie cilindrica interna del manicotto (20) del connettore (13).
10. Manipolo secondo la rivendicazione 1, caratterizzato dal fatto che il diametro del connettore (13) e del corpo del manipolo (12) sono uguali.
11. Manipolo secondo la rivendicazione 1, caratterizzato dal fatto che sulla faccia posteriore del codolo (21) dell'involucro (10) del manipolo (12), e/o sul bordo anteriore interno delle pareti del manicotto (20) sul connettore (13), sono praticati superfici anulari smussate di invito, autocentranti (30, 32).
12. Manipolo secondo la rivendicazione 1, caratterizzato dal fatto che la testa del cavo di collegamento all'apparecchio, nel punto di unione con la presa è rivestita con una guaina di protezione.
13. Procedimento per realizzare il manipolo secondo la rivendicazione 1, caratterizzato da ciò che l'involucro (10, 17) in materiale plastico isolante è fuso sotto pressione sull'inserto metallico conduttore (16) e nel tratto di collegamento presa-testa del cavo (19-18) senza vuoti nè anfratti.
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