ITMO20100158A1 - Mezzi di protezione perfezionati - Google Patents

Description

Mezzi di protezione perfezionati L’invenzione riguarda mezzi di protezione, in particolare per la protezione di stampi per ceramica.

Sono noti stampi per la pressatura di materiale ceramico comprendenti un primo semistampo e un secondo semistampo destinati a pressare il materiale ceramico. Il primo semistampo comprende un elemento di base e una cornice, internamente alla quale sono ricevuti tamponi. I tamponi sono mobili tra una prima posizione nella quale definiscono insieme alla cornice cavità destinate a ricevere il materiale ceramico ed una seconda posizione nella quale una faccia superiore dei tamponi à ̈ sostanzialmente allineata con una faccia superiore della cornice per individuare un piano di movimentazione sul quale vengono movimentate piastrelle appena formate, così da essere espulse dallo stampo.

Il primo semistampo comprende inoltre un elemento di movimentazione per movimentare i tamponi dalla prima posizione alla seconda posizione e viceversa. Tra l’elemento di base e l’elemento di movimentazione à ̈ disposto un elemento di protezione conformato come un soffietto. Il soffietto presenta un bordo inferiore fissato all’elemento di base ed un bordo superiore, opposto al bordo inferiore, fissato all’elemento di movimentazione, in modo tale che il soffietto circondi l’elemento di movimentazione. Quando l’elemento di movimentazione viene azionato, il bordo superiore del soffietto segue l’elemento di movimentazione. Il soffietto, infatti, à ̈ conformato in modo tale da allungarsi lungo una direzione di spostamento dell’elemento di movimentazione.

Il soffietto comprende un corpo laminare provvisto di uno strato più interno di pelle, di uno strato intermedio di materiale adesivo ed di uno strato più esterno di materia plastica impermeabile all’aria ed ai fluidi, che aderisce allo strato interno attraverso il materiale adesivo. Lo strato più esterno di materia plastica funge da protezione dello strato più interno di pelle. Il soffietto risulta quindi impermeabile all’aria e circonda completamente l’elemento di movimentazione. In questo modo, il soffietto evita che il materiale ceramico – in particolare la polvere formata dalle particelle di granulometria più fine – si inserisca tra l’elemento di movimentazione e l’elemento di base e, di conseguenza, impedisce al materiale ceramico di danneggiare lo stampo.

La domanda di brevetto italiano MO2007A000201 descrive un soffietto in cui nello strato intermedio di materiale adesivo e nello strato più esterno di materia plastica impermeabile all’aria ed ai fluidi à ̈ ricavata una pluralità di fori che consentono il passaggio di un flusso gassoso, in particolare un flusso di aria, attraverso il corpo laminare stesso.

In questo modo, al termine di ogni ciclo di pressatura, quando l’elemento di movimentazione movimenta il primo semistampo dalla seconda posizione alla prima posizione, il flusso gassoso, che fuoriesce dal soffietto attraversando il corpo laminare tramite i fori ricavati sullo strato intermedio e sullo strato più esterno, rimuove particelle di materiale ceramico depositate su di esso durante le precedenti fasi del ciclo di pressatura e così pulisce la superficie esterna del soffietto, in particolare dello strato più esterno in materia plastica.

Benché i fori del soffietto decritto in MO2007A000201 consentano di mantenere il soffietto sufficientemente pulito riducendone l’usura, tuttavia, particelle di materiale ceramico piuttosto fini presenti nell’ambiente esterno possono inserirsi all’interno dei fori e ostruirli parzialmente. In certe condizioni di umidità e temperatura dell’ambiente esterno, in alcune zone del soffietto le particelle fini possono compattarsi all’interno dei fori e bloccare il flusso di aria attraverso questi ultimi. Ne consegue che il flusso gassoso non riesce più ad eliminare dalla superficie esterna del soffietto le particelle di materiale ceramico in tali zone del soffietto, riducendo, pertanto, l’efficienza del soffietto.

Le particelle di materiale ceramico che non vengono rimosse dal flusso gassoso possono causare la rottura del soffietto. Infatti, il materiale ceramico che si accumula su soffietto causa che questo ultimo si indurisca e tenda a rompersi, in quanto risulta meno deformabile. Per rimuovere tali particelle di materiale ceramico à ̈ quindi necessaria una pulizia del soffietto, effettuata manualmente – eventualmente tramite opportuni aspirapolvere - e, richiede, pertanto, operatori ad essa preposti.

Per effettuare la suddetta pulizia à ̈ necessario arrestare il funzionamento di una pressa ceramica sulla quale lo stampo à ̈ installato. Ciò comporta una riduzione della produttività della pressa stessa.

Inoltre, dove il materiale ceramico depositato sul soffietto non viene rimosso dal flusso gassoso, durante l’azionamento dell’elemento di movimentazione, possono formarsi sul soffietto delle lacerazioni dovute allo sfregamento del materiale ceramico depositato su una porzione di parete esterna del soffietto contro una ulteriore porzione della suddetta parete esterna. Tali lacerazioni causano una diminuzione della vita di esercizio del soffietto.

Infatti, quando le lacerazioni sono tali da compromettere l’efficacia del soffietto, quest’ultimo deve essere riparato o addirittura sostituito.

Ciò comporta un aumento dei costi e una ulteriore riduzione della produttività della pressa stessa.

Inoltre, quando il soffietto à ̈ lacerato, una parte delle particelle di materiale ceramico può attraversare le lacerazioni e inserirsi tra l’elemento di movimentazione e l’elemento di base, danneggiando lo stampo.

Uno scopo dell’invenzione à ̈ migliorare i soffietti di protezione per stampi ceramici di tipo noto.

Un altro scopo dell’invenzione à ̈ ottenere mezzi di protezione per uno stampo ceramico che non richiedano frequenti operazioni di pulizia.

Un ulteriore scopo à ̈ di prevedere mezzi di protezione per uno stampo ceramico che abbiano una relativamente elevata resistenza all’usura.

Ancora un ulteriore scopo à ̈ di prevedere mezzi di protezione per uno stampo ceramico che consentano ad un flusso gassoso di fuoriuscire in maniera efficace dallo stampo ceramico, in particolare nel caso di stampi ceramici di grandi dimensioni, durante le fasi del ciclo di pressatura.

Secondo l’invenzione, sono previsti mezzi di protezione come definiti nella rivendicazione 1.

Grazie ai mezzi di protezione secondo l’invenzione, l’elemento di movimentazione e l’elemento di base vengono protetti in maniera efficace dalle particelle di materiale ceramico con cui lo stampo durante le fasi del ciclo di pressatura può venire a contatto e danneggiarsi.

L’invenzione potrà essere meglio compresa e attuata con riferimento agli allegati disegni che ne illustrano una forma esemplificativa e non limitativa di attuazione, in cui:

Figura 1 Ã ̈ una vista frontale di uno stampo per la pressatura di materiale ceramico in una configurazione operativa;

Figura 2 à ̈ una vista come quella di Figura 1, che mostra lo stampo in un’ulteriore configurazione operativa;

Figura 3 Ã ̈ un particolare di Figura 1, che mostra mezzi di protezione dello stampo;

Figura 4 Ã ̈ una sezione trasversale interrotta dei mezzi di protezione;

Figura 5 Ã ̈ una vista schematica in pianta dei mezzi di protezione;

Figura 6 Ã ̈ una sezione presa lungo un piano VI-VI di Figura 5;

Figura 7 Ã ̈ una sezione presa lungo un piano VII-VII di Figura 5 e ruotata di 90°.

Le Figure 1 e 2 mostrano uno stampo 1 per la pressatura di materiale ceramico 18 comprendente un primo semistampo 2 ed un secondo semistampo 3 disposto ad una quota verticale superiore a quella del primo semistampo 2. In particolare, il primo semistampo 2 può essere associato ad un basamento fisso di una pressa ceramica ed il secondo semistampo 3 può essere associato ad una traversa mobile della pressa ceramica. Il primo semistampo 2 comprende un elemento di base 5 destinato a rimanere fisso durante le operazioni di pressatura. Il primo semistampo 2 comprende inoltre una cornice 6 fissata all’elemento di base 5 attraverso colonne di sostegno 7. Le colonne di sostegno 7 presentano una prima estremità 9 fissata all’elemento di base 5 ed una seconda estremità 8, opposta alla prima estremità 9, fissata alla cornice 6.

La cornice 6 definisce una intelaiatura 11 all’interno della quale sono mobili tamponi 12, come sarà descritto in maggiore dettaglio nel seguito. In particolare, ciascun tampone 12 à ̈ inserito all’interno di un vano 13 definito nell’intelaiatura 11 e può scorrere lungo una direzione di movimentazione A1 che à ̈ sostanzialmente perpendicolare ad un piano individuato da una superficie superiore 40 della cornice 6 e sostanzialmente parallela ad un asse del vano 13.

Il primo semistampo 2 comprende inoltre un elemento di movimentazione 10 disposto tra la cornice 6 e l’elemento di base 5. Ciascun tampone 12 à ̈ fissato all’elemento di movimentazione 10 e si proietta dall’elemento di movimentazione 10 verso il rispettivo vano 13. L’elemento di movimentazione 10 à ̈ mobile lungo la direzione di movimentazione A1 e provvede, in questo modo, a movimentare i tamponi 12.

Sono presenti mezzi di azionamento, non mostrati, ad esempio mezzi di azionamento a cilindro idraulico che azionano l’elemento di movimentazione 10.

In particolare, il primo semistampo 2 può assumere una prima configurazione operativa X1, mostrata in Figura 1, nella quale i tamponi 12 cooperano con i vani 13 per definire cavità 14 disposte per ricevere il materiale ceramico 18, ed una seconda configurazione operativa X2, mostrata in Figura 2, nella quale una faccia 15 di ciascun tampone 12 à ̈ sostanzialmente complanare con la superficie superiore 40. Quando il primo semistampo 2 à ̈ nella seconda configurazione operativa X2, le facce 15 e la superficie superiore 40 definiscono un piano di movimentazione P lungo il quale vengono movimentate piastrelle 17 ottenute dalla pressatura del materiale ceramico 18.

Il secondo semistampo 3 comprende ulteriori tamponi 4 che si proiettano dal secondo semistampo 3 verso il primo semistampo 2 e sono disposti in corrispondenza dei tamponi 12. Gli ulteriori tamponi 4 pressano il materiale ceramico 18 all’interno delle cavità 14 per ottenere le piastrelle 17. Il secondo semistampo 3 à ̈ mobile lungo la direzione di movimentazione A1, in modo tale da avvicinarsi al, e da allontanarsi dal, primo semistampo 2.

Lo stampo 1 comprende inoltre mezzi di protezione, disposti per impedire che particelle di materiale ceramico 18 possano danneggiare un componente di cui lo stampo 1 Ã ̈ dotato.

I mezzi di protezione comprendono un elemento di protezione 19, disposto tra l’elemento di base 5 e l’elemento di movimentazione 10, in modo tale da circondare l’elemento di movimentazione 10.

L’elemento di protezione 19 comprende un corpo laminare 41, ad esempio realizzato in materiale flessibile.

In particolare, l’elemento di protezione 19 comprende una prima zona periferica 20 fissata all’elemento di base 5 attraverso mezzi di collegamento 23, come mostrato in Figura 3. L’elemento di protezione 19 comprende inoltre una seconda zona periferica 21, opposta alla prima zona periferica 20, fissata all’elemento di movimentazione 10 attraverso ulteriori mezzi di collegamento 22. I mezzi di collegamento 23 e gli ulteriori mezzi di collegamento 22 possono comprendere viti 24 che si inseriscono in fori 25 ricavati nell’elemento di movimentazione 10 e nell’elemento di base 5. In alternativa, i mezzi di collegamento 23 e gli ulteriori mezzi di collegamento 22 possono comprendere un materiale di fissaggio, quale un adesivo, o una colla, ad esempio silicone.

L’elemento di protezione 19 avvolge l’elemento di movimentazione 10 in modo tale da separare una zona interna 26, interposta tra l’elemento di movimentazione 10 e l’elemento di base 5, da un ambiente esterno all’elemento di protezione 19 e disposto da parte opposta alla zona interna 26 rispetto all’elemento di protezione 19.

L’elemento di protezione 19 risulta deformabile lungo la direzione di movimentazione A1, così da consentire all’elemento di movimentazione 10 di spostarsi rispetto all’elemento di base 5. In particolare, come mostrato nelle Figure da 5 a 7, l’elemento di protezione 19 presenta una pluralità di pieghe che gli conferiscono una forma a soffietto, in modo tale da potersi allungare lungo la direzione di movimentazione A1. Quando l’elemento di movimentazione 10 viene azionato, la seconda zona periferica 21 si muove insieme all’elemento di movimentazione 10 e l’elemento di protezione 19 modifica la propria dimensione lungo la direzione di movimentazione A1.

Con riferimento alla Figura 4, l’elemento di protezione 19 comprende un primo strato 27 rivolto verso la zona interna 26. Il primo strato 27 à ̈ permeabile ad un flusso gassoso. In particolare, il primo strato 27 può essere realizzato in pelle.

L’elemento di protezione 19 comprende inoltre un secondo strato 29 associato al primo strato 27 e rivolto verso un ambiente esterno all’elemento di protezione 19, opposto alla zona interna 26. Il secondo strato 29 à ̈ impermeabile ad un flusso gassoso. In particolare, il secondo strato 29 può essere realizzato in materia plastica. Il secondo strato 29 funge da protezione per il primo strato 27.

Tra il primo strato 27 ed il secondo strato 29 Ã ̈ interposto uno strato intermedio 28 comprendente un materiale adesivo, in modo tale che il secondo strato 29 aderisca al primo strato 27 per mezzo del materiale adesivo dello strato intermedio 28.

Nell’elemento di protezione 19 sono ricavati fori 30 che consentono il passaggio di un flusso gassoso attraverso il corpo laminare 41.

I fori 30 possono essere realizzati come una pluralità di microfori.

I fori 30 attraversano completamente il primo strato 27, il secondo strato 29 e lo strato intermedio 28.

In una versione alternativa i fori 30 possono essere realizzati come quelli dell’elemento di protezione 19 descritto in MO2007A000201, vale a dire che possono attraversare completamente solo il secondo strato 29 e lo strato intermedio 28.

I fori 30 hanno assi D sostanzialmente perpendicolari ad una superficie 33 del secondo strato 29 rivolta verso un ambiente esterno disposto da parte opposta alla zona interna 26 rispetto all’elemento di protezione 19. I fori 30 possono essere realizzati per mezzo di un laser, di una fustella, ossia una piastra dalla quale si dipartono punzoni cavi, oppure per mezzo di una piastra dalla quale si dipartono elementi appuntiti, ad esempio aghi.

I fori 30 presentano un primo bordo 31 che à ̈ disposto sulla superficie 33 ed un secondo bordo 32 che à ̈ disposto su un’ulteriore superficie 34 dello strato intermedio 28 rivolta verso il primo strato 27. Un flusso gassoso può attraversare l’elemento di protezione 19 passando dalla zona interna 26 in allontanamento da quest’ultima verso un ambiente esterno all’elemento di protezione 19 e disposto da parte opposta alla zona interna 26 rispetto all’elemento di protezione 19.

I mezzi di protezione comprendono, inoltre, un ulteriore elemento di protezione 35, atto ad impedire che particelle di materiale ceramico 18 possano interagire con l’elemento di protezione 19, e, tramite i fori 30 di quest’ultimo, possano giungere nella zona interna 26 e interporsi tra l’elemento di movimentazione 10 e l’elemento di base 5.

L’ulteriore elemento di protezione 35 comprende un elemento laminare 36, ad esempio realizzato in materiale flessibile. L’elemento laminare 36 comprende un materiale in tessuto o un materiale in tessuto non tessuto quale, ad esempio, feltro, in particolare un feltro agugliato.

Il materiale flessibile comprende fibre molto compatte, il che impedisce alle particelle di materiale ceramico 18, presenti nell’ambiente esterno, di attraversare l’ulteriore elemento di protezione 35 e interagire con l’elemento di protezione 19, eventualmente danneggiandolo. In questo modo, inoltre, le particelle di materiale ceramico 18 non attraversano i fori 30 e perciò non si possono interporre tra l’elemento di movimentazione 10 e l’elemento di base 5, eventualmente danneggiando lo stampo 1.

In particolare il feltro comprende fibre di poliestere.

Inoltre, il feltro può avere le seguenti caratteristiche: peso: 500 - 600 g/m<2>;

permeabilità all’aria: 100 - 140 l/dm<2>/min;

spessore: 2,00 - 2,50 mm.

Inoltre il feltro può comprendere, in particolare superficialmente, fibre di carbonio che proteggono il feltro contro particelle incandescenti e conferiscono al feltro proprietà di ritardare la propagazione della fiamma.

L’ulteriore elemento di protezione 35 comprende una prima zona perimetrale 37 fissata all’elemento di protezione 19 in prossimità della prima zona periferica 20.

L’ulteriore elemento di protezione 35 comprende, inoltre, una seconda zona perimetrale 39, opposta alla prima zona perimetrale 37, fissata all’elemento di protezione 19 in prossimità della seconda zona periferica 21.

L’ulteriore elemento di protezione 35 e l’elemento di protezione 19 sono fissati reciprocamente tramite mezzi di fissaggio.

I mezzi di fissaggio comprendono una cucitura 38, che collega la prima zona perimetrale 37 alla prima zona periferica 20.

I mezzi di fissaggio comprendono, inoltre, una ulteriore cucitura 42, che collega la seconda zona perimetrale 39 alla seconda zona periferica 21.

La cucitura 38 e l’ulteriore cucitura 42 possono percorrere l’intera lunghezza rispettivamente della prima zona perimetrale 37 e della seconda zona perimetrale 39, oppure solamente una loro porzione.

La cucitura 38 e l’ulteriore cucitura 42 sono realizzate tramite l’impiego di una macchina da cucire industriale di tipo noto.

In una versione non illustrata, i mezzi di fissaggio possono comprendere un materiale di fissaggio, quale un adesivo, o una colla, oppure un materiale ad uncini ed anse come ad esempio Velcro<®>.

I mezzi di fissaggio devono essere tali da limitare o addirittura impedire che le particelle di materiale ceramico 18 passino attraverso di essi.

L’ulteriore elemento di protezione 35, così come l’elemento di protezione 19, risulta quindi disposto tra l’elemento di base 5 e l’elemento di movimentazione 10, e circonda la superficie 33 dell’elemento di protezione 19.

Quando l’elemento di protezione 19 à ̈ fissato all’elemento di movimentazione 10 e all’elemento di base 5 tramite le viti 24 che si inseriscono nei rispettivi fori 25, nell’elemento laminare 36 dell’ulteriore elemento di protezione 35 à ̈ ricavata una pluralità di aperture ciascuna delle quali à ̈ disposta in corrispondenza di un foro 25 per consentire il passaggio delle suddette viti 24 anche attraverso l’ulteriore elemento di protezione 35.

L’ulteriore elemento di protezione 35 può essere fissato all’elemento di protezione 19 quando quest’ultimo non à ̈ ancora stato montato allo stampo 1 oppure quando quest’ultimo à ̈ già stato montato allo stampo 1.

Nel primo caso innanzitutto l’ulteriore elemento di protezione 35 e l’elemento di protezione 19 vengono uniti tramite i mezzi di fissaggio e, successivamente, viene fissato l’elemento di protezione 19, congiuntamente all’ulteriore elemento di protezione 35, all’elemento di movimentazione 10 e all’elemento di base 5 tramite, rispettivamente, i mezzi di collegamento 22 e gli ulteriori mezzi di collegamento 23.

Nel secondo caso, invece, viene innanzitutto fissato l’elemento di protezione 19 all’elemento di movimentazione 10 e all’elemento di base 5 tramite, rispettivamente, i mezzi di collegamento 22 e gli ulteriori mezzi di collegamento 23 e, successivamente, viene montato l’ulteriore elemento di protezione 35 all’elemento di protezione 19 tramite i mezzi di fissaggio. In questo secondo caso, l’ulteriore elemento di protezione 35 à ̈ conformato come una striscia di feltro disposta per circondare l’elemento di protezione 19. L’ulteriore elemento di protezione 35 comprende, perciò, due opposte estremità che vengono sovrapposte l’una sull’altra per serrare la striscia di feltro attorno allo stampo 1. A tale scopo, le estremità della striscia di feltro sono provviste di mezzi di chiusura, in particolare disposti per la chiusura rapida delle due estremità. I mezzi di chiusura possono comprendere un materiale scelto tra Velcro<®>, colla, un materiale adesivo o un nastro biadesivo. In questo secondo caso, i mezzi di fissaggio per fissare l’ulteriore elemento di protezione 35 all’elemento di protezione 19 possono comprendere un materiale scelto tra Velcro<®>, colla, un materiale adesivo, o un nastro biadesivo.

In alternativa alle versioni sopra indicate, l’ulteriore elemento di protezione 35 può essere fissato all’elemento di protezione 19 anche solamente tramite le viti 24 che consentono di assicurare l’elemento di protezione 19 allo stampo 1, ossia i mezzi di fissaggio coincidono con le viti 24.

Naturalmente, ognuna delle versioni sopra descritte dei mezzi di fissaggio può essere prevista in combinazione con una qualunque versione sopra indicata dei mezzi di collegamento.

Tra la superficie 33 del secondo strato 29 dell’elemento di protezione 19 ed una superficie interna 45 dell’elemento laminare 36 dell’ulteriore elemento di protezione 35 risulta definita una camera 44.

L’elemento laminare 36 à ̈ tale da lasciar passare un flusso gassoso, in particolare uscente dalla camera 44 in allontanamento dall’elemento di movimentazione 10 verso l’ambiente esterno.

Inoltre, l’elemento laminare 36 funge da filtro così da impedire a particelle di materiale ceramico 18 di penetrare dall’ambiente esterno nella camera 44. Le particelle di materiale ceramico 18 inevitabilmente presenti nell’ambiente esterno durante le fasi del ciclo di pressatura si depositano, infatti, su una superficie esterna 46 dell’elemento laminare 36, rivolta verso l’ambiente esterno. Nell’uso, il flusso gassoso che dalla zona interna 26 attraversa l’elemento di protezione 19 e l’ulteriore elemento di protezione 35 rimuove tali particelle di materiale ceramico 18.

Grazie alla compattezza delle fibre di cui à ̈ composto l’elemento laminare 36 tali particelle non possono penetrare all’interno della camera 44.

In questo modo, viene eliminata la possibilità che particelle di materiale ceramico 18 possano depositarsi sulla superficie 33, danneggiando in parte o irreparabilmente l’elemento di protezione 19 o che attraverso l’elemento di protezione 19, in particolare quando quest’ultimo à ̈ danneggiato o attraverso i fori 30, particelle di materiale ceramico 18 possano interporsi tra l’elemento di movimentazione 10 e l’elemento di base 5, danneggiando lo stampo 1.

L’ulteriore elemento di protezione 35 risulta deformabile lungo la direzione di movimentazione A1, così da consentire all’elemento di movimentazione 10 di spostarsi rispetto all’elemento di base 5, così come avviene per l’elemento di protezione 19. Infatti, come mostrato in particolare nelle Figure da 5 a 7, l’ulteriore elemento di protezione 35 comprende una porzione ad ansa, ossia una porzione curva, o arcuata, avente in particolare concavità rivolta verso lo stampo 1, la quale consente all’ulteriore elemento di protezione 35 di distendersi lungo la direzione di movimentazione A1.

La conformazione ad una sola ansa dell’ulteriore elemento di protezione 35 consente di limitare o addirittura evitare che particelle di materiale ceramico 18 si depositino sulla superficie esterna 46 dell’ulteriore elemento di protezione 35. Infatti, le particelle di materiale ceramico 18 tendono a scorrere sulla superficie esterna 46.

Quando l’elemento di movimentazione 10 viene azionato, la seconda zona perimetrale 39 si muove insieme alla seconda zona periferica 21 e insieme all’elemento di movimentazione 10, l’ulteriore elemento di protezione 35 modificando, così, la propria dimensione lungo la direzione di movimentazione A1.

Il funzionamento dei mezzi di protezione secondo l’invenzione verrà di seguito descritto.

Inizialmente il primo semistampo 2 à ̈ nella prima configurazione operativa X1. Il materiale ceramico 18 viene depositato all’interno delle cavità 14.

Successivamente, il secondo semistampo 3 viene movimentato verso il primo semistampo 2 lungo la direzione di movimentazione A1, in modo tale che gli ulteriori tamponi 4 penetrino all’interno delle cavità 14 e pressino il materiale ceramico 18 per formare le piastrelle 17.

Successivamente, il secondo semistampo 3 si allontana dal primo semistampo 2 lungo la direzione di movimentazione A1, in modo che gli ulteriori tamponi 4 fuoriescano dalle cavità 14. Viene quindi azionato l’elemento di movimentazione 10 che provvede a movimentare i tamponi 12 lungo la direzione di movimentazione A1 fino a quando il primo semistampo 2 assume la seconda configurazione operativa X2.

Quando il primo semistampo 2 ha assunto la seconda configurazione operativa X2, le piastrelle 17 sono espulse dalle cavità 14, sono disposte sul piano di movimentazione P e possono quindi essere rimosse dallo stampo 1.

Successivamente, viene nuovamente azionato l’elemento di movimentazione 10 che provvede a movimentare i tamponi 12 fino a quando il primo semistampo 2 assume la prima configurazione operativa X1, in modo tale che lo stampo 1 sia pronto per un nuovo ciclo di pressatura. Poiché l’elemento di movimentazione 10 si avvicina all’elemento di base 5, il volume della zona interna 26 diminuisce e, di conseguenza, la pressione all’intero della zona interna 26 aumenta. L’aria presente nella zona interna 26 viene spinta verso l’elemento di protezione 19, creando un flusso gassoso che attraversa il corpo laminare 41 in allontanamento dall’elemento di movimentazione 10. In particolare, il flusso gassoso attraversa inizialmente il primo strato 27, lo strato intermedio 28 e il secondo strato 29 percorrendo i fori 30. Il flusso gassoso fuoriesce quindi dal primo bordo 31. Successivamente, il flusso gassoso attraversa la camera 44 e l’elemento laminare 36, disperdendosi poi nell’ambiente esterno.

Durante tutte le fasi del ciclo di pressatura, l’ulteriore elemento di protezione 35 impedisce che le particelle di materiale ceramico 18 - o di altri materiali indesiderati – entrino nella camera 44.

Le particelle di materiale ceramico 18 presenti nell’ambiente esterno, infatti, sono trattenute dalla superficie esterna 46 e si depositano su quest’ultima.

Il flusso gassoso, che esce attraverso l’elemento laminare 36 dopo che il primo semistampo 2 à ̈ stato portato dalla seconda configurazione operativa X2 alla prima configurazione operativa X1, investe le particelle di materiale ceramico 18 - e degli altri materiali indesiderati - che si sono depositate sulla superficie esterna 46, staccandole dalla superficie esterna 46 e disperdendole nell’ambiente esterno.

In questo modo al termine di ogni ciclo di pressatura, il flusso gassoso in uscita dall’ulteriore elemento di protezione 35 pulisce la superficie esterna 46 dell’ulteriore elemento di protezione 35 stesso, liberandola da eventuali particelle di materiale ceramico 18 depositate su di essa durante le precedenti fasi del ciclo di pressatura.

La vita di esercizio dell’elemento di protezione 19 risulta assai più lunga di quella dei soffietti noti in quanto l’ulteriore elemento di protezione 35 evita depositi di particelle di materiale ceramico 18 sulla superficie 33 che riducono la flessibilità del corpo laminare 41 e ne usurano la superficie 33 dal momento che impedisce alle particelle di materiale ceramico 18 di entrare all’interno della camera 44.

Inoltre, l’ulteriore elemento di protezione 35, impedendo a particelle di materiale ceramico 18 di penetrare nella camera 44, evita, inoltre, che queste ultime possano inserirsi all’interno dei fori 30 dell’elemento di protezione 19, raggiungere la zona interna 26 e interporsi tra l’elemento di movimentazione 10 e l’elemento di base 5, danneggiando lo stampo 1.

Grazie ai mezzi di protezione, le operazioni di pulizia vengono ridotte o addirittura eliminate. Di conseguenza, non à ̈ necessario che sia preposto un operatore addetto a tali operazioni di pulizia, ciò riducendo i costi di manutenzione.

Claims (15)

1. RIVENDICAZIONI 1. Mezzi di protezione per uno stampo ceramico, comprendenti un elemento (19) avente una prima zona (20) associabile ad una prima parte (5) di detto stampo ceramico (1) ed una seconda zona (21) associabile ad una seconda parte (10) di detto stampo (1), detto elemento (19) essendo conformato in modo tale da consentire a detta prima parte (5) e a detta seconda parte (10) di muoversi una rispetto all’altra, detto elemento (19) comprendendo mezzi a foro (30) disposti per consentire il passaggio di un flusso gassoso attraverso detto elemento (19), caratterizzati dal fatto che comprendono, inoltre, un ulteriore elemento (35) per proteggere detto elemento (19) da polvere ceramica (18).
2. 2. Mezzi di protezione secondo la rivendicazione 1, in cui detto ulteriore elemento (35) e detto elemento (19) sono collegati lungo una rispettiva zona perimetrale (20, 21; 37, 39).
3. 3. Mezzi di protezione secondo la rivendicazione 1 oppure 2, in cui detto ulteriore elemento (35) comprende una prima zona perimetrale (37) fissata a detta prima zona (20) ed una seconda zona perimetrale (39) fissata a detta seconda zona (21) di detto elemento (19).
4. 4. Mezzi di protezione secondo la rivendicazione 2, oppure 3, in cui detto elemento (19) e detto ulteriore elemento (35) sono collegati mediante mezzi di fissaggio scelti in un gruppo comprendente: cucitura (38, 42); adesivo; colla; Velcro<®>.
5. 5. Mezzi di protezione secondo una delle rivendicazioni precedenti, in cui detto elemento (19) comprende una superficie (33) rivolta verso un ambiente esterno a detto stampo ceramico (1) e detto ulteriore elemento (35) circonda almeno parzialmente detta superficie (33).
6. 6. Mezzi di protezione secondo la rivendicazione 5, in cui tra una superficie interna (45) di detto ulteriore elemento (35) e detta superficie (33) di detto elemento (19) Ã ̈ definita una camera (44).
7. 7. Mezzi di protezione secondo una delle rivendicazioni precedenti, in cui detto ulteriore elemento (35) Ã ̈ permeabile a detto flusso gassoso.
8. 8. Mezzi di protezione secondo una delle rivendicazioni precedenti, in cui detto ulteriore elemento (35) Ã ̈ conformato come un filtro per impedire a detta polvere ceramica (18) di raggiungere detto elemento (19) da un ambiente esterno a detto stampo ceramico (1).
9. 9. Mezzi di protezione secondo una delle rivendicazioni precedenti, in cui detto ulteriore elemento (35) comprende un elemento laminare (36).
10. 10. Mezzi di protezione secondo la rivendicazione 9, in cui detto elemento laminare (36) à ̈ conformato come una striscia, detta striscia avente estremità libere provviste di mezzi di chiusura per consentire di fissare una prima estremità di dette estremità libere ad una seconda estremità di dette estremità libere per almeno parzialmente circondare detto elemento (19).
11. 11. Mezzi di protezione secondo la rivendicazione 10, in cui detti mezzi di chiusura sono scelti in un gruppo comprendente: cucitura (38, 42); adesivo; colla; Velcro<®>.
12. 12. Mezzi di protezione secondo una delle rivendicazioni precedenti, in cui detto ulteriore elemento (35) Ã ̈ realizzato in un materiale flessibile.
13. 13. Mezzi di protezione secondo la rivendicazione 12, in cui detto materiale flessibile comprende un tessuto non tessuto.
14. 14. Mezzi di protezione secondo la rivendicazione 13, in cui detto tessuto non tessuto à ̈ scelto in un gruppo comprendete feltro e un feltro agugliato.
15. 15. Stampo ceramico, comprendente mezzi di protezione secondo una delle rivendicazioni da 1 a 14.