ITTO20121164A1 - Sistema idraulico di frenatura e metodo di assistenza alla frenata per veicoli a motore. - Google Patents

Sistema idraulico di frenatura e metodo di assistenza alla frenata per veicoli a motore. Download PDF

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ITTO20121164A1
ITTO20121164A1 IT001164A ITTO20121164A ITTO20121164A1 IT TO20121164 A1 ITTO20121164 A1 IT TO20121164A1 IT 001164 A IT001164 A IT 001164A IT TO20121164 A ITTO20121164 A IT TO20121164A IT TO20121164 A1 ITTO20121164 A1 IT TO20121164A1
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brake booster
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brake
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Description

SISTEMA IDRAULICO DI FRENATURA E METODO DI ASSISTENZA ALLA FRENATA PER VEICOLI A MOTORE
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Settore della tecnica
Questa invenzione si riferisce ai sistemi di frenatura dei veicoli a motore, e più in particolare riguarda un sistema idraulico di frenatura comprendente un cilindro maestro idraulico (pompa dei freni) e un servomotore di assistenza idraulica alla frenata (servofreno).
Preferibilmente, l'invenzione trova impiego in veicoli semoventi quali macchine operatrici, macchine agricole, macchine per movimento terra e simili e, nel seguito della descrizione, si farà in generale riferimento a questa applicazione preferita.
Tecnica nota
In molti veicoli semoventi utilizzati sia nei campi o nei cantieri sia su strada à ̈ abituale associare al cilindro maestro un servofreno per ridurre la forza applicata sul pedale (o sui pedali) del freno rispetto all'uso del solo cilindro maestro.
Nei sistemi di frenatura comprendenti un cilindro maestro e un servofreno à ̈ desiderabile fornire al guidatore un controllo fine della forza di frenata, senza che la reazione all'azionamento del pedale del freno dia luogo a sensazioni sgradevoli per il guidatore.
Un sistema che raggiunge questo obiettivo à ̈ descritto in EP 1457400. In questo sistema noto, la forza di frenata amplificata dal servofreno à ̈ trasferita al cilindro maestro facendo passare il liquido in pressione presente nel servofreno al cilindro maestro. Il trasferimento avviene attraverso un gruppo di valvole previsto in un pistone di comando del servofreno, azionato dal pedale del freno. La pressione del liquido che si genera nel cilindro maestro genera a sua volta una forza idraulica di reazione sul pistone di comando del servofreno.
Questo sistema à ̈ reso alquanto complicato dalla presenza del gruppo di valvole. Inoltre, data la disposizione delle valvole lungo l'asse del pistone di comando, l'ingombro assiale à ̈ relativamente elevato. Ancora, poiché il servofreno e il cilindro maestro sono in comunicazione tra loro, il sistema noto à ̈ utilizzabile solo in sistemi frenanti in cui questi due organi operano con uno stesso fluido idraulico, e non in sistemi in cui essi operano con fluidi diversi e incompatibili fra loro (abitualmente, olio minerale per il servofreno e liquido per freni non minerale per il cilindro maestro). Questa à ̈ una notevole limitazione, dal momento che i sistemi a doppio fluido sono abbastanza diffusi.
GB 946715 e US 2993478 descrivono sistemi che comprendono un cilindro maestro e un servofreno e nei quali la forza di frenata amplificata nel servofreno e la forza di reazione del cilindro maestro sono trasmesse rispettivamente al cilindro maestro e al servofreno attraverso un disco di materiale elastomerico che si deforma per effetto di tali forze. In questi sistemi il cilindro maestro à ̈ di tipo idraulico e il servofreno à ̈ di tipo pneumatico, operante in depressione.
Data la struttura intrinsecamente diversa di un servofreno pneumatico operante in depressione rispetto a quella di un servofreno idraulico che utilizza fluido in pressione, vi à ̈ stato finora un pregiudizio tecnico contro la possibilità di utilizzare il disco elastomerico descritto in GB 946715 e US 2993478 in un servofreno idraulico, in effetti, e non sono noti sistemi di frenatura completamente idraulici che adottino questa soluzione.
Studi e prove condotte dalla Richiedente hanno invece dimostrato che tale applicazione à ̈ possibile e porta vantaggi tecnici considerevoli rispetto a una soluzione con gestione completamente idraulica della trasmissione della forza di frenata dal servofreno al cilindro maestro e della forza di reazione dal cilindro maestro al servofreno.
Descrizione dell'invenzione
Pertanto, secondo l'invenzione, si fornisce un sistema di frenatura con servofreno e cilindro maestro entrambi idraulici, in cui i mezzi per trasferire la forza di frenata a un pistone del cilindro maestro e per trasferire la forza di reazione a un gruppo a pistone del servofreno comprendono un disco elastomerico che à ̈ disposto tra il gruppo a pistone e un organo di spinta per il pistone del cilindro maestro ed à ̈ atto ad essere deformato dal gruppo a pistone per trasferire la forza di frenata al pistone del cilindro maestro o, rispettivamente, dall'organo di spinta per trasferire la forza di reazione al gruppo a pistone.
Secondo una vantaggiosa caratteristica dell'invenzione, nel caso in cui il cilindro maestro e il servofreno operino rispettivamente con un primo e un secondo fluido idraulico, incompatibili fra loro, tra la camera di scarico e un fondo di un corpo del cilindro maestro à ̈ disposto un setto divisorio montato a tenuta nel corpo del servofreno e atto a definire, con il fondo del corpo del cilindro maestro, una camera di separazione atta ad isolare ambienti in cui sono presenti il primo e rispettivamente il secondo fluido.
La sostituzione di un sistema di valvole disposte in serie lungo l'asse del pistone di comando con il disco elastomerico semplifica considerevolmente la struttura dell'insieme e permette anche di limitarne l'ingombro assiale. Inoltre, dato che non à ̈ richiesto trasferimento di fluido idraulico dal servofreno al cilindro maestro, l'invenzione si presta facilmente all'uso in sistemi in cui il servofreno e il cilindro maestro operano con fluidi incompatibili.
L'invenzione riguarda anche un metodo di assistenza alla frenata per un sistema frenante comprendente un cilindro maestro idraulico e un servofreno idraulico, in cui il trasferimento dal servofreno a un pistone del cilindro maestro della forza di frenata eventualmente amplificata nel servofreno e il trasferimento dal cilindro maestro al servofreno della forza di reazione generata nel cilindro maestro in risposta alla forza di frenata sono realizzati per mezzo della deformazione di un disco elastomerico.
Breve descrizione delle figure
Queste ed altre caratteristiche e vantaggi della presente invenzione risulteranno chiare dalla seguente descrizione di forme preferite di realizzazione fatta a titolo di esempio non limitativo con riferimento ai disegni allegati, in cui:
- la fig. 1 Ã ̈ una vista in sezione di un sistema di frenatura secondo l'invenzione, rappresentato in una condizione di riposo;
- la fig. 2 Ã ̈ una vista in sezione ingrandita del servofreno del sistema di fig.1; e
- la fig. 3 Ã ̈ un grafico che illustra la caratteristica forza uscente dal servofreno - forza applicata dal pedale del freno nel sistema delle figure 1 e 2.
Descrizione di forme preferite di realizzazione
Con riferimento alle figure 1 e 2, un sistema frenante idraulico 10 secondo una forma preferita di realizzazione dell'invenzione comprende un insieme costituito da un sistema idraulico di assistenza alla frenata (servofreno) 11 e un cilindro maestro idraulico (o pompa dei freni) 12. Il sistema frenante 10 à ̈ azionato dal pedale del freno 22 tramite un'opportuna asta di azionamento 21. Per chiarezza di descrizione, in quanto segue il lato del pedale del freno sarà indicato come lato posteriore dell'insieme, e il lato opposto sarà indicato come lato anteriore. Gli organi delle due parti 11, 12 del sistema 10 sono ospitati in cavità sostanzialmente cilindriche 13A, 14A di rispettivi corpi cavi coassiali 13, 14. Un'estremità posteriore 63 del corpo 14 del cilindro maestro 12 à ̈ ricevuta in una parte anteriore della cavità 13A.
Nella forma di realizzazione preferita illustrata in queste figure, si suppone che il servofreno 11 e il cilindro maestro 12 operino con due fluidi incompatibili. Per esempio, il servofreno 11 opera con olio minerale, mentre il cilindro maestro 12 opera con liquido non minerale per i freni (usualmente, un liquido glicolico o siliconico). Questa soluzione à ̈ comune in molte macchine del tipo a cui si applica preferibilmente l'invenzione, in cui i freni richiedono l'azionamento con liquido non minerale mentre il servofreno e altri organi, tra cui i vari dispositivi di lavoro montati sulla macchina, usano olio minerale per il loro funzionamento.
Il servofreno 11 à ̈, in parte, realizzato come il servofreno descritto in EP 1457400. Questa parte nota, che sarà richiamata nelle sue linee generali per facilitare la comprensione dell'invenzione, comprende un pistone idraulico di assistenza 15, coassiale al corpo 13 e scorrevole assialmente in questo. Il pistone di assistenza 15 comprende un tuffante 16, che presenta una parte posteriore di diametro esterno maggiore e una parte anteriore di diametro esterno minore e sarà chiamata nel seguito tuffante a doppio diametro, a cui à ̈ solidale per la traslazione un disco o pistone 17 il cui bordo esterno si impegna a tenuta con la superficie della cavità 13A del corpo 13. Grazie alla presenza delle due parti di diametro diverso, il tuffante 16, in caso di asservimento, funge anche da molla di richiamo per il pistone di assistenza 15. Un setto di chiusura anteriore 18, fisso e montato anch'esso a tenuta nella cavità 13A, guida l'estremità anteriore del tuffante 16 durante lo scorrimento e funge da arresto per la corsa del pistone 17. Nella cavità interna 19 del tuffante 16 à ̈ disposto un pistone idraulico di comando 20 (noto nel settore come "spola"), scorrevole rispetto al tuffante stesso. All'estremità posteriore la spola 20 à ̈ collegata all'asta di azionamento 21, che à ̈ atta a far scorrere la spola 20 quando la forza applicata al pedale del freno 22 vince il precarico di una molla 23.
Il pistone di assistenza 15 e la spola 20 nel loro insieme saranno anche chiamati "gruppo a pistone".
Tra il pistone 17 e un fondo posteriore 24 del corpo 13 à ̈ formata una camera posteriore 25, in comunicazione, attraverso un condotto 26 formato nella parte posteriore del corpo 13, con un ingresso 27 per il fluido in pressione proveniente da un circuito idraulico (non rappresentato). Tra il setto di chiusura 18 e il pistone 17 à ̈ definita una camera anteriore 28. Come si spiegherà meglio nella descrizione del funzionamento, a seconda delle condizioni operative del sistema e quindi della posizione della spola 20 rispetto al tuffante a doppio diametro 16, la camera 28 può essere messa in comunicazione con la camera 25 e/o con una camera di scarico 29, formata davanti al setto di chiusura 18, la quale presenta un condotto d'uscita 30 che permette di rinviare il fluido al serbatoio. In particolare, la comunicazione tra le camere 25 e 28 avviene attraverso passaggi 53, 54 realizzati nel tuffante 16 perpendicolarmente al suo asse e comunicanti con la sua cavità interna 19, mentre la comunicazione tra le camere 28, 29 avviene attraverso un passaggio 32 aperto o chiuso mediante una guarnizione 31 agente da valvola.
Questa parte del servofreno 11 Ã ̈, come detto, sostanzialmente identica a quanto descritto e illustrato in EP 1457400, a cui si rimanda per maggiori dettagli.
L'estremità anteriore del tuffante 16 à ̈ atta ad impegnarsi, in caso di azionamento del servofreno, con un anello di riscontro 40 montato scorrevole in una parte terminale interna 42, a forma di tazza, di un puntale 41 di azionamento di un pistone 61 del cilindro maestro 12. Il puntale 41 à ̈ montato scorrevole in un'appendice tubolare 62 del pistone 61, in modo tale che a riposo vi sia un certo gioco 52 fra l'estremità anteriore del puntale e il pistone 61.
La parte a tazza 42 del puntale 41 dà sede ad un disco 43 in materiale elastomerico che, con il puntale 41, costituisce i mezzi per trasferire al pistone 61 del cilindro maestro 12 la forza di frenata eventualmente amplificata dal servofreno 11 e per trasferire dal pistone 61 alla spola 20, e quindi al pedale 22, la forza di reazione che si genera nel cilindro maestro 12 durante la frenata.
Dischi di questo tipo sono usati per esempio nei servofreni pneumatici descritti nei documenti GB 946715 e US 2993478 menzionati sopra. Come detto, non à ̈ però noto il loro impiego in servofreni idraulici.
Il puntale 41 à ̈ atto ad essere fatto scorrere, in caso di azionamento del pedale 22, contro l'azione di una molla 44 disposta tra un bordo a flangia 45 della parte a tazza 42 e un setto 46 disposto nella parte anteriore della cavità interna 13A del corpo 13 e bloccato tra un gradino della superficie interna di tale cavità e un anello di bloccaggio 51.
Il setto 46 ha lo scopo di separare l'ambiente in cui à ̈ presente il fluido minerale (le varie camere del servofreno 11) dall'ambiente in cui à ̈ presente fluido non minerale (le camere del cilindro maestro 12) per evitare il deterioramento che ognuno dei due fluidi può provocare in componenti (in particolare, guarnizioni) progettati per operare con l'altro fluido. Per questo scopo il setto 46 à ̈ montato a tenuta nella cavità 13A ed à ̈ attraversato, sempre a tenuta, dall'appendice tubolare 62. La tenuta tra il setto 46 e il corpo 13 e l'appendice tubolare 62 à ̈ realizzata rispettivamente mediante guarnizioni 47, 48.
Al setto 46 à ̈ accoppiato il fondo posteriore 63 del corpo 14 del cilindro maestro 12, chiuso per impedire fuoriuscita di liquido per freni e sagomato in modo che tra il setto 46 e il fondo 63 si formi una camera di separazione 49 che risulta isolata sia dalla cavità 14A del corpo 14 del cilindro maestro 12, sia dalla parte restante della cavità 13A del corpo 13, e in particolare dalla camera di scarico 29. Nella camera di separazione 49 à ̈ previsto un drenaggio 50 (fig. 1) che permette di scaricare eventuali trafilamenti di fluido fuoriuscito dal cilindro maestro 12 o dalla camera di scarico 29 attraverso le guarnizioni.
Il cilindro maestro 12 à ̈ del tutto convenzionale e, nel caso qui illustrato a puro titolo di esempio, à ̈ un cilindro maestro di tipo tandem. Esso comprende quindi un pistone primario (il pistone 61 azionato dal puntale 41) e un pistone secondario 64 che definiscono una coppia di camere 65, 66 alimentate con liquido per freni attraverso rispettivi ingressi 67 e 68 e collegate a rispettivi rami del circuito frenante del veicolo attraverso condotti d'uscita, non visibili nel disegno. Un esempio di cilindro maestro tandem utilizzabile in questo sistema à ̈ descritto in WO 2006/103049. Ovviamente, nel presente dispositivo, data la presenza del servofreno 11, il pistone primario 61 à ̈ azionato dal puntale 41 invece di essere azionato direttamente da un'asta collegata al pedale del freno, analoga all'asta 21.
Si descriverà ora il funzionamento dell'invenzione, supponendo che sia presente l'asservimento, cioà ̈ che il servofreno 11 sia alimentato con fluido in pressione.
Come descritto in EP 1457400, a riposo le due camere 25 e 28 comunicano fra loro attraverso i passaggi 53, 54 e la cavità 19 del tuffante 16 e in esse à ̈ presente fluido (nell'esempio considerato, olio minerale) alla stessa pressione. Quando si applica una forza F al pedale 22, l’asta 21, dopo aver vinto il precarico della molla 23, fa spostare in avanti la spola 20, chiudendo la comunicazione tra la camera 25 e la camera 28 e aprendo la comunicazione tra la camera 28 e la camera di scarico 29. Attraverso la valvola rappresentata dalla guarnizione 31 e il passaggio 32 si scarica allora fluido nella camera 29, rinviandolo al serbatoio attraverso l’uscita 30 e riducendo la pressione nella camera 28. Si crea così una differenza di pressione sulle due facce del pistone 17 e, a causa della minor pressione nella camera 28, il pistone 17 si sposta anch'esso in avanti trascinando con sé il tuffante a doppio diametro 16. L'estremità anteriore del tuffante 16 si impegna allora con il riscontro 40 e ne provoca lo scorrimento nella parte terminale 42 del puntale 41, dove applicherà una pressione al disco in materiale elastomerico 43 provocandone l'avanzamento nella parte a coppa 42. Dopo aver vinto il precarico della molla 44, il puntale 41 scorrerà in avanti, annullando il gioco 52 e portandosi a contatto con il pistone primario 61 del cilindro maestro 12. La resistenza all’avanzamento di tale puntale 41, dovuta alla pressione idraulica che si genera nei circuiti del cilindro maestro 12, provocherà la compressione del disco 43, la cui parte centrale si porta in contatto con la spola 20. Il disco 43, comportandosi per sua natura sostanzialmente come un fluido, eserciterà una forza sul diametro di testa della spola 20. Questa reazione provocherà lo scorrimento all'indietro della spola 20 e la chiusura della porta di scarico formata dalla cooperazione della spola 20 con la guarnizione 31, stabilizzando così la pressione nella camera 28. La condizione di equilibrio raggiunta à ̈ chiaramente dipendente dal rapporto tra l'area S43 del disco 43 (sollecitato su tutta la sua superficie dalla parte a coppa 42 del puntale 41) e l'area S20 del pistone 20. In queste condizioni, la forza applicata dal puntale 41 al pistone 61 del cilindro maestro resterà invariata sino a quando non sarà incrementata o decrementata la forza al pedale 22. In questo caso il sistema ricercherà il nuovo equilibrio incrementando o decrementando la differenza di pressione tra le camere 25 e 28 proporzionalmente al rapporto delle aree sopra citate.
Ovviamente, in assenza di asservimento, il pistone di assistenza 15 non interviene e la forza applicata al pedale 22 Ã ̈ trasmessa direttamente al pistone primario 61 attraverso l'asta 21, la spola 20, il disco elastomerico 43 e il puntale 41.
In fig. 3 à ̈ rappresentato l'andamento della forza Fu trasmessa dal puntale 41 al pistone 61 in funzione della forza F applicata all’asta 21 dal pedale 22, nel caso in cui l'asservimento sia presente (linea A) o assente (linea B). Si à ̈ considerato a titolo di esempio un rapporto R = 3 tra le aree S43 e S20.
In caso di assenza di asservimento, agisce come detto solo la spola 20, che comincia a muoversi una volta vinta la resistenza della molla 23 (ascissa f0) e aziona il puntale 41 quando viene vinta la resistenza della molla 44 (ascissa f1). L’incremento della forza Fu à ̈ ovviamente uguale all’incremento della forza F applicata al pedale 22.
In caso di asservimento, data la presenza dei giochi tra riscontro 40 e disco 43 e tra disco 43 e fondo della coppa 42, il servofreno 11 comincia a trasmettere la forza Fu al cilindro maestro 12 appena vinta la resistenza della molla 23 e la differenza di pressione generata dal doppio diametro del tuffante 16, con un valore iniziale f2. Questo salto iniziale à ̈ noto nel settore con il termine di "jump-in". Dal grafico si vede chiaramente che, a partire da questo valore iniziale, la forza Fu applicata al cilindro maestro à ̈ multipla di quella applicata al pedale 22 secondo il rapporto R delle aree S43 e S20. Si noterà anche che, raggiunto un certo valore (punto di saturazione P), la moltiplicazione della forza Fu rispetto alla forza F si interrompe e l’incremento della forza uscente Fu sarà pari a quello della forza F, cosicché le due linee A, B diventano parallele. La distanza Fa tra le due linee rappresenta la forza di asservimento. L’entità dell’asservimento à ̈ direttamente proporzionale alla pressione del fluido fornito all’ingresso 27.
E' chiaro che l'invenzione permette effettivamente di raggiungere gli scopi voluti. La sostituzione del sistema di valvole disposte in serie lungo l'asse del pistone di comando con il disco elastomerico 43 semplifica considerevolmente la struttura dell'insieme 10 e permette anche di limitarne l'ingombro assiale. Inoltre, dato che non si ha comunicazione tra il servofreno 11 e il cilindro maestro 12, l'invenzione si presta facilmente all'applicazione a sistemi in cui il servofreno e il cilindro maestro operano con liquidi incompatibili.
E' evidente che quanto descritto à ̈ dato unicamente a titolo di esempio non limitativo e che varianti e modifiche sono possibili senza uscire dal campo di protezione dell'invenzione.
In particolare, l'invenzione si applica non solo a sistemi in cui il servofreno e il cilindro maestro operano con liquidi incompatibili, ma anche al caso in cui servofreno 11 e cilindro maestro 12 usano lo stesso fluido. In questo caso il setto 46 e la camera 49 con rispettivo drenaggio 50 possono essere eliminati, ciò che rappresenta un ulteriore contributo alla semplicità della struttura e al contenimento dell'ingombro assiale. E' evidente che in questa situazione la molla 44 poggerà, alla sua estremità anteriore, contro il fondo 63 del cilindro maestro 12 o contro un opportuno appoggio in prossimità dell'imboccatura della cavità 13A.
Inoltre, anche se la forma di realizzazione descritta utilizza un servofreno con un pistone di assistenza e un pistone di comando del tipo illustrato in EP 1457400 e un cilindro maestro di tipo tandem, à ̈ chiaro che l'invenzione può essere applicata a sistemi con servofreno e cilindro maestro idraulici di tipo diverso.

Claims (8)

  1. Rivendicazioni 1. Sistema idraulico di frenatura per un veicolo a motore, comprendente un cilindro maestro (12) e un servofreno (11), in cui il servofreno (11) comprende: - un gruppo a pistone scorrevole (15, 20) configurato per definire, in un corpo (13) del servofreno (11), una prima e una seconda camera (25, 28) atte a essere alimentate con fluido idraulico sotto pressione; - mezzi associati al gruppo a pistone (15, 20) per stabilire e interrompere, a seconda delle fasi di lavoro del servofreno (11), una comunicazione tra la prima camera (25) e la seconda camera (28) e una comunicazione tra la seconda camera (28) e una camera di scarico (29); - mezzi (41, 43) per trasferire ad un pistone scorrevole (61) del cilindro maestro (12) una forza di frenata, applicata ad un pedale del freno (22) collegato al gruppo a pistone (15, 20) ed eventualmente amplificata nel servofreno (11), e per trasferire al gruppo a pistone (15, 20) del servofreno (11) una forza di reazione esercitata sul pistone (61) del cilindro maestro (12), in seguito a uno scorrimento dello stesso provocato dalla forza di frenata, da fluido idraulico presente in detto cilindro maestro (12); caratterizzato dal fatto che i mezzi (41, 43) per trasferire la forza di frenata al pistone (61) del cilindro maestro e per trasferire la forza di reazione al gruppo a pistone (15, 20) comprendono un disco elastomerico (43) disposto tra il gruppo a pistone (15, 20) e un organo di spinta (41) per il pistone (61) del cilindro maestro e atto ad essere deformato dal gruppo a pistone (15, 20) per trasferire la forza di frenata al pistone (61) del cilindro maestro o rispettivamente dall'organo di spinta (41) per trasferire la forza di reazione al gruppo a pistone (15, 20).
  2. 2. Sistema secondo la riv.1, in cui il gruppo a pistone (15, 20) comprende: - un pistone di assistenza (15) atto a definire, nel corpo (13) del servofreno (11), la prima e la seconda camera (25, 28) atte a essere alimentate con fluido idraulico sotto pressione; e - un pistone di comando o spola (20), montato a scorrimento nel pistone di assistenza (15), e atto ad essere fatto scorrere per effetto della forza di frenata e a stabilire e interrompere, in base alla sua posizione, la comunicazione tra la prima camera (25) e la seconda camera (28) e tra la seconda camera (28) e la camera di scarico (29); e in cui il disco elastomerico (43) Ã ̈ atto ad essere deformato e compresso dal pistone di assistenza (15) per trasferire la forza di frenata al pistone (61) del cilindro maestro e ad applicare la forza di reazione alla spola (20).
  3. 3. Sistema secondo la riv.2, in cui il disco elastomerico (43) Ã ̈ ospitato in una parte terminale a tazza (42) dell'organo di spinta (41), tra un fondo di detta parte terminale (42) e un anello di riscontro (40) montato scorrevole in detta parte terminale, e il pistone di assistenza (15) Ã ̈ atto a sollecitare il disco elastomerico tramite l'anello di riscontro (40).
  4. 4. Sistema secondo la riv.3, in cui l'anello di riscontro (40) e l'organo di spinta (41) sono disposti in modo da lasciare, in condizioni di riposo del servofreno, un gioco con il disco elastomerico (43) e rispettivamente con il pistone (61) del cilindro maestro.
  5. 5. Sistema secondo una qualsiasi delle rivendicazioni precedenti, in cui il cilindro maestro (12) e il servofreno (11) sono atti ad operare rispettivamente con un primo e un secondo fluido idraulico, incompatibili fra loro, e tra la camera di scarico (29) e un fondo chiuso (63) di un corpo (14) del cilindro maestro (12) Ã ̈ disposto un setto divisorio (46) montato a tenuta nel corpo (13) del servofreno (11) e atto a definire, con il fondo (63) del corpo (14) del cilindro maestro, una camera di separazione (49) atta ad isolare ambienti in cui sono presenti il primo o rispettivamente il secondo fluido, la camera di separazione (49) essendo munita di uno spurgo (50) per scaricare fluido trafilato dall'uno o dall'altro ambiente.
  6. 6. Sistema secondo la riv. 5, in cui l'organo di spinta (41) Ã ̈ atto a scorrere in un'appendice tubolare (62) del pistone (61) del cilindro maestro (12) che attraversa, a tenuta, il setto di separazione (46).
  7. 7. Metodo di assistenza alla frenata in un veicolo a motore con un sistema idraulico di frenatura comprendente un cilindro maestro (12) e un servofreno (11), comprendente le operazioni di: - amplificare, nel servofreno (11), una forza di frenata (F) applicata ad un pedale (22) del freno; - trasferire dal servofreno (11) a un pistone (61) del cilindro maestro una forza di frenata amplificata (Fu), e - trasferire dal cilindro maestro (12) al servofreno (11) una forza di reazione generata nel cilindro maestro in risposta alla forza di frenata amplificata (Fu) applicata al pistone (61) del cilindro maestro; caratterizzato dal fatto che le operazioni di trasferire la forza di frenata amplificata dal servofreno (11) al pistone (61) del cilindro maestro e di trasferire la forza di reazione dal cilindro maestro (12) al servofreno (11) sono realizzate per mezzo della deformazione di un disco elastomerico (43).
  8. 8. Metodo secondo la riv. 7 per l'assistenza alla frenata in un autoveicolo in cui il cilindro maestro (12) e il servofreno (11) operano con fluidi idraulici incompatibili, comprendente inoltre l'operazione di isolare idraulicamente un ambiente interno al cilindro maestro (12) e un ambiente interno al servofreno (11), detta operazione di isolamento comprendendo la creazione di una camera di separazione (49) tra detti due ambienti e lo scarico di eventuale fluido trafilato in detta camera di separazione (49) dall'uno o dall'altro ambiente.
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