ITTV20110183A1 - Meccanismo di sollevamento - Google Patents

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ITTV20110183A1
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Gianfranco Pessotto
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Pessottoreti S A S
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    • A47FURNITURE; DOMESTIC ARTICLES OR APPLIANCES; COFFEE MILLS; SPICE MILLS; SUCTION CLEANERS IN GENERAL
    • A47CCHAIRS; SOFAS; BEDS
    • A47C17/00Sofas; Couches; Beds
    • A47C17/86Parts or details for beds, sofas or couches only not fully covered in a single one of the sub-groups A47C17/02, A47C17/04, A47C17/38, A47C17/52, A47C17/64, or A47C17/84; Drawers in or under beds

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Description

“MECCANISMO DI SOLLEVAMENTOâ€
DESCRIZIONE
La presente invenzione si riferisce ad un meccanismo di sollevamento per la rete, o piano di supporto, di un materasso. Il meccanismo à ̈ integrabile in un telaio di mobile, in generale un mobile contenitore, preferibilmente un letto, o un oggetto di arredamento come un divano o un divano-letto.
E’ noto da EP 2 355 059 (Pratik) un meccanismo per sollevare una rete o piano di appoggio per un materasso rispetto ad un telaio fisso. Il meccanismo comprende due bracci entrambi incernierati ad una loro estremità alla rete e all’altra estremità al telaio, in modo da formare complessivamente un parallelogramma articolato capace di guidare la rete o piano sollevandola verticalmente. Uno dei due bracci incorpora una molla a gas all’interno di due tubi telescopici. Per immobilizzare la rete in posizione orizzontale vincendo la spinta della molla a gas sul tubo superiore à ̈ incernierato un elemento di bloccaggio che ruotando può agganciarsi al tubo sottostante in modo da impedire un ulteriore allungo.
Il meccanismo funziona bene, e può essere migliorato rendendolo più semplice da costruire e/o meno costoso.
Un altro meccanismo à ̈ descritto in EP 2 387 914 (Gritti). In una prima realizzazione meno complicata (fig. 15) comprende un braccio allungabile formato da due elementi telescopici con all’interno una molla a gas in spinta. L’elemento telescopico superiore à ̈ incernierato alla rete e oscillando funge da mezzo di bloccaggio per la molla impegnando selettivamente un perno (64) solidale all’elemento telescopico inferiore. In una seconda variante più complessa la molla a gas del braccio allungabile à ̈ bloccata da un’asta (26) incernierata alla rete e bloccabile su un braccetto (38) incernierato al telaio. Il braccetto (38) non à ̈ fisso ma collassa sul telaio durante l’abbassamento della rete.
Lo svantaggio delle soluzioni in EP 2 387 914 à ̈ la complessità del bloccaggio del braccio. Ad es. nella prima variante à ̈ necessario realizzare una scanalatura in un elemento telescopico e fissare un perno sull’altro, con lavorazioni costose e lunghe. Per facilitare il sollevamento della rete bisogna avere una molla a gas adeguatamente potente e un relativo bloccaggio molto robusto, che costa e pesa. La seconda variante ha ad es. bisogno di un terzo braccetto pieghevole su cui bloccare l’asta (26), cosa che complica il meccanismo e aumenta il rischio che qualcuno o qualcosa possa impigliarsi negli organi mobili del meccanismo.
E’ desiderabile quindi un meccanismo migliorato che risolva questi problemi, e a tale meccanismo à ̈ rivolto il concetto dell’invenzione, definito nella rivendicazione 1.
Essenzialmente il meccanismo à ̈ mostrato in fig. 5, e serve per sollevare un supporto (o piano di appoggio) P rispetto ad un telaio fisso T di un mobile. Il supporto o piano P serve ad es. per sollevare un materasso ivi appoggiato. Il meccanismo comprende un primo braccio B1 e un secondo braccio B2 incernierati ad una loro estremità al supporto P e all’altra estremità al telaio T (v. assi K). Preferibilmente i bracci B1, B2 sono segmenti sostanzialmente lineari. I bracci B1, B2, il telaio T e il supporto P formano complessivamente i quattro lati di un parallelogramma articolato capace di guidare il supporto P sollevandolo verticalmente rispetto al telaio T (v. freccia E). I bracci B1, B2 possono collegarsi al supporto P o al telaio T anche indirettamente, ad es. quando i materiali di questi ultimi sono poco resistenti, tramite ad es.
delle piastre, o staffe o barre o altri mezzi di collegamento intermedio. La natura e il funzionamento del parallelogramma risultante comunque non cambia. Vi sono poi dei mezzi di bloccaggio MS, mostrati schematicamente con un segmento tratteggiato. Tali mezzi MS sono collegati (v. punto W) ad un braccio (uno qualsiasi dei due, detto qui primo braccio) e collegabili selettivamente ad almeno un punto fisso FX (v. punto a forma di quadrato) posto su almeno uno dei restanti lati del parallelogramma articolato, cioà ̈ o sul telaio T e/o sul supporto P e/o sull’altro (secondo) braccio, o combinazioni di queste tipologie di punti FX. Il tratteggio per i mezzi MS indica le possibilità di collegamento. Per ancorare o agganciare i mezzi MS su un detto restante lato del parallelogramma à ̈ sufficiente un solo punto fisso FX, potendo però, per migliorare la resistenza del bloccaggio, aumentare il numero dei punti FX.
Per evitare il distacco dei mezzi MS, e anche ad es. quando hanno struttura indeformabile, si preferisce collegarli permanentemente al primo braccio, mentre vengono realizzati selettivamente collegabili (tramite ad es. un attuatore (elettrico o pneumatico) controllato o manualmente) al punto fisso FX. Attaccando o scollegando i mezzi MS al/dal punto FX si vincola/svincola rigidamente il primo braccio, e quindi il supporto P, a/da un altro lato del parallelogramma. Se invece i mezzi MS hanno struttura deformabile, ad es. allungabile lungo un asse, i punti di collegamento o accoppiamento sul primo braccio e sull’altro lato del parallelogramma possono essere collegati fissi o permanentemente. In questo caso il vincolo per il supporto P si ottiene bloccando internamente la struttura deformabile dei mezzi MS.
Preferibilmente il primo braccio à ̈ allungabile. Ciò permette di inclinare il supporto P rispetto al telaio T e bloccarlo così con i mezzi MS. Preferibilmente il primo braccio à ̈ allungabile tramite una struttura telescopica, formata da almeno due elementi montati telescopicamente tra loro e collegati, ad es. incernierati, rispettivamente al telaio T e al supporto P. In questo caso il punto di agganciamento/collegamento W sul primo braccio à ̈ posto su uno dei due elementi telescopici, e il punto FX à ̈ posto su un altro lato del parallelogramma in modo da poter bloccare la posizione reciproca degli elementi telescopici.
Preferibilmente il primo braccio comprende una molla a gas atta a contrastare il peso del piano.
La molla a gas di solito à ̈ un organo delicato, e qualora costituisca il primo braccio e/o sia esposta conviene proteggerla e/o evitare di modificarla. Per creare un adatto punto di collegamento per i mezzi di bloccaggio, il primo braccio può comprendere un elemento solidale alla molla, e sull’elemento solidale si possano collegare i mezzi di bloccaggio. L’elemento solidale può accoppiarsi alla molla in molti modi, ad es. contenendola tutta o in parte, o circondandola tutta o in parte.
Preferibilmente l’elemento solidale comprende una sede adatta per alloggiarvi almeno una porzione della molla a gas. Così la solidità del braccio à ̈ migliore e la molla a gas non subisce sforzi eccessivi. Poiché la molla a gas à ̈ di solito cilindrica, la sede à ̈ preferibilmente cilindrica.
L’elemento solidale può essere incernierato al supporto P, in modo da scaricare su di esso il peso del supporto P, e può essere l’unico elemento compreso nel primo braccio ad essere incernierato al supporto P.
La suddetta molla a gas può anch’essa essere incernierata al supporto P, ad es. con asse coassiale a quello dell’elemento solidale.
In generale i mezzi di bloccaggio MS possono essere collegati al primo braccio (punto W) in vari modi. Alcuni esempi sono un collegamento fisso (ad es. saldatura o avvitatura) o un collegamento mobile, ad es. scorrevole o guidato, o tramite incernieramento. L’incernieramento à ̈ il sistema preferito perché di semplice realizzazione e consente un movimento poco complicato per impegnare i mezzi MS affinché blocchino il supporto P. Anche la posizione del punto W può variare, ad es. si può scegliere un’estremità o un punto intermedio del braccio e/o dell’elemento solidale e/o della molla a gas. Preferibilmente, per motivi di semplicità costruttiva e minor numero di pezzi, i mezzi MS sono incernierati in un punto W intermedio del primo braccio, in modo da poter oscillare rispetto a quest’ultimo.
In generale i mezzi MS possono essere collegabili (cioà ̈ atti a creare un collegamento non permanente) al lato del detto parallelogramma articolato in vari modi. Alcuni esempi sono un collegamento mobile, ad es. scorrevole o guidato, o tramite ancoraggio o aggancioamento. L’ancoraggio o agganciamento à ̈ il sistema preferito perché di semplice ed economica realizzazione, e facilmente disinnestabile. In generale, avendo i bracci B1, B2 un asse di incernieramento al telaio T e al supporto P, i mezzi MS possono essere configurati per poter essere bloccabili in un punto solidale al telaio T o al supporto P posto sostanzialmente lungo almeno uno di tali assi. Questa soluzione ha il vantaggio di poter sfruttare come ancoraggio gli elementi strutturali del telaio T o del piano P che realizzano l’incernieramento dei bracci B1, B2, in modo da semplificare il meccanismo. E’ vantaggioso scegliere l’asse di incernieramento del primo braccio al telaio T, cioà ̈ creare un punto di collegamento (o ancoraggio o agganciamento) selettivo dei mezzi MS solo sul telaio T, perché così per gravità e/o in modo semplice i mezzi MS assumono una configurazione compatta tra i bracci B1, B2 e risultano più corti e meno complessi.
Il meccanismo può comprendere una piastra di fissaggio ad una parete verticale del mobile, che agevola il fissaggio ad es. a parti in legno. E’ il caso ad es. (soluzione semplice ed economica) che si ha quando il telaio T comprende una cornice poligonale vuota al centro e definita da pareti verticali, ad es. in legno, in modo da delimitare un vano vuoto centrale, utile ad es. per contenere oggetti sotto il piano P abbassato. Dalla suddetta piastra si può estendere, lungo l’asse di incernieramento al telaio T del primo braccio, un elemento di supporto o distanziatore alla cui estremità libera à ̈ incernierato il primo braccio. I mezzi MS possono allora essere ancorabili a detto elemento di supporto, tra l’altro stando in posizione occultata e per nulla pericolosa tra il primo braccio e la più vicina parete verticale. L’elemento di supporto può essere ad es. un elemento distanziatore dalla parete verticale, come ad es. un perno, un tubo o un manicotto orizzontali. Anche per gli altri assi di incernieramento dei bracci à ̈ possibile usare un elemento di supporto o distanziatore.
In generale i mezzi MS possono comprendere una porzione ad uncino o gancio atta ad ancorarsi a detto punto fisso FX, presente preferibilmente ad un’estremità dei mezzi MS, e ancora più preferibilmente all’estremità più vicina al punto FX (per ridurre la dimensione dei mezzi MS). La porzione ad uncino o gancio consente un ottimo e solido ancoraggio al punto fisso FX, costituendo anche un semplice collegamento sganciabile. Detta porzione può essere realizzata nei mezzi MS con incavi, sagomature, scanalature, tacche, parti o appendici curve.
Quando il primo braccio à ̈ allungabile si preferisce che i mezzi MS siano atti a mantenere il supporto P bloccato in posizione sostanzialmente orizzontale. Quando si scollegano i mezzi MS si consente che il supporto P si inclini verso l’alto in concomitanza con un allungamento del primo braccio. Una molla a gas nel primo braccio disposta in spinta per sostenere il supporto P può facilitare il movimento del supporto P.
Preferibilmente i mezzi MS comprendono o sono costituiti da un corpo allungato, che à ̈ incernierato al primo braccio nel punto W e di lunghezza tale da potersi ancorare direttamente a detto punto fisso FX. E’ una soluzione robusta ed economica. Per il punto di incernieramento W del corpo allungato vale quanto già detto per il collegamento dei mezzi MS sul primo braccio. Preferibilmente il corpo allungato à ̈ o comprende un’asta o una staffa o un tubo o un braccio, ad es. rigido o elastico.
Preferibilmente i mezzi MS hanno struttura
- rigida, per fissare il supporto P in posizione stabile; o
- elastica, per bloccare il supporto P consentendone una piccola oscillazione elastica attorno la posizione di riposo, utile per abbattere scossoni e vibrazioni durante l’agganciamento/rilascio dei mezzi MS. Appositi mezzi elastici nei mezzi MS assolvono questa funzione.
Il concetto inventivo contempla anche un mobile comprendente un meccanismo come qui definito. Chiaramente il mobile equipaggiato col meccanismo secondo l’invenzione à ̈ più economico, ha minor numero di pezzi (più leggero e affidabile), e ha un meccanismo di bloccaggio semplice ed efficace.
Il concetto inventivo contempla anche un metodo per bloccare in posizione sollevata, rispetto al telaio fisso T di un mobile, un supporto P di appoggio ad es. per un materasso, v. ancora fig. 5. Il supporto P può essere guidato lontano dal telaio T tramite un primo e secondo braccio B1, B2 incernierati ad una loro estremità al supporto P e all’altra estremità al telaio T, in modo che i bracci B1, B†, il telaio T e il supporto P formino complessivamente i quattro lati di un parallelogramma articolato capace di guidare il supporto P sollevandolo verticalmente. Il metodo si caratterizza per il fatto di collegare/accoppiare dei mezzi di bloccaggio MS tra il primo braccio e almeno un punto fisso FX posto su almeno uno dei restanti lati del parallelogramma articolato.
Come varianti del metodo, si possono citare le fasi, da sole o in combinazione, di
- collegare permanentemente i mezzi MS al primo braccio (punto W), - collegare i mezzi MS ad un punto intermedio del primo braccio (punto W);
- collegare i mezzi MS in modo selettivamente rilasciabile o sganciabile a detto punto fisso FX.
Si noti che in generale tutte le varianti e le considerazioni esposte in precedenza per la costruzione e descrizione del meccanismo possono essere anche fasi o caratteristiche del metodo, e non si ripeteranno. I vantaggi dell'invenzione saranno meglio chiariti dalla seguente descrizione di una forma di esecuzione esemplificativa, illustrata nel disegno allegato dove:
fig. 1 mostra una vista tridimensionale di un letto dotato di un meccanismo secondo l’invenzione;
fig. 2 mostra il mobile di fig. 1 senza un telaio fisso a terra;
fig. 3 e 4 mostrano ingrandimenti di fig. 2;
fig. 5 mostra uno schema del meccanismo in accordo con l’invenzione;
Fig. 6 mostra una variante di meccanismo;
Fig. 7 mostra una vista laterale in sezione verticale del letto di fig.
1 col meccanismo in configurazione bloccata.
Il mobile delle figure à ̈ preferibilmente un letto, o anche in generale un complemento di arredo, avente un telaio quadrato o rettangolare 10 formato da pareti verticali 10a, 10b, 10c, 10d che delimitano un vano interno vuoto V utile ad es. per contenere oggetti.
Il mobile comprende anche un piano o superficie di appoggio 16, ad esempio per un materasso. Nell’esempio il piano 16 à ̈ una rete a doghe.
I1 mobile comprende inoltre un meccanismo M per la movimentazione guidata del piano 16 rispetto al telaio 10 (manuale o motorizzata).
Preferibilmente, il meccanismo M à ̈ posto almeno parzialmente dentro il vano V, ed à ̈ montato preferibilmente in due uguali e speculari esemplari, aventi funzione di articolazione e sollevamento guidato, montati su pareti interne e opposte del telaio 10 e agenti su lati opposti del piano 16. Nel seguito si descriverà un solo meccanismo M per semplicità.
I1 meccanismo M (o ciascun gruppo di sollevamento guidato) comprende una piastra 20 fissabile internamente su una parete verticale del telaio 10. Alla piastra 20 sono incernierate le estremità di due bracci di sollevamento 30, 40, a loro volta incernierati all’altra estremità al piano 16, preferibilmente tramite una staffa angolare 60 che permette un accoppiamento più agevole tra di essi. I bracci 30, 40 sono sostanzialmente paralleli e formano col telaio 10 e il piano 16 complessivamente un parallelogramma articolato capace di guidare il piano 16 sollevandolo verticalmente.
I due gruppi sono opzionalmente sincronizzati nei movimenti da una barra trasversale 36 connessa tra e ai bracci 30.
I bracci 30, 40 sono distanziati dalla piastra 20 tramite mezzi distanziatori e/o supporto nella forma di perni o cilindri 26, 22, all’estremità dei quali si realizza l’imperniamento alla piastra 20 dei bracci 30, 40. I bracci 30, 40 sono quindi incernierati alla piastra 20, rispettivamente, attorno un asse X2, X1, e incernierati alla staffa 60 (e quindi al piano P) rispettivamente attorno un asse Y2, Y1.
Al braccio 30, preferibilmente una barra o staffa singola, à ̈ incernierato un capo di un elemento elastico o molla a gas 32 la quale, all’altro capo, à ̈ incernierata alla piastra 20 sul perno sporgente 26. La funzione della molla 32 à ̈ asservire il sollevamento del piano 16.
Il braccio 40 à ̈ allungabile, preferibilmente in modo telescopico. Esso comprende un corpo tubolare 43 con una cavità o sede contenente il corpo di una molla a gas 46 da cui si estende un pistone scorrevole 45, ad es. all’esterno della cavità o sede. Tramite un occhiello o labbro forato 49 il corpo 43 à ̈ incernierato alla staffa 60, mentre il pistone 45 à ̈ incernierato sul perno 22. Si mantiene il parallelismo dei bracci scegliendo preferibilmente mezzi distanziatori 22, 24. 26 dello stessa lunghezza.
In un punto intermedio del corpo 43 à ̈ incernierato in modo oscillante (v. freccia F) attorno un asse Z un elemento o braccio di bloccaggio 80, preferibilmente un’asta o braccio sagomato. Vantaggiosamente si può imperniare il braccio 80 dentro il corpo 43 per mezzo in corrispondenza di un occhiello o labbro forato 51 della molla 46, in modo da fissare sia quest’ultima sia il braccio 80 al corpo 43.
Gli assi X1, X2, Y1, Y2, Z sono tra loro paralleli.
Si noti l’analogia con lo schema di fig. 5, per il quale valgono le seguenti corrispondenze:
piano P ï‚« piano 16;
telaio T ï‚« telaio 10;
braccio B1 ï‚« braccio 40;
braccio B2 ï‚« braccio 30;
mezzi MS ï‚« braccio 80;
asse Zï‚« punto W.
Il braccio 80 comprende, partendo dall’asse Z, un segmento rettilineo 82 che termina con un’estremità uncinata o a forma di gancio 42. Al segmento 82 à ̈ solidale un ponte o labbro arcuato 44 adatto ad appoggiarsi in battuta al corpo 43, mentre il braccio 80 e l’estremità 42 si raccordano su un lato tramite una tacca o incavo o 48.
Il meccanismo funziona come segue.
Con il piano 16 abbassato sul telaio 10, il braccio 80 à ̈ parallelo al, e appoggiato tramite il ponte 44 sul, corpo 43. Il perno 22 à ̈ in battuta dentro l’estremità 42, per cui il corpo 43 à ̈ vincolato al perno 22. La spinta della molla a gas 46 viene contrastata e il braccio 40 mantiene lunghezza costante.
Man mano che si solleva il piano 16, i bracci 30, 40 ruotano attorno agli assi X1, X2 sostenuti dalla molla 32, fino a portare il piano 16 rialzato dal telaio 10 e orizzontale (fig. 7). Il braccio 80 resta parallelo e a fianco del braccio 40 grazie al ponte 44.
Sganciando l’estremità 42 dal perno 22 la molla 46 si estende e spinge in alto il piano 16 che ruota attorno l’asse Y2 e si inclina. Ora il vano V à ̈ perfettamente e comodamente accessibile (fig. 3-4).
Per riportare il piano 16 orizzontale lo si spinge verso il basso, facendo scorrere il ponte 44 sul corpo 43 verso il basso finchà ̈ l’estremità 42 si impegna di nuovo sul perno 22 e trattiene vincolato al telaio 10 il corpo 43, e quindi il piano 16.
Fig. 6 mostra una variante del meccanismo. Fermo restando quanto già detto, di diverso ha
- la posizione dell’asse Z, coassiale ora all’asse Y1;
- la lunghezza del braccio 80, che à ̈ ora maggiore per agganciare sempre il perno 22;
- l’assenza del corpo 43 sostituito dalla molla a gas 46, che ora costituisce tutto il braccio 40. La molla a gas ha dimensioni adeguate per sopportare gli sforzi cui il meccanismo à ̈ sottoposto.
Si noti l’analogia con lo schema di fig. 5, per il quale vale ora la seguente corrispondenza:
punto W ï‚« asse K ï‚« asse Y1 ï‚« asse Z;
e va scartata la scelta del punto FX posto sul piano P.

Claims (10)

  1. “MECCANISMO DI SOLLEVAMENTO†RIVENDICAZIONI 1. Meccanismo (M) per sollevare un supporto (P; 16), ad es. per un materasso, rispetto ad un telaio fisso (T; 10) di un mobile, comprendente: - un primo e secondo braccio (B1, B2; 30, 40) incernierati ad una loro estremità al supporto e all’altra estremità al telaio, in modo che complessivamente i bracci, il telaio e il supporto formino i quattro lati di un parallelogramma articolato capace di guidare il supporto sollevandolo verticalmente; - mezzi di bloccaggio (MS; 80) atti a bloccare il supporto in posizione sollevata, caratterizzato dal fatto che i mezzi di bloccaggio sono collegati permanentemente al primo braccio (B1; 40) e collegabili selettivamente ad almeno un punto fisso (FX; 20, 30, 60) posto su almeno uno del restanti lati del parallelogramma articolato.
  2. 2. Meccanismo secondo la rivendicazione 1, in cui il primo braccio (40) Ã ̈ allungabile e comprende una molla a gas (46) atta a contrastare il peso del supporto.
  3. 3. Meccanismo secondo la rivendicazione 2, in cui il primo braccio comprende un elemento solidale (43) alla molla a gas, e i mezzi di bloccaggio sono collegati all’elemento solidale.
  4. 4. Meccanismo secondo la rivendicazione 3, in cui solo l’elemento solidale à ̈ incernierato (asse Y1) al supporto.
  5. 5. Meccanismo secondo la rivendicazione 3 o 4, in cui l’elemento solidale comprende una sede per alloggiarvi almeno una porzione della molla a gas.
  6. 6. Meccanismo secondo una delle rivendicazioni precedenti, in cui i mezzi di bloccaggio (80) sono collegati tramite incernieramento (asse Z) sul primo braccio.
  7. 7. Meccanismo secondo una delle rivendicazioni precedenti, in cui i mezzi di bloccaggio (80) comprendono una porzione ad uncino o gancio (42) atta ad ancorarsi a detto punto fisso (20).
  8. 8. Meccanismo secondo una qualsiasi delle rivendicazioni precedenti, in cui il primo braccio ha un asse di incernieramento (X1, Y1) al telaio e al supporto, e i mezzi di bloccaggio sono configurati per poter essere bloccabili in un punto (22) solidale al telaio o al supporto posto sostanzialmente lungo almeno uno di tali assi.
  9. 9. Meccanismo secondo una qualsiasi delle rivendicazioni precedenti, comprendente una piastra di fissaggio (20) ad una parete verticale (10a, 10b, 10c, 10d) del telaio, e dalla piastra si estende, lungo l’asse (X1) di incernieramento al telaio (10) del primo braccio (40), un elemento distanziatore (22) alla cui estremità libera à ̈ incernierato il primo braccio, i mezzi di bloccaggio (80) essendo ancorabili a detto elemento distanziatore.
  10. 10. Metodo per bloccare in posizione sollevata rispetto ad un telaio fisso (T; 10) di un mobile un supporto (P; 60) ad es. per un materasso, il supporto potendo esser guidato lontano dal telaio tramite un primo (B1; 40) e secondo braccio (B2; 30) incernierati ad una loro estremità al supporto e all’altra estremità al telaio, in modo che i bracci, il telaio e il supporto formino complessivamente i quattro lati di un parallelogramma articolato capace di guidare il supporto sollevandolo verticalmente, caratterizzato dal collegare/accoppiare mezzi di bloccaggio (MS; 80) tra il primo braccio e almeno un punto fisso (FX; 20, 30, 60) posto su almeno uno dei restanti lati del parallelogramma articolato.
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