ITVR20120229A1 - Dispositivo pronto all'uso e metodo per la rimozione di interferenti da campioni da sottoporre ad esame microbiologico - Google Patents

Dispositivo pronto all'uso e metodo per la rimozione di interferenti da campioni da sottoporre ad esame microbiologico Download PDF

Info

Publication number
ITVR20120229A1
ITVR20120229A1 IT000229A ITVR20120229A ITVR20120229A1 IT VR20120229 A1 ITVR20120229 A1 IT VR20120229A1 IT 000229 A IT000229 A IT 000229A IT VR20120229 A ITVR20120229 A IT VR20120229A IT VR20120229 A1 ITVR20120229 A1 IT VR20120229A1
Authority
IT
Italy
Prior art keywords
substance
sample
interferents
removal
product
Prior art date
Application number
IT000229A
Other languages
English (en)
Inventor
Mauro Beccaro
Original Assignee
Bbs Srl
Priority date (The priority date is an assumption and is not a legal conclusion. Google has not performed a legal analysis and makes no representation as to the accuracy of the date listed.)
Filing date
Publication date
Application filed by Bbs Srl filed Critical Bbs Srl
Priority to IT000229A priority Critical patent/ITVR20120229A1/it
Priority to EP13815578.3A priority patent/EP2920295B1/en
Priority to PCT/IB2013/060097 priority patent/WO2014076640A1/en
Priority to ES13815578.3T priority patent/ES2621524T3/es
Publication of ITVR20120229A1 publication Critical patent/ITVR20120229A1/it

Links

Classifications

    • CCHEMISTRY; METALLURGY
    • C12BIOCHEMISTRY; BEER; SPIRITS; WINE; VINEGAR; MICROBIOLOGY; ENZYMOLOGY; MUTATION OR GENETIC ENGINEERING
    • C12MAPPARATUS FOR ENZYMOLOGY OR MICROBIOLOGY; APPARATUS FOR CULTURING MICROORGANISMS FOR PRODUCING BIOMASS, FOR GROWING CELLS OR FOR OBTAINING FERMENTATION OR METABOLIC PRODUCTS, i.e. BIOREACTORS OR FERMENTERS
    • C12M45/00Means for pre-treatment of biological substances

Landscapes

  • Life Sciences & Earth Sciences (AREA)
  • Health & Medical Sciences (AREA)
  • Wood Science & Technology (AREA)
  • Organic Chemistry (AREA)
  • Engineering & Computer Science (AREA)
  • Bioinformatics & Cheminformatics (AREA)
  • Chemical & Material Sciences (AREA)
  • Zoology (AREA)
  • Biomedical Technology (AREA)
  • Sustainable Development (AREA)
  • Microbiology (AREA)
  • Biotechnology (AREA)
  • Biochemistry (AREA)
  • General Engineering & Computer Science (AREA)
  • General Health & Medical Sciences (AREA)
  • Genetics & Genomics (AREA)
  • Molecular Biology (AREA)
  • Measuring Or Testing Involving Enzymes Or Micro-Organisms (AREA)
  • Investigating Or Analysing Biological Materials (AREA)
  • Apparatus Associated With Microorganisms And Enzymes (AREA)

Description

DISPOSITIVO PRONTO ALL’USO E METODO PER LA RIMOZIONE DI INTERFERENTI DA CAMPIONI DA SOTTOPORRE AD ESAME MICROBIOLOGICO
DESCRIZIONE
La presente invenzione ha per oggetto un dispositivo pronto all’uso e un metodo per la rimozione di interferenti da campioni da sottoporre ad esame microbiologico.
Nel contesto della presente invenzione con esame microbiologico si intende qualsiasi esame destinato sia a verificare la negatività microbiologica di un campione, sia a misurarne il grado ed il tipo di contaminazione microbiologica.
La negatività microbiologica à ̈ normalmente richiesta quando si tratta di organi, tessuti o cellule destinati al trapianto di cui sia da controllare l’effettiva impiantabilità, così come quando si tratta di un farmaco da immettere in commercio, o di una sostanza di derivazione umana destinata anch’essa ad essere somministrata ad un paziente. In tutti questi casi, infatti, la non negatività potrebbe causare gravi conseguenze al paziente. La verifica del grado e del tipo di contaminazione microbiologica normalmente interessa invece nel caso degli esami di laboratorio su fluidi corporei prelevati da un individuo , laddove non interessa certo verificare l’esistenza di una condizione di sterilità ma piuttosto la sussistenza o meno di una infezione.
I metodi attualmente utilizzati per esami microbiologici sono generalmente basati sulla riproduzione batterica. Il campione da esaminare viene infatti posto in un ambiente di coltura in grado di favorire la riproduzione batterica la quale determina la formazione di sostanze che vengono poi rilevate da apposite apparecchiature (a titolo di esempio, in molte applicazioni ciò che viene rilevato à ̈ un aumentato grado di torbidità del liquido di coltura oppure la produzione di gas, nella maggior parte dei casi anidride carbonica, tramite la rilevazione di una modifica del colore/luminescenza dovuta ad agenti cromogeni sensibili al gas).
È facile intuire come i risultati di tali analisi possano essere falsati nel caso in cui, pur essendo presenti delle contaminazioni microbiche, si verificano delle condizioni che impediscono la normale riproduzione batterica. In particolare, à ̈ noto che una eventuale contaminazione batterica può non essere rilevata quando il campione in esame à ̈ contaminato anche da una o più sostanze che agiscono da interferenti. Il termine “interferente†identifica infatti qualsiasi sostanza in grado di inibire o rallentare la riproduzione batterica e con tale significato verrà utilizzato nel seguito della presente descrizione. In tale definizione rientrano quindi sia gli agenti battericidi come gli antibiotici, sia gli agenti batteriostatici come i disinfettanti.
Nel contesto delle principali applicazioni della presente invenzione, comunque, il caso più comune di interferente à ̈ costituito dagli antibiotici. Tali sostanze da un lato possono essere presenti all’interno di un organismo da cui venga prelevato un organo, un tessuto, delle cellule o dei fluidi (ad esempio a causa di un trattamento antibiotico cui il soggetto à ̈ stato precedentemente sottoposto), dall’altro sono sempre presenti nei liquidi utilizzati per la decontaminazione e per la conservazione di tessuti, organi e cellule destinati al trapianto.
Il problema degli interferenti à ̈ poi ancora più evidente nel caso dei controlli di sterilità dei farmaci in quanto ad agire da interferente à ̈ generalmente lo stesso farmaco.
Di conseguenza, per poter ritenere affidabile il risultato di un esame microbiologico, à ̈ necessario essere certi che il campione esaminato non sia contaminato da interferenti, vale a dire à ̈ necessario sottoporre il campione esaminato ad un processo di purificazione dagli interferenti.
Per quanto riguarda i controlli microbiologici su fluidi corporei (sangue ed urine tra tutti) essi vengono generalmente realizzati mediante apparecchiature automatiche in cui il campione da esaminare viene inserito in una fiala contenente un apposito brodo di coltura. Tra le varie apparecchiature automatiche note, si ricordano il BacT/ALERT<®>prodotto e commercializzato dalla società BioMérieux SA con sede Marcy l'Etoile, France, ed il BACTECâ„¢ prodotto e commercializzato dalla società BD con sede a Franklin Lakes, NJ, USA. Per cercare di ovviare al problema degli interferenti, entrambe queste apparecchiature prevedono che il campione da analizzare venga inserito in una fiala che contenga allo stesso tempo sia un liquido di coltura per i microorganismi sia delle resine polimeriche per l’inibizione dell’azione di eventuali interferenti presenti. Dopo un certo periodo di tempo di giacenza del campione nella fiala, viene eseguito l’esame microbiologico mediante un controllo dell’eventuale aumento della quantità di gas (anidride carbonica) presente rispetto all’inizio dell’esame. Esempi sull’utilizzo di resine per rimuovere interferenti sono descritti anche nei brevetti US 4632902, US 5624814, EP 73089, US 4174277, US 4145304, US 5162229, US 2009/123960, US 2011/312021 ed US 5314855. Il problema principale di questa tipologia di esame/apparecchiature à ̈ una scarsa sensibilità. È infatti noto che per poter verificare l’effettiva presenza di una contaminazione à ̈ necessario che il numero di batteri (o meglio di colony forming unit - CFU) presenti nella fiala sia almeno pari ad un certo valore minimo. Al di sotto di quella soglia la rilevazione à ̈ impossibile e il risultato del test costituisce un falso negativo. Peraltro, come detto, i test eseguiti su sangue e urine non hanno lo scopo di verificare la negatività microbiologica, piuttosto quello di verificare che il livello di contaminazione non sia superiore ad un valore di soglia scientificamente riconosciuto come discriminante per poter diagnosticare la sussistenza di un’infezione. Di conseguenza, all’atto pratico, le apparecchiature note sono in grado di fornire dei buoni risultati clinici a condizione che il campione di sangue/urine a disposizione sia sufficientemente cospicuo.
Per quanto riguarda gli esami ematici, tuttavia, va notato che la quantità di sangue richiesta dalle apparecchiature può essere trascurabile se prelevata ad un soggetto adulto, ma può risultare significativa se prelevata ad un neonato o comunque ad un soggetto pediatrico (specie qualora sia necessario disporre di più campioni per più esami).
Diversa, e più critica, à ̈ la questione in merito ai controlli di negatività microbiologica, specie con riferimento al settore dei trapianti, cui la presente invenzione à ̈ particolarmente dedicata (proprio per il fatto che la presente invenzione à ̈ in modo preferenziale destinata al settore dei trapianti, nel seguito si farà preferibilmente riferimento a tale settore, fermo restando che, se applicabili, tutte le valutazioni espresse devono considerarsi valide anche per qualsiasi altra possibile applicazione della presente invenzione). Nel settore dei trapianti, accertarsi che un organo, un tessuto o delle cellule che devono essere impiantate in un paziente siano esenti da contaminazioni à ̈ fondamentale per ridurre i rischi connessi a questa tipologia di interventi. Oltre ai possibili rischi immediatamente evidenti, quali l’insorgere di infezioni nella zona di impianto (con il rischio di fenomeni di rigetto), una contaminazione potrebbe infatti comportare anche rischi di sviluppo di infezioni in altre sedi non direttamente collegate all’intervento; una volta entrati nell’apparato circolatorio gli eventuali batteri si diffondono in tutto l’organismo e possono quindi raggiungere qualsiasi sede adatta alla loro proliferazione (non si può escludere che questo fenomeno sia alla base di molte infezioni apparentemente indipendenti dall’intervento che colpiscono un soggetto trapiantato).
Responsabili di garantire la negatività microbiologica di organi, tessuti e cellule sono in primo luogo i centri trapianto per gli organi, e, per tessuti e cellule, le relative banche. Queste, quindi, prevedono accurati esami microbiologici per ciascun organo, tessuto o insieme di cellule da impiantare. In particolare, attualmente gli esami microbiologici su tessuti, organi e cellule destinati al trapianto possono essere eseguiti sia su un campione di quanto deve essere impiantato (o di quanto à ̈ stato impiantato nel caso di verifiche post-operatorie), sia su un campione del liquido di conservazione/decontaminazione in cui l’organo, il tessuto o le cellule sono stati conservati prima dell’impianto (tessuti e cellule destinati all’impianto vengono nella maggior parte dei casi sottoposti ad un processo di decontaminazione mediante immersione in un liquido di decontaminazione che comprende una pluralità di antibiotici ad ampio spettro di azione).
Il problema principale di questo settore à ̈ che non sono attualmente noti né metodi né apparecchiature specificamente destinati a questa tipologia di esami microbiologici (vale a dire esami di negatività microbiologica). Per quanto riguarda le banche dei tessuti e delle cellule, attualmente non à ̈ nemmeno prevista una procedura univoca per la verifica della negatività microbiologica.
Attualmente, quindi, gli esami di negatività vengono generalmente effettuati utilizzando le apparecchiature create per gli esami su sangue e urine (quali il BacT/ALERT<®>ed il BACTECâ„¢ sopra descritti), inserendo nelle fiale al posto di sangue o urine, i campioni da analizzare.
Tali sistemi, tuttavia, come detto non nascono per verificare la negatività microbiologica, e si caratterizzano per una limitata sensibilità che gli impedisce di rilevare contaminazioni batteriche quando il rapporto tra il numero di batteri (CFU) e la quantità di interferenti presenti scende sotto una certa soglia minima; con i brodi ed i tempi di coltura attualmente previsti per gli esami tramite le apparecchiature note, infatti, la contaminazione risulta evidente solo quando il rapporto tra CFU ed interferenti supera tale soglia minima; al di sotto di tale soglia, l’eventuale moltiplicazione batterica che dovesse avvenireà ̈ infatti insufficiente per essere rilevata nei tempi previsti. Di conseguenza, un esito negativo di un esame condotto con tali apparecchiature non significa necessariamente negatività microbiologica; à ̈ possibile che il livello di contaminazione del campione fosse tale da non poter essere rilevato e che si tratti quindi di un falso negativo. Per quanto limitato, il rischio connesso anche a contaminazione leggere non dovrebbe essere trascurato nel caso di trapianti.
Un ulteriore problema legato all’utilizzo delle apparecchiature nate per sangue ed urine, per la verifica della contaminazione batterica nel settore dei trapianti, à ̈ legato al fatto che, come detto, tessuti e cellule destinati al trapianto vengono sottoposti ad importanti processi di decontaminazione con liquidi ad elevato contenuto di interferenti. Di conseguenza, il campione sottoposto ad esame (anche qualora non sia costituito dallo stesso liquido decontaminante) presenta un’elevata quantità di interferenti, in molti casi ben superiore a quella che potrebbe mai essere presente in un fluido biologico come sangue o urine.
Il principale problema correlato a questa situazione à ̈ il fatto che i metodi e le apparecchiature note non sono in grado di eliminare/inibire sufficientemente così elevate quantità di interferenti, con la conseguenza che gli stessi possono manifestare liberamente il proprio effetto sull’eventuale contaminazione batterica presente, dando luogo ancora una volta a falsi negativi, ogniqualvolta il rapporto tra CFU e quantità di interferenti à ̈ al di sotto di detta soglia minima.
In particolare, le apparecchiature note non sono in grado di eliminare/inibire sufficientemente gli interferenti almeno con le quantità di resine e nei tempi di coltura attualmente utilizzabili con tali apparecchiature.
Come visto quindi, lo stato dell’arte nel campo degli esami microbiologici presenta notevoli inconvenienti.
In questo contesto il compito tecnico alla base della presente invenzione à ̈ realizzare un dispositivo pronto all’uso e mettere a punto un metodo per la rimozione di interferenti da campioni da sottoporre ad esame microbiologico che ponga rimedio agli inconvenienti citati.
È in particolare compito tecnico della presente invenzione realizzare un dispositivo pronto all’uso e mettere a punto un metodo per la rimozione di interferenti da campioni da sottoporre ad esame microbiologico che permetta di ridurre al minimo, e preferibilmente di eliminare, il rischio di falsi negativi nei controlli di negatività microbiologica in relazione a campioni destinati a trapianti.
È ulteriormente compito tecnico della presente invenzione realizzare un dispositivo pronto all’uso e mettere a punto un metodo per la rimozione di interferenti da campioni da sottoporre ad esame microbiologico che permetta di aumentare la sensibilità di rilevazione delle apparecchiature e dei metodi attualmente noti.
Il compito tecnico e gli scopi indicati sono sostanzialmente raggiunti da un dispositivo pronto all’uso e da un metodo per la rimozione di interferenti da campioni da sottoporre ad esame microbiologico in accordo con quanto descritto nelle unite rivendicazioni.
Ulteriori caratteristiche ed i vantaggi della presente invenzione appariranno maggiormente evidenti dalla descrizione dettagliata di alcune forme di esecuzione preferite, ma non esclusive, di un dispositivo pronto all’uso e di un metodo per la rimozione di interferenti da campioni da sottoporre ad esame microbiologico illustrate negli uniti disegni, in cui:
- la figura 1 mostra in vista schematica una prima forma realizzativa di un dispositivo pronto all’uso per la rimozione di interferenti in accordo con la presente invenzione;
- la figura 2 mostra in vista schematica una seconda forma realizzativa di un dispositivo pronto all’uso per la rimozione di interferenti in accordo con la presente invenzione;
- la figura 3 mostra una vista in sezione assiale verticale del dispositivo di figura 2;
- la figura 4 mostra in vista schematica una terza forma realizzativa di un dispositivo pronto all’uso per la rimozione di interferenti in accordo con la presente invenzione;
- la figura 5 mostra una vista in sezione assiale verticale del dispositivo di figura 4 con l’aggiunta schematica di un elemento opzionale.
Con riferimento alle figure citate à ̈ stato globalmente indicato con il numero di riferimento 1 un dispositivo pronto all’uso per la rimozione di interferenti da campioni da sottoporre ad esame microbiologico secondo la presente invenzione.
In accordo con la presente invenzione, il dispositivo 1 comprende in generale un involucro 2 protettivo sigillato ed un elemento di contenimento 3 chiuso posto all’interno dell’involucro 2. L’elemento di contenimento 3 contiene poi almeno un prodotto 4 per la rimozione di interferenti in forma granulare.
Tutto ciò che à ̈ posto all’interno dell’involucro 2 à ̈ sterile e l’involucro 2 stesso à ̈ tale da conservare la condizione di sterilità impedendo il passaggio di contaminanti.
Per permettere in uso un libero scambio di liquidi ed interferenti tra l’interno e l’esterno dell’elemento di contenimento 3, l’elemento di contenimento 3 presenta poi almeno una propria porzione porosa, realizzata con una porosità tale da permettere sostanzialmente di trattenere i granuli del prodotto 4 per la rimozione degli interferenti, e da essere però al tempo stesso permeabile ai liquidi ed agli interferenti.
Dato che, come qualsiasi sostanza in granuli, anche il prodotto 4 per la rimozione presenterà sempre un certo range di variazione della propria granulometria, per la quale potranno essere sempre individuati dei valori medi (aritmetici o armonici) e delle quantità massime di prodotto 4 con dimensione al di sotto di un certo valore di riferimento.
Di conseguenza, nel contesto della presente invenzione, con l’indicazione che la porzione porosa à ̈ in grado di sostanzialmente trattenere i granuli, si intende che la stessa ha porosità di dimensioni inferiori rispetto alla dimensione nominale dei granuli (intesa come dimensione media), e tali da lasciar eventualmente passare solo particelle del prodotto 4 per la rimozione aventi dimensioni inferiori ad dimensione minima (di solito indicata come percentuale della dimensione nominale). Allo stesso tempo à ̈ previsto che non più di una certa quantità di riferimento (% rispetto al peso) del prodotto 4 possa avere dimensioni inferiori alla dimensione minima. Nelle forme realizzative preferite, la dimensione minima à ̈ compresa tra il 50% e l’85% della dimensione nominale, mentre la quantità di riferimento à ̈ non superiore al 10% del peso del prodotto 4.
Considerando che per garantire un libero passaggio ai liquidi ed agli eventuali contaminanti ed interferenti à ̈ sufficiente che la porzione porosa abbia una porosità non inferiore a 70 µm e che ottimi risultati possono essere raggiunti con una porosità compresa tra 110 e 190 µm, à ̈ opportuno necessario che i granuli di prodotto 4 abbiano dimensione nominale non inferiore a 250 µm. Nelle forme realizzative preferite, comunque, i granuli di prodotto 4 hanno dimensione nominale (ed in particolare dimensione media armonica) non inferiore a 350 µm, ed un contenuto di particelle con dimensione inferiore a 300 µm non superiore al 10%.
Per quanto riguarda il prodotto 4 per la rimozione di interferenti, esso può essere qualsiasi a seconda delle esigenze e della destinazione d’uso del prodotto 4.
Ciò nonostante, nella forma realizzativa preferita (in cui il dispositivo 1 à ̈ particolarmente adatto ad essere utilizzato in relazione al settore dei trapianti), il prodotto 4 à ̈ una composizione che comprende una miscela di una prima sostanza ed una seconda sostanza entrambe in granuli. La prima sostanza a propria volta comprende una prima resina appartenente alla famiglia delle resine a scambio ionico, mentre la seconda sostanza comprende una seconda resina appartenente alla famiglia delle resine idrofobiche non ioniche
La prima sostanza e la seconda sostanza sono presenti poi in un rapporto reciproco in peso compreso tra 0.5 e 2, e preferibilmente compreso tra 0.8 e 1.25 (in una forma realizzativa particolarmente preferita le due sostanze sono presenti in un rapporto 1:1).
Vantaggiosamente, inoltre, almeno la seconda sostanza à ̈ idratata e comprende una quantità d’acqua pari ad almeno il 30 % del proprio peso, preferibilmente ad almeno il 50%. Sempre preferibilmente, la seconda sostanza comprende una quantità d’acqua non superiore al 67% del proprio peso.
Nelle forme realizzative preferite, comunque, anche la seconda sostanza à ̈ idratata e comprende una quantità d’acqua pari ad almeno il 46% del proprio peso, e vantaggiosamente non superiore al 63% del proprio peso. Per quanto riguarda le resine presenti nella prima e nella seconda sostanza, nelle forme realizzative preferite la prima resina à ̈ a base di metacrilato-divinil benzene mentre la seconda resina à ̈ a base di polistirenedivinil benzene. Tra quelle appartenenti a queste famiglie, buoni risultati si sono ottenuti in particolare con le resine Amberliteâ„¢ CG50 e Amberliteâ„¢ FPC3500 prodotte dalla società Rohm and Haas del gruppo statunitense The Dow Chemical Company, come prima resina, e con le resine C18 prodotta e commercializzata da MACHEREY NAGEL, ed Amberliteâ„¢ XADâ„¢4, Amberliteâ„¢ XADâ„¢16 ed Amberliteâ„¢ XADâ„¢18 prodotte dalla stessa Rohm and Haas, come seconde resine. Risultati particolarmente buoni si sono ottenuti con una combinazione di Amberliteâ„¢ FPC3500 ed Amberliteâ„¢ XADâ„¢18.
La figura 1 mostra una prima forma realizzativa del dispositivo 1 oggetto della presente invenzione, quella più semplice tra quelle qui descritte. In questa forma realizzativa l’elemento di contenimento 3 à ̈ costituito da una sacca 5 realizzata, in tutto o parte (ma vantaggiosamente completamente) in materiale poroso. Preferibilmente, inoltre la sacca 5 à ̈ anche flessibile. In figura 1 non à ̈ invece illustrato l’involucro 2 di contenimento.
In una variante realizzativa, la sacca 5 flessibile può essere sostituita da un diverso oggetto, sempre poroso, rigido o semirigido (quale ad esempio un guscio di contenimento).
L’utilizzo del dispositivo 1 in accordo con la prima forma realizzativa prevede l’estrazione della sacca 5 (o del guscio, o dell’altro oggetto utilizzato) dall’involucro 2 protettivo, e la sua immersione all’interno del liquido in cui si debba eseguire la purificazione dagli interferenti, o in cui sia immerso il campione da purificare.
Nella seconda e nella terza forma realizzativa (figure 2-5), il dispositivo 1 comprende inoltre almeno un recipiente 6 inserito nell’involucro 2, atto a contenere il campione da cui rimuovere gli interferenti ed in cui à ̈ alloggiato il prodotto 4 per la rimozione.
Le figure 2 e 3 mostrano la seconda forma realizzativa del dispositivo 1 che utilizza l’elemento di contenimento 3 della prima forma realizzativa all’interno di un dispositivo 1 più completo.
In questo caso, infatti, all’interno dell’involucro 2 oltre al recipiente 6 (a forma di barattolo) à ̈ presente un coperchio 7 amovibilmente accoppiabile al recipiente 6 per chiuderlo a tenuta e definire con esso una camera 8 di contenimento. L’elemento di contenimento 3 à ̈ invece a propria volta inserito nella camera 8.
In questo caso, al momento dell’utilizzo, recipiente 6 e coperchio 7 vengono estratti dall’involucro 2 protettivo, il coperchio 7 viene disaccoppiato dal recipiente 6 e quest’ultimo viene riempito con il liquido da purificare fino a che ricoprire l’elemento di contenimento 3. Il coperchio 7 viene poi riaccoppiato al recipiente 6.
Va notato che sia la prima forma realizzativa sia la seconda forma realizzativa della presente invenzione, sono adatte alla purificazione sia di campioni allo stato liquido, sia di campioni allo stato solido. Mentre nel primo caso il campione à ̈ lo stesso liquido in cui si trova ad essere immerso l’elemento di contenimento 3, nel secondo caso sarà necessario utilizzare un liquido di lavoro in cui immergere sia il campione sia l’elemento di contenimento 3.
Diverso à ̈ il discorso per quanto riguarda la terza forma realizzativa illustrata nelle figure 4 e 5, che à ̈ destinata ad essere utilizzata esclusivamente per la purificazione da interferenti di liquidi.
In questo caso, infatti, all’interno dell’involucro 2 il dispositivo 1 comprende una siringa 9 che costituisce essa stessa sia il recipiente 6 sia l’elemento di contenimento 3.
In maggior dettaglio, la siringa 9 presenta una camicia 10 esterna avente una prima estremità 11 aperta ed una seconda estremità 12 aperta. La seconda estremità 12 aperta definisce un ugello per l’aspirazione e l’erogazione di liquidi, mentre un pistone 13 à ̈ inserito nella camicia 10 attraverso la prima estremità 11 aperta. Il pistone 13 presenta una testa 14 scorrevolmente accoppiata a tenuta all’interno della camicia 10, e tra la testa 14 del pistone 13 e la camicia 10 rimane individuato un vano 15 di contenimento a volume variabile (in funzione della posizione assunta dalla testa 14 del pistone 13). Questo vano 15 di contenimento à ̈ inoltre in comunicazione di fluido con la seconda estremità 12 aperta ma solo attraverso un filtro 16 che definisce la porzione porosa dell’elemento di contenimento 3. In accordo con questa forma realizzativa, infatti, l’elemento di contenimento 3 à ̈ definito dalla camicia 10 (o più precisamente dalla porzione di camicia 10 compresa tra la posizione della testa 14 del pistone 13 ed il filtro 16), dalla testa 14 del pistone 13 e da il filtro 16. Di conseguenza, il prodotto 4 per la rimozione di interferenti à ̈ inserito nel vano 15 di contenimento.
Con questa forma realizzativa, quindi, il campione liquido da purificare dagli interferenti viene aspirato all’interno del vano 15 di contenimento ed espulso a trattamento ultimato.
Come illustrato nelle unite figure, poi, in accordo con la terza forma realizzativa dell’invenzione, il dispositivo 1 può comprendere inoltre un ago/una cannula 17 di aspirazione e/o mandata amovibilmente accoppiabile alla seconda estremità 12 (ad esempio tramite un attacco Luer 18 come nei disegni allegati). Vantaggiosamente, inoltre, la seconda estremità 12, prima dell’uso può essere chiusa con un tappo 19 rimovibile (fissato ad esempio all’attacco Luer 18).
In una ulteriore variante poi, il dispositivo 1 può comprendere anche una valvola 20 a tre vie anch’essa amovibilmente accoppiabile, con una delle proprie vie, alla seconda estremità 12 (ad esempio tramite il detto attacco Luer 18). Le altre due vie della valvola 20 potendo poi essere utilizzate una per l’aspirazione del fluido (eventualmente previo collegamento di un ago/una cannula 17) l’altra per l’erogazione del fluido decontaminato dagli interferenti per evitare rischi di ricontaminazione in fase di erogazione a seguito dell’utilizzo di un’unica connessione per l’aspirazione e l’erogazione. Come detto, forma oggetto della presente invenzione anche un metodo per la rimozione di interferenti da un campione da sottoporre ad esame microbiologico in cui viene utilizzato un dispositivo 1 in accordo con una qualsiasi delle rivendicazioni precedenti. Vantaggiosamente, il campione può essere o un liquido di processazione di un organo, un tessuto o cellule destinati al trapianto, o un campione di un organo, tessuto o cellule destinati al trapianto, o un fluido corporeo prelevato da un individuo, o un farmaco, o una sostanza di derivazione umana. Con liquido di processazione si intende un fluido precedentemente utilizzato per trattare un organo, un tessuto o delle cellule, quale un fluido di conservazione o un fluido di decontaminazione.
In generale, il metodo prevede che se il campione à ̈ liquido esso venga messo in comunicazione di fluido con il prodotto 4 attraverso la porzione porosa (ad esempio o immergendo nel campione stesso l’elemento di contenimento 3, o aspirando il campione nella siringa 9 come sopra descritto in merito all’uso delle tre forme realizzative illustrate nelle unite figure), e vi venga mantenuto per un primo periodo di tempo. Se invece il campione à ̈ solido, il metodo prevede che esso venga immerso in un liquido di lavoro a propria volta messo in comunicazione di fluido con detto prodotto 4 attraverso la porzione porosa (in questo caso l’elemento di contenimento 3 viene vantaggiosamente immerso nel liquido di lavoro), e che vi venga mantenuto per un secondo periodo di tempo prefissato (normalmente maggiore rispetto al primo periodo di tempo a parità delle altre condizioni essendo necessario che gli interferenti possano fuoriuscire dal campione). A seconda delle esigenze, poi, il metodo può prevedere o di utilizzare un unico dispositivo 1 per il trattamento prevedendo un certo tempo di trattamento relativamente lungo, o di utilizzare in successione più dispositivi ciascuno per un tempo più corto; nel secondo caso, inoltre, in genere il tempo totale di trattamento à ̈ pari o inferiore a quello del primo caso a parità di risultati.
Come detto, il metodo per la rimozione degli interferenti oggetto della presente invenzione nasce per essere utilizzato come processo preliminare rispetto ad un esame microbiologico, ad esempio eseguito tramite le apparecchiature note sopra menzionate. Grazie alla presente invenzione, infatti, ad essere sottoposto all’esame microbiologico non à ̈ il campione (liquido o solido) in quanto tale come sino ad oggi à ̈ accaduto, ma il campione purificato dagli interferenti. In considerazione di ciò, il campione può essere anche a quel punto inserito in fiale prive di resine e che presentano quindi un liquido di coltura nettamente più limpido (le resine oggi utilizzate nelle fiale tendono infatti a creare torbidità). Grazie alla presente invenzione à ̈ quindi possibile aumentare notevolmente la sensibilità anche delle apparecchiature note.
Con riferimento al settore dei trapianti, poi, sono state messi a punto anche alcuni metodi preferenziali per la rimozione degli interferenti.
Un primo esempio riguarda le cornee destinate al trapianto. In questo caso il metodo prevede di eseguire in asepsi le seguenti fasi (metodo particolarmente adatto ad un dispositivo 1 tipo il Syringe Resep descritto nel seguito):
- togliere sterilmente la siringa 9 e l’ago 17 dall’involucro 2;
- rimuovere il tappo 19 dalla siringa 9 e avvitare sterilmente l’ago 17 sulla seconda estremità 12;
- aspirare tra 2 e 4 ml di liquido da analizzare per ciascun grammo di prodotto 4 per la rimozione degli interferenti presente nel dispositivo 1;
- agitare la siringa 9 (preferibilmente invertendola più volte);
- lasciare a temperatura ambiente per 15/20 minuti per favorire la rimozione degli interferenti;
- espellere direttamente il liquido nella fiala per le analisi di microbiologia (quale una bottiglia del BACTEC).
Un secondo esempio riguarda il settore dei tessuti destinati al trapianto. In questo caso il metodo prevede di eseguire in asepsi le seguenti fasi (metodo particolarmente adatto ad un dispositivo 1 tipo il Syringe Resep descritto nel seguito):
- togliere sterilmente la siringa 9 e l’ago 17 dall’involucro 2;
- rimuovere il tappo 19 dalla siringa 9 e avvitare sterilmente l’ago 17 sulla seconda estremità 12;
- aspirare tra 3 e 5 ml di liquido da analizzare per ciascun grammo di prodotto 4 per la rimozione degli interferenti presente nel dispositivo 1;
- agitare la siringa 9 (preferibilmente invertendola più volte);
- lasciare a temperatura ambiente per 15/20 minuti per favorire la rimozione degli interferenti;
- espellere il liquido direttamente nella fiala per le analisi di microbiologia (quale una bottiglia BACTALERT, flacone con brodo di coltura).
In entrambi questi esempi il liquido da esaminare può essere sia il liquido di trasporto, sia il liquido di decontaminazione, sia il liquido di lavaggio, sia un liquido di conservazione o crioconservazione.
Va infine notato che nel contesto della presente invenzione rientrano anche i casi in cui la rimozione interessa la maggior parte degli interferenti ma non tutti.
RISULTATI SPERIMENTALI
Nel seguito verranno ora descritti i risultati di rimozione degli interferenti ottenuti utilizzando due diversi dispositivi realizzati in accordo con la presente invenzione.
A. Dispositivo in accordo con la terza forma realizzativa (nel seguito denominato Syringe Resep)
Il dispositivo testato comprendeva una siringa 9 da 10 ml in polipropilene con un filtro 16 in polipropilene con porosità 120 µm, all’intero della quale erano presenti 0.5 g di una prima resina costituita da Amberliteâ„¢ FPC3500, e 0.5 g di una seconda resina costituita da Amberliteâ„¢ XADâ„¢18. Entrambe le resine erano state precedentemente attivate e comprendevano, in peso, rispettivamente il 53% ed il 47% di acqua.
Su tale dispositivo sono state effettuate una serie di prove di validazione.
A.1. VALUTAZIONE DELLE PRESTAZIONI DEL DISPOSITIVO SYRINGE RESEP SU LIQUIDI PER LA DECONTAMINAZIONE DEI TESSUTI
Il dispositivo Syringe Resep à ̈ stato sottoposto ad una serie di test per verificarne l’effettiva affidabilità nella rimozione di interferenti dal liquido di processazione per tessuti denominato BASE.128â„¢.
Il liquido BASE 128â„¢ à ̈ una soluzione per la decontaminazione di tessuti umani destinati al trapianto prodotto e commercializzato dalla società Al.Chi.Mi.A. S.r.l. con sede a Ponte S.Nicolò (PD), Italia.
A livello di composizione il BASE 128â„¢ comprende acqua purificata, RPMI 1640 w L-Glutamine w/o NaHCO, sodio bicarbonato, HEPES buffer (polvere), cefotaxime sodium salt, gentamicina solfato, vancomicina cloridrato, amfotericina b deossicolato e sodio piruvato.
A.1.1 Cinetica di rimozione del contenuto antibiotico di 5 ml di BASE.128â„¢ mediante trattamento con un dispositivo Syringe Resep
Si à ̈ valutata la cinetica di riduzione del residuo antibiotico in 5 ml di BASE.128â„¢ da parte del dispositivo Syringe Resep. Il risultato à ̈ stato che 20 minuti di incubazione del campione nel dispositivo Syringe Resep, consentono di rimuovere quasi completamente il contenuto antibiotico presente in 5 ml di BASE.128â„¢.
Di seguito sono di seguito riportati i risultati delle analisi cromatografiche effettuate mediante la tecnica HPLC; ciascuna condizione à ̈ stata testata in triplo (vale a dire con tre diversi prototipi del dispositivo Syringe Resep) e ciascun campione à ̈ stato testato in doppio all’HPLC.
Tempo di trattamento con ResEP (min) 5 10 20 30 60 % rimozione vancomicina HCl 100 100 100 100 100 % rimozione cefotaxime sodium salt 100 100 100 100 100 % rimozione gentamicina solfato 88 94 96 97 100 % rimozione amfotericina B deossicolato 100 100 100 100 100
Tab.1 Rimozione dei residui antibiotici dai campioni di BASE.128â„¢ (5ml).
A.1.2 Prove preliminari sulla cinetica di rimozione del contenuto antibiotico di 10 ml di BASE.128â„¢ mediante trattamento con un dispositivo Syringe Resep.
Si à ̈ valutata la cinetica di riduzione del residuo antibiotico in 10 ml di BASE.128â„¢ da parte del dispositivo Syringe Resep. Il risultato à ̈ stato che in questo caso 20 minuti di incubazione del campione consentono comunque una buona rimozione degli antibiotici, ma sono necessari tempi superiori per raggiungere una rimozione migliore (superiore al 90% del contenuto iniziale). Tutte le analisi sono state effettuate mediante HPLC. Sono di seguito riportati i risultati delle analisi effettuate mediante HPLC; ciascuna condizione à ̈ stata testata in singolo (un solo prototipo del dispositivo) mentre ciascun campione à ̈ stato testato in doppio all’HPLC .
Tempo di trattamento con 5 15 20 30 45 60 90 1380 ResEP (min)
% rimozione vancomicina HCl 72 88 92 94 98 97 98 100 % rimozione cefotaxime sodium 73 90 94 96 98 99 99 100 salt
% rimozione gentamicina solfato 79 93 96 96 97 100 100 100 % rimozione amfotericina B 64 89 91 93 93 94 97 100 deossicolato
Tab.2 Rimozione dei residui antibiotici dai campioni di BASE.128â„¢ (10ml).
Alla luce dei risultati raggiunti si ritiene quindi che il dispositivo Syringe Resep testato sia adatto a trattare volumi di liquido compresi tra 1,5 ml e 5 ml così da garantire un buon risultato in tempi più brevi.
A.1.3 Convalida delle prestazioni del dispositivo Syringe Resep in collaborazione con le banche dei tessuti cardiovascolari dell’Emilia Romagna (BTCER) e della Lombardia (BTCL)
Si tratta di uno studio che à ̈ stato svolto in collaborazione tra la Richiedente e le banche dei tessuti indicate, e che prevedeva che le banche dei tessuti cardiovascolari dell’Emilia Romagna (Italia) e della Lombardia (Italia) processassero e decontaminassero dieci tessuti (idonei e non idonei al trapianto) con il liquido BASE.128â„¢, sottoponendo a test di negatività microbiologica tre distinti liquidi entrati a contatto con i tessuti: il liquido di trasporto utilizzato prima della decontaminazione, il liquido di decontaminazione ed il liquido di crioconservazione utilizzato dopo la decontaminazione.
In particolare il trattamento prevedeva che i campioni fossero sottoposti al seguente protocollo:
- Decontaminazione: incubazione del tessuto nella soluzione BASE.128â„¢ utilizzando 25 ml di BASE.128â„¢ per ogni grammo di tessuto, nelle seguenti condizioni di tempo e temperatura:
- 72 h a 4°C per i vasi
- 24 h a 4°C per le valvole cardiache
- Lavaggio: dopo la decontaminazione, il tessuto veniva immerso in 25 ml di soluzione di lavaggio per ogni grammo di tessuto (BTCL: I tessuti destinati a trapianto sono stati lavati in agitazione “manuale†sotto cappa per 2-3 minuti a temperatura ambiente; BTCER: I tessuti sono stati lavati tramite un risciacquo breve con un ricambio di liquido di lavaggio sotto cappa a temperatura ambiente).
- Crioconservazione: il tessuto à ̈ stato immerso in circa 100 ml di soluzione di crioconservazione fredda. Il sacchetto à ̈ stato saldato e posto in criocongelatore automatizzato con velocità di raffreddamento di -1°C/min. I test di negatività microbiologica, inoltre, sono stati effettuati sia su campioni di liquidi trattati secondo la modalità standard della banca dei tessuti, sia su campioni di liquido trattati con il dispositivo Syringe Resep. Il protocollo per l’utilizzo del dispositivo Syringe Resep prevedeva che il campione liquido venisse aspirato mediante il dispositivo fino alla tacca “6 ml†(corrispondente ad un volume aspirato di 5 ml), agitato brevemente e lasciato agire per circa 20 minuti. Al termine il campione trattato veniva inserito nell’apparecchiatura utilizzata per l’analisi microbiologica.
I test di negatività microbiologica eseguiti hanno evidenziato varie contaminazioni per quanto riguarda i liquidi di trasporto, ed una negatività microbiologica per quanto riguarda i liquidi di lavaggio e di crioconservazione.
Successivamente, sia il liquido di lavaggio sia quello di crioconservazione sono stati sottoposti a valutazione mediante HPLC dei residui antibiotici. I risultati nelle due banche dei tessuti sono riportati nelle tabelle che seguono:
Antibiotico Campione trattato Residuo Rimozione residuo antibiotico finale antibiotico % presente (µg/ml)
Vancomicina Liquido di decontaminazione 6.2 89 HCl Liquido di lavaggio < 0.51* 100 Cefotaxime Liquido di decontaminazione 0.8 97 sodium salt Liquido di lavaggio < 0.16* 100 Gentamicina Liquido di decontaminazione 21.6 79 solfato Liquido di lavaggio < 1.71* 100 Amfotericina B Liquido di decontaminazione 0.6 96 deossicolato Liquido di lavaggio < 0.44* 100
*limite di quantificabilità dello strumento
Tab. 3 Rimozione del contenuto antibiotico mediante Syringe Resep sui campioni dei liquidi di processazione provenienti dalla BTCL
Antibiotico Campione trattato Residuo Rimozione residuo antibiotico finale antibiotico % presente (µg/ml)
Vancomicina Liquido di decontaminazione 8.8 79 HCl Liquido di crioconservazione 1.6 73 Cefotaxime Liquido di decontaminazione 1.3 85 sodium salt Liquido di crioconservazione < 0.16* 100 Gentamicina Liquido di decontaminazione 28.9 77 solfato Liquido di crioconservazione < 1.71* 100 Amfotericina B Liquido di decontaminazione < 0.44* 100 deossicolato Liquido di crioconservazione < 0.44* 100
*limite di quantificabilità dello strumento
Tab.4 Rimozione del contenuto antibiotico mediante Syringe Resep sui campioni dei liquidi di processazione provenienti dalla BTCER (*limite di quantificabilità dello strumento) Nei campioni trattati con il dispositivo Syringe Resep, si à ̈ quindi osservata una diminuzione dei residui antibiotici compresa tra il 76% e il 100%.
Va peraltro notato che una performance più ridotta del dispositivo, nei casi di vancomicina e gentamicina, à ̈ stata dovuta alla presenza di liquidi molto “sporchi†(ricchi di emazie ed altro materiale derivato dal trattamento dei tessuti). Ulteriori test non riportati hanno invece dimostrato che, dove il campione era difficile da trattare, l’utilizzo di due passaggi in Syringe Resep (ovvero utilizzando due dispositivi in successione con le modalità sopra indicate) consentiva di risolvere il problema.
In ogni caso, test effettuati hanno evidenziato che la quantità di residui riscontrata dopo il trattamento con il dispositivo Syringe Resep, diluita poi nel dispositivo per il test di negatività microbiologica, non interferisce con la crescita batterica e che quindi il campione si può ritenere purificato dagli interferenti.
1.4 Convalida del dispositivo Syringe Resep sui campioni provenienti da uno studio in collaborazione con la Banca della Cute di Verona
Si tratta di uno studio condotto in collaborazione con la Banca della Cute di Verona, Italia.
L’obiettivo di questo studio à ̈ stata la messa a punto di un protocollo di tempo/temperatura di decontaminazione adeguato per i tessuti di cute.
A tale scopo, cinque tessuti sono stati decontaminati con BASE.128â„¢ secondo due protocolli (100 ml a 37°C per 6h; 100 ml a 22°C per 24h).
I campioni di liquido e tessuto sono stati testati per la negatività microbiologica sia dalla Banca della Cute di Verona col proprio metodo standard (che utilizza terreni di coltura) che dalla richiedente. I soli campioni liquidi testati presso la richiedente sono stati trattati con Syringe Resep per la rimozione degli interferenti.
Alcuni di questi stessi campioni sono stati inoltre valutati mediante HPLC per rilevare eventuali residui antibiotici.
L’analisi HPLC effettuata su 24 campioni in doppio dopo il trattamento con il dispositivo Syringe Resep, ha dimostrato una completa rimozione dei residui antibiotici presenti nei campioni decontaminati con entrambi i protocolli (test effettuati anche in questo caso per Vancomicina, Cefotaxime, Gentamicina e Amfotericina B deossicolato).
Mediante il confronto dei risultati ottenuti con l’utilizzo dei dispositivi Syringe Resep da un lato, e con la procedura standard della Banca della cute dall’altro, si sono inoltre evidenziati circa il 50% di falsi negativi nei risultati ottenuti con la procedura standard.
Un dato interessante si à ̈ ottenuto sottoponendo anche alcuni campioni di liquidi di trasporto dei tessuti non ancora processati (teoricamente privi quindi di residui antibiotici) all’azione del dispositivo Syringe Resep.
Per alcuni di questi la positività microbiologica à ̈ stata visualizzata solamente dopo il trattamento coi dispositivi, evidenziando quindi la presenza di interferenti già nei tessuti.
A.2. VALUTAZIONE DELLE PRESTAZIONI DEL DISPOSITIVO RESEP SYRINGE RESEP SU LIQUIDI DI CONSERVAZIONE DELLE CORNEE
L’efficacia del dispositivo Syringe Resep à ̈ stata testata anche in relazione a due liquidi per la conservazioni delle cornee denominati CARRY-Câ„¢ e TISSUE-Câ„¢, anch’essi prodotti e commercializzati dalla società Al.Chi.Mi.A. S.r.l. con sede a Ponte S.Nicolò (PD), Italia.
Per quanto riguarda la composizione, il TISSUE-C™ comprende acqua purificata, Penicillina, Streptomicina, Amfotericina B, MEM (powder), NEW BORN CALF SERUM, sodio piruvato e sodio bicarbonato, mentre il CARRY-C™ comprende gli stessi ingredienti con l’aggiunta di destrano T500.
Le valutazioni sono comunque attualmente ancora in corso.
A.2.1 Cinetica di rimozione di streptomicina e penicillina G
Delle prove preliminari sono state effettuate su campioni da 5 ml di CARRY-Câ„¢ e Tissue-Câ„¢ e si à ̈ valutata mediante HPLC la rimozione di Penicillina G e Streptomicina.
Si à ̈ inoltre valutato come variassero le prestazioni in funzione della grammatura totale di prodotto 4 per la rimozione utilizzato nel dispositivo (a parità di resine utilizzate e di rapporti in peso tra esse), ottenendo le seguenti indicazioni:
Tissue-Câ„¢ CARRY-Câ„¢
Trattamento % rimozione % rimozione % rimozione % rimozione (grammi * streptomicina penicillina G streptomicina penicillina G minuti)
1g*20' 64,86 100 67,96 95,74 1g*30' 73,28 100 72,66 95,67 1g*45' 79,25 100 79,60 95,26 1g*60' 79,34 100 / / 1,2g*20' 64,47 100 / / 1,4g*20' 66,86 100 / / 1,4g*30' 77,82 100 / / 1,4g*45' 79,64 100 / / 2g*20 73,59 100 / /
Tab.5 Rimozione del contenuto antibiotico mediante Syringe Resep sui campioni dei liquidi di conservazione della cornea
Come si può osservare dai risultati, si ha una rimozione pressoché totale di Penicillina G, mentre questa à ̈ solo parziale nel caso della streptomicina. Delle prove preliminari indicano comunque che, mediante un doppio passaggio in successione in dispositivo Syringe Resep, si riesce a rimuovere completamente anche la streptomicina; in particolare si riesce a rimuovere al 99% la streptomicina utilizzando due dispositivi Syringe Resep in successione, con un tempo di permanenza di dieci minuti in ciascun dispositivo.
Tutte queste analisi sono state fatte su singoli campioni valutati in doppio all’ HPLC.
A.2.2 Validazione dei prototipi con la Banca degli Occhi di Monza (BOM) E’ in corso la validazione del dispositivo Syringe Resep sui liquidi utilizzati per la conservazione e decontaminazione dei tessuti di cornea presso la BOM (liquidi di conservazione utilizzati: Tisssue-C, CARRY-C™ ed Eusol-C anch’esso prodotto e commercializzato da Al.Chi.Mi.A. S.r.l.).
In questi test si sta confrontando l’esito del test di negatività microbiologica per campioni sottoposti al trattamento con Syringe Resep, con quello per campioni sottoposti alla procedura standard della BOM.
I test sono ancora in corso; tuttavia, ad ora, mediante l’utilizzo del dispositivo in accordo con l’invenzione, si à ̈ individuato il 20% di falsi negativi.
A.3. VALUTAZIONI DELLE INTERAZIONI TRA IL CONFEZIONAMENTO DEL DISPOSITIVO SYRINGE RESEP E I CEPPI BATTERICI
Per valutare le eventuali interazioni tra le componenti del dispositivo e i potenziali contaminanti presenti nei campioni da trattare, si sono effettuate delle prove con i ceppi batterici previsti da Farmacopea (S.aureus ATCC6538, P. aeruginosa ATCC9027, C. albicans ATCC10231, B. subtilis ATCC6633, A. brasiliensis ATCC16404, C. sporogenes ATCC19404) per verificare la possibilità di recuperare completamente quanto precedentemente inoculato.
Per ogni ceppo batterico si sono inoculate da 1 a 10 CFU in campioni di liquido da 1.5 e da 3 ml. In tutti i casi dopo il trattamento con il dispositivo Syringe Resep à ̈ stato possibile recuperare tutte le CFU inoculate.
Ciascuna condizione à ̈ stata testata in triplo e confrontata con corrispondenti controlli (inoculo in siringhe senza resine e filtro 16 ed inoculo in provetta) testati in doppio.
Si può pertanto ritenere che non ci sia alcuna interazione tra le componenti del dispositivo e i ceppi batterici testati. Il dispositivo Syringe Resep non risulta quindi interferire col recupero degli eventuali contaminanti presenti nei campioni.
Una prova aggiuntiva su S. aureus indica inoltre che anche il doppio passaggio in dispositivi Syringe Resep non influisce sul recupero batterico B. Dispositivo in accordo con la seconda forma realizzativa della presente invenzione (denominato nel seguito TISSUE RESEP)
Il dispositivo testato comprende un recipiente 6 da 15 ml in polipropilene in cui à ̈ inserita una sacca 5 in PET costituita da un maglia regolare con foratura con diagonale da 190 µm, contenente 0.75 g di una prima resina costituita da Amberliteâ„¢ FPC3500, e 0.75 g di una seconda resina costituita da Amberliteâ„¢ XADâ„¢18. Come nel caso precedente entrambe le resine sono state precedentemente attivate e contengono, in peso, rispettivamente il 53% ed il 47% di acqua.
Su tale dispositivo sono state effettuate e si stanno effettuando una serie di prove di validazione.
B.1. VALUTAZIONE DELLE PRESTAZIONI DEL DISPOSITIVO TISSUE RESEP SU CAMPIONI DI TESSUTI DECONTAMINATI CON BASE.128â„¢ Le prime prove di rimozione dei residui antibiotici contenuti in tessuti, sono state effettuate su omogenati di tessuti cardiovascolari (0.5 g circa di tessuto) decontaminati per 72 h a 4°C in BASE.128â„¢ (con la proporzione di 25 ml di liquido per grammo di tessuto).
Dopo l’inserimento dell’omogenato e del liquido nel Tissue Resep, quest’ultimo à ̈ stato mantenuto in agitazione rispettivamente per 30 o 60 minuti a temperatura ambiente.
L’esito delle prove à ̈ stato il seguente:
Tessuto trattato 30'/T.A. Tessuto trattato 60'/T.A. Rimozione residuo
in agitazione in agitazione Vancomicina HCl (%) 74 89 Cefotaxime sodium salt (%) 100 100 Gentamicina solfato (%) 74 96 Amfotericina B deossicolato (%) 100 100
Tab.6 Rimozione del contenuto antibiotico mediante tissue ResEP su omogenati di tessuti cardiovascolari decontaminati 72h/4°C in BASE.128â„¢.
Cefotaxime ed amfotericina sono risultati completamente rimossi. Nel caso della vancomicina, si ha una rimozione di circa 89% dopo 1 h di trattamento del tessuto col dispositivo. La gentamicina viene invece rimossa al 96% nelle stesse condizioni. Diminuendo il tempo di applicazione a 30’, si ha una riduzione della prestazione.
Queste analisi sono state effettuate su 3 tessuti valutati in doppio all’HPLC.
B.2. VALUTAZIONI DELLE INTERAZIONI TRA IL CONFEZIONAMENTO DEL DISPOSITIVO E I CEPPI BATTERICI
Le prime valutazioni delle interazioni tra il confezionamento del dispositivo e i ceppi batterici sono state effettuate sul ceppo S. aureus. Anche in questo caso si à ̈ confermato il recupero di 1-10 C.F.U. Sono in corso ulteriori prove sui ceppi richiesti da Farmacopea.
La presente invenzione consegue importanti vantaggi.
Il dispositivo ed il metodo messi a punto, infatti, permettono di trattare il campione da sottoporre ad esami microbiologici in modo tale che i successivi esami possono essere effettuati con un livello di affidabilità dei risultati molto maggiore di quanto non accada oggi.
In secondo luogo, con riferimento al settore dei trapianti, grazie alla presente invenzione à ̈ possibile rilevare anche contaminazioni batteriche che sino ad oggi avrebbero dato luogo a falsi negativi.
Ulteriormente, se applicata agli esami su fluidi biologici, la presente invenzione, oltre a garantire una maggiore sensibilità, può permettere di diminuire significativamente la quantità di campione necessaria per l’effettuazione dell’analisi, con particolari benefici in campo pediatrico.
In generale, poi, a parità di ogni altro aspetto, la preventiva applicazione della presente invenzione permette di diminuire i tempi necessari alle apparecchiature note per la rilevazione di una contaminazione microbiologica.
Va infine rilevato che la presente invenzione risulta di relativamente facile realizzazione e che anche il costo connesso alla sua attuazione non risulta molto elevato.
L’invenzione così concepita à ̈ suscettibile di numerose modifiche e varianti, tutte rientranti nell’ambito del concetto inventivo che la caratterizza.
Tutti i dettagli sono rimpiazzabili da altri tecnicamente equivalenti ed i materiali impiegati, nonché le forme e le dimensioni dei vari componenti, potranno essere qualsiasi a seconda delle esigenze.

Claims (15)

  1. RIVENDICAZIONI 1. Dispositivo pronto all’uso per la rimozione di interferenti da campioni da sottoporre ad esame microbiologico comprendente un involucro (2) protettivo sigillato, un elemento di contenimento (3) chiuso, posto all’interno dell’involucro (2) e che contiene almeno un prodotto (4) per la rimozione di interferenti, il prodotto (4) essendo in forma granulare, l’elemento di contenimento (3) presentando almeno una propria porzione porosa con una porosità tale da sostanzialmente trattenere detti granuli del prodotto (4) per la rimozione, e da essere permeabile ai liquidi ed agli interferenti, tutto ciò che à ̈ contenuto nell’involucro (2) essendo sterile e l’involucro (2) essendo tale da impedire il passaggio di contaminanti attraverso di sé.
  2. 2. Dispositivo secondo la rivendicazione 1 comprendente inoltre un recipiente (6) per il contenimento del campione da cui rimuovere gli interferenti, inserito nell’involucro (2) e contenente il detto prodotto (4).
  3. 3. Dispositivo secondo la rivendicazione 1 o 2 in cui l’elemento di contenimento (3) à ̈ costituito da una sacca (5) di contenimento in materiale poroso.
  4. 4. Dispositivo secondo la rivendicazione 2 comprendente inoltre un coperchio (7) amovibilmente accoppiabile al recipiente (6), per chiuderlo a tenuta e definire con esso una camera (8) di contenimento, entrambi inseriti nell’involucro (2) protettivo, l’elemento di contenimento (3) essendo inserito in detta camera (8).
  5. 5. Dispositivo secondo la rivendicazione 2 in cui il recipiente (6) à ̈ costituito da una siringa (9) che presenta una camicia (10) esterna avente una prima estremità (11) aperta ed una seconda estremità (12) aperta, la seconda estremità (12) aperta definendo un ugello per l’aspirazione e l’erogazione di liquidi, ed un pistone (13) inserito nella camicia (10) attraverso la prima estremità (11) aperta e presentante una testa (14) scorrevolmente accoppiata a tenuta all’interno della camicia (10), tra la testa (14) del pistone (13) e la camicia (10) essendo individuato un vano (15) di contenimento a volume variabile il quale à ̈ in comunicazione di fluido con la seconda estremità (12) aperta attraverso un filtro (16) che definisce detta porzione porosa, detto prodotto (4) per la rimozione di interferenti essendo inserito nel vano (15) di contenimento, e l’elemento di contenimento (3) essendo definito da detta camicia (10), detta testa (14) del pistone (13) ed il filtro (16).
  6. 6. Dispositivo secondo una qualsiasi delle rivendicazioni precedenti caratterizzato dal fatto che detto prodotto (4) Ã ̈ una composizione che comprende una miscela di una prima sostanza ed una seconda sostanza entrambe in granuli, la prima sostanza a propria volta comprendendo una prima resina appartenente alla famiglia delle resine a scambio ionico, e la seconda sostanza a propria volta comprendendo una seconda resina appartenente alla famiglia delle resine idrofobiche non ioniche, la prima sostanza e la seconda sostanza essendo presenti in un rapporto reciproco in peso compreso tra 0.5 e 2.
  7. 7. Dispositivo secondo la rivendicazione 6 caratterizzato dal fatto che almeno la seconda sostanza à ̈ idratata e comprende una quantità d’acqua pari ad almeno il 30 % del proprio peso.
  8. 8. Dispositivo secondo la rivendicazione 6 o 7 caratterizzato dal fatto che la prima sostanza e la seconda sostanza sono presenti in un rapporto reciproco in peso compreso tra 0.8 e 1.25.
  9. 9. Dispositivo secondo la rivendicazione 6, 7 o 8 caratterizzato dal fatto che la prima sostanza à ̈ idratata e comprende una quantità d’acqua pari ad almeno il 50% del proprio peso e/o la seconda sostanza à ̈ idratata e comprende una quantità d’acqua pari ad almeno il 46% del proprio peso.
  10. 10. Dispositivo secondo la rivendicazione 9 caratterizzato dal fatto che la prima sostanza comprende una quantità d’acqua non superiore al 67% del proprio peso e/o la seconda sostanza comprende una quantità d’acqua non superiore al 63% del proprio peso.
  11. 11. Dispositivo secondo una qualsiasi delle rivendicazioni da 6 a 10 caratterizzata dal fatto che la prima resina à ̈ a base di metacrilato-divinil benzene e/o la seconda resina à ̈ a base di polistirene-divinil benzene.
  12. 12. Metodo per la rimozione di interferenti da un campione da sottoporre ad esame microbiologico caratterizzato dal fatto di utilizzare almeno un dispositivo in accordo con una qualsiasi delle rivendicazioni precedenti.
  13. 13. Metodo secondo la rivendicazione 12 in cui se il campione à ̈ liquido esso viene messo in comunicazione di fluido con detto prodotto (4) attraverso la porzione porosa per un primo periodo di tempo, o, se il campione à ̈ solido, esso viene immerso in un liquido a propria volta messo in comunicazione di fluido con detto prodotto (4) attraverso la porzione porosa per un secondo periodo di tempo.
  14. 14. Metodo secondo la rivendicazione 12 o 13 in cui viene utilizzata in successione una pluralità di detti dispositivi per rimuovere gli interferenti in più fasi successive.
  15. 15. Metodo secondo una qualsiasi delle rivendicazioni da 12 a 14 in cui il campione à ̈ o un liquido di processazione di un organo, un tessuto o cellule destinati al trapianto, o un campione di un organo, tessuto o cellule destinati al trapianto, o un fluido corporeo prelevato da un soggetto vivo, o un fluido corporeo proveniente da un soggetto deceduto, o un farmaco, o una sostanza di derivazione umana.
IT000229A 2012-11-15 2012-11-15 Dispositivo pronto all'uso e metodo per la rimozione di interferenti da campioni da sottoporre ad esame microbiologico ITVR20120229A1 (it)

Priority Applications (4)

Application Number Priority Date Filing Date Title
IT000229A ITVR20120229A1 (it) 2012-11-15 2012-11-15 Dispositivo pronto all'uso e metodo per la rimozione di interferenti da campioni da sottoporre ad esame microbiologico
EP13815578.3A EP2920295B1 (en) 2012-11-15 2013-11-13 Ready-to-use device and method for removing interfering factors from samples to be subjected to microbiological examination
PCT/IB2013/060097 WO2014076640A1 (en) 2012-11-15 2013-11-13 Ready-to-use device and method for removing interfering factors from samples to be subjected to microbiological examination
ES13815578.3T ES2621524T3 (es) 2012-11-15 2013-11-13 Dispositivo listo para usar y método para eliminar factores interferentes de muestras que se van a someter a examen microbiológico

Applications Claiming Priority (1)

Application Number Priority Date Filing Date Title
IT000229A ITVR20120229A1 (it) 2012-11-15 2012-11-15 Dispositivo pronto all'uso e metodo per la rimozione di interferenti da campioni da sottoporre ad esame microbiologico

Publications (1)

Publication Number Publication Date
ITVR20120229A1 true ITVR20120229A1 (it) 2014-05-16

Family

ID=47633505

Family Applications (1)

Application Number Title Priority Date Filing Date
IT000229A ITVR20120229A1 (it) 2012-11-15 2012-11-15 Dispositivo pronto all'uso e metodo per la rimozione di interferenti da campioni da sottoporre ad esame microbiologico

Country Status (4)

Country Link
EP (1) EP2920295B1 (it)
ES (1) ES2621524T3 (it)
IT (1) ITVR20120229A1 (it)
WO (1) WO2014076640A1 (it)

Cited By (1)

* Cited by examiner, † Cited by third party
Publication number Priority date Publication date Assignee Title
EP2926794A1 (en) 2014-03-17 2015-10-07 BBS S.r.l. Ready-to-use device and method for removing interfering factors from samples to be subjected to microbiological examination

Families Citing this family (1)

* Cited by examiner, † Cited by third party
Publication number Priority date Publication date Assignee Title
EP3603682A1 (en) * 2018-08-03 2020-02-05 Alchilife S.r.l. Tablet with an antimycotic agent, medical device and method for preserving harvested corneas

Citations (3)

* Cited by examiner, † Cited by third party
Publication number Priority date Publication date Assignee Title
US4145304A (en) * 1977-12-02 1979-03-20 Melnick Joseph L Resin and method for removing antimicrobials from body fluids
US20040120942A1 (en) * 2002-12-23 2004-06-24 Mcginnis Daniel Device and process for the preparation of autologous thrombin serum
US20060167380A1 (en) * 2005-01-26 2006-07-27 Morton John S Collection kit for obtaining specimens from urine

Family Cites Families (8)

* Cited by examiner, † Cited by third party
Publication number Priority date Publication date Assignee Title
US4174277A (en) 1977-12-02 1979-11-13 Melnick Joseph L Resin and method for removing antimicrobials from body fluids
AU550159B2 (en) 1981-08-20 1986-03-06 Becton Dickinson & Company Isolation of antimicrobial material using resin
US5624814A (en) 1981-08-20 1997-04-29 Becton Dickinson And Company Culture medium and method for culturing body fluids containing antibiotics
US4632902A (en) 1981-08-20 1986-12-30 Becton, Dickinson And Company Method for detecting biological activity in a body fluid
US5162229A (en) 1988-03-15 1992-11-10 Akzo N.V. Device and method for enhanced recovery and detection of microbial growth in the presence of antimicrobial substances
US5314855A (en) 1992-11-09 1994-05-24 Akzo N.V. Adsorbent compositions and methods of manufacture
GB0206275D0 (en) 2002-03-16 2002-05-01 Bactest Ltd Method and apparatus for the non-invasive monitoring of gas exchange by biological material
US20090123960A1 (en) 2007-11-09 2009-05-14 Becton, Dickinson And Company Method for Removing Antibiotics From Blood Culture Samples

Patent Citations (3)

* Cited by examiner, † Cited by third party
Publication number Priority date Publication date Assignee Title
US4145304A (en) * 1977-12-02 1979-03-20 Melnick Joseph L Resin and method for removing antimicrobials from body fluids
US20040120942A1 (en) * 2002-12-23 2004-06-24 Mcginnis Daniel Device and process for the preparation of autologous thrombin serum
US20060167380A1 (en) * 2005-01-26 2006-07-27 Morton John S Collection kit for obtaining specimens from urine

Non-Patent Citations (2)

* Cited by examiner, † Cited by third party
Title
ABOLMAATY ET AL: "The use of activated charcoal for the removal of PCR inhibitors from oyster samples", JOURNAL OF MICROBIOLOGICAL METHODS, ELSEVIER, AMSTERDAM, NL, vol. 68, no. 2, 27 January 2007 (2007-01-27), pages 349 - 352, XP005863297, ISSN: 0167-7012, DOI: 10.1016/J.MIMET.2006.09.012 *
MORTEZA ABBASZADEGAN ET AL: "Detection of Enteroviruses in Groundwater with the Polymerase Chain Reaction", APPLIED AND ENVIRONMENTAL MICROBIOLOGY, 1 May 1993 (1993-05-01), pages 1318 - 1324, XP055076740 *

Cited By (1)

* Cited by examiner, † Cited by third party
Publication number Priority date Publication date Assignee Title
EP2926794A1 (en) 2014-03-17 2015-10-07 BBS S.r.l. Ready-to-use device and method for removing interfering factors from samples to be subjected to microbiological examination

Also Published As

Publication number Publication date
EP2920295B1 (en) 2017-01-11
EP2920295A1 (en) 2015-09-23
WO2014076640A1 (en) 2014-05-22
ES2621524T3 (es) 2017-07-04

Similar Documents

Publication Publication Date Title
US12065687B2 (en) Device and method for treating fluids, particularly body fluids
WO2011026614A2 (en) Compositions and methods for disinfecting materials
IL276969B2 (en) Stool collection method and sample preparation method for transplanting fecal microbiota
JPS6022946B2 (ja) 生体用透析装置の滅菌法
US8721963B2 (en) Cold sterilization of tissue engineering scaffolds with compressed carbon dioxide
CN106428817B (zh) 一种西林瓶的处理方法、处理得到的西林瓶及西林瓶装注射用水
ITVR20120229A1 (it) Dispositivo pronto all&#39;uso e metodo per la rimozione di interferenti da campioni da sottoporre ad esame microbiologico
CN104338181B (zh) 一种人角膜基质的脱细胞方法
CN106729788A (zh) 一种去除生物医药制剂中内毒素的方法
KR20120128301A (ko) 미생물 검체 채취 증균 사멸 배지
Penna et al. The presterilization microbial load on used medical devices and the effectiveness of hydrogen peroxide gas plasma against Bacillus subtilis spores
ES2387781T3 (es) Procedimiento de evaluación in vitro para tratamientos priocidaces (anti-priones)
US8722356B2 (en) Sampling system and method
CN105334209B (zh) 一种胰液显色剂及其制备方法与应用
CN108079363A (zh) 一种用于动物组织脱细胞处理的试剂盒及其应用
EP2926794B1 (en) Ready-to-use device and method for removing interfering factors from samples to be subjected to microbiological examination
Singh et al. Rapid identification and drug susceptibility testing of Mycobacterium tuberculosis: standard operating procedure for non-commercial assays: Part 2: nitrate reductase assay v1. 3.12
Cluck et al. Bacterial contamination of an automated pharmacy robot used for intravenous medication preparation
Ford Sterile pharmaceutical products
Yamin et al. Synergism between high hydrostatic pressure and glutaraldehyde for the inactivation of Staphylococcus aureus at moderate temperature
EP1551464B1 (en) Use of paraben comprising compositions
CN109769875A (zh) 一种医疗器械消毒液及其制备方法
JPS606660B2 (ja) 無菌人工臓器の製造方法
CN208586160U (zh) 一种检验科用废液净化处理器
Schweizer et al. Saponin Improves Detachment and Recovery of Bacteria from Orthopaedic Implants—An In Vitro Study