ITMO20120192A1 - Macchina equilibratrice per l'equilibratura di ruote di veicoli - Google Patents
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Description
“MACCHINA EQUILIBRATRICE PER L’EQUILIBRATURA DI RUOTE DI VEICOLI†.
DESCRIZIONE
La presente invenzione si riferisce ad una macchina equilibratrice per l equilibratura di ruote di veicoli.
E’ noto che le ruote dei veicoli sono, generalmente, costituite da un cerchio cilindrico in metallo provvisto, alle estremità assiali, di risvolti anulari tra i quali à ̈ definito un canale di inserimento ad incastro per un pneumatico elastico, le cui porzioni laterali, cosiddetti “talloni†, vanno a battuta aderente sui risvolti anulari stessi.
E’ nota, inoltre, la necessità di eseguire frequenti operazioni di equilibratura che consistono nell’ applicazione di apposite masse di bilanciamento, realizzate in piombo o altro materiale, in corrispondenza di predeterminati punti della ruota e lungo il cerchio e la necessità di verificare l attitudine al corretto rotolamento della ruota in seguito ad un’analisi geometrica del cerchio e del pneumatico.
Infatti, l’applicazione delle masse di bilanciamento compensa, durante la rotazione della ruota, la presenza di eventuali irregolarità del pneumatico e/o del cerchio che porterebbero alla generazione di vibrazioni o sollecitazioni durante il movimento del veicolo.
Per eseguire tali operazioni sono comunemente impiegate macchine equilibratrici che comprendono un telaio di base supportante un albero orizzontale, cosiddetto “albero di equilibratura†, che à ̈ ruotabile assialmente per azione di mezzi motori e sul quale viene calettato il cerchio della mota tramite opportuni organi di impegno e centraggio.
La misura dello squilibrio della mota à ̈ rilevata durante la rotazione da opportuni dispositivi elettronici od elettromeccanici, quali trasduttori di forza applicati lungo l’albero di equilibratura.
Alla misura di squilibrio si aggiungono, generalmente, altre misure caratteristiche, quali la misura della rotondità della mota, dell’eccentricità della mota, del livello di usura del battistrada, della conformazione del cerchio od altre irregolarità della mota, normalmente eseguite mediante opportuni sensori di misura con o senza contatto (ad esempio tastatori o sensori ottici).
Una volta effettuate le misurazioni necessarie, la macchina à ̈ in grado di calcolare la grandezza e la posizione delle masse di bilanciamento da applicare sul cerchio della mota per compensare le irregolarità della mota. L’applicazione delle masse di bilanciamento viene solitamente eseguita manualmente da un operatore in uno o più punti precisi del cerchio della mota indicati dalla macchina.
Queste macchine equilibratrici di tipo noto presentano tuttavia alcuni inconvenienti.
Per la misura dello squilibrio, infatti, le macchine tradizionali sono dotate di sensori di forza, del tipo di celle di carico ad effetto piezoceramico, che devono essere sconvenientemente disposte in corrispondenza di una coppia di vincoli o appoggi elastici mediante i quali la struttura porta-albero à ̈ vincolata al telaio di base.
Tale configurazione classica non sempre à ̈ pratica e agevole da realizzare e, in alcuni casi, raggiunge un livello di complessità notevolmente elevato che ne rende difficoltoso sia l’assemblaggio sia gli eventuali interventi di manutenzione.
La tipologia di sensori di forza utilizzati nelle comuni macchine equilibratrici, inoltre, à ̈ tale da consentire di rilevare le oscillazioni dell’albero di equilibratura per risalire allo squilibrio della ruota ma non permette di ottenere altre informazioni pertinenti come, ad esempio, il suo peso.
A tale scopo, dunque, le tradizionali macchine equilibratrici ricorrono alle informazioni contenute in un database interno in cui vengono raccolti i pesi delle principali ruote presenti sul mercato con, ovviamente, le conseguenti problematiche legate all’ approssimazione di tali informazioni che non sempre rispecchiano le reali condizioni della mota effettivamente da equilibrare.
In alternativa, il dato concernente il peso della mota può essere inserito manualmente dall’operatore, con le conseguenti perdite di tempo connesse allo svolgimento delle operazioni di pesatura e di inserimento del dato. Il compito principale della presente invenzione à ̈ quello di escogitare una macchina equilibratrice per l equilibratura di mote di veicoli che sia particolarmente semplice sai dal punto di vista costruttivo che da quello funzionale.
Ulteriore scopo della presente invenzione à ̈ quello di escogitare una macchina equilibratrice che permetta di rilevare il peso della mota in modo pratico, agevole e funzionale.
Non ultimo scopo della presente invenzione à ̈ quello di escogitare una macchina equilibratrice che sia in grado di operare con precisione superiore e in tempi maggiormente ridotti rispetto alle macchine tradizionali dotate dei convenzionali trasduttori di forza.
Altro scopo del presente trovato à ̈ quello di escogitare una macchina equilibratrice per l equilibratura di ruote di veicoli che consenta di superare i menzionati inconvenienti della tecnica nota nell’ambito di una soluzione di facile ed efficace impiego e dal costo contenuto.
Gli scopi sopra esposti sono raggiunti dalla presente macchina equilibratrice per l’equilibratura di ruote di veicoli, comprendente:
almeno un telaio di base;
almeno un albero di equilibratura su cui à ̈ fissabile una ruota di veicoli da equilibrare;
almeno un gruppo di appoggio rotoidale, montato su detto telaio di base e supportante detto albero di equilibratura in modo motabile attorno al proprio asse;
mezzi motori per la messa in rotazione di detto albero di equilibratura attorno al proprio asse;
caratterizzata dal fatto che detto albero di equilibratura comprende almeno un tratto di misura che à ̈ magnetizzato e soggetto ad una condizione di stress per effetto dello squilibrio di detta mota in rotazione su detto albero di equilibratura, in prossimità di detto tratto di misura essendo disposti mezzi sensori di campo magnetico che sono atti a rilevare per effetto magnetostrittivo detta condizione di stress del tratto di misura e sono operativamente associati ad almeno un’unità di elaborazione e controllo atta a determinare lo squilibrio di detta ruota a partire da detta condizione di stress del tratto di misura.
Altre caratteristiche e vantaggi della presente invenzione risulteranno maggiormente evidenti dalla descrizione di una forma di esecuzione preferita, ma non esclusiva, di una macchina equilibratrice per lequilibratura di ruote di veicoli, illustrata a titolo indicativo, ma non limitativo, nelle unite tavole di disegni in cui:
la figura 1 Ã ̈ una vista in assonometria della macchina secondo il trovato; la figura 2 Ã ̈ una vista in assonometria di un particolare della macchina secondo il trovato;
la figura 3 Ã ̈ una vista in esploso, parzialmente in spaccato, del particolare di figura 2;
la figura 4 Ã ̈ una vista in assonometria, parzialmente in spaccato e su scala ingrandita, di un dettaglio del particolare di figura 2;
la figura 5 à ̈ una vista in sezione longitudinale del particolare di figura 2; la figura 6 à ̈ una vista in esploso che illustra un’alternativa forma di attuazione dell’albero di equilibratura della macchina secondo il trovato; la figura 7 à ̈ una vista in sezione longitudinale di un dettaglio della macchina secondo il trovato avente l’albero di equilibratura dì figura 6. Con particolare riferimento a tali figure, si à ̈ indicato globalmente con 1 una macchina equilibratrice per l’equilibratura di mote di veicoli.
La macchina 1 comprende un telaio di base 2 per l’appoggio al suolo, su cui à ̈ montato un albero di equilibratura 3 per l’equilibratura di una R di veicoli da equilibrare.
Il telaio di base 2 comprende un blocco principale 4 provvisto di un fianco laterale 4a da cui l’albero di equilibratura 3 si estende a sbalzo in orizzontale.
La R comprende un cerchione interno su cui à ̈ montato un pneumatico esterno; in figura 2 la mota R à ̈ rappresentata soltanto dal suo cerchione.
La R à ̈ fissabile sull’albero di equilibratura 3 in modo sostanzialmente coassiale al proprio asse centrale di rotolamento.
A tale scopo l’albero di equilibratura 3 porta un grappo di presa 5 che permette di trattenere il centro della mota R.
Sul telaio di base 2 à ̈ montato un grappo di appoggio rotoidale 6, 7 che supporta l’albero di equilibratura 3 in modo motabile attorno al proprio asse.
A questo proposito si sottolinea che, all’interno del blocco principale 4, il telaio di base 2 comprende una basetta 8 che sostiene un corpo tubolare 9 sostanzialmente orizzontale.
Il corpo tubolare 9 alloggia al proprio interno il grappo di appoggio rotoidale 6, 7 ed almeno una parte dell’albero di equilibratura 3.
Più in dettaglio, il grappo di appoggio rotoidale 6, 7 comprende un cuscinetto rotoidale prossimale 6 ed un cuscinetto rotoidale distale 7; a questo riguardo si precisa che, nella presente trattazione, gli aggettivi “distale†e “prossimale†sono impiegati con riferimento alla posizione della ruota R montata sull’albero di equilibratura 3, pertanto il cuscinetto rotoidale prossimale 6 à ̈ quello più esterno e vicino alla ruota R, mentre il cuscinetto rotoidale distale 7 à ̈ quello più interno e lontano dalla ruota R.
In base alla posizione del gruppo di appoggio rotoidale 6, 7, à ̈ possibile suddividere l’albero di equilibratura 3 in una porzione di appoggio 10, che si estende sostanzialmente tra i cuscinetti rotoidali 6, 7, ed una prima porzione a sbalzo 11, che si estende a sbalzo dal cuscinetto rotoidale prossimale 6 e in corrispondenza della quale à ̈ fissabile la ruota R.
Nella particolare forma di attuazione mostrata nelle figure, inoltre, l’albero di equilibratura 3 comprende anche una seconda porzione a sbalzo 12, che si estende a sbalzo dal cuscinetto rotoidale distale 7 e a cui sono associati mezzi motori 13 per la messa in rotazione dell’albero di equilibratura 3 attorno al proprio asse.
Utilmente i mezzi motori 13 consistono in un motore elettrico di tipo “torque†e comprendono un elemento anulare statorico 14 associato al telaio di base 2 ed un elemento anulare rotorico 15 associato all’albero di equilibratura 3.
Gli elementi anulari 14, 15 sono disposti uno dentro l’altro coassialmente all’albero di equilibratura 3 e sono motorizzati per ruotare uno rispetto all’altro.
Più in dettaglio, l’elemento anulare statorico 14 à ̈ disposto esternamente all’elemento anulare rotorico 15 ed à ̈ reso solidale al corpo tubolare 9 in modo coassiale ad esso.
L’elemento anulare rotorico 15, invece, à ̈ reso solidale alla seconda porzione a sbalzo 12.
A questo proposito si specifica che l’impiego di un motore elettrico coassiale all’albero di equilibratura 3 permette di trasmettere una forza motrice torcente senza sollecitare trasversalmente l’albero di equilibratura 3, come invece accadrebbe nel caso in cui si adottasse un motore disassato ed una cinghia di rinvio.
Ciò, chiaramente, favorisce non solo la trasmissione del moto ma anche la misura dello squilibrio della ruota R che, come verrà meglio descritto nel seguito, dipende dalle sollecitazioni meccaniche a cui l’albero di equilibratura 3 à ̈ soggetto.
Analogamente, anche il particolare accorgimento di collegare i mezzi motori 13 sulla seconda porzione a sbalzo 12 contribuisce al corretto funzionamento della macchina 1 in quanto, come più ampiamente verrà detto nel seguito, la misurazione dello squilibrio della mota R avviene in corrispondenza della prima porzione a sbalzo 11 e non viene influenzata dalla presenza dei mezzi motori 13 sulla seconda porzione a sbalzo 12. Non si escludono, tuttavia, alternative forme di attuazione in cui i mezzi motori 13 siano di tipo differente rispetto a quelli mostrati nelle figure. Allo stesso modo non si escludono anche soluzioni alternative in cui l’albero di equilibratura 3 si estenda soltanto fino al cuscinetto rotoidale distale 7 e non presenti la seconda porzione a sbalzo 12; in tal caso i mezzi motori 13 possono essere connessi alla porzione di appoggio 10 dell’albero di equilibratura 3.
L’albero di equilibratura 3 comprende almeno un tratto di misura 16 che à ̈ magnetizzato e, nelle sue vicinanze, genera un campo magnetico.
Per effetto dello squilibrio della R in rotazione sull’albero di equilibratura 3, il tratto di misura 16 à ̈ soggetto ad una condizione di stress; a questo proposito si sottolinea che nell’ambito della presente trattazione con il termine “condizione di stress†si intende che, in presenza della mota R, il tratto di misura 16 viene sottoposto ad una tensione interna e/o deformazione dimensionale derivante dallo stato di torsio-flessione dell’ albero di equilibratura 3.
Per effetto magnetostrittivo, il campo magnetico generato dalla magnetizzazione del tratto di misura 16 varia in funzione della condizione di stress cui il tratto di misura 16 viene sottoposto e tali variazioni possono essere misurate.
A tale scopo, in prossimità del tratto di misura 16 sono disposti mezzi sensori di campo magnetico 17, 18 che sono atti a rilevare per effetto magnetostrittivo la condizione di stress del tratto di misura 16 e sono operativamente associati ad un’unità di elaborazione e controllo 19 atta a determinare lo squilibrio della ruota a partire dalla condizione di stress del tratto di misura 16.
Utilmente, il tratto di misura 16 à ̈ disposto in corrispondenza della prima porzione a sbalzo 1 1, ossia lungo la parte dell’albero di equilibratura 3 che, sostenendo direttamente la ruota R, à ̈ maggiormente sottoposta a tensionarsi e deformarsi.
Ancora più in dettaglio, il tratto di misura 16 à ̈ disposto in prossimità del cuscinetto rotoidale prossimale 6, cioà ̈ nel punto dell’albero di equilibratura 3 in cui la condizione di stress à ̈ massima ed à ̈ più semplice, pratico e agevole rilevare le variazioni di campo magnetico per effetto magnetostrittivo.
Nella forma di attuazione mostrata nelle figure da 3 a 5, l’albero di equilibratura 3 consiste in un fusto longitudinale realizzato in corpo unico che definisce la porzione di appoggio 10, la prima porzione a sbalzo 1 1 e la seconda porzione a sbalzo 12, e che à ̈ magnetizzato almeno in parte in corrispondenza del tratto di misura 16.
In altre parole, il fusto longitudinale 3 può essere magnetizzato solo in corrispondenza di una parte longitudinale che va a costituire il tratto di misura 16.
In alternativa, il fusto longitudinale 3 può essere magnetizzato interamente, nel quale caso il tratto di misura 16 viene definito da quella porzione dell’albero di equilibratura 3 che à ̈ in prossimità dei mezzi sensori di campo magnetico 17, 18 e su cui si effettua il rilevamento della condizione di stress.
Nella forma di attuazione mostrata nelle figure 6 e 7, invece, l’albero di equilibratura 3 à ̈ ottenuto dall’assemblaggio di più componenti e, in dettaglio, comprende:
un primo elemento longitudinale 20, che definisce la porzione di appoggio 10 e la seconda porzione a sbalzo 12;
un secondo elemento longitudinale 21, che à ̈ magnetizzato e definisce il tratto di misura 16; ed
- un terzo elemento longitudinale 22, su cui à ̈ fissabile la ruota R.
Gli elementi longitudinali 20, 21, 22 sono realizzati separati ed uniti in successione tra loro tramite mezzi di collegamento, ad esempio di tipo filettato, o altri sistemi di unione, come saldature o simili.
A tale proposito il secondo elemento longitudinale 21 à ̈ definito da un manicotto provvisto di flange di attacco 23 che ne permettono l’avvitamento al primo elemento longitudinale 20 e al terzo elemento longitudinale 22.
Convenientemente, in questa forma di attuazione il primo elemento longitudinale 20 ed il terzo elemento longitudinale 22 possono essere privi di magnetizzazione, lasciando che solo il secondo elemento longitudinale 21, destinato a svolgere la funzione di tratto di misura 16, venga magnetizzato.
Vantaggiosamente, i mezzi sensori di campo magnetico 17, 18 comprendono una pluralità di elementi magnetometri 17 che rilevano il campo magnetico del tratto di misura 16 e lo trasducono in un segnale elettronico destinato ad essere elaborato dall’ unità di elaborazione e controllo 19 per risalire allo squilibrio della ruota R.
Gli elementi magnetometri 17 sono disposti sostanzialmente attorno al tratto di misura 16.
Per mantenere gli elementi magnetometri 17 nella posizione desiderata, i mezzi sensori di campo magnetico 17, 18 comprendono anche un corpo ad anello 18 disposto in modo da circondare l’albero di equilibratura 3 e supportante gli elementi magnetometri 17.
A tale scopo il corpo ad anello 18 comprende un incavo centrale 24, in cui à ̈ inseribile senza contatto l’albero di equilibratura 3, ed una pluralità di cavità assiali 25, in cui sono alloggiati gli elementi magnetometri 17.
Gli elementi magnetometri 17 e le relative cavità assiali 25 sono disposte in prossimità dell’incavo centrale 24 così da risultare in prossimità del tratto di misura 16 ed agevolare la misurazione del suo campo magnetico.
Gli elementi magnetometri 17 sono distribuiti sul corpo ad anello 18 con passo costante e, preferibilmente, sono presenti in numero di quattro, con collocazione a 90° tra loro.
Più in dettaglio, i quattro elementi magnetometri 17 sono disposti rispettivamente nelle posizioni corrispondenti alle “ore 3†, alle “ore 6†, alle “ore 9†e alle “ore 12†, dove con le espressioni “ore 3†, “ore 6†, “ore 9†ed “ore 12†si intendono le relative posizioni angolari sul corpo ad anello 18 suddiviso ipoteticamente in dodici ore come il quadrante di un orologio, in cui le “ore 6†e le “ore 12†sono dunque definite dall’intersezione del corpo ad anello 18 con il piano verticale su cui giace l’albero di equilibratura 3, mentre le “ore 3†e le “ore 9†sono definite dall’ intersezione del corpo ad anello 18 con il piano orizzontale su cui giace l’albero di equilibratura 3. Il particolare accorgimento di prevedere quattro elementi magnetometri 17 sfasati di 90° tra loro permette, da un lato, di indagare con grande precisione tutta l’area attorno al tratto di misura 16 che à ̈ investita dal suo campo magnetico e, dall’altro lato, di collegare elettronicamente i quattro elementi magnetometri 17 a formare un ponte elettrico di misura.
Nella forma di attuazione mostrata in dettaglio nelle figure 3 e 4, il corpo ad anello 18 consiste in un corpo unico ed à ̈ associato in modo sostanzialmente coassiale al corpo tubolare 9.
A tale scopo il corpo ad anello 18 à ̈ dotato di apposite sedi di accoppiamento 26 che ne consentono l’avvitamento al corpo tubolare 9. Non si escludono, tuttavia, alternative forme di attuazione in cui il corpo ad anello 18 sia ottenuto dall’assemblaggio di due o più componenti sagomati ad arco di cerchio, come nel caso della soluzione mostrata nelle figure 6 e 7 in cui, la presenza delle flange di attacco 23 sul secondo elemento longitudinale 21, richiede necessariamente che il corpo ad anello 18 sia realizzato in almeno due pezzi per consentire il montaggio della macchina 1.
Non si escludono, inoltre, alternative forme di attuazione in cui il corpo ad anello 18 sia montato sul telaio di base 2 in una posizione e in modo differente rispetto a quella mostrata nelle figure.
Il funzionamento della macchina 1 Ã ̈ il seguente.
Al momento del montaggio della ruota R sull’albero di equilibratura 3, il peso della ruota R determina l’insorgere di una condizione di stress non presente in precedenza.
In altre parole, anche solo la presenza della ruota R comporta una leggera flessione dell’albero di equilibratura 3 e, in particolare, del suo tratto di misura 16.
Per effetto magnetostrittivo, la condizione di stress determina una variazione nel campo magnetico generato dal tratto di misura 16, che viene misurata dagli elementi magnetometri 17 e trasdotta in un segnale elettronico corrispondente.
A partire da questo segnale elettronico, l’unità di elaborazione e controllo 19 à ̈ in grado di risalire al peso della mota R.
La misura del peso, in combinazione con le dimensioni della mota che possono essere acquisite in modo tradizionale, concorre a consentire all’unità di elaborazione e controllo 19 di:
calcolare l’inerzia della mota R;
apprendere se la mota R Ã ̈ una mota da autovettura, una mota da autocarro o una mota da motociclo.
In funzione di queste informazioni la macchina 1 à ̈ ipoteticamente in grado di suggerire un programma di equilibratura differente, che ad esempio impieghi criteri e parametri di calcolo differenziati in base al tipo di R, modificando la velocità di acquisizione ed il grado di approssimazione/tolleranza a seconda del caso.
Quando la mota R viene messa in rotazione, inoltre, il suo squilibrio determina una serie di ulteriori variazioni nella condizione di stress dell’albero di equilibratura 3 e del tratto di misura 16.
Anche in questo caso, quindi, per effetto magnetostrittivo la condizione di stress indotto dallo squilibrio della mota R determina una variazione nel campo magnetico generato dal tratto di misura 16.
L’andamento del campo magnetico viene rilevato dai mezzi sensori di campo magnetico 17, 18 che lo trasducono in un corrispondente segnale elettronico.
A partire da questo segnale elettronico, l’unità di elaborazione e controllo 19 à ̈ in grado di risalire allo squilibrio della R e di calcolare l’entità e la posizione della/e massa/e di bilanciamento da applicare alla R per equilibrarla.
Claims (15)
- RIVENDICAZIONI 1) Macchina equilibratrice (1) per l' equilibratura di ruote di veicoli, comprendente: almeno un telaio di base (2); almeno un albero di equilibratura (3) su cui à ̈ fissabile una ruota (R) di veicoli da equilibrare; almeno un gruppo di appoggio rotoidale (6, 7), montato su detto telaio di base (2) e supportante detto albero di equilibratura (3) in modo ruotabile attorno al proprio asse; mezzi motori (13) per la messa in rotazione di detto albero di equilibratura (3) attorno al proprio asse; caratterizzata dal fatto che detto albero di equilibratura (3) comprende almeno un tratto di misura (16) che à ̈ magnetizzato e soggetto ad una condizione di stress per effetto dello squilibrio di detta (R) in rotazione su detto albero di equilibratura (3), in prossimità di detto tratto di misura (16) essendo disposti mezzi sensori di campo magnetico (17, 18) che sono atti a rilevare per effetto magnetostrittivo detta condizione di stress del tratto di misura (16) e sono operativamente associati ad almeno un’unità di elaborazione e controllo (19) atta a determinare lo squilibrio di detta (R) a partire da detta condizione di stress del tratto di misura (16).
- 2) Macchina (1) secondo la rivendicazione 1, caratterizzata dal fatto detti mezzi sensori di campo magnetico (17, 18) comprendono una pluralità di elementi magnetometri (17) disposti sostanzialmente attorno a detto tratto di misura (16).
- 3) Macchina (1) secondo la rivendicazione 2, caraterizzata dal fatto che detti mezzi sensori di campo magnetico (17, 18) comprendono almeno un corpo ad anello (18) disposto in modo da circondare detto albero di equilibratura (3) e supportante detti elementi magnetometri (17).
- 4) Macchina (1) secondo la rivendicazione 3, caraterizzata dal fatto che deto corpo ad anello (18) comprende una pluralità di cavità assiali (25) in cui sono inseriti detti elementi magnetometri (17).
- 5) Macchina (1) secondo la rivendicazione 3 o 4, caratterizzata dal fatto che deti elementi magnetometri (17) sono distribuiti su detto corpo ad anello (18) con passo costante.
- 6) Macchina (1) secondo la rivendicazione 5, caraterizzata dal fatto che deti elementi magnetometri (17) sono quattro e distribuiti a 90° su detto corpo ad anello (18).
- 7) Macchina (1) secondo una o più delle rivendicazioni precedenti, caraterizzata dal fatto che detto gruppo di appoggio rotoidale (6, 7) comprende almeno un cuscineto rotoidale prossimale (6) ed un cuscinetto rotoidale distale (7), deto albero di equilibratura (3) comprendendo una porzione di appoggio (10), che si estende sostanzialmente tra detti cuscinetti rotoidali (6, 7), ed una prima porzione a sbalzo (11), che si estende a sbalzo da detto cuscinetto rotoidale prossimale (6) e su cui à ̈ fissabile detta ruota (R).
- 8) Macchina (1) secondo la rivendicazione 7, caraterizzata dal fato che detto trato di misura (16) Ã ̈ disposto in corrispondenza di detta prima porzione a sbalzo (11).
- 9) Macchina (1) secondo la rivendicazione 8, caraterizzata dal fatto che detto tratto di misura (16) disposto in corrispondenza di detta prima porzione a sbalzo (11) à ̈ in prossimità di detto cuscinetto rotoidale prossimale (6).
- 10) Macchina (1) secondo una o più delle rivendicazioni precedenti, caratterizzata dal fatto che detto albero di equilibratura (3) comprende una seconda porzione a sbalzo (12), che si estende a sbalzo da detto cuscinetto rotoidale distale (7) e a cui sono associati detti mezzi motori (13).
- 11) Macchina (1) secondo una o più delle rivendicazioni precedenti, caratterizzata dal fatto che detto albero di equilibratura (3) comprende un fusto longitudinale realizzato in corpo unico che definisce detta porzione di appoggio (10) e detta prima porzione a sbalzo (11) e che à ̈ magnetizzato almeno in parte in corrispondenza di detto tratto di misura (16).
- 12) Macchina (1) secondo una o più delle rivendicazioni da 1 a 10, caratterizzata dal fatto che detto albero di equilibratura (3) comprende un primo elemento longitudinale (20) che definisce detta porzione di appoggio (10), un secondo elemento longitudinale (21) che à ̈ magnetizzato e definisce detto tratto di misura (16), ed un terzo elemento longitudinale (22) su cui à ̈ fissabile detta ruota (R), detti elementi longitudinali (20, 21, 22) essendo realizzati separati ed uniti in successione tra loro.
- 13) Macchina (1) secondo la rivendicazione 12, caratterizzata dal fatto che detto secondo elemento longitudinale (21) comprende un manicotto provvisto di flange di attacco (23) a detto primo elemento longitudinale (20) e a detto terzo elemento longitudinale (22).
- 14) Macchina (1) secondo una o più delle rivendicazioni precedenti, caratterizzata dal fatto che detto telaio di base (2) comprende almeno un corpo tubolare (9) che alloggia detto gruppo di appoggio rotoidale (6, 7) e a cui à ̈ associato sostanzialmente coassiale detto corpo ad anello (18).
- 15) Macchina (1) secondo una o più delle rivendicazioni precedenti, caratterizzata dal fatto che detti mezzi motori (13) comprendono un elemento anulare statorico (14) associato a detto telaio di base (2) ed un elemento anulare retorico (15) associato a detto albero di equilibratura (3), detti elementi anulari (14, 15) essendo disposti uno dentro l’altro coassialmente a detto albero di equilibratura (3) ed essendo motorizzati per ruotare uno rispetto all’altro.
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