ITTO20001161A1 - Procedimento e impianto di trattamento di rifiuti solidi urbani. - Google Patents

Procedimento e impianto di trattamento di rifiuti solidi urbani. Download PDF

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Description

Descrizione dell'Invenzione Industriale dal titolo:
"Procedimento e impianto di trattamento di rifiuti solidi urbani"
La presente invenzione riguarda un procedimento e un impianto di trattamento di rifiuti solidi urbani, anche noti con la sigla RSU.
Com'è noto, l'RSU è un materiale con caratteristiche molto variabili, sia per natura (organica e inerte) sia per consistenza, pezzatura e composizione, e in generale presenta un alto grado di umidità. Esso viene generalmente smaltito in discariche o inceneritori previe operazioni di cernita dirette essenzialmente a separare i materiali metallici e quelli di grandi pezzatura, e di essiccazione che riduce l' umidità a tassi inferiori al 20%.
Per migliorare l'efficienza e i rendimenti di tali trattamenti preliminari, è noto (per esempio dal brevetto italiano No. 1.255.197 avente per titolo: "Macchina per il trattamento di materiale a contenuto umido, particolarmente per il riciclaggio di rifiuti solidi urbani") di torchiare o schiacciare a elevate pressioni l'RSU in un cilindro perforato, in modo da spremere la parte preponderante di detto contenuto umido, evacuandola attraverso i fori di detto cilindro, per ottenere così da un lato un materiale sminuzzato secco, costituito prevalentemente da materia combustibile quale legno e plastica e da materia inerte quali sassi, cemento, metalli; e dall'altro una poltiglia umida, prevalentemente organica.
Mentre il materiale secco può essere facilmente smaltito direttamente in discarica, oppure incenerito nella sua parte combustibile, il materiale umido e putrescibile deve invece subire ulteriori trattamenti, per evitare che si decomponga nell'ambiente per fermentazione anaerobica, generando idrocarburi e altri composti organici gassosi.
Tali ulteriori trattamenti sono consistiti finora per lo più nell'esposizione del materiale all'aria libera, con frequenti rivoltamenti, per assicurare che esso subisca una trasformazione per attacco da batteri aerobici, e quindi con conversione in anidride carbonica. Tuttavia non si può evitare che parte del materiale subisca anche la fermentazione anaerobica menzionata sopra, colla conseguenza che gli impianti di smaltimento di rifiuti sono notoriamente invisi alla popolazione, che li considera inevitabilmente associati alla presenza di miasmi insalubri o quanto meno semplicemente fastidiosi.
Scopo principale della presente invenzione è quindi di realizzare un procedimento e un impianto di trattamento di rifiuti solidi urbani, contenenti in particolare materiali organici, che consenta di riciclare l'RSU, convertendolo in materiali direttamente smaltibili o utilizzabili, in modo rapido e controllato. In particolare, il procedimento e il relativo impianto devono consentire di svolgere un processo di fermentazione aerobica senza diffusione incontrollata di gas idrocarburi o altre esalazioni indesiderate nell'atmosfera.
Inoltre, la fermentazione aerobica della parte umida dei rifiuti urbani è un processo molto lungo, anche perché influenzato da andamenti meteorologici incontrollabili: il tempo tipico di esposizione dei rifiuti all'atmosfera nello stabilimento di trattamento è di 40-50 giorni. Ciò comporta un'occupazione di vaste aree con i suddetti mucchi di rifiuti.
Un altro scopo importante della presente invenzione è quindi anche di realizzare un procedimento e un impianto che consentano di svolgere il detto processo di fermentazione aerobica in tempi nettamente più brevi di quelli necessari colle tecniche note, quali tempi di 10-20 giorni.
Un altro scopo dell'invenzione è di realizzare un procedimento e un impianto di trattamento di rifiuti solidi urbani che siano in grado di fornire in uscita principalmente da un lato un ammendante direttamente incorporabile al suolo, dall'altro un CDR (combustibile da rifiuti) ragionevolmente depurato di sostanze incombustibili.
L'invenzione raggiunge i suddetti e altri scopi e vantaggi, quali risulteranno dalla descrizione dettagliata che segue, con un procedimento di trattamento di rifiuti solidi urbani avente le caratteristiche definite nella rivendicazione 1. L'invenzione prevede anche un impianto di trattamento di rifiuti solidi urbani che attua il suddetto procedimento e che ha le caratteristiche definite nella rivendicazione 12.
Altre caratteristiche vantaggiose del l'invenzione sono definite nelle rivendicazioni subordinate.
Le caratteristiche, le finalità e i vantaggi dell'invenzione risulteranno chiaramente dalla seguente descrizione dettagliata, avente riferimento ai disegni allegati, dati a titolo di esempio non limitativo, e nei quali:
la Fig. 1 è uno schema a blocchi di un impianto di trattamento di rifiuti solidi urbani secondo una realizzazione preferita dell'invenzione;
la Fig. 2 è una vista in elevazione laterale di una realizzazione preferita di una torre di fermentazione di materia organica facente parte dell'impianto della Fig. 1;
la Fig. 3 è una vista parziale in sezione trasversale praticata lungo la linea III-III della Fig. 2, in scala ingrandita;
la Fig. 4 è una vista parziale in sezione praticata lungo la linea IV-IV della Fig. 2, in scala ingrandita;
la Fig. 5 è una vista schematica, in sezione longitudinale, di un separatore eolico facente parte dell'impianto della Fig. 1;
la Fig. 6 è una vista di particolare in sezione praticata lungo la linea VI-VI della Fig. 5.
L'invenzione si basa in primo luogo sulla constatazione del fatto che la lunga durata della fase di fermentazione delle materie organiche ricavate per cernita dell'RSU secondo la prassi anteriore è legata a diversi fattori quali sopratutto: - l'imprevedibilità dei tempi con cui s'instaura nel materiale il processo biochimico di fermentazione;
- la scarsa efficienza dei rimescolamenti o rivoltamenti operati sul materiale, eseguiti tipicamente con pale meccaniche;
- la forte dipendenza dei processi biochimici di fermentazione dalle condizioni meteorologiche (temperatura, pioggia, vento, ecc.).
Con riferimento alla Fig. 1, impianto di trattamento di rifiuti solidi urbani secondo una realizzazione preferita dell'invenzione comprende un trituratore primario 10 dell'RSU grezzo come perviene al sito dell'impianto dopo raccolta da cassonetti e simili. Il trituratore 10 è un trituratore convenzionale, scelto fra i dispositivi noti per sminuzzare materiali eterogenei, per esempio un trituratore a coltelli rotanti a uno o due alberi. Il materiale d'uscita del trituratore 10 viene trasferito a un deferrizzatore 12, pur esso di tipo noto basato sull'uso di magneti, avente il compito di separare dal materiale triturato la maggior parte dei materiali ferrosi, i quali vengono avviati al riciclaggio su un percorso 11, mentre il restante materiale procede lungo il percorso 13 a un estrusore 14.
L'estrusore 14 è preferibilmente un presso-estrusore a matrici cilindriche perforate, del tipo descritto nel brevetto italiano anteriore No. 1.256.197, depositato il 16 set 1998, dal titolo "Macchina per il trattamento di materiale a contenuto umido". Il presso-estrusore 14, la cui descrizione dettagliata è contenuta nel suddetto brevetto, sottopone il materiale RSU a pressione elevata in una matrice perforata, estrudendo così la parte molle e umida attraverso i fori della matrice, producendo una poltiglia putrescibile che viene incanalata verso un percorso 16. La parte che resiste all'estrusione e rimane nella matrice forma un residuo secco, che viene espulso dalla matrice e convogliato lungo un percorso 18. Sia il percorso 16 che il percorso 18 consistono preferibilmente in nastri convogliatori che trasportano i rispettivi materiali alle stazioni di trattamento successive.
E' da osservare che la poltiglia estrusa, prevalentemente organica, è riscaldata dall'elevata compressione e dall'attrito del passaggio attraverso i fori della matrice, e inoltre il materiale cellulare organico è fortemente strapazzato, con rottura di gran parte delle membrane cellulari e liberazione di protidi, aminoacidi, ecc. Benché i materiali organici, grazie alla forte componente acquosa, possano essere ridotti in poltiglia semiliquida e possano essere estrusi attraverso fori molto fini, per es. 2-4 mm di diametro, si preferisce tuttavia che i fori della matrice d'estrusione siano di diametro sovrabbondante, per esempio di 8 mm, o preferibilmente di 16 mm, affinché attraverso i fori possano passare, e mescolarsi alla poltiglia organica, anche frammenti solidi e non putrescibili quali pezzetti di plastica, schegge di legno, piccoli cocci di vetro o ceramica, e simili. E1 risultato infatti che la presenza di corpi solidi come quelli sopra menzionati contribuisce a creare nella massa umida sacche e vie d'aria grazie alle quali il materiale putrescibile può più facilmente ossigenarsi anche in profondità, a differenza di un materiale eccessivamente fine e omogeneo, in cui facilmente si formano fanghi compatti nel cui interno la fermentazione anaerobica finisce col prevalere su quella aerobica, per mancanza di ossigenazione. In altre parole, tali frammenti solidi costituiscono un fattore "strutturante", nel senso che impartisce alla poltiglia sostanzialmente amorfa una struttura che, insieme al rivoltamento o mescolamento periodico, favorisce l'ossigenazione in tutte le parti. La poltiglia, così arricchita di elementi strutturanti, e riscaldata dall'estrusione, viene trasportata lungo il percorso 16 per essere alimentata a un fermentatore continuo 20, che verrà ora descritto con riferimento alle Figg. 2-4. Il fermentatore è realizzato come torre o silo costituito di più moduli cilindrici cavi 22, 24, sostanzialmente identici, sovrapposti uno sull'altro, sorretti da una base 26 pure cilindrica, e terminati in alto da una tramoggia cilindrica 28. Benché nella Fig. 2 siano rappresentati solo due moduli 22, 24, questi possono anche essere tre o più.
Ogni modulo cilindrico 22, 24 è formato da un mantello cilindrico 30, per esempio metallico, aperto in alto e munito di una bussola o bicchiere 32 per sostenere il modulo soprastante, e chiuso in basso da una piastra di fondo 34 forata con aperture 36 per formare una grata. Sulla grata 34 poggia un disco girevole 38, comandabile da un cilindro idraulico 40 per eseguire brevi corse di va-e-vieni intorno all'asse del modulo, e avente aperture 42 sovrapponibili alle aperture della grata 34, in modo che durante la corsa di va-e-vieni il disco 38 apre e chiude alternativamente le aperture della grata.
Sul mantello 30 di ogni modulo è inoltre applicata una rete di condotti verticali e perimetrali 44, comunicanti attraverso aperture quali 46 coll'interno del modulo e facenti capo a un raccordo 48.
Infine, ogni modulo 22, 24 porta poi in posizione assiale un tronco di tubo 50 chiuso a entrambe le estremità e comunicante col'interno del modulo attraverso aperture quali 52. L'interno del tubo 50 fa capo a un raccordo 54 tramite un condotto 56 sottostante la grata 34 (v. Fig. 4).
I raccordi 48 e 54 sono collegati a rispettivi raccordi di un distributore 58 a due vie e due posizioni, a cui fa capo da un lato una pompa pneumatica o compressore 60 atto ad alimentare al distributore aria atmosferica, dall'altro a un filtro depuratore convenzionale 62 di scarico all'atmosfera. Il distributore 58 è commutabile per mandare tale aria a uno dei due raccordi 48 o 54, restituendo l'aria di ritorno dall'altro raccordo al filtro 62. Mediante il distributore 58, il flusso dell'aria viene commutato periodicamente, allo scopo di migliorare l'uniformità di ossigenazione del materiale contenuto nella torre di fermentazione. A seconda delle circostanze, il sistema di circolazione può essere completato da elementi integrativi atti a consentire, per esempio, il riscaldamento, il raffreddamento o l'umidificazione dell'aria alimentata, il suo parziale ricircolo, o il suo arricchimento con apporti d'ossigeno o di altri gas atti a promuovere la regolarità della fermantazione desiderata. Tali elementi aggiuntivi sono ovvi per l'esperto nel ramo, e qui pertanto non si descrivono.
La tramoggia 28 è munita di un agitatore rotante a palette 64 condotto da un motore 66, ed è disposta per ricevere la poltiglia organica da un nastro convogliatore 68 che proviene dal presso-estrusore lungo il percorso 16 della Fig. 1. Un cannello 70 è ato a irrorare d'acqua e/o additivi il materiale nella tramoggia 28.
Il modulo 22 della torre di fermentazione riceve quindi la poltiglia organica dalla tramoggia 28, opportunamente corretta dall'irroratore 70 nel tenore di umidità e/o in caratteristiche chimiche quali il pH. La grata del modulo 22 viene tenuta chiusa per un tempo di sosta prestabilito, mentre dalla pompa 60 viene insufflata nel modulo aria eventualmente modificata, per esempio arricchita in ossigeno, oppure regolata in temperatura, umidità o pressione. L'immissione d'aria può avvenire atraverso le aperture 52 del tubo 50, e l'estrazione atraverso le aperture 46 dei condoti esterni 44, oppure, preferibilmente, l'immissione e l’estrazione avvengono alternatamente nei due sensi, in modo da permeare il materiale in fermentazione in modo più uniforme.
Periodicamente il disco oscillante 38 esegue una corsa di va-e-vieni, smuovendo il materiale e facendolo cadere in parte nel modulo sottostante. Il materiale procede così da uno stadio all'altro, con un tempo di sosta medio in ciascuno, che viene regolato, insieme ad altri parametri quali l'ossigenazione, la temperatura, eventuali additivi, ecc., tale che nel modulo più basso la fermentazione sia completa e il materiale si sia ridotto in forma di polvere o granulato stabilizzato e sostanzialmente asciuto, in cui sono però inclusi frammenti di materia inerte quale trucioli di materie plastiche e simili.
E' risultato che, grazie alle condizioni fisico-chimiche del materiale di partenza, cioè della poltiglia organica generata dal presso-estrusore 14, caratterizzata da temperatura relativamente elevata dovuta all'elevata energia di estrusione, nonché dalla rottura delle membrane cellulari con liberazione dei composti proteici e altri, e grazie alle condizioni di fermentazione otimali che si possono otenere nella torre agendo sui parametri deti sopra, è possibile far avvenire l'intero ciclo di fermentazione nell'arco di soli 10-15 giorni, invece dei lunghi tempi (tipicamente 40-50 giorni) richiesti per la fermentazione in mucchi all'aria libera.
Pertanto, dall'ultimo modulo il materiale cade, anziché in un modulo successivo, in tramogge quali 72, sotto controllo del disco 38 associato al modulo più basso, e infine su nastri convogliatori 74 che trasportano il materiale verso una stazione di trattamento successiva (v. Fig. 1) dove viene vagliato in un vaglio convenzionale 76 che separa e allontana i frammenti solidi non fermentabili ancora presenti, che sono prevalentemente schegge di plastica o legno intrise d'umidità, vengono preferibilmente ricondotti, lungo un percorso 78, per subire tratamenti che verranno descritti nel seguito. Il resto del materiale, consistente essenzialmente in una polvere di materie organiche stabilizzate, viene direto su un percorso di tratamento 80 e può essere utilizzata direttamente come ammendante agricolo.
Tuttavia la portata di materiale smaltita dalla torre 20, anche se quest'ultima viene dimensionata generosamente, non è in generale sufficiente, malgrado la velocità di fermentazione, ad assicurare una portata commercialmente accettabile per l'impianto complessivo. Di conseguenza, nell'atuazione preferita dell'invenzione sono previste più torri identiche affiancate, atte a scaricare il materiale finale sugli stessi nastri convogliatori d'uscita 74, e alle quali il materiale di partenza viene alimentato a partire da uno o più presso -estrusori 14 tramite convogliatori-elevatori trasferibili da una torre all'altra (non rappresentati), come noto nella movimentazione di materiali.
Considerando ora il residuo secco prodotto dal presso -estrusore 14 e convogliato lungo il percorso 18, tale residuo secco viene alimentato a un trituratore secondario 82, simile al trituratore 10, dove viene ulteriormente macinato, e sopratutto dove viene disgregato l'ammasso formato dalla forte pressione dell'estrusione. Così disgregato, il residuo secco viene immesso in un separatore o cernitore eolico 84, atto a separarlo in tre flussi di densità diverse, rispettivamente 86, 88 e 90, e che verrà descritto con riferimento alle Figg. 5 e 6.
Il separatore eolico 84 comprende, nella sua realizzazione preferita, una tramoggia 92, alla quale fa capo il percorso 18 della Fig. 1, e dalla quale il materiale cade verticalmente, attraverso un otturatore o estrattore 94 a pale rotanti, in un condotto o tunnel orizzontale 96, in cui regna un flusso d'aria vorticoso generato da una girante centrifuga 98, il quale si scarica attraverso un camino terminale 99. La sezione del condotto 96 è divergente secondo tre gradini successivi 100, in modo che la velocità dell'aria sia decrescente in tre stadi successivi, corrispondenti ai tre gradini. Quindi il materiale, inizialmente soffiato e convogliato nella corrente d'aria alla velocità massima, subirà un trascinamento differenziato, a seconda della sua densità e geometria, in modo che si staccheranno dalla corrente d'aria frazioni successive pesante, intermedia, e leggera, che cadranno rispettivamente nelle tramogge d'uscita 86, 88, 90 delle tre frazioni, per essere poi erogate attraverso rispettivi estrattori 102, 104, 106, simili all'estrattore 94 e aventi il compito, insieme a quello, di isolare pneumaticamente il tunnel dall'ingresso e dalle uscite di materiale.
La frazione più pesante 86 è composta sostanzialmente di metalli e di altre sostanze inerti quali sassolini, frammenti di vetro o ceramica, e simili detriti, che possono essere ulteriormente vagliati in ulteriori separatori, quale un separatore a induzione e/o altri separatori noti nel ramo, per l'eventuale recupero di sostanze riciclabili, quali i metalli. Tali ulteriori separatori non sono illustrati perché non fanno parte dell'invenzione.
La frazione media 88, che rappresenta la percentuale preponderante ed è costituita di schegge di legno, di cartone, di plastica spessa, e di simili sostanze combustibili, è utilizzabile direttamente come CDR, salvo ulteriore depurazione di sostanze nocive quali in primo luogo il PVC, che può essere separato con dispositivi noti.
Infine, la frazione leggera 90 comprende per lo più frammenti di plastica leggera, quali fogliete di film di polietilene, fibre di cellulosa, e simili. A seconda delle circostanze, questa frazione può essere sottoposta a ulteriore cernita e/o riciclata, oppure ancora mescolata alla frazione media 86 per far parte del CDR.
Si vede come l'impianto dell'invenzione consenta di trattare grandi quantità di rifiuti, senza esposizione alfatmosfera di materiali putrescibili e senza stivaggio intermedio, otenendo materiali finali costituiti principalmente da un lato da polvere stabilizzata smaltibile in ambito agricolo o forestale quale ammendante del suolo, dall'altro materiale combustibile quale CDR, oltre a percentuali minori di materiali inerti, suscettibili di ulteriore cernita con metodi convenzionali. Il risultato ottenuto è dovuto in gran parte al forte accorciamento dei tempi di fermentazione consentito dalla combinazione del presso-estrusore 14 colla torre di fermentazione 20.
Naturalmente, fermo restando il principio del trovato, i particolari di attuazione e le forme di realizzazione potranno essere ampiamente variati rispeto a quanto descrito e illustrato a titolo di esempio non limitativo, senza per questo uscire dall'ambito dell'invenzione.

Claims (20)

  1. RIVENDICAZIONI 1. Procedimento di trattamento di materiale RSU contenente sostanze organiche umide, in cui si tritura il materiale RSU e lo si sottopone almeno in parte a conversione biochimica a scopo di stabilizzazione, caratterizzato dal fatto che comprende le fasi seguenti: - estrusione del materiale RSU sotto pressione elevata attraverso una matrice avente fori d'estrusione abbastanza grandi da consentire il passaggio anche a schegge di materia solida inorganica, per produrre da un lato una poltiglia sostanzialmente organica incorporante dette schegge e riscaldata dall'estrusione, dall'altro un residuo secco trattenuto nella matrice; - rimescolamento di detta poltiglia incorporante schegge non putrescibili in un ambiente chiuso verso l'atmosfera, con circolazione d'aria nell'ambiente, per far fermentare la poltiglia fino a stabilizzarla; - vagliatura del materiale fermentato per separarlo da un lato in frammenti di materia inorganica e dall'altro in polvere o granulato stabilizzato utilizzabile come ammendante del suolo; - disgregazione di detto residuo secco e separazione in almeno due frazioni di materiale di peso diverso mediante trasporto in corrente d’aria.
  2. 2. Procedimento di trattamento di materiale RSU secondo la rivendicazione 1, caratterizzato dal fatto che l'estrusione della poltiglia avviene attraverso una matrice con fori di almeno 8 mm di diametro e sotto una pressione di almeno 800 bar.
  3. 3. Procedimento di trattamento di RSU secondo la rivendicazione 2, caratterizzato dal fatto che l'estrusione della poltiglia avviene attraverso una matrice con fori di circa 16 mm di diametro.
  4. 4. Procedimento di trattamento di RSU secondo la rivendicazione 1, 2 o 3, caratterizzato dal fatto che detta circolazione dell'aria nell'ambiente chiuso avviene con inversione periodica della sua direzione.
  5. 5. Procedimento di trattamento di RSU secondo una delle rivendicazioni 1-4, caratterizzato dal fatto che l'aria circolata nell'ambiente chiuso è regolata in temperatura.
  6. 6. Procedimento di trattamento di RSU secondo una delle rivendicazioni 1-5, caratterizzato dal fatto che l'aria circolata nell'ambiente chiuso è regolata in umidità.
  7. 7. Procedimento di trattamento di RSU secondo una delle rivendicazioni 1-6, caratterizzato dal fatto che l'aria circolata nell'ambiente chiuso è arricchita di ossigeno.
  8. 8. Procedimento di trattamento di RSU secondo una delle rivendicazioni 1-7, caratterizzato dal fatto che la poltiglia in fermentazione viene additivata con un agente promotore della fermentazione.
  9. 9. Procedimento di trattamento di RSU secondo una delle rivendicazioni 1-8, caratterizzato dal fatto che la poltiglia in detta fase di fermentazione avviene trasferendo la poltiglia progressivamente attraverso aree distinte successive in detto ambiente chiuso.
  10. 10. Procedimento di trattamento di RSU secondo una delle rivendicazioni 1-9, caratterizzato dal fatto che il residuo secco disgregato viene separato in tre frazioni di peso diverso.
  11. 11. Procedimento di trattamento di RSU secondo una delle rivendicazioni 1-10, caratterizzato dal fatto che i frammenti di materiale inorganico separati in detta operazione di vagliatura vengono risottoposti a estrusione in detta matrice insieme al materiale RSU.
  12. 12. Impianto di trattamento di RSU contenente sostanze organiche umide per l'attuazione del procedimento della rivendicazione 1, caratterizzato dal fatto di comprendere: - un trituratore primario alimentato con detto materiale RSU per sminuzzarlo; - un estrusore del materiale RSU avente almeno una matrice cilindrica forellata, in cui è atto a penetrare con pressione un punzone di sezione sensibilmente minore della sezione della cavità cilindrica interna della matrice, mezzi di caricamento atti a ricevere dal trituratore primario il materiale RSU sminuzzato e caricarlo nella matrice prima della penetrazione del punzone, mezzi di espulsione del materiale residuo nella matrice dopo penetrazione del punzone, e mezzi di raccolta del materiale estruso attraverso la matrice; - almeno un fermentatore chiuso verso l'atmosfera, aumentabile con il materiale estruso proveniente da detti mezzi di raccolta e provvisto mezzi di circolazione d'aria atti a immettere aria nel fermentatore attraverso una prima serie di aperture e a estrarre aria attraverso una seconda serie di aperture; - un vaglio aumentabile con detto materiale fermentato, per separarlo da un Iato in frammenti di materia inorganica e dall'altro in polvere o granulato stabilizzato utilizzabile come ammendante del suolo; - un trituratore secondario alimentato con detto materiale residuo nella matrice a partire da detti mezzi di espulsione; e - un separatore eolico aumentabile con materiale residuo triturato da detto trituratore secondario, atto a separare detto materiale residuo in almeno due frazioni di materiale di peso diverso.
  13. 13. Impianto di trattamento di materiale RSU secondo la rivendicazione 12, caratterizzato dal fatto che detta matrice cilindrica del presso-estrusore presenta fori di almeno 8 mm di diametro.
  14. 14. Impianto di trattamento di materiale RSU secondo la rivendicazione 13, caratterizzato dal fatto che detta matrice cilindrica del presso-estrusore presenta fori di circa 16 mm di diametro.
  15. 15. Impianto di trattamento di materiale RSU secondo una delle rivendicazioni 12-14, caratterizzato dal fatto che detto fermentatore è conformato come torre o silo aumentabile dall'alto e suddiviso in scompartì sovrapposti, con mezzi separatori apribili fra uno scomparto e l'altro.
  16. 16. Impianto di trattamento di materiale RSU secondo la rivendicazione 15, caratterizzato dal fatto che intorno a detto silo sono disposti condotti pneumatici presentanti a intervalli aperture di comunicazione coll’interno del silo, detti condotti essendo in comunicazione con mezzi di circolazione d'aria.
  17. 17. Impianto di trattamento di materiale RSU secondo la rivendicazione 16, caratterizzato dal fatto che lungo l'asse di detto silo si estende un condotto pneumatico presentante a intervalli aperture di comunicazione coll'interno del silo, detti condotti essendo in comunicazione con mezzi di circolazione d'aria.
  18. 18. Impianto di trattamento di materiale RSU secondo la rivendicazione 17, caratterizzato dal fatto che detti mezzi di circolazione d'aria sono atti a far circolare l'aria in detto silo alternativamente in sensi opposti.
  19. 19. Impianto di trattamento di materiale RSU secondo una delle rivendicazioni 12-18, caratterizzato dal fatto che detto separatore eolico comprende un condotto o tunnel orizzontale divergente avente mezzi soffiatori d'aria a un'estremità e un camino di scarico all'estremità opposta, e dotato di una tramoggia d'ingresso presso un’estremità e di almeno due tramogge d'uscita disposte a intervalli lungo il tunnel, con mezzi isolatori pneumatici associati alle tramogge per consentire il passaggio di materiale senza sostanziale passaggio d'aria.
  20. 20. Impianto di trattamento di materiale RSU secondo la rivendicazione 19, caratterizzato dal fatto che detto tunnel orizzontale è dotato di tre tramogge d'uscita a intervalli lungo il tunnel.
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