ITMI20102019A1 - Struttura di protezione della schiena - Google Patents

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ITMI20102019A1
ITMI20102019A1 IT002019A ITMI20102019A ITMI20102019A1 IT MI20102019 A1 ITMI20102019 A1 IT MI20102019A1 IT 002019 A IT002019 A IT 002019A IT MI20102019 A ITMI20102019 A IT MI20102019A IT MI20102019 A1 ITMI20102019 A1 IT MI20102019A1
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Fabrizio Ricupito
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Doronzo Gianluca
Fabrizio Ricupito
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Description

Titolo: Struttura di protezione della schiena.
DESCRIZIONE
Sfondo dell’invenzione.
La presente invenzione si riferisce ad una struttura di protezione della schiena, in particolare si riferisce ad un paraschiena ad uso sportivo, ad esempio per motociclisti.
Tecnica Nota.
In ambito sportivo, ad esempio nella pratica dello sci, del motocross, dell’enduro e delle gare di velocità in moto, à ̈ noto proteggere la schiena indossando strutture di protezione appositamente destinate a questo scopo, comunemente definite paraschiena. I paraschiena, indossati dall’utente come un capo di abbigliamento tecnico, proteggono la schiena, ed in particolare la spina dorsale, nell’eventualità di impatti accidentali contro il terreno o altri ostacoli, minimizzando i rischi di subire contusioni, perforazioni da parte di oggetti appuntiti, fratture o altri danni alle ossa.
Generalmente i paraschiena consistono in una pluralità di elementi di protezione sagomati, ciascuno dei quali avvolge almeno in parte una corrispondente porzione di schiena, che si estendono in successione dalle vertebre cervicali fino alle vertebre lombari o al coccige. Gli elementi di protezione sagomati sono accoppiati uno all’altro, ad esempio incastrati, oppure sono fissati ad una maglia di supporto indossabile dall’utente.
Indipendentemente dal tipo di accoppiamento esistente tra gli elementi sagomati, normalmente il paraschiena risulta flessibile per conformarsi alla curvatura del rachide dell’utente. In pratica, tra i diversi elementi sagomati à ̈ definito un gioco che consente la rotazione relativa tra due elementi sagomati consecutivi e/o la loro parziale sovrapposizione.
Di solito gli elementi sagomati sono conformati come piastre o lamine curve che avvolgono almeno in parte una porzione della schiena dell’utente ai due lati della spina dorsale. Gli elementi sagomati possono anche avere ciascuno una o più porzioni sporgenti che si sovrappongono almeno in parte ad un elemento sagomato adiacente.
La sezione di ciascun elemento sagomato à ̈ generalmente piena. Ad esempio, gli elementi sagomati possono essere realizzati come piastre in un materiale plastico rigido o parzialmente flessibile, oppure possono avere una struttura a sandwich realizzata sovrapponendo più strati di materiali, resilienti e rigidi, aventi diversi coefficienti di assorbimento degli urti.
Gli impatti eventualmente subiti dagli elementi sagomati sono da questi trasmessi parzialmente attenuati all’utente, in quanto parte della forza d’urto à ̈ assorbita dagli stessi elementi sagomati, e comunque sono distribuiti su un’ampia area della schiena; in questo modo si minimizzano le forse agenti localmente su porzioni limitate della schiena. Inoltre gli elementi sagomati formano uno scudo contro la penetrazione di eventuali oggetti contundenti.
I paraschiena sono normalmente provvisti di cinghie che consentono all’utente di indossare il paraschiena come fosse uno zaino. Le cinghie, generalmente di tipo regolabile in estensione, sono fissate al primo e all’ultimo elemento sagomato del paraschiena, ovvero in corrispondenza delle sue porzioni superiore e inferiore. In alternativa, le cinghie possono essere fissate anche lateralmente, in corrispondenza degli elementi sagomati intermedi del paraschiena. In alternativa alle cinghie, il paraschiena può comprendere la maglia descritta sopra.
Paraschiena noti alla tecnica sono descritti ad esempio in CN 201079027, EP 1001688, EP 1369149, EP 1414530.
In generale i paraschiena oggi disponibili soffrono di alcuni inconvenienti.
Un primo inconveniente à ̈ dato dal fatto che i paraschiena tradizionali generalmente non si adattano istantaneamente ad una intervenuta variazione dell’estensione del rachide dell’utente. Ad esempio, quando l’utente distende improvvisamente la schiena passando da una posizione seduta ad una posizione eretta e piegata in avanti, il rachide si distende; in questa circostanza le vertebre cervicali superiori (ad esempio le prime tre vertebre cervicali) e alcune vertebre lombari possono risultare non più protette dagli elementi sagomati del paraschiena, con evidenti rischi per l’incolumità dell’utente. Ad esempio, nel motocross alcuni movimenti dei piloti, in piedi sulle pedane della moto, comportano un aumento della lunghezza della spina dorsale fino al 15% rispetto all’estensione corrispondente all’utente seduto sulla moto. Il rachide del pilota può estendersi nel modo descritto anche in seguito ad una caduta, ad esempio nella circostanza in cui il pilota, urtando sul terreno, tenda a portare le ginocchia al petto.
Alcuni paraschiena tradizionali prevedono la possibilità di modificare il numero di elementi sagomati, ma questa operazione può essere fatta, ovviamente, solo in condizioni di non utilizzo.
Un secondo inconveniente dei paraschiena tradizionali à ̈ dato dal fatto che gli elementi sagomati non hanno in genere un’elevata capacità intrinseca di assorbire gli urti. In altre parole, ciascun elemento sagomato non à ̈ in grado di deformarsi sensibilmente per minimizzare quanto più possibile la forza dell’impatto trasmessa all’utente.
Un terzo inconveniente à ̈ dato dalla scarsa traspirabilità degli elementi che compongono il paraschiena. Questa caratteristica incide negativamente sul confort dell’utente che indossa il paraschiena. La circolazione dell’aria tra la schiena e il paraschiena à ̈ minima o assente, e questo causa un’intensa sudorazione.
Sono inoltre disponibili sul mercato paraschiena nei quali à ̈ presente, in alternativa alla pluralità di elementi sagomati, un singolo elemento flessibile realizzato in un materiale resiliente, ad esempio un cuscinetto in gomma. La presente invenzione non concerne questo tipo di paraschiena.
Riassunto dell’invenzione.
La Richiedente ha sviluppato una alternativa alle precedenti soluzioni in cui si evitano gli inconvenienti descritti sopra.
Il problema tecnico alla base della presente invenzione à ̈ pertanto quello di mettere a disposizione una struttura di protezione della schiena che protegga efficacemente la schiena dell’utente contro gli urti, ed in particolare la sua spina dorsale, in tutte le condizioni di utilizzo, anche qualora l’estensione della spina dorsale vari notevolmente in base alla postura dell’utente.
E’ un ulteriore scopo della presente invenzione quello di mettere a disposizione una struttura di protezione della schiena capace di assorbire quanto più possibile la forza d’impatto in caso di incidente.
E’ ancora uno scopo della presente invenzione quello di mettere a disposizione una struttura di protezione della schiena che fornisca il massimo confort all’utente, in particolare per quanto concerne la traspirazione della pelle nella zona della schiena.
L’invenzione riguarda pertanto, in un suo primo aspetto, una struttura di protezione della schiena secondo la rivendicazione 1.
In particolare, l’invenzione riguarda una struttura di protezione della schiena dagli impatti, comprendente uno scudo che si sviluppa in una direzione sostanzialmente longitudinale, posizionabile sulla schiena dell’utente parallelamente al rachide, in cui detto scudo à ̈ formato da almeno due elementi di protezione di corrispondenti porzioni della schiena, detti elementi di protezione essendo vincolati uno all’altro per mezzo di un accoppiamento che prevede almeno un grado di libertà, caratterizzato dal fatto che detti elementi di protezione sono traslabili uno rispetto all’altro in direzione longitudinale per assecondare i movimenti di estensione della schiena dell’utente.
Vantaggiosamente, lo scudo à ̈ estensibile in virtù dell’accoppiamento di tipo traslabile tra almeno due degli elementi di protezione che formano lo scudo stesso. In questo modo la struttura di protezione secondo l’invenzione permette di proteggere efficacemente la schiena dell’utente contro gli urti anche nelle condizioni che prevedono la massima estensione della schiena stessa.
Ai fini della presente invenzione, con il termine scudo si intende identificare un componente della struttura di protezione destinato a coprire almeno la porzione della schiena dell’utente lungo la quale si estende la spina dorsale. La struttura di protezione può comprendere appendici che non fanno parte dello scudo, ma sono fissabili ad esso, ad esempio un collare anatomico di protezione dei muscoli del collo, e altri accessori quali, ad esempio, cinghie di supporto al torace o elementi di fissaggio agli indumenti dell’utente o ad altre strutture di protezione.
In generale, lo scudo può avere forme diverse. Ad esempio, lo scudo può avere una forma sostanzialmente ellittica ed essere convesso, cioà ̈ leggermente bombato in direzione opposta alla schiena dell’utente che indossa la struttura di protezione. In alternativa, lo scudo può avere una forma che sostanzialmente riproduce quella della schiena dell’utente, cioà ̈ può estendersi longitudinalmente dal collo alla zona lombare dell’utente, risultando più largo nella parte superiore, per proteggere le scapole, e più stretto nella zona inferiore, per proteggere la zona lombare.
In una forma di realizzazione della presente invenzione, l’estensione dello scudo in direzione longitudinale, cioà ̈ verticale, sostanzialmente corrisponde alla distanza tra le vertebre cervicali e le vertebre lombari o il coccige. L’estensione dello scudo in direzione orizzontale può essere minima, e in questa circostanza lo scudo protegge sostanzialmente la zona centrale della schiena, oppure massima, e in questa circostanza lo scudo si estende in corrispondenza dei fianchi dell’utente, fino anche a coprirli.
Gli elementi di protezione che formano almeno una parte dello scudo possono avere forme diverse uno dall’altro, ma preferibilmente sono elementi modulari identici tra loro.
Vantaggiosamente, almeno due degli elementi che formano lo scudo di protezione, e preferibilmente tutti gli elementi di protezione, sono reciprocamente accoppiati in modo tale da risultare traslabili uno relativamente all’altro, parallelamente alla direzione longitudinale di estensione dello scudo stesso, per assecondare eventuali allungamenti della schiena intervenuti durante la guida o nella pratica dello sport.
In altri termini, lo scudo della struttura di protezione à ̈ estensibile. L’estensibilità à ̈ ottenuta non tanto in virtù della deformabilità del materiale con il quale lo scudo à ̈ costruito, che può essere sostanzialmente rigido in estensione, ma piuttosto grazie all’accoppiamento scorrevole tra almeno due degli elementi di protezione che lo compongono.
Preferibilmente tutti gli elementi di protezione che formano lo scudo sono vincolati nel modo descritto sopra. In questo modo si conferisce allo scudo la massima capacità di estendersi.
Più preferibilmente, l’accoppiamento tra gli elementi di protezione prevede almeno due gradi di libertà. In questa circostanza gli elementi di protezione sono almeno in parte ruotabili uno rispetto all’altro attorno ad una prima direzione trasversale, sostanzialmente ortogonale alla direzione longitudinale, per assecondare i movimenti di flessione della schiena, in avanti e all’indietro. In alternativa o in aggiunta (3 gradi di libertà), gli elementi di protezione sono ruotabili uno rispetto all’altro attorno ad una seconda direzione trasversale, sostanzialmente ortogonale alla direzione longitudinale, per assecondare i movimenti di flessione della schiena, verso sinistra o verso destra. Le due direzioni trasversali indicate sopra sono a loro volta ortogonali; la seconda direzione trasversale à ̈ sostanzialmente parallela alla direzione di avanzamento dell’utente nella camminata.
Nella forma di realizzazione preferita dell’invenzione, lo scudo à ̈ estensibile longitudinalmente e flessibile in avanti, indietro e lateralmente per assecondare al meglio i movimenti della schiena. In altri termini, nella forma di realizzazione preferita, gli elementi di protezione sono vincolati uno all’altro con tre gradi di libertà, come descritto sopra.
Preferibilmente lo scudo à ̈ formato da almeno tre elementi di protezione, un elemento di protezione superiore, adatto a proteggere la parte superiore della schiena e/o la zona cervicale, un elemento di protezione inferiore, adatto a proteggere la zona inferiore della schiena e/o la zona lombare e/o il coccige, e un elemento di protezione intermedio ai precedenti, adatto a proteggere la zona centrale della schiena. In questa circostanza l’elemento di protezione intermedio à ̈ vincolato agli altri due elementi di protezione con un accoppiamento di tipo scorrevole o telescopico. Se lo scudo à ̈ formato da quattro o più elementi di protezione, preferibilmente, ma non necessariamente, tutti gli elementi successivi dello scudo sono vincolati con un accoppiamento di tipo scorrevole o telescopico.
Preferibilmente l’elemento di protezione inferiore à ̈ dotato di mezzi di fissaggio agli indumenti dell’utente, ad esempio ai suoi pantaloni. Fissando l’elemento di protezione inferiore agli indumenti dell’utente si facilita l’estensione dello scudo all’occorrenza.
In una forma di realizzazione della struttura di protezione secondo la presente invenzione l’accoppiamento scorrevole tra due elementi di protezione successivi dello scudo à ̈ ottenuto dotando un elemento di protezione di una guida che si estende in direzione sostanzialmente longitudinale, e di un elemento che impegna in modo scorrevole la guida longitudinale del successivo elemento di protezione dello scudo. Ad esempio, la guida à ̈ una scanalatura ricavata nel corpo dell’elemento di protezione e il relativo elemento di impegno à ̈ un perno inserito trasversalmente nella guida.
Preferibilmente, la guida longitudinale à ̈ ricavata in corrispondenza della porzione superiore del relativo elemento di protezione e l’elemento di impegno à ̈ posizionato in corrispondenza della porzione inferiore dello stesso elemento di protezione lungo la direzione longitudinale, e in corrispondenza di un piano mediano dell’elemento di protezione.
L’elemento di impegno à ̈ scorrevole nella guida lungo la direzione longitudinale di estensione della guida stessa per consentire la traslazione tra i due elementi di protezione vincolati e, in pratica, consentire l’allungamento dello scudo almeno per una lunghezza corrispondente alla lunghezza della guida longitudinale. Chiaramente, nella circostanza in cui tutti gli elementi di protezione che formano lo scudo sono vincolati in modo scorrevole uno all’altro, in successione, l’allungamento massimo dello scudo à ̈ determinato dalla somma degli allungamenti tra ciascun elemento di protezione e l’elemento di protezione successivo.
Preferibilmente l’elemento di impegno à ̈ almeno in parte scorrevole nella guida in una direzione trasversale al piano della guida stessa, per consentire rotazioni relative tra due elementi di protezione successivi dello scudo attorno ad una prima direzione sostanzialmente ortogonale alla direzione longitudinale. Detta prima direzione à ̈ sostanzialmente ortogonale alla verticale e alla direzione di avanzamento dell’utente. In questo modo gli elementi di protezione, pur restando vincolati, possono ruotare uno rispetto all’altro per assecondare le curvature cervicale e lombare della spina dorsale del’utente e le flessioni della schiena, in avanti e all’indietro; durante la rotazione, l’elemento di impegno della guida scorre trasversalmente nella guida e tra i due elementi di protezione si genera un angolo.
Preferibilmente l’elemento di impegno à ̈ girevole nella guida per consentire rotazioni relative tra due elementi di protezione successivi dello scudo attorno ad una seconda direzione sostanzialmente ortogonale alla direzione longitudinale. Detta seconda direzione à ̈ ortogonale sia alla verticale, cioà ̈ alla direzione longitudinale, che alla prima direzione identificata sopra. In questo modo i due elementi di protezione possono ruotare almeno in parte uno rispetto all’altro, nello stesso piano, per assecondare le flessioni della schiena dell’utente verso la sua sinistra e verso la sua destra.
Preferibilmente gli elementi di protezione vincolati in modo traslabile sono provvisti ciascuno di una porzione che si sovrappone in modo scorrevole ad una corrispondente porzione del successivo elemento di protezione dello scudo, per una lunghezza almeno corrispondente all’interasse massimo impartibile a tali elementi di protezione. In questo modo non restano interstizi tra gli elementi di protezione quando lo scudo si trova in una configurazione estesa, con evidenti vantaggi per quanto concerne la sicurezza dell’utente.
Preferibilmente, l’elemento di protezione superiore à ̈ provvisto di mezzi di fissaggio ad una struttura di protezione del petto indossabile dall’utente, ad esempio una pettorina rigida del tipo utilizzato nel motocross.
Preferibilmente l’elemento di protezione inferiore à ̈ provvisto di mezzi di fissaggio agli indumenti o ad altri accessori dell’utente in corrispondenza della vita o del coccige. Ad esempio, l’elemento di protezione inferiore à ̈ provvisto di un’asola per l’impegno con una cintura dell’utente, oppure à ̈ provvisto di una porzione rivestita con Velcro per l’impegno con una corrispondente porzione dei pantaloni dell’utente, ecc..
Preferibilmente almeno uno degli elementi di protezione, e più preferibilmente tutti, à ̈/sono provvisto/i di cinghie di supporto al busto dell’utente o alla suddetta struttura di protezione del petto.
La struttura di protezione secondo la presente invenzione può vantaggiosamente essere utilizzata come paraschiena nella pratica sportiva, ad esempio nel motocross o nello sci, risultando estremamente efficace nel prevenire o limitare i danni alla spina dorsale e alle costole, dovuti ad un impatto localizzato sulla schiena, indipendentemente dalla postura assunta dall’utente al momento dell’impatto. Lo scudo del paraschiena à ̈ configurato per assecondare gli allungamenti della schiena e può essere configurato per assecondare anche i piegamenti in avanti e all’indietro e laterali.
In un suo secondo aspetto, la presente invenzione concerne un elemento di protezione secondo la rivendicazione 9.
In particolare, la presente invenzione concerne nel suo secondo aspetto un elemento di protezione comprendente un corpo dotato di una superficie interna, destinata ad essere rivolta verso la schiena dell’utente, e una superficie esterna, che definisce uno scudo di protezione di una corrispondente porzione della schiena, e almeno un elemento di appoggio dell’elemento di protezione sulla schiena dell’utente, in cui l’almeno un elemento di appoggio si estende per una lunghezza almeno sufficiente a definire, tra detta superficie interna e la schiena dell’utente, un interstizio destinato a favorire la circolazione dell’aria.
In altre parole, l’elemento di appoggio si estende tra l’elemento di protezione e la schiena dell’utente per una lunghezza sufficiente a favorire il passaggio dell’aria tra la schiena e l’elemento di protezione. Ad esempio, l’elemento di appoggio ha una lunghezza pari a 1 o 2 cm.
Vantaggiosamente, l’elemento di protezione secondo la presente invenzione à ̈ provvisto di un proprio elemento d’appoggio sulla schiena che in condizioni normali, ovvero in assenza di impatto, previene il contatto diretto tra l’intera superficie interna dell’elemento di protezione e la schiena, ma al contrario definisce un interstizio che favorisce la circolazione dell’aria e, quindi, massimizza la traspirazione, a vantaggio del confort. L’elemento di appoggio ha un’estensione minore della superficie interna dell’elemento di protezione.
Preferibilmente l’elemento di protezione comprende almeno due elementi di appoggio, disposti da parti opposte rispetto ad un piano mediano longitudinale dello stesso elemento di protezione, ovvero disposti da parti opposte rispetto alla zona centrale dell’elemento di protezione che fronteggia la spina dorsale dell’utente.
Preferibilmente ciascun elemento di appoggio à ̈ vincolato al corrispondente elemento di protezione in modo girevole attorno ad un asse di rotazione. Più preferibilmente tale asse di rotazione à ̈ sostanzialmente ortogonale ad una superficie esterna dell’elemento di protezione che definisce uno scudo. Ancor più preferibilmente, ciascun elemento di appoggio à ̈ girevole in modo eccentrico rispetto al relativo asse di rotazione, in modo da assecondare, ma al tempo stesso limitare, gli spostamenti dell’elemento di protezione rispetto alla schiena dell’utente.
Preferibilmente ciascun elemento di appoggio comprende a sua volta una superficie di contatto ergonomica adatta alla battuta contro la schiena dell’utente. La superficie di contatto à ̈, ad esempio, un cuscinetto in materiale spugnoso, o comunque cedevole.
Preferibilmente gli elementi di appoggio hanno una forma sostanzialmente a disco. In alternativa, gli elementi d’appoggio possono avere una forma a fascia ed essere arcuati.
Preferibilmente ciascun elemento di appoggio à ̈ realizzato almeno in parte in un materiale resiliente o caratterizzato da un’elevata deformabilità. La forza dovuta ad un impatto localizzato sulla superficie esterna dell’elemento di protezione, che si configura come uno scudo, viene trasmesso solo in parte alla schiena dell’utente, non tanto attraverso gli elementi d’appoggio, che si deformano consentendo alla superficie interna dell’elemento di protezione di aderire sostanzialmente alla schiena, ma invece attraverso tutta la superficie interna dell’elemento di protezione. In questo modo si minimizza la pressione agente localmente sulla schiena, ovvero si distribuisce la forza d’impatto sulla più ampia superficie possibile.
L’elemento di protezione descritto in relazione al secondo aspetto dell’invenzione, se sufficientemente esteso, può vantaggiosamente essere utilizzato esso stesso come scudo di una struttura di protezione, ad esempio un paraschiena. In alternativa, più elementi di protezione possono essere associati uno all’altro, direttamente con un accoppiamento come quello telescopico descritto sopra, o indirettamente per mezzo di una camicia di supporto indossabile dall’utente, per formare uno scudo avente la lunghezza desiderata.
Preferibilmente, lo scudo della struttura di protezione secondo il primo aspetto dell’invenzione à ̈ formato da uno o più elementi di protezione in accordo con il secondo aspetto dell’invenzione.
In un suo terzo aspetto, la presente invenzione concerne un elemento di protezione della schiena dagli impatti, dotato di una superficie interna, posizionabile sulla schiena dell’utente, e una superficie esterna, opposta alla superficie interna rispetto alla schiena dell’utente e definente uno scudo, in cui detta superficie esterna à ̈ sostanzialmente convessa e presenta una discontinuità in corrispondenza di un piano mediano dell’elemento di protezione, e in cui almeno una porzione di detta superficie esterna, ai due lati di detta discontinuità, à ̈ definita da porzioni flessibili (sostanzialmente elasticamente) e/o deformabili (sostanzialmente plasticamente) dello stesso elemento di protezione.
La configurazione descritta ha il vantaggio di conferire all’elemento di protezione una grande capacità di assorbimento degli impatti. In caso d’urto, le porzioni deformabili e/o flessibili dell’elemento di protezione si deformano elasticamente e/o plasticamente, e così facendo assorbono una parte non trascurabile dell’energia dovuta all’impatto. Ne consegue che l’energia trasmessa alla schiena dell’utente à ̈ inferiore all’energia iniziale dovuta all’impatto; questo consente di minimizzare i rischi di infortunio.
Preferibilmente le porzioni flessibili sporgono a sbalzo da lati opposti del corpo dell’elemento di protezione, pur rimanendo a filo della relativa superficie esterna.
Preferibilmente il piano mediano dell’elemento di protezione corrisponde al piano mediano longitudinale del rachide dell’utente.
Preferibilmente l’elemento di protezione ha un profilo sostanzialmente a C, considerato in piano ortogonale rispetto al suddetto piano mediano, e la discontinuità à ̈ definita da un’apertura ricavata attraverso la superficie esterna dell’elemento di protezione e da una cavità presente tra le porzioni flessibili e la parte restante dello stesso elemento di protezione.
Preferibilmente sulla superficie interna dell’elemento di protezione sono presenti una o più nervature di rinforzo.
Preferibilmente l’elemento di protezione à ̈ realizzato in un materiale plastico, ad esempio in ABS, in Teflon, in PVC, oppure in gomma.
Vantaggiosamente l’elemento di protezione secondo il terzo aspetto dell’invenzione può essere utilizzato come struttura di protezione o per realizzare lo scudo di una struttura di protezione.
Preferibilmente lo scudo della struttura di protezione descritta in relazione al primo aspetto dell’invenzione comprende uno o più elementi di protezione secondo il terzo aspetto dell’invenzione.
I tre aspetti dell’invenzione descritti sopra possono trovare applicazione indipendentemente uno dall’altro. Chiaramente il risultato migliore, in termini di efficacia nella protezione dell’utente e di confort, si ottiene quando la struttura di protezione incorpora tutti e tre i precedenti aspetti.
Breve descrizione delle figure.
Ulteriori caratteristiche e vantaggi della presente invenzione risulteranno più chiari dalla seguente descrizione di una sua forma di realizzazione preferita, fatta qui di seguito, a titolo indicativo e non limitativo, con riferimento ai disegni allegati. In tali disegni:
- la figura 1 Ã ̈ una vista in prospettiva di una struttura di protezione della schiena secondo la presente invenzione, in una prima configurazione;
- la figura 2 Ã ̈ una vista laterale della struttura di protezione mostrata in figura 1;
- la figura 3 Ã ̈ una vista frontale della struttura di protezione della schiena mostrata in figura 1;
- la figura 4 Ã ̈ una vista in prospettiva della struttura di protezione della schiena mostrata in figura 1, in una seconda configurazione;
- la figura 5 Ã ̈ una vista in prospettiva della struttura di protezione della schiena mostrata in figura 1, in una seconda configurazione;
- le figure 6a e 6b sono viste in prospettiva, rispettivamente di due lati opposti, di un componente della struttura di protezione della schiena mostrata in figura 1; - la figura 6c à ̈ una vista dal basso del componente mostrato in figura 6a;
- la figura 6d à ̈ una vista laterale del componente mostrato in figura 6a.
Descrizione dettagliata di una forma di realizzazione preferita dell’invenzione.
Nella figura 1, che rappresenta una vista in prospettiva di un utente, con il riferimento numerico 1 à ̈ complessivamente indicata una struttura di protezione della schiena B secondo un primo aspetto della presente invenzione. Come mostrato, la struttura 1 à ̈ indossabile dall’utente come un paraschiena, e con questo termine verrà identificata nel seguito della descrizione.
Il paraschiena 1 comprende uno scudo 2, posizionabile sulla schiena B per proteggere la stessa dagli impatti contro oggetti esterni o contro il suolo, appendici 3 e 4 dello scudo 2 e cinghie 5 di fissaggio dello scudo 2 al torso dell’utente.
Lo scudo 2 del paraschiena 1 à ̈ formato da almeno due elementi di protezione reciprocamente accoppiati e si estende in una direzione longitudinale L, mostrata in figura 2, sostanzialmente parallela alla schiena B dell’utente, a partire da una zona prossima alle vertebre cervicali fino ad una zona prossima al coccige. Preferibilmente, come mostrato nelle figure allegate, lo scudo 2 à ̈ formato da un elemento di protezione superiore 21, predisposto per proteggere la parte alta della schiena B, un elemento di protezione inferiore 25, predisposto per proteggere la parte bassa della schiena B, ad esempio la zona lombare o del coccige, e uno o più elementi di protezione intermedi 22, 23, 24.
Gli elementi di protezione 21-25 mostrati nelle figure allegate sono piastre che hanno una generica forma convessa. In particolare, la relativa superficie interna, che guarda verso la schiena B dell’utente, à ̈ curva per conformarsi all’anatomia dell’utente e la superficie esterna, che guarda all’indietro ed à ̈ destinata a subire gli impatti, à ̈ convessa.
Preferibilmente gli elementi di protezione sono realizzati in un materiale plastico, quale ad esempio ABS, Teflon, ecc. per stampaggio, oppure sono realizzati in gomma o hanno un’anima di metallo rivestita con un materiale resiliente.
Le appendici superiori 3 del paraschiena 1 sono accoppiamenti, ad esempio fibbie, cinghie, incastri, Velcro o altro, per il fissaggio ad una pettorina P che l’utente indossa per la protezione delle costole e del petto. L’appendice inferiore 4, che nella realizzazione mostrata à ̈ parte integrante dell’elemento di protezione inferiore 25, anche se in generale può essere un elemento separato, à ̈ una piastra dotata di una pluralità di alette sporgenti ortogonalmente dalla sua superficie esterna, a protezione del coccige.
Preferibilmente, l’appendice 4 del paraschiena 1 à ̈ fissabile agli indumenti dell’utente, ad esempio ad una cintura o direttamente ai pantaloni, ad esempio mediante una fibbia, bottoni, Velcro 7 o altro.
In mancanza dell’appendice 4 l’elemento di protezione inferiore 25 à ̈ dotato esso stesso di analoghi mezzi di fissaggio agli indumenti dell’utente.
Le figure 2 e 3 sono viste rispettivamente laterale e frontale del paraschiena 1 mostrato nella stessa configurazione visibile in figura 1, ovvero in una configurazione non estesa, che corrisponde ad esempio al busto dell’utente in posizione sostanzialmente verticale, non inclinata in avanti.
Nella configurazione non estesa gli elementi di protezione 21-25 sono contigui uno all’altro in successione e lo scudo 2 ha una lunghezza minima L1. Gli elementi di protezione 21-25 si sovrappongono in parte in corrispondenza della relativa zona di accoppiamento. In particolare, gli elementi di protezione 21-25 si sovrappongono in direzione longitudinale per una lunghezza D.
Vantaggiosamente lo scudo 2 à ̈ estensibile in virtù di un accoppiamento scorrevole, ad esempio di tipo telescopico, tra gli elementi di protezione 21-25.
La figura 4 mostra il paraschiena 1 nella sua configurazione di massima estensione. L’estensione longitudinale dello scudo 2 à ̈ indicata con L2 (maggiore di L1) ed à ̈ determinata dalla somma degli scostamenti D tra gli elementi di protezione 21-22, 22-23, 23-24, 24-25.
In pratica ciascun elemento di protezione 21-25 à ̈ traslabile rispetto all’elemento di protezione al quale à ̈ vincolato. Il vincolo tra gli elementi di protezione 21-25 verrà ora descritto con riferimento alla figura 5, che mostra il paraschiena 1 in una vista prospettica posteriore, completamente esteso.
In figura 5 à ̈ evidenziato l’elemento di protezione 24. In corrispondenza della sua porzione superiore, l’elemento 24 comprende una guida 241, in pratica una scanalatura longitudinale, avente lunghezza pari a D. La guida 241 si estende in corrispondenza di un piano mediano longitudinale dell’elemento 24 ed à ̈ impegnata da un elemento di impegno 232 dell’elemento di protezione 23, associato superiormente all’elemento 24 lungo lo scudo 2.
In corrispondenza della sua porzione inferiore, l’elemento 24 comprende un elemento 242 di impegno della guida longitudinale 251 dell’elemento di protezione inferiore 25.
Gli elementi di impegno 232 e 242, ad esempio conformati come perni o pattini, sono scorrevoli in direzione longitudinale L nelle corrispondenti guide 241 e 251. La testa degli elementi di impegno 232 e 242 Ã ̈ allargata per impedire il disimpegno accidentale degli stessi elementi di impegno attraverso le relative guide 241 e 251.
Nella forma di realizzazione mostrata, gli elementi di protezione 21-25 sono sostanzialmente identici, oppure simili, e comunque modulari. Pertanto ciascun elemento 21-25 comprende un elemento di impegno (212, 222, 232) scorrevole nella corrispondente guida longitudinale (211, 221, 231) dell’elemento di protezione successivo.
La figura 6b mostra in prospettiva un singolo elemento di protezione, ad esempio l’elemento 24. Nella figura sono stati evidenziati la guida 241 e l’elemento di impegno 242. Come si può notare, entrambi questi elementi sono ricavati di pezzo con l’elemento di protezione 24, ad esempio in fase di stampaggio o termoformatura. In alternativa, questi elementi 241 e 242 possono essere applicati all’elemento di protezione 24 in un secondo momento dopo la sua fabbricazione, ad esempio per mezzo di viti o colle.
L’elemento di protezione 24 à ̈ provvisto di una porzione superiore 243 adatta a sovrapporsi in modo scorrevole alla porzione inferiore dell’elemento di protezione 23 per una lunghezza uguale o maggiore alla lunghezza della guida 241 in direzione L.
L’elemento di protezione 24 à ̈ provvisto di una porzione inferiore 244 destinata ad essere coperta in modo scorrevole dalla porzione superiore dell’elemento di protezione 25.
Durante l’utilizzo del paraschiena, l’appendice 4 à ̈ fissata ai pantaloni dell’utente per mezzo delle porzioni 7 rivestite con Velcro e l’elemento di protezione superiore 21 à ̈ fissato alla pettorina P. Eventuali allungamenti della schiena B sono copiati dal paraschiena 1; gli elementi di protezione 21-25 che formano lo scudo 2 traslano ciascuno rispetto al successivo e consentono l’allungamento dello scudo 2.
Il tecnico del settore comprenderà che, in generale, ciascun elemento di protezione 21-25 può essere provvisto di più guide e corrispondenti elementi di impegno, posizionati ad esempio ai due lati del piano mediano longitudinale. La soluzione descritta, in cui à ̈ prevista una sola guida in posizione centrale, ha il vantaggio, come verrà descritto nel seguito, di consentire anche la rotazione relativa degli elementi di protezione associati 21-22, 22-23, 23-24, 24-25.
Con riferimento alle figure 2, 5 e 6b-6d, gli elementi di protezione 21-25 sono preferibilmente ruotabili uno rispetto all’elemento ad esso associato, nella direzione indicata dalla doppia freccia R1 (figura 2), ovvero attorno ad una prima direzione M ortogonale alla direzione longitudinale L, e/o nella direzione indicata dalla doppia freccia R2, ovvero attorno ad una seconda direzione N ortogonale alla direzione longitudinale L e corrispondente alla direzione di avanzamento dell’utente.
La rotazione relativa degli elementi 21-25 secondo R1 (figura 2) determina una generale curvatura in avanti e indietro dello scudo 2, ovvero lo scudo 2 si adatta agli intervenuti piegamenti della schiena in avanti (non mostrati). Quando l’utente riporta il busto in posizione verticale, piegandosi all’indietro, come mostrato in figura 2, anche lo scudo 2 ritorna nella configurazione iniziale. La rotazione relativa degli elementi 21-25 secondo R2 (figure 3, 4, 5 e 6b) determina una generale curvatura dello scudo 2 verso sinistra o verso destra (considerate rispetto all’utente), ovvero lo scudo 2 si adatta agli intervenuti piegamenti laterali della schiena B (non mostrati) verso sinistra e verso destra. In questa circostanza, ad esempio, la porzione superiore 243 dell’elemento 24 si sovrappone alla porzione inferiore dell’elemento 23 maggiormente da un lato della guida 241.
Le rotazioni degli elementi di protezione 21-25 nelle direzioni R1 e R2 sono possibili in virtù del fatto che l’elemento di impegno 242 della guida, che in pratica à ̈ un perno, à ̈ ruotabile nella corrispondente guida 251 attorno al proprio asse, sostanzialmente parallelo alla direzione N, ed à ̈ scorrevole trasversalmente nella guida 241 e/o à ̈ ruotabile attorno alla direzione M.
In altre parole, l’accoppiamento tra il perno 242 e la relativa guida 251 prevede tre gradi di libertà; questo vale per tutti gli elementi di protezione modulari 21-25.
Il paraschiena 1 à ̈ quindi in grado di proteggere con lo scudo 2 la schiena B dell’utente in tutte le condizioni di utilizzo, anche quando la postura prevede allungamenti e piegamenti della schiena nelle diverse direzioni, in avanti, all’indietro e laterali.
Con riferimento a tutte le figure allegate, la presente invenzione, in un suo secondo aspetto, concerne un elemento 24 di protezione provvisto di uno o più elementi 6 di appoggio sulla schiena B.
Nella forma di realizzazione mostrata, gli elementi di appoggio 6 sono due per ciascun elemento di protezione 21-25 e sono disposti da parti opposte rispetto alla guida longitudinale (da parti opposte rispetto ad un piano mediano verticale passante per l’asse N indicato in figura 6c); in generale tuttavia, l’elemento di protezione 6 può essere uno solo, di grandi dimensioni, o possono essere più di due.
Gli elementi di appoggio 6 sono vincolati al corrispondente elemento di protezione 21-25 in corrispondenza della superficie interna 2’’ e si estendono ciascuno lungo un corrispondente asse R6, che à ̈ anche il relativo asse di rotazione, sostanzialmente ortogonale alla superficie esterna 2’ dell’elemento di protezione 21-25.
Con particolare riferimento alle figure 6b-6d, gli elementi di appoggio si estendono lungo il relativo asse R6 per una lunghezza sufficiente a definire un interstizio G tra la schiena B dell’utente e il relativo elemento di protezione 21-25, durante l’uso del paraschiena 1. L’interstizio G, indicato schematicamente in tratteggio in figura 6c, favorisce la circolazione dell’aria e la traspirazione della pelle dell’utente, a vantaggio del confort. Questo à ̈ un problema particolarmente sentito in ambito sportivo, ad esempio nella disciplina del motocross o dell’enduro.
Gli elementi d’appoggio 6 hanno, nella realizzazione mostrata nelle figure, una generica forma circolare, a disco. Preferibilmente, la superficie 61 destinata ad entrare in contatto diretto con la schiena B dell’utente à ̈ rivestita con un rivestimento morbido o cedevole, oppure con Velcro se si desidera vincolare in modo temporaneo gli elementi d’appoggio 6 agli indumenti dell’utente.
Preferibilmente, come indicato al meglio in figura 6b, gli elementi di appoggio 6 sono ruotabili attorno al relativo asse 6R, in virtù di uno specifico accoppiamento girevole 62 (figura 6a) che li vincola al relativo elemento di protezione 21-25.
Più preferibilmente gli elementi 6 ruotano in modo eccentrico rispetto al relativo asse 6R, come indicato dai relativi cerchi in figura 6b. Questa caratteristica consente di massimizzare il confort del paraschiena 1. Gli elementi d’appoggio restano in contatto con la schiena B dell’utente e lo scudo 2 ha un ulteriore minima libertà di movimento dovuta proprio alla rotazione eccentrica degli elementi d’appoggio 6 attorno ai rispettivi assi di rotazione 6R. I piccoli movimenti della schiena B sono assecondati dagli elementi di appoggio 6 per mezzo della rispettiva rotazione eccentrica; contestualmente lo scudo 2 non si sposta sostanzialmente rispetto alla schiena B, che resta efficacemente protetta.
Gli elementi d’appoggio 6 sono preferibilmente realizzati almeno in parte in un materiale morbido o cedevole che, deformandosi, non ostacola il lavoro dello scudo 2 nella ridistribuzione dell’energia dell’impatto sulla più ampia superficie possibile della schiena B.
In un suo terzo aspetto l’invenzione riguarda un elemento di protezione 24 avente una specifica struttura. Con particolare riferimento alle figure 5 e 6a-6c, l’elemento di protezione 24 ha una generica sezione curva, ad esempio a C, considerata in un piano ortogonale alla direzione longitudinale L. La figura 6c in particolare mostra l’elemento di protezione 24 dal basso.
Attraverso la superficie esterna 2’ dell’elemento di protezione 24 à ̈ ricavata una discontinuità, in pratica uno smanco 245. La superficie 2’ ai due lati della discontinuità 245 à ̈ definita da due porzioni 246 e 247 del corpo dell’elemento di protezione che risultano almeno in parte flessibili sotto carico. In particolare, le porzioni 246 e 247 si estendono a sbalzo dai lati dell’elemento di protezione 24; tra le porzioni flessibili 246 e 247 e la superficie interna 2’’ dell’elemento di protezione 24, a sua volta definita da nervature di rinforzo 30, à ̈ definito un prolungamento della discontinuità 245, in pratica una cavità che consente alle porzioni 246 e 247 di flettere verso le nervature 30.
Questa caratteristica ha implicazioni sulla funzionalità dell’elemento di protezione 24 e, quindi, dello scudo 2. Eventuali urti ricevuti dall’elemento di protezione 24 sono almeno in parte attenuati prima di essere trasmessi alla schiena B; le porzioni 246 e 247, flettendo verso la cavità 245 (figura 6c), con una deformazione elastica e/o plastica, assorbono una parte dell’energia dell’impatto.
Il materiale dell’elemento 24 può essere scelto per prevedere quindi una deformazione solo elastica delle porzioni flessibili 246 e 247 oppure elastica e/o plastica.

Claims (15)

  1. RIVENDICAZIONI 1. Struttura (1) di protezione della schiena (B) dagli impatti, comprendente uno scudo (2) che si sviluppa in una direzione (L) sostanzialmente longitudinale, posizionabile sulla schiena (B) dell’utente parallelamente al rachide, in cui detto scudo (2) à ̈ formato da almeno due elementi (21-25) di protezione di corrispondenti porzioni della schiena (B), detti elementi di protezione (21-25) essendo vincolati uno all’altro per mezzo di un accoppiamento (232-241, 242-251), che prevede almeno un grado di libertà, caratterizzato dal fatto che detti elementi di protezione (21-25) sono traslabili uno rispetto all’altro in direzione longitudinale (L) per assecondare i movimenti di estensione della schiena (B) dell’utente.
  2. 2. Struttura (1) secondo la rivendicazione 1, in cui detto accoppiamento prevede almeno due gradi di libertà, e detti elementi di protezione (21-25) sono almeno in parte ruotabili uno rispetto all’altro attorno ad una prima direzione trasversale (M), sostanzialmente ortogonale alla direzione longitudinale (L), per assecondare i movimenti di flessione della schiena (B), in avanti e all’indietro.
  3. 3. Struttura (1) secondo la rivendicazione 1 o la rivendicazione 2, in cui detto accoppiamento prevede almeno due gradi di libertà, e detti elementi di protezione (21-25) sono ruotabili uno rispetto all’altro attorno ad una seconda direzione trasversale (N), sostanzialmente ortogonale alla direzione longitudinale (L), per assecondare i movimenti di flessione della schiena (B), verso sinistra o verso destra.
  4. 4. Struttura (1) secondo una qualsiasi delle precedenti rivendicazioni 1-3, in cui gli elementi di protezione (21-25) sono almeno tre, un elemento di protezione superiore (21), adatto a proteggere la parte superiore della schiena (B) e/o la zona cervicale, un elemento di protezione inferiore (25), adatto a proteggere la zona inferiore della schiena e/o la zona lombare e/o il coccige, e almeno un elemento di protezione (22-24) intermedio ai precedenti, adatto a proteggere la zona centrale della schiena, in cui detto elemento di protezione intermedio (22-24) à ̈ vincolato ad entrambi gli elementi di protezione superiore (21) e inferiore (25) e l’accoppiamento tra due elementi di protezione successivi (21-22, 22-23, 23-24, 24-25) dello scudo (2) à ̈ di tipo scorrevole o telescopico.
  5. 5. Struttura (1) secondo una qualsiasi delle precedenti rivendicazioni 1-4, in cui ciascun elemento di protezione (24) comprende una guida (241) che si estende in direzione sostanzialmente longitudinale (L), e un elemento (242) che impegna in modo scorrevole la guida longitudinale (251) del successivo elemento di protezione (25) dello scudo.
  6. 6. Struttura (1) secondo la rivendicazione 5, in cui l’accoppiamento tra detto elemento (242) di impegno della guida (251) e la guida stessa (251) à ̈ caratterizzato da una o più delle seguenti caratteristiche: - l’elemento di impegno (242) à ̈ scorrevole nella guida (251) lungo la direzione longitudinale (L) di estensione della guida (251) stessa; - l’elemento di impegno (242) à ̈ almeno in parte scorrevole nella guida (251) in una direzione trasversale al piano della guida (251) stessa, per consentire rotazioni relative tra due elementi di protezione (24, 25) successivi dello scudo (2) attorno ad una prima direzione (M) sostanzialmente ortogonale alla direzione longitudinale (L); - l’elemento di impegno (242) à ̈ girevole nella guida (251) per consentire rotazioni relative tra due elementi di protezione (24, 25) successivi dello scudo (2) attorno ad una seconda direzione (N) sostanzialmente ortogonale alla direzione longitudinale; - la guida (251) à ̈ ricavata in corrispondenza della porzione superiore dell’elemento di protezione (25) e l’elemento di impegno (242) à ̈ posizionato in corrispondenza della porzione inferiore dell’elemento di protezione (24) lungo la direzione longitudinale (L) e in corrispondenza di un piano mediano dell’elemento di protezione (24, 25).
  7. 7. Struttura (1) secondo una qualsiasi delle precedenti rivendicazioni 1-6, in cui almeno uno (24) degli elementi di protezione (21-25) à ̈ provvisto di una porzione (243) che si sovrappone in modo scorrevole ad una corrispondente porzione del precedente elemento di protezione (23) dello scudo (2), per una lunghezza maggiore o uguale all’estensione massima (D) impartibile a tali elementi di protezione (23, 24).
  8. 8. Struttura (1) secondo una qualsiasi delle precedenti rivendicazioni 4-7, comprendente una o più delle seguenti caratteristiche: - l’elemento di protezione superiore (21) à ̈ provvisto di mezzi (3) di fissaggio ad una struttura (P) di protezione del petto indossabile dall’utente; - l’elemento di protezione inferiore (25) à ̈ provvisto di mezzi (7) di fissaggio agli indumenti o ad altri accessori dell’utente in corrispondenza della vita o del coccige; - almeno uno di detti elementi di protezione (21-25) à ̈ provvisto di cinghie (5) di supporto al busto dell’utente.
  9. 9. Elemento (24) di protezione della schiena (B) dagli impatti, comprendente un corpo dotato di una superficie interna (2’’), destinata ad essere rivolta verso la schiena (B) dell’utente, e una superficie esterna (2’), che definisce uno scudo (2) di protezione di una corrispondente porzione della schiena (B), e almeno un elemento (6) di appoggio dell’elemento di protezione (24) sulla schiena (B) dell’utente, in cui l’almeno un elemento di appoggio (6) si estende per una lunghezza almeno sufficiente a definire, tra detta superficie interna (2’’) e la schiena (B) dell’utente, un interstizio (G) destinato a favorire la circolazione dell’aria.
  10. 10. Elemento di protezione (24) secondo la rivendicazione 9, comprendente una o più delle seguenti caratteristiche: - l’almeno un elemento di appoggio (6) à ̈ vincolato al corrispondente elemento di protezione (24) in modo girevole attorno ad un asse di rotazione (6R); - l’elemento di protezione (24) comprende almeno due elementi di appoggio (6), disposti da parti opposte rispetto ad un piano mediano longitudinale dello stesso elemento di protezione (24); - l’almeno un elemento di appoggio (6) comprende a sua volta una superficie di contatto (61) ergonomica adatta alla battuta contro la schiena (B) dell’utente.
  11. 11. Elemento di protezione secondo la rivendicazione 10, comprendente una o più delle seguenti caratteristiche: - l’asse di rotazione (6R) di ciascun elemento di appoggio (6) à ̈ sostanzialmente ortogonale ad una superficie esterna (2’) dell’elemento di protezione (24) che definisce uno scudo; - ciascun elemento di appoggio (6) à ̈ girevole in modo eccentrico rispetto al relativo asse di rotazione (6R).
  12. 12. Elemento di protezione (24) secondo una qualsiasi delle precedenti rivendicazioni 9-11, comprendente una o più delle seguenti caratteristiche: - l’almeno un elemento di appoggio (6) ha una forma sostanzialmente a disco; - l’almeno un elemento di appoggio (6) à ̈ realizzato almeno in parte in un materiale resiliente o caratterizzato da un’elevata deformabilità.
  13. 13. Elemento di protezione 824) della schiena dagli impatti, dotato di una superficie interna (2’’), posizionabile sulla schiena (B) dell’utente, e una superficie esterna (2’), opposta alla superficie interna (2’’) rispetto alla schiena (B) dell’utente e definente uno scudo (2), in cui detta superficie esterna (2’) à ̈ sostanzialmente convessa e presenta una discontinuità (245) in corrispondenza di un piano mediano dell’elemento di protezione (24), e in cui almeno una porzione di detta superficie esterna (2’), ai due lati di detta discontinuità (245), à ̈ definita da porzioni (246, 247) dello stesso elemento di protezione deformabili e/o flessibili.
  14. 14. Elemento di protezione (24) secondo la rivendicazione 13, comprendente una o più delle seguenti caratteristiche: - il piano mediano di detto elemento di protezione (24) à ̈ il piano mediano longitudinale del rachide dell’utente; - detto elemento di protezione (24) ha un profilo sostanzialmente a C, considerato in piano ortogonale rispetto a detto piano mediano, e detta discontinuità (245) à ̈ definita da un’apertura ricavata attraverso la superficie esterna (2’) dell’elemento di protezione (24) e da una cavità presente tra dette porzioni flessibili (246, 247) e la parte restante dello stesso elemento di protezione (24); - sulla superficie interna (2’’) dell’elemento di protezione sono presenti una o più nervature (30) di rinforzo dell’elemento di protezione; - detto elemento di protezione (24) à ̈ realizzato in un materiale plastico o in gomma.
  15. 15. Struttura (1) secondo una qualsiasi delle precedenti rivendicazioni 1-9, in cui detto scudo (2) Ã ̈ formato da almeno un elemento di protezione (24) secondo le rivendicazioni 10-12 o secondo le rivendicazioni 13-14.
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