ITPI20100081A1 - Un dispositivo per facilitare l'applicazione di una placca di fissaggio alla relativa vite per la stabilizzazione mininvasiva di fratture femorali pertrocanteriche con sistemi vite - placca a scivolamento. - Google Patents

Un dispositivo per facilitare l'applicazione di una placca di fissaggio alla relativa vite per la stabilizzazione mininvasiva di fratture femorali pertrocanteriche con sistemi vite - placca a scivolamento. Download PDF

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ITPI20100081A1
ITPI20100081A1 IT000081A ITPI20100081A ITPI20100081A1 IT PI20100081 A1 ITPI20100081 A1 IT PI20100081A1 IT 000081 A IT000081 A IT 000081A IT PI20100081 A ITPI20100081 A IT PI20100081A IT PI20100081 A1 ITPI20100081 A1 IT PI20100081A1
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screw
sleeve
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compression screw
compression
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Prete Ferdinando Del
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Description

Descrizione a corredo della domanda di brevetto per invenzione industriale dal titolo:
UN DISPOSITIVO PER FACILITARE L'APPLICAZIONE DI UNA PLACCA DI FISSAGGIO ALLA RELATIVA VITE PER LA STABILIZZAZIONE MININVASIVA DI FRATTURE FEMORALI PERTROCANTERICHE CON
SISTEMI VITE PLACCA A SCIVOLAMENTO
Ambito dell'invenzione
La presente invenzione riguarda il settore tecnico inerente i dispositivi chirurgici di tipo ortopedico.
In particolare l'invenzione si riferisce ad un innovativo dispositivo che facilita, durante un intervento chirurgico, l'inserimento di una placca di fissaggio sulla relativa vite di compressione utilizzata per stabilizzare la frattura femorale.
Brevi cenni alla tecnica nota
E' noto come la frattura del femore prossimale sia un fenomeno che colpisce frequentemente i soggetti anziani, soprattutto se affetti da osteoporosi. Tali fratture, se non opportunamente trattate attraverso un idoneo intervento chirurgico, producono un tasso di mortalità variabile dal 30% al 50% dei soggetti infortunati. E' infatti frequente il caso in cui tali pazienti siano in una condizione di comorbilità, ovvero affetti contestualmente da altre malattie generalmente dovute all'età, ed abbiano dunque una capacità di recupero fortemente limitata. In tal senso il trauma aggiuntivo di una prolungata immobilità in un ambiente estraneo facilità il sopravvento di tali malattie conducendo inevitabilmente alla morte. In virtù di quanto detto, è evidente come la frattura in un paziente anziano rappresenti una sfida per il chirurgo ortopedico che ha lo scopo di riportare con l'intervento il livello di autonomia e di funzionalità presente prima del trauma in tempi brevi, soprattutto nel caso di pazienti con detta comorbilità, in modo da ridurre al minimo possibile il tasso di mortalità post operativo.
Nello specifico le fratture prossimali di femore possono essere di due tipi fondamentali: collo femore oppure trocanteriche . Le prime vengono trattate con l'intervento di protesi mentre le trocanteriche hanno l'indicazione alla fissazione con mezzi di sintesi.
E' proprio nel caso di fratture troncateriche che, allo stato attuale, non sono presenti mezzi di sintesi configurati per consentire un'applicazione degli stessi secondo una tecnica mininvasiva, atta dunque ad ottimizzare il recupero post operatorio.
La vite-placca a scivolamento rappresenta uno dei suddetti mezzi di stabilizzazione più comunemente usato per la sintesi di tali tipi di fratture. Questo tipo di mezzo di sintesi, come schematicamente rappresentato in figura 1, consta di una vite 10 la quale viene inserita dalla faccia laterale del femore in combinazione con una placca di fissaggio 20 fornita di un canotto di scorrimento 21. In tal maniera si realizza una compressione a livello della frattura mantenendo ben salda la parte fratturata e distribuendo il carico sulla parte sana dell'osso. Grazie a tale sistema di sintesi il paziente ha un rapido recupero e una degenza poco dolorosa.
In accordo dunque alla tecnica nota, la figura 1 mostra la vite di compressione 10 comprendente una testa il filettata ed un corpo cilindrico 12 provvisto di due facce fresate, in modo tale da evitare qualsiasi rotazione relativa rispetto alla placca quando la placca 20 è applicata alla vite attraverso il canotto 21. A tal scopo 11 canotto 21 è anche esso internamente fresato in modo tale da poter accoqliere la vite senza alcuna rotazione relativa. La tolleranza tra il canotto e la vite è inoltre molto stretta in modo tale da consentire lo scorrimento evitando al contempo qiochi che potrebbero innestare pericolose torsioni e perdita della riduzione della frattura. La filettatura il può essere di varie forme e tipoloqie, ad esempio del tipo denominato "spirai biade".
La vite 10 è inoltre canulata, ovvero prevede un tunnel che corre assialmente per tutta la sua lunqhezza in modo tale che si possa inserire nel canale osseo applicandola sul filo quida dalla testa filettata 11. Il filo quida viene utilizzato durante la fase di innesto al fine di verificare il corretto asse di inserimento della vite.
L'attacco 13, opposto alla filettatura, è confiqurato per colleqarsi ad un dispositivo di avvitamento/inserimento 30 comprendente una lunqa asta. La lunqhezza di tale asta deve essere tale da fuoriuscire abbondantemente dalla incisione cutanea sulla coscia 50 del paziente per consentire al chirurqo il preciso inserimento del cannotto della placca sulla vite rispettando 1'anqolazione, l'incastro sulle facce fresate e l'asse placca - femore (vedi ad esempio fiqura 2). Il diametro della filettatura il è maqqiore rispetto al corpo 12 della vite in modo tale che, inserita la vite, la filettatura faccia presa sull'osso lasciando un qioco tra il corpo della vite e il canale 40 di inserimento ricavato nell'osso (vedi sempre fiqura 2). Tale qioco consente l'inserimento del canotto 21 entro il canale 40 attraverso il suo scorrimento sulla vite. Il canotto 21 risulta compreso tra la vite e le pareti del canale 40.
Come infatti mostrato in figura 2, una volta inserita la vite, si procede con l'inserimento del canotto di scorrimento 21 sull'asta 30 dalla parte fuoriuscente la coscia e che funge da guida (la figura 2 evidenzia l'angolo di inserimento OC dell'asta 30).
L'asta 30 ha una lunghezza anche superiore ai 15 centimetri e la placca può scorrere sull'asta sino a quando il canotto raggiunge il corpo della vite e la placca va a contrasto diretto con l'osso (vedi placca in linea tratteggiata sottile in figura 2). La placca prevede inoltre una pluralità di forature 22 lungo il suo corpo attraverso cui applicare delle viti di fissaggio che fissano la placca all'osso (vedi assi orizzontali tratteggiati di figura 2).
Ciò premesso è evidente come tale dispositivo obblighi il chirurgo a praticare una incisione particolarmente importante al fine di inserire correttamente la placca, soprattutto nel caso di pazienti obesi o con masse muscolari notevoli.
L'asta 30, infatti, obbliga la placca ad un moto traslatorio rigido e non dà la possibilità al chirurgo di movimentarla liberamente ne, tantomeno, di ruotarla rispetto all'asta stessa per via della fresatura. In tal senso, per procedere all'inserimento corretto, il chirurgo è obbligato a fare scorrere la placca sino a che questa non raggiunge la coscia 50. Una volta raggiunta la coscia 50, avendo la placca una lunghezza anche superiore ai 15 centimetri, per procedere all'inserimento è necessario praticare una incisione più lunga della placca stessa (l'incisione parte dal punto di innesto dell'asta 30 sino a ricoprire almeno l'intera lunghezza della placca stessa). Il risultato finale sarà dunque quello di incisioni particolarmente lunghe (anche superiori ai 20 centimetri) le quali possono innescare problematiche aggiuntive, quali perdite ematiche importanti , lunghi tempi di recupero e la presenza di cicatrici visibili e permanenti.
In alternativa sarebbe possibile evitare l'uso dell'asta 30. In tal senso il chirurgo potrebbe praticare una incisione molto piccola e provvedere all'inserimento della placca partendo dall'estremità opposta al canotto e facendola scorrere sottomuscolo sino a quando il canotto non va a contrasto contro la testa della vite. In tal senso si praticherebbe una sorta di tecnica mininvasiva. Tuttavia tale operazione non è standardizzata e richiede una particolare manualità oltre a poter causare danni per innesto non corretti. E' infatti molto difficoltoso per il chirurgo manovrare la placca una volta innestata sottomuscolo al fine di allineare il canotto alla vite e procedere con l'inserimento. In particolare è molto difficoltoso per il chirurgo fare coincidere esattamente la fresatura del canotto con quella della vite al fine di accoppiarli correttamente.
Altre tecniche mininvasive sono inoltre molto limitative e non adattabili a questo specifico caso applicativo di frattura troncaterica.
Sintesi dell'invenzione
È quindi scopo della presente invenzione fornire un dispositivo per realizzare l'applicazione della placca alla vite di compressione che risolva almeno in parte i suddetti inconvenienti.
In particolar modo è scopo della presente invenzione fornire un dispositivo che sia in grado di consentire un inserimento della placca sulla vite senza necessariamente realizzare una incisione lunga, consentendo dunque la diffusione di una tecnica di applicazione mininvasiva standardizzata .
E' dunque scopo della presente invenzione fornire un dispositivo che sostituisca efficacemente la lunga asta di guida 30 utilizzata in tecnica nota, consentendo dunque una piena manovrabilità della placca al fine di ridurre l'incisione e garantire al contempo un preciso e facile inserimento.
Questi e altri scopi sono dunque ottenuti attraverso la realizzazione di dispositivo 1 per consentire l'applicazione di una placca 20 su di una vite di compressione 11 in una frattura ossea, particolarmente una frattura femorale, come da rivendicazione 1.
L'invenzione prevede l'uso di un elemento 1 di inserimento provvisto di una smussatura 3 dalla parte opposta a quella di attacco dell'elemento stesso alla vite 10. La lunghezza di tale elemento 1 è molto limitata, quando paragonata alla lunghezza delle classiche guide 30 e comunque tale da fuoriuscire sostanzialmente di qualche millimetro o poco più dal piano osseo.
In tal senso il chirurgo ha libertà di movimentare la placca durante tutta la fase di inserimento sottomuscolo attraverso una piccola incisione sino a quando il canotto non va a contrasto contro tale elemento 1 applicato alla vite. A differenza però di un inserimento senza l'ausilio dell'asta 30, come accennato da tecnica nota, il canotto può essere movimentato liberamente per portarlo a battuta direttamente sulla smussatura 3. La smussatura è orientata rispetto al canotto in modo tale da realizzare un invito 3 su cui il canotto può liberamente essere inserito al fine di portarsi in asse alla vite. La smussatura consente dunque di effettuare una rotazione in maniera tale che il chirurgo possa facilmente portare in asse il canotto rispetto alla vite realizzando l'applicazione.
Altri vantaggi sono desumibili dalle rivendicazioni dipendenti .
Vantaggiosamente tale angolazione β può essere compresa in un range tra 20° e 80° gradi angolari, e preferibilmente in un range dai 30° ai 60°.
Vantaggiosamente tale elemento (1) può essere realizzato in forma di perno sostanzialmente cilindrico.
Vantaggiosamente tale elemento (1) comprende una prima ed una seconda fresatura (15) contrapposte in modo tale da risultare accoppiabile entro la sede fresata del canotto della placca.
Tale soluzione è necessaria ogni qualvolta il perno risulta applicato ad una vite fresata (come generalmente realizzate da tecnica nota). La fresatura serve infatti ha eliminare le rotazioni relative tra vite e canotto e dunque, di conseguenze, è necessario che anche il perno 1 sia fresato alla stessa maniera proprio per consentire al canotto 21 di inserirsi e scivolare lungo il percorso realizzato da perno e vite accoppiate.
Vantaggiosamente l'elemento (1) ha una lunghezza tale per cui, in uso quando installato sulle vite innestata nell'osso, si mantiene sotto muscolo.
In particolare, a tal scopo, può avere una lunghezza complessiva compresa entro un range variabile da 0,5 cm a 3 cm e preferibilmente tra 0,5 cm e 2 cm.
Vantaggiosamente l'elemento (1) è forato assialmente. Vantaggiosamente, in una possibile soluzione, i mezzi di fissaggio (4, 5, 6) comprendono:
- Una filettata predisposta nella parte terminale (6) della sede assiale (5);
- una vite (4) predisposta entro detta sede (5).
La vite è inoltre filettata almeno nella sua parte terminale in modo tale da fare presa con detta filettatura (6) della sede ed in cui, ulteriormente, la lunghezza della vite è tale per cui la sua estremità filettata fuoriesca dalla sede (5) in modo tale da poter fare presa sulla vite di compressione (10) a cui è accoppiabile.
Vantaggiosamente la vite (4) è canulata per consentire il passaggio di un filo guida.
E' inoltre qui descritta una vite di compressione (10) caratterizzata dal fatto di comprendere un dispositivo (1) come descritto.
Vantaggiosamente la vite e il dispositivo (1) sono realizzati in un unico pezzo integrale.
Alternativamente, in maniera vantaggiosa, il dispositivo (1) è collegabile in maniera separabile alla vite.
E' infine qui descritto anche un dispositivo di stabilizzazione di una frattura ossea, particolarmente una frattura femorale, comprendente:
- Una placca (20) provvista di un canotto di scorrimento (21) e;
- Una vite di compressione (10) configurata per risultare scorrevole entro il canotto (21) della placca (20);
ed in cui è previsto ulteriormente un elemento (1) di forma generalmente allungata provvisto per un suo estremo (2) di mezzi di fissaggio (4, 5, 6) per rendere applicabile il dispositivo all'estremità (13) di detta vite di compressione (10) e provvisto, dalla parte opposta di una smussatura (3) con angolazione β tale che in uso la smussatura (3) si inserisca entro il canotto (21) della placca (20), quando il canotto non è in asse con l'elemento (1), in modo tale che il canotto possa essere ruotato rispetto all'elemento (1) per portarsi in asse (14) con l'elemento (1).
Breve descrizione dei disegni
Ulteriori caratteristiche e i vantaggi del presente dispositivo, secondo l'invenzione, risulteranno più chiaramente con la descrizione che segue di alcune forme realizzative, fatte a titolo esemplificativo e non limitativo, con riferimento ai disegni annessi, in cui: - La figura 1 mostra una vista assonometrica della vite di compressione e la placca in accordo alla tecnica nota; - La figura 2 mostra, sempre in accordo alla tecnica nota, una vista schematica di inserimento della vite nell'osso e lo scorrimento della placca 20 sull'asta di guida 30;
- La figura 3 mostra una vista assonometrica della vite e del dispositivo 1;
— La figura 4 mostra due diverse viste laterali del dispositivo 1 evidenziando la smussatura 3;
- La figura 5 mostra una sezione del dispositivo 1 evidenziando i mezzi di attacco per collegare il dispositivo stesso alla vite di compressione;
- La figura 6 mostra un accoppiamento tra vite di compressione e dispositivo 1;
— La figura 7 mostra schematicamente in vista assonometrica il perno 1 e la vite 10 dalla parte in cui avviene l'accoppiamento;
— Le figure 8 e 9 mostrano due fasi di inserimento nella coscia della placca attraverso l'ausilio del suddetto dispositivo;
— Le figure 10 e 11 mostrano ulteriormente due fasi successive di applicazione della placca attraverso l'ausilio del dispositivo 1.
Descrizione di alcune forme realizzative preferite La figura 3 mostra, in vista assonometrica, un dispositivo di inserimento 1 per una placca di fissaggio 20 in accordo all'invenzione.
Il dispositivo 1 comprende un elemento di forma generalmente allungata, ad esempio un perno cilindrico 1, configurato in modo tale da potersi collegare stabilmente alla vite di compressione 10 dalla parte del suo attacco 13.
Il perno può essere realizzato in qualsiasi genere di materiale bio-compatibile è ha una lunghezza generalmente compresa tra i 0,5 e 3 cm (preferibilmente da 0, 5 cm sino a 2 centimetri), in modo tale da fuoriuscire sostanzialmente di qualche millimetro, o poco più, dalla superficie ossea quando in uso risulta applicato alla vite la quale è, a sua volta, innestata nel tunnel osseo. Il ranqe di lunqhezza è dunque molto inferiore se paraqonato con la lunqhezza complessiva di circa 15 centimetri inerenti l'asta 30 descritta nella tecnica nota. In tal maniera, mentre l'asta tradizionale 30 fuoriesce svariati centimetri fuori dalla coscia il suddetto dispositivo 1 si mantiene al di sotto dello strato muscolare.
In accordo all'invenzione, il perno 1 prevede dunque una sua estremità 2 predisposta per colleqarsi stabilmente, ed in maniera amovibile, alla vite 10 dalla parte del suo attacco 13 ed una estremità opposta 3 la quale è smussata.
L'anqolo di smussatura, come mostrato in fiqura 4, può prevedere un ranqe variabile di anqolazioni β compreso tra 20° e 80° e preferibilmente tra 30° qradi e i 60° qradi. L'anqolo β della smussatura, sempre come mostrato in fiqura 4, è misurato rispetto all'asse lonqitudinale 14 del dispositivo 1. L'altezza di smussatura è dunque funzione della inclinazione prescelta e del diametro del dispositivo 1. In tal senso i diametri prescelti possono essere variabili ma comunque uquali o inferiori al dimetro complessivo della vite 10 a cui il dispositivo si applica.
Sempre come mostrato nella fiqura 4, il dispositivo 1 prevede due fianchi fresati con una fresatura 15 confiqurata in modo tale che, in uso, tali fresature 15 risultino un prolunqamento delle relative fresature della vite a cui il dispositivo si applica. In tal maniera è possibile inserire e poter far scorrere il canotto della placca sul dispositivo 1 come meqlio descritto nel sequito. La vista laterale di fiqura 4 mostra una sola fresatura 15 dato che l'altra si trova dalla parte diametralmente opposta.
E' poi evidente come, sebbene il dispositivo 1 abbia generalmente i fianchi fresati attraverso due fresature contrapposte, tuttavia potrebbe avere un numero qualsiasi di fresature in funzione delle fresature presenti sulla vite 10 a cui si accoppia e dunque a quelle del canotto.
Come sempre mostrato nelle due viste laterali di figura 4, il dispositivo 1 è canulato, ovvero è forato assialmente per consentire per lo meno il passaggio del filo guida. La figura 3 e la figura 4 mostrano il foro 16 di ingresso al canale interno assiale.
Come poi mostrato schematicamente in figura 5 si possono prevedere opportuni mezzi di fissaggio (4, 5, 6) per collegare stabilmente il perno all'estremità 13 della vite di compressione.
In una possibile configurazione realizzativa tali mezzi possono sfruttare il canale assiale del dispositivo 1 e prevedono una vite 4 che si predispone entro il tunnel assiale 5 passante nel perno stesso. Sempre come rappresentato in figura 5, la vite è filettata, preferibilmente parzialmente filettata (vite a gambo), in modo tale da poter fare presa su una filettatura 6 equivalente ricavata sulla parte terminale del tunnel 5, quando non completamente avvitata. In tal maniera si può rendere solidale la vite 4 alla sede 5 del perno. Attraverso la vite 4, avvitandola completamente, è dunque possibile applicare preventivamente il perno 1 alla vite di compressione 10 in modo tale che, come meglio dettagliato nel seguito, la vite 10 sia preventivamente corredata di tale dispositivo 1 al momento dell'innesto chirurgico e possa essere rimossa una volta inserita la placca. E' naturalmente essenziale che le fresature coincidano .
In particolare si può prevedere un attacco 13 della vite di compressione comprendente un foro filettato in modo tale che la parte della vite 4 filettata eccedente possa fuoriuscire completamente dalla sede 5 per fare presa sulla filettatura della vite di compressione. Il perno può dunque essere sovrapposto alla vite di compressione realizzando una connessione stabile semplicemente avvitando la vite 4 entro l'attacco 13 (vedi figura 6).
Naturalmente anche la vite interna 4 è canulata per consentire il passaggio del filo guida. A tal scopo la figura 6 schematizza il dispositivo montato sulla vite 10 attraverso la vite di fissaggio 4 la quale è canulata per consentire il passaggio del filo guida 16.
Come mostrato schematicamente in figura 7, è inoltre evidente come la configurazione del profilo di base 2 del perno 1 è configurato in funzione della forma della base 13 della vite 10 in modo tale da accoppiarsi ad essa in maniera perfetta. Sempre la figura 7 evidenzia le filettature sopra descritte di accoppiamento.
La figura 7 mostra una fase di applicazione della placca 20 alla vite di compressione 10 attraverso l'ausilio di perno 1. Il chirurgo, non essendo più presente un'asta lunga che obbliga alla direzione di applicazione, può adesso effettuare una piccola incisione 60 proprio in corrispondenza del dispositivo 1. La figura in questione mostra dunque una incisione divaricata per evidenziare il perno 1 fuoriuscente il canale 40 di alcuni millimetri o poco più, comunque in modo tale da risultare sostanzialmente sotto muscolo. La lunghezza dell'incisione 60 necessaria è dunque quella sufficiente a consentire un inserimento della placca dalla parte opposta al canotto 21 e un suo scorrimento sottomuscolare sino a quando la stessa sopraggiunge in posizione con il canotto il a ridosso della smussatura 3.
A questo punto, come mostrato in figura 8, il chirurgo può facilmente inserire il canotto sulla vite di compressione 10 attraverso il dispositivo 1. Ciò è reso possibile inserendo la punta della smussatura entro il canotto facendo coincidere la fresatura del dispositivo 1 con quella del canotto. Grazie alla smussatura, è adesso possibile ruotare leggermente la placca verso la smussatura stessa, in modo tale che la smussatura si inserisca completamente entro il canotto (verso Θ di rotazione di figura 8) mettendo il asse il canotto alla vite. La presenza della smussatura consente dunque tale rotazione e, per tal motivo, l'angolo di smussatura è prescelto in modo tale da consentire una rotazione angolare della placca sino a quando il canotto non risulta in asse con la vite in modo tale che il canotto possa poi normalmente scorrere lungo la vite.
E' dunque evidente come gli angoli di smussatura possono variare entro i range sopra descritti in funzione del diametro interno del canotto 21 e dell'angolo di posizionamento definito dall'asse del canotto stesso rispetto alla placca. In ogni caso gli angoli prescelti di smussatura sono tali da consentire una rotazione, a smussatura inserita nel canotto, che porti il canotto in asse con la vite.
La figura 9 e la figura 10 mostrano schematicamente un dettaglio di inserimento per evidenziare la funzionalità della smussatura. In particolare la figura 9 mostra, con tratteggio sottile, la parte di materiale 80 rimossa per realizzare la smussatura 3 allo scopo di meglio evidenziare come tale materiale 80, se presente, non consentirebbe l'inserimento dato che andrebbe a battuta contro i bordi del canale del canotto quando non in asse. La figura 10 mostra la rotazione completata per portare in asse il canotto al dispositivo ed effettuabile proprio grazie alla rimozione della parte di materiale 80 che ha realizzato la smussatura.
Una volta inserita la placca si può procedere al normale svitamento della vite 4 in modo tale da rimuovere il perno 1 dalla vite di compressione.
Sebbene sia stata descritta una soluzione in cui il dispositivo 1 è applicato in maniera removibile alla vite di compressione 10, è tuttavia prevedibile anche la realizzazione di una vite di compressione che preveda integrata una smussatura 3 come descritta. In tal senso sarebbe sufficiente realizzare una vite standard leggermente più lungo in modo tale da fuoriuscire dal piano osseo e provvista della smussatura suddetta.
Inoltre la smussatura non deve essere necessariamente una ma possono prevedersi sull'apice anche due o più smussatura opportunamente combinate in modo tale da consentire l'inserimento del canotto come descritto.

Claims (12)

  1. RIVENDICAZIONI Un dispositivo (1) per consentire l'applicazione di una placca di fissaggio (20), provvista di una canotto di scorrimento (21), su di una vite di compressione (10) in una frattura ossea, particolarmente una frattura femorale, detto dispositivo (1) comprendendo un elemento (1) di forma generalmente allungata e provvisto per un suo estremo (2) di mezzi di fissaggio (4, 5, 6) per rendere applicabile il dispositivo all'estremità (13) di detta vite di compressione (10) e caratterizzato dal fatto che il dispositivo (1) è provvisto, dalla parte opposta, di almeno una smussatura (3) con angolazione β tale da rendere inseribile in uso detta smussatura (3) entro il canotto (21) della placca (20) quando il canotto non è in asse con detto elemento (1) e poter successivamente ruotare detto canotto (21) rispetto all'elemento (1) in modo tale da portarlo in asse (14) con detto elemento (1).
  2. 2. Un dispositivo (1), secondo la rivendicazione 1, in detta angolazione β è compresa in un range tra 20° e 80° e preferibilmente in un range da 30° a 60°.
  3. 3. Un dispositivo (1), secondo la rivendicazione 1, in cui detto elemento (1) è in forma di perno sostanzialmente cilindrico.
  4. 4. Un dispositivo (1), secondo la rivendicazione 1 o 3, in cui detto elemento (1) comprende una prima ed una seconda fresatura (15) contrapposte in modo tale da risultare accoppiabile entro la sede fresata del canotto della placca.
  5. 5. Un dispositivo (1), secondo una o più rivendicazioni precedenti dalla 1 alla 4, in cui detto elemento (1) ha una lunghezza complessiva compresa entro un range variabile da 0,5 cm a 3 cm e preferibilmente tra 0,5 cm e 2 cm in modo tale che, in uso, si mantenga sotto muscolo.
  6. Un dispositivo (1), secondo una o più rivendicazioni precedenti, in cui detto elemento (1) è forato assialmente.
  7. Un dispositivo (1), secondo la rivendicazione 1 e 6, in cui detti mezzi di fissaggio (4, 5, 6) comprendono: - Una filettata predisposta nella parte terminale (6) della sede assiale (5); - una vite (4) predisposta entro detta sede (5); ed in cui la vite (4) è filettata almeno nella sua parte terminale con lunghezza tale da fare presa con la filettatura (6) della sede (5) e fuoriuscire in parte dalla sede (5) in modo tale da poter fare presa sulla vite di compressione (10) per accoppiarsi.
  8. 8. Un dispositivo (1), secondo la rivendicazione 7, in cui la vite (4) è canulata per consentire il passaggio di un filo guida.
  9. Una vite di compressione (10) caratterizzata dal fatto di comprendere un dispositivo (1) come da una o più rivendicazioni precedenti dalla 1 alla 8.
  10. 10. Una vite di compressione (10), secondo la rivendicazione 9, in cui la vite e detto dispositivo (1) sono realizzati in un unico pezzo.
  11. 11. Una vite di compressione (10), secondo la rivendicazione 9, in cui il dispositivo (1) è collegabile in maniera separabile alla vite.
  12. 12. Un dispositivo di stabilizzazione di una frattura ossea, particolarmente una frattura femorale, comprendente: - Una placca (20) provvista di un canotto di scorrimento (21) e; - Una vite di compressione (10) configurata per risultare scorrevole entro il canotto (21) della placca (20); e caratterizzato dal fatto che è previsto ulteriormente un elemento (1) di forma generalmente allungata provvisto per un suo estremo (2) di mezzi di fissaggio (4, 5, 6) per renderlo applicabile all'estremità (13) di detta vite di compressione (10) e provvisto, dalla parte opposta di una smussatura (3) con angolazione β tale che in uso la smussatura (3) si inserisce entro il canotto (21) della placca (20) quando il canotto non è in asse con detto elemento (1) in modo tale che il canotto possa essere ruotato rispetto all'elemento (1) per portarsi in asse (14) con detto elemento (1).
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