ITTO20100801A1 - Vibratore a pistoni - Google Patents

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ITTO20100801A1
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IT
Italy
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piston
chamber
vibrator
hole
longitudinal axis
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IT000801A
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Giancarlo Fedeli
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Giancarlo Fedeli
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    • F01MACHINES OR ENGINES IN GENERAL; ENGINE PLANTS IN GENERAL; STEAM ENGINES
    • F01BMACHINES OR ENGINES, IN GENERAL OR OF POSITIVE-DISPLACEMENT TYPE, e.g. STEAM ENGINES
    • F01B1/00Reciprocating-piston machines or engines characterised by number or relative disposition of cylinders or by being built-up from separate cylinder-crankcase elements
    • F01B1/01Reciprocating-piston machines or engines characterised by number or relative disposition of cylinders or by being built-up from separate cylinder-crankcase elements with one single cylinder
    • BPERFORMING OPERATIONS; TRANSPORTING
    • B06GENERATING OR TRANSMITTING MECHANICAL VIBRATIONS IN GENERAL
    • B06BMETHODS OR APPARATUS FOR GENERATING OR TRANSMITTING MECHANICAL VIBRATIONS OF INFRASONIC, SONIC, OR ULTRASONIC FREQUENCY, e.g. FOR PERFORMING MECHANICAL WORK IN GENERAL
    • B06B1/00Methods or apparatus for generating mechanical vibrations of infrasonic, sonic, or ultrasonic frequency
    • B06B1/18Methods or apparatus for generating mechanical vibrations of infrasonic, sonic, or ultrasonic frequency wherein the vibrator is actuated by pressure fluid
    • GPHYSICS
    • G01MEASURING; TESTING
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Description

DESCRIZIONE
“VIBRATORE A PISTONIâ€
La presente invenzione à ̈ relativa ad un vibratore a pistoni particolarmente adatto ad essere impiegato in vari settori industriali per distaccare incrostazioni e altri materiali da serbatoi e tubazioni, per schiacciare, deformare, tranciare e, in agricoltura, per il distacco di olive e di altri frutti pendenti dai relativi alberi.
In particolare la presente invenzione à ̈ relativa ad un vibratore del tipo comprendente un corpo cavo e comprendente una parete laterale presentante un asse longitudinale ed una prima ed una seconda parete di estremità trasversali all’asse longitudinale; un foro di ingresso ed un foro di uscita per un fluido in pressione; un pistone alloggiato scorrevole ed a tenuta di fluido all’interno del corpo cavo per compiere, in uso, una successione di cicli operativi, ciascuno dei quali comprende una corsa di andata ed una corsa di ritorno lungo l’asse longitudinale e fra la prima e la seconda parete di estremità; il pistone definendo, all’interno del corpo cavo, una prima camera comunicante con il foro di ingresso e presentante una prima superficie attiva, ed una seconda camera presentante una seconda superficie attiva maggiore della prima; ed un circuito estendentesi, almeno in parte, attraverso il pistone per collegare alternativamente la seconda camera alla prima camera ed al foro di uscita.
Come verrà meglio spiegato nel seguito, i vibratori noti di questo tipo possono essere realizzati, in maniera economica, solo per diametri relativamente piccoli del pistone a causa della presenza di tenute senza guarnizioni nell’accoppiamento tra pistone e parete laterale del corpo cavo e, soprattutto, possono effettuare solo corse relativamente brevi rispetto alla distanza esistente fra le pareti di estremità. Corse relativamente brevi e diametri necessariamente piccoli si traducono, per i vibratori noti del tipo sopra descritto, in una ridotta capacità di generare vibrazioni ad energia elevata ad ogni urto del pistone contro le pareti di estremità.
Scopo della presente invenzione à ̈ di realizzare un vibratore perfezionato del tipo sopra descritto, il quale presenti una struttura semplice e di economica realizzazione e sia in grado di generare, ad ogni urto, vibrazioni con la più alta energia possibile.
Secondo la presente invenzione viene realizzato un vibratore secondo quanto licitato dalla rivendicazione 1 e, preferibilmente, secondo quanto licitato da ciascuna rivendicazione dipendente direttamente o meno dalla rivendicazione 1.
L’invenzione verrà ora descritta con riferimento ai disegni annessi, che ne illustrano alcuni esempi di attuazione non limitativi, in cui:
- la figura 1 illustra, in sezione longitudinale, un vibratore noto del tipo sopra specificato;
- le figure 2A, 2B e 2C illustrano, in sezione longitudinale, una prima preferita forma di attuazione del vibratore secondo la presente invenzione in rispettive configurazioni operative; e
- le figure 3 e 4 illustrano, in sezione longitudinale, rispettive ulteriori preferite forme di attuazione del vibratore secondo la presente invenzione.
Con riferimento alla figura 1, con 1 à ̈ indicato nel suo complesso un vibratore di tipo noto comprendente un corpo cavo 2 presentante un proprio asse 3 e definito da una parete laterale 4 tubolare chiusa alle estremità da due pareti terminali 5 e 6 trasversali all’asse 3 e chiuse a tenuta di fluido sulle rispettive estremità della parete laterale 4 tramite tiranti 7 filettati provvisti di rispettivi dadi 8 di serraggio disposti all’esterno della parete terminale 6. La parete terminale 5 presenta una porzione periferica sporgente all’esterno della parete laterale 4 e provvista di fori 9 passanti per il passaggio di organi B, per esempio viti non illustrate, di fissaggio rigido del vibratore 1 ad un corpo A da vibrare.
Il vibratore 1 comprende, inoltre, un pistone 10, il quale à ̈ montato scorrevole all’interno del corpo cavo 2 nella direzione dell’asse 3 ed à ̈ accoppiato a tenuta di fluido ad una superficie interna della parete laterale 4. In particolare, il pistone 10 e la parete laterale 4 hanno superfici di accoppiamento lavorate con elevata precisione e giochi di accoppiamento estremamente ridotti in modo da realizzare tenute senza guarnizioni.
Il pistone 10 presenta due porzioni 11 e 12 di differente diametro, di cui la porzione 12, di diametro maggiore, à ̈ accoppiata in modo scorrevole ed a tenuta di fluido alla superficie interna della parete laterale 4 e presenta una superficie 13 di estremità, che à ̈ una superficie attiva del pistone 10, à ̈ affacciata alla parete terminale 6 ed individua, con la parete terminale 6 e la parete laterale 4, una camera 14 di pressurizzazione, il cui volume varia in funzione della posizione assiale del pistone 10 all’interno del corpo cavo 2. La porzione 11 à ̈, invece, limitata da una superficie 15 di estremità affacciata alla parete terminale 5 ed à ̈ accoppiata in modo scorrevole ed a tenuta di fluido alla superficie interna di una costola anulare 16, la quale sporge verso l’interno dalla parete laterale 4 e suddivide lo spazio compreso fra la superficie interna della parete laterale 4 e la superficie esterna della porzione 11 in due camere anulari 17 e 18, il cui volume varia, in maniera inversa a quello della camera 14, in funzione della posizione assiale del pistone 10 all’interno del corpo cavo 2. In particolare, la camera anulare 17 à ̈ una camera di alimentazione, la quale presenta una superficie attiva 19, che à ̈ ben minore della superficie 13, à ̈ definita da uno spallamento anulare di raccordo fra le due porzioni 11 e 12 del pistone 10, si svolge attorno all’asse 3, ed à ̈ disposta in posizione intermedia rispetto alla camera 14 ed alla camera anulare 18.
La camera anulare 17 comunica, qualsiasi sia la posizione assiale del pistone 10 all’interno del corpo cavo 2, con un raccordo 20 montato a tenuta di fluido attraverso la parete laterale 4 per alimentare un fluido in pressione all’interno del corpo cavo 2. La camera anulare 18 à ̈, invece, una camera di scarico disposta adiacente alla parete terminale 5 e comunica, qualsiasi sia la posizione assiale del pistone 10 all’interno del corpo cavo 2, con un foro 21 di scarico ricavato attraverso la parete laterale Attraverso il pistone 10 à ̈ ricavato un circuito fluidico 22 di commutazione comprendente una porzione 23 di ingresso-uscita definita da un foro diametrale trasversale all’asse 3 ed atto a comunicare con la camera anulare 17 o con la camera anulare 18, oppure ad essere chiuso dalla costola anulare 16, a seconda della posizione assunta dal pistone 10 all’interno del corpo cavo 2; ed una porzione 24 di comunicazione definita da un foro assiale, una cui estremità comunica con un punto intermedio della porzione 23, ed una cui altra estremità comunica con la camera 14.
Il funzionamento del vibratore 1 noto verrà ora descritto a partire dalla posizione illustrata nella figura 1, in cui la superficie 15 di estremità della porzione 11 del pistone 10 à ̈ disposta a contatto della superficie interna della parete terminale 5.
In questa posizione, la camera 14 à ̈ collegata con il foro di scarico 21 attraverso il circuito fluidico 22 e la camera anulare 18. L’alimentazione di un fluido in pressione all’interno della camera anulare 17 si traduce nell’applicazione, sulla superficie attiva 19, di una forza assiale F1 diretta verso la parete terminale 6 e nello spostamento rapido del pistone 10 verso la parete terminale 6. Questo spostamento provoca la chiusura della comunicazione fra il circuito fluidico 22 e la camera anulare 18 in corrispondenza della costola 16 con conseguente interruzione della comunicazione della camera 14 con il foro di scarico 21, e conseguente aumento della pressione all’interno della camera 14. Un successivo ulteriore spostamento del pistone 10 verso la parete terminale 6 determina il collegamento della camera 14 con la camera anulare 17 attraverso il circuito fluidico 22 ed un repentino aumento della pressione all’interno della camera 14 fino ad eguagliare il valore di pressione esistente all’interno della camera anulare 17. Per effetto della pressione presente, a questo punto, nella camera 14, sul pistone 10 viene ad agire una seconda forza assiale F2, la quale à ̈ contraria ad F1 ed il cui rapporto con F1 à ̈ pari al rapporto esistente fra le superfici 13 e 19. La forza risultante determina, quindi, una inversione del moto del pistone 10, il quale si allontana rapidamente dalla parete terminale 6 fino a colpire con violenza la parete terminale 5 ed a disporre la camera 14 nuovamente in comunicazione con il foro di scarico 21 in modo da iniziare un nuovo ciclo.
Da quanto precede si desume che la corsa del pistone 10 si inverte prima che il pistone 10 stesso raggiunga la parete terminale 6 con la conseguenza che manca l’urto contro la parete terminale 6, e l’energia cinetica del pistone 10 all’atto dell’urto contro la parete terminale 5 risulta inferiore a quella che potrebbe essere se la corsa del pistone 10 non venisse limitata.
Una ulteriore limitazione à ̈ rappresentata dalle tenute senza guarnizioni tra il pistone 10 e la parete laterale 4 del corpo cavo 2, che sono tenute realizzabili, in maniera economica, solo per diametri del pistone 10 relativamente ridotti.
Allo scopo di eliminare questi inconvenienti viene proposto un vibratore 25, illustrato nella figura 2A, i cui elementi componenti sono contrassegnati, ove possibile, con i numeri di riferimento che contrassegnano i componenti corrispondenti del vibratore 1.
Con riferimento alla figura 2A, il vibratore 25 à ̈ sostanzialmente uguale al vibratore 1 per quanto riguarda il corpo cavo 2 ed il pistone 10 con l’unica differenza che, nel vibratore 25, l’accoppiamento scorrevole a tenuta di fluido fra il pistone 10 e la superficie interna della parete laterale 4 à ̈ assicurato da una guarnizione 26 alloggiata all’interno di una scanalatura ricavata sulla costola anulare 16 e cooperante con la porzione 11 del pistone 10, e da una ulteriore guarnizione 27 alloggiata all’interno di una scanalatura ricavata direttamente sulla parete laterale 4 e cooperante con la porzione 12 del pistone 10. L’uso delle guarnizioni 26 e 27 offre il vantaggio, rispetto ad un accoppiamento a tenuta senza guarnizioni quale quello presente nel vibratore 1, di permettere di utilizzare pistoni 10 di diametro maggiore di quelli utilizzabili nel vibratore 1.
Il vibratore 25 differisce, inoltre, dal vibratore 1 in quanto presenta, al posto del circuito fluidico 22, un circuito fluidico 28 comprendente una porzione di ingresso 29 simile alla porzione 23, ma sempre in comunicazione con la camera anulare 17 qualsiasi sia la posizione del pistone 10 lungo l’asse 3, e definita da un foro diametrale ricavato attraverso il pistone 10; una porzione di scarico 30 sempre in comunicazione con la camera anulare 18 ed il foro di scarico 21 qualsiasi sia la posizione del pistone 10 lungo l’asse 3; ed una porzione di commutazione 31 intermedia atta a porre la camera 14 in comunicazione con la porzione di ingresso 29 e, alternativamente, con la porzione di scarico 30.
La porzione di commutazione 31 à ̈ realizzata attraverso un organo di commutazione a inseguimento, il quale à ̈ mobile lungo l’asse 3 in maniera concorde con il pistone 10 e sotto l’azione del fluido in pressione di azionamento del pistone 10, à ̈ atto a pervenire a contatto, come il pistone 10, con ambedue le pareti terminali 5 e 6, e si sposta rispetto al pistone 10, durante ciascuna corsa (di andata verso la parete terminale 6 e di ritorno verso la parete terminale 5) del pistone 10, per mantenere la camera 14 quanto più a lungo possibile nelle condizioni (collegamento alla camera anulare 17 o alla camera anulare 18) in cui la camera 14 stessa si trovava all’inizio della citata corsa.
Nella forma di attuazione illustrata nella figura 2A, il citato organo di commutazione a inseguimento à ̈ costituito da un pistone 32 ausiliario coassiale all’asse 3 e montato scorrevole ed a tenuta di fluido lungo un foro 33 assiale passante ricavato attraverso il pistone 10 e comunicante con il foro diametrale definente la porzione di ingresso 29 del circuito fluidico 28.
Dato il valore relativamente ridotto del diametro del pistone 32, risulta possibile lavorare, in modo relativamente economico, la superficie del foro 33 e la superficie laterale del pistone 32 in modo da realizzare tenute senza guarnizioni.
Il foro 33 comprende due tratti di estremità 34 e 35 disposti lungo l’asse 3 da bande opposte della porzione di ingresso 29 e di cui il tratto 35, a diametro maggiore di quello del tratto 34, à ̈ disposto affacciato alla parete terminale 6. Il pistone 32 ausiliario presenta (preferibilmente, ma non necessariamente) una lunghezza superiore a quella del pistone 10 ed inferiore alla distanza fra le pareti terminali 5 e 6, à ̈ limitato da due superfici 36 e 37 di estremità, di cui la superficie 37 à ̈ una superficie attiva del pistone 32 ausiliario, e comprende due porzioni 38 e 39, di cui la porzione 39, a diametro maggiore di quello della porzione 38, à ̈ limitata dalla superficie 37 di estremità, impegna a tenuta di fluido il tratto 35 del foro 33 ed à ̈ raccordata alla porzione 38 tramite uno spallamento anulare 40 trasversale all’asse 3
Lo spallamento anulare 40 definisce una ulteriore superficie attiva del pistone 32 ausiliario ed à ̈ montato per spostarsi, in uso, all’interno di una camera anulare 41, che à ̈ definita dal pistone 32 ausiliario in corrispondenza di un tratto allargato intermedio della porzione 35 del foro 33 ed à ̈ sempre comunicante con la porzione di ingresso 29 del circuito fluidico 28 indipendentemente dalle posizioni assiali occupate, in uso, dai pistoni 10 e 32 sia rispetto alla parete laterale 4, sia uno rispetto all’altro.
La porzione 38 del pistone 32 ausiliario impegna a tenuta di fluido il tratto 34 del foro 33 e definisce, con un tratto allargato intermedio della porzione 34, una camera anulare 42, la quale costituisce una parte della porzione di scarico 30, che comprende, oltre alla camera anulare 42, due condotti 43 obliqui comunicanti ad una estremità con la camera anulare 42 e sfocianti, all’altra estremità, in rispettivi punti della superficie 15 di estremità della porzione 11 del pistone 10 per mantenere la camera anulare 42 sempre in comunicazione con la camera 18 e, quindi, con il foro di scarico 21 indipendentemente dalle posizioni assiali occupate, in uso, dai pistoni 10 e 32 sia rispetto alla parete laterale 4, sia uno rispetto all’altro.
La porzione di commutazione 31 del circuito fluidico 28 comprende, infine, un foro assiale 44 cieco, il quale à ̈ ricavato lungo il pistone 32 ausiliario coassialmente all’asse 3 a partire da un intaglio 45 diametrale ricavato sulla superficie 37 di estremità della porzione 39 del pistone 32 ausiliario, e si estende attraverso due fori diametrali 46 e 47 ricavati attraverso la porzione 38 e, rispettivamente, la porzione 39 del pistone 32 ausiliario. In particolare, il foro diametrale 46 à ̈ atto a commutare, a seguito di uno spostamento relativo del pistone 32 ausiliario rispetto al pistone 10, fra una posizione chiusa ed una posizione di comunicazione con la camera anulare 42; mentre il foro 47 à ̈ atto a commutare fra una posizione di comunicazione con la camera anulare 41 ed una posizione chiusa sempre a seguito dello stesso spostamento relativo del pistone 32 ausiliario rispetto al pistone 10. In altre parole, i fori diametrali 46 e 47 sono posizionati in modo tale da mettere il foro assiale 44 alternativamente in comunicazione con la camera 41 o con la camera 42 e, in particolare, da mettere il foro assiale 44 in comunicazione solo con la camera 42 quando ambedue i pistoni 10 e 32 sono disposti in una loro posizione iniziale o di inizio ciclo a contatto della parete terminale 5, e da mettere il foro assiale 44 in comunicazione solo con la camera 41 quando ambedue i pistoni 10 e 32 sono disposti in una loro posizione finale o di fine corsa di andata a contatto della parete terminale 6.
Il funzionamento del vibratore 25 verrà ora descritto a partire dalla posizione iniziale illustrata nella figura 2A, in cui sia la superficie 15 di estremità della porzione 11 del pistone 10, sia la superficie 36 della porzione 38 del pistone 32 ausiliario sono disposte a contatto della superficie interna della parete terminale 5.
In questa posizione, il foro diametrale 47 Ã ̈ chiuso con conseguente interruzione della comunicazione fra la camera 14 e la camera anulare 17, mentre la camera 14 Ã ̈ collegata con il foro di scarico 21 attraverso il foro assiale 44 ed il foro diametrale 46 della porzione di commutazione 31, la camera anulare 42 ed i condotti 43 della porzione di scarico 30, e la camera anulare 18.
E’ importante tenere presente che queste condizioni sono garantite dalla configurazione iniziale (figura 2A) assunta dal circuito fluidico 28 nella citata posizione iniziale, e che tale configurazione à ̈ funzione della posizione relativa dei pistoni 10 e 32.
L’alimentazione di fluido in pressione all’interno delle camere anulari 17 41, sempre in comunicazione, come detto, fra loro e con il raccordo 20 di alimentazione indipendentemente dalle posizioni assunte dai pistoni 10 e 32 sia rispetto alla parete laterale 4, sia uno rispetto all’altro, determina l’applicazione, sulla superficie attiva 19 della camera anulare 17 e sullo spallamento anulare 40, di rispettive forze assiali F1 e F3 dirette verso la parete terminale 6 e nello spostamento rapido dei pistoni 10 e 32 verso la parete terminale 6.
Gli spostamenti concordi dei pistoni 10 e 32 verso la parete terminale 6 possono avvenire con leggi diverse; in ogni caso, però, i diametri e le lunghezze dei pistone 10 e 32 vengono convenientemente dimensionati in modo tale che il pistone 32 urti la parete terminale 6 prima del, o al massimo contemporaneamente al, pistone 10 e mantenga quanto più a lungo possibile, rispetto al pistone 10, una posizione relativa tale da garantire il mantenimento (figura 2B) del circuito fluidico 28 nella sua configurazione iniziale precedentemente descritta, e che, solo all’ultimo istante, e solo a seguito dello scontro del pistone 32 ausiliario contro la parete terminale 6 e del conseguente spostamento relativo del pistone 10 rispetto al pistone 32 ausiliario, questa configurazione iniziale (figura 2A) venga persa ed il circuito fluidico 28 commuti verso una nuova configurazione (figura 2C), nella quale il foro diametrale 46 à ̈ chiuso e la comunicazione della camera 14 con il foro di scarico 21 interrotta, ed il foro diametrale 47 comunica con la camera anulare 41 disponendo la camera 14 in comunicazione con il raccordo 20 di alimentazione. Poiché questa commutazione avviene solo all’ultimo istante, il pistone 10 procede per inerzia fino ad urtare contro la parete terminale 6.
A questo punto, il fluido in pressione che penetra all’interno della camera 14 determina l’applicazione, ai pistoni 10 e 32, di rispettive forze F2 e F4 rispettivamente contrarie alle forze F1 e F3 che continuano ad agire sui pistoni 10 e 32. Poiché, però, la superficie 13 di estremità del pistone 10 à ̈ molto maggiore della superficie attiva 19 e la superficie 37 di estremità del pistone 32 ausiliario à ̈ molto maggiore della superficie dello spallamento anulare 40, la forza F2 risulta molto maggiore della forza F1 antagonista, e la forza F4 risulta molto maggiore della forza F3 antagonista; di conseguenza, i pistoni 10 e 32 vengono spostati, in maniera concorde e con forti accelerazioni, verso la parete terminale 5.
Anche in questo caso, il moto concorde dei pistoni 10 e 32 permette al circuito fluidico 28 di conservare la sua nuova configurazione (figura 2C) precedentemente descritta sostanzialmente per tutta la corsa dei pistoni 10 e 32 verso la parete terminale 5, e di commutare nella configurazione iniziale (figura 2A) praticamente solo all’atto dell’urto dei pistoni 10 e 32 contro la parete terminale 5.
A proposito di quanto sopra esposto à ̈ opportuno porre in risalto il fatto che, nel caso del vibratore 25, e contrariamente a quanto avviene per il vibratore 1 noto, i pistoni 10 e 32 sono in grado di sfruttare, durante la loro corsa di ritorno verso la parete terminale 5, tutta la distanza intercorrente fra le pareti terminali 5 e 6. Poiché le accelerazioni applicate dalle forze F2-F1 e F4-F3 al pistone 10 e, rispettivamente, al pistone 32 ausiliario sono costanti, ad una corsa di lunghezza maggiore (rispetto a quella che si verifica nel vibratore 1) corrisponderà una velocità finale maggiore e, poiché l’energia dissipata durante l’urto, e quindi trasmessa al corpo A da fare vibrare, varia, come à ̈ noto, con il quadrato della velocità, l’energia trasmessa, a parità di masse e dimensioni, dal vibratore 25 à ̈ molto maggiore di quella trasmessa dal vibratore 1.
Risulta importante, inoltre, notare che, mentre nel vibratore 1 il pistone 10 non riesce praticamente a raggiungere il contatto con la parete terminale 6, nel vibratore 25 ambedue i pistoni 10 e 32 urtano contro la parete terminale 6 e l’energia prodotta, anche se di valore ridotto, si aggiunge a quella prodotta nell’urto contro la parete terminale 5 incrementando ulteriormente l’efficienza del vibratore 25 rispetto a quella del vibratore 1.
E’ importante, infine notare che, poiché le accelerazioni impartite ai pistoni 10 e 32 sono proporzionali alla pressione di alimentazione, e poiché la durata di un ciclo operativo (corse di andata e ritorno) à ̈, pertanto, inversamente proporzionale alla pressione di alimentazione, à ̈ sufficiente variare la pressione di alimentazione per variare proporzionalmente la frequenza degli urti.
Nella variante del vibratore 25 illustrata nella figura 3, la parete terminale 5 del corpo cavo 2 presenta due fori 48 assiali passanti disposti da bande opposte dell’asse 3 ed impegnati in modo scorrevole da rispettive appendici assiali 49 della porzione 11 del pistone 10. Alle estremità libere delle appendici 49 à ̈ fissato, tramite viti assiali 50, un punzone 51 disposto all’esterno del corpo cavo 2 e coassiale all’asse 3.
Se strutturato come nella variante della figura 3, il vibratore 25 può essere fatto funzionare come un martello per deformare e/o rompere materiali.
Nella variante del vibratore 25 illustrata nella figura 4, le estremità opposte della parete terminale 5 disposte all’esterno del corpo cavo 2 sono arrotolate per definire le sedi 52 di rispettivi perni 53 di attacco, di cui uno porta collegata una cinghia 54 e l’altro porta collegato un tenditore 55 a cricchetto di tipo noto atto a serrare ad anello la cinghia 54 attorno ad un corpo A da fare vibrare, per esempio il tronco di un albero, e serrare la parete terminale 5 saldamente contro il corpo A.
Se strutturato come nella variante della figura 4, il vibratore 25 può essere utilizzato in agricoltura per il distacco di olive e di altri frutti pendenti dai relativi alberi.

Claims (1)

  1. RIVENDICAZIONI 1.- Vibratore comprendente un corpo cavo (2) presentante un asse longitudinale (3) ed una prima ed una seconda parete terminale (5, 6) trasversali all’asse longitudinale (3); un ingresso (20) ed una uscita (21) per un fluido in pressione; un pistone (10) alloggiato scorrevole ed a tenuta di fluido all’interno del corpo cavo (2) per compiere, in uso, una successione di cicli operativi, ciascuno dei quali comprende una corsa di andata ed una corsa di ritorno lungo l’asse longitudinale (3) e fra la prima e la seconda parete terminale (5, 6); il pistone (10) definendo, all’interno del corpo cavo (2), una prima camera (17) di alimentazione comunicante con l’ingresso (20) e limitata da una prima superficie attiva (19) del pistone (10), ed una seconda camera (14) di pressurizzazione limitata da una seconda superficie attiva (13) del pistone (10) maggiore della, e contrapposta alla, prima superficie attiva (19); ed un circuito fluidico (28) per il fluido in pressione, il circuito fluidico (28) collegando la seconda camera (14) alla prima camera (17) e, alternativamente, all’uscita (21) in funzione della posizione assiale del pistone (10); il vibratore (25) essendo caratterizzato dal fatto di comprendere, inoltre, un organo di commutazione (32) a inseguimento, il quale à ̈ mobile lungo l’asse longitudinale (3) in maniera concorde con il pistone (10), e relativamente al pistone (10) stesso, sotto l’azione del detto fluido in pressione; il circuito fluidico (28) comprendendo una porzione di ingresso (29) ricavata nel pistone (10) e sempre in comunicazione con la prima camera (17); una porzione di uscita (30) ricavata nel pistone (10) e sempre in comunicazione con l’uscita (21); ed una porzione di commutazione (31), che à ̈ ricavata nell’organo di commutazione (32) a inseguimento, à ̈ sempre in comunicazione con la seconda camera (14) ed à ̈ atta a porre la seconda camera (14) in comunicazione con la porzione di ingresso (29) e, alternativamente, con la porzione di uscita (30) in funzione della posizione assiale dell’organo di commutazione (32) a inseguimento rispetto al pistone (10). 2.- Vibratore secondo la rivendicazione 1, in cui la porzione di commutazione (31) comprende un primo foro (44) cieco e parallelo all’asse longitudinale (3) e sempre in comunicazione con la seconda camera (14); ed un secondo ed un terzo foro (47, 46) trasversali all’asse longitudinale (3), estendentisi attraverso il primo foro (44) e mobili, con l’organo di commutazione (32) ad inseguimento ed a seguito di uno spostamento assiale di quest’ultimo rispetto al pistone (10), fra rispettive posizioni chiusa e aperta. 3.- Vibratore secondo la rivendicazione 2, in cui il secondo ed il terzo foro (47, 46) sono collocati lungo il primo foro (44) in posizioni tali per cui, quando uno fra il secondo ed il terzo foro (47, 46) à ̈ nella rispettiva posizione chiusa, l’altro à ̈ nella rispettiva posizione aperta. 4.- Vibratore secondo una delle precedenti rivendicazioni, in cui il pistone (10) presenta una sede (33) parallela all’asse longitudinale (3) e comunicante con la seconda camera (14), con la porzione di ingresso (29) e con la porzione di uscita (30); l’organo di commutazione (32) a inseguimento comprendendo un pistone (32) ausiliario montato scorrevole ed a tenuta di fluido lungo la sede (33); e la porzione di commutazione (31) essendo ricavata lungo il pistone (32) ausiliario. 5.- Vibratore secondo la rivendicazione 4, in cui la sede (33) presenta una prima porzione allargata, ed il pistone (32) ausiliario definisce, con la detta prima porzione allargata, una terza camera (41) costituente parte della porzione di ingresso (29) e limitata da una terza superficie attiva (40) del pistone (32) ausiliario; il pistone (32) ausiliario essendo limitato, dalla parte rivolta verso la seconda camera (14), da una quarta superficie attiva (37) maggiore della terza (40); e la terza e la quarta superficie attiva (40, 37) essendo trasversali all’asse longitudinale (3) ed essendo fra loro contrapposte. 6.- Vibratore secondo la rivendicazione 4 o 5, in cui la sede (33) presenta una seconda porzione allargata, ed il pistone (32) ausiliario definisce, con la detta seconda porzione intermedia allargata, una quarta camera (42) costituente parte della porzione di uscita (30). 7.- Vibratore secondo una delle rivendicazioni da 4 a 6, in cui la detta sede (33) à ̈ un foro passante (33) ricavato attraverso il pistone (10); ed il pistone (32) ausiliario à ̈ montato scorrevole ed a tenuta di fluido lungo il foro passante (33) per pervenire, in uso, a contatto con la prima (5) e, alternativamente, con la seconda parete terminale (6). 8- Vibratore secondo una delle rivendicazioni da 4 a 7, in cui il pistone (32) ausiliario presenta una lunghezza, misurata lungo l’asse longitudinale (3), maggiore di quella del pistone (10) ed inferiore ad una distanza della prima parete terminale (5) dalla seconda (6). 9.- Vibratore secondo una delle precedenti rivendicazioni, e comprendente mezzi di fissaggio (B) rigido del corpo cavo (2) a diretto contatto di un corpo (A) da fare vibrare. 10.- Vibratore secondo la rivendicazione 9, in cui i mezzi di fissaggio (B) rigido comprendono una cinghia (54) atta ad essere avvolta attorno al detto corpo (A) da fare vibrare, e mezzi di tensionamento (55) della cinghia attorno al corpo (A) da fare vibrare stesso. 11.- Vibratore secondo la rivendicazione 9, e comprendente un punzone (51); il pistone (10) comprendendo una porzione di estremità (49) estendentesi assialmente attraverso una delle dette prima e seconda parete terminale (5, 6), ed il punzone (51) essendo collegato rigidamente alla detta porzione di estremità (49) all’esterno del corpo cavo (2).
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