ITRM950314A1 - La sequenza del dna completo dell'inserto carlubo codificante per una proteina heat shch di forda (cansp 70) di candida albicans ceppo atcc - Google Patents

La sequenza del dna completo dell'inserto carlubo codificante per una proteina heat shch di forda (cansp 70) di candida albicans ceppo atcc Download PDF

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ITRM950314A1
ITRM950314A1 IT95RM000314A ITRM950314A ITRM950314A1 IT RM950314 A1 ITRM950314 A1 IT RM950314A1 IT 95RM000314 A IT95RM000314 A IT 95RM000314A IT RM950314 A ITRM950314 A IT RM950314A IT RM950314 A1 ITRM950314 A1 IT RM950314A1
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carlv130
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Antonio Cassone
Andrea Crisanti
Valle Roberto La
Carla Bromuro
Hans-Michael Muller
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Ist Superiore Sanita
Univ Roma
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Abstract

L'invenzione ha per oggetto: 1) l'uso della sequenza di DNA di caRLV130 per ricavarne oligonucleotidi da utilizzare nella reazione di amplificazione a catena o PCR (polymerase chain reaction); 2) l'uso della sequenza di DNA di CARLV130 per ricavarne sonde oligonueleotidiche da usare per la tipizzazione/diagnosi di Candida e Candidiasi; 3) l'uso della sequenza di DNA di caRLVI30 e di quella polipeptidica dedotta come possibili bersagli di RNA antisenso o antibiotici o chemoterapici attivi sulle specie di Candida che posseggono questa sequenza; 4) l'uso della sequenza di aminoacidi della CAHSP70 o parti di essa per ottenere antisieri e/o anticorpi monoclonali al fine di sviluppare metodiche immunologiche che svelino la presenza di C. albicans e specie affini, e/o di CAHSP70 rilasciata dal parassita stesso; 5) l'uso di polipeptidi (sintetici o espressi in vivo) derivati dalla sequenza della CAHSP70. come componenti di sistemi diagnostici in grado di svelare la presenza della CAHSP70 prodotta dal parassita; 6) L'uso della sequenza aminoacidica di CASPH70 o parti di essa per ottenere antisieri e/o anticorpi monoclonali al fine di ottenere preparazioni vaccinali o di sviluppare trattamenti a scopo profilattico e/o terapeutico; 7) l'uso di polipeptidi (sintetici o espressi in vivo), derivati dalla sequenza della CASPH70 come componenti di preparazioni vaccinali o preparazioni destinate a scopo profilattico e/o terapeutico.

Description

Descrizione
di una domanda di brevetto per invenzione industriale dal titolo:
"La sequenza del cDNA completo dell'inserto carivi 30 codificante per una proteina heat shock di 70 kda (cahsp70) di Candida albicans ceppo atcc20955, e derivati utilizzabili sia a scopo diagnostico che profilattico-terapeutico nell'infezione da C. albicans".
a nome: Istituto Superiore di Sanità, Laboratorio di Batteriologia e Micologia Medica;
2 Università degli Studi di Roma "La Sapienza", Istituto di Parassitologia.
Inventori: Antonio Cassone, Roberto La Valle, Carla Bromuro, Andrea Crisanti, Michel H. Muller
Ritrovato: Sequenza di DNA di 2325 paia di nucleotidi presente nell'inserto del clone caRLV130 isolato da una libreria di espressione di cDNA di Candida albicans ceppo ATCC20955 in Xgt11. Tale sequenza codifica per una "Heat Shock Protein" di C. albicans del peso molecolare dedotto di 70.318 Daiton da noi denominata CAHSP70.
Applicazione: Diagnosi e trattamento profilattico terapeutico dell'infezione da C. albicans, da altre specie del genere Candida, e da microrganismi lievitifomni affini contenenti il relativo gene, in pazienti e/o animali, ed analisi della contaminazione ambientale da parte di C. albicans e specie diverse come sopra.
L'invenzione ha per oggetto: 1 ) l'uso della sequenza di DNA di caRLV130 per ricavarne oligonucleotidi da utilizzare nella reazione di amplificazione a catena o PCR (polymerase Chain reaction); 2) l'uso della sequenza di DNA di CARLV130 per ricavarne sonde oligonucleotidiche da usare per la tipizzazione/diagnosi di Candida e Candidiasi; 3) l'uso della sequenza di DNA di caRLV130 e di quella polipeptidica dedotta come possibili bersagli di RNA antisenso o antibiotici o chemioterapici attivi sulle specie di Candida che possiedono questa sequenza; 4) l'uso della sequenza di aminoacidi della CAHSP70 o parti di essa per ottenere antisieri e/o anticorpi monoclonali al fine di sviluppare metodiche immunologiche che svelino la presenza di C. albicane e specie affini, e/o di CAHSP70 rilasciata dal parassita stesso; 5) l'uso di polipeptidi (sintetici o espressi in vivo) derivati dalla sequenza della CAHSP70, come componenti di sistemi diagnostici in grado di svelare la presenza della CAHSP70 prodotta dal parassita; 6) L'uso della sequenza aminoacidica di CASPH70 o parti di essa per ottenere antisieri e/o anticorpi monoclonali al fine di ottenere preparazioni vaccinali o di sviluppare trattamenti a scopo profilattico e/o terapeutico; 7) l'uso di polipeptidi (sintetici o espressi in vivo), derivati dalla sequenza della CASPH70 come componenti di preparazioni vaccinali o preparazioni destinate a scopo profilattico e/o terapeutico.
L’invenzione concerne l'uso della sequenza di cDNA dell'inserto caRLV130 e della corrispondente proteina di 656 aminoacidi per sviluppare metodiche che permettano l'identificazione della C. albicane in campioni biologici e/o ambientali, e/o per preparazioni sia a scopo profilattico-terapeutico che vaccinale.
I funghi patogeni sono gli agenti maggiori delle infezioni opportunistiche in pazienti immuno-compromessi, in particolare pazienti che hanno sviluppato AIDS, tumori, neutropenia o subito trapianto di midollo osseo (1). La suscettibilità di pazienti HIV+ alle infezioni di Candida albicane è una conseguenza della caduta della immunità cellulo-mediata dovuta alla diminuzione numerica e funzionale dei linfociti T CD4+ "helper/inducer" (2). Le mannoproteine della parete cellulare di Candida e le proteine heat-shock di vari microorganismi sono antigeni maggiori ed immunomodulatori, ed hanno un ruolo rilevante durante l’invasione e l'infezione dellOspite (3, 4). Utilizzando un siero immune di coniglio sviluppato contro cellule di C. albicans ceppo ATCC 20955 inattivate al calore, abbiamo isolato il clone caRLV130 in una libreria di espressione sviluppata nel fago Xgt11 con cDNA della forma di crescita lievito di C. albicans. Tale clone contiene un inserto di DNA delle dimensioni di 2325 paia di basi che è stato interamente sequenziato e che codifica 5'-3' da 105 a 2072 per una proteina di 656 aminoacidi (in figura 1 è mostrata solo la regione codificante di 1971 bp). La sequenza caRLV130 è stata depositata presso la banca dati EMBL (N° accesso segreto Z30210). Non ci sono introni all'interno della sequenza genomica, come mostrato dall'analisi dei prodotti della PCR ed in "Southem-Blot" Confrontando la sequenza dell'inserto caRLV130 con le sequenze finora descritte e presenti nella versione 6.7 della banca dati "GEN BANK" sono emerse omologie con la famiglia dei geni codificanti per le proteine "Heat Shock" di 70 kDa. L'inserto mostra l'omologia più elevata con il gene SSA1 di S.
cerevisiae (uno dei nove geni della famiglia HSP70 di lievito). L'omologia globale a livello nucleotidico con SSA1 è del 78,8% nella regione codificante (figg. 2 e 3).
Le HSPs sono proteine indotte da vari tipi di stress, siano essi chimici o fisici, classicamente il calore. Molte HSPs sono presenti e attive anche nelle cellule non stressate ove svolgono funzioni importanti per la fisiologia della cellula stessa ("chaperonine"). Esse sono raggruppate in famiglie di differenti pesi molecolari all'interno delle quali sono molto conservate tra organismi anche lontani filogeneticamente (5). Non stupisce perciò che le HSPs siano coinvolte nella risposta immunitaria, o costituiscano antigeni maggiori di vari organismi patogeni, o possano dare fenomeni autoimmunitari, considerando anche che l'infezione stessa è una forma estrema di stress sia per l'agente infettante che per l'ospite (4).
Il gene corrispondente alla sequenza caRLV130 è stato mappato sul cromosoma di C. albicane che in elettroforesi mostra il più alto peso molecolare (3.5 Mpb) utilizzando come sonda il DNA dell'inserto marcato caRLV130 in ibridazioni su filtri di nitrocellulosa sui quali erano stati trasferiti i cromosomi di C. albicans, separati in elettroforesi in campo pulsato (transverso-alternato: TAFE) (fig. 4 A e B). La trascrizione di questo gene è attivata dall'esposizione delle cellule fungine ad una temperatura più elevata di quella ambientale ("shift" termico da 22° a 37° C). Questo fenomeno è stato dimostrato in esperimenti di "ibridizzazione" utilizzando RNA totale di C. albicans (estratto da cellule cresciute a 22°C o 37°C, frazionato in base al peso molecolare su gel di agarosio/fomnaldeide e trasferito per capillarità su filtri di nitrocellulosa) e il ONA dell'inserto caRLV130 come sonda radioattiva. All'induzione della trascrizione si accoppia anche l'aumento dell'espressione della proteina a 2, 6 e 24 ore dallo "shift" di temperatura da 22°C a 37° (vedi fig. 5).
Varie porzioni della sequenza dell'inserto caRLV130 sono state clonate nel plasmide di espressione pDS56/RBSIi-E<'>-6his (6) ed i polipeptidi codificati sono stati espressi in E. coli fusi alle loro estremità aminoterminali ad una sequenza di sei istidine. La sequenza di istidine ha permesso una rapida ed efficiente purificazione su colonne di nickel dei polipeptidi derivati dalla sequenza dell'inserto caRLV130 (vedi fig. 6 e tabella I per la definizione e la grandezza dei frammenti polipeptidici). Dopo purificazione questi polipeptidi ricombinanti sono stati utilizzati come immunogeni in topi per produrre antisieri e quindi sono adatti anche per lo sviluppo di anticorpi monoclonali. Pertanto, i polipeptidi, nonché l'intera proteina purificata, inducono anticorpi specifici dopo immunizzazione nel topo Balb/c di 18-22 g di peso, seguendo una scheda di immunizzazione come riportato in tabella II. Il titolo dei rispettivi sieri per ogni antigene è risultato > 12,800 utilizzando un saggio immunoenzimatico (ELISA indiretto), con l’antigene assorbito a 200 ng/pozzetto, in un volume finale di 100 μΙ. I risultati del saggio immunoenzimatico sono stati confermati per la specificità in esperimenti di immunotrasferimento su filtri di nitrocellulosa come osservato in fig. 7.
Gli stessi polipeptidi sono stati utilizzati quali immunogeni in saggi di proliferazione su linfociti del sangue umano periferico valutando l'incorporazione di <3>H-timidina dopo sette giorni di coltura secondo metodiche già descritte (7). I risultati ottenuti con vari donatori (due esempi sono riportati nella tabella III) dimostrano che la CAHSP70 è in grado di indurre una apprezzabile incorporazione della timidina nonché proliferazione dei linfociti "naive" del sangue del cordone ombelicale (tabella IV), suggerendo che la proteina stessa o parti di essa abbiano attività mitogenica. Inoltre, esperimenti di immunotrasferimento hanno rivelato in sieri umani di soggetti adulti sani normali la presenza di anticorpi reattivi contro la proteina CAHSP70, soprattutto contro il frammento CAHSP70/4 (fig. 8), suggerendo l'immunodominanza degli epitopi contenuti in questo frammento. Nel complesso, i dati di linfoproliferazione e gli immunotrasferimenti con sieri umani dimostrano inequivocabilmente che CAHSP70 è riconosciuta dal sistema immunitario durante la normale colonizzazione con Candida dell'individuo sano.
Inoltre, i sieri murini anti-CAHSP70 riconoscono, in immunotrasferimento su filtro di nitrocellulosa, tra le proteine presenti negli estratti di C. albicane indotti al calore più componenti d'una famiglia di HSP70 (fig. 5) dimostrando che il prodotto di espressione dell'inserto caRLV130 è una delle proteine di C. albicane espresse dal fungo dopo "shock" termico. Sulla base di queste osservazioni abbiamo denominato CAHSP70 (C. albicane heat shock protein 70 kDa) la proteina di C. albicans che: I) contiene la sequenza di amino acidi codificata dall'inserto caRLN/130; II) il cui gene mappa sul cromosoma 1 (di più alto peso molecolare) di C. albicane; III) la cui espressione è indotta dalla temperatura; IV) induce formazione di anticorpi specifici che riconoscono frammenti (subunità) clonati e purificati; V) induce linfoproliferazione nelle colture linfomonocitarie del sangue umano periferico. Conseguentemente anche il gene relativo è stato denominato cahsp70.
Il clonaggio insieme alla caratterizzazione biochimica e molecolare di varie parti della CAHSP70 permette, oltre alla realizzazione di studi immunologici sulla espressione della heat shock protein di 70 kDa di C. albicane, lo sviluppo di un metodo di diagnosi molecolare basato sulla amplificazione di segmenti di DNA corrispondenti all'inserto caRLV130. Sulla base della sequenza dell'inserto caRLV130 abbiamo sintetizzato oligonucleotidi che sono stati utilizzati in esperimenti di reazione di amplificazione a catena (PCR) per analizzare la loro capacità di amplificare segmenti di DNA omologhi a caRLV130 da DNA di C. albicane. Due oligonucleotidi (CA2-CA4) sono stati scelti nelle regioni di minore omologia tra la sequenza del cDNA caRLV130 e le sequenze note dei geni codificanti per le HSP70 (vedi fig. 2 per l'allineamento tra la sequenza caRLV130 e YSCSSA1, tabella V per la definizione delle regioni di minore omologia e tabella VI per la sequenza degli oligonucleotidi utilizzati nel saggio).
La combinazione di oligonucleotidi CA2(GAAATGAAAGATA AGATTGGTGCA)-CA3(CCACAGTAAATTACCTATTTCTTCCTC) è in grado di amplificare segmenti di DNA delle dimensioni e sequenze attese solo da DNA di C. albicane (fig. 9 A) mentre la sensibilità del saggio è mostrata in figura 9 B utilizzando la coppia CA1 (ATGTCTAAAGCTGTTGGTATTG)-C A4 (CTG C AC C AATCTTAT CTTT C ATTT C ACC AT C ATT.
Figure
Figura 1: Sequenza di DNA (in minuscolo) di 1971 paia di basi corrispondente alla cornice di lettura aperta presente nell'inserto del clone λςΗ 1-{θ3ΡΙ.νΐ30) e sequenza aminoacidica dedotta (in maiuscolo con il codice a una lettera).
Figura 2: Sequenza nucleotidica codificante dell'inserto caRLV130 (minuscolo) e confronto con quella del gene YSCSSA1 di S. cerevisiae (maiuscolo).
Figura 3: Sequenza di 656 amino acidi dedotta dalla sequenza di DNA dell'inserto caRLV130 (in minuscolo) e confronto con la sequenza amminoacidica dedotta del gene YSCSSA1 di S. cerevisiae (in maiuscolo). Il codice amminoacido utilizzato è quello ad una sola lettera.
Figura 4: A. Southern blot di cromosomi di C. albicane, ceppo ATCC 20955 ottenuti per separazione in campo elettroforetico pulsato (TAFE). La marcatura con una sonda caRLV130 (cahsp70) fa riferimento al cromosoma a più alto peso molecolare (3,5 Mbp). B. Separazione elettroforetica dei cromosomi di C. albicans ceppo ATCC20955 (TAFE).
Figura 5: A sinistra Northern biots eseguiti ibridizzando RNA totale estratto da cellule di C. albicane cresciute a 22° e trasferite a 37°C per il tempo indicato in figura con le sonde caRLV130 (cahsp7Q) e actina marcate radioattivamente. L'ibridazione con la sonda actina è stata eseguita per il controllo della quantità di RNA presente sui filtri (vedi ref. 8). A destra reattività in immunotrasferimento del siero di topo anti-CAHSP70 con estratti di C. albicans, a varie ore di induzione della risposta "heat-shock" come descritta sopra.
Figura 6: A. Analisi in SDS PAGE di: a) prodotti di espressione in E. coli M15 contenente il plasmide pDS56/RBSII-E<'>-6his con il frammento caRLV130/1; b) prodotti di espressione in E. coli ceppo M15 contenente il plasmide pDS56/RBSII-E<'>-6his caRLV130/2; c) prodotti di espressione in E. coli M15 trasformati con pDS56/RBSII-E-6his caRLV130/3; d) prodotti di espressione in E. coli M15 trasformati con pDS56/RBSII-E<'>-6his caRLV130/4; N.I.: Estratti delle colture di E. coli non indotte; I: Estratti delle colture di E. coli indotte con 1 mM IPTG; P: Frazione purificata su colonna di nickel per affinità alle istidine dagli estratti delle colture di E. coli indotte con IPTG 1 mM.
B. Rappresentazione schematica delle porzioni di sequenza codificante di caRLV130 clonate nei plasmidi ricombinanti utilizzati nel pannello A. A destra il peso molecolare in kDa e a sinistra la denominazione del prodotto di espressione del plasmide ricombinante. Per maggiori dettagli vedi anche tabella I.
Figura 7: Reattività in immunotrasferimento su filtro di nitrocellulosa dei sieri di topo indicati in figura contro i frammenti di CAHSP70; a) prodotto di espressione in E. coli indotto con 1 mM IPTG del plasmide pDS56/RBSII-E<'>-6his caRLV130/1 purificato su colonna di nickel; b) prodotto di espressione in E. coli M15 indotto con IPTG 1 mM del plasmide pDS56/RBSII-E<~>-6his caRLV130/2 purificato su colonna di nickel; c) prodotto di espressione in E. coli M15 indotto con 1 mM IPTG del plasmide pDS56/RBSII-E<'>-6his caRLV130/3 purificato su colonna di nickel; d) prodotto di espressione in E. coli Mt5 indotto con IPIG 1 mM del plasmide pDS56/RBSII-E4his caRLV130/4 purificato su colonna di nickel (vedi anche fig. 6 e tabella I per la definizione dei frammenti polipeptidici utilizzati). A sinistra il peso molecolare dei frammenti purificati.
Figura 8: Reattività in immunotrasferimento su filtro di nitrocellulosa di sieri umani di soggetti adulti sani contro CAHSP70 e suoi frammenti: a) prodotto di espressione in E. coli M15 indotto con 1 mM IPTG del plasmide pDS56/RBSII-E-6his caRLV130/1 purificato su colonna di nickel; b) prodotto di espressione in E. coli Mi 5 indotto con IPTG 1 mM del plasmide pDS56/RBSII-E<'>-6his caRLV130/2 purificato su colonna di nickel; c) prodotto di espressione in E. coli M15 indotto con 1 mM IPTG del plasmide pDS56/RBSII-E<'>-6his caRLV130/3 purificato su colonna di nickel; d) prodotto di espressione in E. coli M15 indotto con 1 mM IPTG del plasmide pDS56/RBSII-E<'>-6his caRLV130/4 purificato su colonna di nickel. A sinistra il peso molecolare e a destra la denominazione dei frammenti proteici purificati. Per maggiori dettagli vedi anche tab. I Figura 9: A. Esperimento di PCR effettuato utilizzando la combinazione di oligonucleotidi CA2-CA3 in presenza di DNA di C. albicane (1), C.
parapsilosis (2), C. giabrata (3), C. guillermondii(4), C. krusei (5), C. tropicali (6), Mus muris (7), E coli (8), S. cerevisiae (9). Il controllo senza DNA è evidenziato in (10). A lato è indicato il peso molecolare del frammento di DNA amplificato nella reazione. B. Esperimento di PCR effettuato utilizzando la combinazione di oligonucleotidi CA1-CA4 in presenza di DNA estratto da C. albicane: DNA amplificato da 10 ng (2), 1ng (3), 100 pg (4), 10 pg (5),1 pg (6), di DNA di C. albicans. Come controllo è stato effettuato una reazione di PCR in assenza di DNA (1). A lato è indicato il peso molecolare del frammento di DNA amplificato nella reazione. Le condizioni delle PCR mostrate sono le seguenti: denaturazione 90 secondi a 94°C; appaiamento 90 secondi a 60°C; estensione 120 secondi a 72°C: 25 cicli.
Tabella I
Definizione dei polipeptidi CAHSP70 purificati su colonna di nickel. I peptidi sono codificati da plasmidi ricombinanti pDS56/RBSII-E'-6his nei quali sono stati clonati i segmenti di caRLN/130 definiti in tabella. La posizione si riferisce a nucleotidi ed aminoacidi della sequenza mostrata in fig. 1. La grandezza del peptide si riferisce invece al prodotto di fusione codificato dal plasmide ricombinante.
DNA codificante
Tabella II
Scheda di immunizzazione di topi BALB/c di 18-22 g di peso con peptidi CAHSP70 purificati come descritto nel testo ed in figura 6.
La quantità di immunogeno indicata è stata inoculata intraperitoneo in un volume di 200 μΙ.
Il titolo è stato determinato come ELISA indiretta con l'antigene usato come "coating" a 200 ng/pozzetto, in un volume finale di 100 μΙ, e viene
inteso come la più alta diluizione del siero che dà una reazione positiva in ELISA (densità ottica a 405 nm > 2 volte il controllo senza antigene).
Tabella III
Attività di induzione delia proliferazione di linfociti del sangue periferico da parte di CAHSP70 e suoi frammenti
Linfoproliferazione in colture linfomonocitarie del sangue periferico di donatori normali in risposta ai frammenti clonati di CAHSP70. Controlli positivi: antigene mannoproteico (MP-F2) di C. albicans ed lnterleukina-2 (IL-2).
Controllo negativo: nessun materiale.! valori mostrati sono la media SD di 7 esperimenti con cinque diversi donatori. L'incorporazione di <3>H-timidina è stata determinata a 7 giorni di coltura. Per dettagli tecnici, vedi ref. 7.
Tabella IV
Attività di induzione della proliferazione del sangue del cordone ombelicale da parte di CAHSP70 e suoi frammenti.
Proliferazione di colture del sangue del cordone ombelicale di due distinti soggetti in risposta ai frammenti clonati di CAHSP70. Controlli positivi: antigene mannoproteico (MP-F2) di C. albicane ed lnterleukina-2 (IL-2). Controllo negativo: nessun materiale. I valori mostrati sono la media SD di 3 pozzetti. Per dettagli tecnici vedi legenda tabella III e ref. 7.
Tabella V
Definizione delle regioni di minore omologia nucleotidica tra caRLVI 30 e YSCSSA1 (fig. 2).
Tabella VI
Sequenza e posizione sui cDNA caRLV130 (fig. 1) degli oligonucieotidi utilizzati negli esperimenti di PCR.
La sequenza dell'oligonucieotide CA3 è posta nella regione 3' non tradotta a valle del codone di stop e quindi non è mostrata in figura 1. Gli oligonucleotidi CA2 e CA4 sono stati scelti in una delle regioni di minore omologia tra caRLV130 e YSCSSA1 noti (vedi tabella V).
Referenze bibliografiche
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2. I. Quinti et al. Clin. Expt. Immunol. 85, 485, (1991 ).
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8. Lasker B. A. et al, Expt. Micol. 16, 155, (1992).

Claims (7)

  1. Rivendicazioni 1. L'uso di oligonucleotidi, la cui sequenza sia identica o presenti omologie superiore ai 65% con le regioni della sequenza di DNA dell’inserto caRLV130 mostrate in tabella V, nella PCR (polymerase chain reaction o reazione di amplificazione a catena) al fine di evidenziare la presenza di C. albicane ed altre specie di Candida e microrganismi lievitiformi affini contenenti il relativo gene in campioni biologici e/o ambientali.
  2. 2. L'uso di oligonucleotidi marcati (radioisotopi, biotina, enzimi, etc) la cui sequenza sia identica o presenti omologie superiori al 65% con le regioni della sequenza di DNA dell'inserto caRLV130 mostrate in tabella V per evidenziare la presenza di C. albicans e specie affini come al punto 1 , in campioni biologici e/o ambientali.
  3. 3. L'uso di oligonucleotidi, la cui sequenza sia identica o presenti omologie superiori al 65% con le regioni della sequenza di DNA dell'inserto caRLV130 mostrate in tabella V, da usare per la tipizzazione e/o diagnosi di Candida albicans e specie affini come al punto 1 , e delle malattie da esse provocate.
  4. 4. L'uso di polipeptidi (sintetici o espressi in vivo) la cui sequenza sia identica o presenti omologie superiori al 50% con parti della sequenza di aminoacidi dedotta dalla sequenza di DNA dell'inserto caRLV130, mostrata in fig. 1, al fine di sviluppare antisieri e/o anticorpi monoclonali diretti contro HSP70 di C. albicans o specie affini come al punto 1. Ciò tenendo presente che sequenze peptidiche costituite da segmenti di aminoacidi costanti e segmenti variabili possono dare strutture terziarie diversamente riconoscibili come determinanti antigenici (epitopi).
  5. 5. L'uso di polipeptidi secondo la rivendicazione 4, la cui sequenza sia identica o presenti omologie superiori al 50% con regioni della sequenza di aminoacidi dedotta dalla sequenza di DNA dell'inserto caRLV130 mostrata in fig. 1, come componenti di kits o sistemi diagnostici che evidenziano la presenza della HSP70 di C. albicans e specie affini come al punto 1 in qualsiasi campione biologico di origine umana, animale o ambientale.
  6. 6. L'uso di polipeptidi (sintetici o espressi in vivo) come da rivendicazione 4, la cui sequenza sia identica o presenti omologie superiori al 50% con regioni della sequenza di aminoacidi dedotta dalla sequenza di DNA dell'inserto caRLV130 mostrata in fig. 1, ai fini di profilassi e/o terapia nelle malattie da Candida o altri microrganismi affini (lieviti patogeni).
  7. 7. L'uso delle regioni della sequenza di DNA indicate in tabella V e di parti della sequenza polipeptidica (secondo le rivendicazioni 1 e 4) come possibili bersagli di antibiotici e/o chemioterapici, o RNA antisenso attivi sulle specie di Candida e/o microrganismi lievitiformi affini codificanti per una sequenza omologa.
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