ITTO990231U1 - Unita' di sterilizzazione di un materiale di confezionamento per una macchina confezionatrice di prodotti alimentari versabili. - Google Patents

Unita' di sterilizzazione di un materiale di confezionamento per una macchina confezionatrice di prodotti alimentari versabili. Download PDF

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ITTO990231U1
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Giacomo Tarzia
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Tetra Laval Holdings & Finance
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    • G05CONTROLLING; REGULATING
    • G05DSYSTEMS FOR CONTROLLING OR REGULATING NON-ELECTRIC VARIABLES
    • G05D11/00Control of flow ratio
    • G05D11/02Controlling ratio of two or more flows of fluid or fluent material
    • G05D11/13Controlling ratio of two or more flows of fluid or fluent material characterised by the use of electric means
    • G05D11/135Controlling ratio of two or more flows of fluid or fluent material characterised by the use of electric means by sensing at least one property of the mixture
    • G05D11/138Controlling ratio of two or more flows of fluid or fluent material characterised by the use of electric means by sensing at least one property of the mixture by sensing the concentration of the mixture, e.g. measuring pH value

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Description

La presente innovazione si riferisce ad un'unità di sterilizzazione per una macchina confezionatrice di prodotti alimentari versabili.
Sono note macchine per il confezionamento di prodotti alimentari versabili, quali ad esempio succo di frutta, vino, passata di pomodoro, latte pastorizzato o a lunga conservazione (UHT), ecc. nelle quali le confezioni vengono formate a partire da un tubo continuo di materiale di confezionamento costituito da un nastro sigillato longitudinalmente.
Il materiale di confezionamento ha una struttura multistrato comprendente uno strato di materiale cartaceo rivestito su entrambi i lati da strati di materiale termosaldabile, ad esempio polietilene. Quando la confezione è destinata al confezionamento asettico di prodotti a lunga conservazione, come ad esempio latte UHT, il materiale di confezionamento comprende uno strato di materiale di barriera, costituito ad esempio da una pellicola di alluminio, il quale è sovrapposto ad uno strato di materiale plastico termosaldabile ed è a sua volta rivestito con un altro strato di materiale plastico termosaldabile atto a costituire la faccia interna della confezione destinata a venire a contatto con il prodotto alimentare.
Per la fabbricazione di confezioni asettiche, il nastro di materiale di confezionamento viene svolto da una bobina e passa attraverso un'unità di sterilizzazione nella quale viene sterilizzato, ad esempio mediante immersione in una camera contenente un agente sterilizzante in soluzione, come ad esempio perossido di idrogeno in acqua, cui la descrizione che segue farà esplicito riferimento senza per questo perdere in generalità.
Il nastro passa poi in una camera asettica, nella quale l'agente sterilizzante viene eliminato per evaporazione, tramite riscaldamento. Il nastro viene quindi ripiegato a cilindro e saldato longitudinalmente così da formare, in modo noto, un tubo continuo verticale, longitudinalmente sigillato. Il tubo di materiale di confezionamento, in pratica, forma un prolungamento della camera asettica ed è riempito in continuo con il prodotto alimentare versabile, e quindi inviato ad un'unità di formatura e sigillatura (trasversale) per la realizzazione delle singole confezioni, nella quale viene serrato fra coppie di ganasce che sigillano trasversalmente il tubo per formare pacchetti a cuscino.
I pacchetti a cuscino sono separati tra loro tagliando la zona di sigillatura tra i pacchetti stessi. I pacchetti a cuscino vengono poi trasportati ad una stazione finale di piegatura, in cui vengono meccanicamente piegati nella loro forma finale.
L'unità di sterilizzazione sopra citata comprende, più in particolare, una camera contenente l'agente sterilizzante in soluzione, entro la quale il nastro passa in continuo. Convenientemente la camera dì sterilizzazione comprende due rami verticali e paralleli collegati inferiormente tra loro, così 'da definire un percorso ad U di lunghezza prefissata in relazione alla velocità di avanzamento del nastro, in modo da garantire un tempo sufficiente di trattamento del materiale di confezionamento. Per ottenere una buona efficacia del trattamento in tempi relativamente ridotti, ad esempio circa 7 secondi, e quindi ridurre le dimensioni della camera di sterilizzazione, la soluzione di agente sterilizzante deve essere mantenuta ad una temperatura elevata, ad esempio circa 70°C.
La quantità di residui di agente sterilizzante tollerabile nel prodotto confezionato è stabilita da norme estremamente severe (il valore massimo ammissibile è dell'ordine di grandezza di qualche parte per milione).
La concentrazione dell'agente sterilizzante nella relativa soluzione è un parametro critico, in quanto dal valore di tale concentrazione dipendono direttamente le capacità di sterilizzazione del materiale di confezionamento da parte della macchina confezionatrice. In particolare, se la concentrazione dell'agente sterilizzante scende al disotto di un valore prefissato, attualmente pari al 30% nel caso del perossido di idrogeno, non è possibile garantire la sterilità delle confezioni prodotte.
inoltre, per motivi di sicurezza, la concentrazione dell'agente sterilizzante stesso nella relativa soluzione non deve essere troppo elevata, ed in particolare non deve superare il 50% nel caso del perossido di idrogeno.
Le macchine confezionatrici del tipo sopra descritto sono utilizzate in modo diffuso e soddisfacente nei più svariati settori dell'industria alimentare. In particolare, le prestazioni dell'unità di sterilizzazione sono tali da garantire con ampio margine di sicurezza il rispetto delle norme in materia di asetticità delle confezioni e di quantità residua di agente sterilizzante.
Nel settore si avverte tuttavia l'esigenza di ulteriori miglioramenti, in particolare per quanto concerne il controllo della concentrazione dell'agente sterilizzante nella relativa soluzione all'interno dell'unità di sterilizzazione.
Attualmente, il suddetto controllo viene effettuato ad intervalli di tempo prestabiliti (generalmente ogni due ore) e procedendo manualmente al prelievo di una quantità prefissata di agente sterilizzante in soluzione, del quale vengono rilevati temperatura e densità rispettivamente mediante un termometro ed un densimetro ad immersione. I valori misurati consentono poi di ricavare su un nomogrammma il valore di concentrazione corrispondente.
Il metodo di controllo descritto comporta che l'operatore maneggi con frequenza relativamente elevata perossido di idrogeno caldo, con conseguenti rischi per la salute.
Inoltre, la modalità di controllo precedentemente descritta deve essere condotta molto attentamente per evitare valutazioni errate; in particolare, per ottenere il valore corretto della concentrazione dell'agente sterilizzante è indispensabile che temperatura e densità non vengano misurate separatamente, e che si usi il nomogramma originale .
Scopo della presente innovazione è la realizzazione di un'unità di sterilizzazione di un materiale di confezionamento in nastro per una macchina confezionatrice di prodotti alimentari versabili, la quale sia priva degli inconvenienti connessi con le macchine note e sopra specificati.
Il suddetto scopo è raggiunto dalla presente innovazione, in quanto essa è relativa ad un'unità di sterilizzazione di un materiale di confezionamento per una macchina confezionatrice di prodotti alimentari versabili, del tipo comprendente:
- una camera di sterilizzazione lungo la quale il detto materiale di confezionamento viene fatto avanzare ed atta a contenere una soluzione di agente sterilizzante ;
- un circuito principale di gestione della detta soluzione comprendente un serbatoio di raccolta, mezzi di immissione della detta soluzione dal detto serbatoio alla detta camera e mezzi di scarico della detta soluzione dalla detta camera al detto serbatoio;
caratterizzata dal fatto di comprendere mezzi di monitoraggio in continuo della concentrazione del detto agente sterilizzante nella detta soluzione lungo il detto circuito principale, i detti mezzi di monitoraggio comprendendo mezzi di rilevamento collegati al detto circuito principale e generanti in uscita un segnale di concentrazione indicativo della concentrazione del detto agente sterilizzante nella detta soluzione, e mezzi comparatori riceventi in ingresso il detto segnale di concentrazione ed atti a confrontare il segnale di concentrazione stesso con almeno un valore di riferimento prefissato per generare in uscita un segnale di funzionamento anomalo qualora il detto segnale di concentrazione presenti una relazione prefissata con il detto valore di riferimento.
Per una migliore -comprensione della presente innovazione, viene descritta nel seguito una preferita forma di realizzazione, a titolo di esempio non limitativo e con riferimento ai disegni allegati, nei quali :
la figura 1 è uno schema circuitale di un'unità di sterilizzazione secondo la presente innovazione per una macchina confezionatrice di prodotti alimentari versabili; e
la figura 2 è uno schema a blocchi logico illustrante il funzionamento di un'unità di controllo di un gruppo di monitoraggio dell'unità di sterilizzazione di figura 1.
Con riferimento alla figura 1, è indicata nel suo complesso con 1 un'unità di sterilizzazione di un nastro 2 di materiale di confezionamento per una macchina confezionatrice di prodotti alimentari versabili. Il nastro 2 è alimentato all'unità 1 da una bobina, in modo noto e pertanto non illustrato.
L'unità 1 comprende essenzialmente una camera 3, o bagno, di sterilizzazione ad U atta a contenere una soluzione di agente sterilizzante, ad esempio una soluzione di perossido di idrogeno (H202) in acqua (nel seguito per semplicità denominata «soluzione sterilizzante») . La camera 3 è definita da due condotti 4, 5 verticali, rispettivamente di ingresso e di uscita, provvisti di rispettive aperture superiori, e collegati inferiormente tra loro da una porzione di fondo 8 della camera 3 stessa nella quale è alloggiato un rullo 9 di rinvio ad asse orizzontale. Il nastro 2, pertanto, descrive nella camera 3 un percorso ad U, la cui lunghezza è determinata, in funzione della velocità di avanzamento del nastro 2 stesso, in modo da prevedere un tempo di permanenza sufficiente del materiale di confezionamento nella soluzione sterilizzante.
La camera di sterilizzazione 3 fa parte di un circuito principale 10 di gestione della soluzione sterilizzante, il quale comprende, inoltre, un serbatoio 11 di raccolta della soluzione sterilizzante, un condotto 12 di riempimento/ svuotamento della camera 3, una pompa 13 immersa nel serbatoio 11 ed azionata da un motore elettrico 14, un condotto di mandata 15 collegante la mandata della pompa 13 al condotto 12 attraverso una valvola 16, ed un tubo di scarico 17 collegante il condotto 12 al serbatoio 11 attraverso una valvola 18 a due vie, due posizioni, normalmente aperta per ragioni di sicurezza (la camera 3 si svuota in caso di avaria dell'impianto elettrico).
La valvola 16 è preferibilmente a due vie, due posizioni, normalmente aperta, ma dotata di un organo di intercettazione (non illustrato) atto a permettere un trafilamento residuo nella posizione di chiusura, come verrà chiarito nel seguito; allo scopo, è sufficiente l'uso di una valvola commerciale, nel cui organo di intercettazione viene praticato un foro di dimensioni opportune .
Il circuito principale 10 comprende inoltre un condotto 20 di ricircolo collegato al serbatoio 11, il quale comunica con uno sfioratore 21 ricavato nella zona superiore del condotto 4 di ingresso della camera 3 allo scopo di determinare il livello massimo della soluzione sterilizzante nella camera 3 stessa.
Il serbatoio 11 di raccolta della soluzione sterilizzante è alimentato da un condotto 22 di riempimento, a sua volta collegato ad un serbatoio di ricarica (non illustrato), e comunica, in corrispondenza di una propria parete di fondo, con un tubo di scarico 23. In particolare, il tubo di scarico 23 collega il serbatoio 11 con un serbatoio di diluizione della soluzione sterilizzante (non illustrato) attraverso un'elettrovalvola 24 a due vie due posizioni, normalmente disposta in una posizione di chiusura.
Il serbatoio 11 è inoltre provvisto di una sonda di livello (di tipo noto e non illustrato) atta ad attivare un flusso di soluzione sterilizzante dal serbatoio di ricarica attraverso il condotto di riempimento 22 qualora il livello della soluzione sterilizzante stessa sia inferiore ad un livello prefissato.
L'unità 1 comprende inoltre un sistema 25 di controllo della temperatura della soluzione sterilizzante nella camera 3. Nella fattispecie illustrata, il sistema 25 è di tipo idraulico, e comprende uno scambiatore di calore 26 impiegante acqua calda quale fluido operativo in scambio termico con il la soluzione sterilizzante. Una fase dello scambiatore 26 è definita dalla stessa camera 3, l'altra fase è costituita da una coppia di intercapedini 27a, 27b ricavate nelle pareti dei condotti 4 e 5 della camera 3, alle quali è associato un circuito idraulico 28 -di controllo della temperatura della camera 3.
In particolare, il circuito 28 comprende una pompa 29 avente un condotto di mandata 30 al quale sono collegati, in serie tra loro, una fase 31 di uno scambiatore di calore 32 di raffreddamento, come chiarito nel seguito, e un riscaldatore 33 elettrico a resistori, una cui uscita è a sua volta collegata ad un ingresso inferiore 34 dell'intercapedine 27a; le intercapedini 27a e 27b sono collegate tra loro, ad una propria estremità superiore, mediante un condotto 35.
La pompa 29 ha, inoltre, un condotto di aspirazione 37 collegato ad un'uscita inferiore 36 dell'intercapedine 27b.
Al circuito 28 è associato un circuito 40 di raffreddamento impiegante, quale fluido operativo, acqua fredda proveniente dalla rete idrica. Il circuito 40 comprende un condotto di ingresso 41, il quale è collegato, attraverso una valvola 42 di intercettazione a due vie, due posizioni normalmente chiusa, ad una seconda fase 43 dello scambiatore 32, in controcorrente rispetto alla fase 31. L'uscita della seconda fase 43 dello scambiatore 32 è collegata ad un condotto di scarico 44 dell'acqua.
L'unità 1 comprende inoltre un sistema 45 di preriscaldamento della soluzione sterilizzante.
Il sistema 45 comprende essenzialmente uno scambiatore di calore 46 in controcorrente utilizzante quale fluido operativo acqua.. In particolare, lo scambiatore 46 ha un ingresso 47 della soluzione sterilizzante collegato al condotto di mandata 15 della pompa 13 attraverso un condotto 53, un'uscita 48 della soluzione sterilizzante collegata al condotto di ricircolo 20, ed una fase dell'acqua collegata in serie ad un circuito di riscaldaménto 49 e presentante un ingresso 50 ed un'uscita 51.
Il circuito 49 comprende essenzialmente una pompa 52 di circolazione avente un condotto 55 di aspirazione collegato all'uscita 51 dello scambiatore di calore 46 ed un condotto di mandata 56. collegato ad un riscaldatore 57 elettrico a resistori, a sua volta collegato in uscita all'ingresso 50 dello scambiatore 46.
I condotti di aspirazione 37, 55 delle pompe 29 e, rispettivamente, 52 sono collegati tramite rispettivi condotti 58, 59 ad un condotto di riempimento 60 e ad un condotto di spurgo 61, collegabili a loro volta alla rete idrica mediante rispettivi rubinetti 62, 63. In derivazione al condotto di riempimento 60 sono collegati un accumulatore 64 acqua/aria compressa con funzione di compensatore di pressione per i circuiti 28 e 49, ed una valvola di massima pressione 65 avente uno scarico comunicante con il condotto di scarico 44.
Secondo un importante aspetto della presente innovazione, l'unità 1 comprende, inoltre, un gruppo 70 di monitoraggio in continuo della concentrazione del perossido di idrogeno nella soluzione sterilizzante lungo il circuito di gestione 10 durante il funzionamento dell'unità 1.
Il gruppo 70 comprende un circuito ausiliario 71 di gestione della soluzione sterilizzante collegato al circuito principale 10, ed un sensore rifrattometrico 72, di tipo noto e comunemente reperibile in commercio, cooperante con la soluzione sterilizzante attraversante il circuito ausiliario 71 per generare in uscita un segnale di concentrazione Se indicativo della concentrazione del perossido di idrogeno nella soluzione sterilizzante stessa. In estrema sintesi, il principio di funzionamento del sensore rifrattometrico 72 si basa sul fenomeno della riflessione totale di un .fascio luminoso inviato ad un prisma ottico di misura (non illustrato), il quale è disposto a contatto con la soluzione da analizzare. In particolare, in corrispondenza dell'interfaccia tra il prisma di misura e la soluzione in analisi, il suddetto fascio luminoso dà origine ad un fascio rifratto, il quale si propaga nella soluzione, e ad un fascio riflesso; tale fascio riflesso viene rilevato da un sensore ottico, consentendo la determinazione dell'indice di rifrazione della soluzione in analisi, il quale è a sua volta correlato alla concentrazione del soluto nella soluzione stessa.
Il circuito ausiliario 71 comprende un condotto 73, sul quale è montato il sensore rifrattometrico 72 ed il quale collega il condotto 53 al condotto 20 attraverso un filtro 74 ed un rubinetto di sicurezza 75, disposti a c monte del sensore rifrattometrico 72 stesso.
Il filtro 74 è realizzato preferibilmente in acciaio inossidabile ed è atto a trattenere residui o particelle di materiale di confezionamento eventualmente presenti nella soluzione sterilizzante che potrebbero danneggiare il prisma di misura del sensore rifrattometrico 72.
Il rubinetto di sicurezza 75 permette di arrestare il flusso della soluzione sterilizzante attraverso il condotto 73 quando necessario, ad esempio nel caso di manutenzione o di perdite fluidiche.
Al fine di mantenere, il prisma di misura del sensore rifrattometrico 72 sempre bagnato dalla soluzione sterilizzante, il condotto 73 presenta una coppia di sifoni 76, 77 disposti rispettivamente a monte ed a valle del sensore rifrattometrico 72 stesso. I sifoni 76, 77 potrebbero anche essere incorporati in una cella di lettura interna al sensore rifrattometrico 72.
Il gruppo di monitoraggio 70 comprende, inoltre, un'unità di controllo 80, ad esempio realizzata mediante un PLC {Programmable Logic Control), collegata al sensore rifrattometrico 72, all'elettrovalvola 24 posta sul tubo di scarico 23 del serbatoio 11, ad un dispositivo di visualizzazione 81, nella fattispecie un display, e ad un dispositivo di allarme 82.
In particolare, l'unità di controllo 80 riceve in ingresso il segnale di concentrazione Se e genera segnali di uscita Cl, C2, C3 rispettivamente per il comando del dispositivo di visualizzazione 81, del dispositivo di allarme 82 e dell'elettrovalvola 24, implementando le operazioni qui di seguito descritte con riferimento allo schema a blocchi logico di figura 2.
Secondo quanto illustrato in figura 2, l'unità di controllo 80 acquisisce il segnale di concentrazione Se indicativo della concentrazione del perossido di idrogeno nella soluzione sterilizzante rilevata dal sensore rifrattometrico 72 (blocco 83). Successivamente, l'unità di controllo 80 elabora il segnale di concentrazione Se e genera il segnale Cl di comando del dispositivo di visualizzazione 81 (blocco 84). Vantaggiosamente, sul dispositivo di visualizzazione 81 vengono indicati il valore istantaneo della concentrazione del perossido di idrogeno nella soluzione sterilizzante rilevata dal sensore rifrattometrico 72 e l'andamento in una finestra temporale prefissata dei valori rilevati della concentrazione stessa.
L'unità di controllo 80 confronta quindi il valore del segnale di concentrazione Se con un intervallo I di valori compresi tra due valori di riferimento limite Cfi, Cfs rispettivamente inferiore e superiore, ed indicativi di una concentrazione accettabile del perossido di idrogeno nella soluzione sterilizzante (blocco 85). Nella fattispecie, i valori di riferimento limite Cfi e Cfs sono correlati rispettivamente ad una concentrazione accettabile minima pari al 30% e ad una concentrazione accettabile massima pari al 50%.
Se il valore del segnale di concentrazione Se è compreso nell'intervallo I, ossia se la concentrazione del perossido di idrogeno rilevata dal sensore rifrattometrico 72 è compresa tra il 30% ed il 50% (uscita NO del blocco 85), si ritorna al blocco 85. Se invece il valore del segnale di concentrazione Se risulta esterno all'intervallo I, ossia se la concentrazione del perossido di idrogeno rilevata dal sensore rifrattometrico 72 è minore del 30% oppure è maggiore del 50% (uscita SI del blocco 85), l'unità di controllo 80 genera il segnale di uscita C2 per il comando /del dispositivo di allarme 82 (blocco 86) ed il segnale di uscita C3 per il comando dell'elettrovalvola 24 (blocco 87), la quale viene portata in una posizione di apertura per un periodo di tempo prefissato, attivando un ciclo di scarico e rabbocco della soluzione sterilizzante contenuta nel serbatoio 11.
In particolare, la disposizione dell'elettrovalvola 24 nella posizione di apertura consente lo scarico attraverso il tubo 23 di parte della soluzione sterilizzante presente nel serbatoio 11, in una quantità prefissata funzione del periodo di tempo di apertura dell'elettrovalvola 24 stessa; il conseguente abbassamento del livello della soluzione sterilizzante nel serbatoio il viene immediatamente rilevato dalla relativa sonda di livello, la quale attiva il flusso di nuova soluzione sterilizzante, avente una concentrazione di perossido di idrogeno prefissata, attraverso il condotto di riempimento 22 per ripristinare la quantità di soluzione sterilizzante precedentemente scaricata e riportare la concentrazione del perossido di idrogeno nella soluzione stessa all'interno dei valori accettabili .
L'unità di controllo 80 potrebbe essere dedicata unicamente al rilevamento della concentrazione del perossido di idrogeno nella soluzione sterilizzante ed al comando dell'elettrovalvola 24 e dei dispositivi di visualizzazione e di allarme 81, 82, oppure le sue funzioni potrebbero svolte da una centralina di controllo (non illustrata) dell'unità 1 di sterilizzazione, la quale controlla in modo noto le pompe 13, 29, 52, le valvole 16, 18, 42 ed i resistori dei riscaldatori elettrici 33, 57 in risposta ai segnali di ingresso ricevuti da sensori di processo (noti e non illustrati in quanto non facenti parte della presente innovazione) .
Secondo una possibile variante non illustrata, l'elettrovalvola 24 potrebbe essere sostituita da un semplice rubinetto di scarico e la funzione di comando automatico dell'esecuzione del ciclo di scarico e rabbocco della soluzione sterilizzante contenuta nel serbatoio 11 potrebbe non essere implementata dall'unità di controllo 80. In particolare, lo scarico della soluzione sterilizzante dal serbatoio 11 potrebbe essere effettuato manualmente dall'operatore mediante azionamento del rubinetto di scarico in seguito all'attivazione del dispositivo di allarme 82.
Inoltre, nel caso in cui lo scostamento tra il valore di concentrazione del perossido di idrogeno rilevato dal sensore rifrattometrico 72 ed i valori di concentrazione accettabili risulti relativamente elevato, potrebbe essere previsto l'arresto della macchina confezionatrice.
Secondo un'ulteriore possibile variante non illustrata, il dispositivo di allarme 82 potrebbe non essere previsto e la sua funzione potrebbe essere sostituita con un'indicazione sul dispositivo di visualizzazione 81.
Da un esame dell'unità di sterilizzazione 1 realizzata secondo la presente innovazione sono evidenti i vantaggi che essa consente di ottenere.
In particolare, grazie alla predisposizione del sensore rifrattometrico 72 e del collegamento di quest'ultimo all'unità di controllo 80, la concentrazione del perossido di idrogeno nella relativa soluzione può essere monitorata in continuo durante il funzionamento della macchina confezionatrice. Questo monitoraggio continuo può costituire un controllo qualitativo della produzione anche in assenza dell'elettrovalvola 24 che permette il ripristino del valore ottimale di concentrazione. Nella forma di realizzazione sopra descritta, il gruppo di monitoraggio 70 provvisto dell'elettrovalvola 24 consente di riportare la concentrazione automaticamente nei limiti stabiliti mediante l'apertura dell'elettrovalvola 24 stessa nel caso di deviazioni della concentrazione dai valori accettabili.
Ciò consente un considerevole aumento della produttività della macchina confezionatrice, in quanto sono evitate soste forzate di controllo ed inoltre l'eventuale ripristino della concentrazione. del perossido di idrogeno nei limiti stabiliti avviene in tempi estremamente rapidi, con conseguente riduzione del numero di confezioni scartate a fine ciclo.
Inoltre, viene evitato qualunque contatto con l'agente sterilizzante, in particolare con il perossido di idrogeno, da parte dell'operatore, con conseguente miglioramento della sicurezza di quest'ultimo.
Risulta infine chiaro che all'unità di sterilizzazione 1 descritta possono essere apportate modifiche e varianti che non escono dall'ambito di tutela delle rivendicazioni.

Claims (1)

  1. R IV E N D ICA Z IO N I 1.- Unità (1) di sterilizzazione di un materiale di confezionamento (2) per una macchina confezionatrice di prodotti alimentari versabili, del tipo comprendente: - una camera (3) di sterilizzazione lungo la quale il detto materiale di confezionamento (2) viene fatto avanzare ed atta a contenere una soluzione di agente sterilizzante; - un circuito principale (10) di gestione della detta soluzione comprendente<; >un serbatoio di raccolta (11),.mezzi di immissione (12, 13, 14, 15, 16) della detta .soluzione dal detto serbatoio (11) alla detta camera (3) e mezzi di scarico (12, 17) della detta soluzione dalla detta camera (3) al detto serbatoio (11); caratterizzata dal fatto di comprendere mezzi di monitoraggio (70) in continuo della concentrazione del detto agente sterilizzante nella detta soluzione lungo il detto circuito principale (10), i detti mezzi di monitoraggio (70) comprendendo mezzi di rilevamento (72) collegati al detto circuito principale (10) e generanti in uscita un segnale di concentrazione (Se) indicativo della concentrazione del detto agente sterilizzante nella detta soluzione, e mezzi comparatori (85) riceventi in ingresso il detto segnale di concentrazione (Se) ed atti a confrontare il segnale di concentrazione (Se) stesso con almeno un valore di riferimento (Cfi, Cfs).prefissato per generare in uscita un segnale di funzionamento anomalo'(85, SI) qualora il detto segnale di concentrazione (Se) presenti una relazione prefissata con il detto valore di riferimento (Cfi, Cfs). 2.- Unità secondo la rivendicazione 1, caratterizzata dal fatto che i detti mezzi comparatori comprendono mezzi di confronto (99) generanti in uscita il detto segnale di funzionamento anomalo (85, SÌ) qualora il valore del detto segnale di concentrazione (Se) sia esterno ad un intervallo (I) di valori compresi tra due detti valori di riferimento (Cfi, Cfs) ed indicativi di una concentrazione accettabile del detto agente sterilizzante nella detta soluzione. 3.- Unità secondo la rivendicazione 1 o 2, caratterizzata dal fatto di comprendere primi mezzi di comando (87) riceventi in ingresso il detto segnale di funzionamento anomalo (85, SÌ) e generanti in uscita un primo segnale di comando (C3) per l'attivazione di un ciclo di scarico di una quantità prefissata della soluzione sterilizzante presente .nel detto serbatoio (11) e di successivo rabbocco del serbatoio (11) stesso con nuova soluzione sterilizzante. 4.- Unità secondo la rivendicazione 3, caratterizzata dal fatto che ·Ϊ1 detto circuito principale (10) comprende almeno un tubo di svuotamento (23) per lo scarico della soluzione sterilizzante presente nel detto serbatoio (il), e mezzi valvolari (24) disposti in serie al detto tubo di svuotamento (23), normalmente disposti in una posizione di chiusura in cui impediscono lo scarico del detto serbatoio (11), e selettivamente disponibili in una posizione di apertura in risposta al detto primo segnale di comando (C3). 5.- Unità secondo una qualsiasi delle rivendicazioni precedenti, caratterizzata dal fatto di comprendere mezzi di visualizzazione (81) e mezzi di elaborazione (84) riceventi in ingresso il detto segnale di concentrazione (Se) dai detti mezzi di rilevamento (72) e generanti in uscita un segnale di attivazione (Cl) fornito ai detti mezzi di visualizzazione (81) per visualizzare almeno i valori di concentrazione istantanei misurati dai detti mezzi di rilevamento (72). 6.- Unità secondo una qualsiasi delle rivendicazioni precedenti, caratterizzata dal fatto di comprendere mezzi di.allarme (82) collegati ai detti mezzi comparatori (85) e secondi mezzi di comando (86) riceventi in ingresso il detto segnale di funzionamento anomalo (85, SI) e generanti in uscita un secondo segnale di comando (C2) per i detti mezzi di allarme (82). 7.- Unità secondo una qualsiasi delle rivendicazioni precedenti, caratterizzata dal fatto che i detti mezzi di monitoraggio (70) comprendono un circuito ausiliario (71) di gestione della detta soluzione collegato al detto circuito principale (10) e provvisto dei detti mezzi di rilevamento (72). 8.- Unita secondo una qualsiasi delle rivendicazioni precedenti, caratterizzata dal fatto che i detti mezzi di rilevamento comprendono un sensore rifrattometrico (72). 10.- Unità secondo una qualsiasi delle rivendicazioni precedenti, caratterizzata dal fatto che la detta soluzione di agente sterilizzante è una soluzione acquosa di una sostanza ossidante. 11.- Unità secondo una qualsiasi delle rivendicazioni precedenti, caratterizzata dal fatto che la detta soluzione di agente sterilizzante consiste di perossido di idrogeno in acqua. 12.- Unità di sterilizzazione di un materiale di confezionamento per una macchina confezionatrice di prodotti alimentari versabili, sostanzialmente come descritta con riferimento ai disegni allegati.
IT1999TO000231 1999-12-30 1999-12-30 Unita' di sterilizzazione di un materiale di confezionamento per unamacchina confezionatrice di prodotti alimentari versabili IT247968Y1 (it)

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