ITTO980266A1 - Sistema citofonico a due fili - Google Patents

Sistema citofonico a due fili

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ITTO980266A1
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IT
Italy
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call
microprocessor
code
voltage
intercom system
Prior art date
Application number
IT98TO000266A
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English (en)
Inventor
Marco Bersano
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Bitron Video
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    • HELECTRICITY
    • H04ELECTRIC COMMUNICATION TECHNIQUE
    • H04MTELEPHONIC COMMUNICATION
    • H04M9/00Arrangements for interconnection not involving centralised switching
    • H04M9/02Arrangements for interconnection not involving centralised switching involving a common line for all parties

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  • Engineering & Computer Science (AREA)
  • Signal Processing (AREA)
  • Interconnected Communication Systems, Intercoms, And Interphones (AREA)
  • Power-Operated Mechanisms For Wings (AREA)

Description

Descrizione del brevetto per invenzione industriale dal titolo:
SISTEMA CITOFONICO A DUE FILI"
RIASSUNTO
Sistema citofonico, del tipo che comprende almeno una centrale di chiamata (PE) e un insieme di terminali remoti (PI) ad essa connessi attraverso una linea elettrica (LN), la centrale di chiamata (PE) comprendendo mezzi di alimentazione multilivello (MAL), atti a fornire sulla linea elettrica (LN) almeno un primo livello di tensione di riposo (V1) e un secondo livello di tensione di chiamata (V2), più elevato di detto primo livello di tensione di riposo (V1), mezzi di impostazione di un codice di chiamata (KEY), mezzi di modulazione del codice di chiamata (MPEXT), il terminale remoto (P1) comprendendo mezzi di trasduzione audio (TRASD), un microprocessore (MP), cui è associato un alimentatore (AL), un circuito comparatore (CMP) con l’ingresso connesso alla linea elettrica (LN), atto a demodulare il codice di chiamata (CODE) e a trasmetterlo al microprocessore (MP). Secondo l’invenzione si ha che l’uscita di detto circuito comparatore (CMP) controlla l’alimentatore (AL) del microprocessore (MP) e abilita il funzionamento di detto alimentatore (AL) quando sulla linea elettrica (LN) è presente il secondo livello di tensione di chiamata (V2).
DESCRIZIONE
La presente invenzione si riferisce ad un sistema citofonico utilizzante due soli fili per collegare tutti i citofoni interni al posto esterno.
I sistemi citofonici a due fili, detti anche ‘ a bus’ sono sistemi citofonici che fanno uso di soli due fili per collegare i citofoni interni, ad esempio la colonna di citofoni interni di un condominio, al posto esterno, ovvero la centrale esterna con una tastiera dalla quale un visitatore effettua la chiamate verso l’interno desiderato. Detti due fili dunque hanno la prerogativa di dover supportare sia la conversazione o fonia, sia rinvio di altri segnali, quale ad esempio il segnale di apertura della porta.
Sono noti ad esempio sistemi che utilizzano due soli fili per collegare il posto esterno con i posti interni e consentono comunicazioni selettive da un posto citofonico esterno ad un posto interno desiderato, nonché l'apertura della porta d'ingresso da parte del posto interno. In detti sistemi è previsto che a ciascun posto interno sia preposto un blocco di commutazione il quale, dietro il ricevimento di un corrispondente codice di chiamata, connetta il posto interno al posto esterno, mentre gli altri posti interni non chiamati rimangono sconnessi dai due fili di colonna. Detto commutatore, che comprende sostanzialmente un relè associato a un microprocessore per il riconoscimento del codice di chiamata, rimane in funzione fintanto che l’unità centrale invia una corrente di lavoro determinata sui due fili di colonna. Se detta corrente di lavoro viene meno, il blocco commutatore si apre e disconnette il posto interno. L’erogazione della corrente di lavoro viene interrotta solamente qualora non si risponda alla chiamata oppure termini la conversazione.
Sono peraltro noti sistemi di citofonia che migliorano i sistemi sopradescritti. In particolare presentano nel posto interno un circuito a comparatore per identificare codici modulati in tensione e trasferirli al microprocessore del posto interno. Il microprocessore del posto interno è inoltre in grado a sua volta di emettere comandi modulando la tensione sui fili di colonna, al fine di comandare un’erogazione maggiore di corrente, quando viene inserita la parte audio. Inoltre in detti sistemi i due fili di collegamento possano essere scambiati tra di loro senza pregiudicare il funzionamento del sistema tramite opportuni ponti a diodo. Tuttavia per ottenere lo scopo prefisso occorrono delicati provvedimenti di bilanciamento di impedenza, dovuti alla presenza di una molteplicità di citofoni connessi durante le operazioni di fonia, e possono sorgere problemi di distorsione fonica. Detti sistemi inoltre prevedono poi di dotare ciascun citofono interno di un suo codice distintivo, ma risulta senz’altro complesso e lungo all’atto dell’ installazione dell’impianto dover inserire in ciascun citofono in ciascuna abitazione o locazione il codice di chiamata corrispondente, in special modo se si tratta di condomini con un gran numero di piani e quindi di citofoni.
Detti sistemi inoltre non risolvono il problema dell’erogazione della corrente di lavoro, anzi, come detto, prevedono una sorgente di corrente aggiuntiva, da inserire quando sul circuito sono presenti carichi grandi quali l’altoparlante e la suoneria. E' scopo principale della presente invenzione di indicare come sia possibile evitare tali problemi ed ottenere un sistema citofonico efficace che utilizza due soli fili per collegare tutti i posti citofonici interni al posto citofonico esterno.
Un ulteriore scopo della presente invenzione è di indicare un sistema citofonico nel quale i citofoni interni siano attivi solo nelle fasi necessarie.
Un ulteriore scopo della presente invenzione è di indicare un sistema citofonico dotato di un circuito semplificato durante la fase di fonia, che non richieda bilanciamenti di impedenza.
Un ulteriore scopo della presente invenzione è quello di indicare un sistema citofonico di consumo di corrente contenuto.
Un ulteriore scopo della presente invenzione è quello di indicare un sistema citofonico che permetta di connettere un grande numero di citofoni in parallelo.
Un ulteriore scopo della presente invenzione è quello di indicare un sistema citofonico di semplice e rapida installazione, particolarmente riguardo alla programmazione dei codici di chiamata.
Per conseguire tale scopo la presente invenzione ha per oggetto un sistema citofonico e/o un procedimento di comunicazione citofonica quali risultano dal testo delle rivendicazioni allegate, che fanno parte integrante della presente descrizione.
Ulteriori scopi e vantaggi della presente invenzione risulteranno chiari dalla descrizione particolareggiata che segue e dai disegni annessi, forniti a puro titolo di esempio esplicativo e non limitativo, in cui:
la figura 1 allegata rappresenta lo schema a blocchi di un sistema citofonico secondo l'invenzione;
la figura 2 allegata rappresenta lo schema a blocchi di un posto citofonico esterno secondo l’invenzione;
la figura 3 allegata rappresenta schematicamente i segnali inviati dal posto citofonico esterno di figura 2 sulla linea;
la figura 4 allegata rappresenta lo schema a blocchi di un posto citofonico interno secondo l'invenzione;
la figura 5 allegata rappresenta in dettaglio il circuito del posto citofonico interno della figura 4;
la figura 6 allegata rappresenta una variante al circuito di figura 5;
la figura 7 allegata rappresenta una variante al sistema citofonico di figura 1 ; In figura 1 è descritto lo schema di principio di un sistema citofonico secondo l’invenzione. Osserviamo che il sistema citofonico SI comprende un posto esterno PE, al quale sono connessi una tastiera di chiamata KEY, una serratura elettrica AP di un portoncino, un trasformatore T Dal posto esterno PE, che è l’unità dalla quale, attraverso l’uso della tastiera di chiamata KEY l’utente effettua le chiamate, si dipartono due fili di colonna LN, cui è connessa una pluralità di citofoni interni PI. Ciascun citofono interno PI è provvisto inoltre di una rispettiva linea di chiamata al piano P, cioè la chiamata che normalmente viene effettuata alla porta dell’appartamento da visitare, alla quale è connesso un rispettivo tasto di chiamata al piano TP per effettuare la chiamata al piano avvalendosi della suoneria del citofono interno PI, invece di utilizzarne una indipendente. Il trasformatore T serve per trasformare la tensione di rete di 220 V in tensione a 12 volt e 24 volt.
La tastiera di chiamata KEY, come si può vedere, si compone di una pluralità di interruttori TK, atti a chiudere un differente circuito fra dei morsetti del posto esterno PE.
In figura 2 è rappresentato lo schema di principio del posto citofonico esterno PE. Detto posto esterno PE è associato come visto alla tastiera di chiamata KEY. Tramite l’azione su uno degli interruttori TK mostrati in figura 1, viene inviato un corrispondente segnale ad un microprocessore esterno MPEXT. Detto microprocessore esterno MPEXT comanda attraverso due segnali TX e TXE un blocco alimentatore a tre livelli MAL, alimentato a 24 volt dal trasformatore T, e che è connesso, attraverso un primo blocco di commutazione SW1 e un secondo blocco di commutazione SW2 ai due fili di colonna LN che vanno ai citofoni interni PI, che saranno raffigurati in dettaglio in seguito. Il primo blocco di commutazione SW1 e il secondo blocco di commutazione SW2 sono anch'essi comandati dal microprocessore esterno MPEXT. Il microprocessore esterno MPEXT riceve da un alimentatore POW, a sua volta connesso all’uscita a 12 volt del trasformatore T, la propria tensione di alimentazione di 5 volt. Il posto esterno PE comprende inoltre un blocco di fonia BF11, del tipo atto a permettere comunicazioni bidirezionali, che comprende un altoparlante SP, un microfono MC, connessi a rispettivi amplificatori Al e A2. Detti amplificatori Al e A2 sono connessi ad un cosiddetto circuito a forchetta F, per separare le due direzioni di comunicazione. Il posto esterno PE infine comprende un circuito di riassetto e commutazione IOR, connesso ad una linea di riassetto R e comandato dal microprocessore esterno MPEXT, nonché un blocco apriporta BAP. A riposo il posto esterno PE deve generare sui due fili di colonna LN una prima tensione di riposo VI, che è una tensione continua di circa 15 volt , che serve quale tensione di “stand-by “per tutti i citofoni interni PI; si faccia d'ora in poi riferimento al diagramma di figura 3, nel quale è rappresentato l'andamento nel tempo della tensione VLN sui due fili di colonna LN. Questo compito viene assolto attraverso il blocco di alimentazione a tre livelli MAL che, secondo i segnali TX e TXE ricevuti dal microprocessore esterno MPEXT, è in grado di generare tensioni di ampiezza di 15, 24 oppure 12 volt in tensione continua; in questa fase il microprocessore esterno MPEXT provvede anche a far accendere il LED LI di segnalazione con luce verde, indicante la situazione di impianto in funzione.
Quando un visitatore effettua una chiamata, premendo un tasto sulla tastiera di chiamata KEY corrispondente all'utente che vuole chiamare, il microprocessore esterno MPEXT, in accordo a quale circuito è chiuso dall’interruttore TK della tastiera di chiamata CODE, genera un corrispondente codice di chiamata CODE. Prima di inviare il codice di chiamata CODE, il microprocessore esterno MPEXT, oltre a far accendere il LED LI con luce rossa indicante la chiamata, porterà per circa 2 secondi la tensione VLN sui due fili di colonna LN a un livello di tensione di chiamata V2, di 24 volt continui, pilotando opportunamente il blocco di alimentazione a tre livelli MAL. In tal modo viene consentito a tutti i citofoni interni PI di accendersi; successivamente il microprocessore esterno MPEXT genera per mezzo di impulsi (aventi frequenza di circa 1000 Hz) il codice di chiamata CODE in forma digitale, che è diverso a secondo del citofono interno PI che si desidera chiamare; tale codice di chiamata CODE viene ripetuto 5 volte consecutive, in modo da consentire la correzione automatica di eventuali disturbi di trasmissione o ricezione. Il codice di chiamata CODE assume la forma di un treno di impulsi che viene poi inviato sui due fili di colonna LN con tensione picco-picco di circa 23 volt (da 1,2 a 24 volt), come può essere apprezzato in figura 3.
Durante questa fase ciascun citofono interno PI confronta il codice di chiamata CODE trasmesso con un proprio codice distintivo PCODE e soltanto il citofono interno PI interessato provederà ad attivare la propria suoneria. Durante un periodo di ulteriori 3 secondi il blocco di "alimentazione a tre livelli" MAL genera nuovamente una tensione di alimentazione di circa 24 volt, che servono per fornire la necessaria alimentazione al citofono interno PI che deve suonare.
Trascorsi questi 3 secondi, il microprocessore esterno MPEXT accende il LED L1 di segnalazione con luce gialla, per segnalare il passaggio alla fonia, e fornisce ad un relè RL1 contenuto nel secondo blocco di commutazione SW2 il comando di eccitazione in modo da provocare la sconnessione del blocco di alimentazione a tre livelli MAL dai due fili di colonna LN per collegare l'uscita del blocco fonia BF11. I tre principali elementi funzionali di detto blocco fonia BF11 sono i due amplificatori Al e A2 necessari per alimentare i segnali audio del microfono MC e dell'altoparlante SP, ed il circuito a forchetta F,. composto essenzialmente da un transistore Q4 che ha il compito principale di impedire al segnale audio generato dal microfono MC di raggiungere l'ingresso dell'amplificatore Al, in modo da consentire una conversazione bidirezionale con l'impiego di soli due fili di impianto, cioè i due fili di colonna LN.
In questa configurazione di funzionamento, finché l'utente chiamato non risponde, sui due fili di colonna LN risulta presente un livello di tensione di fonia VF, che consiste di una tensione continua di circa 12 volt, anch’essa derivata dall' alimentatore POW, che scende ad un livello di tensione di fonia modulato VFM di circa 8 volt, con sovrapposta la modulazione fonica, quando fra il citofono interno PI e il posto esterno PE inizia la conversazione. La durata della conversazione è limitata dal microprocessore esterno MPEXT, mantenendo eccitato il relè RL1, a circa un minuto; essa tuttavia viene interrotta se l'utente attiva la serratura elettrica AP attraverso il blocco apriporta BAP. Quest'interruzione automatica può essere esclusa agendo su un apposito ponticello JP2 previsto internamente al posto esterno PE.
Quando viene premuto il tasto apriporta PI del citofono interno PI vengono cortocircuitati i due fili di colonna LN, facendo scendere la tensione VLN ad un livello di tensione di apertura VAP con tensione di circa 1 volt; questo livello di tensione di apertura VAP viene riconosciuta da un comparatore di tensione CMPAP presente all'interno del blocco apriporta BAP, che attiva un circuito di temporizzazione TIM, il quale pilota un relè RL3, che, a sua volta, comanda alla serratura elettrica AP di aprirsi. Se il ponticello JP2 è inserito, un segnale di avvenuta apertura della serratura elettrica AP viene inviato anche al microprocessore esterno MPEXT, che immediatamente disattiva il relè RL1, ripristinando le condizioni di riposo, cioè il livello di tensione di riposo V1 sui due fili di colonna LN.
Il primo blocco di commutazione SW1 e il blocco di riassetto IOR servono a realizzare impianti con più ingressi, collegando tra loro in configurazione entra-esci una pluralità di posti esterni PE, come verrà illustrato in figura 6.
Il primo blocco di commutazione SW1, composto essenzialmente dal relè RL2, pilotato dal microprocessore esterno MPEXT, provvede cioè ad escludere o collegare ai fili di colonna LN unicamente il posto esterno PE che ha effettuato la chiamata. Il circuito di riassetto e commutazione IOR fornisce in uscita sulla linea di riassetto R una tensione positiva quando il posto esterno PE effettua una chiamata. Questa tensione, che perdura per tutta la durata della conversazione, viene inviata a tutti gli altri posti esterni, collegati in parallelo con il posto esterno PE chiamante, e inviata, dallo stesso circuito di riassetto e commutazione IOR, a ciascun microprocessore esterno MPEXT, il quale provvede ad inibire la possibilità di chiamata, facendo lampeggiare il LED di segnalazione LI con luce rossa e fornendo cosi una segnalazione di "occupato".
Il microprocessore esterno MPEXT fa lampeggiare il LED di segnalazione L1 con luce rossa anche se un interruttore TK della tastiera di chiamata KEY resta bloccato in posizione chiusa per più di due minuti, segnalando così una condizione di avaria. Tutte le ulteriori alimentazioni necessarie al circuito (12 volt o 5 volt corrente continua) sono fomite dall’alimentatore POW, che genera le due tensioni continue di 12 volt e 5 volt necessarie al circuito per funzionare.
Nella figura 4 è rappresentato lo schema a blocchi di un citofono interno PI secondo l'invenzione.
Osserviamo che ai due fili di colonna LN sono connessi in parallelo un ponte di diodi DBR per prevenire l’inversione di polarità, un blocco comparatore CMP, un blocco interruttore analogico 2 e un blocco di buffer di tono TON connesso a una suoneria S, nonché un blocco di commutazione interno SW. Il blocco comparatore CMP comprende essenzialmente un circuito comparatore a zener DZ, ed è connesso fra i due fili di colonna LN e l’ingresso di controllo dei blocco interruttore analogico 2, che a sua volta è connesso ad un blocco alimentatore AL, attraverso un filtro RC. Detto blocco alimentatore AL in uscita alimenta con una tensione di alimentazione VAL, a 5 volt, un microprocessore interno MP. Il blocco interruttore analogico 2 comprende essenzialmente un transistore Q2 connesso anch’esso fra i due fili di colonna LN e l’ingresso di controllo del blocco alimentatore AL. L’elettrodo di pilotaggio o di base del transistore Q2 è però connesso a un’uscita 02 del microprocessore interno MP. I! blocco di commutazione interno SW è atto a porre in connessione con i due fili di colonna LN con un blocco di trasduzione audio TRASD ed è azionato dallo sgancio del microtelefono. Il blocco di trasduzione audio TRASD corrisponde alla parte audio del microtelefono del citofono interno PI e comprende quindi un altoparlante interno SPI e un microfono interno MCI. A detto blocco di trasduzione audio TRASD è associato un pulsante apriporta PI, atto a cortocircuitare il blocco di trasduzione audio TRASD, per pilotare il blocco apriporta BAP, come spiegato in relazione a figura 2 e figura 3. Fra il blocco di trasduzione TRASD e la massa è quindi previsto un blocco interruttore 3, comprendente un diodo SCR, il cui elettrodo di comando è pilotato da un’uscita 03 del microprocessore interno MP.
Il citofono interno PI comprende inoltre un’unità di programmazione PRG, realizzata attraverso una memoria EEPROM, e un blocco di interfaccia di chiamata al piano IN connesso ad una linea di chiamata al piano P.
Detto blocco di interfaccia di chiamata al piano IN ha la funzione di interdire il funzionamento del tasto di chiamata al piano TP, connesso alla linea di chiamata al piano P, durante la conversazione, cioè la connessione in fonia con il posto esterno PE, quando la tensione VLN sui due fili di colonna LN assume il livello di tensione di fonia modulato VFM.
E’ infine previsto un ponticello di apprendimento JP1 connesso a un ingresso 16 del microprocessore interno MP per permettere l’inserimento del codice distintivo PCODE nell’unità di programmazione PRG, come verrà spiegato meglio nel seguito.
Ogni citofono interno PI deve assolvere ai seguenti compiti:
- riconoscimento del livello di tensione di chiamata V2 proveniente dal posto esterno PE e generazione di un tono di chiamata attraverso il blocco di buffer di tono TON; - attivazione del blocco di trasduzione audio TRASD che permette la conversazione bidirezionale in segreto totale con il posto esterno PE attraverso il blocco fonia BF11 e il blocco di commutazione SW2;
- inviare eventualmente al posto esterno PE il segnale di apriporta attraverso il blocco apriporta BAP;
- generare un secondo tono di chiamata quando si preme un tasto di campanello al piano che energizza la linea di chiamata al piano P;
- permettere il collegamento ai fili di colonna LN senza dover tenere conto della polarità attraverso il ponte di diodi DBR.
Il citofono interno PI deve di conseguenza:
- presentare a riposo un'impedenza molto elevata, al fine di non sbilanciare limpedenza totale del circuito;
- estrarre dai segnali presenti sui fili di colonna LN la necessaria alimentazione per il funzionamento del microprocessore interno MP;
- riconoscere il codice di chiamata CODE trasmesso e confrontarlo con il proprio codice distintivo PCODE (assegnato mediante memorizzazione nel blocco di programmazione PRG);
- collegare il blocco di trasduzione audio TRASD al posto esterno PE oppure escludersi presentando impedenza molto elevata a seconda che la chiamata sia o meno diretta ad esso;
- generare differenti toni di chiamata, che servono a distinguere le chiamate provenienti dal posto esterno PE da quelle fatte al piano dell’appartamento.
A riposo il posto esterno PE fornisce sui due fili di colonna LN il livello di tensione di riposo V1 di 15 volt in continua, che può essere collegata al posto interno PI senza prestare cura alla polarità, grazie alla presenza del blocco ponte di diodi DBR.
In queste condizioni sia il blocco comparatore CMP sia il blocco interruttore analogico 2 sia il blocco interruttore 3, che contiene il diodo SCR SCI, risultano dei circuiti aperti, facendo si che tutti i citofoni interni PI siano inoperativi, ma in situazione di stand-by.
Quando un visitatore effettua una chiamata, premendo il tasto corrispondente all'utente che vuole chiamare sulla tastiera di chiamata KEY, il posto esterno PE, come già descritto, invia per circa 2 secondi il livello di tensione di chiamata V2 di 24 volt in continua.
Il blocco comparatore CMP è atto a riconoscere che la tensione al suo ingresso è salita sopra un valore di soglia di 18 volt. Il superamento di questo valore di soglia infatti, come vedremo meglio con riferimento a figura 5, porta in conduzione il transistore Q2, che conseguentemente provvede affinché giunga tensione all'alimentatore AL che può quindi generare i 5 volt in continua necessari ad alimentare il microprocessore interno MP; in questa fase il consumo di ciascun citofono interno PI viene mantenuto estremamente ridotto (minore di 8 mA), in modo da consentire, ad esempio, il collegamento di un numero massimo di 128 citofoni in parallelo.
Al termine del periodo di due secondi il posto esterno PE, come già detto, trasmette il codice di chiamata CODE, cioè un codice digitale ad onda quadra di ampiezza di circa 23 volt picco-picco che viene riconosciuto, ricostruito e inviato al microprocessore intero MP dal blocco comparatore CMP, attraverso il suo circuito a comparazione a zener DZ. Il microprocessore interno MP confronterà il codice di chiamata CODE ricevuto con il codice di chiamata distintivo PCODE proprio e, se i due coincidono, provederà a:
- attivare il blocco interruttore analogico 2, in modo da garantire al microprocessore interno MP l'alimentazione anche quando la tensione VLN sui due fili di colonna LN assumerà il livello di tensione di fonia VF, più basso; il blocco comparatore CMP, per effetto del circuito a zener DZ in interdizione, corrisponderà ad un circuito aperto; - generare un tono di chiamata, che, opportunamente amplificato dal blocco di buffer tono TON, verrà inviato all'altoparlante SPI del citofono interno PI, contenuto nel blocco di trasduzione audio TRASD;
- fornire tramite la sua uscita 03 all'elettrodo di controllo (gate) del diodo SCR SCI del blocco interruttore 3 il segnale di azionamento.
Il segnale di azionamento dura per circa 40 secondi; durante tutto questo tempo l'utente chiamato può andare a rispondere sollevando semplicemente il microtelefono; detta situazione è resa possibile dalla commutazione del blocco di commutazione interno SW; il diodo SCR SCI del blocco interruttore 3, una volta innescato a mezzo del comando fornitogli dal microprocessore interno MP attraverso l’uscita 03, rimane, per sua natura, in conduzione fino a che non viene interrotta la corrente che scorre in esso operando attraverso il blocco di commutazione interno SW, quindi scollegando il blocco di trasduzione audio TRASD dal posto esterno PE; il microprocessore interno MP prevede un ingresso I1 atto a riconoscere lo sgancio del microtelefono, che opera cioè la commutazione del blocco di commutazione SW, e, conseguentemente, provvede perciò a spegnersi, comandando opportunamente il blocco interruttore analogico 2, ad esempio, privando della tensione di polarizzazione l’elettrodo di base del transistore Q2, in modo da non caricare i due fili di colonna LN con la propria impedenza. La conversazione resterà garantita dal blocco interruttore 3, in quanto il diodo SCR SCI rimane in conduzione fino al riaggancio del microtelefono e alla conseguente commutazione del blocco commutatore interno SW. Il pulsante PI consente, con fonia attivata, di cortocircuitare i due fili di colonna LN, in modo da fornire al posto esterno PE, e, in particolare al bloccò apriporta BAP, il livello di tensione di apertura VAP che funge da comando di apriporta.
Il circuito del citofono interno PI sarà ora descritto in maggior dettaglio con riferimento alla figura 5.
Il ponte di diodi DBR è costituito da 4 diodi Schottky tipo 1N5819 che permettono di limitare al massimo la caduta di tensione serie, consentendo però di collegare i fili di impianto senza badare alla loro polarità.
II blocco comparatore CMP è costituito essenzialmente da un transistore Q5 e un diodo zener DZ1, che costituiscono il circuito comparatore a zener DZ. Il circuito comparatore a zener DZ è un circuito di per sé noto, il cui inserimento al’interno del circuito dei citofono interno PI come descritto permette di collegare elettricamente il circuito del citofono interno P1 ai due fili di colonna LN soltanto se la tensione di ingresso supera i 18 volt, che costituiscono la tensione zener del diodo zener DZ1. Al citofono interno PI è perciò consentito in virtù del blocco comparatore CMP quindi di scollegarsi in condizioni di riposo, quando il livello di tensione di riposo VI è di soli 15 volt.
Se la tensione all’ingresso del blocco comparatore CMP è inferiore a 18 volt, infatti il diodo zener DZ1 non conduce, costringendo il transistore Q5 a entrare in stato di interdizione.
Quando invece la tensione in ingresso al blocco comparatore CMP supera i 18 volt, il diodo zener DZ1 conduce saturando il transistore Q5.
Il collettore del transistore Q5 è connesso al blocco interruttore analogico 2, in particolare al colletore di un transistore Q4 che è sostanzialmente: la base del transistore Q2, che è di tipo pnp. Il transistore Q5 in saturazione porta alla tensione di massa il collettore del transistore Q4 e la base del transistore Q2. Conseguentemente il transistore Q2 satura e permette di inviare la tensione VLN presente sui due fili di colonna LN attraverso il filtro RC all'ingresso dell’ alimentatore AL, uno stabilizzatore a 5 volt, ad esempio uno stabilizzatore LM2931. L’alimentatore AL è a sua volta in grado cosi di fornire la tensione di alimentazione VAL al microprocessore interno MP. Durante invece la ricezione del codice di chiamata CODE, il diodo zener DZ1 entra alternativamente in conduzione e in interdizione, facendo di conseguenza saturare ed interdire il transistore Q5. Ciò comporta i seguenti vantaggi:
- dal collettore del transistore Q5 è possibile prelevare il codice di chiamata CODE ricevuto per inviarlo al microprocessore interno MP a un suo ingresso 12;
- poiché anche il transistore Q2 si satura e si interdice con il medesimo andamento imposto dal codice di chiamata CODE, avendo la base connessa al collettore del transistore Q5, l'impedenza dinamica durante la ricezione del codice di chiamata CODE del citofono interno PI risulta più elevata, consentendo il collegamento di un numero maggiore di apparecchi in parallelo.
Durante le fasi di interdizione del transistore Q5, che in generale non dovrebbero essere mai superiori ad 1 millisecondo, l'alimentazione al microprocessore interno MP è assicurata dal filtro RC, costituito da un condensatore C6 e un resistore R28.
Il blocco interruttore analogico 2 serve inoltre ad assicurare al microprocessore interno MP la necessaria alimentazione dopo che è stata riconosciuta una chiamata valida. Il microprocessore interno MP, infatti, portando a livello logico alto la propria uscita 02, satura il transistore Q4 e di conseguenza anche il transistore Q2. A questo punto l’alimentatore AL potrà ricevere la tensione VLN dei due fili di colonna LN, anche se il livello di tensione presente sulla colonna LN risulta inferiore a 18 volt, per esempio è il livello di tensione di fonia VF. La condizione testé descritta si verifica dopo che il microprocessore interno MP ha riconosciuto il codice di chiamata CODE e l’ha trovato congruente con il codice di chiamata distintivo PCODE, ed ha quindi attivato un proprio timer interno di 40 secondi, nel corso dei quali l'utente può sollevare il microtelefono e rispondere alla chiamata.
Allo scadere dei 40 secondi, oppure se l'utente risponde alla chiamata, occorre che il microprocessore interno MP si scolleghi dalla colonna LN spegnendo il proprio blocco alimentatore AL per non sbilanciare l'impedenza del circuito di fonia. Ciò viene ottenuto semplicemente portando l’uscita 02 al livello logico ‘zero’. Durante la fase di spegnimento la tensione di alimentazione ai capi del microprocessore intero MP scende gradualmente sino a zero.
Il blocco di buffer tono TON è costituito essenzialmente da dei transistor Ql, Q6 e Q3 che ricevono il tono generato dal microprocessore interno MP sull’uscita 01 e l'amplificano in corrente. E’ anche previsto un pulsante SW3, che consente di scegliere se prelevare il segnale da applicare alla base del transistore Q7 direttamente dal collettore del transistore Q3 (prelevando così tutta la potenza disponibile) oppure se prelevarlo dal cursore di una resistenza variabile RV1 che, consente una regolazione del volume.
Il circuito del microprocessore interno MP comprende:
- un microprocessore integrato U1 che gestisce le varie informazioni provenienti dalle periferiche;
- un circuito integrato U2, atto a sorvegliare continuamente la tensione di alimentazione ai capi del microprocessore Ul, e a fornirgli un impulso di riassetto o reset non appena detta tensione di alimentazione scende al di sotto del valore di 4,5 volt, prevenendo possibili malfunzionamenti del microprocessore U1 dovuti a tensione insufficiente;
- un oscillatore al quarzo QZ per fornire al microprocessore integrato un segnale di orologio a frequenza di 10 MHz;
Inoltre, intimamente connesso al funzionamento del microprocessore interno MP, è presente un blocco di programmazione PRG costituito da una memoria non volatile EEPROM contenente il codice di chiamata proprio PCODE del citofono interno PI in questione. In una possibile variante il blocco di programmazione PRG è realizzato attraverso un blocco di selettori, i cosiddetti dip-switch, tramite impostazione dei quali si determina il codice di chiamata proprio PCODE.
Il blocco interruttore 3 contenente il diodo SCR SCI, come detto, è il blocco che, ricevendo sul suo elettrodo di controllo il comando dall’uscita 03 del microprocessore interno MP, collega e mantiene collegato, anche quando il microprocessore interno MP non risulta più alimentato, il blocco di trasduzione audio TRASD al posto esterno PE per consentire la conversazione.
Infatti il diodo SCR, SCI, una volta innescato tramite il comando proveniente dall’uscita 03 del microprocessore interno MP, resta in conduzione fino a quando non si elimina la corrente che scorre in esso, il che avviene con la disconnessione del blocco commutatore interno SW dalla colonna LN, all'atto del riaggancio del microtelefono.
Infine, il blocco di interfaccia di chiamata al piano IN comprende essenzialmente un transistore Q8 e due diodi zener DZ3 e DZ2, dotati ambedue di tensione di zener di 12 volt. Sono previsti poi un diodo D2 e un partitore resistivo comprendente resistenze R6 e R7, al fine di connettere il blocco di interfaccia di chiamata al piano IN al microprocessore interno MP. Sono inoltre previsti un diodo D12 e una resistenza R14 per connettere il blocco di interfaccia di chiamata al piano IN alla base del transistore Q2 del blocco interruttore analogico 2. Il diodo zener DZ2 è connesso alla colonna LN, sicché quando la tensione VLN sui due fili di colonna LN è al di sopra di 12 volt, per esempio, quando venga ricevuto il livello di tensione di riposo VI, il diodo zener DZ2 è in conduzione e porta quindi in saturazione il transistore Q8, che ad esso è connesso attraverso l’elettrodo di base. In questa condizione, cortocircuitando la linea di chiamata al piano P per mezzo del tasto di chiamata al piano TP, si effettua un cortocircuito con la massa, inviando quindi un segnale di massa sia all’ingresso 14 del microprocessore interno MP, attraverso il percorso elettrico che passa per il diodo D2, sia al transistore Q2, attraverso il percorso elettrico che passa per il diodo DI 2. Detto transistore Q2 viene quindi portato in saturazione, analogamente a quando viene pilotato dal transistore Q5, e abilita al funzionamento l’alimentatore AL. Il microprocessore interno MP è abilitato a riconoscere il segnale di massa all’ingresso 14 come rappresentativo di una chiamata al piano e provvede ad azionare attraverso la propria uscita 01 il blocco buffer di tono TON con un tono di chiamata differente da quello utilizzato per la chiamata dal posto esterno PE.
Viceversa, quando sui due fili di colonna LN è presente il livello di tensione di fonia modulata VFM, il diodo zener DZ2 è in interdizione, avendo tensione di zener di 12 volt, quindi maggiore o uguale di quella presente sui fili di colonna LN, interdicendo conseguentemente il transistore Q8. Un cortocircuito sulla linea di chiamata al piano P, provocato dal tasto di chiamata al piano TP in questa condizione non può portare alla tensione di massa né la base del transistore Q2 né l’ingresso 14 del microprocessore intero MP, in quanto il livello di tensione è quello impósto dal diodo zener DZ3. Il tasto di chiamata al piano TP è cioè inibito.
Ricapitolando, il sistema citofonico SI descritto funziona nel modo seguente.
A riposo tutti i citofoni interni PI risultano inibiti e pertanto nessuno di essi risulta essere alimentato; sui due fili di colonna LN è presente una tensione continua di circa 15 volt, il livello di tensione di riposo V1.
Quando un utente effettua una chiamata, premendo il tasto corrispondente all'utente che vuole chiamare sulla tastiera KEY, il microprocessore esterno MPEXT contenuto nel posto esterno PE provvede ad inviare sulla colonna LN un livello di tensione di chiamata V2, di 24 volt, per circa 2 secondi, per consentire a tutti i citofoni interni PI di accendersi; dopo di ciò segue rinvio del codice di chiamata CODE, cioè, come detto, un codice digitale della frequenza di circa 1000 Hz e di valore di picco di circa 23 volt.
Durante questa fase ciascun citofono interno PI confronterà il codice di chiamata CODE trasmesso con il proprio codice di chiamata distintivo PCODE e solamente il citofono interno PI interessato provederà ad attivare la propria suoneria. Gli ulteriori 3 secondi successivi alla ricezione del codice di chiamata CODE, durante i quali è presente il livello di tensione di chiamata V2, tensione continua di 24 volt, servono per fornire al citofono interno PI, che deve suonare, la necessaria tensione di alimentazione. Trascorsi questi 3 secondi tutti i citofoni interni PI vengono scollegati dall’impianto, mentre solo quello chiamato risulterà collegato con il posto esterno PE. durante la conversazione infatti la connessione è assicurata dal diodo SCR SCI che manterrà il collegamento consentendo alla parte rimanente del circuito, in particolare al microprocessore interno MP, di spegnersi per non influenzare l'impedenza del circuito di fonia, che rimane costituito dal blocco di trasduzione audio TRASD connesso attraverso i due fili di colonna LN al blocco di fonia BF11 nel posto esterno PE.
Durante questa fase di fonia, quindi, il posto esterno PE provederà per mezzo del relè RL1 a scollegare dai fili di impianto il livello di tensione di riposo V1 per collegare l'uscita del blocco fonia BF11, in grado di consentire la conversazione bidirezionale utilizzando solo due fili.
Fintanto che l'utente chiamato non risponde, sui due fili di colonna LN deirimpianto sarà presente il livello di tensione di fonia VF, tensione continua di circa 12 volt, che scenderà a circa 8 volt con sovrapposta modulazione per il livello di tensione di fonia modulato VFM quando il citofono interno PI risponde. La durata della conversazione è limitata dal posto esterno PE a circa un minuto, ma verrà interrotta se l'utente attiva la serratura elettrica AP.
Quando viene premuto il tasto apriporta PI, si cortocircuitano i due fili di colonna LN facendo così scendere la tensione VLN al livello di tensione di apertura VAP di circa 1 volt; il comparatore di tensione CMPAP, presente all'interno del posto esterno PE, riconoscerà quest'evento e attiverà il circuito di temporizzazione TIM che comanda la serratura elettrica AP. Immediatamente dopo il sistema citofonico SI ritorna nella condizione di riposo.
Ciascun citofono interno PI è inoltre dotato della linea di chiamata al piano P, a due morsetti, ai quali collegare l’eventuale tasto di chiamata al piano TP. Premendo detto tasto di chiamata al piano TP il citofono interno PI suonerà in modo differente da quello normale, per segnalare una chiamata al piano.
Durante una conversazione con il posto esterno PE i due fili di colonna LN sono impegnati per trasportare la conversazione, rappresentata dal livello di tensione di fonia modulata VFM, e non consentono perciò di prelevare una tensione di alimentazione di valore adeguato; per tale motivo durante questo tempo i tasti di chiamata al piano TP devono venire inibiti. Ciò avviene attraverso, come più sopra descritto, il blocco di interfaccia di chiamata al piano IN.
Il blocco di programmazione PRG, come detto, è costituito da una memoria non volatile EEPROM contenente il codice di chiamata proprio PCODE del citofono interno PI.
Detto blocco di programmazione PRG è dotato di una funzione di autoapprendimento del codice di chiamata distintivo PCODE, che viene attuata durante la fase finale dell’installazione dell’impianto. L’operazione di autoapprendimento viene eseguita premendo il tasto di chiamata esterno sulla tastiera di chiamata KEY che si vuole abbinare al citofono interno PI, in concomitanza con un apposito tasto di apprendimento, corrisponde al ponticello di autoapprendimento JP1 presente nel citofono interno PI stesso.
Inserendo il ponticello di autoapprendimento JP1 si fornisce una tensione di massa sia al blocco interruttore analogico 2, che provederà pertanto ad alimentare il microprocessore interno MP, sia al microprocessore interno MP stesso quale segnale per l’esecuzione della funzione di autoapprendimento. In questa condizione, il microprocessore interno MP prowederà quindi a innescare il diodo SCR SCI, permettendo la comunicazione in fonia con il posto esterno PE durante l’operazione di autoapprendimento. In questa fase, il programma che gestisce il microprocessore interno MP fa sì che il codice di chiamata CODE venga memorizzato immediatamente nella memoria EEPROM del blocco di programmazione PRG come codice di chiamata distintivo PCODE. Infine, per confermare l’awenuta memorizzazione il microprocessore interno MP è programmato a generare con l’ausilio del blocco tono TON un tono di conferma memorizzazione, che può essere sovrapposto al segnale di fonia, se è in atto una conversazione fra due ipotetici installatori, oppure trasmesso da solo.
Si tenga presente che il ponticello JP1 dev’essere chiuso solamente durante l’operazione di autoapprendimento del codice di chiamata CODE, mentre nel funzionamento normale dopo l’installazione il ponticello di autoàpprendimento JP1 dev’essere lasciato aperto, cioè dev’essere rimosso l’elemento che cortocircuita i piedini di detto ponticello di autoapprendimento JP1. Pertanto detto elemento è scelto con un involucro di dimensioni convenientemente grandi, tali che interferisca meccanicamente con il coperchio di chiusura del citofono interno PI, impedendone la chiusura, quando è in posizione. In questo modo è evitata l’eventualità che l’installatore dimentichi in posizione chiusa il ponticello di autoapprendimento JP 1 , il che determinerebbe l apprendimento di qualsiasi codice di chiamata CODE successivamente inviato. Infatti con la soluzione sopra descritta non si riesce a richiudere l alloggiamento del circuito del citofono interno PI.
Il codice di chiamata CODE viene quindi registrato nella memoria EEPROM come codice di chiamata distintivo PCODE. Si tenga presente che, dal momento che, si usa una memoria EEPROM, cioè cancellabile e riscrivibile, il blocco di programmazione PRG può perciò essere riprogrammato ripetendo la medesima procedura.
In una variante semplificata il codice di chiamata distintivo PCODE a ciascun citofono interno PI viene assegnato per mezzo di un'apposita unità a dip-switch posta all'interno del citofono interno PI stesso.
In figura 7 è mostrato il medesimo sistema citofonico SI di figura 1, ma con un maggior numero di posti esterni PE, per esemplificare la connessione fra una pluralità di posti esterni PE.
In tale caso occorre semplicemente fare uso in ciascun posto esterno PE del dispositivo di commutazione costituito dal primo blocco di commutazione SW1 e del circuito di riassetto e commutazione IOR, mostrati in figura 2; il dispositivo di commutazione riconoscerà il fatto che si sta effettuando una chiamata e provederà automaticamente a collegare alla linea il posto esterno PE che sta chiamando.
I differenti posti esterni PE, come si vede in figura 7, sono collegati tra loro in configurazione entra-esci salvo il primo posto esterno PE che avrà il compito di alimentare l’impianto a riposo ed il cui primo blocco di commutazione SW1 servirà esclusivamente per fornire l'indicazione di occupato. I collegamenti tra ciascun posto esterno PE fanno uso di tre fili non reversibili, dei quali uno è la linea di riassetto R e gli altri due corrispondono ai due fili di colonna LN.
In figura 6 infine è mostrata una possibile variante al blocco comparatore CMP di figura 5. E’ proposto un blocco comparatore CMP’ realizzato attraverso un circuito rivelatore di tensione VDET. Detto circuito rivelatore di tensione VDET, ad esempio può essere utilizzato un circuito integrato S80745 della ditta SEIKO, funzionalmente corrisponde ad un comparatore con isteresi e, similmente al comparatore CMP, provvede a mantenere a massa la base del transistore Q5 quando la tensione VLN è inferiore a 18 volt e a portare in saturazione il transistore Q5, quando la tensione VLN eccede i 18 volt. L’impiego del circuito rilevatore di tensione VDET in luogo del diodo zener permette di avere una soglia di intervento più precisa, nonché un controllo del transistore Q5 del tipo “on-off”, invece che avere le variazioni lineari della tensione di controllo, dovute all’uso di un diodo zener. E’ da osservare, inoltre, che il circuito rilevatore di tensione VDET è connesso a valle del diodo zener DZ2 appartenente al blocco di interfaccia di chiamata al piano IN. In questo modo anche il circuito rilevatore di tensione VDET è certamente escluso, similmente al blocco di interfaccia di chiamata al piano IN, quando sui due fili di colonna LN sono presenti il livello di tensione di fonia VF o il livello di tensione di fonia modulata VFM.
Le caratteristiche del sistema citofonico descritto risultano chiare dalla descrizione effettuata e dai disegni annessi.
Dalla descrizione effettuata risultano pure chiari i vantaggi del sistema citofonico oggetto della presente invenzione.
Il sistema citofonico secondo l’invenzione equipaggia vantaggiosamente ciascun citofono con un circuito comparatore in grado di riconoscere un livello di tensione di chiamata emesso dal posto esterno, e in grado di quindi di comandare l’accensione di tutto il circuito del citofono e del suo microprocessore in particolare. Detto circuito comparatore peraltro è vantaggiosamente il medesimo impiegato per la demodulazione del codice di chiamata.
Secondo l’invenzione inoltre è possibile disattivare completamente quei citofoni a cui il codice di chiamata non corrisponde. Vantaggiosamente quindi i citofoni non chiamati risultano connessi ai fili di colonna solo durante le fasi relative all’invio della chiamata e del relativo codice di chiamata.
Inoltre lo stesso citofono selezionato provvede ad autoescludere una parte dei propri circuiti, ovvero il proprio microprocessore, durante la conversazione, mantenendo connessa la sola parte di trasduzione audio ai fili di colonna.
Ciò si traduce in un grande vantaggio durante la conversazione, in quanto:
- è possibile approntare nel posto esterno un semplice circuito del tipo a forchetta per sostenere la conversazione con l’unico citofono interno abilitato;
- essendo la parte di trasduzione audio l’unica impedenza presente sui fili di colonna, non è necessario provvedere complicati circuiti di adattamento o bilanciamento di impedenza.
Un ulteriore vantaggio è costituito dal fatto di potere, al’atto dell’installazione, programmare in maniera semplice, attraverso una tecnica di autoapprendimento che prevede l’inserimento dei codici di chiamata direttamente dalla tastiera del posto esterno, i codici-di chiamata propri di ciascun citofono interno. Un ulteriore vantaggio ancora è costituito da! fatto che detta operazione è ripetibile molte volte, facendo uso di una memoria non volatile EEPROM.
E' chiaro che numerose varianti sono possibili per l'uomo del ramo al sistema citofonico descritto come esempio, senza per questo uscire dai principi di novità insiti nell'idea inventiva, cosi come è chiaro che nella sua pratica attuazione le forme dei dettagli illustrati potranno essere diverse, e gli stessi potranno essere sostituiti con degli elementi tecnicamente equivalenti.
Ad esempio, si potrà assegnare il medesimo codice di chiamata a due citofoni interni, onde permettere la conversazione in parallelo con un medesimo posto esterno.

Claims (17)

  1. RIVENDICAZIONI 1. Sistema citofonico, del tipo che comprende almeno una centrale di chiamata (PE) e un insieme di terminali remoti (PI) ad essa connessi attraverso una linea elettrica (LN), la centrale di chiamata (PE) comprendendo mezzi di alimentazione multilivello (MAL), atti a fornire sulla linea elettrica (LN) almeno un primo livello di tensione di riposo (V1) e un secondo livello di tensione di chiamata (V2), differente da detto primo livello di tensione di riposo (VI), mezzi di impostazione di un codice di chiamata (KEY), mezzi di modulazione del codice di chiamata (MPEXT), il terminale remoto (PI) comprendendo mezzi di trasduzione audio (TRASD), un microprocessore (MP), cui è associato un alimentatore (AL), un circuito comparatore (CMP) con l’ingresso connesso alla linea elettrica (LN), atto a demodulare il codice di chiamata (CODE) e a trasmetterlo al microprocessore (MP), caratterizzato dal fatto che luscita di detto circuito comparatore (CMP) controlla l’alimentatore (AL) del microprocessore (MP) e abilita il funzionamento di detto alimentatore (AL) quando sulla linea elettrica (LN) è presente il secondo livello di tensione di chiamata (V2).
  2. 2. Sistema citofonico secondo la rivendicazione 1, caratterizzato dal fatto che il secondo livello di tensione di chiamata (V2) è maggiore del primo livello di tensione di riposo (VI).
  3. 3. Sistema citofonico secondo la rivendicazione 2, caratterizzato dal fatto che è previsto un mezzo interruttore analogico (2) pilotato dal microprocessore (MP) atto a interdire il funzionamento dell’ alimentatore (AL) del microprocessore (MP) dopo un periodo iniziale di funzionamento.
  4. 4. Sistema citofonico secondo la rivendicazione 3, caratterizzato dal fatto che è previsto un mezzo interruttore (3), azionato dal microprocessore (MP), atto a mantenere alimentati i mezzi di trasduzione audio (TRASD) quando il microprocessore (ΜΡ) è spento.
  5. 5. Sistema citofonico secondo la rivendicazione 3, caratterizzato da! fatto che il circuito comparatore (CMP) comanda l’alimentatore (AL) del microprocessore (MP) pilotando il blocco interruttore analogico (2)
  6. 6. Sistema citofonico secondo la rivendicazione 5, caratterizzato dal fatto che il circuito comparatore (CMP) comprende un circuito comparatore zener (DZ) la cui uscita è connessa al mezzo interruttore analogico (2) che pilota l’alimentatore (AL).
  7. 7. Sistema citofonico secondo la rivendicazione 6, caratterizzato dal che fatto che, il mezzo interruttore analogico (2) comprende un primo transistore (Q2) il cui emettitore è connesso alla linea elettrica (LN) e il cui collettore è connesso all’alimentatore (AL), pilotato da un segnale logico emesso a un’uscita di pilotaggio (02) dal microprocessore (MP).
  8. 8. Sistema citofonico secondo la rivendicazione 6, caratterizzato dal fatto che il circuito comparatore (DZ) comprende un diodo zener (DZ1) e un transistore (Q5).
  9. 9. Sistema citofonico secondo la rivendicazione 8, caratterizzato dal fatto che il primo transistore (Q2) del mezzo interruttore analogico (2) è pilotato dal microprocessore (MP) attraverso un secondo transistore (Q4), detto secondo transistore (Q4) avendo la base connessa all’uscita di pilotaggio (02) del microprocessore (MP) e il collettore connesso sia alla base del primo transistore (Q2) sia al collettore del transistore (Q5) del blocco comparatore (CMP).
  10. 10. Sistema citofonico secondo la rivendicazione 4, caratterizzato dal fatto che, detto mezzo interruttore (3) è realizzato attraverso un diodo SCR (SCI), connesso fra i mezzi di trasduzione audio (TRASD) e la massa, e pilotato da un segnale logico emesso a un’uscita di azionamento (03) dal microprocessore (MP).
  11. 11. Procedimento di comunicazione citofonica, del tipo che prevede di inviare un segnale di chiamata da una centrale di chiamata (PE) verso dei terminali remòti ad essa connessi tramite una linea elettrica a due fili (LN), e di inviare un codice di chiamata (CODE), modulando una tensione sulla linea elettrica (LN), i terminali remoti (PI) essendo provvisti di mezzi di trasduzione audio (TRASD), di microprocessori (MP) atti a riconoscere detti codici di chiamata (CODE) e a disabilitare i mezzi di trasduzione audio (TRASD), caratterizzato dal fatto di prevedere i seguenti passi: a) mantenere un primo livello di tensione di riposo (VI) sulla linea elettrica (LN); b) inviare sulla linea elettrica (LN) un secondo livello di tensione di chiamata (V2) per un tempo determinato in risposta ad un comando di chiamata; c) impiegare un mezzo di comparazione di tensione (CMP) nel terminale remoto per alimentare il microprocessore (MP) dietro il ricevimento del secondo livello di tensione di chiamata (V2); d) inviare sulla linea elettrica (LN) il codice di chiamata ai terminali remoti (PI); e) far azionare nel terminale remoto chiamato dal suo microprocessore (MP) che riconosce il proprio codice di chiamata (PCODE) un mezzo interruttore (3) che connette i mezzi di trasduzione audio (TRASD) alla linea elettrica (LN); f) far azionare nel terminale remoto chiamato dal suo microprocessore (MP) che riconosce il proprio codice di chiamata (PCODE) un mezzo interruttore analogico (2) per interrompere Talimentazione a detto .microprocessore (MP) dopo un periodo iniziale di funzionamento;
  12. 12. Procedimento di comunicazione citofonica secondo la rivendicazione 11, caratterizzato dal fatto che anteriormente all’ esecuzione del passo e) nella centrale di chiamata (PE) la connessione con la linea elettrica (LN) viene commutata dall’alimentatore multilivello (MAL) a un circuito di fonia bidirezionale a due fili.
  13. 13. Procedimento di comunicazione citofonica secondo la rivendicazione- 12, caratterizzato dal fatto che è previsto di assegnare ad almeno due terminali remoti (PI) il medesimo codice di chiamata (PCODE).
  14. 14. Sistema citofonico del tipo che comprende almeno una centrale di chiamata (PE) e un insieme di terminali remoti (PI) ad essa connessi attraverso una linea elettrica (LN), la centrale di chiamata (PE) comprendendo mezzi di impostazione di un codice di chiamata (KEY), mezzi di modulazione del codice di chiamata (MPEXT), il terminale remoto (PI) comprendendo un microprocessore (MP) atto a riconoscere un codice di chiamata (CODE) congruente con un codice di chiamata preimpostato (PCODE), essendo inoltre previsti mezzi di programmazione (PRG) per impostare il codice di chiamata preimpostato (PCODE) nel microprocessore (MP), caratterizzato dal fatto che detti mezzi di programmazione (PRG) consistono di una memoria non volatile programmabile elettricamente, in particolare una memoria EEPROM, e che in detta memoria non volatile programmabile elettricamente viene inserito il codice di chiamata preimpostata (PCODE) per mezzo dell’invio del corrispondente codice di chiamata (CODE) tramite i mezzi di impostazione di un codice di chiamata (KEY) e l’azione su un interruttore di apprendimento (JP1).
  15. 15. Sistema citofonico secondo la rivendicazione 14, caratterizzato dal fatto che l’interruttore di apprendimento (JP1) in posizione di chiusura è atto a azionare il mezzo interruttore analogico (2) per alimentare il microprocessore (MP) e a comandare la fase di esecuzione della funzione di autoapprendimento al microprocessore (MP).
  16. 16. Sistema citofonico secondo la rivendicazione 15, caratterizzato dal fatto che rinterruttore di apprendimento (JP1) in posizione di chiusura impedisce meccanicamente la chiusura dell’involucro contenente il terminale remoto (PI).
  17. 17. Sistema citofonico e/o procedimento di comunicazione citofonica secondo gii insegnamenti della presente descrizione e dei disegni annessi.
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