ITTV20100025A1 - Apparato d'ispezione del fondo oculare e procedimento relativo - Google Patents

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ITTV20100025A1
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Errico Anna D
Paola Griggio
Carlo Pellizzari
Andrei Plaian
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    • A61MEDICAL OR VETERINARY SCIENCE; HYGIENE
    • A61BDIAGNOSIS; SURGERY; IDENTIFICATION
    • A61B3/00Apparatus for testing the eyes; Instruments for examining the eyes
    • A61B3/10Objective types, i.e. instruments for examining the eyes independent of the patients' perceptions or reactions
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Description

“APPARATO D’ISPEZIONE DEL FONDO OCULARE E PROCEDIMENTO RELATIVO”
DESCRIZIONE
La presente invenzione si riferisce al campo degli apparati d’ispezione del fondo oculare. In particolare, la presente invenzione si riferisce ad un apparato d’ispezione del fondo oculare che offre prestazioni migliorate per quanto riguarda le operazioni di messa a fuoco della retina del paziente.
In un suo ulteriore aspetto, la presente invenzione si riferisce anche ad un procedimento per effettuare la messa a fuoco di un apparato d’ispezione del fondo oculare.
E’ ampiamente noto l’utilizzo d’apparati d’ispezione del fondo oculare, comunemente definiti con il termine di “fundus camera”.
Tali apparati coniugano otticamente la pupilla dell’occhio con una sorgente anulare di luce. L’occhio è illuminato con un fascio di luce che si presenta con sezione anulare a livello della pupilla e la luce riflessa dalla retina è raccolta, attraverso la porzione centrale della pupilla stessa, da opportuni mezzi sensori atti a consentire l’osservazione della retina od ad effettuarne la ripresa.
Tipicamente, prima di iniziare l’osservazione, l’apparato d’ispezione del fondo oculare deve effettuare un procedimento di messa a fuoco in corrispondenza della retina, in modo da permettere un’ottimale osservazione di quest’ultima.
Con il termine di “messa a fuoco”, s’intende in questo ambito una serie di operazioni atte a coniugare otticamente i suddetti mezzi sensori con la retina del paziente, compensando gli eventuali difetti rifrattivi dell’occhio esaminato, ad esempio miopia e ipermetropia.
In figura 1, è schematicamente rappresentato un apparato d’ispezione del fondo oculare 100 di tipo noto.
L’apparato 100 comprende un dispositivo illuminatore 101 in grado di emettere un fascio luminoso 121, di forma anulare.
La luce 121 emessa dalla zona anulare 102 dell’illuminatore 101 è collimata in una zona circa coincidente con il centro dello specchio forato 105, mediante il sistema di lenti 103 e 104. Il fascio luminoso 121 è riflesso dallo specchio 105 ed è collimato mediante la lente 106 in un punto situato circa nel piano della pupilla 7A dell’occhio 7, fino a giungere ad illuminare la retina 7B.
La luce riflessa dalla retina 7B passa attraverso la zona centrale della pupilla 7A, è indirizzata dalla lente 106 verso il foro dello specchio 105 ed è quindi collimata mediante un gruppo di lenti 109 per formare un’immagine su una superficie di ricezione del sensore 110, ad esempio una telecamera digitale.
Nel percorso ottico del fascio luminoso 121 sono inoltre presenti un primo disco opaco 111, atto a bloccare le porzioni di fascio luminoso che potrebbero riflettersi sul cristallino dell’occhio 7, ed un secondo disco opaco 112, atto a bloccare la luce che potrebbe dare luogo a riflessioni della cornea dell’occhio 7.
L’apparato 100 comprende un dispositivo emettitore 113, comprendente una sorgente di luce infrarossa, una o più maschere forate, lenti e microprismi (non illustrati) per emettere una pluralità di fasci luminosi 114 atti a generare sulla retina un pattern di linee luminose.
I fasci luminosi 114 sono inseriti nel percorso d’illuminazione dell’apparato 100 mediante uno specchio mobile 115 o, in alternativa, un dispositivo “beamsplitter” (non illustrato).
Il dispositivo emettitore 113 è operativamente associato al gruppo di lenti 109, mediante un collegamento meccanico 138, in modo che il movimento dell’emettitore 113 sia sincronizzato meccanicamente con il movimento dell’intero gruppo di lenti 109 o con il movimento di una lente 910 di detto gruppo di lenti 109.
Le linee luminose proiettate sulla retina dal fascio luminoso 114 sono visibili direttamente sull’immagine fornita dal sensore 110 oppure tramite un oculare operativamente associato ad un sistema di lenti e dispositivi “beamsplitter” (non illustrati).
Inizialmente, è proiettata sulla retina una pluralità di linee luminose disallineate tra loro.
Per mettere a fuoco la fundus camera, si spostano in maniera sincronizzata il dispositivo emettitore 113 ed il gruppo di lenti 109, fino ad ottenere l’allineamento delle linee luminose osservabili sulla retina.
L’apparato d’ispezione del fondo oculare di tipo tradizionale, illustrato in figura 1, presenta alcuni inconvenienti.
L’utilizzo di uno specchio mobile 115 o di un dispositivo “beamsplitter”, per inserire i fasci luminosi 114 nel percorso ottico dell’apparato 100, rappresenta una soluzione complicata e costosa da implementare praticamente.
Lo specchio mobile 115 può essere soggetto a fenomeni di usura, dopo un numero relativamente elevato di cicli d’utilizzo, a discapito della precisione della sua posizione d’inserimento nel percorso ottico dell’apparato 100.
Ciò può evidentemente compromettere la qualità della messa a fuoco dell’apparato 100.
D’altra parte, l’utilizzo di un dispositivo “beamsplitter”, permanentemente inserito nel percorso d’illuminazione, determina una dispersione della luce 121, proiettata dal dispositivo illuminatore 101.
Ciò costringe a sovradimensionare la potenza d’emissione luminosa del dispositivo illuminatore 101, con relativo aumento dei costi di realizzazione.
L’adozione di un gruppo di microprismi per separare la luce, emessa dalla sorgente di luce infrarossa, in una pluralità di fasci luminosi 114, complica notevolmente la realizzazione del dispositivo emettitore 113, con ulteriore incremento dei costi.
L’apparato 100 è adatto per essere messo a fuoco manualmente con la partecipazione di un operatore umano che guarda attraverso un oculare.
Nel caso di una messa a fuoco automatica, però, l’eventuale procedimento di messa a fuoco deve necessariamente prevedere procedure di identificazione della forma e posizione delle linee luminose proiettate sulla retina.
Tali procedure di identificazione risultano in generale poco robuste, ad esempio nel caso in cui due linee luminose siano vicine alla posizione di allineamento o qualora la retina presenti una conformazione tale da determinare un cambiamento della forma delle linee luminose. Il procedimento di messa a fuoco dell’apparato 100 risulta quindi di difficile implementazione mediante un software che ne permetta l’esecuzione in modo automatico.
Il compito precipuo della presente invenzione è quello di fornire un apparato d’ispezione del fondo oculare che consenta di superare gli inconvenienti dell’arte nota, sopra evidenziati. Nell’ambito di tale compito, uno scopo della presente invenzione è quello di fornire un apparato d’ispezione del fondo oculare che consenta di effettuare un procedimento di messa a fuoco semplice e robusto, facilmente implementabile mediante un software di esecuzione automatica.
Un ulteriore scopo della presente invenzione è quello di fornire un apparato d’ispezione del fondo oculare che si caratterizzi per una notevole semplicità costruttiva ed ingombri ridotti. Un ulteriore scopo della presente invenzione è quello di fornire un fornire un apparato d’ispezione del fondo oculare che sia facilmente realizzabile a livello industriale, a costi competitivi.
Questo compito e questi scopi, nonché altri scopi che appariranno evidenti dalla successiva descrizione e dai disegni allegati, sono realizzati, secondo l’invenzione, da fornire un apparato d’ispezione del fondo oculare, secondo la rivendicazione 1, proposta nel seguito.
L’apparato d’ispezione del fondo oculare, secondo l’invenzione, comprende mezzi d’illuminazione atti a proiettare un primo fascio luminoso per illuminare la retina di un occhio del paziente e mezzi di proiezione atti a proiettare uno o più secondi fasci luminosi sulla retina.
I mezzi d’illuminazione comprendono preferibilmente una pluralità di dispositivi LED (Light Emitting Diodes) disposti su struttura sagomata provvista di un foro passante, in modo da emettere un fascio luminoso sostanzialmente anulare.
Preferibilmente i suddetti mezzi di proiezione proiettano una pluralità di secondi fasci luminosi sulla retina.
A tal fine, essi comprendono preferibilmente una sorgente di luce infrarossa, ad esempio almeno un dispositivo LED, ed una maschera opaca, provvista di uno o più fori per permettere il passaggio della radiazione luminosa emessa da detta sorgente di luce infrarossa. Preferibilmente, i mezzi di proiezione comprendono anche una lente di collimazione posizionata tra la sorgente di luce infrarossa e la maschera opaca e vantaggiosamente predisposta in modo da offrire un’aberrazione sferica relativamente elevata.
Preferibilmente, i mezzi di proiezione sono disposti coassialmente rispetto ai mezzi di illuminazione, in modo che mezzi di proiezione proiettino detti secondi fasci luminosi attraverso il foro passante della struttura di detti mezzi d’illuminazione.
L’apparato d’ispezione del fondo oculare, secondo l’invenzione, comprende inoltre mezzi sensori atti a ricevere la luce riflessa dalla retina, in corrispondenza di una superficie di ricezione, in modo da acquisire una o più immagini della retina, e mezzi di regolazione della messa a fuoco delle immagini della retina, in corrispondenza della superficie di ricezione di detti mezzi sensori.
Nell’apparato d’ispezione del fondo oculare, secondo l’invenzione, sono inoltre previsti mezzi attuatori, atti a muovere detti mezzi di regolazione e detti mezzi di proiezione, e mezzi di elaborazione, atti ad analizzare le immagini della retina, acquisita da detti mezzi sensori ed a generare segnali di comando per detti mezzi attuatori.
L’apparato d’ispezione del fondo oculare, secondo l’invenzione, si caratterizza per il fatto che detti mezzi d’elaborazione sono atti sono atti a calcolare dati indicativi dei valori di massima intensità luminosa in una o più immagini della retina, ed a generare, in base ai dati così calcolati, segnali di comando per detti mezzi attuatori, in modo da muovere detti mezzi di regolazione in una posizione di messa a fuoco, in corrispondenza della quale la retina è coniugata otticamente con la superficie di ricezione di detti mezzi sensori.
I dati indicativi dei valori di massima intensità luminosa comprendono preferibilmente un indice caratteristico dei punti di massima intensità luminosa in una o più immagini della retina.
Secondo una forma realizzativa preferita della presente invenzione i suddetti mezzi d’elaborazione eseguono un procedimento che comprende almeno i seguenti passi:
i) analizzare un’immagine della retina acquisita da detti mezzi sensori;
ii) determinare i punti di massima intensità luminosa detta immagine della retina;
iii) calcolare un valore di un indice caratteristico di detti punti di massima intensità luminosa;
iv) memorizzare il valore di detto indice caratteristico, calcolato al precedente passo iii), e la relativa posizione di detti mezzi di regolazione;
v) generare segnali di comando per detti mezzi attuatori per muovere in modo sincronizzato, e con passo predefinito, detti mezzi di regolazione e detti mezzi di proiezione;
vi) ripetere, almeno una volta, i precedenti passi i)-v);
vii) calcolare il valore massimo (IMAX) di detto indice caratteristico;
viii) generare segnali di comando per detti mezzi attuatori in modo da muovere detti mezzi di regolazione nella posizione, in corrispondenza della quale detto indice caratteristico assume detto valore massimo.
Preferibilmente, detti mezzi di regolazione e detti mezzi di proiezione sono movimentati da detti mezzi attuatori in modo sincronizzato, secondo una legge di dipendenza Y=f(X), dove X è la posizione di detti mezzi di regolazione e Y è la posizione di detti mezzi di proiezione. Secondo una forma realizzativa della presente invenzione, i mezzi di regolazione e i mezzi di proiezione sono operativamente connessi tra loro mediante una catena cinematica e possono essere vantaggiosamente movimentati da un solo primo dispositivo attuatore.
In alternativa, i suddetti mezzi attuatori possono comprendere un secondo dispositivo attuatore, per muovere i mezzi di regolazione, ed un terzo dispositivo attuatore, per muovere i mezzi di proiezione.
In questo caso, i mezzi d’elaborazione comandano vantaggiosamente detti dispositivi attuatori, in modo da muovere detti mezzi di regolazione e detti mezzi di proiezione in modo sincronizzato, secondo una legge di dipendenza che può essere vantaggiosamente definita mediante un opportuno procedimento di calibrazione dell’apparato d’ispezione del fondo oculare.
In un suo ulteriore aspetto, la presente invenzione si riferisce anche ad un procedimento per effettuare la messa a fuoco di un apparato d’ispezione del fondo oculare, secondo la rivendicazione 11, proposta nel seguito.
Tale procedimento prevede che l’apparato d’ispezione del fondo oculare comprenda almeno mezzi d’illuminazione atti a proiettare un primo fascio luminoso per illuminare la retina di un occhio del paziente, mezzi di proiezione atti a proiettare uno o più secondi fasci luminosi sulla retina, mezzi sensori atti a ricevere la luce riflessa dalla retina, in corrispondenza di una superficie di ricezione, in modo da acquisire una o più immagini della retina, e mezzi di regolazione atti a regolare la messa a fuoco delle immagini della retina in corrispondenza della superficie di ricezione di detti mezzi sensori.
Il suddetto procedimento si caratterizza per il fatto di comprendere almeno i seguenti passi: I) proiettare detti secondi fasci luminosi sulla retina;
II) acquisire un’immagine della retina;
III) determinare i punti di massima intensità luminosa in detta immagine della retina; IV) calcolare un valore di un indice caratteristico di detti punti di massima intensità luminosa;
V) muovere in modo sincronizzato e con passo predefinito detti mezzi di regolazione e detti mezzi di proiezione;
VI) ripetere, almeno una volta, i precedenti passi II)-V);
VII) calcolare il valore massimo di detto indice caratteristico; e
VIII) muovere detti mezzi di regolazione nella posizione in corrispondenza della quale detto indice caratteristico assume detto valore massimo.
Ulteriori caratteristiche e vantaggi dell’apparato d’ispezione del fondo oculare, secondo l’invenzione, potranno essere meglio percepiti facendo riferimento alla descrizione data di seguito ed alle allegate figure, fornite a scopo puramente illustrativo e non limitativo, in cui: - la figura 1 illustra schematicamente un apparato d’ispezione del fondo oculare, di tipo noto;
- la figura 2 illustra schematicamente l’apparato d’ispezione del fondo oculare, secondo la presente invenzione, in una sua forma realizzativa;
- la figura 3 illustra schematicamente l’apparato d’ispezione del fondo oculare, secondo la presente invenzione, in una sua ulteriore forma realizzativa;
- la figura 4 illustra schematicamente l’apparato d’ispezione del fondo oculare, secondo la presente invenzione, in una sua ulteriore forma realizzativa;
- la figura 5 illustra schematicamente una forma realizzativa dei mezzi di proiezione compresi nell’apparato d’ispezione del fondo oculare, secondo la presente invenzione; - la figura 6 illustra schematicamente un particolare dei mezzi di proiezione di figura 5; - la figura 7 illustra due immagini della retina durante l’effettuazione del procedimento di messa a fuoco nell’apparato d’ispezione del fondo oculare, secondo la presente invenzione;
- la figura 8 illustra schematicamente un esempio di variazione dell’indice caratteristico calcolato nel procedimento di messa a fuoco dell’apparato d’ispezione del fondo oculare, secondo la presente invenzione;
- la figura 9 illustra schematicamente l’apparato d’ispezione del fondo oculare di figura 3, durante il relativo procedimento di calibrazione; e
- la figura 10 illustra schematicamente un particolare dello strumento di calibrazione impiegato durante il procedimento di calibrazione dell’apparato d’ispezione del fondo oculare di figura 3;
- la figura 11 illustra schematicamente un esempio di legge di dipendenza calcolata nel procedimento di calibrazione dell’apparato d’ispezione del fondo oculare di figura 3. Con riferimento alle citate figure, la presente invenzione si riferisce ad un apparato d’ispezione del fondo oculare 1.
Secondo l’invenzione, l’apparato 1 comprende mezzi d’illuminazione 13, atti a proiettare un primo fascio luminoso (non illustrato) per illuminare la retina 7B dell’occhio 7 del paziente, mezzi di proiezione 17, atti a proiettare uno o più secondi fasci luminosi 21 sulla retina, mezzi sensori 10, atti a ricevere la luce riflessa dalla retina, in corrispondenza di una superficie di ricezione 10A, in modo da acquisire una o più immagini della retina, e mezzi di regolazione atti a regolare la messa a fuoco delle immagini della retina, in corrispondenza della superficie di ricezione 10A dei mezzi sensori 10.
I mezzi di regolazione possono comprendere, ad esempio, un gruppo mobile di lenti 9 o, preferibilmente, come mostrato nelle figure 2-4, una singola lente mobile 91 del gruppo di lenti 9.
L’apparato 1 comprende inoltre mezzi attuatori atti a muovere i mezzi di regolazione 91 e i mezzi di proiezione 17.
I mezzi attuatori dell’apparato 1 possono comprendere un primo dispositivo attuatore 260, preferibilmente costituito da un attuatore lineare con motore passo-passo (figura 2).
In alternativa (figure 3-4), i mezzi attuatori dell’apparato 1 possono comprendere un secondo dispositivo attuatore 26, atto a muovere solo i mezzi di regolazione 91, ed un terzo attuatore 28, atto a muovere solo i mezzi di proiezione 17.
I dispositivi attuatori 26 e 28 sono anch’essi preferibilmente costituiti da attuatori lineari con motore passo-passo.
Nell’apparato 1, sono inoltre previsti mezzi di elaborazione 37 atti ad analizzare le immagini della retina, acquisite dai mezzi sensori 10, ed a generare segnali di comando per i suddetti mezzi attuatori 260, 26, 28.
I mezzi d’illuminazione 13 comprendono preferibilmente una pluralità di dispositivi LED, i quali sono disposti su struttura sagomata 16A vantaggiosamente provvista di un foro passante 16, in modo da emettere un fascio luminoso sostanzialmente anulare.
La struttura sagomata 16A comprende preferibilmente una scheda elettronica, operativamente associata ad un dispositivo concentratore di luce con uscita anulare, del tipo di quello descritto nella domanda di brevetto italiana nr. TV2009A000201.
La struttura sagomata 16A, pur prevedendo sempre un foro passante 16, può essere però conformata in modo diverso da quello sopra indicato.
Il fascio luminoso emesso dai mezzi d’illuminazione 13 segue un percorso ottico del tutto analogo a quello descritto per l’apparato di figura 1.
Nel cammino lungo l’asse ottico (a) dei mezzi d’illuminazione 13, il suddetto fascio luminoso è collimato, mediante le lenti 3 e 4, in corrispondenza di una zona che coincide all’incirca con il centro di uno specchio forato 5.
Il fascio luminoso è quindi riflesso dallo specchio 5 lungo l’asse ottico (b), ed è successivamente collimato, mediante la lente o obiettivo 6, in un punto situato circa nel piano della pupilla 7A dell’occhio 7, giungendo infine ad illuminare la retina 7B.
La luce riflessa dalla retina 7B passa attraverso la zona centrale della pupilla 7A, è indirizzata dalla lente 6 verso il foro dello specchio 5 ed è quindi collimata mediante il gruppo di lenti 9 per formare un’immagine su una superficie di ricezione 10A dei mezzi sensori 10, comprendenti, ad esempio, una telecamera digitale.
Nel percorso ottico del fascio luminoso emesso dai mezzi d’illuminazione 13, è inoltre presente una maschera 12 atta a bloccare la luce che potrebbe dare luogo a riflessioni in corrispondenza della cornea dell’occhio 7.
Preferibilmente, i mezzi di proiezione 17 proiettano una pluralità di secondi fasci luminosi sulla retina. A tal fine, essi comprendono almeno una sorgente di luce infrarossa 18 che può vantaggiosamente essere costituita da almeno un dispositivo LED.
La sorgente infrarossa 18 è vantaggiosamente associata operativamente ad una maschera opaca 20, provvista di uno o più fori 35 per permettere il passaggio della radiazione luminosa 32, emessa dalla sorgente 18 (figure 5-6).
Preferibilmente, i mezzi di proiezione 17 comprendono anche una lente intermedia 19 posizionata tra la sorgente di luce infrarossa 18 e la maschera opaca 20.
La luce 32, emessa dalla superficie emissiva 30 della sorgente 18, è vantaggiosamente collimata, mediante la lente 19, sulla maschera 20.
La lente 19 è montata in modo da offrire una prima superficie 19A con raggio minore, rivolta verso la sorgente di luce 18, ed una seconda superficie 19B, con raggio maggiore, rivolta verso la maschera 20.
Questo particolare posizionamento della lente 19 ne aumenta considerevolmente l’aberrazione sferica.
Pertanto, la deviazione subita dei raggi luminosi 33, incidenti in corrispondenza della zona periferica della lente 19, risulta maggiore della deviazione subita dai raggi luminosi 34, incidenti in corrispondenza di zone più vicine al centro della lente 19.
L’intersezione dei raggi luminosi 32 incidenti sulla lente 19 avviene, di conseguenza, in corrispondenza di una zona d’intersezione 30A, avente forma di corona circolare e situata ad una certa distanza dalla lente 19.
In tale zona d’intersezione 30A, la densità di potenza del fascio di luce 32, emesso dalla sorgente 18, diventa massima.
Vantaggiosamente, la maschera 20 è posizionata sostanzialmente in corrispondenza di tale zona d’intersezione 30A, con i fori 35 disposti secondo una forma sostanzialmente circolare, con diametro vantaggiosamente corrispondente al diametro della zona d’intersezione 30A.
I raggi luminosi 32, deviati dalla lente 19, convergono vantaggiosamente prima del bordo esterno 35A dei fori 35 della maschera 20.
In tal modo, i fasci luminosi 21, in uscita dai fori 35, sono divergenti, come se fossero generati da sorgenti di luce indipendenti, posizionate in corrispondenza dei fori 35.
La radiazione luminosa, in uscita dai mezzi di proiezione 17, risulta pertanto essere del tutto simile a quella creata da una pluralità di sorgenti indipendenti, ciascuna delle quali atta ad emettere un fascio luminoso 21.
In questo caso, però, si utilizza una sola sorgente di luce 18 ed una sola lente 19 di collimazione, semplificando notevolmente la struttura dei mezzi di proiezione 17, con relativa riduzione dei costi di realizzazione.
Preferibilmente, la lente intermedia 19 è una lente piano-convessa. Ciò consente di ridurre ulteriormente i costi, ottenendo, al contempo, fasci luminosi 21 di elevata qualità, in uscita dai fori 35 della maschera 20.
Secondo una forma realizzativa preferita della presente invenzione, i mezzi di proiezione 17 sono disposti coassialmente rispetto ai mezzi di illuminazione 13, lungo il medesimo asse ottico (a) di quest’ultimi.
Vantaggiosamente, i mezzi di proiezione 17 sono predisposti in modo da proiettare i fasci luminosi 21 attraverso il foro passante 16 della struttura 16A dei mezzi d’illuminazione 13. I fasci luminosi 21 passano attraverso le lenti di collimazione 23 e 3 e sono collimati su un piano (r) coniugato otticamente con la retina 7B.
La lente 23 è sostenuta, e mantenuta in posizione coassiale con i mezzi d’illuminazione 13, mediante un corpo cavo 24, a forma di tubo cilindrico o conico, operativamente associato al foro passante 16, in corrispondenza di un’estremità opposta a quella in cui è posizionata la lente 23.
Le pareti del corpo cavo 24 sono vantaggiosamente in grado di bloccare la luce che genera dei riflessi sul cristallino dell’occhio 7.
Si evita così la necessità di predisporre, lungo l’asse ottico (a), una maschera dedicata a tale scopo.
Nelle forme realizzative, illustrate nelle figure 2-4, la radiazione luminosa 21 entra vantaggiosamente nel percorso d’illuminazione dell’apparato 1 coassialmente con il foro passante 16, senza la necessità di utilizzare specchi mobili o dispositivi “beamsplitter”.
Secondo una forma realizzativa alternativa, non illustrata, i mezzi di proiezione 17 potrebbero essere montati all’interno del corpo cavo 24.
In questo caso, la posizione dei mezzi di proiezione 17 potrebbe essere eventualmente regolata, lungo l’asse ottico (a), mediante un’asta passante attraverso il foro passante 16. Seguendo il percorso d’illuminazione dell’apparato 1, lungo gli assi ottici (a) e (b), i fasci luminosi 21 arrivano sulla retina 7B in corrispondenza della quale formano una matrice di punti luminosi 25 (figura 7, immagine (B)).
L’immagine della retina, con la suddetta matrice di punti luminosi 25, può quindi essere osservata ed acquisita per mezzo dei mezzi sensori 10.
In figura 4, è illustrata una possibile variante realizzativa della presente invenzione, nella quale uno specchio 29 è inserito nel percorso ottico tra i mezzi d’illuminazione 13 e lo specchio forato 5.
Lo specchio 29 è vantaggiosamente atto a riflettere il primo fascio luminoso, emesso dai mezzi d’illuminazione 13, e/o i secondi fasci luminosi 21, emessi dai mezzi di proiezione 17. L’introduzione dello specchio 29 consente di ripiegare il percorso d’illuminazione compreso tra i mezzi d’illuminazione 13 e lo specchio forato 5, lungo l’asse ottico (a).
Ciò permette di compattare la struttura dell’apparato 1, con una significativa riduzione degli ingombri complessivi.
Secondo l’invenzione, i mezzi d’elaborazione 37, comprendenti ad esempio un computer, sono atti a calcolare dati indicativi dei valori di massima intensità luminosa in una o più immagini della retina, acquisite dai mezzi sensori 10.
In base ai dati così calcolati, i mezzi d’elaborazione 37 generano segnali di comando per i mezzi attuatori 260, 26 e 38 in modo da muovere i mezzi di regolazione 91, in una posizione di messa a fuoco XF, in corrispondenza della quale la retina è coniugata otticamente con la superficie di ricezione 10A dei mezzi sensori 10.
Preferibilmente, i dati indicativi della distribuzione di intensità luminosa comprendono un numero di valori di massima intensità luminosa presenti nelle immagini della retina uguale al numero dei secondi fasci 21 proiettati sulla retina.
Vantaggiosamente, tali dati indicativi della distribuzione dei punti di massima intensità luminosa possono essere caratterizzati da un indice caratteristico I dei punti di massima intensità luminosa per le immagini rilevate, come ad esempio la media aritmetica dei valori di massima intensità luminosa.
Un esempio di variazione dell’indice caratteristico I, in funzione della posizione X dei mezzi di regolazione 91 è rappresentato in figura 8.
Preferibilmente, i mezzi d’elaborazione 37 eseguono una procedura strutturata che prevede di determinare la messa a fuoco dell’apparato 1, analizzando una serie d’immagini della retina, nelle quali è osservabile la matrice di punti luminosi generati dai fasci luminosi 21, emessi dai mezzi di proiezione 17, ciascuna di tali immagini corrispondendo ad una certa posizione X dei mezzi di regolazione 91, lungo l’asse (b).
Il procedimento eseguito dai mezzi di elaborazione 37 comprende il passo i) di analizzare un’immagine della retina, acquisita dai mezzi sensori 10, ed il passo ii) di determinare i punti di massima intensità luminosa in detta immagine della retina.
Una volta determinati i punti di massima luminosità sull’immagine acquisita, è previsto un passo iii) di calcolare un valore VIdi un indice caratteristico I dei punti di massima intensità luminosa, ad esempio della media aritmetica dei valori di massima intensità luminosa, corrispondenti ai punti di massima intensità luminosa trovati al precedente passo ii).
E’ quindi previsto un passo iv) di memorizzare il valore VIdell’indice caratteristico I, calcolato al passo iii), e la relativa posizione X dei mezzi di regolazione 91 lungo l’asse ottico (b).
Successivamente, il procedimento comprende un passo v) di generare segnali di comando per i mezzi attuatori 260, 26, 28 per muovere in modo sincronizzato, e con passo predefinito, i mezzi di regolazione 91 ed i mezzi di proiezione 17.
Il procedimento prevede quindi un passo vi) di ripetere, almeno una volta, i precedenti passi i)-v).
In questo modo, come illustrato in figura 8, si può ricostruire l’andamento dell’indice caratteristico I, identificando un’opportuna curva che interpoli la serie di valori VIcalcolati per ogni ripetizione del ciclo comprendente i precedenti passi i)-v), quindi per ogni immagine acquisita.
Il procedimento, eseguito dai mezzi d’elaborazione 17, prevede quindi il passo vii) di calcolare il valore massimo IMAXdell’indice caratteristico I ed il passo viii) di generare segnali di comando per i mezzi attuatori 260, 26, 28, in modo da muovere i mezzi di regolazione 91 nella posizione XF, in corrispondenza della quale detto indice caratteristico I assume il valore massimo IMAX.
Il procedimento eseguito dai mezzi d’elaborazione 37, per il conseguimento della messa a fuoco, sfrutta il fatto che l’intensità luminosa dei punti 25 proiettati sulla retina è legata allo stato di collimazione dei fasci luminosi 21.
In particolare, l’intensità luminosa dei punti 25, proiettati sulla retina, aumenta in funzione del grado di collimazione dei fasci luminosi 21, raggiungendo i valori massimi quando i fasci luminosi 21 sono a fuoco sulla retina.
Per identificare il grado di collimazione dei fasci luminosi 21, sull’immagine fornita dai mezzi sensori 10, il procedimento, eseguito dai mezzi d’elaborazione 37, prevede di calcolare un indice caratteristico I indicativo dei massimi d’intensità luminosa sui pixel dell’immagine acquisita (figura 8).
Tale indice caratteristico I raggiunge il proprio massimo IMAXper una posizione XFdei mezzi di regolazione 91, in corrispondenza della quale la potenza dei fasci luminosi 21 si distribuisce su un’area minima, cioè quando i fasci luminosi 21 sono collimati sulla retina.
In questa situazione, poiché la regolazione di messa a fuoco 91 è movimentata in maniera sincronizzata con l’emettitore 17, si realizza anche la condizione di avere la retina otticamente coniugata con la superficie di ricezione 10A dei mezzi sensori 10.
In corrispondenza di tale posizione XFdei mezzi di regolazione 91, l’apparato 1 si trova in una posizione di messa a fuoco.
La scelta di proiettare all’interno dell’occhio una matrice di punti luminosi 25 (figura 7), invece di un unico punto, consente di rendere particolarmente robusto il procedimento di analisi delle immagini acquisite.
Infatti, ciò consente di rendere l’analisi delle immagini, acquisite dai mezzi sensori 10, sostanzialmente immune dall’eventuale presenza di zone locali scure, a causa, ad esempio, della presenza di vasi sanguigni o difetti della retina.
Nel caso di proiezione di un unico punto, se tale punto fosse collimato, per esempio su un vaso sanguigno, la densità di potenza potrebbe subire un calo, quando il punto luminoso si collima su una zona di diametro inferiore a quello del vaso sanguigno.
Ciò potrebbe rendere difficoltosa l’identificazione del massimo di collimazione del punto. Proiettando una matrice di punti luminosi, la probabilità che tutti i punti si collimino in corrispondenza di vasi sanguigni o difetti della retina si riduce e, di conseguenza, la procedura di analisi delle immagini della retina diventa più robusta.
Inizialmente, i punti luminosi 25 si presentano generalmente come macchie sfocate di luce 27 aventi una forma anulare, con la zona centrale non illuminata (figura 7-immagine (A)).
Per un occhio con difetti rifrattivi (miopia o ipermetropia), infatti, il piano coniugato con i mezzi sensori 10, nel quale sono collimati i fasci luminosi 21, non coincide affatto con la superficie della retina.
La forma anulare delle macchie di luce 27 è dovuta sostanzialmente alla presenza della maschera 12, lungo il percorso d’illuminazione, la quale, oltre a bloccare la luce che si rifletterebbe sulla cornea per poi giungere ai mezzi sensori 10, è in grado di bloccare anche la porzione centrale dei fasci luminosi 21 che generano i punti luminosi 25.
Muovendo, in maniera sincronizzata, i mezzi di regolazione 91 ed i mezzi di proiezione 17, le macchie sfocate di luce 27 si collimano nei punti luminosi 25.
Continuando il movimento dei mezzi di regolazione 91 ed i mezzi di proiezione 17, i punti luminosi ridiventano macchie sfocate anulari.
La sezione anulare dei fasci luminosi 21 favorisce un aumento della variazione dell’intensità luminosa sui pixel della superficie di ricezione 10A dei mezzi sensori 10, durante la ricerca della posizione di massima collimazione, rendendo così il procedimento di messa a fuoco più preciso.
Ciò deriva dal fatto che i fasci luminosi 21 di sezione anulare sono sprovvisti dei raggi luminosi centrali che sfuocherebbero meno rispetto ai raggi periferici, durante lo spostamento dei mezzi di proiezione 17.
Per rendere il procedimento sopra descritto più veloce, i mezzi d’elaborazione 37 potrebbero vantaggiosamente misurare la densità di potenza dei pixel della superficie di ricezione 10A in corrispondenza di un certo numero di finestre software centrate con la posizione nominale dei punti luminosi 25, evitando quindi di analizzare l’intera immagine acquisita dai mezzi sensori 10.
Il procedimento, sopra descritto, è facilmente eseguibile in modo automatizzato da un programma software memorizzato a bordo dei mezzi d’elaborazione 37.
Da quanto sopra, è evidente come, in un suo ulteriore aspetto, la presente invenzione riguardi un procedimento di messa a fuoco di un apparato d’ispezione oculare.
Tale procedimento di messa a fuoco prevede che l’apparato d’ispezione del fondo oculare 1 comprenda almeno i mezzi d’illuminazione 13, i mezzi di proiezione 17, i mezzi sensori 10 ed i mezzi di regolazione 91.
Il suddetto procedimento di messa a fuoco prevede almeno i seguenti passi:
I) proiettare, mediante i mezzi di proiezione 17, i secondi fasci luminosi 21 sulla retina; II) acquisire un’immagine della retina, mediante i mezzi sensori 10;
III) determinare i punti di massima intensità luminosa nell’immagine della retina acquisita al passo II);
IV) calcolare un valore VIdi un indice caratteristico I dei punti di massima intensità luminosa;
V) muovere in modo sincronizzato, e con passo predefinito, i mezzi di regolazione 91 ed i mezzi di proiezione 17;
VI) ripetere, almeno una volta, i precedenti passi II)-V);
VII) calcolare il valore massimo IMAXdell’indice caratteristico I;
VIII) muovere i mezzi di regolazione 91 nella posizione XFin corrispondenza della quale l’indice caratteristico I assume il valore massimo IMAX.
Preferibilmente, i mezzi attuatori 260, 26, 28 dell’apparato 1 muovono i mezzi di regolazione 91 ed i mezzi di proiezione 17, in modo che il movimento dei mezzi di regolazione 91 sia sincronizzato meccanicamente con il movimento dei mezzi di proiezione, secondo una legge di dipendenza Y=f(X), dove X è la posizione dei mezzi di regolazione 91, lungo l’asse (b), e Y è la posizione dei mezzi di proiezione 17, lungo l’asse (a).
In tal modo, si garantisce che la zona di massima collimazione dei punti luminosi 25, proiettati nell’occhio 7 dai mezzi di proiezione 17, si trovi sempre in un piano situato nella vicinanza della retina 7B, coniugato con la superficie di ricezione 10A dei mezzi sensori 10. Secondo una forma realizzativa della presente invenzione (figura 2), i mezzi di regolazione 91 ed i mezzi di proiezione 17 sono operativamente connessi tra loro da una catena cinematica 38 che può comprendere, ad esempio, un sistema di leve o un meccanismo a camma.
La catena cinematica 38 è operativamente connessa al solo dispositivo attuatore 260, il quale può così regolare la posizione X dei mezzi di regolazione 91, lungo l’asse (b), in modo sincronizzato con la posizione Y dei mezzi di proiezione 17, lungo l’asse (a).
In alternativa (figure 3-4), l’apparato 1 comprende i dispositivi attuatori 26 e 28, tra loro indipendenti e comandati dai mezzi d’elaborazione 17 in modo da muovere i mezzi di regolazione 91 ed i mezzi di proiezione 17 in modo sincronizzato.
Secondo tale variante realizzativa, la sincronizzazione del movimento dei mezzi di regolazione 91 non è evidentemente effettuata meccanicamente, mediante una catena cinematica di collegamento tra le parti in moto, ma è operata via software dai mezzi d’elaborazione 37.
In questo caso, la suddetta legge di dipendenza Y=f(X) può essere vantaggiosamente stabilita mediante un opportuno procedimento di calibrazione dell’apparato 1.
Ciò comporta notevoli vantaggi.
Ad esempio è possibile progettare l’ottica dell’apparato 1 in modo quasi indipendente rispetto alla progettazione delle parti meccaniche, permettendo di ridurre i tempi e i costi di progettazione o di modifica dell’apparato 1.
E’ inoltre possibile stabilire la legge di dipendenza Y=f(X), compensando le tolleranze dei pezzi meccanici e ottici, a differenza di quanto accade nelle forme realizzative della presente invenzione in cui si prevede l’utilizzo di una catena cinematica 38.
In tali casi, infatti, la legge di dipendenza Y=f(X) è calcolata partendo dalle dimensioni nominali dei pezzi ottici e meccanici, e potrebbe portare a errori di sincronizzazione tra le posizioni X e Y, dipendenti dalle tolleranze in gioco.
Di conseguenza, nella forma realizzative della presente invenzione illustrate nelle figure 3-4, le tolleranze delle parti meccaniche ed ottiche possono essere maggiori senza compromettere il funzionamento dell’apparato 1, permettendo così di ridurre i costi complessivi.
Il procedimento di calibrazione suddetto prevede un primo passo a) di fornire uno strumento di calibrazione che comprende un obiettivo 363 ed un bersaglio movibile 362, coassiale con l’obiettivo 363.
La posizione assiale del bersaglio 362, rispetto all’obiettivo 363, può essere regolata mediante un quarto dispositivo attuatore 361, comprendente, ad esempio, attuatore lineare con motore passo-passo, e vantaggiosamente comandato dai mezzi d’elaborazione 37.
La superficie del bersaglio 362 è prevista con un disegno 365 ad alto contrasto, per esempio una ripetizione di figure geometriche realizzate con linee nere su fondo bianco (figura 10). Il disegno 365 risulta vantaggioso per mettere a fuoco i mezzi sensori 10, durante il processo di calibrazione, utilizzando algoritmi di tipo noto che rilevano l’immagine con nitidezza massima tra una serie di immagini rilevate.
I fasci luminosi 21, emessi dai mezzi di proiezione 17, si proiettano vantaggiosamente sulla parte centrale del bersaglio 362, generando i punti luminosi 366.
La parte centrale del bersaglio 362 è vantaggiosamente di colore omogeneo, per esempio bianco, per facilitare l’identificazione dei massimi locali di intensità dei punti luminosi proiettati durante il procedimento di calibrazione.
Il bersaglio 362 può essere illuminato con i mezzi d’illuminazione 13 o mediante un eventuale dispositivo illuminatore 364, incorporato nello strumento di calibrazione 36.
Il procedimento di calibrazione prevede quindi il passo b) di montare lo strumento di calibrazione 36, in posizione predefinita rispetto all’obiettivo 6, cioè davanti ad esso.
E’ quindi previsto il passo c) di predisporre i mezzi attuatori 26 e 28 ed il dispositivo attuatore 361 in una posizione iniziale di zero ed il passo d) di illuminare il bersaglio 362 e di spegnere i mezzi di proiezione 17.
Il bersaglio 362 può essere illuminato con il fascio luminoso, normalmente utilizzato dai mezzi d’illuminazione 13 per illuminare la retina oppure, preferibilmente, con un fascio luminoso generato mediante il dispositivo illuminatore 364.
Adottando il dispositivo illuminatore 364, si evita di far passare la luce d’illuminazione attraverso le lenti dell’obiettivo 363. In questo modo si eliminano i possibili riflessi che questa luce potrebbe generare sulle lenti dell’obiettivo 363.
Il procedimento di calibrazione prevede inoltre il passo e) di acquisire, mediante i mezzi sensori 10, prime immagini del bersaglio 362 per diverse posizioni X dei mezzi di regolazione 91, lungo l’asse (b).
Si prevede quindi il passo f) di analizzare dette prime immagini, individuare e memorizzare la posizione Xi dei mezzi di regolazione 91 che corrisponde all’immagine con nitidezza massima tra quelle rilevate.
Al passo g) del procedimento di calibrazione, si prevede di spegnere i mezzi di illuminazione 13 o il dispositivo illuminatore 364 ed attivare i mezzi di proiezione 17.
E’ quindi previsto il passo h) di acquisire, mediante i mezzi sensori 10, seconde immagini del bersaglio 362 per diverse posizioni di regolazione Y dei mezzi di proiezione 17, lungo l’asse (a).
Successivamente, al passo i), il procedimento di calibrazione prevede di individuare, per ciascuna delle seconde immagini acquisite, i punti di massima intensità luminosa e di calcolare un indice caratteristico I di detti punti di massima intensità luminosa.
Sono quindi previsti il passo j) di calcolare il valore massimo IMAXper detto indice caratteristico, il passo k) di individuare e memorizzare la posizione (Yi) dei mezzi di proiezione 17, in corrispondenza della quale l’indice caratteristico assume detto valore massimo ed il passo l) di memorizzare la coppia di posizioni (Xi, Yi).
Al passo m), il procedimento prevede di muovere il bersaglio 362 con passo predefinito mediante il quarto dispositivo attuatore 361.
E’ quindi previsto il passo n) di ripetere almeno una volta, i precedenti passi d)-m).
Si ricava in tal modo una serie di coppie (Xi, Yi) relative ad una pluralità di possibili posizioni sincronizzate per i mezzi di regolazione 91 e i mezzi di proiezione 17.
Il procedimento di calibrazione comprende infine in passo o) di calcolare, in base ai dati memorizzati ai passi precedenti, cioè alla serie di coppie (Xi, Yi) così individuate, la legge di dipendenza Y=f(X) che regola il posizionamento sincronizzato dei mezzi di regolazione 91 e dei mezzi di proiezione 17.
L’apparato 1, secondo l’invenzione, presenta notevoli vantaggi rispetto all’arte nota.
Il procedimento di messa a fuoco dell’apparato 1 è molto semplice e robusto. La proiezione di una pluralità di punti luminosi sulla retina garantisce una relativa immunità da eventuali difetti locali della retina o dalla presenza dei vasi sanguigni.
Il procedimento di messa a fuoco risulta pertanto di facile esecuzione automatica per mezzo di un opportuno software eseguibile dai mezzi d’elaborazione 37.
L’apparato 1 si caratterizza per una notevole semplicità costruttiva.
I mezzi di proiezione 17 presentano una struttura relativamente semplice e non comprendono complessi sistemi di microprismi e lenti per generare i fasci luminosi 21.
Nell’apparato 1, i fasci luminosi 21, emessi dai mezzi di proiezione 17, sono inseriti nel percorso d’illuminazione, senza l’impiego di specchi mobili o dispositivo “beamsplitter”. In una sua forma realizzativa, l’apparato 1 può essere facilmente messo a punto mediante un procedimento di calibrazione strutturato che consente di ridurre la possibilità di errori umani e di ridurre i tempi e costi di produzione.
L’apparato 1 presenta una struttura molto compatta che presenta peso e dimensioni relativamente ridotte.
Come appare evidente dalla descrizione di cui sopra, l’apparato 1, presenta una struttura complessiva relativamente semplice, facilmente realizzabile a livello industriale, con notevoli vantaggi in termini di contenimento dei costi di produzione.

Claims (11)

  1. [M3101822/IT] RIVENDICAZIONI 1. Apparato d’ispezione del fondo oculare (1) comprendente: mezzi d’illuminazione (13) atti a proiettare un primo fascio luminoso per illuminare la retina di un occhio (7) del paziente; mezzi di proiezione (17) atti a proiettare uno o più secondi fasci luminosi (21) sulla retina; mezzi sensori (10) atti a ricevere la luce riflessa dalla retina, in corrispondenza di una superficie di ricezione (10A), in modo da acquisire una o più immagini della retina; mezzi di regolazione (91) atti a regolare la messa a fuoco delle immagini della retina, in corrispondenza della superficie di ricezione di detti mezzi sensori; mezzi attuatoli (260, 26, 28) atti a muovere detti mezzi di regolazione e detti mezzi di proiezione; mezzi di elaborazione (37) atti ad analizzare le immagini della retina, acquisita da detti mezzi sensori, ed a generare segnali di comando per detti mezzi attuatori; caratterizzato dal fatto che detti mezzi di elaborazione sono atti a calcolare dati indicativi dei valori di massima intensità luminosa in una o più immagini della retina, detti mezzi d’elaborazione generando, in base a detti dati indicativi dei valori di massima intensità luminosa, segnali di comando per detti mezzi attuatori, in modo da muovere detti mezzi di regolazione in una posizione di messa a fuoco (XF), in corrispondenza della quale la retina è coniugata otticamente con la superficie di ricezione di detti mezzi sensori.
  2. 2. Apparato d’ispezione del fondo oculare, secondo la rivendicazione 1, caratterizzato dal fatto che detti mezzi d’elaborazione eseguono un procedimento che comprende almeno i seguenti passi: i) analizzare un’immagine della retina acquisita da detti mezzi sensori; ii) determinare i punti di massima intensità luminosa in detta immagine della retina; [M3101822/IT] iii) calcolare un valore (Vi ) di un indice caratteristico (I) di detti punti di massima intensità luminosa; iv) memorizzare il valore di detto indice caratteristico, calcolato al passo iii), e la relativa posizione di detti mezzi di regolazione; v) generare segnali di comando per detti mezzi attuatori in modo da muovere in modo sincronizzato e con passo predefinito detti mezzi di regolazione e detti mezzi di proiezione; vi) ripetere, almeno una volta, i precedenti passi i)-v); vii) calcolare il valore massimo (IMAX) di detto indice caratteristico; viri) generare segnali di comando per detti mezzi attuatori in modo da muovere detti mezzi di regolazione in una posizione (XF), in corrispondenza della quale detto indice caratteristico assume detto valore massimo.
  3. 3. Apparato, secondo una o più delle rivendicazioni precedenti, caratterizzato dal fatto che detti mezzi d’illuminazione (13) sono disposti coassialmente rispetto a detti mezzi di illuminazione (13), lungo un medesimo asse (a).
  4. 4. Apparato, secondo la rivendicazione 3, caratterizzato dal fatto che detti mezzi di proiezione sono predisposti in modo da proiettare detti secondi fasci luminosi (21) attraverso un foro passante (16) di una struttura sagomata (16A) di detti mezzi d’illuminazione, detti secondi fasci luminosi passando attraverso almeno una lente (23), coassiale con detti mezzi d’illuminazione, detta lente (23) essendo mantenuta in posizione da un corpo cavo (24), operativamente associato a detto foro passante.
  5. 5. Apparato, secondo una o più delle rivendicazioni precedenti, caratterizzato dal fatto che detti mezzi di proiezione comprendono almeno una sorgente di luce infrarossa (18) ed una maschera opaca (20) provvista di uno o più fori (35) per permettere il passaggio della radiazione luminosa emessa da detta sorgente di luce infrarossa. [M3101822/IT]
  6. 6. Apparato, secondo la rivendicazione 5, caratterizzato dal fatto che detti mezzi di proiezione comprendono una lente (19), posizionata tra detta sorgente di luce infrarossa (18) e detta maschera opaca (20), detta lente (19) essendo predisposta in modo da presentare una prima superficie (19A), con raggio minore, rivolta verso detta sorgente di luce infrarossa, ed una seconda superficie (19B), con raggio maggiore, rivolta verso detta maschera opaca.
  7. 7. Apparato, secondo una o più delle rivendicazioni precedenti, caratterizzato dal fatto di comprendere uno specchio (29) atto a riflettere detto primo fascio luminoso e detti secondi fasci luminosi, detto specchio (29) essendo posizionato tra detti mezzi d’illuminazione ed uno specchio forato (5), atto a riflettere ulteriormente detto primo fascio luminoso e detti secondi fasci luminosi.
  8. 8. Apparato d’ispezione oculare, secondo una o più delle rivendicazioni precedenti, caratterizzato dal fatto che detti mezzi attuatori comprendono un primo dispositivo attuatore (260) operativamente connesso ad una catena cinematica (38) atta a connettere operativamente detti mezzi di regolazione e detti mezzi di proiezione, in modo da muovere detti mezzi di regolazione e detti mezzi di proiezione in modo sincronizzato, secondo una legge di dipendenza Y=f(X), dove X è la posizione di detti mezzi di regolazione e Y è la posizione di detti mezzi di proiezione.
  9. 9. Apparato d’ispezione oculare, secondo una o più delle rivendicazioni da 1 a 7, caratterizzato dal fatto che detti mezzi attuatori comprendono un secondo dispositivo attuatore (26), per muovere detti mezzi di regolazione, ed un terzo dispositivo attuatore (28), per muovere detti mezzi di proiezione, detti mezzi d’elaborazione generando segnali di comando per detti secondo e terzo attuatore in modo da muovere detti mezzi di regolazione e detti mezzi di proiezione, in modo sincronizzato, secondo una legge di dipendenza Y=f(X), dove X è la posizione di detti mezzi di regolazione e Y è la posizione di detti mezzi di proiezione. [M3101822/IT]
  10. 10. Procedimento di calibrazione di un apparato d’ispezione del fondo oculare, secondo la rivendicazione 9, caratterizzato dal fatto di comprendere almeno i seguenti passi: a) fornire uno strumento di calibrazione (36) comprendente un obiettivo (363), un bersaglio movibile (362), coassiale con detto obiettivo, la posizione assiale di detto bersaglio, rispetto a detto obiettivo, essendo regolabile mediante un quarto dispositivo attuatore (361); b) montare detto strumento di calibrazione in posizione predefinita rispetto ad un obiettivo (6) di detto dispositivo d’ispezione oculare; c) predisporre detti mezzi attuatori (26, 28) e detto quarto dispositivo attuatore (361) in una posizione iniziale di zero; d) illuminare detto bersaglio, mediante detti mezzi d’illuminazione (13) o un dispositivo illuminatore (364), e spegnere detti mezzi di proiezione (17); e) acquisire, mediante detti mezzi sensori, prime immagini di detto bersaglio per diverse posizioni (X) di detti mezzi di regolazione (91); f) analizzare dette prime immagini, individuare e memorizzare la posizione (Xi) di detti mezzi di regolazione, corrispondente all’immagine con nitidezza massima tra dette prime immagini; g) spegnere detti mezzi di illuminazione o detto dispositivo illuminatore ed attivare detti mezzi di proiezione; h) acquisire, mediante mezzi sensori, seconde immagini di detto bersaglio per diverse posizioni di regolazione (Y) di detti mezzi di proiezione; i) individuare, per ciascuna di dette seconde immagini, i punti di massima intensità luminosa e calcolare un valore di un indice caratteristico (I) dei punti di massima intensità luminosa; j) calcolare il valore massimo (IMAX) per detto indice caratteristico; [M3101822/IT] k) individuare e memorizzare una posizione (Yi) di detti mezzi di proiezione, in corrispondenza della quale detto indice caratteristico assume detto valore massimo; l) memorizzare la coppia di posizioni (Xi, Yi); m) muovere detto bersaglio con passo prestabilito, mediante detto quarto dispositivo attuatore; n) ripetere, almeno una volta, i precedenti passi d)-m); o) calcolare, in base ai dati memorizzati ai passi precedenti, una legge di dipendenza Y=f(X) per regolare il posizionamento sincronizzato di detti mezzi di regolazione e di detti mezzi di proiezione, dove X è la posizione di detti mezzi di regolazione e Y è la posizione di detti mezzi di proiezione.
  11. 11. Procedimento per effettuare la messa a fuoco di un apparato d’ispezione del fondo oculare in corrispondenza della retina di un occhio del paziente, detto apparato d’ispezione del fondo oculare comprendendo almeno: - mezzi d’illuminazione (1) atti a proiettare un primo fascio luminoso per illuminare la retina di un occhio (7) del paziente; - mezzi di proiezione (17) atti a proiettare uno o più secondi fasci luminosi (21) sulla retina; - mezzi sensori (10) atti a ricevere la luce riflessa dalla retina del paziente, in corrispondenza di una superficie di ricezione, in modo da acquisire una o più immagini della retina del paziente; - mezzi di regolazione (91) atti a regolare la messa a fuoco delle immagini della retina in corrispondenza della superficie di ricezione di detti mezzi sensori; caratterizzato dal fatto di comprendere almeno i seguenti passi: I) proiettare detti secondi fasci luminosi sulla retina; II) acquisire un’immagine della retina; [M3101822/IT] Ili) determinare i punti di massima intensità luminosa in detta immagine della retina; IV) calcolare un valore (Vi) di un indice caratteristico (I) di detti punti di massima intensità luminosa; V) muovere in modo sincronizzato e con passo predefmito detti mezzi di regolazione e detti mezzi di proiezione; VI) ripetere, almeno una volta, i precedenti passi II)-V); VII) calcolare il valore massimo (IMAX) di detto indice caratteristico; Vili) muovere detti mezzi di regolazione in una posizione (XF), in corrispondenza della quale detto indice caratteristico assume detto valore massimo.
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