ITTV950082A1 - Struttura di dispositivo per la rieducazione monopodale - Google Patents

Struttura di dispositivo per la rieducazione monopodale Download PDF

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Abstract

La presente domanda ha per oggetto una struttura di dispositivo per la rieducazione monopodale.Tale struttura comprende un supporto per una calzatura e mezzi elasticamente deformabili inferiormente e selettivamente associabili a detto supporto.La struttura di dispositivo è particolarmente efficace per la cura di varie patologie degli arti inferiori, della colonna vertebrale, per la prevenzione di infortuni occorsi nel corso di attività sportive in cui si richiede l'appoggio monopodale e per il recupero delle funzioni della muscolatura staturale antigravitazionale.

Description

"STRUTTURA DI DISPOSITIVO PER LA RIEDUCAZIONE MONOPODALE"
RIASSUNTO
La presente domanda ha per oggetto una struttura di dispositivo per la rieducazione monopodale.
Tale struttura comprende un supporto per una calzatura e mezzi elasticamente deformabili inferiormente e selettivamente associabili a detto supporto.
La struttura di dispositivo è particolarmente efficace per la cura di varie patologie degli arti inferiori, della colonna vertebrale, per la prevenzione di infortuni occorsi nel corso attività sportive in cui si richiede l'appoggio monopodale e per il recupero delle funzioni della muscolatura staturale antigravitazionale.
DESCRIZIONE
La presente domanda ha per oggetto una struttura di dispositivo di rieducazione monopodale, particolarmente per la cura di varie patologie degli arti inferiori, della colonna vertebrale, per la prevenzione di infortuni occorsi nel corso di attività sportive in cui si richiede l’appoggio monopodale e per il recupero delle funzioni della muscolatura staturale antigravitazionale, particolarmente nell'anziano.
Per il mantenimento della stazione eretta, antigravitazionale, esistono dei muscoli specifici, detti staturali, a comando cerebellare, cioè del cervelletto; essendo tali muscoli involontari, il loro automatismo è retto da un gioco di informazioni recettoriali aventi sede nella pianta del piede ed interagenti con il sistema neurologico dell’equilibrio vestibolare.
Durante l'appoggio monopodale, una componente neurologica, "archicerebellum", appartenente al sistema sottocorticale dell'equilibrio vestibolare, è influenzata dai recettori presenti nei muscoli dello strato plantare anteriore profondo; tali muscoli sono costituiti da: adduttore dell'alluce, dei fasci trasversi e obliquo dal flessore breve dell'alluce.
Durante la marcia è l'adduttore ed il flessore breve dell'alluce che fanno mantenere l'equilibrio pelvico, coordinando l'attività del tripode, ossia dei muscoli della zampa d'oca.
Nella marcia, tale strato plantare profondo anteriore, funziona nella fase di appoggio unipodale ed è l'archicerebellum che fa mantenere l'equilibrio in monopodalità.
Nella corsa non esiste la fase bipodale: esistono periodi di appoggio unipodale destro e poi sinistro, intervallati da periodi di sospensione.
In tal caso le informazioni inviate dallo strato plantare anteriore profondo saranno tanto più brevi quanto più l'appoggio monopodale sarà ridotto e questo ultimo sarà tanto più ridotto quanto più la corsa è rapida.
E' questo periodo di appoggio unipodale anteriore che mette in evidenza l'importanza del sistema di equilibrio archicerebellare che è strettamente legato alla rapidità della corsa.
Più la corsa è rapida più il soggetto si contrae su se stesso: gomiti flessi attaccati al corpo proiettato in avanti; questo perché il centro di gravità risulti il più avanti possibile.
La posizione particolare della nuca e dello sguardo è condizionato dal circuito vestibolo-oculo-nucale sotto controllo archicerebellare a stretta dipendenza dei barorecettori stipati nell’adduttore e flessore dell'alluce.
Oggigiorno per la rieducazione dei muscoli dello strato plantare profondo ed il mantenimento dell'equilibrio pelvico durante l'appoggio monopodale si utilizza un attrezzo costituito da uno zoccolo, al quale è inferiormente connessa, mediante avvitamento, una semisfera di legno.
Tale semisfera presenta, generalmente, tre differenti punti di avvitamento, questo sia per conseguire un diverso punto di applicazione, e quindi una diversa stimolazione al piede dell'utilizzatore, sia per poter utilizzare lo stesso zoccolo adattandolo ad utilizzatori con piedi aventi differenti misure.
Tale attrezzo noto presenta tuttavia degli inconvenienti dovuti alla particolare staticità dello zoccolo: la durezza del piano di appoggio del piede fa in modo che i muscoli dello strato plantare anteriore profondo continuino a mandare delle informazioni costanti all'archicerebellum, il quale ha in sè la capacità di memorizzare i segnali pervenuti, inficiando la funzionalità terapeutica dello stesso attrezzo ginnico.
La capacità di memorizzazione dei recettori è un elemento di notevole importanza nella riabilitazione motoria, il permanere del medesimo stimolo permette all'archicerebellum di immagazzinare lo stesso adattando la reazione alla nuova ma permanente situazione, non avendosi cosi alcun miglioramento nella riabilitazione.
Inoltre, la disposizione specifica della semisfera allo zoccolo, limita la possibilità di adattare l’attrezzo alla specifica esigenza dell'individuo per una completa e quanto più ottimale riabilitazione.
Un ulteriore inconveniente è legato alle limitate prestazioni del singolo attrezzo in riferimento alle misure del piede: si deve infatti provvedere ad realizzare singoli zoccoli per ciascuna taglia, oppure cercare di raggruppare più taglie per il medesimo zoccolo.
Compito precipuo del presente trovato è quello di eliminare gli inconvenienti sopra lamentati in tipi noti di attrezzi realizzando un trovato il quale consenta di pervenire ad una progressiva rieducazione dell'equilibrio in monopodalità in modo ottimale in riferimento al tipo di patologia, sottoponendo i muscoli dello strato plantare anteriore profondo a differenti stimoli senza permettere la memorizzazione degli stessi all’archicerebellum.
Nell'ambito del compito sopra esposto un altro importante scopo è quello di realizzare un trovato che consenta di poter essere adattato in modo ottimale a differenti utilizzatori consentendo una regolazione della durezza dell'attrezzo, ed una regolazione micrometrica del movimento dello stesso, in relazione allo specifico lavoro individuale al quale l'utilizzatore è soggetto.
Un altro importante scopo è quello di realizzare un trovato che possa essere utilizzato in modo facile e rapido da qualunque soggetto indifferentemente dalla fascia di età, permettendo anche a persone appartenenti a fasce di età elevata di svolgere correttamente la rieducazione.
Ancora un importante scopo è quello di realizzare un trovato che consenta di poter riabilitare le catene muscolari atte all'erezione somatica antigravitazionale e cioè la catena degli estensori e dei flessori podali.
Un altro importante scopo è quello di realizzare un trovato che risulti strutturalmente semplice e di facile industrializzazione, il medesimo presentando costi realizzativi contenuti.
Non ultimo scopo è quello di realizzare un trovato che, alle caratteristiche precedenti, accomuni quella di risultare affidabile e sicuro nell'uso.
Questi ed altri scopi che più chiaramente appariranno in seguito vengono raggiunti da una struttura di dispositivo per la rieducazione monopodale che si caratterizza per il fatto di comprendere un supporto per una calzatura e mezzi elasticamente deformabili inferiormente e selettivamente associabili a detto supporto.
Ulteriori caratteristiche e vantaggi del trovato risulteranno maggiormente dalla descrizione dettagliata di una particolare forma di realizzazione, illustrata a titolo indicativo e non limitativo nell'unito disegno in cui:
la fig. 1 illustra, in una vista laterale parzialmente in sezione, la struttura di rieducazione;
la fig. 2 illustra, in una vista dall'alto, la struttura di figura 1.
Con riferimento alle figure sopra citate la struttura di dispositivo per la rieducazione monopodale, indicata globalmenten con il numero 1, risulta comprendere un supporto per una calzatura costituito da una piastra 2 allungabile, sostanzialmente piana e di larghezza tale da permettere l'appoggio della parte anteriore del piede dell'utilizzatore.
Tale piastra 2 risulta costituita da un primo elemento 3 presentante una conformazione a pianta sostanzialmente rettangolare con il lato anteriore 4 arcuato.
Assialmente al primo elemento 3 sporge una appendice 5, da parte opposta al lato anteriore 4; l'appendice 5 presenta una prima asola 6, ricavata secondo un asse medio longitudinale alla piastra 2 stessa.
Al primo elemento 3 è scorrevolmente e selettivamente associato un secondo elemento 7, sottostante il tallone del piede, avente conformazione sostanzialmente rettangolare.
Il secondo elemento 7 presenta una rotaia 8 associata inferiormente e centralmente allo stesso.
Tale rotaia 8, sporgente in direzione della appendice 5, presenta una seconda asola 9, ricavata secondo un asse medio longitudinale al secondo elemento 7, ed è associata al secondo elemento 7 mediante degli opportuni perni, indicati con i numeri 10a e 10b.
Il primo elemento 3 presenta una aletta 12 sporgente lungo tutto il bordo perimetrale 11, ed atta a consentire l'accoppiamento di una coppia di cinghie 13a e 13b disposte trasversalmente/ 1 allo stesso.
Ciascuna di detta coppia di cinghie 13a e 13b interagisce con un primo mezzo di aggancio 14a e 14b atto a permettere il serraggio del piede dell'utilizzatore per una connessione solide le e fissa, dello stesso piede, con il primo elemento 3.
Analogamente, al secondo elemento 7 risulta fulcrata una terza cinghia 15 atta a permettere il serraggio del collo del piede dell'utilizzatore.
La rotaia 8 risulta scorrevole inferiormente al primo elemento 3 e ad esso serrabile a morsa mediante una vite 16 interagente con una tacchetta 20.
Tale vite 16 presenta una prima testa 17, alloggiabile in corrispondenza della prima asola 6; dalla prima testa 17 sporge, assialmente, un primo gambo 18, passante in detta seconda asola 9 ed inseribile in una controsagomata prima sede 19, ricavata assialmente nella tacchetta 20.
Tale tacchetta 20 presenta una seconda sede 21 ricavata secondo un asse parallelo a quello della prima sede 19 e disposta .in prossimità della stessa.
Inferiormente alla tacchetta 20 risultano amovibilmente associabili mezzi elasticamente deformabili, indicati globalmente con il numero 22 e costituiti da una basetta 23, a conformazione preferibilmente circolare, la quale presenta perimetralmente un cordolo 24 anulare conformato ad L e sporgente da parte opposta alla rotaia 8.
Centralmente a detta basetta 23 è ricavato un foro 26 atto permettere il passaggio di una seconda vite 27, filettata, presentante una seconda testa 28a dalla quale sporge, assialmente, un secondo gambo 28b; tale secondo gambo 28b risulta inseribile nella controsagomata seconda sede 21 ricavata nella tacchetta 20.
Al cordolo 24 della basetta 23 risulta inferiormente ed amovibilmente associabile un terzo elemento 29, elasticamente deformabile, a conformazione preferibilmente semisferica, presentante una controsagomata sede, ricavata in corrispondenza del bordo perimetrale, per la connessione a scatto con il cordolo 24 anulare.
Tale sede risulta costituita da uno scanso 30, perimetrale esterno, atto a definire una aletta 31, quest'ultima inseribile a scatto nel cordolo 24 anulare, della basetta 23.
Il funzionamento risulta essere il seguente: si fa scorrere la rotaia 8 sulla appendice 5 serrando la prima vite 16, in riferimento alla lunghezza del piede dell'utilizzatore; si associa la basetta 23 alla tacchetta 20, inserendo la seconda vite 27 nella controsagomata seconda sede 21, quindi si associa a scatto il terzo elemento 29 inserendo l'aletta 31 nel cordolo 24 della basetta 23.
Il lavoro effettuato dall'utilizzatore mediante l’impiego del terzo elemento 29, elasticamente deformabile, non crea nè danni articolari nè microtraumi, permettendo il recupero delle funzioni della muscolatura staturale antigravitazionale potendo cosi essere utilizzato da un soggetto appartenente a qualunque fascia di età.
La possibilità di variare l'elasticità del terzo elemento2 9 permette di poter adattare la struttura al particolare e specifico piano di riabilitazione dell‘utilizzatore, a seconda dellif patologia e del lavoro di recupero prestabilito a livello medico.
Si è constatato come la struttura cosi concepita abbia raggiunto il compito e gli scopi prefissati, la medesima risultando ottimale per poter pervenire ad una progressiva rieducazione dell'equilibrio in monopodalità: sottoponendo i muscoli dello strato plantare anteriore profondo a differenti stimoli, essendo il piede appoggiato su un piano elastico, si variano in continuazione i segnali inviati all'archicerebellum, senza permettere a quest'ultimo di poter effettuare la memorizzazione degli stessi.
Tale struttura permette inoltre di poter essere facilmente adattabile a qualunque lunghezza del piede dell'utilizzatore essendo il primo ed il secondo elemento scorrevoli l'uno sull’altro; inoltre il fatto di poter effettuare degli spostamenti micrometrici alla connessione,del terzo elemento, elasticamente deformabile, permette di conseguire l'adattamento della struttura in relazione allo specifico lavoro individuale al quale 1'utilizzatore deve essere sottoposto.
Naturalmente tale struttura potrà essere utilizzata in modo facile da qualunque soggetto indifferentemente dalla fascia di età, permettendo anche a persone appartenenti a fasce di età elevata di svolgere correttamente la rieducazione.
Tale particolare struttura si è inoltre rivelata utile per la stimolazione in modo efficace sulle catene muscolari ortostatiche a punto di partenza podale.
Si sa infatti che esistono due catene muscolari complementari e alternative per l'erezione somatica antigravitazionale: la catena degli estensori e dei flessori podali.
La catena degli estensori è stimolata durante la marcia, posizionando il terzo elemento, elasticamente deformabile, il più indietro possibile, verso il tallone, per poter recuperare la caduta somatica in avanti, causata dalla posizione del terzo elemento stesso.
Sempre durante la marcia, posizionando il terzo elemento, elasticamente deformabile, il più avanti possibile, verso la punta del piede, si potrà rialzare il tallone stimolando la catena dei flessori podali.
Naturalmente il trovato è suscettibile di numerose modifiche e varianti, tutte rientranti nell'ambito del medesimo concetto inventivo.
Il mezzo elasticamente deformabile può essere costituito da una o più molle poste coassialmente al 2° gambo 27b interposta tra la placchetta 20 e la basetta 23.
Alternativamente il mezzo elasticamente deformabile può essere costituito da una o più molle.
Così, ad esempio, il mezzo elasticamente deformabile può essere costituito da una sfera o semisfera o altro solido internamente cavo o pieno associabile alla tacchetta 20.
Naturalmente anche i materiali nonché le dimensioni costituenti i singoli componenti il dispositivo potranno essere i più consoni a seconda delle specifiche esigenze.

Claims (4)

  1. RIVENDICAZIONI 1) Struttura di dispositivo per la rieducazione monopodale che si caratterizza per il fatto di comprendere un supporto per lina calzatura e mezzi elasticamente deformabili inferiormente e selettivamente associabili a detto supporto.
  2. 2) Struttura come alla rivendicazione precedente che si caratterizza per il fatto che detto supporto per detta calzatura risulta costituito da una piastra allungabile, sostanzialmente piana e di larghezza tale da permettere l'appoggio della parte anteriore del piede dell'utilizzatore, detta piastra essendo costituita da un primo elemento, presentante una conformazione a pianta sostanzialmente rettangolare con il lato anteriore arcuato, da parte opposta ed assialmente a detto primo elemento sporgendo una appendice presentante una prima asola, ricavata secondo un asse medio longitudinale a detta piastra stessa.
  3. 3) Struttura come alle rivendicazioni 1 e 2 che si caratterizza per il fatto che a detto primo elemento è scorrevolmente e selettivamente associato un secondo elemento, sottostante il tallone del piede, avente conformazione sostanzialmente rettangolare, detto secondo elemento presentando una rotaia associata inferiormente e centralmente allo stesso.
  4. 4) Struttura come alle rivendicazioni 1 e 3 che si caratterizza per il fatto che detta rotaia, sporgente in direzione di detta appendice, presenta una seconda asola, ricavata secondo un asse medio longitudinale a detto secondo elemento, per la connessione, tramite opportuni perni, a detto secondo elemento, 5) Struttura come alle rivendicazioni 1 e 4 che si caratterizza per il fatto che detto primo elemento presenta una aletta sporgente lungo tutto il bordo perimetrale, detta aletta consenr tendo l'accoppiamento di almeno una coppia di cinghie disposte trasversalmente a detta piastra ciascuna delle quali interagisce con un primo mezzo di aggancio atto a permettere il serraggio del piede dell'utilizzatore. 6) Struttura come alle rivendicazioni 1 e 5 che si caratterizza per il fatto che detta rotaia risulta scorrevole inferiormente a detto primo elemento e ad esso serrabile a morsa mediante una vite interagente con una tacchetta. 7) Struttura come alle rivendicazioni 1 e 6 che si caratterizza per il fatto che detta vite presenta una prima testa, alloggiabile in corrispondenza di detta prima asola, da detta prima testa sporgendo, assialmente, un primo gambo passante in detta seconda asola ed inseribile in una controsagomata prima sede, ricavata in detta tacchetta. 8) Struttura come alle rivendicazioni 1 e 7 che si caratterizza per il fatto che detta tacchetta presenta una seconda sede ricavata secondo un asse parallelo a quello di detta prima sede e disposta in prossimità della stessa. 9} Struttura come alle rivendicazioni 1 e 8 che si caratterizza per il fatto che inferiormente a detta tacchetta risultano amovibilmente associabili detti mezzi elasticamente deformabili costituiti da una basetta, a conformazione preferibilmente circolare, la quale presenta perimetralmente un cordolo anulare conformato ad L e sporgente da parte opposta a detta rotaia a cui è associabile un elemento elasticamente deformabile. 10) Struttura come alle rivendicazioni le 9 che si caratterizza per il fatto che centralmente a detta basetta è ricavato un foro atto a permettere il passaggio di una seconda vite, filettata, detta seconda vite presentando una seconda testa dalla quale sporge, assialmente, un secondo gambo, detto secondo gambo essendo inseribile in detta seconda sede, controsagomata e ricavata in detta tacchetta. 11) Struttura come alle rivendicazioni 1 e 10 che si caratterizza per il fatto che a detto cordolo di detta basetta risulta inferiormente ed amovibilmente associabile un terzo elemento, elasticamente deformabile, a conformazione preferibilmente semisferica, presentante una controsagomata sede, ricavata in corrispondenza del bordo perimetrale, per la connessione a scatto con detto cordolo anulare. 12) Struttura come alle rivendicazioni 1 e 11 che si caratterizza per il fatto che detta controsagomata sede, di detto terzo elemento, risulta costituita da uno scanso perimetrale esterno, atto a definire una aletta, quest'ultima inseribile tra detto cordolo e detta basetta. 13) Struttura come come ad una o più delle rivendicazioni precedenti che si caratterizza per il fatto che detto mezzo elasticamente deformabile é costituito da una sfera o semisfera o altro solido internamente cavo o pieno associabile a detta tacchetta. 14) Struttura come ad una o più delle rivendicazioni precedenti che si caratterizza per il fatto che detto elemento elasticamente deformabile è costituito da uno o più molle. 15) Struttura come ad una o più delle rivendicazioni precedenti che si caratterizza per il fatto che detto elemento elasticamente deformabile è costituito da una o più molle interposte tra dette placchetta e basetta. 16) Struttura come ad una o più delle rivendicazioni precedenti che si caratterizza per quanto descritto e illustrato nella allegata tavola di disegni.
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