ITMI980093A1 - Procedimento biochimico per l'estrazione di olii da semi e cariossidi di piante oleaginose - Google Patents

Procedimento biochimico per l'estrazione di olii da semi e cariossidi di piante oleaginose

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Description

DESCRIZIONE
La presente invenzione riguarda un procedimento per l'estrazione di olii vegetali da piante oleaginose.
I procedimenti oggigiorno in uso per l'estrazione degli olii vegetali comportano l'uso di solventi sia nei processi estrattivi primari, nel caso di semi o cariossidi di piante oleaginose che non liberano l'olio contenuto per semplice spremitura (ad es. cotone, mais, soia, colza, ecc.), e sia, nel caso di piante oleaginose spremibili quali olivo, girasole e arachidi, nella fase secondaria di estrazione dell'olio dai residui vegetali rimanenti dopo la spremitura.
I semi oleaginosi contengono generalmente i lipidi da estrarre nel citosol interno che è racchiuso all'esterno dalla cuticola con il suo tegumento costituito da macromolecole.
Dalle indagini effettuate sui vari tegumenti protettivi si può affermare che gli stessi sono, di norma, costituiti da polimeri zuccherini, e in particolare dai seguenti polisaccaridi: emicellulose, cellulose, inuline, amidi e pectine. Questi polimeri sono a loro volta accompagnati da una cuticola cerosa costituita da saponine e fosfolipidi; fanno ovviamente eccezione i semi legnosi.
Il meccanismo con cui il solvente riesce ad estrarre l'olio dal citosol è dovuto ad un fattore osmotico e di dissoluzione delle saponine e dei fosfolipidi, per cui il solvente crea un'apertura nel tegumento attraverso il quale fluisce nel citosol.
L'uso di solventi ha certamente degli svantaggi evidenti soprattutto dal punto di vista dei possibili rischi per la salute umana, in particolar modo nel caso degli oli combustibili alimentari.
La presente invenzione si propone di ovviare agli svantaggi degli attuali sistemi di estrazione degli olii vegetali basati sull'impiego di solventi, in particolar modo di quelli attuati su scala industriale.
Quindi la presente invenzione si prefigge di realizzare un processo di estrazione di olii da piante oleaginose che non richieda l'uso di solventi pur consentendo tuttavia il conseguimento di un'elevata resa di estrazione .
Un ulteriore scopo dell'invenzione è quello di realizzare un processo per l'estrazione di olii vegetali che risulti conveniente economicamente e vantaggioso dal punto di vista ecologico grazie alla depurazione e al riciclo dei residui e sottoprodotti risultanti dal processo.
Questi ed altri scopi che meglio appariranno in seguito vengono raggiunti da un procedimento di estrazione di olii da piante oleaginose o loro residui, secondo l'invenzione, caratterizzato dal fatto di comprendere gli stadi consistenti nell’assoggettare le parti solide di dette piante, le quali contengono gli olii conglobati in sostanze macromolecolari polisaccaridiche proprie del tegumento di dette piante, ad un attacco enzimatico con almeno un enzima avente attività di lisi di almeno un detto polisaccaride, e nel recuperare quindi l'olio da dette parti solide tramite stadi di recupero meccanici convenzionali senza l'uso di un'estrazione con solvente.
Quindi, il procedimento secondo l'invenzione si basa su attacchi biochimici mirati, conseguiti con enzimi, per liberare l'olio dal citosol dei semi o cariossidi di piante oleaginose non più per effetto osmotico e fisico di dissoluzione, ma per rottura dei polimeri saccaridici presenti nel tegumento esterno dei semi o cariossidi. Lo stesso procedimento è applicabile anche per il recupero di olio di "seconda spremitura" dai residui di prima spremitura nel caso di piante che liberano olio direttamente già con la pressatura quali olivo, girasole o arachidi, ad es. dalle sanse di olivo.
Nelle sanse di olivo si è potuto constatare che l'olio residuo della prima spremitura si trova conglobato in una mucillagine la cui massima percentuale è data dalla emicellulosa e pectine, sebbene sia presente anche inulina; pertanto per questo particolare ambiente è necessario operare una scissione di almeno due componenti polimerici: emicellulosa e pectina.
Per gli altri semi che non subiscono perdita di olio nella pressatura, ad esempio soia, mais, ecc., un solo enzima è sufficiente per rompere il tegumento ed aprire la strada verso il citosol da cui fluirà quindi olio per successiva spremitura.
Va considerato comunque che nel tegumento dei semi o cariossidi delle varie piante oleaginose possono esistere differenze di composizione chimica dovute al tipo di suolo o alle condizioni climatiche in cui la pianta è stata coltivata. Pertanto, fra i polimeri polisaccaridici presenti di norma come componenti maggioritari nel tegumento, e cioè emicellulose, cellulose, inuline, amidi e pectine, sarà utile determinare di volta in volta la componente o componenti massimali così da determinare il tipo di enzima ο enzimi più conveniente da utilizzare nel processo della presente invenzione. Ciò viene conseguito tramite un'analisi di cinetica enzimatica realizzata con metodiche note, come descritto ad esempio in "A flexible System of enzymatic analysis" di Holiver H. Lowery e Janet V. Passoneau (ed. Academic Press); "Initial rate enzyme Kinetic Springer" di H.J. Fromm; "Kinetics of enzyme mechanism" di J.T.F. Wong (Academic Press); ecc ., secondo le quali si ricercano le quantità di cellulosa e/o pectina e/o amido.
Gli enzimi da adoperare in funzione dei polisaccaridi presenti come componenti massimali vengono comunque scelti fra i tre gruppi costituiti dalle alfa-amilasi con prevalente attività di lisi per amidi e inuline, dalle pectic-liasi come le pectic-acido trans eliminasi, ad esempio pectina metil trans eliminasi o poligalattouronato trans eliminasi con prevalente attività di lisi per pectine ed emicellulosa, e dalle cellulasi, ad esempio la endo 1,4,-beta glucanasi, con attività di lisi per la cellulosa .
Il trattamento enzimatico secondo il procedimento della presente invenzione può essere condotto usando enzimi puri, pre-fabbricati, reperibili come tali sul mercato. E' tuttavia preferibile, a causa dei costi coinvolti nell'uso di enzimi puri, utilizzare enzimi preparati in situ nel procedimento dell'invenzione mediante coltivazione di microorganismi su appositi substrati nutrienti, ad es. brodi colturali. I microorganismi produttori di enzimi possono essere scelti fra batteri, funghi e ifomiceti. Viene riportato di seguito un elenco illustrativo, affatto limitativo, di tali microorganismi noti per produrre gli enzimi utili nel procedimento della presente invenzione. Vengono anche riportati in parentesi i numeri di deposito (o codici di identificazione) dei rispettivi ceppi presso l'istituto di deposito statunitense American Type Culture Collection, ATCC (Rockville, Maryland, U.S.A.).
A) PRODUZIONE DI ALFA-AMILASI
A.1) BATTERI
- Bacillus Cereus {Cod. ATCC 21768 & 21769 &.21771 & 21772): Produce Alfaamilasi ;
- Bacillus Subtilis (Cod. ATCC 21556): Produce Alfa-amilasi e protessi; - Bacillus Subtilis (Cod. ATCC 21770): Produce Alfa-amilasi;
A. 2) FUNGHI
Aspergillus Foetidus (Cod. ATCC 10254) : Produce Alfa-amilasi, amiloglucosidasi , esterasi e lipasi,-- Aspergillus Horizae (Cod. ATCC 11601): Produce Alfa-amilasi;
- Cladosporium Resinae (Cod. ATCC 20495): Produce Alfa-D-Glucosidasi ,
Alfa-Amilasi e Gluco-Amilasi;
- Cryptococcus Luteoleus (Cod. ATCC 44440): Produce Alfa-Amilasi ,-- Filobasilium Capsoligenum (Cod. ATCC 14437 & 21180 & 44444) : Producono Alfa-Amilasi e Glucano 1,4 Alfa-Glucosidasi ; A.3) IFOMICETI
- Lipomyces Conoenkoae (Cod. ATCC 44833): Utilizza direttamente l'amido e produce Gluco-Amilasi e Alfa-Amilasi extra-cellulare;
- Lipomyces Conoenkoae (Cod. ATCC 44837): Produce Alfa-Amilasi ;
- Saccharomycopsis Capsularis (Cod. ATCC 4441): Produce Alfa-Amilasi; - Saccharomycopais Fibuligera (Cod. ATCC 9947): Produce Gluco-Amilasi, Alfa-Amilasi e biomassa da amido di patata,· - Schwanniomycea Occidentalia (Cod. ATCC 44442 & 44443): Produce Alfa-Amilasi ;
B) PRODUZIONE DI PECTIC-LYASE
B.l) BATTERI
Bacillua Polimixa (Cod. ATCC 21551): Produce Poligalattouronato trans eliminasi ;
B.2) FUNGHI
- Cholletrichum Lindemutianum (Cod. ATCC 56907): Produce Pectin-Liasi; - Aapergillus Japonicus (Cod. ATCC 20236): Produce Pectin-Trans-Eliminasi e Acido Idrossicianamico
- Monilinia Fructigena (Cod. ATCC 26106): Produce Pectin-Liasi, Proteasi acida , Alfa-Levo-Arabinofuronofisidasi;
- Penicillium Expanaum (Cod. ATCC 24692): Produce Pectin-Liasi e Cellulasi;
C) PRODUZIONE DI CELLULASE
C.l) BATTERI
- Cellulomonas sp (Cod. ATCC 21399): Produce Cellulasi extracellulare; - Cloatridium Thermocellum (Cod. ATCC 27405); Produce Cellulasi;
- Theromonoapora Fuaca (Cod. ATCC 27730): Produce Cellulasi attiva e Carbossimetil-cellulasi;
- (Batterio Non-identifioato)(Cod. ATCC 31085): Produce Cellula si e Endocellulasi.
Fra i microorganismi produttori di enzimi si preferisce usare i batteri sporigeni per due distinti motivi:
- gli ifomiceti e i funghi sono, di norma, microorganismi capaci di molte attività enzimatiche e sono soggetti al fenomeno dell'eterocariosi che può portare modificazioni sostanziali sul loro modo di nutrirsi, creando quindi attività enzimatiche che possono modificare o alterare sia la proteina che il lipide estratto;
- con l'utilizzo di batteri sporigeni il fenomeno della lisi, attuabile se i tempi di ritenzione superano la schiena di curva di crescita, viene ad essere annullato grazie al loro particolare intrinseco adattamento: essi infatti non lisano, ma sporificano, pertanto non liberano il loro patrimonio genetico fra cui gli enzimi Lipasi e Proteasi.
Nel caso degli enzimi prodotti in situ, il microorganismo o i microorganismi scelti vengono insemenzati su substrato nutriente, ad es. brodo colturale di composizione selezionata. Nel caso dei batteri si può selezionare la composizione del substrato così da indurre la produzione di un determinato enzima e viceversa inibire la produzione di altri, grazie alla capacità adattativa dei batteri.
I microorganismi vengono quindi coltivati per il tempo necessario a raggiungere il loro massimo esponente di crescita dopo di che il brodo colturale contenente gli enzimi prodotti viene separato, ad es. mediante centrifugazione e/o filtrazione su membrana e viene aggiunto alle parti solide oleaginose da trattare, previa impastamento di quest'ultime con acqua a formare una pasta fluida o una sospensione.
L'enzima o gli enzimi vengono utilizzati nel processo dell'invenzione in una concentrazione da 0,5 a 10 mg/Kg di massa solida da trattare. Il trattamento con gli enzimi viene condotto a temperature preferibilmente ben al di sotto delle temperature di inattivazione degli enzimi. Preferibilmente si lavora a temperature che vanno da quella ambiente fino a circa 35 /- 2°C, sotto agitazione, ad un pH che varia nell'intervallo da 5,5 a 7,8 a seconda degli specifici enzimi utilizzati.
Lo stadio di trattamento enzimatico richiede tempi piuttosto brevi per la scissione idrolitica, usualmente 1-2 minuti. Dopo questo stadio, l'olio contenuto nelle parti solide così trattate viene separato con mezzi meccanici convenzionali, ad es. mediante centrifugazione nel caso di un processo estrattivo secondario, ad es. da sansa di olive, oppure tramite spremitura e successive centrifugazioni nel caso dell'estrazione primaria da semi o cariossidi. In tutti i casi, dopo una separazione dai residui solidi delle piante oleaginose, che sono utilizzabili ad es. nella produzione di fertilizzanti, l'olio viene separato dalle acque di processo tramite uno stadio convenzionale di centrifugazione ed è quindi sottoposto a rettifica finale.
Vantaggiosamente, le acque di processo vengono riciclate previa una loro depurazione, ad es. mediante una metabolizzazione ifomicetica che porta all'ottenimento di biomasse utilizzabili, assieme alle biomasse derivanti dalla produzione in situ di enzimi, nella preparazione del substrato nutriente da alimentare alla coltivazione dei microorganismi produttori dei predetti enzimi. In questo modo, oltre a conseguire la depurazione delle acque di processo da scaricare, richiesta sotto il profilo ecologico, si ottiene un valido surrogato del substrato o brodo nutriente, in sostituzione dei brodi reperibili commercialmente formulati con estratti di lievito e di carne, realizzando così un notevole risparmio sotto il profilo economico.
Gli esempi che seguono illustrano, senza alcun intento limitativo, alcune possibili forme di realizzazione del procedimento secondo l'invenzione.
La Figura riportata nel disegno allegato illustra lo schema di flusso del processo secondo la forma di realizzazione esemplificata nell'Esempio 2.
Esempio 1
Questo esempio illustra l'estrazione secondaria di olio da sansa di olive, con l'uso di enzimi prefabbricati, puri.
1) La sansa viene immessa in un mescolatore per paste ed addizionata in ragione del 35-40% in peso ad acqua di riciclo proveniente dalla zona di seconda centrifugazione dopo il lavaggio dell'olio;
2) Viene effettuata una correzione del pH a 6 /-2 mediante idrato ammonico al 10% di innesto di alfa amilasi in ragione di 4 microgrammi per litro di massa da trattare, che viene mantenuta in agitazione ad una temperatura di 25 /-2°C per 4-5 minuti. L'enzima viene solubilizzato in soluzione di sodio acetato a pH 6 ed introdotto nel mescolatore. 3) Si innalza la temperatura a 35 /- 2°C e viene aggiunta 0,2 mg di Bromelin 2M Auson (nome commerciale di pectic acido trans-eliminasi disponibile dalla E. Merck (Darmstadt, Germania)) solubilizzata in ammonio citrato 0,1 molare e si agita per 4-5 minuti.
4) Si corregge il pH a 4,8 /-0,1 in due tempi:
- da pH 6 a pH 5,2 con H2SCM in soluzione acquosa al 20%;
- da pH 5,2 a pH 4,8 con acido acetico soluzione acquosa al 20%.
Successivamente si porta la temperatura a 30°C e si introduce una soluzione di cellulasi (endo 1,4 beta glucanasi) in ragione di 5 mg/lt. in acetato ammonico 0,1 molare, il tutto sotto agitazione per 10 min.
5) Si centrifuga con centrifuga solido/liquido tipo "Bird" (marchio della Alfa Lavai) a coclea raschiante,· il solido recuperato viene inviato alla produzione di fertilizzante ed il liquido, che è costituito da una miscela di acqua-olio, viene inviato alle successive lavorazioni.
6) Una successiva centrifugazione con centrifuga liquido/liquido tipo "Alfa Lavai" a piatti separa l'acqua dall'olio; la prima in particolare può essere inviata alla produzione di proteine secondo una metodologia oggetto di una parallela domanda di brevetto dello stesso richiedente; l'olio estratto viene inviato ad un miscelatore veloce ed addizionato ad acqua tiepida (35-40°C) contenente sodio carbonato al 4% in pes per togliere acidità libera, in ragione del 35-40% in volume/olio. La miscela viene mantenuta in energica agitazione per 2-3 minuti e quindi centrifugata; l'acqua recuperata da questa miscela viene inviata in testa all'impianto per riciclo alla preparazione della sospensione di sansa (punto 1 di sopra) mentre l'olio è sottoposto alle usuali lavorazioni di rettifica e distillazione. L'olio recuperato conserva le sue caratteristiche di olio extra vergine di oliva.
Esempio 2
Questo esempio illustra l'estrazione primaria di olio da semi di soia con l'uso di enzimi prodotti in situ.
Si descrive il ciclo operativo completo con il ceppo 21768 di Bacillus Cereus valevole per un tipo di soia di cui l'analisi di cinetica enzimatica ha mostrato che il tegumento del seme aveva una maggior concentrazione di inulina; pertanto è risultato vantaggioso utilizzare l'enzima alfa-amilasi . Lo schema di flusso del processo vale comunque per tutti gli enzimi utilizzabili secondo il processo dell'invenzione; si fa riferimento al disegno allegato che illustra per gli stadi principali, apparecchiature sdoppiate (designate nella Figura con la lettera "A" dopo il numero di riferimento) per l'utilizzo in parallelo o in cicli alterni.
A. Preparazione dell'enzima
In un bioreattore (2), corredato di tutti gli apparati di controllo per la metabolizzazione ossidativa, viene insemenzato il Bacillus Cereus che contiene nel suo genoma la memoria biologica per produrre alfa-amilasi extracellulare; viene coltivato in assenza di amido su Nutrient Broth della Difco Lab (Detroit, Michigan, U.S.A.)
In questo caso il microorganismo, non potendo disporre di amido nel brodo colturale, versa l'enzima nel mezzo bionico che raggiungerà la massima concentrazione in concomitanza della sua massima espansione di crescita (cellule/ml di brodo colturale).
Quando la massa microbica ha raggiunto il suo massimo esponente di crescita, il brodo colturale viene in parte filtrato al fine di lasciare nel reattore la base di innoculo stabilita, una massa che oscilla da 1/10 a 1/2 del volume in dipendenza del tempo di ritenzione stabilito in impianto .
La filtrazione avviene in due tempi:
- centrifugazione con centrifuga liquido/solido (3) con serbatoio di accumulo per solidi (A) contenente la massima parte delle cellule presenti che vengono inviati alla preparazione dei brodi colturali come più avanti descritto;
- filtrazione della parte liquida su membrana "biologica" (4) ossia filtro a membrana capace di trattenere ogni traccia di microorganismi che sono sfuggiti alla centrifugazione che, se lasciati nel mezzo, come già detto, andrebbero ad alterare il lipide o la proteina.
A questo punto si avrà un brodo limpido nel serbatoio 4A contenente l'enzima necessario alla scissione dell'inulina, con tutto un patrimonio ottimale per le reazioni biochimiche.
B. Attacco enzimatico
Si versa il bordo contenente l'enzima prodotto nel miscelatore per paste (5) dove si è introdotta la soia proveniente da un serbatoio (1), addizionata ad un pari peso di acqua.
La massa viene corretta a pH compreso fra 6 e 6,1 ad una temperatura compresa fra 35 /- 2°C e viene mantenuta in agitazione.
La correzione del pH deve essere effettuata, se il mezzo è sub-acido, con idrato ammonico al 10% in peso, oppure, se il mezzo è sub-basico, con acido acetico 1 molare.
Una volta stabilizzata la temperatura e il pH si versa l'enzima e si mantiene il tutto sotto agitazione per 1-2 min., tempo necessario per la scissione idrolitica.
C. Pressatura e centrifugazione
Dopo la reazione enzimatica la massa risultante viene pressata con presse (6) del tipo normalmente usate nella pressatura delle olive dalle quali si ricava un pannello solido (6A) e una parte liquida, che avranno due trattamenti differenziati:
- la parte solida (6A) di pressatura viene arrostita a 110°C per neutralizzare l'enzima presente (ureasi) mediante trattamenti convenzionali tipici dell'industria olearia non raffigurati nell'allegato schema di flusso ;
- la parte liquida separata dalla pressatura in (6) viene centrifugata in una centrifuga tipo Bird (7) per separare la parte liquida contenente acqua, olio e lecitina dai residui solidi che vanno all'essiccamento (7A).
D. Separazione della lecitina e dell'olio
Il liquido separato in (7) è sottoposto dapprima alla separazione della lecitina in {8) mediante vapore in gorgogliamento secondo i sistemi convenzionali. L'olio si separa mediante centrifugazione in (9) ed è inviato infine alla rettificazione usuale (9A).
E. Metabolizzazione delle acque di processo
L'acqua rimanente dopo centrifugazione in (9) contiene acido D-glicuronico e pentasaccaridi , che rappresentano i prodotti di scissione dell'inulina ad opera dell'enzima alfa-amilasi . Essa viene opportunamente bilanciata nei rapporti C/N/P a 100/5/2 mediante fosfato biammonico ed eventualmente corretta a pH 4,5-4,8 mediante acido solforico al 10% in soluzione .
Le operazioni avvengono nel fermentatore (2B) corredato di tutti i controlli per una fermentazione aerofila, e viene insemenzato da una densa coltura di:
- Saccharomyces Cerevisiae (Cod. ATCC 24858): Etanolo tollerante e metabolizzazione biomasse idrolizzate.
La metabolÌ2zazione del ceppo porta al catabolita etanolo, che si accumula nel mezzo bionico; a metabolizzazione ultimata la massa viene scarica e centrifugata in (3) con serbatoio di accumulo solido (a).
Il solido viene inviato all'essiccamento in (10) e rappresenta un'ottima proteina per uso zootecnico.
Il surnatante di centrifugazione viene inviato in un secondo bioreattore (2C), analogo per costruzione e concetto al sopracitato (2B), dove viene inoculata una densa coltura di
- Candida Utilis (Cod. ATCC 26387): Utilizza alcool etilico come unica fonte di carbonio.
Questo microorganismo è etanolo dipendente, senza ulteriori bilanciamenti nè variazioni di pH.
In detto biofermentatore (2C) tutto 1'etanolo viene convertito in biomassa, che viene poi separata per centrifugazione su una macchina solido/liquido (3) con serbatoio di accumulo solido (C).
Il surnatante viene inviato alla depurazione finale su aereoacceleratore (11); la parte solida nella successiva fase di preparazione dei brodi colturali .
F. Preparazione dei brodi colturali
Le biomasse recuperate nelle centrifugazioni in (3) (A) e (C) vengono inviate al trattamento con ultrasuoni (13) per ottenere la loro lisi cellulare. Successivamente, esse sono inviate alla sterilizzazione (14) in autoclave a 125°C per 15 min., indi miscelate opportunamente ed inviate al polmone di raccolta dei brodi bionici per la produzione di enzimi.

Claims (15)

  1. RIVENDICAZIONI 1. Procedimento di estrazione di olii dà piante oleaginose o loro residui caratterizzato dal fatto di comprendere gli stadi consistenti nell'assoggettare le parti solide di dette piante, le quali contengono gli olii conglobati in sostanze macromolecolari polisaccaridiche proprie del tegumento di dette piante, ad un attacco enzimatico con almeno un enzima avente attività di lisi di almeno un detto polisaccaride, e nel recuperare quindi l'olio da dette parti solide tramite stadi di recupero meccanici convenzionali senza l'uso di un'estrazione con solvente.
  2. 2. Procedimento secondo la riv. 1 in cui detti polisaccaridi appartengono al gruppo comprendente emicellulose, cellulose, inuline, amidi e pectine e detti enzimi sono scelti fra le cellulasi, le alfa-amilasi e le pectic-liasi .
  3. 3 . Procedimento secondo una qualunque delle precedenti rivendicazioni comprendente uno stadio preliminare di analisi di cinetica enzimatica per la determinazione della componente polisaccaridica prevalente presente in una rispettiva pianta oleaginosa tramite ricerca della quantità di cellulosa e/o pectina e/o amido.
  4. 4 . Procedimento secondo una qualunque delle precedenti rivendicazioni in cui detto almeno un enzima viene aggiunto in una concentrazione da 0,5 a 10 mg/Kg rispetto alla massa delle parti solide da trattare con detto enzima.
  5. 5. Procedimento secondo una qualunque delle precedenti rivendicazioni in cui si il detto almeno un enzima si usa in forma pre-fabbricata, pura.
  6. 6. Procedimento secondo una qualunque delle precedenti rivendicazioni in cui il detto almeno un enzima è preparato in situ mediante coltivazione su un substrato nutriente di almeno un microorganismo atto a produrre detto enzima scelto fra batteri, funghi e ifomiceti.
  7. 7. Procedimento secondo la riv. 6 in cui detto microorganismo è scelto fra batteri sporigeni.
  8. 8. Procedimento secondo la riv. 6 o 7 in cui il detto almeno un enzima è scelto fra le alfa-amilasi ed è ottenuto tramite coltivazione di batteri scelti fra Bacillus Cereus e Bacilus Subtilis.
  9. 9. Procedimento secondo la riv. 6 in cui il detto almeno un enzima è scelto fra le alfa-amilasi ed è ottenuto tramite coltivazione di almeno un microorganismo scelto nel gruppo comprendente funghi selezionati fra Aspergillus Foetidu, Aspergillus Horizae, Cladosporium Resinae, Cryptococcus Luteoleus e Filobasilium Capsoligenum e ifomiceti selezionati fra Lipomyces Conoenkoae, Saccharomycopsis Capsularis, Saccharomycopsis Fibuligera e Schwanniomyces Occidentalis.
  10. 10. Procedimento secondo la riv. 6 in cui il detto almeno un enzima è scelto fra le pectic-liasi ed è ottenuto tramite la coltivazione di almeno un microorganismo scelto nel gruppo comprendente il batterio Bacillus polimixa e i funghi Cholletrichum Lindemutianum, Aspergillus Japonicus, Monilinia Fructigena e Penicillium Expansum.
  11. 11. Procedimento secondo la riv. 6 o 7 in cui il detto almeno un enzima è scelto fra le cellulasi ed è ottenuto tramite la coltivazione di almeno un batterio scelto nel gruppo comprendente Cellulomonas sp, Clostridium Thermocellum, Theromonospora e il batterio avente il numero di deposito ATCC 31085.
  12. 12. Procedimento secondo una qualsiasi delle riv. da 6 a 12 in cui detto almeno un microorganismo è riciclato dopo l'ottenimento di detto almeno un enzima alla preparazione di detto substrato nutriente.
  13. 13. Procedimento secondo una qualsiasi delle riv. precedenti in cui le acque di processo risultanti dopo la separazione dell'olio vengono sottoposte ad almeno una prima fermentazione microbica per il recupero dei residui solidi dei polisaccaridi sottoposti ad attacco enzimatico, e quindi ad almeno una seconda fermentazione microbica per il recupero di una biomassa solida e di acque depurate.
  14. 14. Procedimento secondo la riv. 13 in cui dette biomasse e acque depurate sono riciclabili alla preparazione di detto substrato nutriente per la detta produzione in situ di detto almeno un enzima secondo la riv. 6.
  15. 15. Procedimento secondo la riv. 13 in cui detta prima e detta seconda fermentazione vengono realizzate tramite inoculo rispettivamente di ceppi di Saccaromyces cerevisiae e di Candida Utilis.
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