ITTO20131101A1 - Macchina lavasciugatrice con dispositivo di pulizia di un filtro dell'aria di asciugatura - Google Patents
Macchina lavasciugatrice con dispositivo di pulizia di un filtro dell'aria di asciugaturaInfo
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Description
Descrizione dell'Invenzione Industriale dal titolo:
“MACCHINA LAVASCIUGATRICE CON DISPOSITIVO DI PULIZIA DI UN FILTRO DELL’ARIA DI ASCIUGATURA”
DESCRIZIONE
La presente invenzione riguarda una macchina lavasciugatrice, vale a dire quelle macchine per usi domestici o anche industriali o commerciali, destinate al lavaggio e all’asciugatura dei panni in generale.
Queste macchine hanno quindi alcuni elementi in comune con le lavabiancheria, ad esempio la vasca o camera di lavaggio nella quale è alloggiato un cestello o tamburo rotante; gli indumenti o panni da trattare vengono caricati nel cestello attraverso la porta, frontale o superiore a seconda del tipo di macchina.
Le rotazioni del cestello mantengono in movimento il carico nelle fasi di lavaggio e/o asciugatura, durante le quali nella vasca viene alimentata, rispettivamente, acqua o aria.
Nel corso del ciclo di funzionamento della macchina lavasciugatrice, il carico, costituito da indumenti, panni e simili, rilascia generalmente dei filamenti che sono evacuati attraverso lo scarico.
La cosa avviene in modo semplice e diretto durante il lavaggio, in quanto l’acqua viene caricata e scaricata più volte per il lavaggio con i detergenti, il risciacquo ecc., così che i filamenti rilasciati dai tessuti vengono asportati dai panni ed evacuati con l’acqua mandata a scarico.
Diversamente, durante l’asciugatura dei panni i batuffoli filamentosi che si generano a causa dello sfregamento tra gli indumenti e la parete interna del cestello (in misura maggiore al decrescere dell’umidità), vengono trascinati dal flusso d’aria che circola nella macchina e lambisce i panni contenuti nel cestello per asciugarli, non possono essere scaricati allo stesso modo dato che non viene introdotta acqua nel cestello nel corso dell’asciugatura.
È comprensibile come l’aria di asciugatura debba essere filtrata ciclicamente onde evitare danneggiamenti alla ventola e alla resistenza elettrica ad essa associata.
A tal fine è noto prelevare l’aria dalla vasca di lavaggio e asciugatura, filtrarla, abbassarne l’umidità e immetterla nuovamente nella vasca.
Per filtrare l’aria essa viene fatta passare attraverso un filtro comprendente una griglia o rete di metallo, plastica o similari, predisposto su una parete della camera di lavaggio e asciugatura (in particolare sulla parete posteriore in corrispondenza della sezione di uscita verso il circuito di asciugatura) ed avente maglie sufficientemente strette per arrestare i filamenti rilasciati dai tessuti; è agevole comprendere come i batuffoli filamentosi che man mano si depositano sul filtro, ne riducono la sezione di passaggio dell’aria e sono fonte di perdite di carico che rallentano il flusso dell’aria, con il risultato di limitare nel complesso l’efficienza del ciclo di asciugatura dei panni.
La presente invenzione si propone di superare questa situazione che interessa lo stato della tecnica.
Pertanto il problema tecnico che si pone alla base dell’invenzione è quello di mettere a disposizione una macchina lavasciugatrice con caratteristiche di struttura e funzionamento tali da mantenere condizioni di filtraggio regolare ed efficiente dell’aria, in modo da assicurare un corretto ciclo di asciugatura dei panni.
L’idea per risolvere questo problema è quella di rimuovere il deposito sul filtro dei filamenti asportati dai panni asciugati dall’aria circolante nella macchina lavasciugatrice: in questo modo è possibile evitare che il filtro venga intasato in breve tempo, mantenendolo quindi in efficienza e riducendo le perdite di carico più a lungo.
Per ottenere questo effetto l’insegnamento dell’invenzione è quello di spruzzare acqua nei punti di accumulo dei filamenti lungo il percorso del flusso d’aria di asciugatura.
Le caratteristiche dell’invenzione nel suo complesso sono enunciate specificamente nelle rivendicazioni annesse a questa descrizione.
Tali caratteristiche risulteranno maggiormente dalla descrizione che viene di seguito riportata di un esempio preferito ma non esclusivo di realizzazione, mostrato nei disegni allegati in cui:
- Fig. 1 mostra una vista prospettica di una macchina lavasciugatrice secondo l’invenzione;
- Fig. 2 mostra in vista prospettica la vasca o camera di lavaggio/asciugatura della macchina di fig. 1, con il circuito di asciugatura ad essa associato;
- Fig. 3 mostra in vista prospettica la vasca di lavaggio/asciugatura della macchina di fig. 1, da altra angolazione rispetto a quella di fig. 2;
- Fig. 4 mostra la vasca delle figure 2 e 3 con una parte asportata, per lasciare in vista le parti all’interno;
- Fig. 5 mostra in dettaglio un sistema di pulizia di un filtro della macchina lavasciugatrice delle figure precedenti;
- Fig. 6 è una vista parzialmente in sezione del particolare di fig. 5;
- Fig. 7 mostra una variante realizzativa della vasca delle figure 2 e 3 con una parte asportata, per lasciare in vista la sua parete interna;
- Fig. 8 mostra alcune possibili varianti della finitura superficiale della parete della vasca di fig. 7.
Con riferimento alle figure appena elencate, in esse con 1 è complessivamente indicata una macchina lavasciugatrice in accordo con la presente invenzione, la quale comprende una struttura esterna 2 a forma sostanzialmente di mobile parallelepipedo, con un frontespizio 3 nel quale si trovano i comandi (ad esempio pulsanti, manopole, ecc.) per l’utente ed i vari indicatori, spie, schermi (es. display) o altri mezzi quali i cassetti per il detersivo, destinati al controllo e al funzionamento della macchina 1.
E’ bene precisare che in questa descrizione si farà riferimento per semplicità e chiarezza agli elementi della macchina lavasciugatrice 1 utili alla comprensione del trovato; per maggiori ragguagli si potrà comunque fare riferimento a quanto noto nella tecnica, ad esempio dalle macchine lavasciugatrici realizzate dalla odierna richiedente oppure descritto nelle domande di brevetto depositate da quest’ultima su questo argomento, quali le domande di brevetto europeo EP 2116647, EP 2281081, EP1907616, EP 1775368, EP 1647621 ed altre ancora, le quali vengono qui integralmente richiamate ed il cui contenuto deve considerarsi incorporato nella presente descrizione, in quanto applicabile.
Frontalmente alla struttura 2 si trova l’apertura di carico 4 della lavasciugatrice, la quale è chiusa da un portello 5.
All’interno della struttura 2 della macchina lavasciugatrice è alloggiata una camera o vasca di lavaggio/asciugatura 10, nella quale è supportato in maniera di per sé nota un cestello 11 di carico dei panni da trattare. La camera o vasca 10 è destinata al lavaggio/asciugatura (brevemente lavasciugatura) dei panni, in quanto in una macchina come quella qui considerata essa svolge la duplice funzione di vasca di contenimento dell’acqua durante il ciclo di lavaggio, e di camera di essiccazione nella fase di asciugatura. Il cestello 11 presenta la consueta configurazione a tamburo con parete traforata per il passaggio dell’acqua che si intravede nelle figure 1 e 4, ed è dotato di palmole o rilievi interni 12 destinati all’agitazione del carico in seguito alla rotazione, durante il funzionamento della macchina 1.
La camera 10 comprende un mantello o parete laterale sostanzialmente cilindrica 15 (ma che può avere anche una leggera bombatura) chiusa posteriormente da una parete posteriore o di fondo 16, mentre frontalmente presenta un collare 17 sul quale è applicata una guarnizione 18 di tenuta con l’apertura 4 del mobile 12 della macchina lavasciugatrice 1.
Esternamente alla camera di lavaggio/asciugatura 10 è disposto un circuito 20 dell’aria di asciugatura, il quale comprende un canale di aspirazione 21 (che funge anche da condensatore) ed uno di mandata 22, tra i quali è attiva una ventola 23 per la circolazione dell’aria.
In particolare, il canale di mandata 22 si estende a partire dal collare 17 della camera 10 fino alla ventola 23, mentre quello di aspirazione 21 si estende dalla ventola 23 fino ad una luce di ingresso formata sulla parete posteriore 16 della camera 10, in corrispondenza di un filtro 26.
Quest’ultimo è posizionato leggermente eccentrico rispetto all’asse di rotazione del cestello 11, in corrispondenza del quale sulla parete posteriore 16 della camera 10 sono applicati i mezzi di supporto e/o rotazione 28 del cestello 11, quali l’albero, i cuscinetti, le pulegge ecc. (non mostrati nei disegni in quanto noti in sé).
Il filtro 26 è realizzato in qualunque modo appropriato, ad esempio con una griglia o rete metallica o plastica avente maglie di dimensioni adatte ad arrestare i filamenti rilasciati dai capi trattati nella macchina lavasciugatrice 1; le maglie possono avere geometria poligonale (es. quadrata, rettangolare, esagonale), circolare o altro, con luce di passaggio inferiore ad 1 mm<2>.
In corrispondenza del filtro 26 esternamente alla camera 10 si trova un dispositivo 30 di pulizia dei filamenti, il quale comprende una serie di ugelli 31 disposti in una matrice configurata secondo una geometria similare a quella del filtro stesso, contro il quale dirigono i rispettivi getti d’acqua, così da colpire la superficie posteriore del filtro e provocare, a seguito degli impatti tra i getti e la superficie, il distacco dei filamenti trattenuti dal filtro.
Come mostrato nelle figure 5 e 6, in questo esempio gli ugelli sono supportati da una testa 32 collegata ad un circuito idraulico di alimentazione dell’acqua, che comprende una elettrovalvola 35 associata alla rete di distribuzione dell’acqua cui è collegata la lavasciugatrice 1, tale testa 32 essendo vantaggiosamente collegata anche ad un ramo 36 di ricircolo dell’acqua estratta dal fondo della camera 10 di lavaggio-asciugatura attraverso un primo scarico 33. Il collegamento tra l’elettrovalvola 35 e la testa 32 può essere con o senza salto in aria, garantendo che i getti in uscita dagli ugelli 31 siano dotati di una pressione sufficiente a colpire efficacemente il filtro 26. La testa 32 con gli ugelli 31 è alloggiata nel canale di aspirazione o condensatore 21, il quale è fissato alla parete posteriore 16 della camera di lavaggio 10; vantaggiosamente nella parte bassa del canale di aspirazione 21 si trova un secondo scarico 37 per l’acqua spruzzata dagli ugelli 31 (nonché per l’acqua di condensa creatasi nel condensatore 21), il quale è costituito da un foro sulla parete posteriore 16 della camera 10.
In questo modo l’acqua che si raccoglie sul fondo del canale 21 viene evacuata nella camera 10 e da questa fuoriesce attraverso il primo scarico 33. In alternativa il foro sul condensatore 21 può comunicare direttamente con la pompa 38 di scarico. L’acqua accumulatasi nel corso dell’asciugatura sul fondo della vasca 10 è scaricata per mezzo della pompa 38: in siffatta maniera avviene l’espulsione dei filamenti dispersi nell’acqua al di fuori della macchina.
In accordo con una forma realizzativa preferita, il dispositivo di pulizia 30 del filtro 26 prevede che l’acqua, soprattutto quella di condensa generata durante la fase di asciugatura dei panni, possa essere ricircolata nel ramo 36 da una pompa 38 con una pressione sufficiente a che poi il filtro 26 sia colpito in modo efficace.
In questo caso lungo il circuito idraulico è predisposta anche una valvola di deviazione 39 che dirige il flusso, alternativamente, allo scarico oppure nel ramo 36 di ricircolo per essere inviata nuovamente agli ugelli 31.
Infatti qualora l’acqua risulti contaminata da filamenti, la valvola indirizza l’acqua allo scarico, mentre diversamente l’acqua è riutilizzata per un ciclo di pulizia del filtro.
Da quanto finora descritto è possibile comprendere come la macchina lavasciugatrice 1 risolva il problema tecnico delineato in precedenza e che è alla base della invenzione. Infatti quando durante il ciclo di funzionamento della lavasciugatrice il filtro 26 risulta intasato dai filamenti asportati dai panni che vengono trattati, il dispositivo di pulizia 30 entra in azione e l’acqua viene spruzzata dagli ugelli 31 contro il filtro 26 così da rimuovere i filamenti da esso. Si può prevedere un funzionamento continuo del dispositivo di pulizia 30 durante la fase di asciugatura o, per ottimizzare il consumo di acqua, un funzionamento intermittente e/o impulsivo per cui il dispositivo 30 è attivato soltanto durante particolari intervalli di tempo nel corso della fase di asciugatura, o alternativamente in una o più sottofasi dedicate specificatamente alla pulizia del filtro 26.
Preferibilmente vi è un’attivazione del dispositivo 30 al termine di un ciclo di asciugatura o comunque prima dell’inizio di un nuovo ciclo di lavaggio; in tali circostanze, con la macchina vuota o con il carico contenuto nel cestello 11, viene alimentata acqua agli ugelli 31 dalla rete aprendo la valvola di ammissione 35. Secondo una modalità di gestione preferita del dispositivo 30, esso viene attivato quando l’umidità relativa nella camera 10 scende al di sotto di una soglia prefissata. Infatti è soltanto da allora che il rilascio di filamenti o pelucchi dai panni avviene in una quantità significativa. Ad esempio si può prevedere un’attivazione ad impulsi del dispositivo 30 al raggiungimento di un’umidità residua nella camera 10 pari al 10% e con un duty cycle che dipende dalla pressione e/o dalla portata dell’acqua che alimenta la doccia 32. La rilevazione dell’umidità residua in vasca avviene con modalità note, ad esempio sfruttando gli insegnamenti della domanda di brevetto GB2154721A.
Il filtro è quindi lavato con acqua di rete che è evacuata dal fondo della vasca attraverso lo scarico 33; in questo caso la valvola di deviazione 39 manda l’acqua di lavaggio degli ugelli direttamente verso lo scarico.
Diversamente, se non si riscontra presenza di filamenti nell’acqua, essa può venire riutilizzata per il lavaggio del filtro 26; questo ciclo di funzionamento può essere eseguito sia in maniera programmata, vale a dire con una temporizzazione oppure dopo in certo numero di cicli di asciugatura della macchina 1, sia in maniera controllata con dei sensori.
Si pensi al caso di rilevare le perdite di carico nel circuito 20 dell’aria di asciugatura; tale rilevazione può essere fatta mediante opportuni sensori di pressione oppure rilevando l’andamento della potenza elettrica assorbita dal motore elettrico di azionamento della ventola 23.
Quando la potenza assorbita raggiunge livelli prefissati ciò vuol dire che il filtro è intasato ed occorre quindi procedere alla rimozione dei filamenti depositati su di esso.
In alternativa la condizione del filtro 26 può essere controllata con dei sensori ottici: la presenza di filamenti depostati sul filtro impedisce il passaggio di segnali luminosi e questa condizione può essere rilevata tramite sensori ottici, così da avviare un ciclo di pulizia secondo quanto appena spiegato.
Naturalmente sono possibili altre varianti dell’invenzione rispetto a quanto sinora descritto.
Infatti, sebbene l’esempio mostrato nei disegni presenti caratteristiche di semplicità strutturale e funzionale tali da renderlo preferibile in quanto economicamente vantaggioso, non è da escludere che si possano apportare soluzioni differenti per quanto riguarda gli ugelli ed il loro sistema di alimentazione.
Per esempio, indicativamente si potrebbe pensare di avere degli ugelli alimentati separatamente i quali spruzzano l’acqua solo su zone prefissate del filtro, che risultassero intasate.
Una ulteriore possibile variante della macchina lavasciugatrice 1 è mostrata nelle figure 7 e 8; in accordo con essa, oltre al dispositivo di pulizia 30 del filtro 26, la macchina lavasciugatrice 1 è dotata di un sistema di trattenimento dei filamenti nella camera di lavaggio/asciugatura 10.
A tal fine le pareti interne della camera 10, e in particolare almeno parte della parete laterale 15 della camera 10, presentano una finitura superficiale scabra o altrimenti ruvida, rugosa o simili.
Tale finitura può essere ottenuta per mezzo di qualunque lavorazione idonea allo scopo, sia meccanica che di altra natura (es. tramite procedimento chimico, elettrico o elettrochimico e simili), con o senza asportazione di materiale, eseguita manualmente o su macchine utensili adatte allo scopo.
Esempi di lavorazioni adatte sono la godronatura (con asportazione di truciolo o senza), la smerigliatura, la molatura, la fresatura, lo stampaggio, l’abrasione, la elettroerosione e quant’altro; esse potranno venire impiegate a seconda del materiale usato per la parete 15 della vasca 10, del suo spessore, della superficie da trattare e di altri fattori connessi alla produzione industriale (es. costi, tempi, ecc.).
Vantaggiosamente la finitura superficiale è ottenuta di pezzo con il resto della parete della vasca, su cui si colloca, nell’ambito di un’unica operazione di stampaggio. La figura 8 mostra alcuni possibili esempi di finiture superficiali della parete 15, ottenute rispettivamente per stampaggio, godronatura e molatura; anche le asperità 40 presentano differenti profili (ondulato, a dente di sega, conico).
E’ bene segnalare che questa finitura può riprodurre una trama (pattern) regolare o irregolare.
Di solito la parete 15 della vasca 10 è realizzata in un materiale plastico, oppure alternativamente in acciaio inossidabile, con spessore che può variare da 1,8 a 2,5-3 mm; la scabrezza superficiale della parete laterale 15 presenta, di preferenza, delle asperità 40 di altezza inferiore al 50%, preferibilmente compresa tra il 10 % e il 40 % dello spessore della parete 15 della vasca di lavaggio/asciugatura 11.
Pertanto con gli spessori sopra indicati si avranno asperità di altezza inferiore ad 1 mm, preferibilmente compresa tra 0,2 e 0,8 mm; nella circostanza occorre comunque segnalare che anche la parete posteriore 16 (in particolare la porzione di tale parete circostante il filtro 26) e/o il collare 17 della camera di lavaggio/asciugatura 10 potranno avere una finitura superficiale rugosa, secondo quanto appena spiegato.
Sebbene ciò sia preferibile, non è comunque necessario ed inoltre la finitura superficiale della parete di fondo 16 e del collare 17 potrà essere differente da quella della parete laterale cilindrica 15: questo dipenderà da vari fattori, come la forma e le dimensioni della camera di lavasciugatura 10, la configurazione del circuito di circolazione dell’aria (cioè i canali di aspirazione e mandata 22, 21, la ventola 23 ecc.), le caratteristiche del filtro 26, e quant’altro.
Indipendentemente da ciò, il funzionamento della macchina lavasciugatrice 1 sinora descritta avviene come segue.
Per asciugare i panni l’attivazione della ventola 23 produce un flusso d’aria che viene aspirato dalla camera 10 attraverso il canale di aspirazione 21 ed è poi reimmesso nella camera 10 stessa, per mezzo del canale di mandata 22; nel suo percorso all’esterno della camera, l’aria viene deumidificata all’interno del condensatore 21 ed eventualmente riscaldata con mezzi riscaldanti (es. tramite una resistenza elettrica disposta nel canale di mandata 22), non evidenziati nei disegni in quanto noti nella tecnica.
Nella camera 10 il flusso d’aria generato dalla ventola 23 oltre a rimuovere l’umidità dal carico di panni e indumenti vari, asporta anche le varie fibre e filamenti: tuttavia, diversamente da quanto avviene nello stato della tecnica, essi vengono trattenuti dalle asperità superficiali 40 della parete laterale cilindrica 15 della camera 10 ed, eventualmente, di quella posteriore 16 e del collare 17. Di conseguenza quando il flusso d’aria che è indirizzato verso il circuito esterno 20 giunge al filtro 26, esso presenta un quantitativo ridotto di filamenti trasportati al suo interno dato che essi sono stati trattenuti a monte dalle pareti della camera di lavasciugatura 10.
Il filtro 26 opera quindi solo una rimozione più fine dei filamenti residui presenti nel flusso d’aria, così che non vi è rischio di intasamento da parte di batuffoli o formazioni lanuginose più grandi, come avviene invece nelle lavasciugatrici note.
Ciò riduce quindi le perdite di carico prodotte dal filtro, favorisce la circolazione dell’aria e di conseguenza aumenta l’efficienza dell’intero ciclo di asciugatura.
I filamenti trattenuti dalle pareti 15 (16 e 17) della camera di lavasciugatura 10 vengono poi rimossi facilmente alimentando acqua nella camera stessa: ciò può essere preferibilmente eseguito all’inizio di unsuccessivo ciclo di lavaggio della macchina 1.
Da queste spiegazioni è possibile comprendere come quest’ultima risolva il problema tecnico che è alla base dell’invenzione.
Infatti la capacità di trattenere i filamenti con mezzi diversi dai consueti filtri predisposti nel circuito dell’aria di asciugatura, previene o quanto meno riduce i rischi di intasamento nei quali incorrono solitamente i filtri.
Questo risultato è conseguito grazie alle caratteristiche di rugosità conferite alla camera di lavasciugatura 10, senza bisogno di specifici dispositivi addizionali che avrebbero la controindicazione di rendere più complessa la macchina 1.
Naturalmente sono possibili ulteriori varianti dell’invenzione rispetto alla seconda forma realizzativa appena considerata.
Già si è detto prima della possibilità di avere una finitura superficiale rugosa non solo sulla parete laterale cilindrica 15, ma anche su quella di fondo 16 e/o sul collare 17 della camera 10; occorre tuttavia osservare che il principio di trattenere i filamenti sfruttando la finitura superficiale di parti della macchina lavasciugatrice, può essere esteso anche ad altre parti di questa.
Per esempio tale principio potrebbe essere applicato alla parete esterna del cestello 11; si pensi cioè di realizzare una finitura superficiale scabra, secondo quanto spiegato in precedenza, sull’esterno del cestello: in questo modo i filamenti sarebbero trattenuti anche da esso, oltre che dalla camera di lavaggio, così da migliorare i risultati ottenuti da questa.
Altre varianti sono poi ottenibili con circuiti dell’aria 20 più complessi rispetto a quello del caso mostrato nei disegni.
Tutte queste varianti rientrano comunque nell’ambito delle rivendicazioni che seguono.
Claims (15)
- RIVENDICAZIONI 1. Macchina lavasciugatrice comprendente una camera (10) di lavaggio-asciugatura, un circuito (20, 21, 22, 23) di circolazione di aria aspirata dalla camera (10) e reintrodotta in essa, mezzi filtranti (26) per filtrare l’aria lungo il circuito (20-23), caratterizzato dal fatto di comprendere un dispositivo di pulizia (30) ad acqua dei mezzi filtranti (26).
- 2. Macchina lavasciugatrice secondo la rivendicazione 1, in cui il dispositivo (30) di pulizia è disposto nel circuito (20, 21, 22, 23) di circolazione dell’aria e spruzza acqua contro i mezzi filtranti (26).
- 3. Macchina secondo le rivendicazioni 1 o 2, in cui i mezzi filtranti (26) sono disposti in corrispondenza di una parete (16) della camera (10) di lavaggio-asciugatura ed il dispositivo di pulizia (30) comprende una pluralità di ugelli (31) esterni alla camera (10), atti a spruzzare liquido contro i mezzi filtranti (26).
- 4. Macchina secondo una qualunque delle rivendicazioni precedenti, in cui il dispositivo di lavaggio (30) comprende un ramo (36) di ricircolo di acqua fuoriuscente dalla vasca (10), collegato al circuito di alimentazione di acqua a ugelli (31) di spruzzo contro i mezzi filtranti (26).
- 5. Macchina secondo una qualunque delle rivendicazioni precedenti, in cui gli ugelli (31) sono disposti in una testa (32) alimentata con acqua di rete o ricircolata dalla vasca (10).
- 6. Macchina secondo una qualunque delle rivendicazioni precedenti, in cui il dispositivo di pulizia (30) è attivato in seguito alla rilevazione di valori di perdita di carico attraverso i mezzi filtranti (26), superiori a un livello prefissato.
- 7. Macchina secondo una qualunque delle rivendicazioni precedenti, in cui il dispositivo di pulizia (30) è attivato in maniera temporizzata.
- 8. Macchina secondo una qualunque delle rivendicazioni precedenti, comprendente mezzi superficiali (11, 15, 16, 17, 40) per trattenere i filamenti asportati dai panni e veicolati dall’aria, disposti lungo il percorso dell’aria comprendente la camera (10) ed il circuito (20-23).
- 9. Macchina secondo la rivendicazione 8, in cui i mezzi per trattenere i filamenti comprendono almeno una porzione superficiale (15, 16, 17, 40) scabra.
- 10. Macchina secondo la rivendicazione 9, in cui la porzione superficiale scabra è ottenuta su almeno una parete (15, 16, 17) della camera di lavaggioasciugatura (10).
- 11. Macchina secondo la rivendicazione 10, in cui la parete laterale (15) della camera presenta una scabrezza con asperità (40) inferiori al 50%, preferibilmente comprese tra il 10% e il 40%, dello spessore della parete laterale.
- 12. Macchina secondo una qualunque delle rivendicazioni da 8 a 11, comprendente un cestello (11) di carico dei panni da trattare alloggiato in detta camera (10), in cui la superficie esterna del cestello (11) di carico dei panni comprende una porzione superficiale scabra.
- 13. Macchina secondo una qualunque delle rivendicazioni da 8 a 12, in cui i mezzi per rimuovere i filamenti comprendono una porzione superficiale (11, 15, 16, 17) scabra con asperità inferiori a 0,8 mm.
- 14. Macchina secondo una qualunque delle rivendicazioni da 8 a 13, comprendente una fase di funzionamento in cui i filamenti trattenuti da detti mezzi superficiali (11, 15, 16, 17, 40) sono rimossi dal dispositivo di pulizia (30).
- 15. Macchina secondo una qualunque delle rivendicazioni precedenti, in cui il dispositivo di pulizia (30) è attivato, preferibilmente in modo impulsivo, in seguito alla rilevazione di un predeterminato valore di umidità relativa in detta camera (10), tale predeterminato valore di umidità essendo in particolare pari al 10%.
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