ITRE20000064A1 - Dispositivo di protezione per aghi medicali - Google Patents
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Description
DESCRIZIONE
del brevetto per invenzione industriale dal titolo:
" DISPOSITIVO DI PROTEZIONE PER AGHI MEDICALI "
La presente invenzione riguarda un dispositivo di protezione per aghi medicali uniti ad un tratto di tubo, per prevenire punture accidentali dopo l'uso dell'ago. Il campo d'applicazione è per aghi per infusione, per dialisi o plasmaieresi, per trasfusioni, e per prelievi.
Le punture di aghi medicali dopo l'uso degli stessi su un paziente, rappresentano un rischio serio e diffuso per il personale professionale che opera nella sanità.
Per risolvere questo problema sono noti dispositivi di protezione sostanzialmente comprendenti un corpo tubolare coassiale con il tubo cui è unito l'ago, aventi una sporgenza anteriore con forma di gancio, con la quale il dispositivo viene trattenuto mediante un dito della mano che viene premuto contro la superficie del paziente, nel punto in cui l'ago è inserito entro il corpo del paziente.
L'estrazione dell'ago dal corpo del paziente viene effettuata tirando indietro il tubo; quest'operazione provoca l'arretramento dell'ago mentre il dispositivo di protezione è tenuto fermo dal dito, con il risultato che l'ago scorre sotto la sporgenza e viene ritratto all'interno del corpo tubolare.
ove la sua punta viene racchiusa e protetta da contatti con corpi esterni.
Dato che il dispositivo viene applicato ad aghi del tipo aventi due alette poste presso l'estremità posteriore (aghi "a farfalla" ) , il corpo tubolare possiede due fessure longitudinali sulle pareti laterali, per il passaggio delle alette.
Uno scopo della presente invenzione è di superare taluni inconvenienti presenti nei dispositivi noti, in particolare, per quanto riguarda i pericoli connessi con la manovra di estrazione dell'ago dal corpo del paziente. Questa manovra è, infatti, delicata di per sé, anche senza la presenza del dispositivo di protezione, in quanto, in molti casi, la punta dell'ago è piuttosto tagliente e può produrre danni al paziente. Il fatto poi che l'operatore debba anche trattenere il dispositivo di protezione e allo stesso tempo esegua la manovra di estrazione impugnando il tubo in un punto relativamente lontano dall'ago, rende ancor più difficoltosa e rischiosa l'operazione per il pericolo di tagli al paziente, soprattutto nel punto di penetrazione dell'ago.
Un altro inconveniente è nella struttura relativamente poco rigida del corpo tubolare, soprattutto a causa della presenza delle fessure longitudinali, che, in generale, non assicura un'elevata garanzia nel racchiudere, vincolare e proteggere la punta dell'ago.
Uno scopo del presente trovato è appunto quello di superare i detti inconvenienti.
Un altro scopo è di realizzare un dispositivo che possa venire applicato all'ago quando questo è già inserito nel corpo del paziente, quindi solamente appena prima di eseguire l'estrazione dell'ago.
Detto ed altri scopi sono raggiunti dall'invenzione in oggetto così come si caratterizza nelle rivendicazioni.
L'invenzione è basata sul fatto che comprende: un corpo di protezione atto a racchiudere e ricoprire l'ago dopo l'uso, atto a venire inizialmente applicato in posizione posteriore alla punta dell'ago, un'estremità anteriore rivolta verso la punta dell'ago atta a venire posta in appoggio contro un corpo esterno di reazione per l'estrazione dell'ago dal corpo del paziente; mezzi per vincolare il dispositivo al tubo; mezzi di spinta atti ad aumentare, se azionati dalle dita dell'operatore, la distanza tra i mezzi di vincolo e la detta estremità anteriore, per produrre lo spostamento dell'ago verso il corpo di protezione fino a portarlo all'interno di esso.
In particolare, il dispositivo comprende una porzione posteriore, unita posteriormente al corpo di protezione, che porta i mezzi di vincolo del dispositivo e detta estremità anteriore è definita dall'estremità anteriore del corpo di protezione.
Il corpo di protezione ha forma atta a variare la propria dimenagiscono producendo l'aumento della dimensione longitudinale e di conseguenza la distanza tra la porzione posteriore e l'estremità anteriore del corpo di protezione. In particolare, il corpo di protezione conprende pareti laterali contrapposte inizialmente divaricate, atte a venire avvicinate tra loro per produrre detto aumento della distanza tra la detta porzione posteriore e l'estremità anteriore del corpo di protezione.
L'invenzione viene esposta in dettaglio nel seguito con l'aiuto delle allegate figure che ne illustrano una forma, a titolo d'esempio e non esclusiva, d'attuazione.
La FIG. 1 è una vista prospettica dal lato superiore, del dispositivo in oggetto.
La FIG. 2 è una vista prospettica dal lato inferiore, del dispositivo.
La FIG. 3 è una vista in pianta dall'alto del dispositivo di FIG. 1 applicato ad un ago a farfalla.
La FIG. 4 è la vista frontale, in elevazione verticale, nella direzione IV di FIG. 3.
La FIG. 5 è la sezione secondo il piano V-V di FIG. 3.
La FIG. 6 è la sezione secondo il piano VII-VII di FIG. 3. La FIG. 7 è una vista in pianta dal basso dello stesso dispositivo, in configurazione chiusa.
La FIG. 8 è la vista frontale, ìn elevazione verticale, nella direzione VIII di FIG. 7
Le FIGG. 9A e 9B mostrano, in scala ingrandita, la sezione secondo il piano IXA-IXA e rispettivamente IXB - IXB di FIG. 7.
La FIG. 10 mostra in modo schematico l'uso del dispositivo. Il dispositivo viene applicato ad un ago medicale 10, formato da un sottile elemento tubolare 12 avente una punta anteriore 11 atta a penetrare nel corpo del paziente; l'ago 10 è unito posteriormente ad un tubo flessibile 15. L'ago illustrato nelle figure è del tipo "a farfalla" ossia che comprende una coppia di alette 16, flessibili, -poste su uno stesso piano, unite mediante
Per maggiore semplicità e chiarezza di esposizione si suppone, riferimento spaziale, che il piano ideale tangente alla su perficie del corpo del paziente nel punto in cui è introdotto l'ago, sia orizzontale
Il dispositivo in oggetto (indicato globalmente con 1) comprende un corpo di protezione 20 atto a racchiudere e ricoprire l'ago 10 dopo l'uso, ed in particolare atto a racchiudere la punta 11 di esso.
II dispositivo 1 comprende inoltre un'estremità anteriore 25 rivolta verso la punta 11 dell'ago, in particolare definita dall'estremità anteriore del corpo di protezione 20, atta a venire posta in appoggio contro un corpo esterno (in particolare contro un dito della mano dell'operatore) che funge da corpo di Il dispositivo 1 inoltre presenta una porzione posteriore 30, unita posteriormente al corpo di protezione 20 e coassiale con questo, che porta dei mezzi di vincolo del dispositivo 1 al tubo 15.
In particolare, la porzione posteriore 30 ha una forma sostanzialmente tubolare, che definisce un canale assiale atto a contenere a misura una corrispondente porzione di tubo. In dettaglio, la porzione 30 comprende due pareti laterali 31 e 31', verticali, contrapposte e parallele tra loro ed una parete superiore 32, orizzontale, le quali definiscono un canale assiale di sezione sostanzialmente quadrata e di dimensioni tali da contenere pressoché a misura o con un poco di forzatura il tubo 15. Questo canale è aperto sulla faccia inferiore, allo scopo di permettere che questa porzione posteriore 30 venga posta, con spostamento trasversale diretto dall'alto verso il basso, , sopra ed attorno al tubo 15.
I detti mezzi di vincolo comprendono un elemento 33 di aggancio a scatto associato ad una parete laterale 31 della porzione posteriore 30, cui è unito un corpo 36 sporgente trasversalmente atto a venire spinto entro il canale definito dalla porzione posteriore 30 per bloccare all'interno di questo canale il tubo 15, quando l'elemento di aggancio 33 viene portato in configurazione di aggancio.
L'elemento 33 è costituito da una lamina posta all'esterno e papropria estremità posteriore all'estremità posteriore della parete 31. La lamina 33 è piegata ad arco, con la concavità diretta verso la parete 31, ed è elasticamente cedevole in un piano orizzontale (ossia parallelamente alla superficie del corpo del paziente). L'estremità libera della lamina 33 è sagomata a formare un dente 34 atto a venire vincolato ad un corrispondente dente di aggancio 35 posto sulla stessa parete 31.
Normalmente, i due denti 34 e 35 sono distaccati e relativamente lontani tra loro e la lamina 33 possiede un raggio di curvatura relativamente piccolo; in questa configurazione, il corpo 36 non interferisce con il tubo 15 posto nel canale della porzione 30, il quale non è quindi vincolato saldamente alla porzione 30.
Vantaggiosamente, l'intero dispositivo 1, ed in particolare, la porzione posteriore 30 ed i mezzi di vincolo , sono realizzati in corpo unico in resina sintetica, rigida e sufficientemente elastica.
Per vincolare il tubo 15 alla porzione 30, si preme la lamina 33 in direzione orizzontale e trasversale per avvicinarla alla parete 31 in modo da deformarla nel senso di aumentarne il raggio di curvatura, fino a portare i due denti 34 e 35 in reciproco aggancio. In questa configurazione, il corpo sporgente 36 - risulta penetrato trasversalmente entro il canale della porzione 30, ove preme fortemente contro il tubo 15, spingendolo contro la parete opposta 31' ed anche contro la parete superiore 32, in modo da bloccare solidalmente il tubo 15 e renderlo solidale alla porzione 30.
Quest'azione viene eseguita avvicinando tra loro due dita della stessa mano, una agente contro la lamina 33 e l'altra contro la parete contrapposta 31'.
Il corpo 36 penetra entro il canale della 30, attraverso una ampia apertura 38 ricavata nella parete 31. Preferibilmente, il corpo 36 agisce di punta contro il tubo 15, mediante una parete frontale 361 che è leggermente inclinata in avanti e verso il basso,· per reazione, il corpo 36 riceve dal tubo 15 una spinta trasversale avente una componente diretta verso il basso; per opporsi.a questa componente, la superficie inferiore del corpo 36 appoggia su un elemento longilineo inferiore 39, unito con entrambe le=estremità alla parete 31, che attraversa da parte a parte l'apertura 38.
Per irrigidire la parete 31', in modo da renderla più resistente alle spinte radiali, secondo la forma d'attuazione illustrata nelle figure, è prevista una parete laterale di rinforzo 310, arcuata, posta all'esterno ed unita alla parete 31' mediante le proprie estremità e mediante nervature .trasversali 311.
Inoltre, per agevolare l'azione delle dita che premono la lamina 33, sulle superfici esterne della parete 310 e della lamina 33 sono ricavate diversi leggeri risalti per rendere non scivolose dette superfici.
Inoltre, sono preferibilmente previsti leggere sporgenze 37, uscenti trasversalmente dal bordo inferiore delle pareti 31 e 31' atte a vincolare, almeno un poco il tubo 15 contro la sua uscita dal lato inferiore della porzione 30, che vengono superate a scatto dal tubo 15, quando questo viene inserito nel canale della porzione 30, grazie alla flessibilità del tubo stesso.
Anteriormente ed unito alla porzione posteriore 30, è posto il corpo di protezione 20 atto a racchiudere e proteggere l'ago, realizzato in corpo unico con la porzione posteriore 30 ed in resina sintetica.
Il corpo di protezione 20 ha forma atta a variare la propria dimensione nella direzione longitudinale.
In particolare, comprende una coppia di pareti laterali anteriori oscillanti 21 ed una coppia di pareti laterali posteriori oscillanti 22, tutte verticali, contrapposte tra loro ed inizialmente divaricate, atte a venire avvicinate tra loro per produrre un aumento della distanza tra la porzione posteriore 30 e l'estremità anteriore 25 del corpo 20 stesso.
Ciascuna parete laterale anteriore 21 è incernierata, con la propria estremità anteriore all'estremità anteriore 25 del corpo 20, la quale è costituita da una parete frontale verticale, ed incernierata, con l'altra estremità, all'estremità anteriore di una rispettiva parete laterale posteriore 22. Le pareti posteriori 22 fungono da collegamento con la porzione posteriore 30 re. In sintesi, le quattro pareti 21 e 22 formano un quadrilatero articolato in cui, avvicinando tra loro le estremità posteriori 21'' delle due pareti laterali anteriori 21 (c numerate con le estremità anteriori delle pareti posteriori 22), si provoca lo schiacciamento del quadrilatero e di conseguenza l'aumento della distanza tra la porzione posteriore 30 e l'estremità anteriore 25 del corpo di protezione 20.
Le zone di reciproca cerniera tra le pareti 21 e 22 e tra queste e l'estremità anteriore 25 e la porzione posteriore 30, sono costituite da parti laminari dì spessore ridotto, in corpo unico con l'intero dispositivo 1.
Le quattro pareti 21 e 22 definiscono dei mezzi di spinta atti ad aumentare, se azionati dalle dita dell'operatore, la distanza tra la porzione posteriore 30 {e quindi i mezzi di vincolo) e la estremità anteriore 25, per produrre lo spostamento dell'ago verso il corpo di protezione 20 fino a portarlo all'interno di esso.
Per agevolare l'azione delle dita che premono sul quadrilatero articolato, presso le estremità 21" sono previste due elementi sporgenti 23, particolarmente adatti per applicare ad esse la spinta mediante due dita, provvisti di diversi leggeri risalti 231 per rendere non scivolose le superiici su cui appoggiano le dita.
In configurazione iniziale, le pareti anteriori 21 (ed anche gli elementi 23 sono alla massima distanza reciproca (come illustrato in FIG. 3); mentre, nella configurazione finale, dopo l'uso, le pareti anteriori 21 (ed anche quelle posteriori) sono ravvicinate e parallele tra loro e gli elementi 23 sono alla minima distanza reciproca (come illustrato in FIG. 7).
La parte anteriore del corpo di protezione 20 definisce una porzione tubolare 40 atta a racchiudere specificamente l'ago 10, quando le pareti anteriori 21 vengono avvicinate tra loro (e l'ago viene ritirato all'interno della porzione tubolare stessa).
Detta porzione 40 comprende le due pareti contrapposte anteriori 21 e mezzi di copertura atti a racchiudere e ricoprire l'ago, insieme con le pareti 21 stesse , quando questa sono vicine tra loro. Le due pareti laterali anteriori 21 sono reciprocamente oscillanti tra loro nel piano tangente al corpo del paziente per essere avvicinate tra loro, e sono disposte verticalmente a detto piano tangente, e detti mezzi di copertura comprendono almeno due elementi piatti ed orizzontali 41 e 42, atti a chiudere le superfici orizzontali inferiore e superiore della porzione tubolare 40 quando le due pareti laterali 21 sono poste parallele e vicine tra loro.
Un detto elemento piatto 41, è posto sul lato inferiore del corpo di protezione 20 (ossia il lato che viene posto a contatto con il corpo del paziente), atto ad aderire ed a scivolare sulla inserito nel corpo del paziente, per raccogliere l'ago stesso e portarlo entro la camera del corpo tubolare. A questo fine l'elemento 41 possiede una superficie inferiore piatta che rimane aderente alla superficie del corpo del paziente ed un bordo di estremità 411, rivolto verso l'interno della camera e posta vicino all'estremità anteriore 25, avente sezione appuntita per meglio inserirsi al di sotto dell'ago 10.
I detti elementi piatti 41 e 42 sporgono a sbalzo orizzontalmente da una rispettiva parete laterale 21 e presentano all'estremità libera un dente 43 atto ad agganciarsi a scatto alla parete laterale 21 contrapposta, in particolare in un'apposita sede 431 ricavata in forma di ribassamento, sul bordo superiore della parete 21. A ciascun elemento piatto 41, 42 ed alla relativa parete laterale 21 sono uniti alcuni elementi triangolari piatti 44, giacenti su piani perpendicolari allo spigolo definito dagli elementi 41, 42 e dalle pareti 21, di rinforzo della struttura.
La faccia frontale anteriore della porzione tubolare 40 è chiusa dalla parete frontale che definisce l'estremità anteriore 25.
Detta parete frontale 25 presenta una apertura 26, posta sul proprio lato inferiore, che viene a contatto con il corpo del paziente, atta a permettere il passaggio dell'ago 10.
Quando il dispositivo è in configurazione chiusa (si veda in particolare la FIG. 7), posteriormente alla porzione tubolare definito dalla due pareti laterali posteriori 22, le quali sono poste parallelamente tra loro; detto tratto posteriore 50 è atto a contenere la porzione posteriore estrema dell'elemento tubolare 12 dell'ago ed il cannotto 17, e la sua faccia inferiore è aperta, in modo che le (eventuali) alette dell'ago risultino disposte all'esterno ed al di sotto di detto tratto posteriore 50. Il dispositivo 1 viene utilizzato nel modo qui sotto descritto con l'ausilio della FIG. 10, ove è schematicamente illustrato un tipico modo di utilizzo del dispositivo.
Il dispositivo 1 viene usato nel caso di aghi inseriti nel corpo P del paziente (in FIG. 10 l'ago è inserito in un braccio del paziente) con direzione quasi parallela alla superficie del corpo P; in tali casi la porzione estrema posteriore dell'ago 10, che resta all'esterno, è posta sostanzialmente adagiata alla superficie del paziente, anche grazie alla elasticità dei tessuti. Se l'ago è provvisto di alette 16, come illustrato nelle figure, queste alette 16 sono adagiate sulla superficie del corpo P del paziente
Dapprima il dispositivo 1 viene applicato al tubo 15 dall'alto, ponendo la porzione posteriore 30 a cavallo del tubo 15 stesso, con movimento verticale diretto verso il basso, introducendo il tubo 15 entro il canale definito dalla porzione posteriore 30 attraverso la faccia inferiore, aperta di essa. L'applicazione corretta iniziale prevede che l'apertura 26 della estremità anall'esterno, dell'ago 10, anteriormente al cannotto 17, e che le pareti 21 e 22 siano in configurazione di massima divaricazione (come illustrato in nelle FIGG. 1-3) .. In detta configurazione, le pareti 21 e 22 appoggiano sulle alette 16.
16.
A questo punto, premendo sull'elemento 33 e sulla parete opposta 31 con due dita DI e D2 che producano spinte trasversali contrapposte, si effettua l'aggancio tra i denti 34 e 35 e si vincola saldamente il tubo 15 alla porzione posteriore 30.
Poi (come illustrato in FIG. 10) si effettua l'azione di spinta sul corpo 20, con le stesse dita DI e D2 applicate sui due elementi 23, in modo che producano spinte trasversali (orizzontali) contrapposte e dirette nel senso di avvicinare tra loro detti due elementi 23. Questa azione si esegue mentre un terzo dito D3 dell'operatore preme, come è buona règola, un tampone T (ad esempio di cotone) contro il corpo P del paziente nel punto in cui l'ago 10 penetra nel corpo stesso. Mentre l'azione delle due dita DI e D2 sui due elementi 23 produce lo schiacciamento del quadrilatero formato dalle pareti 21 e 22 e quindi l'allungamento assiale del corpo di protezione 20, l'estremità anteriore 25 di esso arriva subito o dopo breve corsa a contatto con il terzo dito D3, ove si ferma e produce per reazione lo spostamento all'indietro della porzione posteriore 30 e con essa del tubo 15 e dell'ago 10. Il risultato è che l'ago 10 viene tientrare completamente, compresa la sua punta 11, all'interno della porzione tubolare 40, scorrendo a contatto con la superficie del corpo P, e scivolando sotto l'apertura 26. Nel frattempo il cannotto 17 viene a trovarsi alloggiato all'interno del tratto posteriore 50.
Durante l'allungamento /schiacciamento del corpo di protezione 20 le pareti 21 si avvicinano tra loro (e contemporaneamente anche le pareti posteriori 22) e la porzione 40 assume forma sempre più tubolare. Le pareti laterali posteriori 22 scorrono a contatto con la superficie superiore delle alette 16; le pareti laterali anteriori 21 e l'elemento 41 scorrono invece sulla superficie del corpo P. L'elemento piatto 41 si insinua sotto l'ago 10 mentre questo viene estratto e lo spinge verso l'alto tirandolo all'interno della porzione tubolare 40. Anche gli elementi triangolari 40 agiscono sull'ago 10, quando la porzione 40 è chiusa, spostandolo sull'asse longitudinale o quasi del corpo stesso.
Alla fine dell'operazione, l'ago 10 è posto pressoché completamente entro la porzione tubolare 40, racchiuso dalle pareti 21, dalla estremità anteriore 25 e dagli elementi piatti 41 e 42. Inoltre questi ultimi sono agganciati alle pareti 21 dando quindi luogo ad un corpo scatolato ben solido e chiuso in modo saldo e sicuro (si veda in particolare la FIG. 9) . Le alette 16 restano invece sempre al di fuori del corpo di protezione 20, al l'intero dispositivo 1 risulta fissato al tubo 15 mediante i mezzi di vincolo della porzione posteriore 30.
In questa configurazione, il dispositivo 1 racchiude efficacemente l'ago 10 ed evita che questo possa pungere chiunque.
Secondo la forma preferita di attuazione illustrata nelle figure, è previsto un elemento piatto 27 sporgente in avanti dalla parete frontale anteriore 25, atto a coprire la zona anteriore all'apertura di passaggio dell'ago. Sulla superficie inferiore, questo elemento 27 presenta una scanalatura assiale 271, posto a continuazione della apertura 26, atto ad alloggiare un tratto di ago 10.
Nell'uso, l'operatore pone questa parete frontale 25 sopra il punto in cui l'ago 10 penetra nel corpo P del paziente, eventualmente essendo interposto un opportuno tampone T tra la superficie e l'elemento 27; poi preme con il terzo dito D3 sopra l'elemento 27 stesso. In questo caso, il detto terzo dito D3 è maggiormente protetto da possibili tagli o punture prodotte dalla punta 11 dell'ago, mentre questo viene tirato fuori del corpo del paziente.
Secondo la forma preferita di attuazione illustrata nelle figure, è previsto inoltre un corpo spugnoso 51 unito alla porzione tubolare 40, atto ad avvolgere la punta 11 dell'ago quando questo viene ritirato entro la porzione tubolare stessa. In particolare, detto corpo spugnoso 51 è applicato alla parete frontale denza assiale con l'apertura 26 per il passaggio dell'ago, atta ad alloggiare la punta dell'ago. In dettaglio, il corpo 51 ha forma di parallelepipedo ed ha una faccia inferiore che viene a contatto con la superficie del paziente quando il dispositivo 1 viene applicato al tubo 15; la scanalatura 52 è ricavata su questa faccia inferiore a continuazione della scanalatura 271 posta all'esterno della porzione tubolare. Nell'uso, il corpo spugnoso 51 viene corrpresso in direzione trasversale dalle pareti laterali anteriori 21 quando queste vengono avvicinate tra loro, fino a racchiudere entro la propria massa spugnosa la punta 11 dell'ago. Per comprimere efficacemente il corpo 51, sono previsti alcuni risalti 24 verticali e trasversali, uniti alle pareti laterali anteriori 21 ed all'elemento piatto relativo 41, 42 e sporgenti verso l'interno della porzione tubolare 40, (si veda in particolare la FIG. 9B) i quali, quando la porzione tubolare 40 raggiunge la configurazione finale chiusa, comprimono con il proprio bordo verticale libero il corpo 51 e lo schiacciano al punto che la sua massa si richiude attorno all'ago 10 avvolgendolo tutt'intorno.
L'azione del corpo spugnoso serve soprattutto a ricoprire la punta dell'ago a contatto con questa, dopo che è stato estratto, in modo che il sangue od altri liquidi presenti sulla sua superficie, vengano inglobati dal corpo spugnoso e comunque in modo da evitare che tali sostanze si distacchino dall'ago e possano Uno dei vantaggi raggiunti dall'invenzione, è che, durante l'operazione di estrazione dell'ago 10 dal corpo P del paziente, il dispositivo 1 è ben vincolato solidalmente con il tubo 15, in prossimità dell'ago 10, e l'operatore, operando sul dispositivo, riesce quindi a dirigere come vuole l'ago, per eseguire una corretta estrazione di esso. La presenza della porzione posteriore 30 agisce come una sorta di impugnatura per la stessa mano che preme contro i due elementi 23.
Ovviamente all'invenzione (al trovato) in oggetto potranno venire apportate numerose modifiche di natura pratico-applicativa, senza con ciò uscire dall'ambito dell'idea inventiva come sotto rivendicata.
Claims (16)
- RIVENDICAZIONI 1. Dispositivo di protezione per aghi medicali uniti ad un tratto di tubo, caratterizzato dal fatto che comprende: un corpo di protezione (20) atto a racchiudere e ricoprire l'ago (10) dopo l'uso, atto a venire inizialmente applicato in posizione posteriore alla punta (11) dell'ago; un'estremità anteriore (25) rivolta verso la punta (11) dell'ago atta a venire posta in appoggio contro un corpo esterno (D3) di reazione per l'estrazione dell'ago dal corpo del paziente; mezzi (30) per vincolare il dispositivo al tubo (15); mezzi di spinta (21, 22) atti ad aumentare, se azionati dalle dita (DI, D2), dell'operatore, la distanza tra i mezzi di vincolo (30) e la detta estremità anteriore (25), per produrre lo spostamento dell'ago (10) verso il corpo di protezione (20) fino a portarlo all'interno di esso (20).
- 2. Dispositivo secondo la rivendicazione 1, caratterizzato dal fatto che comprende una porzione posteriore (30), unita posteriormente al corpo di protezione (20), che porta i mezzi di vincolo del dispositivo e detta estremità anteriore (25) è definita dall'estremità anteriore del corpo di protezione (20).
- 3. Dispositivo secondo la rivendicazione 2, caratterizzato dal fatto che il corpo di protezione (20) ha forma atta a variare la propria dimensione nella direzione longitudinale ed i detti mezzi di spinta (21, 22) agiscono producendo l'aumento della porzione posteriore (30) e l'estremità anteriore (25) del corpo di protezione (20).
- 4. Dispositivo secondo la rivendicazione 3, caratterizzato dal fatto che il corpo di protezione (20) comprende pareti laterali (21, 22) contrapposte inizialmente divaricate, atte a venire avvicinate tra loro per produrre detto aumento della distanza tra la porzione posteriore (30) e l'estremità anteriore (25) del corpo di protezione (20).
- 5. Dispositivo secondo la rivendicazione 4, caratterizzato dal fatto che la parte anteriore del corpo di protezione (20) definisce, una porzione tubolare (40) comprendente dette pareti laterali (21) contrapposte e mezzi di copertura (41, 42) atti a racchiudere e ricoprire l'ago (10), insieme con le pareti (21) i stesse, quando le pareti (21) sono vicine tra loro.
- 6. Dispositivo secondo la rivendicazione 5, caratterizzato dal fatto che detti mezzi di copertura conprendono almeno un elemento piatto (41), posto sul lato del corpo di protezione che viene posto a contatto con il paziente, atto ad aderire ed a scivolare sulla superficie del paziente al di sotto dell'ago (10), per raccogliere l'ago (10) stesso e portarlo entro la camera della porzione tubolare (40)..
- 7. Dispositivo secondo la rivendicazione 5, caratterizzato dal fatto che detta porzione tubolare (40) comprende due pareti laterali (21) reciprocamente oscillanti tra loro nel piano tansposte verticalmente a detto piano tangente, e detti mezzi di copertura comprendono almeno due elementi piatti (41, 42), atti a chiudere le superfici inferiore e superiore della porzione tubolare (40) quando le due pareti laterali (21) sono poste vicine tra loro.
- 8. Dispositivo secondo la rivendicazione 7, caratterizzato dal fatto che detti elementi piatti (41, 42) sporgono a sbalzo orizzontalmente da una rispettiva parete laterale (21) e presentano all'estremità libera un dente (43) atto ad agganciarsi all'altra parete laterale (21).
- 9. Dispositivo secondo la rivendicazione 7, caratterizzato dal fatto che detta estremità anteriore (25) del corpo di protezione (20) comprende una parete frontale (25) posta a chiusura della superficie frontale anteriore della porzione tubolare (40) avente un'apertura (26), posta sul proprio lato inferiore atta a permettere il passaggio dell'ago (10).
- 10. Dispositivo secondo la rivendicazione 9, caratterizzato dal fatto che comprende un elemento piatto (27) sporgente in avanti dalla parete frontale (25) anteriore, atto a coprire la zona anteriore all'apertura di passaggio (26) dell'ago.
- 11. Dispositivo secondo la rivendicazione 4, caratterizzato dal fatto che la porzione tubolare (40) comprende due pareti laterali (21) oscillanti, incernierate alla detta estremità anteriore (25), ed incernierate con altre due pareti laterali posteporzione posteriore (30) a formare un quadrilatero articolato in cui, avvicinando tra loro le due estremità posteriori (21") delle due pareti laterali anteriori (21) del corpo di protezione (20), si provoca l'aumento della distanza tra la porzione posteriore (30) e l'estremità anteriore (25) del corpo di protezione (20).
- 12 Dispositivo secondo la rivendicazione 5, caratterizzato dal fatto che, posteriormente alla porzione tubolare (40), il corpo di protezione (20) comprende un tratto posteriore (50), la cui faccia inferiore è aperta, atto a contenere la porzione posteriore estrema dell'ago, le eventuali alette dell'ago risultando disposte all'esterno ed al di sotto di detto tratto posteriore (50)..
- 13. Dispositivo secondo la rivendicazione 2, caratterizzato dal fatto che la detta porzione posteriore (30) ha forma sostanzialmente tubolare, che definisce un canale atto a contenere a misura una corrispondente porzione di tubo (15).
- 14. Dispositivo secondo la rivendicazione 13, caratterizzato dal fatto che detti mezzi di vincolo comprendono un elemento (33) di aggancio a scatto associato alla detta porzione posteriore (30), cui è unito un corpo (36) sporgente trasversalmente, atto a venire spinto entro il canale definito dalla porzione posteriore (30) per bloccare il tubo (15) posto all'interno di questo canale, quando l'elemento di aggancio (33) viene portato
- 15. Dispositivo secondo la rivendicazione 6, caratterizzato dal fatto che comprende un corpo spugnoso (51) unito all'elemento tubolare (40), atto ad avvolgere la punta (11) dell'ago quando questo viene ritirato entro il corpo tubolare (40) .
- 16. Dispositivo secondo la rivendicazione 15, caratterizzato dal fatto che detto corpo spugnoso (51) è applicato alla parete frontale anteriore (25) e possiede una scanalatura (52) posta in corrispondenza assiale con l'apertura (26) per il passaggio dell'ago (10), atta ad alloggiare la punta (11) dell'ago, detto corpo spugnoso (51) venendo compresso trasversalmente dalle pareti laterali contrapposte (21) quando queste vengono avvicinate tra loro, fino a racchiudere entro la propria massa spugnosa la punta (11) dell'ago.
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