ITRA20100008A1

ITRA20100008A1 - Metodo e prodotto per il trattamento di sostanze alcooliche, mosti d'uva e derivati

Info

Publication number: ITRA20100008A1
Application number: IT000008A
Authority: IT
Inventors: Claudio Trere
Original assignee: Trere Chimica S A S
Priority date: 2010-03-22
Filing date: 2010-03-22
Publication date: 2011-09-23
Also published as: IT1399240B1

Description

"METODO E PRODOTTO PER IL TRATTAMENTO DI SOSTANZE ALCOOLICHE, MOSTI D'UVA E DERIVATI"

La presente invenzione & relativa ad un metodo e ad un prodotto per eseguire il trattamento di sostanze zuccherine di origine vegetale, mosti d'uva e di sostanze vinose o derivati alcoolici. In particolare, la presente invenzione e relativa ad un metodo e ad un prodotto per eseguire il trattamento di stabilizzazione di sostanze zuccherine di origine vegetale, mosti d'uva e di sostanze vinose o derivati alcoolici contenute in recipienti di grande volume. In maggiore dettaglio, la presente invenzione e relativa ad un metodo e ad un prodotto per eseguire il trattamento di stabilizzazione di sostanze zuccherine di origine vegetale, mosti d'uva e di sostanze vinose o derivati alcoolici contenute in recipienti di grande volume in mod0 tale da eliminare degli effetti tossici per gli operatori.

DESCRIZIONE DELL0 STAT0 DELLA TECNICA

Nel settore della produzione di sostanze alcooliche a partire dalla fermentazione di liquidi zuccherini, come nel caso del vino, e noto intervenire nel processo di prefermentazione, fermentazione, fine fermentazione, conservazione e stoccaggio per stabilizzare il prodotto, ad esempio per evitare lo sviluppo di muffe, batteri patogeni, lieviti indigeni non desiderati, ossidazioni e, in generale di controllare il processo di fermentazione del mosto e la conservazione della sostanza vinosa ottenuta. Uno dei metodi di stabilizzazione del mosto, e dei vini, piÃ¹ conosciuti e noto con il nome di "solfitazione" che consiste nell'addizionare al mosto, o al prodotto vinoso a processo produttivo ultimato, del Biossido di Zolfo (S02), eventualmente sotto forma di Solfiti di Potassio. Prima di procedere oltre si ritiene opportuno precisare che tale composto chimico, sotto forma di gas, 6 tossico per inalazione, corrosivo e irritante per le vie respiratorie ed il tubo digerente. Nella pratica, la solfitazione si produce seguendo tecniche diverse, in base allo stato dei composti impiegati. In particolare e noto di:

A) versare del Potassio Metabisolfito in polvere prediluito in acqua ed agitare la massa per permettere una buona diffusione dell'additivo.

B) insufflare del Biossido di Zolfo puro in forma liquida, irnrnagazzinato a pressione in bombole ed erogato direttamente attraverso un tub0 diffusore o l'uso di un cosiddetto solfitometro, e successivamente agitare la massa per ottenerne una buona diffusione.

C ) versare granuli effervescenti che normalmente sviluppano SO2 solo nel 25% della massa, a partire dall' alto del recipiente.

D) addizionare dei solfiti liquidi versandoli direttamente nel prodotto vinoso, e successivamente produrre l'agitazione della massa del mosto per ottenere una buona diffusione del liquido versato.

I1 metodo descritto nel punto A) 6 normalmente applicato negli stabilimenti produttivi di dimensioni piccole, medie e grandi per il ridotto grado di rischio associato. D'altra parte, le diluizioni del prodotto, il dosaggio, l'impiego, l'agitazione o rimontaggio, il lavaggio delle attrezzature a fine lavoro richiedono tempi elevati di esecuzione e sono comunque accompagnate da liberazione nell'ambiente di lavoro di frazioni, seppur limitate, di Biossido di Zolfo, a cui si accompagnano gli effetti sopra descritti.

I1 metodo descritto nel punto B) impone di dotarsi di autorizzazioni all'impiego e alla conservazione di gas tossici oltre a porre l'operatore a rischio di intossicazione e di danni visivi in caso di rottura di tubo o della valvola del solfitometro.

Nel metodo descritto nel punto C) la celerita della reazione pub creare tracimazione della massa trattata e liberazione di gas tossico nell'ambiente esterno. Anche nel caso descritto al punto D) l'uso di solfiti liquidi comporta i rischi sopra descritti durante la fase di riversamento del liquido all'interno dei contenitori.

Da quanto sopra descritto si comprende facilmente che la fase di addizionare il mosto o, piÃ¹ in generale, il prodotto vinoso, con solfiti in formato granulare o liquido e accompagnata dall'immediata produzione dei gas tossici sopra descritti, che tende a saturare la porzione superiore del mosto stesso, con il risultato che occorre impiegare dei dispositivi agitatori per trattare uniformemente tutto il quantitativo di mosto o di prodotto vinoso contenuto nel recipiente. Cib evidenzia immediatamente la criticits dei metodi sopra descritti per eseguire la solfitazione, che e tanto maggiore quanto pih elevato 6 il quantitativo di prodotto da alimentare al recipiente per eseguire il trattamento e dalla sequenza di operazioni che Ã ̈ necessario eseguire per ottenere il mescolamento della sostanza immessa, durante le quali pub essere richiesto l'intervento di operatori in condizioni di recipiente aperto o semi-aperto e quindi di diffusione del Biossido di Zolfo nell'atmosfera.

Per quanto sopra descritto, il problema di eseguire il trattamento di solfitazione del mosto o del vino in condizioni di sicurezza dell'operatore e attualmente irrisolto e rappresenta una sfida interessante per la richiedente e fa propendere per la necessita di ricercare delle alternative, al fine di minimizzare la probabilita del rischio d'infortuni, di velocizzare il trattamento, di renderlo certo nelle dosi d'impiego, di semplificare la tecnologia produttiva ed il relativo impianto di produzione, eliminando la fase di agitazione o rimontaggio.

In considerazione della situazione sopra descritta sarebbe auspicabile disporre di un metodo per attuare la solfitazione di sostanze alcooliche prodotte a partire dalla fermentazione di liquidi zuccherini che, oltre a permettere di limitare e possibilmente superare gli inconvenienti tipici del sopra illustrato stato dell'arte nota, definisca un nuovo standard per tali tipi di trattamenti.

SOMMARIO DELLA PRESENTE INVENZIONE

La presente invenzione 6 relativa ad un metodo e ad un prodotto per eseguire il trattamento di sostanze zuccherine di origine vegetale, mosti d'uva e di sostanze vinose o derivati alcoolici. In particolare, la presente invenzione e relativa ad un metodo e ad un prodotto per eseguire il trattamento di stabilizzazione di sostanze zuccherine di origine vegetale, mosti d'uva e di sostanze vinose o derivati alcoolici contenute in recipienti di grande volume. In maggiore dettaglio, la presente invenzione 6 relativa ad un metodo e ad un prodotto per eseguire il trattamento di stabilizzazione di sostanze zuccherine di origine vegetale, mosti d'uva e di sostanze vinose o derivati alcoolici contenute in recipienti di grande volume in mod0 tale da eliminare degli effetti tossici per gli operatori.

Scopo della presente invenzione 6 fornire un metodo che permetta di risolvere gli inconvenienti sopra illustrati, e che sia atto a soddisfare un insieme di esigenze a110 stato dei fatti ancora senza risposta, e quindi, atto a rappresentare una nuova ed originale fonte di interesse economico, in grado di migliorare la tecnica di produzione e conservazione di sostanze zuccherine, vinose e pih in generale alcooliche, oltre a incrementare il grado di sicurezza per gli operatori.

Secondo la presente invenzione viene fornito un metodo le cui caratteristiche principali verranno descritte in almeno una delle rivendicazioni che seguono.

Ulteriore scopo della presente invenzione 5 realizzare un prodotto che sia impiegabile per realizzare il metodo sopra descritto, in mod0 tale da risolvere gli

inconvenienti sopra illustrati dell'arte nota in rnodo

semplice ed economico.

Secondo la presente invenzione viene realizzato un

prodotto le cui caratteristiche principali verranno descritte in almeno una delle rivendicazioni che seguono.

BREVE DESCRIZIONE DELLE FIGURE

Ulteriori caratteristiche e vantaggi del metodo e del

prodotto secondo la presente invenzione appariranno pih

chiari dalla descrizione seguente, esposta con

riferimento alle figure allegate che ne illustrano alcuni

esempi di attuazione non limitativi, in cui parti

identiche o corrispondenti del dispositivo stesso sono

identificate dagli stessi numeri di riferimento. In

particolare:

- la figura 1 e una vista in elevazione laterale di un

impianto per l'attuazione di un metodo secondo la

presente invenzione;

- la figura 2 e una vista prospettica schematica di una

prima preferita forma di attuazione di un prodotto

secondo la presente invenzione;

- la figura 3 ii una vista in sezione diametrale della

figura 2 secondo la traccia 111-111 della figura 2;

- la figura 46 una seconda preferita forma di attuazione

della figura 3; e

- la figura 5 6 una terza preferita forma di attuazione variante della figura 3.

DESCRIZIONE DETTAGLIATA DELLA PRESENTE INVENZIONE

Nella figura 1, con 1 indicato, nel suo complesso un impianto impiegabile per la produzione o lo stoccaggio di sostanze alcooliche a seguito della fermentazione di sostanze zuccherine. In particolare, tale impianto 1 comprende esclusivamente un recipiente 10 di tipo cilindrico, predisposto per ricevere una sostanza zuccherina o vinosa di composizione determinata che, senza per questo perdere in generalita, pu6 comprendere del mosto M d'uva, ed e predisposto per permetterne la fermentazione e, quindi, l'avvio del process0 di vinificazione. A questo proposito il recipiente 10 pub essere provvisto, senza per questo limitare la generalita della presente descrizione/lnvenzione, di una camera interna 12 delimitata superiormente nella figura 1 da un cielo 14 ed inferiormente da un fondello 16. I1 cielo 14 presenta un'apertura 18 che & delimitata perifericamente da un collo 20 richiudibile selettivamente ed in mod0 ermetico da un coperchio 22, incernierato a1 collo 20. Sempre con riferimento alla figura 1, il recipiente 10 presenta inferiormente nella figura 1 una bocca di spillamento 24 ed un passo d'uomo 26, per l'esecuzione della relativa pulizia interna.

Per quanto sopra descritto, la camera 12 del recipiente 10 e suscettibile di essere chiusa ermeticamente e cib rende il recipiente 10 impiegabile per eseguire dei trattamenti che entrano in soluzione e producono delle sostanze volatili che devono essere confinate all'interno di un ambiente chiuso per svolgere la propria attivita stabilizzatrice in condizione di sicurezza per gli operatori.

Qui e nel seguito, la sostanza zuccherina da fermentare, il prodotto vinoso o la sostanza alcoolica da stabilizzare/conservare nel recipiente 10 verra chiamata comunque mosto M ove non specificato diversamente, indipendentemente dalla propria origine, per praticita per quanto sopra descritto, senza per questo limitare la generalits della presente invenzione.

In particolare, una volta che il recipiente 10 e stato riempito con un quantitativo determinato di mosto M, come nella figura 1, il trattamento viene avviato da una fase di introdurre una miscela 30 contenente del Potassio Disolfito K25205 e del Potassio Bicarbonato KHC03 in proporzioni determinate nel recipiente 10, Per determinare la produzione di Biossido di Zolfo e di Biossido di Carbonio con funzione antibatterica, antiossidasica e antiproteica. Secondo quanto sperimentato, la miscela 30 contiene preferibilmente del Potassio Disolfito K2S205 in proporzione compresa tra 60% e 80% e del Potassio Bicarbonato KHC03 in proporzione compresa tra 20% e 30%. Si ritiene opportuno precisare che la miscela 30 viene alimentata all'interno del recipiente 10 attraverso una compressa 32 prodotta applicando un valore di compressione determinato alla miscela 30 stessa, per incrementare la densita della miscela rispetto a quella del mosto M in cui & immersa, per provocarne l'immediato affondamento fino a1 raggiungimento del fondello 16.

La miscela 30 comprende, inoltre, del Biossido di silicio Si02 in percentuale compresa tra 1% e 10% e del Polivinilpolipirrolidone PVPP in percentuale compresa tra 1% e 10%.

L'impiego di una compressa 32 in cui la miscela 30 6 compattata permette di limitare la reattivita degli ingredienti che, in uso, vengono a contatto con il mosto M gradualmente, producendo quantitativi determinati di Biossido di Zolfo fino all'esaurimento della compressa 32. La compressa 32 tende ad affondare nella massa del mosto M a causa della differenza di densita con il mosto M stesso e presenta, perla tecnologia impiegata per produrla, inerzia chimica rispetto a1 mosto M e alle sostanze vinose in genere, che & tanto maggiore quanto piu alta & la densita della compressa stessa. Ci6 permette agli operatori di sigillare il recipiente 10 a valle dell'alimentazione della miscela 30 prima che questa inizi a liberare i principi attivi che permettono di realizzare il trattamento di solfitazione e stabilizzazione. C i permette di semplificare le attrezzature e gli equipaggiamenti che gli operatori devono impiegare per eseguire tale trattamento, in quanto la diffusione del Biossido di Zolfo e del Biossido di Carbonio nel mosto M avviene per risalita a partire dai livelli pifi bassi contenuti a contatto con il fondello 16 e quindi in mod0 sostanzialmente omogeneo e sicuro. I1 tempo necessario alla compressa 32 per depositarsi sul fondello 16 del recipiente 10 sara tanto minore quanto piu elevato sara il grado di densita della stessa e, parallelamente, tanto maggiore sara la gradualita della formazione di Biossido di Zolfo e quindi maggiore il grado di spontanea ed omogenea diffusione nel mosto M a partire dai livelli pih bassi. In aggiunta, alla chiusura del coperchio 22, che potra avvenire molto rapidamente considerando le caratteristiche sopra descritte, il quantitative di Biossido di Zolfo sara stato talmente esiguo o nullo da considerare trascurabile o assente il tasso di Biossido di Zolfo diffuso nell'atmosfera e quindi facilmente controllabili gli effetti tossici per gli operatori. Si noti che la natura degli ingredienti della compressa 32 permette di ottenere l'effetto della compattazione senza la necessita di aggiungere sostanze aggreganti, quindi da testare in termini di tollerabilita per il metabolismo umano.

In aggiunta, con particolare riferimento alla figura 2 la compressa 32 presenta una conformazione prismatica, ed in particolare cilindrica, ed 6 delimitata da almeno una faccia 34 presentante una marcatura 33 atta ad incrementare la rispettiva estensione superficiale e, quindi, la capacita di reagire con il mosto per favorire il relativo processo di soluzione della miscela 30 e produzione di Biossido di Zolfo.

L'applicazione del metodo sopra descritto e l'uso della compressa 32 risultano chiaramente comprensibili da quanto sopra descritto e non richiedono ulteriori spiegazioni. In ogni caso si ritiene opportuno sottolineare che l'attuazione del metodo e possibile attraverso l'impiego di una sola o pih compresse 32, di dimensioni e massa calibrate sulla massa del mosto M da trattare, quindi di un prodotto monodose compatto facile da manipolare. La massa concentrata della compressa 32 e il rispettivo grado di compattazione permettono alla compressa 32 stessa di depositarsi sul fondello 16 per gravita indipendentemente dal quantitativo di prodotto vinoso contenuto nel recipiente 10 e da quella posizione partirA sostanzialmente il trattamento di solfitazione, quindi partendo dagli strati piu bassi del mosto M. Pertanto, il Biossido di Zolfo diffonde spontaneamente in mod0 sostanzialmente uniforme, per effetto della reazione, alle quote superiori, diffondendosi uniformemente nel prodotto vinoso da trattare senza dover ricorrere a mescolatori/agitatori anche nel caso in cui il recipiente 10 stesso contenga quantitativi di 50.000 litri di mosto M o anche maggiori.

Tutti gli ingredienti che compongono la miscela 30 sono amrnessi per uso enologico in base alle normative comunitarie e nazionali. Nella reazione degli ingredienti della compressa nel prodotto vinoso, cioÃ ̈ in soluzione idroalcoolica o idrozuccherina, la formazione di Biossido di Zolfo Ã ̈ accompagnata dalla formazione di Biossido di Carbonio, che viene ceduto al mosto M dal componente KHC03 e consente la diffusione dei principi attivi, senza bisogno di agitazione o rimontaggio. D'altra parte, tale evidenza va letta dal punto di vista economico, dato che permette di evitare i costi di acquisto, installazione, esercizio e manutenzione dei dispositivi per il rimontaggio, i tempi tecnici corrispondenti e i rischi associati a tali attivita, rendendo sufficiente la disponibilita di un recipiente provvisto di un organo di chiusura ermetica. Inoltre, il Biossido di Carbonio esercita notoriamente una funzione inibitrice dello sviluppo di batteri aerobici superficiali, causa di eventuali alterazioni dei prodotti vinosi, che esplica raccogliendosi tra il pelo libero L del mosto M ed il cielo 14 del recipiente 10 a coperchio 22 chiuso, garantendo l'isolamento del pelo libero e quindi del mosto M. D'altra parte, la presenza del Biossido di Silicio e del Polivinilpolipirrolidone nella miscela 30 merita attenzione. Infatti, gli aggregati di molecole di tali sostanze sotto forma di micelle, insolubili e molto leggeri, seguono il flusso della reazione dal basso verso l'alto, diffondendosi nella massa del prodotto vinoso che deriva dal mosto M captando proteine instabili e composti fenolici, per adsorbimento dovuto a cariche elettriche opposte, per poi precipitare nel fondo del recipiente 10 a seguito della saturazione. Il residuo che si deposita sul fondello 16 comprendente appunto Biossido di Silicio e Polivinilpolipirrolidone (PVPP), insolubile e saturo di proteine e polifenoli, non interferisce con il prodotto vinoso ottenuto, per cui non modifica le caratteristiche organolettiche originarie del mosto M e quindi del vino che ne deriva.

Pertanto, il metodo permette di eseguire trattamenti di solfitazione in mod0 semplice ed ergonomico, con un numero ridottissimo di fasi procedurali anche quando devono essere trattati grandi quantitativi di prodotto vinoso. Inoltre, la composizione degli ingredienti della miscela 30 permette di produrre delle compresse 32 di grande dimensione, atte a permettere l'applicazione del metodo sopra descritto a grandi masse di mosto M o, di prodotto vinoso.

Risulta infine chiaro che al metodo e a1 prodotto/compressa 32 qui descritti ed illustrati possono essere apportate modifiche e varianti senza per questo uscire dall'ambito protettivo della presente invenzione. Ad esempio, con riferimento alla figura 3, la compressa 32 puÃ² presentare una faccia 35 concava opposta alla faccia 34 e delimitata perifericamente da un bordo 36 sostanzialmente piano per cui tale faccia 35 definisce una caviti 37 delimitata dal bordo 36 ed atta a contenere della sostanza zuccherina/mosto M.

Sempre, la compressa 32 pub presentare una rispettiva faccia 35 opposta alla faccia 34 delimitata da una superficie 34.

In alternativa, con riferimento alla figura 4 la compressa 32 pub presentare una faccia 38 opposta alla faccia 34 delimitata da una superficie 39 conformata in mod0 convesso per massimizzare la rispettiva estensione superficiale, massimizzare il volume della compressa 32 stessa ed abbreviare il relativo processo di soluzione nella detta sostanza alcoolica.

Con rlferimento alla figura 5, la compressa 32 presenta una faccia 34 liscia ed almeno un foro 40 passante, la cui funzione 6 di massimizzare un'estensione della superficie esterna esposta al contatto con il liquido e quindi del quantitativo di miscela che pub subire processo di soluzione della miscela 32 nel mosto M. Naturalmente, in considerazione della propria funzione, ogni foro 40 puÃ² presentare indifferentemente il rispettivo asse incidente le facce della compressa 32 o il rispettivo mantello esterno. Per semplicita nella figura 5 e stato illustrato un solo foro 40 assiale.

In base a quando sopra descritto, risulta facilmente comprensibile che il metodo e il prodotto/compressa 32 sopra descritti permettono la solfitazione di sostanze alcooliche prodotte a partire dalla fermentazione di liquidi zuccherini , inoltre permettono di superare gli inconvenienti tipici dell'arte nota e di definire un nuovo standard per tali tipi di trattamento, minimizzando la probabilita del rischio d'infortuni in mod0 semplice ed economico, permettendo contestualmente di semplificare l'impianto 1 di produzione e minimizzando l'equipaggiamento in dotazione degli operatori addetti. La presente tecnica di solfitazione nella fase di conservazione e stoccaggio dei mosti e dei vini in grandi recipienti permette di eseguire aggiunte frazionate e stechiometriche di Biossido di Zolfo, per il ripristino della frazione libera dello stesso, attiva e utile, che tende a combinarsi in pih o meno tempo, in particolare per effetto dei composti fenolici presenti nel mosto e nel vino, riducendo cosi la sua efficacia antisettica e antiossidasica. Dovendo eseguire, quindi, piÃ¹ interventi di solfitazione in piccole dosi durante la conservazione, questa tecnica consente di rispettare la razionalita del processo, tenendo sotto controllo la quantiti di SO2 libera desiderata, per portare il vino al confezionamento o imbottigliamento in condizioni di stabiliti, con residui di SO2 totale anche molto inferiori ai limiti di legge, migliorando conseguentemente l'igienicita del prodotto finito.

Claims

RIVENDICAZIONI 1. Metodo per eseguire trattamenti di stabilizzazione di una sostanza zuccherina (M) contenuta in un recipiente (10) provvisto di un cielo (14) presentante un'apertura (18) richiudibile ermeticamente e di un fondello (16); il metodo comprendendo una prima fase di riversare una miscela (30) contenente del Potassio Disolfito (K2S205) e del Potassio Bicarbonato (KHC03) in proporzioni determinate all'interno del detto recipiente (10) attraverso la detta apertura (18) per determinare la produzione di Biossido di Zolfo e di Biossido di Carbonio con funzione antibatterica, antiossidasica e antiproteica; caratterizzato dal fatto che la detta prima fase Ã ̈ seguita da una seconda fase di diffusione del detto Biossido di Zolfo e del detto Biossido di Carbonio dal detto fondello (16) verso il detto cielo (14) in modo graduale per controllare una produzione del detto Biossido di Zolfo e del detto Biossido di Carbonio nell'atmosfera circostante il detto recipiente, in modo tale da annullare gli effetti tossici per gli operatori.
2. Metodo secondo la rivendicazione 1, caratterizzato dal fatto che la detta seconda fase comprende una terza fase di depositare la detta miscela (30) sul detto fondello (16) per gravitÃ .
3. Metodo secondo la rivendicazione 2, caratterizzato dal fatto che la detta miscela (30) Ã ̈ contenuta in una compressa (32) prodotta applicando un valore di compressione determinato in modo tale da conferire alla detta miscela (30) una densitÃ sufficiente a produrre un affondamento per gravitÃ e inerzia chimica della detta miscela (30) rispetto alla detta sostanza zuccherina (M).
4. Metodo secondo la rivendicazione 3, caratterizzato dal fatto che la detta miscela (30) comprende del Biossido di silicio (Si02) in proporzione determinata, che permette la riduzione per adsorbimento delle proteine instabili del prodotto vinoso.
5. Metodo secondo la rivendicazione 3 o 4, caratterizzato dal fatto che la detta miscela (30) comprende del Polivinilpolipirrolidone (PVPP) in proporzione determinata per captare composti fenolici per adsorbimento elettrico nella detta sostanza zuccherina (M).
6. Metodo secondo una qualsiasi delle precedenti rivendicazioni, caratterizzato dal fatto che la detta compressa (32) contiene del Potassio Disolfito (K2S205) in percentuale compresa tra 60% e 80% e del Potassio Bicarbonato (KHC03) in percentuale compresa tra 20% e 30%.
7. Metodo secondo una qualsiasi delle precedenti rivendicazioni, caratterizzato dal fatto che la detta compressa (32) contiene del Biossido di Silicio (Si02) in percentuale compresa tra 1% e 10%.
8. Metodo secondo una qualsiasi delle precedenti rivendicazioni, caratterizzato dal fatto che la detta compressa (32) contiene del Polivinilpolipirrolidone (PVPP) in percentuale compresa tra 1% e 10%.
9. Metodo secondo una qualsiasi delle precedenti rivendicazioni, caratterizzato dal fatto che la detta compressa (32) presenta una conformazione prismatica ed Ã ̈ delimitata da almeno una faccia concava (35); tale detta faccia concava (35) essendo delimitata perifericamente da un bordo (36) sostanzialmente piano per definire una cavitÃ (37) delimitata da tale detto bordo (36) ed atta a contenere della detta sostanza zuccherina (M) da trattare.
10. Metodo secondo una qualsiasi delle precedenti rivendicazioni, caratterizzato dal fatto che la detta compressa (32) presenta una conformazione prismatica ed Ã ̈ delimitata da almeno una faccia convessa (38) per massimizzare un'estensione di una rispettiva superficie.
11. Prodotto (1) per il trattamento di sostanze zuccherine (M) da stabilizzare, comprendente una miscela (30) di Potassio Disolfito (K2S205) e del Potassio Bicarbonato (KHC03) in proporzioni determinate per entrare in soluzione con la detta sostanza zuccherina (M) e produrre del Biossido di Zolfo e del Biossido di Carbonio al fine di esercitare una funzione antibatterica, antiossidasica e antiproteica nelle dette sostanze zuccherine (M); caratterizzato dal fatto che la detta miscela (30) Ã ̈ compattata in una compressa (32) secondo un determinato valore di compressione per determinare un contatto graduale con la rispettiva detta sostanza zuccherina (M) e controllare una produzione del detto Biossido di Zolfo e Biossido di Carbonio nell'atmosfera circostante in modo tale da evitare gli effetti tossici per gli operatori.
12. Prodotto secondo la rivendicazione 11, caratterizzato dal fatto che la detta compressa (32) comprende del Biossido di silicio (Si02) in proporzione determinata.
13. Prodotto secondo la rivendicazione 11 o 12, caratterizzato dal fatto che la detta compressa (32) comprende del Polivinilpolipirrolidone (PVPP) in proporzione determinata.
14. Prodotto secondo una qualsiasi delle rivendicazioni 11-13, caratterizzato dal fatto che la detta compressa (32) contiene del Potassio DÃ¬solfito (K2S205) in percentuale compresa tra 60% e 80% e del Potassio Bicarbonato (KHC03) in percentuale compresa tra 20% e 30%.
15. Prodotto secondo una qualsiasi delle rivendicazioni 11-14, caratterizzato dal fatto che la detta compressa (32) contiene del Biossido di Silicio (Si02) in percentuale compresa tra 1% e 10%.
16. Prodotto secondo una qualsiasi delle rivendicazioni 11-15, caratterizzato dal fatto che la detta compressa (32) contiene del Polivinilpolipirrolidone (PVPP) in percentuale compresa tra 1% e 10%.
17. Prodotto secondo una qualsiasi delle rivendicazioni 11-16, caratterizzato dal fatto che la detta compressa (32) presenta una conformazione prismatica ed Ã ̈ delimitata da almeno una prima faccia concava (35); tale detta prima faccia concava (35) essendo delimitata perifericamente da un bordo (36) sostanzialmente piano per definire una cavitÃ (37) delimitata da tale detto bordo (36) ed atta a contenere della detta sostanza zuccherina (M).
18. Prodotto secondo una qualsiasi delle rivendicazioni 11-17, caratterizzato dal fatto che la detta compressa (32) presenta una conformazione prismatica ed Ã ̈ delimitata da almeno una seconda faccia convessa (38) per massimizzare un'estensione di una rispettiva superficie esterna (39) ed abbreviare il relativo processo di soluzione nella detta sostanza zuccherina (M).
19. Prodotto secondo una qualsiasi delle rivendicazioni 11-16 ed una qualsiasi delle rivendicazioni 17 e 18, caratterizzato dal fatto di presentare una terza faccia (34) presentante una marcatura (38) atta ad incrementare un'estensione superficiale della corrispondente detta terza faccia (34) ed abbreviare il relativo processo di soluzione della detta miscela (30) nella detta sostanza zuccherina (M).
20. Prodotto secondo una qualsiasi delle rivendicazioni 11-19, caratterizzato dal fatto di presentare almeno un foro (40) passante per massimizzare un'estensione della superficie esterna ed il relativo processo di soluzione della detta miscela (30) nella detta sostanza zuccherina (M).