ITPI20100079A1 - Utensile per la finitura di luci di aspirazione/scarico in un cilindro di un motore a due tempi - Google Patents

Utensile per la finitura di luci di aspirazione/scarico in un cilindro di un motore a due tempi Download PDF

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ITPI20100079A1
ITPI20100079A1 IT000079A ITPI20100079A ITPI20100079A1 IT PI20100079 A1 ITPI20100079 A1 IT PI20100079A1 IT 000079 A IT000079 A IT 000079A IT PI20100079 A ITPI20100079 A IT PI20100079A IT PI20100079 A1 ITPI20100079 A1 IT PI20100079A1
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IT
Italy
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tool
groove
balls
sphere
cylindrical body
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IT000079A
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Sacha Iasiello
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Sacha Iasiello
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    • B23MACHINE TOOLS; METAL-WORKING NOT OTHERWISE PROVIDED FOR
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    • B23P9/02Treating or finishing by applying pressure, e.g. knurling
    • B23P9/025Treating or finishing by applying pressure, e.g. knurling to inner walls of holes by using axially moving tools
    • BPERFORMING OPERATIONS; TRANSPORTING
    • B24GRINDING; POLISHING
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    • B24B39/00Burnishing machines or devices, i.e. requiring pressure members for compacting the surface zone; Accessories therefor
    • B24B39/02Burnishing machines or devices, i.e. requiring pressure members for compacting the surface zone; Accessories therefor designed for working internal surfaces of revolution
    • B24B39/023Burnishing machines or devices, i.e. requiring pressure members for compacting the surface zone; Accessories therefor designed for working internal surfaces of revolution the working tool being composed of a plurality of working rolls or balls

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Description

“UTENSILE PER LA FINITURA DI LUCI DI ASPIRAZIONE/SCARICO IN UN CILINDRO DI UN MOTORE A DUE TEMPIâ€
DESCRIZIONE
Ambito dell’invenzione
La presente invenzione riguarda un utensile per la finitura di luci di aspirazione/scarico in un cilindro di un motore a due tempi. In particolare, l’utensile consente di rifinire qualsiasi tipologia di luce all’interno di un cilindro.
Brevi cenni alla tecnica nota - Problemi tecnici
Come noto, un cilindro di un motore a due tempi à ̈ sottoposto a svariate lavorazioni di finitura, tra le quali vi à ̈ quella delle luci di aspirazione e scarico, ovvero i passaggi che si affacciano direttamente sulla superficie interna del cilindro, che sono aperte e chiuse dal moto alternato di un pistone, per permettere rispettivamente l’ingresso della miscela entra nel cilindro grazie alla depressione che crea il pistone, e l’espulsione dei gas derivanti dalla combustione.
In particolare, la lavorazione delle luci di aspirazione e scarico à ̈ atta a smussare i bordi delle luci in modo da migliorare la durata e l’affidabilità del gruppo cilindro-pistone. Infatti, i bordi smussati fungono da zone di raccordo tra la superficie interna del cilindro e le luci di aspirazione e scarico e sono soggette a forte usura durante il funzionamento. In particolare, à ̈ necessario smussare e arrotondare gli spigoli vivi formati sulla superficie laterale interna del cilindro in corrispondenza delle luci. Questa lavorazione serve ad evitare che il pistone durante l’uso provochi il distacco di microframmenti di metallo da tali zone critiche che provocherebbero un danno interno al cilindro e quindi al funzionamento del motore stesso.
In particolare, secondo la tecnica nota, la smussatura delle luci à ̈ eseguita mediante operazione manuale o robotizzata con ausilio di lima rotante di forma sferica, mentre la raggiatura à ̈ eseguita mediante utilizzo di uno spazzolino rotante di diametro variabile a seconda del diametro del cilindro da lavorare, avente all'estremità dei fili di nylon delle sfere abrasive composte da ossido di alluminio/zirconio (es. utensili Flex-Hone).
In alternativa, viene utilizzato un utensile, descritto in FI2005U000049, che realizza una lavorazione per deformazione plastica a freddo. Secondo il principio di funzionamento l’utensile viene inserito all’interno del cilindro con moto traslatorio alternato, secondo l’asse del cilindro, in modo che una pluralità di sfere a contatto con gli spigoli delle luci conseguano una azione di compressione in modo da deformarli e smussarli. Questa lavorazione risulta più efficace rispetto ad una lavorazione per asportazione di truciolo, in quanto riesce ad aumentare la resistenza delle zone di raccordo e quindi a ridurre al minimo la probabilità di distacco di frammenti.
In particolare, l’utensile comprende una pluralità di sfere incastonate su una porzione cilindrica e sporgenti rispetto ad essa. La porzione cilindrica à ̈ collegata solidalmente ad un elemento allungato di presa atto ad essere collegato ad una macchina utensile per fornire un moto di lavorazione all’utensile.
Più precisamente, ciascuna sfera à ̈ associata ad un rispettivo inserto integrato solidalmente in una sede ricavata sulla porzione cilindrica, in modo che l’inserto risulti complanare alla superficie laterale esterna della porzione cilindrica. In particolare, l’inserto permette alla sfera di sporgere rispetto alla superficie esterna della porzione cilindrica ma di non uscire. Per mantenere la sfera nella posizione sporgente vi à ̈ una molla a diretto contatto con la sfera posizionata all’interno della rispettiva sede.
Le sfere risultano quindi montate in modo indipendente l’una rispetto all’altra, secondo un percorso sostanzialmente elicoidale con un numero variabile di spire in funzione delle dimensioni della porzione cilindrica.
Un siffatto utensile presenta tuttavia alcuni inconvenienti. In primo luogo, risultano molto complicate le operazioni di manutenzione delle sfere e degli inserti. Infatti, dopo un certo numero di lavorazioni le sfere possono deformarsi e gli inserti possono allentarsi dalla rispettiva sede e formare delle sporgenze rispetto alla superficie laterale esterna della porzione cilindrica provocando delle rigature sul cilindro e pregiudicando quindi l’operazione di finitura. In aggiunta, gli inserti sono soggetti a deformazioni in corrispondenza del labbro di tenuta.
Di conseguenza, risulta necessario smontare completamente l’utensile, rettificare la porzione cilindrica e inserire nuovi inserti o modificare la sede di inserimento in modo da ottenere una nuova superficie laterale esterna perfettamente complanare. A tal punto à ̈ possibile inserire nuove sfere nei rispettivi inserti. Questa complicata manutenzione rende poco conveniente la manutenzione rispetto all’acquisto di un nuovo utensile.
In secondo luogo, una siffatta forma realizzativa non consente una adattabilità di utilizzo. Infatti, à ̈ necessario avere una pluralità di utensili con dimensioni diverse della porzione cilindrica e delle sfere, adatti ciascuno ad un determinato diametro del cilindro e a determinate dimensioni delle luci di aspirazione e scarico. Infine, non à ̈ prevista la lubrificazione dell’utensile, rendendo quindi più breve la durata tra una manutenzione e la successiva.
Sintesi dell’invenzione
È quindi scopo della presente invenzione fornire un utensile per la finitura di luci di aspirazione/scarico in un cilindro di un motore a due tempi che consenta di ottenere un grado di finitura maggiore rispetto agli utensili di tecnica nota.
È uno scopo particolare della presente invenzione fornire un utensile per la finitura di luci di aspirazione/scarico in un cilindro di un motore a due tempi che permetta di ottenere una finitura uniforme sull’intera circonferenza dei bordi delle luci di aspirazione/scarico.
È altro scopo della presente invenzione fornire un utensile per la finitura di luci di aspirazione/scarico in un cilindro di un motore a due tempi che consenta semplici operazioni di manutenzione e/o sostituzione.
È altresì scopo della presente invenzione fornire un utensile per la finitura di luci di aspirazione/scarico in un cilindro di un motore a due tempi che sia modulabile nell’utilizzo e si adatti a qualsiasi tipologia di cilindro e a qualsiasi tipologia e forma delle luci di aspirazione/scarico.
È anche scopo della presente invenzione fornire un utensile per la finitura di luci di aspirazione/scarico in un cilindro di un motore a due tempi che sia costruttivamente semplice ed economico da realizzare.
Questi ed altri scopi sono raggiunti da un utensile per la finitura superficiale dei bordi delle luci di aspirazione/scarico in un cilindro di un motore a due tempi comprendente:
– uno stelo di attacco atto ad essere collegato ad una macchina utensile in modo da trasmettere un moto di lavoro a detto utensile;
– un corpo cilindrico montato solidale a detto stelo di attacco, detto corpo cilindrico avendo una superficie laterale esterna;
– una pluralità di sfere che emergono elasticamente da detto corpo cilindrico rispetto a detta superficie laterale esterna;
la cui caratteristica à ̈ che detto corpo cilindrico comprende una pluralità di scanalature che si estendono longitudinalmente per una determinata lunghezza, in ciascuna scanalatura impegnandosi amovibilmente un inserto monoblocco in modo da risultare complanare a detta superficie laterale esterna, detto inserto monoblocco comprendendo una pluralità di sedi di alloggiamento per dette sfere, in modo che detto corpo cilindrico presenti una pluralità di file di sfere che emergono elasticamente rispetto a detta superficie laterale esterna e che sono parallele a detto stelo. In tal modo, risulta possibile realizzare operazioni di manutenzione delle sfere semplicemente smontando l’inserto monoblocco dalla rispettiva scanalatura. Inoltre, sostituendo l’inserto monoblocco e le sfere à ̈ possibile ottenere lavorazioni differenziate con lo stesso utensile.
Vantaggiosamente, detto utensile comprende mezzi di lubrificazione atti a lubrificare durante l’uso dette file di sfere. In tal modo, durante l’uso le sfere restano avvolte da uno strato lubrificante che agevola la lavorazione e minimizza l’attrito per sfregamento tra le sfere e la superficie interna del cilindro, aumentando di conseguenza la vita utile delle sfere.
In particolare, detti mezzi di lubrificazione comprendono:
– un canale interno longitudinale ricavato in detto stelo di attacco attraverso cui viene introdotto un fluido lubrificante;
– una pluralità di condotti trasversali rispetto a detto canale interno che si diramano da detto canale interno e sfociano ciascuno in prossimità di ciascuna scanalatura,
in modo tale che detto fluido lubrificante attraversi detto canale primario e si dirami in ciascuno di detti condotti arrivando a contatto con le file di sfere in modo da avvolgerle di un film di lubrificante durante l’uso.
Preferibilmente, detti condotti sono dei fori passanti che si estendono a partire da detta superficie laterale esterna fino a detto canale interno. In tal modo, il fluido lubrificante passa attraverso il canale interno e i condotti andando a distribuirsi uniformemente, per effetto del moto stesso dell’utensile, sulla superficie laterale estera del corpo cilindrico e sulle sfere.
Vantaggiosamente, ciascuna sede di alloggiamento di detto inserto monoblocco presenta una prima estremità aperta attraverso cui sporge una rispettiva sfera ed una seconda estremità aperta che si affaccia verso detta scanalatura, in ciascuna sede di alloggiamento essendo disposta una molla associata ad una sfera, in modo tale che detta sfera, sospinta da detta molla, sporga da detta estremità aperta di una determinata quota rispetto a detta superficie laterale esterna.
In particolare, detta sede di alloggiamento comprende una porzione cilindrica che si estende da detta seconda estremità aperta ed una porzione troncoconica, adiacente a detta porzione cilindrica, che si estende verso detta prima estremità aperta, in modo tale che detta sfera in detta porzione troncoconica sporga esternamente di detta determinata quota. In particolare, detta porzione cilindrica ha un diametro maggiore di detta sfera mentre detta porzione troncoconica ha un diametro, in corrispondenza di detta estremità aperta, minore del diametro di detta sfera. In tal modo, la sfera à ̈ libera di muoversi nella parte cilindrica mentre in corrispondenza della estremità aperta sporge di una determinata quota ma viene mantenuta entro la sede di alloggiamento grazie alla porzione troncoconica.
In particolare, tra detta molla e detta sfera à ̈ previsto un elemento di separazione atto a minimizzare gli attriti tra detta sfera e detta molla e favorire il movimento di detta sfera all’interno di detta sede di alloggiamento.
Vantaggiosamente, ciascuna di dette scanalature longitudinali comprende una prima scanalatura che si estende per una prima profondità, ed una seconda scanalatura concentrica a detta prima scanalatura e di lunghezza inferiore, detta seconda scanalatura estendendosi a partire da detta prima scanalatura per una seconda profondità in modo da definire uno spazio di alloggiamento per dette molle.
In particolare, alle estremità di detta prima scanalatura sono ricavati fori di fissaggio per detto inserto monoblocco in cui si impegnano rispettivi elementi di fissaggio amovibili. In tal modo, à ̈ possibile svolgere operazioni di manutenzione o sostituzione delle sfere; in quest’ultimo caso à ̈ semplicemente necessario rimuovere gli elementi di fissaggio e l’inserto per poi rimontarlo una volta effettuata l’operazione di sostituzione. Tale soluzione si rende particolarmente vantaggiosa in quanto à ̈ possibile cambiare la tipologia di inserto e di sfere con semplici e veloci operazioni, in modo da modificare il diametro delle sfere e realizzare lavorazioni differenziate sui bordi per diverse tipologie e dimensioni delle luci di aspirazione e scarico.
In una prima forma realizzativa detto corpo cilindrico prevede inserti consecutivi tra loro con un numero di sfere differenti, in particolare, sono previsti inserti alternati tra loro rispettivamente con numero di sfere pari e numero di sfere dispari.
Breve descrizione dei disegni
L’invenzione verrà di seguito illustrata con la descrizione di una sua forma realizzativa, fatta a titolo esemplificativo e non limitativo, con riferimento ai disegni annessi, in cui:
– la figura 1 mostra una vista prospettica di un utensile per la finitura superficiale dei bordi delle luci di aspirazione/scarico di un cilindro a due tempi comprendente uno stelo di attacco e un corpo cilindrico avente una pluralità di sfere disposte su più file parallele tra loro, secondo l’invenzione;
– le figure 2 e 3 mostrano rispettivamente una vista sezionata ed una vista laterale del corpo cilindrico dell’utensile di figura 1, che evidenziano la conformazione di scanalature di impegno di inserti monoblocco;
– la figura 4 mostra rispettivamente una vista sezionata ed una vista laterale di un inserto monoblocco in cui sono ricavate sedi alloggiamento per le sfere;
– la figura 5 mostra un ingrandimento di una sede alloggiamento di una sfera;
– le figure 6 e 7 mostrano rispettivamente una vista laterale ed una vista sezionata del corpo cilindrico dell’utensile, che evidenziano canali di lubrificazione atti a lubrificare la superficie laterale esterna del corpo cilindrico dell’utensile;
– la figura 8 ed i relativo ingrandimenti di figura 8 e 9A mostrano in una vista sezionata del corpo cilindrico la disposizione delle sfere all’interno di ciascun inserto monoblocco ed in particolare all’interno di ciascuna sede di alloggiamento;
– la figura 10 mostra una vista prospettica dell’utensile atto ad essere introdotto in un cilindro per la lavorazione delle luci di aspirazione e scarico;
– le figure dalla 11 alla 12 mostrano in vista sezionata un successione di fasi operative della lavorazione;
– infine, la figura 13 ed i relativi ingrandimenti di figura 14 e 14A mostrano l’azione delle sfere sul bordo delle luci di aspirazione e di scarico atte a realizzare un raccordo di raggio predeterminato.
Descrizione di forme realizzative preferite
Con riferimento alla figura 1, un utensile 100 per la finitura superficiale dei bordi delle luci di aspirazione/scarico 70/80 di un cilindro 200, visibile in figura 10, di un motore a due tempi. L’utensile 100 comprende uno stelo di attacco 10, atto ad essere collegato ad una macchina utensile, non mostrata, in modo da ricevere un moto di lavoro e un corpo cilindrico 20 montato solidale allo stelo di attacco 10. In particolare, il corpo cilindrico 20 ha una superficie laterale esterna 21 in cui sono incastonate una pluralità di sfere 40 che emergono elasticamente dal corpo cilindrico 20 rispetto alla superficie laterale esterna 21, secondo più file 15. Più in particolare, il corpo cilindrico 20 comprende un pluralità di scanalature 25, mostrate in figura 2 e 3, che si estendono longitudinalmente per una determinata lunghezza L; in ciascuna scanalatura 25 si impegna amovibilmente un inserto monoblocco 30, visibile in figura 4, in modo da risultare complanare o leggermente incastonato rispetto alla superficie laterale esterna 21 (Fig.1).
In particolare, come mostrato nella figura 4, l’inserto monoblocco 30 comprende una pluralità di sedi di alloggiamento 35 per le sfere 40 che sono allineate tra loro, in modo tale che il corpo cilindrico 10 presenti una pluralità di file 15 di sfere 40 (Fig.1), parallele allo stelo di attacco 10, che emergono rispetto alla superficie laterale esterna 21. In tal modo, risulta possibile realizzare operazioni di manutenzione e sostituzione delle sfere semplicemente smontando l’inserto monoblocco 30 dalla rispettiva scanalatura 25.
In modo vantaggioso, il corpo cilindrico 20 prevede inserti monoblocco 30 adiacenti tra loro con un numero di sfere differenti, in particolare, sono previsti inserti monoblocco rispettivamente con numero di sfere pari e numero di sfere dispari alternati tra loro. Più precisamente, due inserti monoblocco adiacenti tra loro formano una disposizione in cui le sfere di un primo monoblocco sono sfalsate rispetto alle sfere del secondo monoblocco di circa mezzo passo o di un passo.
In dettaglio, ciascuna scanalatura longitudinale 25 comprende una prima scanalatura 24 che si estende per una prima profondità p1, ed una seconda scanalatura 26 concentrica alla prima scanalatura 24 e di lunghezza L1 inferiore. La seconda scanalatura 26 si estende a partire dalla prima scanalatura 24 per una seconda profondità p2 in modo da definire uno spazio di alloggiamento 27 per le molle 50. In particolare, la profondità p2 à ̈ tale da ottenere sulla molla 50 un determinato precarico. Questo consente di aumentare la forza di contrasto della sfera 40 quando à ̈ sottoposta a una forza di compressione. In dettaglio, la profondità p2 à ̈ compresa tra 0.2mm e 20mm, in particolare tra 0.5mm e 0.8mm.
La figura 8 evidenzia, inoltre, dei fori di fissaggio 29 ricavati alle estremità della prima scanalatura 24, in cui si impegnano rispettivi elementi di fissaggio 29a atti a permettere lo smontaggio dell’inserto monoblocco 30 dalla scanalatura 25. In tal modo, à ̈ possibile sostituire le sfere 40 rimuovendo semplicemente gli elementi di fissaggio 29a e l’inserto 30. Una volta sostituite le sfere o eseguite le operazioni di manutenzione à ̈ necessario riposizionare l’inserto 30 nella relativa scanalatura 25 e bloccarlo mediante gli elementi di fissaggio 29a. Tale soluzione si rende particolarmente vantaggiosa in quanto à ̈ possibile cambiare la tipologia di inserto 30 e di sfere 40 con semplici e veloci operazioni, in modo da modificare il diametro delle sfere e realizzare lavorazioni differenziate su diverse tipologie e dimensioni delle luci di aspirazione e scarico 70/80, ottenendo raggi di raccordo R sui bordi, visibili in figura 14A, più o meno ampi. Infatti, in funzione della tipologia di cilindro 200 e delle dimensioni delle luci di aspirazione/scarico 70/80 i bordi 71/81 sono lavorati attraverso sfere con diametro più o meno grande in modo da ottenere raccordi più o meno ampi.
Più in particolare, come mostrato nella figura 5, ciascuna sede di alloggiamento 35 dell’inserto monoblocco 30 presenta una prima estremità aperta 33 attraverso cui sporge una rispettiva sfera ed una seconda estremità aperta 33’ che si affaccia verso la scanalatura 25.
Più in dettaglio, la sede di alloggiamento 35 comprende una porzione cilindrica 31 che si estende dalla seconda estremità 33’, ed una porzione troncoconica 32, adiacente alla porzione cilindrica 31, che si estende verso la prima estremità aperta 33. In particolare, la porzione cilindrica 31 ha un diametro maggiore della sfera 40 mentre la parte di estremità troncoconica 32 ha un diametro minore del diametro della sfera 40. In tal modo, come mostrato nelle figure 8 e 9, la sfera 40 sporge esternamente attraverso l’estremità aperta 33 ma al contempo à ̈ vincolata mediante la porzione troncoconica 32 a restare impegnata nella sede di alloggiamento 35. Più precisamente, per mantenere ciascuna sfera 40 in posizione sporgente à ̈ prevista, in ciascuna sede di alloggiamento 35, una molla 50 che da una estremità poggia sul fondo della scanalatura 25 mentre dall’altra estremità entra a contatto con la sfera 40. In tal modo, la sfera 40, in una condizione di uso, sporge dalla estremità aperta 33 di una determinata quota q rispetto alla superficie laterale esterna 21, come meglio mostrato nelle figure 9 e 9A. In dettaglio, la quota q à ̈ funzione del diametro delle sfere e risulta preferibilmente essere compresa tra 1/4 ed 1/3 del diametro della sfera.
In particolare, come mostrato nelle variante di figura 9A, tra la molla 50 e la sfera 40 à ̈ previsto un elemento di separazione 55, in particolare un disco metallico, atto a minimizzare gli attriti tra la sfera 40 e la molla 50 e favorire il movimento di quest’ultima all’interno della sede di alloggiamento 35. In particolare, la sfera 40 à ̈ scelta con un diametro tale da potersi muovere liberamente nella porzione cilindrica 31 della sede di alloggiamento 35 in modo da favorire la sua rotazione durante l’uso e offrire una superficie di lavorazione sempre diversa. Questo evita possibili deformazioni della stessa che porterebbero ad ostacolarne il movimento.
La figura 6 e la relativa sezione di figura 7, evidenziano mezzi di lubrificazione previsti nel corpo cilindrico 20 atti a lubrificare durante l’uso le file sfere 15. In particolare, detti mezzi di lubrificazione comprendono un canale interno longitudinale 15, ricavato nello stelo di attacco 10, attraverso cui viene introdotto un fluido lubrificante 17, e una pluralità di condotti 16 trasversali rispetto al canale interno 15, che si diramano dal canale interno 15 e sfociano ciascuno in prossimità di una scanalatura 25 in modo da creare un percorso di lubrificazione. In tal modo, il fluido lubrificante 17 passa attraverso il canale interno 15 e in ciascuno dei condotti trasversali 16 e investe superficialmente le file di sfere 15 in modo da avvolgerle di uno stato lubrificante 17, visibile in figura 14 e 14A. Più precisamente, i condotti trasversali 16 sono dei fori passanti ricavati sulla superficie laterale esterna 21 del corpo cilindrico 20 che sfociano nel canale interno 15 dello stelo 10. In tal modo, il fluido lubrificante 17, in particolare una miscela di olio e acqua, introdotto dal canale interno 15, con una certa pressione, passa attraverso i suddetti condotti 16 e riversarsi sulla superficie laterale esterna 21 del corpo cilindrico 20. Il moto roto-traslatorio alternato dell’utensile fa si che il fluido lubrificante 17 si cosparga uniformemente su tutta la superficie del corpo cilindrico 20 e, in particolare, in corrispondenze delle sfere 40, in modo da avvolgerle. In alternativa, i condotti trasversali 16 possono essere realizzati in modo tale da sfociare entro la scanalatura 25 in modo che entro la scanalatura si crei un livello di fluido lubrificante che avvolga le sfere 40.
Secondo le principali fasi operative l’utensile 100 viene introdotto all’interno del cilindro 200 con un moto roto-traslatorio alternato (fig.11). In particolare, per permettere la lavorazione completa dei bordi delle luci di aspirazione e scarico 70/80 il moto dell’utensile 100 varia da un moto traslatorio alternato con rotazione oraria ad un moto traslatorio alternato con rotazione antioraria. In dettaglio, il moto traslatorio ha un ampiezza tale da consentire alle sfere 40 appartenenti a ciascuna fila 15 lavorare rispettivamente il bordo superiore 71/81 ed inferiore 72/82 della luce di aspirazione o scarico 70/80, mentre il moto rotatorio dell’utensile 100 in entrambi i sensi permette di lavorare i bordi laterali della luce di aspirazione o scarico 70/80.
Più in particolare, l’azione che compie ciascuna sfera 40 sul bordo della luce di aspirazione 70, in particolare sul bordo inferiore 72, come mostrato in figura 13 ed nei relativi ingrandimenti di figura 14 e 14A, à ̈ un azione di deformazione plastica sul materiale in modo da calcare il bordo e ottenere un raccordo con raggio R funzione delle dimensione delle sfere 40 utilizzate. In altre parole, l’azione deformante di compressione che compie consecutivamente ciascuna sfera 15 permette di ottenere, rispetto ai raccordi ottenuti per asportazione di truciolo, un raccordo resistente e duraturo nel tempo. In dettaglio, tale lavorazione à ̈ agevolata dallo strato lubrificante 17 che avvolge ciascuna sfera 40 e che minimizza l’usura delle stesse.
La descrizione di cui sopra di forme realizzative del metodo e dell’apparato secondo l’invenzione, e delle modalità di utilizzo dell’apparato, à ̈ in grado di mostrare l’invenzione dal punto di vista concettuale in modo che altri, utilizzando la tecnica nota, potranno modificare e/o adattare in varie applicazioni tali forme realizzative specifiche senza ulteriori ricerche e senza allontanarsi dal concetto inventivo, e, quindi, si intende che tali adattamenti e modifiche saranno considerabili come equivalenti delle forme realizzative specifiche. I mezzi e i materiali per realizzare le varie funzioni descritte potranno essere di varia natura senza per questo uscire dall’ambito dell’invenzione. Si intende che le espressioni o la terminologia utilizzate hanno scopo puramente descrittivo e per questo non limitativo.

Claims (10)

  1. RIVENDICAZIONI 1. Un utensile per la finitura superficiale dei bordi delle luci di aspirazione/scarico di un cilindro di un motore a due tempi comprendente: – uno stelo di attacco atto ad essere collegato ad una macchina utensile in modo da trasmettere un moto di lavoro a detto utensile; – un corpo cilindrico montato solidale a detto stelo di attacco, detto corpo cilindrico avendo una superficie laterale esterna; – una pluralità di sfere che emergono elasticamente da detto corpo cilindrico rispetto a detta superficie laterale esterna, caratterizzato dal fatto che detto corpo cilindrico comprende un pluralità di scanalature che si estendono longitudinalmente per una determinata lunghezza, e che in ciascuna scanalatura si impegna un inserto monoblocco in modo da risultare complanare a detta superficie laterale esterna, detto inserto monoblocco comprendendo una pluralità di sedi di alloggiamento per dette sfere, in modo che detto corpo cilindrico presenti una pluralità di file di sfere che emergono elasticamente rispetto a detta superficie laterale esterna parallele a detto stelo.
  2. 2. Un utensile, secondo la rivendicazione 1, in cui detto utensile per la finitura superficiale comprende mezzi di lubrificazione atti a lubrificare durante l’uso dette file di sfere.
  3. 3. Un utensile, secondo la rivendicazione 2, in cui detti mezzi di lubrificazione comprendono: – un canale interno longitudinale ricavato in detto stelo di attacco attraverso cui viene introdotto un fluido lubrificante; – una pluralità di condotti trasversali rispetto a detto canale interno che si diramano da detto canale interno e sfociano ciascuno in prossimità di ciascuna scanalatura, in modo tale che detto fluido lubrificante attraversi detto canale primario si dirami in ciascuno di detti condotti arrivando a contatto con dette file di sfere in modo da avvolgere, durante l’uso, dette file di sfere con uno stato lubrificante.
  4. 4. Un utensile, secondo la rivendicazione 3, in cui detti condotti sono dei fori passanti che si estendono a partire da detta superficie laterale esterna fino a detto canale interno.
  5. 5. Un utensile, secondo la rivendicazione 1, in cui ciascuna sede di alloggiamento di detto inserto monoblocco presenta una prima estremità aperta attraverso cui sporge una rispettiva sfera ed una seconda estremità aperta che si affaccia verso detta scanalatura, in ciascuna sede di alloggiamento essendo disposta una molla associata ad una sfera, in modo tale che detta sfera, sospinta da detta molla, sporga da detta estremità aperta di una determinata quota rispetto a detta superficie laterale esterna.
  6. 6. Un utensile, secondo la rivendicazione 5, in cui detta sede di alloggiamento comprende una porzione cilindrica che si estende da detta seconda estremità aperta, ed una porzione troncoconica, adiacente a detta porzione cilindrica, che si estende verso detta prima estremità aperta, in modo tale che detta sfera in detta porzione troncoconica sporga esternamente da detta sede di alloggiamento di detta determinata quota, in particolare, detta porzione cilindrica ha un diametro maggiore di detta sfera e detta porzione troncoconica ha un diametro, in corrispondenza di detta estremità aperta, minore del diametro di detta sfera.
  7. 7. Un utensile, secondo la rivendicazione 1, in cui tra detta molla e detta sfera à ̈ previsto un elemento di separazione atto a minimizzare gli attriti tra detta sfera e detta molla e favorire il movimento di detta sfera all’interno di detta sede di alloggiamento.
  8. 8. Un utensile, secondo la rivendicazione 1, in cui ciascuna di dette scanalature longitudinali comprende una prima scanalatura che si estende per una prima profondità, ed una seconda scanalatura concentrica a detta prima scanalatura e di lunghezza inferiore, detta seconda scanalatura estendendosi a partire da detta prima scanalatura per una seconda profondità in modo da definire uno spazio di alloggiamento per dette molle.
  9. 9. Un utensile, secondo la rivendicazione 8, in cui alle estremità di detta prima scanalatura sono ricavati fori di fissaggio per detto inserto monoblocco in cui si impegnano rispettivi elementi di fissaggio amovibili.
  10. 10. Un utensile, secondo la rivendicazione 1, in cui detto corpo cilindrico prevede inserti consecutivi tra loro con un numero di sfere differenti, in particolare, sono previsti inserti alternati tra loro rispettivamente con numero di sfere pari e numero di sfere dispari.
ITPI2010A000079A 2010-06-24 2010-06-24 Utensile per la finitura di luci di aspirazione/scarico in un cilindro di un motore a due tempi IT1400812B1 (it)

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DATABASE WPI [online] THOMSON SCIENTIFIC, LONDON, GB; "Ultrasonic tool for strengthening inner cylindrical surfaces of metallic articles", XP002616653, accession no. 2007-634017 Database accession no. 2007-634017 *

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