ITVR20090078A1 - Dispositivo di protezione includente un elemento gonfiabile. - Google Patents

Dispositivo di protezione includente un elemento gonfiabile. Download PDF

Info

Publication number
ITVR20090078A1
ITVR20090078A1 IT000078A ITVR20090078A ITVR20090078A1 IT VR20090078 A1 ITVR20090078 A1 IT VR20090078A1 IT 000078 A IT000078 A IT 000078A IT VR20090078 A ITVR20090078 A IT VR20090078A IT VR20090078 A1 ITVR20090078 A1 IT VR20090078A1
Authority
IT
Italy
Prior art keywords
protection device
links
inflatable element
vehicle
tie elements
Prior art date
Application number
IT000078A
Other languages
English (en)
Inventor
Luigi Ronco
Original Assignee
Dainese Spa
Priority date (The priority date is an assumption and is not a legal conclusion. Google has not performed a legal analysis and makes no representation as to the accuracy of the date listed.)
Filing date
Publication date
Priority to ITVR2009A000078A priority Critical patent/IT1394657B1/it
Application filed by Dainese Spa filed Critical Dainese Spa
Priority to JP2011539166A priority patent/JP5671472B2/ja
Priority to ES09797168T priority patent/ES2390647T5/es
Priority to ES09807552T priority patent/ES2388411T3/es
Priority to JP2011539164A priority patent/JP5841843B2/ja
Priority to EP09797168.3A priority patent/EP2373189B2/en
Priority to JP2011539178A priority patent/JP5486607B2/ja
Priority to PCT/IB2009/055512 priority patent/WO2010067288A1/en
Priority to EP20090807552 priority patent/EP2373190B1/en
Priority to ES09797166T priority patent/ES2390011T3/es
Priority to PCT/IB2009/055507 priority patent/WO2010067285A1/en
Priority to PCT/IT2009/000547 priority patent/WO2010067393A1/en
Priority to US13/133,524 priority patent/US20120032422A1/en
Priority to US13/133,437 priority patent/US8608191B2/en
Priority to US13/133,473 priority patent/US9027170B2/en
Priority to EP20090797166 priority patent/EP2373524B1/en
Publication of ITVR20090078A1 publication Critical patent/ITVR20090078A1/it
Application granted granted Critical
Publication of IT1394657B1 publication Critical patent/IT1394657B1/it

Links

Classifications

    • BPERFORMING OPERATIONS; TRANSPORTING
    • B62LAND VEHICLES FOR TRAVELLING OTHERWISE THAN ON RAILS
    • B62JCYCLE SADDLES OR SEATS; AUXILIARY DEVICES OR ACCESSORIES SPECIALLY ADAPTED TO CYCLES AND NOT OTHERWISE PROVIDED FOR, e.g. ARTICLE CARRIERS OR CYCLE PROTECTORS
    • B62J27/00Safety equipment
    • B62J27/20Airbags specially adapted for motorcycles or the like
    • BPERFORMING OPERATIONS; TRANSPORTING
    • B60VEHICLES IN GENERAL
    • B60RVEHICLES, VEHICLE FITTINGS, OR VEHICLE PARTS, NOT OTHERWISE PROVIDED FOR
    • B60R21/00Arrangements or fittings on vehicles for protecting or preventing injuries to occupants or pedestrians in case of accidents or other traffic risks
    • B60R21/02Occupant safety arrangements or fittings, e.g. crash pads
    • B60R21/16Inflatable occupant restraints or confinements designed to inflate upon impact or impending impact, e.g. air bags
    • B60R21/23Inflatable members
    • B60R21/231Inflatable members characterised by their shape, construction or spatial configuration
    • B60R21/233Inflatable members characterised by their shape, construction or spatial configuration comprising a plurality of individual compartments; comprising two or more bag-like members, one within the other
    • BPERFORMING OPERATIONS; TRANSPORTING
    • B60VEHICLES IN GENERAL
    • B60RVEHICLES, VEHICLE FITTINGS, OR VEHICLE PARTS, NOT OTHERWISE PROVIDED FOR
    • B60R21/00Arrangements or fittings on vehicles for protecting or preventing injuries to occupants or pedestrians in case of accidents or other traffic risks
    • B60R21/02Occupant safety arrangements or fittings, e.g. crash pads
    • B60R21/16Inflatable occupant restraints or confinements designed to inflate upon impact or impending impact, e.g. air bags
    • B60R21/23Inflatable members
    • B60R21/231Inflatable members characterised by their shape, construction or spatial configuration
    • B60R21/2334Expansion control features
    • B60R21/2338Tethers
    • B60R2021/23382Internal tether means

Landscapes

  • Engineering & Computer Science (AREA)
  • Mechanical Engineering (AREA)
  • Materials For Medical Uses (AREA)
  • Orthopedics, Nursing, And Contraception (AREA)

Description

DISPOSITIVO DI PROTEZIONE INCLUDENTE UN ELEMENTO GONFIABILE
DESCRIZIONE
La presente divulgazione si riferisce ad un dispositivo di protezione, il quale à ̈ atto ad essere associato ad un veicolo per proteggere un utilizzatore o un passeggero da impatti contro un veicolo o porzioni del veicolo in caso di incidente.
La presente divulgazione riguarda altresì un veicolo includente tale dispositivo di protezione.
Negli ultimi anni, a seguito di una costante ricerca nella sicurezza di guida dei veicoli, sono stati ideati una pluralità di dispositivi di protezione per un utilizzatore che si trova a bordo del veicolo, per proteggere l'utilizzatore da impatti contro parti del veicolo.
Una soluzione comoda à ̈, ad esempio, quella di un dispositivo di protezione includente un elemento gonfiabile o sacco gonfiabile il quale, in una condizione di riposo, à ̈ disposto sgonfiato e ripiegato in un alloggiamento del veicolo in corrispondenza di parti del veicolo potenzialmente interessate da impatti, vale a dire contro le quali, in caso di incidente, può venire a contatto l'utilizzatore.
Il sacco gonfiabile à ̈ inoltre posto in comunicazione di fluido, al momento di un impatto, di una scivolata o in generale di un incidente, con una sorgente di gas compresso, come una bomboletta. Generalmente la sorgente di gas à ̈ atta ad introdurre una prefissata quantità di gas compresso tale da porre in condizione gonfiata, quindi in tensione, l’elemento gonfiabile, a formare un involucro gonfiato, di forma tondeggiante, simile ad un pallone. Per tanto la quantità di gas introdotta à ̈ strettamente correlata al volume del sacco gonfiabile al fine di garantire un soddisfacente gonfiaggio.
In sostanza, questi sacchi, in condizione gonfiata, realizzano una specie di pallone piuttosto voluminoso e con un’ampia sezione trasversale, il quale pallone si interpone in condizione gonfiata tra l’utilizzatore e la porzione del veicolo.
Un’esigenza nata dall’impiego di tale sacco gonfiabile à ̈ quella di garantire un’efficace protezione specifica per l’utilizzatore in relazione ad una corrispondente parte del veicolo a cui il sacco gonfiabile à ̈ associato.
Ne consegue che, per offrire una massima protezione, à ̈ conveniente disporre tale sorta di pallone gonfiato in ciascuna zona del veicolo di interesse. Tale esigenza comporta tuttavia l’impiego di un numero elevato di sacchi gonfiabili ed un numero elevato di sorgenti di gas compresso, o in generale di fluido in pressione.
Un problema tecnico alla base della presente divulgazione risiede nel mettere a disposizione un dispositivo di protezione adatto per un veicolo, in cui la forma dell'elemento gonfiabile in condizione gonfiata sia controllabile a priori e progettata in modo tale che il dispositivo di protezione possa essere il più possibile adatto alla/e parte/i del veicolo a cui à ̈ associato, e/o di conseguire ulteriori vantaggi; inoltre, un problema tecnico alla base della presente divulgazione risiede nel mettere a disposizione un veicolo includente detto dispositivo di protezione.
Tale problema viene risolto da un dispositivo di protezione per la protezione di un utilizzatore di un veicolo, come definito nella rivendicazione indipendente 1 , da un veicolo secondo la rivendicazione 18, e da un metodo secondo la rivendicazione 19.
Caratteristiche secondarie dell’oggetto della presente divulgazione sono definite nelle corrispondenti rivendicazioni dipendenti.
L'oggetto della presente divulgazione fornisce alcuni rilevanti vantaggi.
Un primo vantaggio consiste nel fatto che l’elemento gonfiabile in una condizione gonfiata può avere una qualsiasi forma e dimensione, essendo sufficiente disporre la struttura includente le due maglie nella camera interna, regolando a priori la lunghezza degli elementi tiranti, in modo tale che gli elementi tiranti abbiano una condizione di massima tensione e/o massima estensione quando l’elemento à ̈ gonfiato. In pratica, la forma e dimensione dell’elemento gonfiabile può essere controllata e stabilita a priori, poiché l’espansione massima dell’elemento gonfiabile à ̈ controllabile mediante controllo della lunghezza e della estensione massima degli elementi tiranti.
Quindi, sagomando in modo opportuno la struttura o corpo includente le due maglie con gli elementi tiranti ed eventualmente prevedendo lunghezze diverse per gli elementi tiranti a seconda della loro collocazione nella camera stessa, à ̈ possibile determinare a priori la forma assunta dall’elemento gonfiabile in condizione gonfiata (sia in termini di distanza tra le due maglie, sia in termini di sagoma perimetrale delle due maglie).
Controllando la forma dell’elemento gonfiabile mediante gli elementi tiranti, à ̈ possibile inoltre indirizzare o domare la direzione del flusso di fluido che viene introdotto all’interno della camera. Infatti, calibrando opportunamente la lunghezza degli elementi tiranti, à ̈ possibile gonfiare, mediante un’unica sorgente di fluido, un elemento gonfiabile avente forma articolata o complessa con numerose diramazioni ed appendici. In altre parole, à ̈ possibile ottenere elementi gonfiabili di qualsiasi forma, e profilo o sagoma.
L'elemento gonfiabile, in una condizione gonfiata, à ̈ destinato ad interporsi tra un utilizzatore ed il veicolo, o una porzione del veicolo, in modo tale da assorbire l'energia dell'impatto tra l'utilizzatore ed il veicolo ed evitare per quanto possibile che, in caso di incidente, l'utilizzatore subisca lesioni in conseguenza di un impatto violento contro il veicolo o sue porzioni. Nella presente divulgazione, con "veicolo" si intende un qualsiasi mezzo di trasporto, anche per uso sportivo. A seconda dei casi, l'utilizzatore può ad esempio essere un motociclista, un pilota, un guidatore, un passeggero.
In particolare, anche grazie alla possibilità di ottenere un elemento gonfiabile di qualsiasi forma, profilo e sagoma, l'elemento gonfiabile può essere realizzato in modo tale da circondare almeno parzialmente l'utilizzatore e/o disporsi intorno all'utilizzatore in una condizione gonfiata.
Inoltre, grazie al controllo della forma, l’elemento gonfiabile può essere facilmente accoppiato ad altri dispositivi o elementi di protezione indipendenti dall’elemento gonfiabile, ed aventi una forma coniugata a quella dell’elemento gonfiabile in condizione gonfiata.
Per esempio, utilizzando elementi tiranti aventi la medesima lunghezza, à ̈ possibile realizzare un elemento gonfiabile avente una forma appiattita, piastriforme, simile ad un materassino, la quale può essere facilmente accoppiata ad un elemento piatto, quale ad esempio una placca rigida, che può essere interposta tra il veicolo e il dispositivo di protezione, per un’ulteriore protezione da oggetti appuntiti.
Secondo un altro aspetto della presente divulgazione, gli elementi tiranti garantiscono un’espansione limitata dell’elemento gonfiabile in una condizione gonfiata in modo da ottenere un ingombro ridotto, ed in particolare uno spessore limitato, ed al tempo stesso assicurando una adeguata protezione per un utilizzatore.
Tale ridotto ingombro consente, in caso di gonfiaggio fortuito dell’elemento gonfiabile, un minore disagio e rischio per un utilizzatore mentre guida un veicolo. In altre parole, un’espansione limitata dell’elemento gonfiabile non pregiudica il controllo di un veicolo da parte dell’utilizzatore, e pertanto in caso di gonfiaggio fortuito non costituisce rischio di incidente.
Un'adeguata protezione à ̈ dovuta anche al fatto che il dispositivo di protezione personale presenta una soddisfacente resistenza ad urti, o sovrapressioni, localizzati. Infatti, qualora si rompesse uno degli elementi tiranti, la rottura di un solo tirante non pregiudicherebbe la desiderata limitazione dell’espansione dell’elemento gonfiabile, essendo tale limitazione comunque assicurata dagli altri elementi tiranti.
Un ulteriore vantaggio risiede nel fatto che controllando la forma dell’elemento gonfiabile à ̈ possibile controllare (ed in particolare limitare) anche la quantità di gas o fluido necessaria per il gonfiaggio dell’elemento gonfiabile.
Secondo un altro aspetto della presente divulgazione, l’elemento gonfiabile può essere piegato ad angolo in corrispondenza di determinate zone, e mantenere la piegatura anche in condizione gonfiata. A questo riguardo, le due maglie possono essere collegate fra loro in corrispondenza di dette determinate zone di piegatura, per esempio mediante cuciture. Le cuciture si estendono trasversalmente tra le due maglie. La presenza di dette cuciture o di simile collegamento consente di piegare facilmente la struttura formata dalle due maglie anche quando l'elemento à ̈ in condizione gonfiata.
Si ottiene quindi la possibilità di piegare l’intero elemento gonfiabile in corrispondenza delle cuciture, e l’elemento gonfiabile può mantenere la forma piegata anche in condizione gonfiata.
Questa possibilità à ̈ particolarmente utile per poter disporre l’elemento gonfiabile all’interno di un autoveicolo, e adattare l’elemento gonfiabile alla zona dell’autoveicolo dove viene disposto. Per esempio, in un’autovettura, l’elemento gonfiabile può essere posto piegato ad angolo tra una parete laterale ed il tetto dell’abitacolo, oppure inserito ai lati di un poggiatesta per proteggere lateralmente la testa dell'utilizzatore, oppure inserito lateralmente ad un sedile o sotto il cruscotto o il volante per proteggere tronco, gambe e ginocchia dell'utilizzatore. Per esempio, in una motocicletta, l’elemento gonfiabile può essere posto in corrispondenza di un manubrio della motocicletta in modo tale che, quando si gonfia, rimanga piegato sul manubrio della motocicletta, sostanzialmente adattato alla forma del manubrio.
In sostanza, l'elemento gonfiabile secondo la presente divulgazione, grazie al controllo della forma in condizione gonfiata e grazie alla possibilità di prevedere una forma piegata anche in condizione gonfiata, à ̈ atto ad essere disposto agevolmente anche in regioni di un veicolo nei quali gli airbag di tecnica nota sono impossibili da posizionare o scarsamente efficaci.
Si osserva inoltre che la presenza di una pluralità di tiranti può consentire di ottenere un dispositivo di protezione avente una struttura provvista di una certa robustezza in condizione gonfiata. Infatti, calibrando opportunamente la lunghezza dei tiranti con le dimensioni complessive dell’elemento gonfiabile, à ̈ possibile ottenere un elemento che in condizione gonfiata ha una certa robustezza e solidità costruttiva.
Un ulteriore vantaggio risiede nel fatto che i tiranti, essendo stabilmente collegati alle maglie, offrono un’elevata resistenza anche in caso di pressioni locali dovute ad urti al momento di un impatto o di una caduta. Infatti, una pressione locale viene ridistribuita su una superficie più ampia di elemento gonfiabile grazie alla pluralità di elementi tiranti che cooperano tra loro.
Un ulteriore vantaggio risiede in una elevata semplicità di realizzazione del dispositivo, in quanto una struttura includente le due maglie, preferibilmente prefabbricata, viene alloggiata tra le due pareti contrapposte, le quali vengono successivamente sigillate lungo il perimetro.
Vi à ̈ anche la possibilità di utilizzare all’interno della medesima camera una pluralità di strutture includenti le due maglie ed aventi, eventualmente, elementi tiranti di differenti lunghezze, in modo tale ottenere una dilatazione differenziata dell’elemento gonfiabile in corrispondenza di differenti parti dell’elemento gonfiabile stesso. Tali strutture plurime vengono tra loro collegate prima di essere inserite nella camera formata dalle pareti.
In una forma preferita di realizzazione, gli elementi tiranti sono di tipo flessibile, e pertanto possono essere flessi oppure tesi all’occorrenza in funzione del gonfiaggio dell’elemento gonfiabile. Preferibilmente gli elementi tiranti sono opportunamente dimensionati in modo che quando l’elemento gonfiabile à ̈ in una condizione sgonfiata di riposo, essi sono in una condizione non tensionata, preferibilmente collassati in detta camera interna, mentre quando l’elemento gonfiabile à ̈ in una condizione gonfiata, essi sono sottoposti a tensione, ed in particolare a trazione. Questa forma di realizzazione permette un minimo ingombro dell’elemento gonfiabile in condizione sgonfiata.
In una forma di realizzazione gli elementi tiranti hanno forma di fili. Questa forma consente di distribuire un elevato numero di elementi tiranti con una relativamente elevata densità superficiale tale da permettere un soddisfacente controllo della forma dell'elemento gonfiabile e, se necessario, una sufficiente limitazione della espansione dell’elemento gonfiabile.
In una forma di realizzazione, gli elementi tiranti sono elastici. L’elasticità ha il vantaggio di ottenere un controllo del tensionamento degli elementi tiranti (mediante controllo della deformazione elastica), e quindi un'ulteriore possibilità di controllo della forma dell’elemento gonfiabile, al momento del gonfiaggio dell’elemento gonfiabile, nonché facilitare uno sgonfiaggio dell’elemento gonfiabile (mediante ritorno in condizione indeformata).
In una forma di realizzazione, l'elemento gonfiabile comprende uno strato di rinforzo associato ad una rispettiva porzione superficiale dell’elemento gonfiabile; in una forma preferita, lo strato di rinforzo à ̈ interposto tra una maglia e la rispettiva parete che si trova ad essa adiacente. Quando il dispositivo di protezione à ̈ disposto in un veicolo, tale strato di rinforzo à ̈ affacciato verso una regione dalla quale possono provenire forze concentrate, in altre parole lo strato di rinforzo à ̈ interposto tra la camera interna dell'elemento gonfiabile ed eventuali oggetti acuminati.
Lo strato di rinforzo, che nell'esempio à ̈ un foglio in materiale composito, à ̈ flessibile e quindi non risulta scomodo per il posizionamento del dispositivo di protezione nel veicolo. Tuttavia, quando l'elemento gonfiabile à ̈ in condizione gonfiata, esso viene posto in trazione dall'elemento gonfiabile stesso e dunque assume un comportamento più rigido. In particolare, la presenza dello strato di rinforzo à ̈ vantaggiosa in quando consente di aumentare la resistenza alla penetrazione: una forza concentrata (ad esempio dovuta ad un urto contro un oggetto acuminato) agente sullo strato di rinforzo viene da esso ridistribuita su una superficie più ampia di elemento gonfiabile.
In questo modo la deformazione locale dell'elemento gonfiabile dovuta alla forza concentrata à ̈ ridotta, e quindi à ̈ aumentata la capacità di protezione, in quanto si riduce la possibilità che detto oggetto acuminato deformi a tal punto l'elemento gonfiabile fino ad impattare sul corpo dell'utilizzatore o a forare la camera interna. Inoltre, la presenza dello strato di rinforzo consente di assicurare all'elemento gonfiabile una buona efficacia di protezione anche quando non à ̈ completamente gonfio.
Altri vantaggi, caratteristiche e modalità di impiego dell’oggetto della presente divulgazione risulteranno evidenti dalla seguente descrizione dettagliata di alcune sue forme di realizzazione preferite, date a scopo esemplificativo e non limitativo. È comunque evidente come ciascuna forma di realizzazione possa presentare uno o più dei vantaggi sopra elencati; in ogni caso non à ̈ comunque richiesto che ciascuna forma di realizzazione presenti simultaneamente tutti i vantaggi elencati. Verrà fatto riferimento alle figure dei disegni allegati, in cui:
- la figura 1 mostra una vista laterale di un veicolo includente un dispositivo di protezione secondo la presente divulgazione, in una condizione sgonfiata;
- la figura 2 mostra una vista dall’alto, e parziale, del veicolo di figura 1 ;
- la figura 3 mostra una vista laterale del veicolo di figura 1 , in cui il dispositivo di protezione à ̈ in una condizione gonfiata;
- la figura 4 mostra una vista dall’alto, e parziale, del veicolo di figura 3;
- la figura 5 mostra una vista laterale in scala ingrandita, e parzialmente in sezione, del dispositivo di protezione di figura 3 o figura 4;
- la figura 6 mostra un particolare VI di figura 5, in scala ingrandita;
- la figura 7 mostra una vista dall’alto in scala ingrandita, e parzialmente in sezione, del dispositivo di figura 5;
- la figura 8 mostra una vista prospettica di un veicolo includente un dispositivo di protezione secondo la presente divulgazione, in una condizione sgonfiata; - la figura 8A mostra una vista prospettica del veicolo di figura 8, in cui il dispositivo di protezione à ̈ in una condizione gonfiata;
- la figura 9 mostra una vista frontale del veicolo di figura 8, in cui il dispositivo di protezione à ̈ in una condizione sgonfiata;
- la figura 9A mostra una vista frontale del veicolo di figura 8, in cui il dispositivo di protezione à ̈ in una condizione gonfiata;
- la figura 10 mostra una vista prospettica di un veicolo includente un altro dispositivo di protezione secondo la presente divulgazione, in una condizione gonfiata;
- le figure 11 A, 11 B e 11 C mostrano viste prospettiche di un veicolo includente altri rispettivi dispositivi di protezione secondo la presente divulgazione, associati ad un sedile del veicolo e in una condizione gonfiata;
- la figura 12 mostra una vista in sezione secondo la linea XII-XII di figura 7;
- la figura 13 mostra una vista in sezione secondo la linea XIII-XIII di figura 7;
- la figura 14 mostra una vista di un particolare XIV di figura 12 in scala ingrandita; - la figura 15 mostra una vista di un particolare XV di figura 12 in scala ingrandita; - la figura 16 mostra, in una vista in prospettiva, una prima fase di un procedimento di realizzazione di un dispositivo di protezione secondo la presente divulgazione; - la figura 17 mostra, in una vista in prospettiva parzialmente in sezione, un'altra fase di un procedimento di realizzazione di un dispositivo di protezione secondo la presente divulgazione;
- la figura 18 mostra, in una vista laterale parzialmente in sezione, ancora un'altra fase di un procedimento di realizzazione di un dispositivo di protezione secondo la presente divulgazione;
- la figura 19 mostra, in una vista in prospettiva, una fase di un procedimento di realizzazione di un dispositivo di protezione secondo la presente divulgazione; - la figura 20 mostra, in una vista in prospettiva parzialmente in sezione, un'altra fase di un procedimento di realizzazione di un dispositivo di protezione secondo la presente divulgazione;
- la figura 21 mostra, in una vista laterale in sezione, un dispositivo di protezione, ottenuto mediante il procedimento di figure 19 e 20, ed in condizione sgonfiata; - la figura 22 mostra il dispositivo di figura 21 in una condizione gonfiata;
- la figura 23 mostra una vista prospettica di una porzione del dispositivo di protezione secondo la presente divulgazione, durante una fase di cucitura;
- la figura 24 mostra la porzione di figura 23 dopo la fase di cucitura, in una successiva fase di lavorazione;
- la figura 25 mostra una vista in sezione lungo la linea XXV-XXV della struttura di figura 24;
- la figura 26 mostra la struttura di figura 24 in una condizione piegata;
- la figura 27 mostra una vista in sezione secondo la linea XII-XII di figura 7, in una variante di realizzazione;
- la figura 28 mostra una vista in sezione secondo la linea XIII-XIII di figura 7, in una variante di realizzazione;
- la figura 29 mostra una vista di un particolare XXIX di figura 28 in scala ingrandita;
- la figura 30 mostra una vista di un particolare XXX di figura 28 in scala ingrandita. Con riferimento alle figure allegate, con i numeri di riferimento 10, 110, 120, 130, 140, 150 viene indicato un dispositivo di protezione secondo la presente divulgazione, in accordo a rispettive forme di realizzazione, come descritto nel seguito.
Il dispositivo di protezione 10 della prima forma di realizzazione à ̈ atto ad essere associato ad un primo veicolo, nell’esempio ad una motocicletta 1a, mentre i dispositivi di protezione 110, 120, 130, 140, 150 delle altre forme di realizzazione sono atti ad essere associati ad un secondo veicolo, nell’esempio un’autovettura 1b.
I dispositivi di protezione 10, 110, 120, 130, 140, 150 sono disposti in un relativo alloggiamento 3, 4, 5, 6a, 6b, 6c del rispettivo veicolo 1a, 1 b, e sono atti ad assumere sostanzialmente una prima condizione di riposo, o condizione sgonfiata, nascosta in tale alloggiamento 3, 4, 5, 6a, 6b, 6c ed una seconda condizione attiva o condizione gonfiata, in cui i dispositivi di protezione 10, 110, 120, 130, 140, 150 fuoriescono dall’alloggiamento 3, 4, 5, 6a, 6b, 6c come illustrato in figure 3, 4, 8A, 9A, 10, 11 A, 11 B, 11 C. Le modalità di gonfiaggio di attivazione dei dispositivi di protezione 10, 110, 120, 130, 140, 150 saranno descritte nel seguito della descrizione.
II dispositivo di protezione 10 per una motocicletta 1a à ̈ disposto in un alloggiamento 3 in prossimità del manubrio, ad esempio in un alloggiamento 3 ricavato in una porzione di sommità del telaio o del serbatoio, e, quando gonfiato, il dispositivo di protezione 10 si dispone in una regione davanti al motociclista utilizzatore, cioà ̈ sul manubrio, sul serbatoio e sul fanale anteriore.
Il dispositivo di protezione 110 per un'automobile 1b à ̈ disposto in un alloggiamento 4 tra il tetto e la parete laterale dell'abitacolo e, quando gonfiato, fuoriesce disponendosi sia in corrispondenza del tetto sia in corrispondenza del lato portiera. Il dispositivo di protezione 120 per un'automobile 1b à ̈ disposto in un alloggiamento 5 al di sotto del volante 1c' e/o del cruscotto 1c"; in condizione gonfiata, il dispositivo di protezione 120 protegge le gambe e le ginocchia dell'utilizzatore (guidatore o passeggero) da un urto frontale contro la parte inferiore del cruscotto 1c".
I dispositivi di protezione 130, 140, 150 per un'automobile 1b sono disposti in rispettivi alloggiamenti 6a, 6b, 6c ricavati rispettivamente su un lato di un poggiatesta 1 d, su un lato dello schienale 1e' di un sedile 1e, e su un lato della seduta 1e" del sedile 1e. Preferibilmente, detti alloggiamenti 6a, 6b, 6c e i rispettivi dispositivi di protezione 130, 140, 150 sono disposti su entrambi i lati del poggiatesta 1d e del sedile 1e.
In condizione gonfiata, i dispositivi di protezione 130, 140, 150 fuoriescono dai rispettivi alloggiamenti 6a, 6b, 6c e, grazie alla loro forma appiattita e controllata, si dispongono agevolmente ai lati dell'utilizzatore, rispettivamente in corrispondenza della testa, del tronco e delle gambe/ginocchia dell'utilizzatore, per una protezione dell'utilizzatore da urti laterali.
In sostanza, i dispositivi di protezione 110, 120, 130, 140, 150 sono atti ad "avvolgere" l'utilizzatore su tutti i lati sui quali può verificarsi un urto.
I dispositivi di protezione 10, 110, 120, 130, 140, 150 mostrati nelle figure sono esemplificativi; rimane infatti inteso che un veicolo 1a, 1b potrebbe essere fornito di solo alcuni di tali dispositivi, o potrebbe essere fornito di dispositivi di protezione aventi forme e/o posizioni differenti rispetto a quelle mostrate.
I dispositivi di protezione 10, 110, 120, 130, 140, 150 si differenziano per la forma complessiva, la quale à ̈ scelta in funzione del tipo di veicolo specifico a cui ciascuno di essi à ̈ associato e a seconda della regione da proteggere nel veicolo 1a, 1b. Per ii resto, i dispositivi di protezione 10, 110, 120, 130, 140, 150 includono sostanzialmente i medesimi elementi strutturali.
Per questo motivo, per semplicità di esposizione, nel seguito si farà riferimento solamente al dispositivo di protezione 10, fermo restando che la medesima descrizione vale analogamente anche per i dispositivi di protezione 110, 120, 130, 140, 150.
II dispositivo di protezione 10 comprende un elemento gonfiabile 2, gonfiabile mediante un fluido, per esempio un gas, quale elio, includente due pareti 21 , 22 contrapposte, nell’esempio in materiale impermeabile a detto gas, e tra loro associate, nell’esempio fissate a tenuta di gas, a formare una camera interna 25. L’elemento gonfiabile 2 include altresì una struttura, cosiddetta struttura a doppio strato, indicata con il numero di riferimento 331 , la quale à ̈ alloggiata nella camera 25.
La struttura 331 include due maglie 29, 30, formanti in pratica due strati, tra loro contrapposte e collegate mediante una pluralità di elementi tiranti 27.
In pratica, le due pareti 21 , 22 formano un involucro nel quale à ̈ alloggiata la struttura includente le due maglie 21 , 22. In particolare, ciascuna maglia 29, 30 à ̈ associata ad una rispettiva parete 21 , 22.
Con il termine "elemento tirante" 27 si intende un elemento o entità avente la funzione di tenere unite o vincolate o ferme, essendo tensionato a trazione, due o più parti dell’elemento gonfiabile 2, almeno quando quest’ultimo à ̈ in condizione gonfiata.
Nell’esempio gli elementi tiranti 27 sono di tipo filiforme, e sono elementi flessibili ed inestensibili. Pertanto, essi sono opportunamente dimensionati in modo che, quando l’elemento gonfiabile 2 à ̈ in condizione di riposo, essi sono preferibilmente non soggetti a tensionamento e sono collassati nella camera interna 25, mentre quando l’elemento gonfiabile 2 à ̈ in condizione gonfiata essi sono sottoposti a tensione, come illustrato a titolo esemplificativo in figure 12 e 13.
In una variante di realizzazione, gli elementi tiranti 27 oltre ad essere di tipo filiforme e flessibili, sono elementi elastici. Pertanto, essi sono opportunamente dimensionati in modo che, quando l’elemento gonfiabile 2 à ̈ in condizione di riposo, essi sono preferibilmente non soggetti a tensionamento, o eventualmente ad un leggero tensionamento, mentre quando l’elemento gonfiabile 2 à ̈ in condizione gonfiata essi sono tesi fino a raggiungere una maggiore estensione ed un maggiore tensionamento. In particolare, nei disegni gli elementi tiranti 27 sono disegnati, solo a titolo di illustrazione, con la densità illustrata, mentre secondo la presente divulgazione à ̈ vantaggioso che gli elementi tiranti 27 siano distribuiti in modo fitto nell’elemento gonfiabile 2, per esempio con una densità di almeno un elemento tirante ogni cm<2>di superficie dell’elemento gonfiabile 2, ancor più preferibilmente, sempre a titolo di esempio, con densità compresa tra 1 e 15 fili ogni cm<2>di superficie dell’elemento gonfiabile 2.
Osservando le sezioni illustrate in figure 12 e 13, e figure 27 e 28, si può rilevare che gli elementi tiranti 27 sono distribuiti in modo sostanzialmente omogeneo nella camera interna 25.
Come sopra anticipato, nell’esempio gli elementi tiranti 27 sono tiranti flessibili e hanno forma di fili, e sono realizzati per esempio in poliestere o poliammide, di spessore compreso tra circa 500 e circa 1000 decitex (unità di lunghezza di un filo continuo o di un filato), ed hanno estremità 27a, 27b fissate alle rispettive porzioni di maglie 29, 30 che collegano.
Nell’esempio illustrato, ciascuna maglia 29, 30 ha estensione tale da foderare quasi interamente una rispettiva parete 21 , 22.
In sostanza, l’elemento gonfiabile 2 include una struttura, o corpo, prefabbricata includente le due maglie 29, 30, e due pareti 21 , 22, o fogli, nell’esempio impermeabili al gas, disposti l’uno 21 dalla parte dell’una 29 delle maglie e l’altro 22 dalla parete dell’altra 30 delle maglie.
Più in particolare, l’una maglia 29 à ̈ fissata stabilmente all’altra maglia 30 mediante colla oppure mediante cuciture, o simili fissaggi in corrispondenza del perimetro 28, come illustrato in figure da 12 a 15.
Gli elementi tiranti 27 hanno estremità opposte 27a, 27b fissate stabilmente alla rispettiva maglia 29, 30. Il fissaggio in corrispondenza delle estremità opposte 27a, 27b degli elementi tiranti 27 à ̈, ad esempio, ottenuto mediante semplice inserimento o intreccio di elementi tiranti 27 tra le trame della maglia 29, 30 come visualizzato in figure 6, 14 e 15.
In pratica, nell’esempio illustrato nelle figure, gli elementi tiranti 27 sono ottenuti mediante un determinato numero di fili i quali sono fissati a tratti alterni all’una maglia 29, e consecutivamente all’altra maglia 30. In altre parole, ciascun filo à ̈ infilato al di sotto di una trama della prima maglia 29, à ̈ curvato verso la maglia opposta 30, ed à ̈ collegato nel medesimo modo alla maglia opposta 30, e via così. Alternativamente gli elementi tiranti 27 sono collegati alla maglia 29, 30 mediante colla, oppure mediante un intreccio oppure mediante legatura, o simili fissaggi. Alternativamente, gli elementi tiranti 27 costituiscono porzioni di ordito o di trama della maglia, che fuoriescono dalla rispettiva maglia 29 e si intrecciano nell’altra maglia 30. In pratica, la struttura 331 à ̈ ottenuta mediante tessitura contemporanea della due maglie 29, 30 e collegamento delle maglie 29, 30 mediante fili di ordito o di trama delle maglie stesse.
II dispositivo di protezione 10 secondo la presente divulgazione, appena descritto, Ã ̈ realizzato nel modo seguente.
Si predispongono in via preliminare in posizione contrapposta ad una prefissata distanza una coppia di maglie 29, 30 alle quali vengono legate, o in altro modo fissate, estremità 27a, 27b degli elementi tiranti 27, in cui la lunghezza di detti elementi tiranti 27 à ̈ scelta in modo tale da determinare una distanza massima reciproca tra le maglie 29, 30 corrispondente ad una massima espansione locale dell’elemento 2 in condizione gonfiata.
Successivamente la struttura 331 includente le maglie 29, 30 ed i tiranti 27 viene inclusa tra due pareti 21, 22. All'interno della camera 25 viene disposta una bomboletta 60 di gas per il gonfiaggio.
Le due pareti 21 , 22 hanno porzioni perimetrali 23, 24 che sporgono rispetto alle maglie 29, 30. In pratica, le due pareti 21 , 22 hanno una estensione superficiale maggiore delle rispettive maglie 29, 30, cosicché le porzioni perimetrali 23, 24 possono essere tra loro collegate.
Tali porzioni perimetrali 23, 24 vengono collegate a tenuta stabilmente, per esempio mediante termosaldatura, lungo il bordo perimetrale 28 in modo da contenere la struttura 331 e rendere la camera interna 25 a tenuta di gas.
Inoltre, le pareti 21, 22 vengono fissate, ad esempio mediante incollaggio a pressa calda, alle rispettive maglie 29, 30. In particolare, l'intera superficie esterna delle maglie 29, 30 Ã ̈ fissata alla rispettiva parete 21 , 22, in altre parole, ciascuna maglia 29, 30 fodera la rispettiva parete 21 , 22.
Secondo un aspetto della presente divulgazione, con riferimento alle figure da 23 a 26, il dispositivo include cuciture 26 che si estendono trasversalmente tra l’una 29 delle maglie e l’altra 30 delle maglie. Tali cuciture 26 definiscono una linea di cucitura L, in corrispondenza della quale si hanno porzioni cucite 26a e porzioni libere 26b in corrispondenza delle quali l'elemento gonfiabile 2 à ̈ libero di espandersi. In questo modo, lungo la linea di cucitura L lo spessore della struttura 331 in condizione gonfiata à ̈ ulteriormente limitato. In pratica, le opposte maglie 29 e 30 sono tra loro cucite o comunque unite in modo da limitare o impedire il loro spostamento relativo.
Ne consegue che in corrispondenza della linea di cucitura L à ̈ permesso un piegamento ad angolo, facilitato dal limitato spessore, e al tempo stesso, le porzioni libere 26b permettono una diffusione o flusso del gas all'interno dell’elemento gonfiabile 2.
In figure 24 e 26 sono illustrate fase successive di lavorazione del dispositivo di protezione 10, in cui le pareti 21 , 22 vengono associate da parti opposte alla struttura 331 e successivamente l’intero dispositivo 10 viene piegato.
In pratica le cuciture 26 consentono ad un elemento gonfiabile 2 di piegarsi o ruotare secondo una linea stabilita (ad esempio, per consentire al dispositivo di protezione 10 per motocicletta 1a di essere piegato in corrispondenza del fanale anteriore e dei manubri, oppure al dispositivo di protezione 110 per l'automobile 1b di essere piegato tra il tetto e la parete laterale dell’abitacolo) e di rimanere piegato anche in condizione gonfiata.
Analogamente, i dispositivi di protezione 120, 130, 140, 150 sono anch'essi realizzati, secondo necessità, con cuciture 26 per permettere al dispositivo di protezione 120, 130, 140, 150 di assumere opportune piegature anche in condizione gonfiata, in modo da disporsi nel modo più efficace per la protezione dell'utilizzatore.
Secondo un altro aspetto della presente divulgazione, il dispositivo di protezione 10, 110, 120, 130, 140, 150 può essere realizzato secondo una qualsiasi forma o sagoma.
È pertanto possibile gonfiare in modo controllato un elemento gonfiabile di qualsiasi forma, come per esempio l’elemento gonfiabile 2 avente forma visibile in figure da 3 a 7. In particolare, nell’esempio illustrato a titolo esemplificativo in figure da 3 a 7, l’elemento gonfiabile 2 ha una forma sostanzialmente a croce e comprende quattro regioni 2a, 2b, 2c, 2d di cui:
una prima regione 2a destinata ad essere posta in corrispondenza di un lato destro del manubrio;
- una seconda regione 2b disposta dalla parte opposta alla prima regione 2a rispetto al centro della croce e destinata ad essere posta in corrispondenza di un lato sinistro del manubrio;
una terza regione 2c destinata ad essere posta in corrispondenza di un centro del manubrio ed al di sopra di un fanale anteriore della motocicletta 1 a;
una quarta regione 2d disposta dalla parte opposta alla terza regione 2c rispetto al centro della croce, e destinata ad essere posta in corrispondenza della sella della motocicletta 1a.
Le regioni 2a, 2b, 2c, 2d sono pneumaticamente collegate fra di loro a formare l’elemento 2 ed un'unica camera interna 25.
Cuciture 26 possono essere previste tra le regioni 2a, 2b, 2c, 2d per consentire un piegamento relativo di una regione rispetto all'altra. Le cuciture 26, realizzate come descritto, consentono comunque il flusso di gas tra una regione e l'altra anche in presenza di tale piegamento relativo.
Più in particolare con riferimento a figure 16, 17, 18, si descrive qui nel seguito un procedimento preferito per realizzare il dispositivo di protezione 10, 110, 120, 130, 140, 150.
Si forniscono inizialmente coppie di maglie 29 e 30, 329 e 330 alle quali sono legate, o in altro modo fissate, estremità di elementi tiranti 27. Ciascuna maglia 29, 30, 329, 330 ha forma e dimensioni sostanzialmente equivalenti ad un rispettiva porzione 2a, 2b, 2c, 2d dell’elemento gonfiabile 2 da ottenere (in figura 16 à ̈ illustrata per esempio la coppia di maglie 29, 30 destinata a formare la terza porzione 2c e la coppia di maglie 329, 330 destinata a formare la prima porzione 2a e la seconda porzione 2b); inoltre, la lunghezza degli elementi tiranti 27 à ̈ scelta in modo tale da determinare una distanza massima reciproca tra le maglie 29 e 30, 329 e 330 di ciascuna coppia che sia corrispondente ad una massima espansione locale della rispettiva porzione dell’elemento gonfiabile 2 in condizione gonfiata.
Un bordo 342 della maglia 29 viene cucito ad un rispettivo bordo 343 della maglia 329, ed analogamente vengono cuciti i bordi 344 e 345 delle rispettive maglie opposte 30, 330 (linea di cucitura indicata con 346 in figura 16). In questo modo si uniscono tra loro le coppie di maglie 29 e 329, 30 e 330, di fatto ottenendo un corpo unico 331 a, dotato di tiranti 27, avente una superficie pari alla somma delle superfici delle maglie 29 e 329, o 30 e 330 rispettivamente. Si noti che i tiranti 27 della prima coppia di maglie 29 e 30 potrebbero avere lunghezze diverse rispetto ai tiranti 27 della seconda coppia di maglie 329 e 330, a seconda della rispettiva porzione di elemento gonfiabile 2 da realizzare e del suo massimo spessore ammesso in condizione gonfiata.
Lungo bordi periferici o perimetrali 347 del corpo unico 331 a così ottenuto, la maglia 29, 329 di ciascuna coppia viene cucita alla rispettiva maglia opposta 30, 330 (linee di cucitura indicate con 348). In figura 16, l'operazione di cucitura à ̈ esemplificata con aghi 349, tuttavia à ̈ evidente che le cuciture 346, 348 possono essere eseguite a macchina.
La struttura 331 , cioà ̈ detto corpo unico 331 a così ottenuto, viene racchiuso tra le pareti o fogli 21 , 22 (figura 17) di materiale morbido e a tenuta di gas, ad esempio di poliuretano o poliammide, aventi un'estensione superficiale maggiore di detto corpo unico 331 a. Nell'esempio, i fogli 21 e 22 vengono incollati alle rispettive maglie 29, 30, 329, 330 per mezzo di una colla poliuretanica, utilizzando una pressa calda 360 (che ad esempio lavora a temperature di circa 150 °C) per favorire l'adesione e l'incollaggio reciproco. I bordi periferici 23, 24 dei fogli 21 e 22, in corrispondenza dei quali non sono racchiuse le maglie 29, 30, 329, 330 formanti il corpo unico 331 a, si incollano l'uno all'altro in modo sigillato e a tenuta di gas. Si ottiene pertanto un elemento gonfiabile 2, che comprende entrambi i fogli o pareti 21 e 22 come guaina esterna, e maglie 29 e 30, 329 e 330 che aderiscono internamente alle pareti 21 , 22 rispettivamente.
Opzionalmente, con riferimento alle figure da 19 a 22, nella fase di incollaggio uno strato di rinforzo 230, ad esempio in materiale composito, può essere disposto tra una maglia 29, 30, 329, 330 e il rispettivo foglio 21 , 22; anche detto strato di rinforzo 230 può essere incollato per mezzo di colla poliuretanica (figura 20, sotto l’azione di una pressa 360).
Preferibilmente, i fogli 21 e 22 hanno un certo grado di elasticità, in modo da poter deformarsi durante il gonfiaggio e consentire un'espansione differenziata della prima coppia di maglie 29, 30 e della seconda coppia di maglie 329, 330, ad esempio nel caso in cui queste presentino elementi tiranti di lunghezze diverse tra loro, come illustrato in figura 22.
Con riferimento alle figure da 27 a 30 Ã ̈ illustrato un elemento gonfiabile 2 secondo un'ulteriore forma di realizzazione.
Per questo altro esempio di realizzazione, elementi aventi la medesima funzione e struttura conservano il medesimo numero di riferimento della forma di realizzazione precedentemente descritta, e pertanto non vengono nuovamente descritti nel dettaglio.
Più precisamente e come mostrato nelle figure da 27 a 30, l’elemento gonfiabile 2 comprende almeno dette due pareti 21 , 22 realizzate in un foglio di materiale morbido e a tenuta di gas, ad esempio di poliammide o poliuretano, le quali sono contrapposte l’una rispetto all’altra, e fissate perimetralmente lungo i suddetti bordi perimetrali 23, 24 mediante una bordatura sigillante, la quale include un nastro 32, preferibilmente a triplo strato, comprendente uno strato adesivo per l’adesione alla parete 21 , 22 dell’elemento gonfiabile 2, almeno un film poliuretanico intermedio, ed uno strato esterno in maglia (con funzione di anti-escoriazione per proteggere il film poliuretanico sottostante).
Ancor più in particolare, il nastro 32 à ̈ piegato in un senso longitudinale a formare due contrapposti lembi 33, 34. In particolare il nastro 32 accoglie, tra detti contrapposti lembi 33 e 34, la coppia di bordi sovrapposti 23, 24 delle pareti 21 , 22. I lembi 33, 34 del nastro 32 sono cuciti tra loro mediante una o più linee di cucitura 35 in modo da fissare al loro interno anche i bordi sovrapposti 23, 24 delle pareti 21 , 22, come illustrato in figura 30. Un'ulteriore linea di cucitura 36 à ̈ prevista in prossimità del nastro 32 per unire stabilmente i bordi sovrapposti 23, 24 delle pareti 21 , 22 e le maglie 29, 30, prima del fissaggio del nastro 32. Per garantire la tenuta d'aria, le cuciture 35 e 36 vengono nastrate (ad esempio termonastrate) secondo modalità sostanzialmente alla portata del tecnico del ramo.
Dalla suddetta descrizione emerge che le due pareti 21 , 22 sono in buona sostanza due elementi o fogli dell’elemento gonfiabile 2 contrapposti e fissati lungo i rispettivi bordi perimetrali 23, 24. Nulla vieta in ogni caso che le due pareti 21 , 22 siano porzioni opposte di un unico foglio piegato a libro, ed aventi pertanto bordi periferici estesi lungo una porzione del perimetro e qui chiusi mediante nastro sigillante.
Per realizzare il gonfiaggio dell’elemento gonfiabile 2, in caso di incidente e/o caduta e/o scivolata e/o impatto da parte di un utilizzatore o di un veicolo su cui esso procede, il dispositivo di protezione 10, 110, 120, 130, 140, 150 secondo la presente divulgazione à ̈ atto a cooperare con appositi mezzi di attivazione e gonfiaggio, dei quali à ̈ illustrata in figure solo a titolo illustrativo la bomboletta 60 di elio (generatore di gas a freddo), la quale à ̈ disposta ad esempio all’interno dell’elemento gonfiabile 2.
Alternativamente, tali mezzi possono comprendere generatori di gas di tipo pirotecnico o di tipo ibrido o di altre tipologie note allo stato della tecnica.
Detti mezzi di gonfiaggio sono comandati da una centralina di controllo sulla base della rilevazione dello stato del sistema veicolo/utilizzatore; ad esempio, nel caso di una motocicletta 1a, detta centralina di controllo può implementare un sistema di predizione della caduta che consenta un'identificazione tempestiva dell'evento caduta ed un'affidabile predizione di questa per mezzo di sensori accelerometrici solidali al veicolo (o all'utilizzatore) ed un'unità di elaborazione dei segnali prodotti dai sensori stessi.
In alternativa, il dispositivo secondo la presente divulgazione trova anche applicazione utilizzando un cavo di attivazione connesso alla motocicletta 1a, il quale cavo comanda il gonfiaggio dell’elemento gonfiabile a seguito dell’allontanamento dell’utilizzatore dal veicolo, ad esempio, a seguito di una caduta o di un impatto.
In ogni caso i suddetti mezzi di attivazione e gonfiaggio possono essere integrati nel dispositivo di protezione secondo la presente divulgazione oppure collocati esternamente allo stesso.
Nel caso di un autovettura 1 b, i mezzi di gonfiaggio sono comandati da una centralina di controllo sulla base della rilevazione dello stato di moto e della decelerazione dell'autovettura 1 b, ad esempio secondo modalità già impiegate per l'attivazione di airbag di tecnica nota.
Si noti anche che le modalità di attivazione, pur essendo un aspetto di particolare rilevanza per un efficace funzionamento del dispositivo, non saranno ulteriormente descritte con maggiore dettaglio essendo metodi essenzialmente già noti ad un tecnico del settore.
Il dispositivo di protezione 10 comprende opzionalmente una valvola di sgonfiaggio non mostrata nei disegni, comunicante da un lato con la camera interna 25 e dall'altro con l'ambiente esterno, al fine di consentire lo sgonfiaggio dell’elemento gonfiabile 2 a seguito dell'attivazione, e quando non à ̈ più richiesta un'azione di protezione.
Tale valvola di sgonfiaggio, che à ̈ normalmente in posizione chiusa, viene ad esempio aperta manualmente dall'utilizzatore, in particolare quando, per un’attivazione fortuita o a seguito di un impatto che abbia comportato l'attivazione del dispositivo 10, l’utilizzatore voglia riprendere l’utilizzo del veicolo. L'apertura della valvola di sgonfiaggio fa infatti sì che, a causa della differenza di pressione tra l’elemento 2 gonfiato e l'ambiente esterno, il gas fuoriesca dalla camera interna 25 e l’elemento 2 si afflosci. Elementi tiranti 27 con caratteristiche elastiche possono coadiuvare tale afflosciamento, tirando le rispettive maglie 29 e 30, 329, 330 l'una verso l'altra.
In alternativa, l'attivazione della valvola di sgonfiaggio può essere controllata da un'unità elettronica di controllo (non mostrata), che apre la valvola di sgonfiaggio quando sia trascorso un intervallo di tempo prefissato (ad esempio, 15 secondi) dall'attivazione dei mezzi di gonfiaggio.
Secondo una variante di realizzazione, al posto della valvola di sgonfiaggio, si utilizza una cannula di sgonfiaggio, avente diametro calibrato in funzione del tempo di sgonfiaggio da ottenere.
L'oggetto della presente divulgazione à ̈ stato fin qui descritto con riferimento a forme preferite di realizzazione. È da intendersi che possono esistere altre forme di realizzazione che afferiscono al medesimo nucleo inventivo, tutte rientranti nell’ambito di protezione delle rivendicazioni qui di seguito annesse.

Claims (22)

  1. RIVENDICAZIONI 1. Dispositivo di protezione (10, 110, 120, 130, 140, 150) per la protezione di un utilizzatore di un veicolo (1a, 1 b), detto dispositivo (10, 110, 120, 130, 140, 150) essendo atto ad essere associato ad un veicolo (1a, 1b) e comprendendo un elemento gonfiabile (2, 2a, 2b, 2c, 2d), in cui detto elemento gonfiabile (2, 2a, 2b, 2c, 2d) include due contrapposte pareti (21 , 22), tra loro associate a formare una camera interna (25), ed una struttura (331 , 331 a) alloggiata in detta camera interna (25), detta struttura (331 , 331 a) includendo due maglie (29, 30; 329, 330) tra loro contrapposte ed associate ciascuna ad una rispettiva parete (21 , 22), in cui dette due maglie (29, 30; 329, 330) sono tra loro collegate mediante una pluralità di elementi tiranti (27).
  2. 2. Dispositivo di protezione (10, 110, 120, 130, 140, 150) secondo la rivendicazione 1 , in cui detti elementi tiranti (27) sono di tipo flessibile.
  3. 3. Dispositivo di protezione (10, 110, 120, 130, 140, 150) secondo la rivendicazione 1 o 2, in cui detti elementi tiranti (27) hanno forma di fili.
  4. 4. Dispositivo di protezione (10, 110, 120, 130, 140, 150) secondo una qualsiasi delle rivendicazioni precedenti, in cui detti elementi tiranti (27) sono elastici.
  5. 5. Dispositivo di protezione (10, 110, 120, 130, 140, 150) secondo una qualsiasi delle rivendicazioni precedenti, in cui detti elementi tiranti (27) sono distribuiti omogeneamente tra dette due maglie (29, 30; 329, 330).
  6. 6. Dispositivo di protezione (10, 110, 120, 130, 140, 150) secondo una qualsiasi delle rivendicazioni precedenti, in cui detti elementi tiranti (27) sono distribuiti con una densità superficiale di almeno un elemento tirante (27) ogni cm<2>di superficie della rispettiva maglia (29, 30, 329, 330).
  7. 7. Dispositivo di protezione (10, 110, 120, 130, 140, 150) secondo una qualsiasi delle rivendicazioni precedenti, in cui detti elementi tiranti (27) hanno estremità opposte (27a, 27b) fissate a rispettive parti di una (29, 329) di dette due maglie e all’altra (30, 330) di dette due maglie.
  8. 8. Dispositivo di protezione (10, 110, 120, 130, 140, 150) secondo una qualsiasi delle rivendicazioni precedenti, in cui detti elementi tiranti (27) hanno estremità (27a, 27b) intrecciate con detta rispettiva maglia (29, 30, 329, 330).
  9. 9. Dispositivo di protezione (10, 110, 120, 130, 140, 150) secondo la rivendicazione 8, in cui detti elementi tiranti (27) costituiscono porzioni di trama o di ordito di ciascuna di dette maglie (29, 30, 329, 330), e si estendono alternativamente dall’una all’altra maglia (29, 30; 329, 330) e viceversa.
  10. 10. Dispositivo di protezione (10, 110, 120, 130, 140, 150) secondo una qualsiasi delle rivendicazioni precedenti, in cui l’una (29, 329) di dette due maglie e l’altra (30, 330) di dette due maglie sono unite tra loro lungo bordi perimetrali (347).
  11. 11. Dispositivo di protezione (10, 110, 120, 130, 140, 150) secondo una qualsiasi delle rivendicazioni precedenti, in cui l’una (21) di dette due pareti e l’altra (22) di dette due pareti sono fissate tra loro lungo rispettivi bordi perimetrali (28, 23, 24).
  12. 12. Dispositivo di protezione (10, 110, 120, 130, 140, 150) secondo una qualsiasi delle rivendicazioni precedenti, in cui detto elemento gonfiabile (2, 2a, 2b, 2c, 2d) à ̈ piegato ad angolo in una condizione gonfiata e l’una (29, 329) di dette due maglie e l’altra (30, 330) di dette due maglie sono unite tra loro in corrispondenza di una zona di piegatura (L) di detto elemento gonfiabile (2, 2a, 2b, 2c, 2d).
  13. 13. Dispositivo di protezione (10, 110, 120, 130, 140, 150) secondo la rivendicazione 10 o 12, in cui l’una (29, 329) di dette due maglie e l’altra (30, 330) di dette due maglie sono unite mediante rispettive cuciture (26, 348).
  14. 14. Dispositivo di protezione (10, 110, 120, 130, 140, 150) secondo una qualsiasi delle rivendicazioni precedenti, comprendente una pluralità di dette strutture (331) collegate fra loro a formare un corpo unico (331 a), e alloggiate nella camera interna (25).
  15. 15. Dispositivo di protezione (10, 110, 120, 130, 140, 150) secondo una qualsiasi delle rivendicazioni precedenti, comprendente inoltre uno strato di rinforzo (230) associato ad una rispettiva porzione superficiale (21 , 22) di detto elemento gonfiabile (2, 2a, 2b, 2c, 2d).
  16. 16. Dispositivo di protezione (10, 110, 120, 130, 140, 150) secondo la rivendicazione 15, in cui detto strato di rinforzo (230) Ã ̈ interposto tra una maglia (29, 30, 329, 330) ed una parete (21 , 22) ad essa adiacente.
  17. 17. Dispositivo di protezione (10, 110, 120, 130, 140, 150) secondo una qualsiasi delle rivendicazioni precedenti, comprendente inoltre mezzi di attivazione e gonfiaggio (60) di detto elemento gonfiabile (2, 2a, 2b, 2c, 2d).
  18. 18. Veicolo (1a, 1b) includente un alloggiamento (3, 4, 5, 6a, 6b, 6c) ed un dispositivo di protezione (10, 110, 120, 130, 140, 150) secondo una qualsiasi delle rivendicazioni precedenti da 1 a 17, detto dispositivo (10, 110, 120, 130, 140, 150) essendo disposto in detto alloggiamento (3, 4, 5, 6a, 6b, 6c).
  19. 19. Metodo per realizzare un dispositivo di protezione (10, 110, 120, 130, 140, 150) per la protezione di un utilizzatore di un veicolo (1a, 1 b), detto dispositivo (10, 110, 120, 130, 140, 150) essendo atto ad essere associato ad un veicolo (1 a, 1 b), in cui il metodo comprende le fasi di - predisporre due contrapposte pareti (21 , 22) a formare una camera interna (25); - alloggiare nella camera interna (25) una struttura (331 , 331 a), detta struttura (331 , 331 a) includendo due maglie (29, 30; 329, 330) tra loro contrapposte e collegate mediante una pluralità di elementi tiranti (27); - associare ciascuna maglia (29, 30; 329, 330) ad una rispettiva parete (21 , 22); - associare reciprocamente dette due pareti (21 , 22).
  20. 20. Metodo secondo la rivendicazione 19, comprendente, prima di associare reciprocamente le due pareti (21 , 22), la fase di - unire una pluralità di strutture (331 , 331 a) tra loro.
  21. 21. Metodo secondo la rivendicazione 20, in cui detta fase di unire una pluralità di strutture (331, 331 a) include le fasi di - unire una prima maglia (29) di una prima struttura (331) con una corrispondente seconda maglia (329) di una seconda struttura (331); - unire l’altra maglia (30) della prima struttura (331) con l’altra corrispondente maglia (330) della seconda struttura (331).
  22. 22. Metodo secondo una qualsiasi delle rivendicazioni da 19 a 21 , in cui uno strato di rinforzo (230) Ã ̈ interposto tra una parete (21 , 22) ed una maglia (29, 30, 329, 330) ad essa adiacente.
ITVR2009A000078A 2008-12-09 2009-05-29 Dispositivo di protezione includente un elemento gonfiabile. IT1394657B1 (it)

Priority Applications (16)

Application Number Priority Date Filing Date Title
ITVR2009A000078A IT1394657B1 (it) 2009-05-29 2009-05-29 Dispositivo di protezione includente un elemento gonfiabile.
PCT/IB2009/055507 WO2010067285A1 (en) 2008-12-09 2009-12-04 Protection device including an inflatable member
ES09807552T ES2388411T3 (es) 2008-12-09 2009-12-04 Dispositivo de protección que incluye un elemento inflable
JP2011539164A JP5841843B2 (ja) 2008-12-09 2009-12-04 膨張可能部材を含む保護デバイス
EP09797168.3A EP2373189B2 (en) 2008-12-09 2009-12-04 Personal protection device and garment including such a device
JP2011539178A JP5486607B2 (ja) 2008-12-09 2009-12-04 膨張可能部材を含む保護デバイス
PCT/IB2009/055512 WO2010067288A1 (en) 2008-12-09 2009-12-04 Personal protection device and garment including such a device
EP20090807552 EP2373190B1 (en) 2008-12-09 2009-12-04 Protection device including an inflatable member
JP2011539166A JP5671472B2 (ja) 2008-12-09 2009-12-04 身体保護装置およびそのような装置を組み込んだ衣服
ES09797168T ES2390647T5 (es) 2008-12-09 2009-12-04 Dispositivo de protección personal y prenda de vestir que incluye un dispositivo de este tipo
PCT/IT2009/000547 WO2010067393A1 (en) 2008-12-09 2009-12-04 Protection device including an inflatable member
US13/133,524 US20120032422A1 (en) 2008-12-09 2009-12-04 Protection device including an inflatable member
US13/133,437 US8608191B2 (en) 2008-12-09 2009-12-04 Protection device including an inflatable member
US13/133,473 US9027170B2 (en) 2008-12-09 2009-12-04 Personal protection device and garment incorporating said device
EP20090797166 EP2373524B1 (en) 2008-12-09 2009-12-04 Protection device including an inflatable member
ES09797166T ES2390011T3 (es) 2008-12-09 2009-12-04 Dispositivo de protección que comprende un elemento inflable

Applications Claiming Priority (1)

Application Number Priority Date Filing Date Title
ITVR2009A000078A IT1394657B1 (it) 2009-05-29 2009-05-29 Dispositivo di protezione includente un elemento gonfiabile.

Publications (2)

Publication Number Publication Date
ITVR20090078A1 true ITVR20090078A1 (it) 2010-11-30
IT1394657B1 IT1394657B1 (it) 2012-07-05

Family

ID=41667328

Family Applications (1)

Application Number Title Priority Date Filing Date
ITVR2009A000078A IT1394657B1 (it) 2008-12-09 2009-05-29 Dispositivo di protezione includente un elemento gonfiabile.

Country Status (1)

Country Link
IT (1) IT1394657B1 (it)

Citations (5)

* Cited by examiner, † Cited by third party
Publication number Priority date Publication date Assignee Title
DE19928784A1 (de) * 1998-06-24 1999-12-30 Breed Automotive Tech Aufblasbare Verkleidungsanordnung für Sicherheits-Rückhalte-Systeme
DE20021066U1 (de) * 2000-12-13 2001-05-03 Trw Repa Gmbh Aufblasbarer Seiten-Gassack für ein Fahrzeuginsassen-Schutzsystem
US6422597B1 (en) * 1999-11-12 2002-07-23 Delphi Technologies, Inc. Variable profile air bag restraint
DE10141437A1 (de) * 2001-08-23 2003-02-20 Breed Automotive Tech Luftsack und Verfahren zum Herstellen eines Luftsackes
US20030146614A1 (en) * 2002-02-01 2003-08-07 Trw Vehicle Safety Systems Inc. Air bag with tether

Patent Citations (5)

* Cited by examiner, † Cited by third party
Publication number Priority date Publication date Assignee Title
DE19928784A1 (de) * 1998-06-24 1999-12-30 Breed Automotive Tech Aufblasbare Verkleidungsanordnung für Sicherheits-Rückhalte-Systeme
US6422597B1 (en) * 1999-11-12 2002-07-23 Delphi Technologies, Inc. Variable profile air bag restraint
DE20021066U1 (de) * 2000-12-13 2001-05-03 Trw Repa Gmbh Aufblasbarer Seiten-Gassack für ein Fahrzeuginsassen-Schutzsystem
DE10141437A1 (de) * 2001-08-23 2003-02-20 Breed Automotive Tech Luftsack und Verfahren zum Herstellen eines Luftsackes
US20030146614A1 (en) * 2002-02-01 2003-08-07 Trw Vehicle Safety Systems Inc. Air bag with tether

Also Published As

Publication number Publication date
IT1394657B1 (it) 2012-07-05

Similar Documents

Publication Publication Date Title
US8608191B2 (en) Protection device including an inflatable member
JP2769424B2 (ja) 自動車の膨張可能なガスバッグ
JP5738902B2 (ja) シート用のカバーアセンブリ及び使用者を保護するようになっているシート
US6113141A (en) Roll-over air bag
US7543847B2 (en) Vehicle seat assembly with air bag seam rupturing force concentrator
US7946619B2 (en) Airbag
CN101767568B (zh) 气囊装置
CA2394638A1 (en) Roll-over air bag with reinforced seal and method of sealing
JP2010195280A (ja) エアバッグ及びエアバッグ装置
US8764055B2 (en) Air bag with pleated portion
JP2007276537A (ja) 助手席用エアバッグ装置
JP2009537368A5 (it)
ITVR20090078A1 (it) Dispositivo di protezione includente un elemento gonfiabile.
WO2008026369A1 (fr) Ceinture gonflable et dispositif de ceinture gonflable
WO2011055461A1 (ja) エアバッグ構造体
ITRM20080657A1 (it) Dispositivo di protezione personale ed indumento incorporante tale dispositivo.
ITVR20090211A1 (it) Dispositivo di protezione personale ed indumento incorporante tale dispositivo
ITRM20080656A1 (it) Dispositivo di protezione personale ed indumento incorporante tale dispositivo.
JP3702653B2 (ja) 自動車のサイドエアバッグ装置
CN202896507U (zh) 具有可充气构件的保护装置及具有该保护装置的车辆