ITTO20090612A1 - Metodo per riscaldare una camera di cottura di un forno - Google Patents

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ITTO20090612A1
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cooking chamber
cooking
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IT000612A
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Lorenzo Morbidelli
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Indesit Co Spa
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    • F24HEATING; RANGES; VENTILATING
    • F24CDOMESTIC STOVES OR RANGES ; DETAILS OF DOMESTIC STOVES OR RANGES, OF GENERAL APPLICATION
    • F24C15/00Details
    • F24C15/32Arrangements of ducts for hot gases, e.g. in or around baking ovens
    • F24C15/322Arrangements of ducts for hot gases, e.g. in or around baking ovens with forced circulation
    • F24C15/325Arrangements of ducts for hot gases, e.g. in or around baking ovens with forced circulation electrically-heated

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  • Chemical & Material Sciences (AREA)
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Description

“METODO PER RISCALDARE UNA CAMERA DI COTTURA DI UN FORNO”
DESCRIZIONE
La presente invenzione si riferisce ad un metodo per riscaldare una camera di cottura di un forno secondo il preambolo della rivendicazione 1, e ad un forno che implementa tale metodo.
Al giorno d’oggi sono disponibili sul mercato forni elettrici provvisti di una ventola che permette la circolazione di aria calda all'interno della camera di cottura.
Per migliorare la distribuzione del calore all'interno della camera di cottura, e conseguentemente della cottura, sono noti diversi metodi per controllare il funzionamento della ventola.
Dal brevetto EP 1965137, è nota l'idea di variare ciclicamente la velocità di funzionamento della ventola tra due valori fissi (massimo e minimo) che dipendono dal programma di cottura selezionato dall'utente.
Questa soluzione presenta lo svantaggio di non considerare la particolare fase del programma di cottura, pertanto la ventola viene fatta girare a velocità ridotta anche quando sarebbe preferibile che ruotasse a piena velocità o viene fatta ruotare a velocità piena anche quando non necessario.
La soluzione proposta da EP 1965137 risulta quindi poco efficiente dal punto di vista dei consumi energetici. Inoltre in tale soluzione il funzionamento ciclico della ventola tra le due velocità è correlato soltanto al programma di cottura prescelto e non ad altri parametri operativi che intervengono quando si considera il funzionamento di un forno.
Il brevetto GB 2172990 propone, invece, una soluzione differente in cui durante la fase di riscaldamento della camera di cottura la ventola viene accesa costantemente, mentre al termine di questa fase, la ventola viene accesa ad intermittenza.
Questa soluzione risulta più efficiente dal punto di vista energetico, ma presenta lo svantaggio di non tenere in considerazione i diversi programmi di cottura, e di non prevedere la regolazione della velocità di funzionamento della ventola.
Scopo della presente invenzione è quello di presentare un metodo di controllo del forno che permetta di ridurne i consumi e migliorarne l’efficienza energetica.
Questi ed altri scopi sono raggiunti mediante un metodo per controllare il funzionamento di un forno incorporante le caratteristiche delle rivendicazioni allegate, le quali si intendono parte integrante della presente descrizione.
L’idea alla base della presente invenzione è quella di azionare la ventola che permette la circolazione d’aria nella camera di cottura ad una prima velocità quando si scalda la camera di cottura, e ad una seconda velocità, differente dalla prima, quando si vuole mantenere la temperatura raggiunta nella camera e non si scalda ulteriormente il forno.
In particolare, la ventola viene azionata a velocità diverse a seconda che l’elemento di riscaldamento posto nell’immediata prossimità della ventola sia acceso o spento.
Questa soluzione permette di mantenere una temperatura uniforme nella camera di cottura, ed al tempo stesso migliora l’efficienza energetica del forno.
La richiedente ha, infatti, osservato che la circolazione d’aria imposta dalla ventola muove flussi d’aria contro le pareti della camera di cottura; questi flussi (che sono maggiori quanto più l’aria è calda e quanto più la ventola gira rapidamente) vengono diretti contro le pareti della camera di cottura e cedono a queste parte del calore che sarebbe altrimenti ceduto al cibo da cuocere. Le pareti, per quanto isolanti, cedono comunque calore all’esterno della camera di cottura, il che determina un ulteriore riduzione dell’efficienza energetica del forno.
Quando il forno è in fase di riscaldamento e la resistenza di riscaldamento viene accesa ininterrottamente, la ventola viene anch’essa accesa ad una velocità elevata in modo tale da permettere una buona ridistribuzione del calore in tutta la camera di cottura.
Quando invece tale fase è terminata, e nella camera di cottura si è raggiunta la temperatura desiderata, allora inizia la fase di mantenimento della temperatura.
In questa fase è importante mantenere il più possibile omogenea la temperatura all’interno della camera di cottura e pertanto la ventola viene ancora azionata, ma ad una velocità ridotta, così da ridurre il flusso d’aria che arriva alle pareti e quindi la dispersione di calore attraverso queste.
Un tale controllo della ventola di ricircolo dell’aria nella camera di cottura permette quindi di ridurre la dispersione di calore senza incidere in modo grave sula ridistribuzione del calore nella camera di cottura, pertanto si migliora l’efficienza del forno senza incidere pesantemente sulla cottura dei cibi.
Per garantire un buon risultato di cottura, la velocità cui viene azionata la ventola viene scelta in funzione dalla fase di cottura eseguita e/o dell’umidità presente nella camera di cottura.
In questo modo si ottimizzano i consumi energetici tenendo conto anche della fase di cottura specificamente eseguita.
Con fase di cottura nel proseguo della presente descrizione si intende far riferimento ad una qualsiasi porzione di un programma di cottura preimpostato, o ad una fase operativa del forno in cui uno o più elementi di riscaldamento della camera di cottura sono controllati per mantenere nel vano una temperatura desiderata anche tenuto conto delle impostazioni dell’utente (ad esempio cottura grill o cottura ventilata).
Vantaggiosamente, la ventola viene azionata ad una velocità che dipende dalla differenza tra una temperatura misurata all’interno della camera di cottura ed una temperatura di riferimento.
Questo controllo della ventola permette un ulteriore miglioramento delle prestazioni del forno, in quanto se è necessario apportare molto calore alla camera per raggiungere la temperatura desiderata, allora è importante garantire importanti moti convettivi (azionando la ventola ad alta velocità) per permettere un riscaldamento uniforme nella camera e garantire un buon risultato di cottura.
Viceversa se la differenza di temperatura tra quanto misurato e quanto desiderato è bassa, allora non serve azionare la ventola a grande velocità, perché il calore da immettere nella camera di cottura per raggiungere la temperatura desiderata non sarà tale da alterare significativamente la distribuzione di calore nella camera; conseguentemente appare vantaggioso azionare la ventola ad una velocità ridotta per ridurre la cessione di calore sulle pareti della camera di cottura come discusso sopra.
Ulteriori scopi e vantaggi della presente invenzione appariranno maggiormente chiari dalla descrizione che segue e dai disegni annessi, in cui:
- La Fig. 1 mostra una vista in sezione di un forno secondo la presente invenzione;
- La Fig. 2 mostra l’andamento nel tempo della temperatura misurata all’interno della camera di cottura del forno di figura 1, ed il corrispondente andamento della velocità di rotazione della ventola di ricircolo dell’aria nella camera di cottura;
- La Fig. 3 mostra le curve di figura 2 nel caso di controllo della ventola di ricircolo secondo una seconda forma di realizzazione della presente invenzione;
- La Fig. 4 mostra le curve di figura 2 nel caso di controllo della ventola di ricircolo secondo una terza forma di realizzazione della presente invenzione;
In figura 1 viene mostrato un forno 1 secondo una prima forma di realizzazione della presente invenzione.
Il forno 1 è dotato di un pannello di controllo 2 comprendente delle manopole 3 ed un display (non visibile in figura 1) mediante i quali l’utente seleziona i parametri di cottura, in particolare temperatura e tempo, ed eventualmente programmi di cottura preimpostati.
Il forno 1 comprende una muffola 4 in materiale termo isolante che definisce una camera di cottura 5 (richiudibile mediante una porta 6) al cui interno vengono riposti i cibi da cuocere.
Il forno 1 è di tipo elettrico e presenta, all’interno della muffola 4, una coppia di elementi di riscaldamento che, in questo esempio, sono una resistenza elettrica di grill 7 posta in prossimità del cielo della muffola ed una resistenza elettrica circolare 8 posta sul lato opposto alla porta 6.
Alternativamente, gli elementi di riscaldamento possono essere delle lampade agli infrarossi che cedono calore all’aria presente nella camera di cottura.
In prossimità della resistenza circolare 8 è prevista una ventola 9 azionata da un motore 10; la ventola 9 è montata con asse di rotazione concentrico alla resistenza circolare 8, pertanto riscaldando la resistenza, la rotazione della ventola genera un flusso d’aria calda all’interno del forno. Per motivi di sicurezza la ventola 9 è posizionata dietro una protezione 11 costituita da un pannello forato che in questo esempio di realizzazione è montato sul lato verticale della muffola opposto alla porta 6.
Il pannello 11 presenta delle aperture frontali rivolte alla porta 6, attraverso le quali viene aspirata aria dalla camera, e delle aperture laterali attraverso le quali l’aria aspirata dalla ventola e riscaldata dalla resistenza 8 viene espulsa e rientra nella camera.
La rotazione della ventola 9 genera quindi dei flussi d’aria F1 che permettono la miscelazione dell’aria nella camera 5 in modo tale da avere una temperatura il più possibile uniforme nella camera di cottura.
I moti convettivi generati dalla ventola sono tuttavia tali da inviare l’aria a temperatura più alta verso le pareti. Il funzionamento della ventola 9 e delle resistenze di riscaldamento 7 e 8 è regolato dall’unità di controllo 12 che è posta esternamente alla muffola 4 in un’intercapedine 13 prevista tra questa ed il guscio esterno 14 del forno. L’unità di controllo 12 è operativamente connessa al pannello di controllo, ad esempio mediante un cablaggio 15, e riceve quindi i comandi che l’utente inserisce attraverso il pannello di controllo 3.
In funzione delle scelte dell’utente, l’unità di controllo controlla l’accensione della ventola 9 e delle resistenze 7 ed 8 in modo tale da regolare la temperatura all’interno della camera di cottura.
A tal fine viene previsto un cablaggio elettrico 16 tra l’unità di controllo 12, la ventola 9 e le resistenze 7 ed 8.
Esternamente alla muffola 4, nell’intercapedine 13, è disposta una ventola 17 che aspira aria dall’esterno del forno attraverso delle aperture 21 previste nel guscio esterno 14 , ed in particolare sul fondo di quest’ultimo. Il forno è previsto di piedini d’appoggio 22 che mantengono distaccato il fondo del guscio esterno 14 rispetto al piano d’appoggio del forno 1, in modo tale da lasciare libere o aperte le luci 21 e permettere l’ingresso d’aria fresca nel guscio esterno 14.
L’aria così aspirata (indicata con il riferimento F2 in figura 1) circola all’interno del guscio esterno 14 investendo l’unità di controllo 12 ed il pannello di controllo 2 che risultano così raffreddati.
La ventola 17 è anch’essa controllata dall’unità di controllo 12 che ne regola il funzionamento sia al fine di raffreddare i componenti elettronici, sia per regolare l’estrazione dei fumi dalla camera di cottura.
Il flusso d’aria generato da questa ventola, passando sopra al camino 18 permette infatti l’estrazione dei fumi dalla camera e la regolazione dell’umidità all’interno di questa. La massa d’aria F2 nel suo tragitto aumenta la sua temperatura smaltendo all’esterno una parte del calore sottratto alla camera.
Tale calore viene quindi sottratto alla cottura e determina una riduzione dell’efficienza energetica del forno.
Per ridurre tale dissipazione, vantaggiosamente la ventola 17 viene azionata tenendo conto anche della temperatura rilevata in prossimità dell’unità di controllo 12; in particolare essa viene azionata solamente se la temperatura misurata attraverso la sonda 19 supera un valore di temperatura predefinito.
Più preferibilmente la velocità di funzionamento della ventola 17 dipende dalla differenza tra temperatura misurata e temperatura di riferimento, così da tener conto del gradiente di temperatura sull’unità di controllo 12. La ventola 9 viene anch’essa controllata dall’unità di controllo 12 in modo tale da migliorare l’efficienza energetica del forno.
La circolazione d’aria all’interno della camera di cottura 5, ha infatti l’effetto di mescolare l’aria e rende omogenea la temperatura dell’aria in tutte le zone della camera di cottura, tuttavia tale circolazione aumenta lo scambio termico con le pareti della camera di cottura.
Per quanto realizzate in materiale isolante, queste ultime assorbono calore dall’aria che circola nella camera di cottura e lo cedono all’esterno.
Tale scambio di calore riduce l’efficienza energetica del forno.
Per migliorare tale efficienza energetica, la ventola 9 viene accesa a velocità differenti a seconda che si stia riscaldando la camera di cottura o meno.
Nell’esempio di figura 2, la ventola viene azionata a due velocità predeterminate (v1 e v2) a seconda che si stia eseguendo una fase di riscaldamento del forno o meno.
Con riferimento ai grafici di figura 2, si è ipotizzato che l’utente abbia fissato la temperatura di cottura ad un valore Tref, ad es. 200°C.
Nell’intervallo di tempo t0-t1, le due resistenze 7 ed 8 (curve R7 ed R8) vengono accese (livello ON) per portare la camera di cottura alla temperatura desiderata.
Con riferimento alla figura 2, si osserva che le due resistenze (curve R7 ed R8) vengono spente (livello OFF) quando la temperatura è maggiore di Tref, questo perché in questo esempio di realizzazione si presuppone che l’unità di controllo campioni la temperatura entro la camera di cottura ad intervalli di tempo regolari; in questo caso t1 risulta il primo istante di tempo in cui l’unità di controllo rileva, all’interno della camera di cottura 5 una temperatura T>Tref.
La temperatura all’interno della camera di cottura 5 viene rilevata mediante una sonda di temperatura 20 collegata all’unità di controllo 12.
Nell’intervallo di tempo t0-t1, la ventola 9 viene azionata ad una prima velocità v1.
Una volta rilevato che la temperatura nella camera di cottura è superiore a Tref, l’unità di controllo spegne le resistenze e la ventola 9 viene azionata ad una velocità v2 inferiore a v1.
Quando successivamente (tempo t2) l’unità di controllo rileva che la temperatura nella camera di cottura è inferiore a Tref, allora le resistenze vengono nuovamente accese e la ventola viene nuovamente fatta ruotare a velocità v1.
Questo tipo di controllo della ventola e delle resistenze di riscaldamento 7 ed 8 si protrae fino al termine del programma di cottura, come visibile in figura 2, dove al tempo t3 la velocità di rotazione della ventola viene ridotta a v2, e successivamente (tempo t4) nuovamente riportata a velocità v1.
Preferibilmente v1 è compresa tra 1600 e 2200 rpm, e v2 è compresa tra 1000 e 1400 rpm.
I valori di v1e v2vengono preferibilmente scelti in funzione del programma di cottura selezionato dall’utente, per un ciclo pasticceria (in cui le resistenze 7 ed 8 sono sempre accese o spente simultaneamente), valori preferiti di v1 e v2 sono rispettivamente 1800 e 1200rpm.
Più preferibilmente, le velocità v1 e v2 vengono scelte in funzione della fase di cottura eseguita.
Un esempio di questo tipo di controllo eseguito dall’unità di controllo 12 è riportato in figura 3.
In questo esempio di realizzazione, nella fase di riscaldamento della camera di cottura (intervallo di tempo t0-t1), le resistenze 7 ed 8 vengono entrambe accese come visibile dalle curve R7 ed R8 di figura 3. In questa fase la ventola 9 viene azionata ad una velocità v1.
Successivamente, quando viene rilevata una temperatura superiore a quella di riferimento Tref, le resistenze vengono spente e la ventola 9 viene fatta girare ad una velocità v2 inferiore a v1.
Al tempo t2, come spiegato sopra con riferimento alla figura 2, si rende necessario riscaldare la camera di cottura; in questo caso il riscaldamento viene effettuato solamente con la resistenza 8, mentre la resistenza di grill 7 resta spenta.
La ventola 9 viene allora fatta girare ad una velocità v3 intermedia a v1 e v2.
A seconda della fase di cottura (ossia degli elementi di riscaldamento che sono azionati) la ventola viene quindi azionata ad una velocità differente, tale velocità essendo correlata alla quantità di calore che gli elementi di riscaldamento cedono all’aria contenuta nella camera di cottura: più elementi sono accesi, più è alta la potenza assorbita e dissipata da questi elementi, più è alta la velocità della ventola 9.
In un’ulteriore forma di realizzazione, la ventola 9 viene controllata in funzione della temperatura misurata dalla sonda 20, ed in particolare della differenza tra la temperatura misurata dalla sonda 20 ed il valore della temperatura di riferimento Trefprevisto per la fase di cottura eseguita.
A questo scopo l’unità di controllo 20 viene prevista di un algoritmo di controllo che regola la velocità di rotazione della ventola 9 ad un valore che dipende dalla suddetta differenza di temperatura.
L’unità di controllo 20 campiona la temperatura ad intervalli regolari ed ad ogni misura determina a quale velocità far girare la ventola.
Per tenere conto sia delle esigenze di bilancio energetico, sia di quelle di cottura, la ventola 9 viene azionata ad una velocità che dipende sia dalla temperatura misurata nella camera di cottura, sia in funzione della fase di cottura.
A seconda del tipo di cottura che si sta eseguendo e/o degli elementi di riscaldamento accesi, viene fissata una velocità di rotazione massima della ventola ed in base anche a questa si calcola la velocità effettiva cui azionare la ventola.
Ad esempio la velocità effettiva cui viene azionata la ventola può essere calcolata secondo la relazione
dove vmaxè la velocità massima prevista per il ciclo di cottura o la fase di cottura eseguita e dipendente da quali e/o quanti elementi di riscaldamento sono accesi, ΔT=T-Tref è la differenza tra temperatura misurata dalla sonda 20 e la temperatura di riferimento, ΔTmaxè un valore prefissato, α è una costante ricavata empiricamente e preferibilmente dipendente dalla fase di cottura eseguita.
In figura 4 vengono mostrate le curve di figura 2 e 3 nel caso in cui la velocità sia determinata secondo l’equazione (1) nel caso in cui almeno una delle due resistenze 7 ed 8 sia accesa.
Nell’esempio di figura 4 se entrambe le resistenze 7 ed 8 sono spente, allora la velocità viene mantenuta ad un valore prefissato v2.
Tuttavia è possibile prevedere che anche v2 sia calcolata secondo l’equazione (1) considerando un valore di velocità massima inferiore a quello considerato nel calcolo della velocità effettiva quando
almeno una delle due resistenze 7 ed 8 è accesa.
Tornando all’esempio di figura 4, inizialmente le due resistenze 7 ed 8 sono entrambe accese per scaldare la camera di cottura 5.
In questa fase (t0-t1) la differenza tra temperatura misurata e temperatura di riferimento Trefè superiore ad un valore predeterminato ΔTmax, per cui la ventola viene accesa alla velocità massima v1=vmaxprestabilita per la fase di riscaldamento del forno.
Al tempo t1 la temperatura misurata nella camera di cottura è ancora inferiore a Tref, ma ΔT è minore di ΔTmax; conseguentemente la ventola viene accesa ad una velocità v3, inferiore a vmax, calcolata ad esempio secondo l’equazione (1).
Al tempo t2 la temperatura misurata è superiore a Tref, pertanto le resistenze 7 ed 8 vengono spente e la ventola viene fatta girare a velocità ridotta v2.
Al tempo t3, la temperatura è inferiore a Tref, l’unità di controllo accende quindi la resistenza 8 per riscaldare la camera di cottura. La differenza di temperatura rispetto al riferimento Trefè inferiore a quanto rilevato agli istanti di tempo t0 e t1, pertanto la ventola viene attivata ad una velocità v4inferiore a v1e v3, ma superiore a v2.
Al tempo t4 la temperatura misurata è nuovamente superiore a Tref, quindi la resistenza 8 viene spenta e la ventola viene fatta funzionare a velocità ridotta v2.
Al tempo t5 la temperatura è inferiore a Tref, l’unità di controllo accende quindi la resistenza 8 per riscaldare la camera di cottura. La differenza di temperatura rispetto al riferimento Trefè piuttosto contenuta, pertanto la ventola viene attivata ad una velocità v4leggermente superiore a v2.
Chiaramente il tecnico del ramo che volesse controllare il funzionamento della ventola di ricircolo dell’aria nella camera di cottura secondo gli insegnamenti sopra descritti, avrebbe modo di apportare molte varianti agli esempi sopra descritti senza per questo fuoriuscire dall’ambito di protezione della presente invenzione quale risulta dalle rivendicazioni allegate. Ad esempio, in alternativa all’equazione (1), la velocità di rotazione della ventola può essere scelta utilizzando altre leggi matematiche che mettano in relazione la velocità all’elemento di riscaldamento acceso, alla temperatura rilevata ed al tipo di cottura eseguito.
Ad esempio si potrebbe utilizzare una relazione che tenga conto anche del fatto che la temperatura misurata sia superiore o inferiore alla temperatura di riferimento.
Un simile tipo di controllo della velocità della ventola si può ottenere con la relazione che segue:
dove α<1>ed α<2>sono due costanti di tempo calcolate empiricamente, v1, maxev2, max.sono due valori di velocità massima cui viene fatta ruotare la ventola rispettivamente nelle condizioni di temperatura misurata inferiore alla temperatura di riferimento e temperatura misurata superiore a quella di riferimento; questi valori di velocità dipendono dalla fase di cottura eseguita e da quali e/o quanti elementi di riscaldamento sono accesi.
ΔT=T-Trefè la differenza tra temperatura misurata e temperatura di riferimento.
A differenza dell’equazione (1), nell’equazione (2), la velocità effettiva è calcolata secondo una legge diversa a seconda che la temperatura misurata sia superiore o inferiore a quella di riferimento.
In un’ulteriore soluzione vantaggiosa e preferita, la legge che regola la velocità di rotazione della ventola 9 dipende da almeno due valori di temperatura misurata nella camera, in particolare dipende sia dalla temperatura istantanea misurata, sia da valori storici della temperatura, ossia da valori misurati precedentemente dall’unità di controllo.
In questo modo la risposta del sistema di controllo è ottimizzata e la velocità di rotazione della ventola viene cambiata in modo meno brusco rispetto a quanto mostrato in figura 4.
Un tale tipo di controllo, che tenga conto anche delle misure storiche della temperatura, può essere ottenuto mediante un controllore di tipo PID (Proporzionale Integrativo Derivativo) ed un’area di memoria (eventualmente interna al controllore PID) in cui conservare valori di temperatura misurati nella camera di cottura mediante la sonda 20, o una combinazione (ad esempio una somma) dei valori misurati nel passato.
I valori (puntuali o combinati) conservati in quest’area di memoria costituiscono lo storico della temperatura nella camera di cottura e vengono utilizzati dal controllore PID insieme alla temperatura istantanea misurata per determinare la velocità effettiva cui azionare la ventola.
In questo caso, quindi, la ventola 9 viene azionata ad una velocità effettiva calcolata secondo la legge qui di seguito riportata:
dove v1, maxe v2, maxsono le due velocità massime cui viene fatta ruotare la ventola 9; queste velocità dipendono dalla fase di cottura eseguita e da quali e/o quanti elementi di riscaldamento sono accesi, ΔT è la differenza tra temperatura misurata dalla sonda 20 e temperatura di riferimento, β1, β2ed β3sono delle costanti ricavate empiricamente e preferibilmente dipendenti dal tipo di programma di cottura eseguito, tstarte tendsono due istanti di tempo che delimitano l’intervallo di tempo che definisce lo “storico” che si vuole considerare, ad esempio un intervallo di tempo che termina all’istante in cui si calcola la velocità effettiva, e che ha lunghezza pari al tempo che intercorre tra tre o quattro aggiornamenti della velocità di rotazione della ventola.
Ad esempio, con riferimento alla figura 4, se tendè pari a t5, allora tstartpuò essere t1 o t2 o l’istante di tempo dell’accensione del forno.

Claims (12)

  1. RIVENDICAZIONI 1. Metodo per riscaldare una camera di cottura (5) di un forno (3), in cui un elemento di riscaldamento (7,8) riscalda detta camera di cottura (5), ed in cui una ventola (9) viene azionata a velocità diverse (v1,v2) per far circolare dell’aria calda all’interno di detta camera di cottura (5), il metodo essendo caratterizzato dal fatto di azionare detta ventola (9) ad una prima velocità (v1) quando detto elemento di riscaldamento (7,8) è acceso, e di azionare detta ventola (9) ad una seconda velocità (v2) quando detto elemento di riscaldamento (7,8) è spento.
  2. 2. Metodo secondo una qualsiasi delle rivendicazioni precedenti, in cui detto forno comprende almeno due elementi di riscaldamento (7,8), ed in cui detto elemento di riscaldamento (8) è quello più prossimo a detta ventola (9).
  3. 3. Metodo secondo la rivendicazione 1 o 2, in cui almeno una tra detta prima velocità (v1) e detta seconda velocità (v2) dipende dalla fase di cottura eseguita.
  4. 4. Metodo secondo la rivendicazione 1 o 2 o 3, in cui detta seconda velocità (v1) è inferiore a detta prima velocità (v2).
  5. 5. Metodo secondo la rivendicazione 1 o 2 o 3 o 4, in cui almeno una tra detta prima velocità (v1) e detta seconda velocità (v2) dipende dalla temperatura misurata all’interno della camera di cottura.
  6. 6. Metodo secondo la rivendicazione 5, in cui almeno una tra detta prima velocità (v1) e detta seconda velocità (v2) dipende dalla differenza (ΔT) tra una temperatura misurata all’interno della camera di cottura ed una temperatura di riferimento (Tref).
  7. 7. Metodo secondo la rivendicazione 6, in cui quando detta differenza di temperatura (ΔT) supera un valore di riferimento (ΔTmax), detta ventola viene azionata ad una velocità massima (vmax) che dipende dallo stato di accensione di detto elemento di riscaldamento e dalla fase di cottura eseguita.
  8. 8. Metodo secondo la rivendicazione 7, in cui quando detta differenza di temperatura (ΔT) è inferiore ad un valore di riferimento (ΔTmax), detta ventola viene azionata ad una velocità effettiva (v1) che dipende da detta velocità massima (vmax) e dalla differenza (ΔT) tra detta temperatura misurata ed una temperatura di riferimento (Tref).
  9. 9. Metodo secondo una qualsiasi delle rivendicazioni precedenti, in cui almeno una tra detta prima e detta seconda velocità dipende da almeno due valori di temperatura misurati nella camera di cottura ad istanti di tempo diversi.
  10. 10. Metodo secondo una qualsiasi delle rivendicazioni precedenti, in cui detta velocità di rotazione dipende dall’umidità interna a detta camera di cottura.
  11. 11. Metodo secondo una qualsiasi delle rivendicazioni precedenti, in cui una seconda ventola (17) viene accesa per far circolare dell’aria all’interno di un’intercapedine (13) prevista tra la muffola (4) del forno (1) ed un guscio (14) esterno del forno, il metodo prevedendo di controllare detta seconda ventola (17) in funzione di una temperatura misurata in prossimità di un’unità di controllo (20) del forno (1), detta unità di controllo essendo inserita in detta intercapedine (13).
  12. 12. Forno comprendente una camera di cottura (5) provvista di almeno un elemento di riscaldamento (7,8) per la cottura di cibi, una ventola (9) posta in prossimità di detto elemento di riscaldamento ed atta a far circolare aria all’interno della camera di cottura (5), un’unità di controllo elettronica (12) atta a controllare il funzionamento di detta ventola e di detto almeno un elemento di riscaldamento, ed una sonda di temperatura (20) operativamente connessa a detta unità di controllo (12) ed atta a misurare una temperatura all’interno di detta camera di cottura (5), caratterizzato dal fatto che detta unità di controllo (12) è atta a eseguire il metodo secondo una qualsiasi delle rivendicazioni da 1 a 11.
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