ITMI20131647A1 - Procedimento per la realizzazione di tessuti ortogonali ed in maglia molto leggeri, antipiega ed elastici naturali con fibre proteiche. - Google Patents

Procedimento per la realizzazione di tessuti ortogonali ed in maglia molto leggeri, antipiega ed elastici naturali con fibre proteiche.

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ITMI20131647A1
ITMI20131647A1 IT001647A ITMI20131647A ITMI20131647A1 IT MI20131647 A1 ITMI20131647 A1 IT MI20131647A1 IT 001647 A IT001647 A IT 001647A IT MI20131647 A ITMI20131647 A IT MI20131647A IT MI20131647 A1 ITMI20131647 A1 IT MI20131647A1
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Description

"PROCEDIMENTO PER LA REALIZZAZIONE DI TESSUTI ORTO-GONALI ED IN MAGLIA MOLTO LEGGERI, ANTIPIEGA ED ELA-STICI NATURALI CON FIBRE PROTEICHE"
D E S C R I Z I O N E
Il presente trovato ha come oggetto un procedimento per la realizzazione di tessuti ortogonali ed in maglia molto leggeri, antipiega ed elastici naturali con fibre proteiche.
Come è noto, il mercato dell'abbigliamento richiede tessuti con caratteristiche estetiche e funzionali sempre più elevate.
È in particolare molto sentita l'esigenza di tessuti molto leggeri, termoregolatori, antipiega ed elastici naturali, ovvero tessuti che siano in grado di avere un particolare "nervo" e "scatto" che possa dare un particolare comfort derivante dalla loro elasticità naturale.
Sono inoltre richiesti tessuti che siano antipiega, abbiano la peculiarità di essere caldi d'inverno e freschi d'estate, una buona resistenza all'usura e abbiano anche una facile manutenzione.
Sono noti tessuti attualmente sul mercato, i quali presentano alcune di tali caratteristiche ma non tutte contemporaneamente e non in maniera soddisfacente.
Compito del presente trovato è quello di realizzare un procedimento per realizzare tessuti che abbiano tutte le caratteristiche suddette.
Nellambito di questo compito, uno scopo del trovato è quello di realizzare un procedimento che permetta di ottenere un tessuto partendo da filati comunemente esistenti sul mercato, modificandoli completamente durante le successive fasi di lavorazione, trasformandoli dapprima in fili completamente diversi dagli iniziali che permettano di essere tessuti sia nella orditura e tessitura tradizionale sia in quella in maglia, lavorando poi i tessuti, così ottenuti, in modo particolare ottenendo dei tessuti molto leggeri, termoregolatori, antipiega ed elastici naturali, ovvero tessuti che siano in grado di avere un particolare "nervo" e "scatto" che possa dare un particolare comfort derivante dalla loro elasticità naturale e che siano altresì antipiega, abbiano la peculiarità di essere caldi d'inverno e freschi d'estate, una buona resistenza all'usura e che comportino anche una facile manutenzione.
Un altro scopo è quello di realizzare un procedimento che permetta di produrre un tessuto il quale assicuri, grazie alle sue caratteristiche realizzative, le più ampie garanzie di affidabilità e di sicurezza nell'uso.
Questo ed altri scopi, che meglio appariranno evidenziati in seguito, sono raggiunti da un procedimento per la realizzazione di tessuti ortogonali ed in maglia molto leggeri, antipiega ed elastici naturali con fibre proteiche, caratterizzato dal fatto di comprendere le fasi di:
- realizzare un filato binato, ritorto, costituito da una fibra proteica, accoppiato ad un filato solubile in acqua;
- tessere detto filato binato per ottenere un tessuto;
- sottoporre il suddetto tessuto ad un lavaggio che elimina il suddetto filato solubile.
Il procedimento oggetto del presente trovato è realizzabile con tutte le fibre proteiche esistenti in natura, quali cashmere, lana, baby alpaca, kid mohair, baby cammello e, volendo, anche le più preziose quali vigogna e guanaco, che abbiano dato origine ad un filato pettinato di titolo compreso tra NM 1/46.000 e NM 1/120.000 oppure ad un filato cardato di titolo compreso tra NM 1/28.000 e NM 1/48.000.
Tali filati, come la maggior parte dei filati singoli, devono avere una torsione TZ.
La particolarità di questi tessuti è che i filati risultano tutti utilizzati, a risultato finale, in semplice, cioè un filato unico, e non in ritorto, cioè due o più filati torti insieme.
I filati possono essere greggi, per una successiva tintura in pezza, tinti o melange, avendo l'accortezza di scegliere filati tinti con coloranti reattivi che resistano, senza scaricare il colore, alle alte temperature a cui i filati ed i tessuti saranno sottoposti nelle fasi successive di lavorazione, per particolari disegnature o colori, oppure, se misti con una fibra vegetale, tinti in pezza con particolari effetti.
Tali filati di fibre proteiche sono binati e ritorti con un filato di fibra polivinilica solubile in acqua.
Tale operazione è vantaggiosa per dare un rinforzo al filato semplice che altrimenti non avrebbe le caratteristiche necessarie per sostenere le sollecitazioni durante le varie fasi di lavorazione dove viene sottoposto a tensioni e sollecitazioni meccaniche di notevole intensità.
In commercio si possono trovare molteplici fili di questo tipo.
Secondo la presente invenzione la scelta ricade su fili che abbiano una titolazione NM molto alta, ovvero almeno titolo NM 300.000.
Tale filo fa parte della famiglia dell'alcool polivinilico (PVA), ovvero un composto chimico ottenuto per idrolisi, solitamente alcalina, degli esteri polivinilici (formula generale (C2H40)n).
Più semplicemente il filo si ottiene dalla dissoluzione di alcool polivinilico, che poi viene filata.
L'alcool polivinilico è quindi la materia prima per la produGli stessi hanno buone tenacità e proprietà meccaniche, nonché elasticità e come si è detto possono essere eliminate sciogliendoli semplicemente in acqua, naturalmente alle temperature che si reputano più idonee per il tipo di lavorazione prescelta.
Tutte le proprietà sopra descritte fanno di queste fibre o filati PVA solubili in acqua l'elemento ideale per raggiungere lo scopo della presente invenzione, essendo compatibili con le fibre proteiche.
Secondo la presente invenzione, si procede con un filato di titolazione minima NM 300.000, per i filati (sia cardati che pettinati) che vanno dal titolo NM 1/28.000 al titolo NM 1/48.000.
Per i titoli superiori (tutti filati pettinati), ovvero dal titolo NM 1/72.000 al titolo 1/120.000 è preferibile usare titolazioni superiori.
È preferibile usare la fibra polivinilica solubile in acqua con titolazioni NM così elevate, per conservare la densità originale del tessuto, ovvero la riduzione ordito/trama per i tessuti ortogonali, ovvero la densità dei punti per i tessuti a maglia, come se tale bava di rinforzo non esistesse.
È preferibile che la temperatura dell'acqua alla quale la fibra polivinilica viene sciolta sia di 90°, poiché temperature inferiori di scioglimento non permetterebbero di sostenere talune lavorazioni.
Preliminarmente, il filato di fibra proteica viene binato e poi ritorto con il filato di fibra polivinilica utilizzando il sistema torsione su torsione.
Normalmente i giri di torsione ricevuti dal filato nella normale fase di filatura vengono raddoppiati nella fase di ritorcitura Ad esempio, un filato di puro cashmere pettinato titolo NM 1/46.000 torsione TZ 600 giri, è ritorto con la fibra polivinilica solubile in acqua con un'ulteriore torsione TZ 600 giri: quindi il filato di cashmere titolo NM 1/46.000 ritorto con la fibra polivinilica solubile in acqua avrà un torsione finale TZ 1200 giri.
Questo aumento di torsione è importante per dare elasticità naturale al tessuto finito.
Si ottiene in questo modo un filato dall'effetto "metallico", abbastanza rigido, ma che si presta a tutte le lavorazioni di ordìtura, tessitura ed immagliatura.
La fase di ritorcitura risulta essere una fase molto delicata e fondamentale per le successive lavorazioni.
Molta attenzione è posta durante la binatura, ma la lavorazione più critica rimane quella di vaporizzazione per la stabilizzazione del filato per evitare arricciature del filo durante le fasi di lavorazione.
La fase di vaporizzazione deve avvenire seguendo particolari e rigidi procedimenti e precisi posizionamenti e coperture delle rocche, se ciò non avvenisse si rischierebbe di rendere il filato inutilizzabile.
La stabilizzazione si ottiene con un doppio ciclo di vaporizzazione, ovvero un primo ciclo di 45 minuti dall'esterno all'interno della rocca ed un secondo ciclo di 15 minuti dall'interno verso l'esterno della rocca per un totale di 60 minutili vapore utilizzato deve essere vapore saturo secco ad una temperatura di 80-100°.
Il vapore deve essere assolutamente nello stato di vapore saturo secco per evitare formazione di condensa che, andandosi a depositare sul filo ritorto, provocherebbe lo scioglimento della fibra polivinilica solubile in acqua con due diverse conseguenze: l'incollamento delle varie fibre con conseguente difficoltà nello svolgimento della rocca da una parte e la rottura del filato durante le sollecitazioni meccaniche delle successive fasi di lavorazione dall'altra.
Inoltre, per proteggere ulteriormente le rocche dalla possibile condensa è stato studiato un sistema per tenerle separate ed isolate una dall'altra.
Un particolare a cui bisogna porre notevole attenzione è anche quello delle dimensioni delle rocche.
È preferibile che le rocche siano di dimensioni contenute e ragionevolmente non devono superare i 250.00 gr di peso per i titoli più fini ed i 500.00 gr per i titoli più grossi.
Questo accorgimento è necessario affinché il passaggio di vapore avvenga uniformemente.
Attenzione particolare deve anche essere posta per i coni utilizzati, essi devono evitare il crearsi di sfregamenti e/o resistenze, durante lo svolgimento del filo, ai danni della fibra polivinilica solubile in acqua.
A questo punto i filati destinati ai tessuti a maglia vengono paraffinati per facilitarne lo scorrimento nelle macchine circolari o rettilinee.
Ora i filati sono pronti per le diverse fasi di tessitura tradizionale o a maglia.
Per quanto riguarda i filati destinati alla tessitura tradizionale, è preferibile effettuare l'orditura su orditoi tradizionali dove si ha un maggiore controllo della tensione e uno svolgimento delle rocche costante, cosa che invece è difficilmente controllabile sugli orditoi per campioni moderni.
Dopo la fase di orditura, durante la formazione del subbio, è preferibile eseguire una ceratura a freddo dell'ordito per facilitare lo scorrimento del filo durante la tessitura, con la stessa funzione della paraffinatura per i filati destinati alla maglieria.
La tessitura del tessuto ortogonale procede normalmente secondo i dati tecnici previsti su telai tradizionali.
È preferibile mantenere nella sala di tessitura una umidità costante pari a circa l'80% ed una temperatura di 23-25°C per evitare problemi legati all'elettricità statica.
Attenzione deve essere anche posta alle rocche che dovrebbero essere tutte della stessa dimensione, peso ed avere la stessa percentuale di umidità che dovrebbe rimanere costante per tutta la durata della tessitura.
Per quanto riguarda la tessitura a maglia, sia su macchine rettilinee che circolari, particolare attenzione deve essere posta all'ottimale scorrimento del filo, tuttavia, oltre a ciò, non si segnalano particolari impedimenti.
Il tessuto così formato, sia esso ad intreccio ortogonale che a maglia, si presenta al tatto molto rigido a causa del filato sovratorto e della presenza della fibra polivinilica solubile in acqua ed all'aspetto molto lucido, quasi metallico.
A questo punto iniziano le delicate fasi della rifinizione che portano ad avere tessuti molto leggeri, antipiega ed elastici naturali.
Sia per i tessuti ad intreccio ortogonale che per quelli a maglia, si procede con l'eliminazione della fibra polivinilica solubile in acqua, non più necessaria dopo la formazione del tessuto a livello di intreccio.
Le pezze ad intreccio ortogonale sono lavate in vasca aperta ad una temperatura di 90°C (questa è la temperatura di scioglimento della fibra polivinilica solubile in acqua prescelta) per circa un'ora.
Per garantire lo scioglimento uniforme della fibra polivinilica solubile in acqua, è preferibile scaldare l'acqua a priori e poi immergere il tessuto direttamente nel bagno di acqua calda, ed in assenza di tensione in quanto la tensione tende a rendere il processo più difficile.
Infatti, se si immergesse il tessuto in acqua durante la fase di riscaldamento, si otterrebbe un restringimento della fibra polivinilica solubile in acqua senza la sua eliminazione, che avverrà comunque al raggiungimento della temperatura di 90°C trasformandosi dapprima in una soluzione collosa di PVA che poi rapidamente si scioglie in acqua calda alla temperatura di scioglimento.
Attenzione particolare deve essere posta alla quantità di tessuto caricata nella vasca, infatti se si carica una quantità eccessiva di tessuto in un volume d'acqua limitato, lo scioglimento diventa più lungo e difficile.
Il bagno di scioglimento, per evitare l'impedimento dello scioglimento della fibra polivinilica solubile in acqua, deve anche essere privo di sali, quali il solfato di sodio o il cloruro di sodio, alcali, quali la soda caustica, e metalli pesanti, quali il cromo ecc.
Nella stessa vasca dove viene effettuato lo scioglimento della fibra polivinilica solubile in acqua la pezza, dopo un ricambio dell'acqua per eliminare i residui dovuti allo scioglimento, la pezza rimane per circa un'altra ora per il raffreddamento ed il risciacquo completo: in totale l'intero processo per l'eliminazione della fibra polivinilica solubile in acqua dura circa due ore.
Per quanto riguarda la produzione di tessuti a maglia, si suggerisce preferibilmente un lavaggio a botte seguendo le stesse dinamiche del lavaggio in vasca aperte per i tessuti ad intrec ciò ortogonale.
Dopo il lavaggio e la completa eliminazione della fibra polivinilica solubile in acqua, il tessuto viene asciugato in una rameuse.
Per quanto riguarda il tessuto a maglia prodotto con macchine circolari si procede prima all'apertura del medesimo, senza tensioni sia nel senso dell'ordito, sia nel senso della trama.
Una volta asciutto, il tessuto si presenta ancora rigido e ruvido al tatto, ma l'aspetto visivo è diverso presentandosi con un aspetto crespato, definibile a buccia d'arancia.
Per l'asciugatura, una valida alternativa, soprattutto per i tessuti a maglia, è l'asciugatura in tumbler, continuo o discontinuo.
A questo punto le pezze vengono controllate ed eventualmente rammendate per porre rimedio a piccoli difetti.
Tale controllo non poteva essere fatto in precedenza a causa della presenza della fibra polivinilica solubile in acqua che mascherava eventuali difetti.
Ora la pezza, ad intreccio ortogonale o a maglia, è pront per le successive fasi di lavorazione che hanno lo scopo di dona re al tessuto il colore, se si tratta di tessuti tinti in pezza l'aspetto e la mano finale.
Tale lavorazione trasforma il prodotto, ora ruvido e crespa to, in un tessuto molto morbido e scattante oltre che leggero.
Per quanto riguarda il tessuto tinto in pezza, si proced con la normale tintura riservata a tutte le fibre proteiche scegliendo i coloranti più idonei.
A questo punto il tessuto, sia ortogonale che a maglia, sia tinto in filo che tinto in pezza, viene lavorato in bagnato in una macchina che opera la lavorazione del tessuto con un'azione combinata di aria e di un tappeto trasportatore.
Con questa lavorazione si prepara il tessuto, sia ortogonale che a maglia al processo di follatura, in modo da evitare bastonature che potrebbero verificarsi a seconda della struttura e della percentuale di follatura.
Tale procedimento di follatura viene eseguito con una soluzione di acqua e sapone al 3% (rapporto bagno).
Il sapone utilizzato deve essere neutro per penetrare a pieno nella fibra e per dare regolarità alle successive fasi di finissaggio.
Il tessuto viene fatto lavorare, senza tensioni, per 40-60 minuti, a seconda del peso, dei colori e della costruzione, alla temperatura di 50°C, avendo cura che la macchina giri a bassa velocità per evitare strappi al tessuto che comporterebbero rotture del medesimo.
Dopo un appropriato risciacquo per eliminare il sapone, empre nella stessa macchina, viene aggiunto un prodotto amorbidente speciale (il prodotto può essere cationico o siliconico a seconda dei casi) in un rapporto peso (rispetto al tessuto) di circa il 3-4%, e si continua a follare per altre due ore circa, aumentando la temperatura a 60-70°C.
Tale procedimento è necessario per addolcire, gonfiare e rendere il tessuto fluido al tatto, tessuto che in precedenza era rigido a causa dell'alta torsione del filo.
Al termine di questa lavorazione il tessuto viene lavato nuovamente per eliminare le quantità di prodotto ammorbidente in eccesso ed in seguito asciugato in rameuse senza tensione sia in trama che in ordito.
Per il tessuto a maglia si può anche procedere con un'asciugatura in tumbler, preferibilmente continuo.
Il tessuto ottenuto dopo l'asciugatura è collocabile tra un tessuto rasato ed un "foulè" per arrivare fino ad una flanella a seconda di come si è deciso di lavorare durante la fase precedente di follatura.
La pezza così lavorata viene cimata al diritto ed al rovescio a seconda della brillantezza che si vuole dare al prodotto finale: una cimatura più profonda renderà il tessuto meno peloso e uindi più brillante e pulito, ma leggermente meno morbido.
È possibile effettuare ulteriori lavorazioni per dare al prodotto mani e look differenti.
Dopo l'operazione di cimatura, il tessuto viene controllato nuovamente per eliminare eventuali difetti od impurità.
Infine la pezza viene spianata con un decatizzo e successivamente riceve un ulteriore bagno di ammorbidente in foulard (macchina per l'impregnazione dei tessuti) con un bagno di 20 gr/l ad una temperatura di 35-40°C.
Successivamente, la pezza viene spremuta e asciugata e si procede con una ulteriore lavorazione con vapore ad alta pressione, usando un decatizzo discontinuo in autoclave, per dare stabilità dimensionale.
Successivamente si procede con un vaporizzo per eliminare l'aspetto lucido provocato dal vapore ad alta pressione.
A questo punto il tessuto viene ulteriormente controllato per aspetto e mano.
Si può decidere di procedere con eventuali lavorazioni aggiuntive che facciano ricorso sia a prodotti chimici che ad eiementi fisico meccanici per cambiare aspetto, mano e prestazioni del tessuto.
Tante sono le variazioni che si possono apportare in questo tipo di prodotto, sia in fase di ritorcitura del filo, sia in fase di rifinizione del tessuto per ottenere risultati completamente diversi.
Per quanto riguarda il filato si può procedere come nel seguente esempio.
Un filo di puro cashmere titolo NM 1/46000, torsione TZ, viene ritorto con torsione TS 200 giri con un filo di puro cotone di titolo che può variare da NM 1/100.000 fino a NM 1 /150.000, torsione TZ, ottenendo un filo Jaspè.
Il filato così ottenuto è a sua volta ritorto con il filo di fibra polivinilica, solubile in acqua, titolo NM 1/300.000, con torsione TZ 500 giri.
Questo tipo di filo permette, dopo le varie fasi di tessitura, di ottenere un tessuto che, tinto in pezza, avrà un effetto melange.
Altra alternativa potrebbe essere costruire un tessuto alternando un filo costruito ritorcendo un filato di cashmere, titolo NM 1/46.000, con un filato di fibra polivinilica, solubile in acqua, titolo NM 1/300.000, con torsione TZ, ed un altro filato costituito da un filo di cashmere, titolo NM 1/46.000, con un filo di fibra polivinilica, solubile in acqua, titolo NM 1/300.000, con torsione TS, ottenendo un tessuto con effetto "spugna".
Con lo stesso procedimento si possono ottenere anche tessuti misti con altre fibre quali lino, cotone, seta, sia usati "puri" che ritorti con le fibre proteiche.
Si veda l'esempio descritto sopra per ottenere tessuti tinti in pezza melange con l'ausilio del cotone.
Si è in pratica constatato che il trovato raggiunge il compìto e gli scopi prefissati.
Si è infatti realizzato un procedimento che permette di realizzare un tessuto di notevole leggerezza, utilizzando un filato di fibra proteica, la quale di per sé non sarebbe in grado di presentare la sufficiente resistenza meccanica per essere sottoposto alla tessitura.
Naturalmente i materiali impiegati, nonché le dimensioni, potranno essere qualsiasi secondo le esigenze.

Claims (10)

  1. R I V E N D I C A Z I O N I 1 . Procedimento per la produzione di un tessuto, caratterizzato dal fatto di comprendere le fasi di: - realizzare un filato binato, ritorto, costituito da una fibra proteica, accoppiato ad un filato solubile in acqua; - tessere detto filato binato per ottenere un tessuto; - sottoporre il suddetto tessuto ad un lavaggio che elimina il suddetto filato solubile.
  2. 2. Procedimento, secondo la rivendicazione 1 , caratterizzato dal fatto la suddetta fibra proteica è scelta tra fibre proteiche naturali, quali cashmere, lana, baby alpaca, kid mohair, baby cammello, vigogna, guanaco, ecc., che abbiano dato origine ad un filato pettinato di titolo compreso tra NM 1 /46.000 e NM 1 /120.000 oppure ad un filato cardato di titolo compreso tra NM 1/28.000 e NM 1 /48.000, con una torsione TZ.
  3. 3. Procedimento, secondo la rivendicazione 1 , caratterizzato dal fatto che il suddetto filato solubile in acqua è un filato di fibra polivinilica, con una titolazione NM di almeno 300.000; il suddetto filato essendo ottenuto per dissoluzione di alcool polivinilico.
  4. 4. Procedimento, secondo la rivendicazione 1 , caratterizzato dal fatto che la temperatura dell'acqua alla quale la fibra polivinilica viene sciolta è di 90°.
  5. 5. Procedimento, secondo la rivendicazione 1 , caratterizzato dal fatto che il filato di fibra proteica viene binato e poi ri torto con il filato di fibra polivinilica utilizzando il sistema torsione su torsione; i giri di torsione ricevuti dal filato nella normale fase di filatura vengono raddoppiati nella fase di ritorcitura.
  6. 6. Procedimento, secondo la rivendicazione 1 , caratterizzato dal fatto di comprendere una fase di vaporizzazione a doppio ciclo: un primo ciclo di 45 minuti dall'esterno all'interno della rocca ed un secondo ciclo di 15 minuti dall'interno verso l'esterno della rocca per un totale di 60 minuti, utilizzando vapore saturo secco ad una temperatura di 80-1 00°C.
  7. 7. Procedimento, secondo la rivendicazione 1 , caratterizzato dal fatto di comprendere una fase di paraffinatura dei filati destinati ai tessuti a maglia.
  8. 8. Procedimento, secondo la rivendicazione 1 , caratterizzato dal fatto di comprendere, dopo una fase di orditura, durante la formazione del subbio, una fase di ceratura a freddo dell'ordito per facilitare lo scorrimento del filo durante la tessitura.
  9. 9. Procedimento, secondo la rivendicazione 1 , caratterizzato dal fatto che il bagno di scioglimento è privo di sali, quali il solfato di sodio o il cloruro di sodio, alcali, quali la soda caustica, e metalli pesanti, quali il cromo ecc.
  10. 10. Procedimento, secondo la rivendicazione 1 , caratterizzato dal fatto che, dopo la fase di lavaggio e la completa eliminazione della fibra solubile in acqua, il tessuto viene asciugato e successivamente controllato ed eventualmente rammendato per porre rimedio a piccoli difetti, per essere inviato alle successive fasi di lavorazione con lo scopo di conferire al tessuto l'eventuale colore e la mano finale.
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