ITUA20164296A1 - Impianto per il condizionamento di fumi - Google Patents

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Giorgio Eberle
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    • FMECHANICAL ENGINEERING; LIGHTING; HEATING; WEAPONS; BLASTING
    • F23COMBUSTION APPARATUS; COMBUSTION PROCESSES
    • F23JREMOVAL OR TREATMENT OF COMBUSTION PRODUCTS OR COMBUSTION RESIDUES; FLUES 
    • F23J15/00Arrangements of devices for treating smoke or fumes
    • F23J15/02Arrangements of devices for treating smoke or fumes of purifiers, e.g. for removing noxious material
    • F23J15/04Arrangements of devices for treating smoke or fumes of purifiers, e.g. for removing noxious material using washing fluids
    • FMECHANICAL ENGINEERING; LIGHTING; HEATING; WEAPONS; BLASTING
    • F23COMBUSTION APPARATUS; COMBUSTION PROCESSES
    • F23JREMOVAL OR TREATMENT OF COMBUSTION PRODUCTS OR COMBUSTION RESIDUES; FLUES 
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    • F23J2217/50Intercepting solids by cleaning fluids (washers or scrubbers)

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Description

TITOLO: Impianto per il condizionamento di fumi
DESCRIZIONE
L’invenzione si riferisce ad un impianto di condizionamento di fumi di scarico, in particolare un impianto per il lavaggio e il recupero energetico di calore da fumi.
Le caldaie, soprattutto nei complessi industriali, sono alimentate generalmente con combustibili che bruciando formano fumi poi espulsi tramite camini o ciminiere. La combustione genera polveri sottili ed agenti inquinanti che sono rilasciati nell’ambiente insieme a fumi ad elevata temperatura. Così non solo si inquina l’ambiente, ma si spreca l’enorme quantità di energia calorica che con i fumi si disperde nell’atmosfera.
Scopo principale dell’invenzione è un impianto che migliori questo stato dell’arte. In particolare un impianto che permetta sia di ridurre le emissioni di polveri sottili e agenti inquinanti, sia di recuperare parte dell’energia termica dei fumi.
L’impianto serve a lavare i fumi da particelle sospese e a recuperare energia termica dai fumi, e comprende in uso:
un primo e un secondo stadio di lavaggio dei fumi,
un primo serbatoio, un secondo serbatoio e un terzo serbatoio, predisposti per comunicare acqua da uno all’altro in cascata, ove
il primo stadio comprende
un ingresso per i fumi e un’uscita per i fumi verso il secondo stadio,
getti d’acqua che formano cortine d’acqua,
un percorso obbligato tortuoso per i fumi che li obbliga ad attraversare le cortine d’acqua, un condotto per acqua riscaldata dai fumi verso il primo serbatoio, e
il secondo stadio comprende
un ingresso per i fumi dal primo stadio e un’uscita per i fumi,
un percorso tortuoso per i fumi,
getti d’acqua per gettare acqua dentro il percorso tortuoso,
un condotto per acqua riscaldata dai fumi verso il secondo serbatoio,
ove il primo e secondo serbatoio comprendono ciascuno uno scambiatore di calore, gli scambiatori di calore appartenendo ad uno stesso circuito d’acqua corrente che entra prima nel e il secondo serbatoio comprende un’uscita per fumi verso il secondo stadio e il terzo serbatoio comprende
un percorso tortuoso per un flusso d’acqua proveniente dal secondo serbatoio, il percorso tortuoso comprendendo mezzi per setacciare il flusso d’acqua e
un’uscita per il flusso d’acqua.
L’uso di due stadi consente di sottrarre più calore ai fumi, perché si può iniettare nel primo stadio una portata d’acqua minore e quindi l’acqua lì si riscalda maggiormente. Il calore residuo dei fumi uscenti dal primo stadio è recuperato poi nel secondo stadio.
Si noti che per pulire dalle polveri i fumi in un solo stadio servirebbe molta acqua, la quale però attraverserebbe velocemente il primo stadio sottraendo ai fumi poco calore.
Un altro vantaggio dell’impianto è che esso può anche sottrarre cattivi odori ai fumi, migliorando la qualità delle emissioni in atmosfera.
Di seguito alcune preferite varianti di impianto.
1. per formare il percorso tortuoso il secondo stadio comprende pareti o setti verticali onde formare canali verticali per i fumi, e getti d’acqua per far scendere acqua nei canali verticali lungo una direzione di discesa verticale dei fumi. In questo modo si spingono i fumi attraverso il secondo stadio evitando di ingolfare il sistema a causa d perdite di carico; e/o
2. uno o ciascuno dei detti canali verticali si raccorda inferiormente ad un altro canale verticale privo di getti d’acqua, ove il fumo può risalire spinto anche dai getti del canale verticale precedente; e/o
3. nel secondo stadio il percorso tortuoso comprende una successione di canali verticali con getti d’acqua come al punto 1, raccordati preferibilmente a canali verticali come al punto 2, questi ultimi raccordandosi superiormente ai primi con un tratto a gomito; e/o
4. per semplificare il sistema e ridurre le perdite caloriche, uno o ciascuno dei canali verticali come al punto 1 ha un’uscita per acqua diretta verso il secondo serbatoio; in particolare 5. uno o ciascuno di questi canali verticali ha il fondo che comprende un’apertura che sbocca direttamente nel secondo serbatoio, e/o
6. uno o ciascuno dei canali verticali come al punto 2 è isolato dal secondo serbatoio; e/o 7. per semplificare il sistema e ridurre le perdite caloriche, l’assieme dei canali verticali come al punto 1 e 2 è posto direttamente sopra il secondo serbatoio, ove i canali verticali come al punto 1 hanno un’apertura sul fondo per far uscire acqua verso il secondo 8. per regolare la portata dei fumi e/o il gorgoglio nel secondo serbatoio (che determina la cessione di polveri dai fumi all’acqua), i canali verticali come al punto 1 e 2 sono solidali tra loro e sono mobili relativamente al secondo serbatoio e/o ad un telaio esterno del secondo stadio (ad es. con escursione verticale di - 5 cm). Lo scopo è regolare la portata di fumi che penetrano nell’acqua del secondo serbatoio; e/o
9. ciascuno dei canali verticali come al punto 1 ha l’uscita per acqua su uno stesso piano orizzontale e l’assieme dei canali verticali come al punto 1 e 2 è posto dentro un’imboccatura o apertura superiore del secondo serbatoio, in modo che le uscite per acqua di ogni canale verticale come al punto 1 possa sollevarsi dal - o immergersi nel -pelo dell’acqua contenuta nel secondo serbatoio. Questo accorgimento minimizza le perdite e semplifica l’accoppiamento tra secondo stadio e secondo serbatoio.; e/o 10. il secondo stadio comprende un involucro esterno contenente i canali verticali, e l’involucro è mobile verticalmente dentro una bocca superiore del secondo serbatoio (il quale è preferibilmente una vasca a cielo aperto), tra l’involucro e i bordi della bocca superiore essendo posti mezzi di tenuta stagna, come ad es. guarnizioni; e/o
11. nel terzo serbatoio i detti mezzi comprendono griglie interposte lungo il percorso tortuoso, per far precipitare o trattenere le polveri sospese nell’acqua; e/o
12. nel terzo serbatoio l’uscita per il flusso d’acqua è collegata ai getti d’acqua del primo e secondo stadio, per ricircolare l’acqua nell’impianto MC e diminuirne la complessità; e/o 13. nel terzo serbatoio il percorso tortuoso per l’acqua comprende pareti o setti interni che delimitano canali verticali tra loro raccordati per formare una serpentina in cui l’acqua compie travasi successivi tra canali adiacenti. In particolare, due canali verticali adiacenti sono raccordati inferiormente con un tratto a gomito mentre superiormente l’acqua passa da un canale al successivo per sfioramento (cioè si ha travaso d’acqua da un canale al successivo perché si forma un eccesso d’acqua rispetto a un livello prestabilito, preferibilmente stabilito dal bordo superiore di una parete verticale che delimita un canale). Per assicurare un corretto travaso, le pareti verticali che delimitano i canali verticali hanno una porzione superiore che alternativamente arriva ad una quota più alta o più bassa; e/o
14. nel terzo serbatoio la porzione che sta più in basso del tratto a gomito comprende o è costituita da una griglia, per setacciare l’acqua; e/o
15. nel terzo serbatoio la porzione che sta più in basso del tratto a gomito comprende una passaggio dell’acqua tra i due canali raccordati da quel tratto a gomito; e/o
16. nel terzo serbatoio, la parete più bassa di ciascun canale verticale comprende o è costituita da una griglia, per setacciare l’acqua.
Ulteriori caratteristiche e vantaggi dell’invenzione risulteranno maggiormente dalla descrizione di una particolare forma di realizzazione, illustrata nei disegni allegati. in cui:
- la fig.1 illustra uno schema di impianto secondo l’invenzione;
- la fig.2 illustra in parziale trasparenza un impianto secondo l’invenzione;
- la fig.3 illustra un ingrandimento dell’impianto di fig.2;
- la fig.4 illustra una sezione secondo il piano IV-IV;
- la fig.5 illustra una sezione secondo il piano V-V;
- la fig.6 illustra una sezione dell’impianto di fig.2 secondo un piano verticale. Nelle figure:
si indica con F un percorso o flusso di fumi;
si indica con H2O un percorso o flusso d’acqua;
si indica con H il livello d’acqua nei serbatoi;
per non affollare le tavole sono omessi alcuni numeri, soprattutto in presenza di parti modulari o ripetute.
L’impianto e i suoi componenti sono descritti come in uso, e a questo caso va riferita l’interpretazione di termini come superiore, inferiore, alto o basso.
In fig. 1 i simboli F e H2O e le frecce sottintendono la presenza di opportuni condotti di trasporto di fluido.
L’impianto MC di fig. 1 serve a recuperare energia termica dai fumi caldi scaricati da una camera di combustione, come ad es. una caldaia (non mostrata), che riversa i fumi in un camino 12 per smaltirli.
L’impianto MC comprende un primo serbatoio 20, un secondo serbatoio 22 e un terzo serbatoio 24, predisposti per comunicare acqua da uno all’altro in cascata, cioè l’acqua può passare dal primo serbatoio 20 al secondo serbatoio 22, e poi dal secondo serbatoio 22 al terzo serbatoio 24.
L’impianto MC comprende inoltre un primo stadio 30 di intercettazione e lavaggio fumi e un secondo stadio 60 di intercettazione e lavaggio fumi. Il camino 12 viene artificialmente ostruito da un tappo 14 per deviare i fumi F dal camino 12 all’ingresso del primo stadio 30. Lo stadio 30 e lo stadio 60 sono tra loro in cascata, sicché i fumi F uscenti dal primo stadio 30 alimentano atmosfera ad es. ritornando al camino 12.
Ogni stadio 30, 60 comprende getti d’acqua che scontrandosi con i fumi F sottraggono loro calore e polveri. L’acqua riscaldata e sporcata nel primo (secondo) stadio 30 è condotta dentro il primo (secondo) serbatoio 20 (22).
Il primo e secondo serbatoio 20, 22 comprendono ciascuno uno scambiatore di calore 26, 28, ad es. una serpentina. Gli scambiatori di calore 26, 28 fanno parte di uno stesso circuito d’acqua corrente che entra prima nel secondo serbatoio 22 e poi nel primo serbatoio 20. L’acqua percorrendo gli scambiatori 26, 28 incontra acqua via via più calda contenuta nei serbatoi 20, 22 e ad essa sottrae calore secondo il principio della cessione calorica in controcorrente.
Il terzo serbatoio 24 è alimentato dall’acqua uscente dal secondo serbatoio 22, e contiene dei mezzi per setacciare le polveri sparse nell’acqua. L’acqua così ripulita preferibilmente viene inviata ai getti d’acqua presenti negli stadi 30, 60.
Il secondo serbatoio 22 quasi sicuramente contiene anche fumi, trascinati dall’acqua uscente dal secondo stadio 60, e per evacuare questi fumi l’impianto MC prevede dei condotti atti a ricircolare i fumi preferibilmente dentro il secondo stadio 60 per rilavarli (altra opzione tra quelle possibili è ad es. inviare i fumi dentro il camino 12).
Descritta l’architettura generale dell’impianto MC, con riferimento soprattutto alle figure 2-6 si descrive ora la struttura interna preferita per i vari suoi componenti.
Il primo stadio 30 comprende in generale (fig.4):
un (condotto di) ingresso 32 per i fumi F prelevati dal camino 12 e una (conduttura di) uscita 34 per i fumi F verso il secondo stadio 60,
getti d’acqua 36 che formano cortine d’acqua 38 attraversate dai fumi F durante il loro avanzamento dentro il primo stadio 30,
un percorso tortuoso per i fumi F preferibilmente formato da setti o vassoi 40. Il percorso tortuoso obbliga i fumi F a scontrarsi con le cortine d’acqua 38 mentre attraversano lo stadio 30, e
un condotto 42, per acqua riscaldata dai fumi F, che porta acqua dal primo stadio 30 al primo serbatoio 20.
Il secondo stadio 60 (fig.5 e 6) comprende in generale:
un (condotto di) ingresso 34 per i fumi F in arrivo dal primo stadio 30 e un’uscita 64 per i fumi F, opzionalmente dotata di un aspiratore 92;
un percorso tortuoso per i fumi F, formato da setti o vassoi preferibilmente verticali e/o obliqui getti d’acqua 70 per far scendere acqua nei tratti verticali 68 lungo la direzione di discesa verticale dei fumi F,
condotti o aperture di uscita 72, per acqua riscaldata dai fumi F, che scaricano acqua direttamente dentro il secondo serbatoio 22.
I setti o vassoi 66 formano dentro lo stadio 60 un particolare percorso tortuoso per i fumi F. I tratti verticali 68 sono di due tipi: tratti verticali spruzzati 68d e tratti verticali non spruzzati 68u.
Dentro i tratti verticali spruzzati 68d sono presenti gli spruzzatori 70, che spruzzano acqua sui fumi F. L’acqua spruzzata per gravità lava i fumi F e li spinge verso il fondo dei tratti 68d. In corrispondenza del fondo dei tratti 68d ci sono i condotti o aperture di uscita 72, che scaricano l’acqua dentro il serbatoio 22, e l’ingresso di un successivo tratto 68u.
Nei tratti verticali non spruzzati 68u non ci sono spruzzatori d’acqua, e i fumi F possono risalirli senza resistenza spinti anche dalla caduta di acqua in un precedente tratto 68u.
Il percorso tortuoso (fig. 5) è una sequenza di N tratti 68d e 68u (N>=1), raccordati superiormente da un raccordo o parete a gomito 75.
Quindi i fumi F dentro lo stadio 60 entrano dal condotto 34, fanno uno zig-zag verticale su e giù per i tratti 68d, 68s, ed escono dal condotto di uscita 64 per finire in atmosfera (ad es. tornando al camino 12).
Si noti l’effetto tecnico dei tratti 68d: non solo si lavano i fumi F dalle polveri, ma si sottrae loro calore, poi recuperato nell’acqua del serbatoio 22, e li si tiene in movimento coi getti 70 evitando ingolfamenti o perdite di carico.
Si noti anche che l’azione combinata degli spruzzatori 70 e della inerzia dei fumi F fa sì che i fumi F entrino nel serbatoio 22, e incontrando il pelo H dell’acqua creano bolle e gorgoglii, utili per mescolare l’acqua e staccare le polveri dai fumi F.
La quantità d’acqua uscente dagli spruzzatori 70 consente anche di controllare la velocità di avanzamento dei fumi F dentro lo stadio 60.
Il secondo stadio 60 è preferibilmente montato direttamente sopra una bocca superiore del serbatoio 22, in modo che l’acqua grondante dallo stadio 60, cioè l’acqua che esce per gravità dai condotti o aperture 72, ci caschi dentro verticalmente, senza tubi addizionali e senza perdite caloriche. In questa configurazione il secondo serbatoio 22 è ad es. una vasca a cielo aperto.
Si noti che la configurazione dei canali 68d, 68u ha un effetto tecnico e vantaggi indipendente dai restanti componenti dell’impianto MC, e pertanto si può sfruttare anche isolata.
I percorsi 68u, 68d sono ricavati e posti dentro un involucro 76 che è mobile (v. freccia e asse esterno 74 montato sopra e solidale con il serbatoio 22.
L’involucro 76 è mobile lungo l’asse Y in modo regolabile, ad es. tramite la regolazione di viti 80 avvitabili dentro flangie filettate 78 solidali con l’involucro 76 (altri sistemi di regolazione sono comunque possibili). La posizione dell’involucro 76 può essere controllata in questo modo: quando i fumi F in entrata diminuiscono o hanno bassa velocità, l’involucro 76 si alza: quando i fumi F in entrata aumentano o hanno alta velocità (maggiore), l’involucro 76 si abbassa.
L’involucro 76 è accoppiato scorrevolmente a tenuta stagna con le pareti del serbatoio 22 (allo scopo possono esserci guarnizioni o tenute). Vale a dire che l’involucro 76 e ciò che contiene è spostabile relativamente al serbatoio 22 senza che i fumi F possano uscire da quest’ultimo. Invece, i fumi F escono dal serbatoio 22 tramite un tubo 82 (fig.2) e sono riportati nello stadio 60, all’inizio del primo tratto 68d.
Ciò che conta è che il bordo inferiore dell’involucro 76 e/o gli sbocchi dei condotti (o le aperture) 72 possono spostarsi rispetto al livello d’acqua H dentro il serbatoio 22, potendo in particolare restare sollevati dal livello H di qualche centimetro (ad es.5 cm) o finire immersi sotto il livello H di qualche centimetro (ad es.5 cm).
Quando il livello d’acqua H dentro il serbatoio 22 è superiore al bordo inferiore dell’involucro 76 e/o alla quota degli sbocchi dei condotti (o le aperture) 72, l’acqua tappa il bordo inferiore dell’involucro 76 e/o gli sbocchi dei condotti (o le aperture) 72 proporzionalmente all’affondamento proporzionalmente all’affondamento dell’involucro 76.
Quando il livello d’acqua H dentro il serbatoio 22 è inferiore al o sfiora il bordo inferiore dell’involucro 76 e/o alla quota degli sbocchi dei condotti (o le aperture) 72, l’acqua non ostruisce più (o molto poco) i fumi F.
Quindi regolando la distanza dell’involucro 76 dal serbatoio 22 si può regolare:
- la generazione e l’intensità di bolle o gorgoglii in corrispondenza del livello H, e/o - il carico sui fumi F in arrivo dal primo stadio 30, e in definitiva la resistenza al transito dei fumi F.
Si noti che la mobilità relativa tra il secondo stadio 60 (o l’involucro 76) e il serbatoio 22 ha un effetto tecnico e vantaggi indipendenti dai restanti componenti dell’impianto MC, e pertanto si può sfruttare anche isolata, addirittura qualora lo stadio 60 (o l’involucro 76) e il serbatoio 22 fossero usati da soli come apparato a sé stante.
Il terzo serbatoio 24 serve a ripulire per decantazione dalle polveri sottratte ai fumi F le acque dei serbatoi 20, 22.
superiore, mentre le polveri pesanti precipitano sul fondo.
Il terzo serbatoio 24 (v. dettaglio in fig.3) comprende in generale:
un percorso tortuoso 132 per un flusso d’acqua proveniente dal secondo serbatoio 22, il percorso tortuoso comprendendo griglie 136 per setacciare il flusso d’acqua e
un’uscita 62 per il flusso d’acqua, che una pompa 99 indirizza ad es. verso i getti d’acqua del primo e secondo stadio.
Le griglie 136 servono a filtrare le polveri sospese nell’acqua, e sono collocate nel percorso tortuoso, il quale comprende pareti o setti interni verticali 138 che delimitano canali verticali 140 dentro un involucro esterno 142.
I canali 140 sono tra loro raccordati per formare una serpentina in cui si instaura una corrente d’acqua che spinge l’acqua a compiere travasi successivi tra canali 140 adiacenti. In particolare, i canali 140 si distinguono in canali 140d di discesa acqua e canali 140s di salita acqua. Nei canali 140d l’acqua per gravità scende verso il fondo del serbatoio 24 e nei canali 140s l’acqua sale verso la cima del serbatoio 24.
Due canali verticali adiacenti 140d, 140s si raccordano inferiormente con un tratto inferiore a gomito comprendente o costituito da una griglia 136, posta ad es. orizzontale. In quel punto l’acqua discendente vira di 180° verso un canale 140s e ha velocità verticale quasi nulla, sicché alle polveri che essa trasporta si dà il tempo di precipitare e, passando attraverso la griglia 136, di venir raccolte sul fondo del serbatoio 24.
Preferibilmente la griglia 136 è orizzontale, e preferibilmente comprende una parete verticale 144 che sporge verticalmente dalla griglia 136. L’effetto della parete 144 è rallentare ulteriormente l’acqua e raschiarla dalle polveri in sospensione, soprattutto le più pesanti.
La sommità di un canale 140s comunica direttamente con l’ingresso di un canale 140d successivo, e due canali 140d, 140s adiacenti sono separati da una parete 148 più alta di quella che c’è tra due canali 140s, 140d adiacenti. In questo modo superiormente l’acqua passa da un canale 140s al successivo 140d per sfioramento, cioè si ha travaso d’acqua da un canale 140s al successivo 140d perché si forma un eccesso d’acqua rispetto al livello prestabilito H. Allo scopo ad es. i bordi superiori delle pareti divisorie tra i canali 140s, 140d stanno ad uno stesso livello orizzontale.
Preferibilmente la parete più bassa di ciascun canale verticale 140s comprende o è costituita da una griglia 150, per setacciare l’acqua.
Preferibilmente sotto una o ciascuna griglia 136 è posta una seconda griglia 137, con l’effetto Si noti che la struttura interna del serbatoio 24 ha il vantaggio di essere adatta a separare oli e polveri leggere dalle polveri pesanti. Gli oli e le polveri leggere galleggiano o restano confinate nella parte superiore del serbatoio 24 (all’ingresso superiore dei canali 140d, 140s). Da qui vengono ad es. evacuate con l’acqua tramite un condotto di scarico. Le polveri pesanti precipitano e passando la griglia 136 arrivano sul fondo, da dove sono eliminate con una coclea.
Secondo una variate preferita, il controllo posizionale dello stadio 60 è automatico, ovvero regolato da un microprocessore programmato. La combustione in caldaia solitamente è meno intensa all’accensione, raggiunge un picco, e poi va a regime su un valore intermedio. Sicchè la portata e velocità dei fumi F è minima all’inizio, ha un picco intermedio, e cala di nuovo a regime (o può avere sbalzi di portata). Allora il microprocessore all’inizio della combustione tiene alzato lo stadio 60 sopra il livello H per non caricare il circuito dei fumi F, mentre quando la combustione ha un picco il microprocessore fa abbassare lo stadio 60 sul o sotto il livello H. Quando la combustione è a regime il microprocessore tiene lo stadio 60 ad un livello intermedio.
Secondo una variante preferita, anche la portata d’acqua uscente dagli spruzzatori 70 è regolata dal microprocessore proporzionalmente alla portata dei fumi F, per adeguare il recupero energetico all’effettivo portata dei fumi.
Come varianti nel secondo stadio 60:
- la direzione di avanzamento dei fumi F può essere invertita rispetto alla direzione di spruzzatura e/o caduta dell’acqua. Quindi i fumi F avanzerebbero nei canali 68d dal basso verso l’alto venendo investiti frontalmente dall’acqua; e/o
- anche nei canali 68u possono essere disposti degli spruzzatori d’acqua, in modo da irrorare anche qui i fumi F. La direzione di spruzzatura può essere concorde o contraria alla direzione di avanzamento dei fumi F; e/o
- in ogni canale 68d, 68u la direzione di spruzzatura dell’acqua spruzzata può essere controllata, ad es. da una centralina, in particolare secondo questa regola: se i fumi F hanno poca velocità o portata, si spruzza lungo la direzione di avanzamento dei fumi F, per agevolarne l’avanzamento; se invece i fumi F hanno velocità o portata sostenuta (maggiore), si spruzza in direzione opposta alla direzione di avanzamento dei fumi F, per sfruttare un impatto più efficace tra acqua e fumi F.

Claims (10)

1. Impianto (MC) per lavare fumi da particelle sospese e recuperare energia termica da fumi (F), comprendente: un primo stadio (30) e un secondo stadio (60) di lavaggio dei fumi, un primo serbatoio (20), un secondo serbatoio (22) e un terzo serbatoio (24), predisposti per comunicare acqua (H20) da uno all’altro in cascata, ove il primo stadio comprende: un ingresso (32) per i fumi e un’uscita (34) per i fumi verso il secondo stadio, getti d’acqua (36) che formano cortine d’acqua (38), un percorso obbligato tortuoso (40) per i fumi che li obbliga ad attraversare le cortine d’acqua, un condotto per acqua riscaldata dai fumi verso il primo serbatoio (42), e il secondo stadio comprende: un ingresso (34) per i fumi dal primo stadio e un’uscita (64) per i fumi, un percorso tortuoso (68d, 68u) per i fumi, getti d’acqua (70) per gettare acqua dentro il percorso tortuoso, un condotto (72) per acqua riscaldata dai fumi verso il secondo serbatoio, ove il primo e secondo serbatoio comprendono ciascuno uno scambiatore di calore, gli scambiatori di calore (26, 28) appartenendo ad uno stesso circuito d’acqua corrente che entra prima nel secondo serbatoio e poi nel primo; e il secondo serbatoio comprende un’uscita per fumi verso il secondo stadio e il terzo serbatoio comprende: un percorso tortuoso (140s, 140d) per un flusso d’acqua proveniente dal secondo serbatoio, il percorso tortuoso comprendendo mezzi (136) per setacciare il flusso d’acqua e un’uscita (62) per il flusso d’acqua.
2. Impianto secondo la rivendicazione 1, in cui il percorso tortuoso del secondo stadio comprende pareti o setti verticali formanti canali verticali per i fumi, e getti d’acqua per far scendere acqua nei canali verticali lungo una direzione di discesa verticale dei fumi.
3. Impianto secondo la rivendicazione 1 o 2, in cui uno o ciascuno dei detti canali verticali si raccorda inferiormente ad un altro canale verticale (68u) privo di getti d’acqua, ove il fumo può risalire spinto anche dai getti del canale verticale precedente.
4. Impianto secondo la rivendicazione 2 o 3, in cui uno o ciascuno dei canali verticali ha il
5. Impianto secondo una qualsiasi delle rivendicazioni precedenti, in cui i canali verticali sono solidali tra loro e sono mobili relativamente al secondo serbatoio e/o ad un telaio esterno del secondo stadio, onde regolare la portata di fumi che penetrano nell’acqua del secondo serbatoio.
6. Impianto secondo una qualsiasi delle rivendicazioni precedenti, in cui l’assieme dei canali verticali è posto dentro un’imboccatura o apertura superiore del secondo serbatoio, in modo che le uscite per acqua di ogni canale verticale possa sollevarsi dal - o immergersi nel - pelo dell’acqua (H) contenuta nel secondo serbatoio.
7. Impianto secondo una qualsiasi delle rivendicazioni precedenti, in cui il secondo stadio comprende un involucro esterno (76) contenente i canali verticali, e l’involucro è mobile verticalmente dentro una bocca superiore del secondo serbatoio.
8. Impianto secondo una qualsiasi delle rivendicazioni precedenti, in cui nel terzo serbatoio i detti mezzi comprendono griglie (136) interposte lungo il percorso tortuoso, per far precipitare o trattenere le polveri sospese nell’acqua.
9. Impianto secondo una qualsiasi delle rivendicazioni precedenti, in cui nel terzo serbatoio il percorso tortuoso per l’acqua comprende pareti o setti interni (138, 148) che delimitano canali verticali (140s, 140d) tra loro raccordati per formare una serpentina in cui l’acqua compie travasi successivi tra canali adiacenti, due canali verticali adiacenti essendo raccordati inferiormente con un tratto a gomito, e separati superiormente da un bordo in modo che l’acqua passi da un canale al successivo per sfioramento.
10. Impianto secondo una qualsiasi delle rivendicazioni precedenti, in cui nel terzo serbatoio la porzione che sta più in basso del tratto a gomito comprende una parete verticale (144) che sporge verticalmente dal tratto a gomito per rallentare il passaggio dell’acqua tra i due canali raccordati da quel tratto a gomito.
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